La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 14 - 2 aprile 1961

A tutti i lettori auguri di buona Pasqua I LAFIERA LETTERARI '.Anno XVI - N. 14 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCI NZE Domenica 2 aprile 19l,1\ SI PUBBLICA LA DOiVlliNlCA * Fondato eia UMHElfl'O l•HACCHIA * Diretto eia DIEGO FAHHHI QUESTO 'UMEHO L. 100 DIREZIONE. \AMMINISTRAZIONE: Roma · Vi a del Corso. 303 - Te!. 68i645 - Amministrazione Tel. 673015 . PUBBLICITA': Amministrazione « LA FIERA LETTERARIA» - Via del Corso. 303 Roma TARIFFA L. 150 al millimetro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lirP 7.900 . Copia arretrata lire 150 .. Spedizione in conto corrente postale (Gruppo 11) - Conto corrente Postale numero l/31426 Mattutino delle t nebre * 'i1·culu.::io11,i <li ll,1/Hl~'ll'l'Q ,lltlllllAEtDI EVANGELISTA: E vennero in un luogo detto Golgotha, ossia e Cranio, in ebraico. ove a bere gli dettero di un vino misto a fiele. che. avendolo gustato, lui non volle. Appena crocifisso. si divisero TURBA: F.VANGELISTA: TURBA· EVANGELISTA: i soldati le vesti. ma la tunica inconsuntile. tessuta tutta un pezzo. per non scinderla. sorte la tirarono; ed alta. sopra il capo. gl'imposero la sua condanna scritta: Quesio è Gesù re dei Giudei. Con lui furono, allora, crocifissi due ladri: uno a destra, uno a sinistra E lo ipsultavano i passanti: Tu che distruggi il Tempio cd in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso; e se tu sei Figlio di Dio, discendi dalla croce. Ugualmente i sacerdoti I r;i~~~~r 0 c;; ~!c!c~i:i~ie s~fnaif:! anzian I e se non può salvare! Re d'fsracle. scendi dalla croce e noi ti crederemo! Non confidava forse in •Dio? Che lo liberi adesso. se lo vuole! Perché. disse: Sono il J;>iglio di Dio. E cosi l'insultavano anche i due ladri che erano con lui crocinssi. Dall'ora sesta all'ora nona, sopra tutta la terra s'addensarono le tenebre. e Gesù chiamò a gran voce. dicendo: Dio, Dio mio perché m·hni abbandonato? Òio. Dio mio. perché m'hai abba11do11a10, perché il ruggito delle mie parole lontano è do colui che m'è salvczzn? Clliamo cli. giorno. o Dio. e noit mi rispondi, chiamo di notte e non mi clC1ila pace. E pure tu sci il Smito che le locH - abiti. d'Israele; e i Padri nost.ri sperando iti re furono lìberat.i, e re iwvocC111do furono salvati.' fidando in te 11011 furono delusi. E' vero che 11011sono uomo ma verme, obbrorio u111a110, sprc.:-:o della gente che dice: S'è raccommidato a Dio? -e- Lo liberi lui, se 1mr gli piaco! Ma t-i,. la mia certezza. dati'u.tero materno. sci. tu. che già dentro il grcm.bo di mia madre mi rendevi ~icuro. ché. da quanto mi portava, sci il m.io Dio! No, 11011 mi stare lonrano che viciuo il pericolo sovrasta ud ho clii mi sovvenga. Molti giovenchi e tori, i pili gagliardi. mi circonclano c contro mc spafancnno la bocca, come d'un rapace Icone che ruggìsca. Certi che Il stavano ad nscoltnre: Senti. diocvnno. costui chiama Elia! quindi uno corse a prendere una spugna imbevuta d'aceto e su una canna ili diede a bere. Ma quegli nitri: Lascia. dicevano, vediamo se lo vione a llbernre Elia! Poi. Gesù. nvendo invocato di nuovo a gran voce. esalò lo spirito. Mi s0110 sciolto come fossi d'acqua, distorte sento tutte le mie ossa. il cuore come cera dc111ro il ventre mi si sirugge, è ,l palato nrida sabbia, e la lfogua alle fauci s'è i11c0Uata: s1~ polvere di morte , m'hai deposto. Ho stretti at!~rno scellerati cani, le m<wf e i piedi 1.rapassali. ad u1ta arj una onta tittlc le mie ossa. M'ndoccl1ì,rno. na scrutano, le vesti pià tra loro si spartono e la mia tunica gìocano in sorte af dadi. Dunque. Sipnorc, non mi. star lontano col tuo aiuro, e affrettali al soccor.<:o. Dalla spada sottrai l'anima mia c. èlesolato. strappami. dai cm1f. Salvami dalla bocca dei leoni. dalle corna dei bufali, e m'ascolta. Allora. il velo del Tempio si scisse in due da cima a Condo. e poi la ter;a tremò. e si spaccarono le rocce. Spalancate le tombe. molti corpi di santi che dormivano. s·ersero c. usciti dai sepolcri. nella santa città a tanti apparvero. Il centurione ed i soldati a guardia di Gesù. visto il terremoto e quelle cose che stavano accadendo, Corte intimoriti. dissero: Davvero era costui figlio di Dio! Fa' ch'io possa nqrrarc riel tuo Nome ai fratelli e lodarti nei raduni: < 011. lodatelo, voi c/1e Dio 1crnctc e voi. dategli gloria. o di.sce,1dcnri di Giacobbe e voi, tutti, d'Israele vc11crnfclo. che uon disprezzò né la miseria disdegnò di un misero 11nsco11dc11dogli la faccia_. ma l'udì, imploraro del suo aiuto. Sard ascollato l'inno ai 1uoi favori nelle adunanze numerose. e i voli rnici scioglierò dilfll(Hlzi ai tlloi ft?deli. Sino a saziarsi. mangeranno i poveri. Lodino lddio coloro elle lo cercano, e in sempiterno viva il cuore vostro. Ricorderanno e tornera11110 a Dio da og11i confini? della tcrru, adora11do. tultc le famiglie delle peni.i: c. poiché H rcgn.o e di Dio, dominntore sopra 111t1ì i. popoli, adorino lui solo. Ed i potenti dcli.a terra~ curvati al SILO cospetto staranno e quelli che gi.a sono scesi nella potvere, cui se stessi non valse sostentare. Lo servirti la mia progenie: e alle venture generazioni narrerei del S1r,norc. e al nascituro popolo predirli la sua giustizia, cfo che il Signore fece•. (Da ,\lntlh. XXVII, 33·55; P11. X"XI; Joun. XIX, 23·24. Annlbnlc Carucci: « Il Cristo di Cnpraroln • (nequnforle) SU LEGNO E S RAME. DA DUHER A TIEPOLO. IL DRAMMADI CRJSTO * Xilografia e, incisione sul tema della Passione I * ,t, GIAt1 1 l<'JLll.,l,Q CtlTfCAtl 1 0 E' difficile stahilirc con csatte::::a i11 q11atc ,,acsc d'Oc– cide11tc la .\ilogrnfia sor~c 1110 è certo che questa ,,articolare forma d1 incisione III legno inco111i11ciòntl affermarsi, sla i11 Italia, ~ia in Francia, sia in Germa11ia verso la fine del XIV secolo e s11ecialme111eallo se-0po di riprodurre d1scg111 s11 stoffo, cale11dari. sacre immo[!ini: e 11011 è se11:wsigni– ficato che 11110dei lcg,zi i11cisi ,,;,·, antichi e il cui atto di nascita ~·i fa risalire attorno al /390, la famosa matrice Protal, CO.)"l chiamata dnl 110111e del suo scopritore, che la trovò all'i11i::io del 11os1ro secolo i11 ,m mo11asrero cister– cense francese, ri11rod11ca,ma scena della « Via Crucis• e prccisnme11te quella ili cui il cc11111r1011e ro111a110 1 indos– sante per l'occasione vesti trcce111cs'11c,indicando 11Cristo crocefisso esclama: • Vere filius Dei erat iste •· Ed auchc la 11iì1antica .,:ilo$rafia italiana, che si ritiene e,jCg11i1ada 1111 incisore /iorcnt1110 vi:rso il 1420, nota come la • Madonna del Fuoco• dì Forn, vcrclu!. 111iracolosamc11tc scampata,peiw di carta come era ed è, da un incendio clic distrusse il locale ove era appesa, riproduce episodi della • Pa:,Sionc •: nel ceutro spicca, a11ornio1a dal sole e dalla lw,a, la grande figura di ,\foria co11 il bimbo Gesù, mentre ai di sopra li Cristo, op11eso alta croce, gronda sa11g11e,ve11erato dalla Vergine, dalla Maddalena e da Gio– \'mmi, l'E1•a11gelista; ai lati e i-1 b11,-:so,1111111e.rosi mzti, tutli co11 l'aureola e vestiti scco11do la moda dell'epoca. Ancora 1mn trc111i11ad'a1111irii atlesa e voi il moudo ,:odrà di 1111a delle viù benefiche .mvcm:.io11iclic me,uc umana saprà esco,:irarc: il sistcnra di stampa a caralleri mobili di piombo. Nari,•o di Mago11;:a,ma esule a 5trasburi;o, 1111 fabbr1ca11te d1 sve.cc/1Ì tale Gìova11111Cutcmberg, rmsc1va nel /45-1 a 1mbblicare le • Lettere di indulgenza• cou cui papa Niccolò V chiedeva ai ca1tolic1 aiuti per il re di Cipro che combatteva co11tro i Turchi. la xilografia diviene così la µiii devota alleata dell'àrte della stampa dando risalto, fascino, valore a q11el tipo di libro vregiato che caratte-' riz.:;erà il Q11a11rocc11to. . Nel 1./71 11ascc:: a Norimber[!a Alberto Durcr, vero s:e11io dell'i11cisio11e,colosso che seppe dominare, vivo, per mczw secolo, l'arte europea vcr raggumt:erc, moF'IO, l'immortalità. Ed auch'cgli si lascia a11rarrc dalla .1:ilOfi''"(ifl e ~orgo110così i quattro grandi cicli da ltu creati· te q11i11diciwvote, oltre a '"' /ro111esvizio aggi111110 ~uccessiva111c11te delf'«Apocalissc•, ricche rii visioni i11te11samc11tcdrammatiche, ove In rcalf(I e la fa11tasia si wiiscono i11 1111 i11sie111e 11i1torico che rr1R– gì11112csovente il satanico, l'orrore, (tl1asi a rlimostrnrc la assoluta i111po1e11za det/'1101110 di fronte alle forze s01mrm1- 11aturali che in ,ma co11t0HW lotta del bene co11 il male, a11cla110 a q11eldominio che è esclusivo retaggio di IJio. Anch'esse dominate da 1111se11so rii c11pa 11io/c11za, :;c– g110110le 11udici tavole della « Grande Passione• 1111bl)/i• cale 11el 1510. Nello stesso 11er1odo Dmcr i11cidc 11el {ef!IIO i venti cvisodi della « Vita della Vergine• che, i11 formato viù viccolo elci/e serie precedei/li, d1111os1rm101111a isvil'a– ::.ione viì1 delicata, meno simboUstica,' e1 1 ide11tc ses:110 tic/ suo i11co111roco11 l'arte i1alia11a, che ci:li 11oté a11111!irarc 1 ~~ 1 sst~~c ~ia~f.~ 0 , c1Yc'm;,7~a. ,;~,,~;:!~cfr~i t~':f~'/~ 9 '~1v~fa « t~~cc::~ cq,g~t;:1~u1~r'i'~~~~r !~l~rt1etialto stile illco11/011d(bile,{li/CIie Alberto D11rer, che fu pittore, ~c11/tore, incisore (ltucit, IUS i11cisio11iin rame e., 170 i11 leg110). architett,o, mcdagl_ista, e scrillore (alcuni suoi libri f11ro110quelli dedicati o • alla maniera di misurare co11 il comvasso e la squt1dra, fc /111ee, lo spazio, e i corpi• o • alla 111a11icra di fortificare le citlà, i castelli e i borghi •J, a11ch'cgli godette della protezio11c cd amicizia di 1111vo1e11tc, l'imveratore Massimili,i110 lti cm gloria 11olilica e militare D11rcr 1rn111a11clò ,ii posteri 11cfle d11c s:ra11diose ralfigm"zioni del • Carro trionfale• e dello «Arco trionfolc •\ formato quest'ultimo, ria 11ova11tad11e tp– volc di differente grandezza, 111is11racomvlessivamentc 111. 3,40 per 111. 2,92 ossia, se ricostruito nel suo co111vtcsso, occ1tf}erebbc l'i11tera v11rele di 1111,1 sta11za. Q11a11domori, il 6 aP.rile /528, a soli ci11q11ase1tçm111i, lasciò a/la vcclova seimila fiori11i di eredità: f11 sepolto a Norimberga 11cl cimitero di 5. Giovmm, e s11/la s110 tomba (Contlnu;-;;- pag. 2) 'TECNICA E MAG~A * Scrittura e pittura * di l~NIUCO l~AU}UI Per una di quelle com– binazioni del tutto casua– li ma non prive di magia. che spesso si dànno anche nel chiuso ambiente cli chi è tenuto a non far altro che legger libri - cd è obbligo che. di quesli tempi. minaccia di diven– tnre schiacciante -. son venuti a trovarsi contem• pornneamente sul nostro . tavolo di fatica due bei volumi illustrati, la cui di(ferentissima materia lu1 fìnìto coll'intrecci1.1rsi. strln· gcrsi. ricomporsi e rinssu– mersi in un'unicn conside– razione, Questa: rispetto alla strngrnncle varietù delle tecniche artistiche di cui il pittore si trova a poter libermnentc disporre da secoli. quanto è invee~ [or– zosnmente moclestn. pove– ra. monotona e squnllicla tutta la porte per cosi di. re tecnicistica cui resta nf– fidata la lavorazione dello scrittore. "E n confermarlo. dandone e mostrandone la pl'ova stodcn cd , espres– siva>, sono nppunto i due libri venutisi per cnso a scontrnre sotto i nostri n(– r:tticali occl1i .di lettori di romanzi e di poesie. L'uno è dovuto allo stu~ clioso tedesco l<urt }icr– be11ts (Silvrma. Milano) e s'intitoln: L'(lrtc pittorica nulle sue diverse tecniche. L'nltro appartiene allo st.u– clioso inl!lesc Alfrcd Moor• housc (Snggintorc, Milnno) e illustra li trionfo det– t'at/abeto. E di ciascuno la rispettivo casa editrice :i1i è sfor1,ata, riuscendovi 1 di fornirci unn copia qunnto più possibile pregevole per la rispondenza e ornatezza e abbondanza delle illu• strazioni. che non cran fa. ciii da scegliere e eia ri– produrre. La e Silvana> doveva nientemeno che documen– tare cd illustrare il sorge- * A pag. 3: Alcuni brani da Il CRISTO DIVELAIQUEZ di UNAMUNO 'fraduz. e presentazione di RAFFAELE SPINELLI. * re ed il (iorire delle tren– totto diverse tecniche in cui risultano suddivisi i generi d'arte. E ove si Cac– cia attenzione alla dispa– rità delle. tecniche, a se• concln che siano caratteriz– zote particolarmente dal rondC"'(pitture preistoriche su roccia. dipinti murali pompeiani. pittura a sec– co. nfCresco-secco: cioè pit– tura a calce. affresco o < buon fre~co >, graffito, pitturn f?reca sul vaso, mniolic.:1. pittura su por– cellana cinese e su porcel– lana europea. vetro colo– rato. pittura su vetro e su avorio). dal materiale (mosaico. encausto, lempe– rn. acquarello, pastello, puntinismo. disegno a car– boncino. a gessetto e san– g11igna. con pennello e in– c-hiost ro. pittura orientale a inchiostro e a lacca. pit– tura ad olio, ad olio in re– sina sintetica), oppure da– i:{li strumenti (pittura su flbp1 vegetale, disegno n motitn e n penna, intaglio europeo su legno, stampa ginpponesc a colori, inci– sione a tratto e a mezza– linta e ad acquillinta, ac– quaforte, punta secca e punta d'argento. litogra– fia);. ove si,. ponga mento. alla necessità di rendere concreto e tangibile il ra– gionamento mediante ap– propriate riproduzioni ciel• le più tipiche espressioni cli tante tecniche, dalle preistoriche alle recentis– sime, dovrò riconoscersi che la e Silvana• ha ar– frontnto e superato ditTI. coltà non comuni con un rigore critico non contrad– detto dal gusto estetico. I I «Saggiatore> aveva un compito non certo più agevole: dare la visione, anche grafica, delle vicen– de attraverso le qunll è passoto lo sviluppo della scritturo dal IV millennio avanti Cristo fino all'in– venr.ione della Stampa e all'apparire dei primi Ji. bri. A tal fine il < Saggiato. re> ha corredoto il volu– me. incluso nella collana: Uomo e mito, con unn quarantina di illustrazioni atte a fissare, con bella nitidezza. le laboriose tap– pe compiute dalla scrittu– ra umana per giungere al– l'invenzione dell'alfabeto, verificatasi , in uno dei territori più desolati del– lo terra: il Sinai>. E' un percorso che va ---------------------------------------------------•. dai ciottoli dipinti ritro- RASSEGNA DI STORIA a cw-a di GIOllGIO DI GIO\TANNI * vati nel fondo delle car– vcrnc pirenaiche al rias– suntivo tipo di scrivere chiamato , carolino minu– scolo> e sorto Corse, al tempo e col favore cli Car– lo Magno, dall'unione del , corsivo> con il e semi– unciale >. Ritrovarne, se– guirne. ordinarne le trac– ce, dall'uomo di età neoli– tica allo stampatore Gu– tcnberg in pieno Umanesi– mo; e riuscire a dni-ne con– to •con un linguaggio non accessibile unicnmente agli specialisti, è merito di cui il Moorhouse non si tro– va a dover dividere con troppi la soddisfar.ione. Svil-iippo dell'idea, di La caduta violen1a dei na· zionalismi au1archici e ag– J:.?rcssivi ha 1ipropos10, nel Dopoguerra, il concetto dcl– unilà europea, tanto dal pun– to di vista dell'ideologia che da quello della prassi. In Ita• lia e in Ingbillc"rra la discus- ' sionc è slata, meglio che al– tro,-c, più fcn,ida e feconda di risultati, anche perché,,sul· la scorta di certa 1radizione e psicologia, dal concreto csa.– me delle possibili1à intersta– tuali, sotto la specie del Di· ritto, si è felicemente tro,·ato uno s1imolo storiografico a ri– vedere lo s,·olgimcnto secola– re dell'idea d'Europa. fLche è avvenuto non in Q'lOdOac– cademico, ma per un intrin• scco bisogno dello spirito. In· fomma il nuo,•o interesse sto– riografico è nato dalla crisi del particolarismo europeo e dalla conseguente necessità di sottoporre a revisione il prin– cipio .,che le leggi regolatrici della. vila degli S1ati siano quelle della lotta e della so- praffazione. . .. Di conseguenza, alla v1s1one degli Stati sogget~ alle s~g– gcstioni della strc11uous· hfe, alla cruda reailà degli ideali geopolitici, la storiografia so• prattutto italiana del Dopo– guerra ha sentilo il bisoano .di sostituire ~alJra della 'i;Oli- ~:S':o'~~~~f ~~iliii~ 1 {i/.~ 0 r~ cui i vari popoli si sentono . I unili. Tanto più che, a segui– re il corso della storia e del– le dottrine politiche allravcr· :.o i tempi, ci si può convin– cere che l'idea d'Europa ha avuto se non uno sviluppo continuo e conseguente, al– meno una sua presenza co– stante: attiva e operante, in alcuni momenti; costreua in una posizione di antitesi. io altri; ma sempre, comunque, come un momento della dia– lctlica tra la reall.3 e l'aspi– razione a un mondo migliore. Ricordare che l'Europa è, in fondo. un organismo còm– piulo. che presuppone, sia pure nelle sue diverse arli– colazioni, un unico centro motore, è l'assunto che si è posto Mario Bastianello con !Boi~:na~ 10 lfa ~~f~o~ur~;'. Qui la prospettiva, in cui ge– neralmente si guarda la sto– ria d'Europa - e cioè il prin– cipio dello Stato nazionale S0\'rano - è capo\'Olta: le vi– cende dei vari S1.ati risultan– do legate tra loro dal filo conduttore dell'idea d'Europa, come supremo anelito dei po– poli a conseguire una comu– nità continentale. E', questo, un cri1erio uni– tario d'indagine che po1reb– bc riserYare qualche sorpre– sa. In quanto. il voJer riscon– . trarc, ad esempio, nel Medio· e\'o un sentimento curopcis1i– co, può far .cader<; ncll'equi-- voco di confondere quello con l'universalismo cris1iano, che. si sa, fu· tuttla\tra cosa,, Cosi come altra cosa ru il Sacro Romano Impero; per non di– re, infine, che scadu10 il mi10 dcll'Impcra1ore, riuscirebbe assai problematico, sollo quel particolare angolo visuale, comprendere l'essenza degli S1a1i nazionali. Ma, per la verità, il •Bastianelto è più che consapevole delle sforza– ture cui l'impegno della sua tesi potrebbe condurlo: sic– ché egli riesce a non lasciar• si irretire dalla facile Lenta– zione di accreditare in un passalo , rclnOIO ciò che CO· minciò a delinearsi e pren– dere forma soltanto molto più tardi. Nessuna compia• ccnza a tracciare preistorie impossibili, dunque; ma at– tenta e sorvegliata ricostru– zione di un scntimcn10 che va formandosi per gradi, e viene evolvendo, in un cosmo, nel quale taluni fondamentali moduli politici e di cos1umb . appaiono contemporanei a tutti i paesi in esso coesi– stenti. Né, del resto. le riserve cir– ca un dctenninato modo di sentire il problema unilario dell'Europa possono essere superate dalla constarnzione che, a· partire dal Medioevo, ci siano .slati ingegnosi. an– che se non meno convin1i as– sertori di 1ma federazione cu-- ropca. Perché se le. concczio- \Ji1TI;imDui~~~- dc~c~u 11 $ai~;~ Picrre hanno un significato per i tecnici .del Diritto in– ternazionale, o quanto meno per i filosofi dòl Diritto e del– In D01trina ,dello Slalo, non altrcltanto 5i può dire a\•.– venga rpcr gli studidsi di sto• ria tout courl. Infatti l'idea d'Europa rimane allo stato di aslrazionc, non acquista un valore di forai stoiica sino a che, com'è nella natura di tutte le donrinc, non si tra– muti alla fine in un fallo mo– rale. Soltanto a queslo punto essa finir.i di appartenere al mondo delle pure idee per essere dissolta in un giudizio s1oriografico concreto. Ciò pub spiegare il motivo per cui il Bas1ianetto riesce ad essere più convincente al~ lorché imprcndc a trattare il capitolo sul Seuecento. E' qui, infa1ti, che va ricer~ta la prima riflessa Claborazione della consapevolezza· storica dell'Europa, la quale, natu· ralmente, è stata preparala mercé le an1iche matrici spi– rituali della civihà europea. Il nostro Autore ricorda op– portunamente che • non esi– ste un fenomeno di rilie,,o che non si verifichi ovunque e, g_ros!IOmodo. contcmpora- 11canw111e.Furono· universali . il feudalismo, l'ordinamento comunale; l'università, insie-, me sorsero le monarchie che ebbero nel francese Luigi XI, nell'inglese Enrico VI l e nel– lo spagnolo Ferdinando il Cauolico i loro tre magi ... •· Ma è certo che è nel Se11e– ccnto che l'animo europeisti– co si pone come un dato fat• tivo della realtà storica. L'Europa, in quest'età. \'a ol– tre le configurazioni prevalen– temen1e giuridiche. formula– te dalla progcllistica pacifi– sta, e acquisisce l'illuminata coscienza di essere un 'cnti.là civile e morale: cioè a dire, secondo la definl il Voltaire, una société des esprits. Tutta\'ia il secolo XVIII non è l'unico depositario di questo moderno sentire col– lettivo. Diremo che esso ne è l'origine, la manirestazione spirituale più disinteressata, in quanto espressione degli uomini di pensiero, tutti con– viventi in un'universale Re– pubblica delle Lettere. 01.1, il Bastianello si rende conto che manifestazioni ben più persuasive, in ordine all'uni– tà politica europea, si ebbero in· appresso. Perché se il 700 si riconosce in un comune substrato spirituale del P,0PO• lo europeo, sarà però 1I se– colo successivo quello che, con le sue implicazioni nn– ✓.ionali e indipendentistiche darà forza e .concretcua af problema dell'europeismo, A suo ben vagliato glu– di:do, e tutte le forme prlncipall della nostra mo– derna scrittura si devono Eill'Italia: sia nella stampa delle maiuscole e delle minuscole del nostri libri comuni. sia nel corsivo: come pure nella calligra– fia•. con la sola eccezione della , sopravvivenza di lettere nere in pochi casi p~rt1c~lari >. E , se ag– giungiamo a tutto questo il debito del mondo anti– co verso Roma per lo for– ma che essa diede all'ol– (abclo lotlno, e J servlzl vitali di Roma come mez– zo di trasmissione, possln– mo allora stlmaro quanto il mondo occidcntnle deb– ba all'in0uenz.a dell'lta– lla >, (Continua B pag, 2) .

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