La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 14 - 2 aprile 1961

Pag. 2 PREMI e concorsi GJORNALIS:\10 - .IL PREMIO •COSENZA•: Scadenza 30 giugno 1961 - Coscn1.a, piazza Parrasio, 16. Un:'I conlcrcn,a o un articolo di giornale. tenute o pubblicati tra il 20 dicembre 1960 e il 20 giugno 1961 sulla lcnc– ratura cattolic.i del no,·cccnto. SAGGISTICA - IL PREMIO « LUIGI PIETROBONO -.: Scad. 31 oltobrc 1961 - Roma, Casa di Dante, piun onnino. 5. Un saggio sul 1cma: • L'opera dantesca di Luigi Pictrobono •· Premio Carrara E' bandito il premio na– zionale Da\'id di poesia i1a– Jiana, 11 r Edizione con se– de a Marina di Carrara da Ennio - Viale XX Settem– bre 305 (Ma!;sa Carrara). polari de.I COtnWle. l'on. Maria Federici del Comitato dlreu:i– vo UISPER. il dr. Alberto ~·lanzi. scrittore per ragazzi. Il dr. Mario Pozzi. Presidente della Associazione Italiana EdllOrl e Il dr. Armando Ra– vaglloll. componente della Comnùs.sionc Nazionale del Libro. Il pubblico pot.n\ accedere LA FIERA LETTERARIA Domenica 2 aprile 1961 RITORNO DI PIETRODI DONATO, L'AUTOREDI « CRISTOTRA I MURATORI» * In ,~ Tre cerchi la little Italy degli di J uce .,., emigrali * flf O,'il'Al,/Jf> G. T-' 11,l,,\I Al premio possono con– correre tulli i poeti italiani e stnmicri di lingua italia– na con liriche che non su– perino i 50 ,cr!-,i edite o ine– dite. libernmente alla sala.. Gala Servadlo • Passeggiata delle collegl:111 • Immaginate per un istan– te un qualsiasi peese del meridione e, dentro una casa, un morto. Le donne gli piangono intorno; alla vedova. nel furore delle la– mentazioni, ciascuna va ri– pelendo: Annunziata!•, •Piangi sul tuo ventre che non porterà più !!gli !», «Lamentali! Il tuo uomo, quello a cui Cristo stesso ti aveva unita, non dividerà mili:. Luna Ciucanera, la femmina pubblica di Vasto, Renato il deficiente, Delia Dunn, la madrina ameri– cana, moglie del generale Sam tre volte buono. Sabi– nelle la Zoppa che non può lavorare altrove, per la sua infermità, se non nella ca– nonica di San Rocco perché cné l'uomo né Il diavolo po– trebbero avere intenzioni su di lei•, Romeo •Cuordlzuc– chero•, volto da cherubino e batti da tricheco, Il negro di Tripoli che si trascinava nella ca panne Luna Ciuca– nera, Io z.io Carlo divenuto Charles. mur atore che be– stemmiava dalle impalca– ture di San Rocco. durante i lavoii>. e tanti personagg; ancora che vivono come in un formicaio, con la fame che li svuota, i problemi del sesso che li inebetisce. e il cuore desideroso di affetto ma malato di solitudine, di nostalgia. l'estate che •sigmf1cava scarpette e calzon: di tela. strade a!fol!ate e ragazzini che s·azzuf!avano 1chia– ma1,.7.ando, e graffi e lividi e tafani che volavano come scudisciate e il tormento notturno delle cimici-, s;a l'inverno che •significava ghieccloll bianchi simili a pugnali, geloni alle orec– chie, pie.d~ intormentiti dal freddo e nella cucina. riscal– data dalla stufa a carbone, l'odore dolciastro di pappa lattea e il vapore dei pan– nol:ni stesi ad asciugare, che la mamma ricavava da ruvidi sacch; da cemento•- li protagon:•ta di questo rom~n 1 .o ha. dunque. cr_nto voa 1. cento nom:. che Ln!– scono mag;stra!mente per g:ustapporsi e rappre.senta– re un solo dramma: il dram: ma della comun:ta. la cu: legge e !I mito. la cui ~el;– .2::one cono~ce n addirittu– ra confonde . ilm;'; trii su– perstizione. pa5tane9imo e confuso catto!;ce.s1mr, (c:to. ad e:sempio: :\taddalen.J la Smorf:a sembrava un mo-– stn.J050 p:pl trello nero. Era pili spettrale che mei Pre– se a ~irare intorno a M~na la Virg:ne (mQrente>. "li'l– cerdotc,;;•a d'un rito mai v,sto. Abbozzo ampi se,gni di croce \·erso • quattro punti card!nali. gei.dando Portate il vino delle vo- più li letto con te! , cLa Le liriche concorrenti, in 4 copie, dO\Tanno recare in calce, nome, cognome, indi– rizt.o dell'rtutore concorrente e pcr.·enire rtlla segrete1ia del premio entro e non ol– tre il 16 agosto 1961 alle ore 24. Piccola biblioteca morte te l'ha tollo per sem– pre !», E poi, quando la festa funebre. a sera, sa– rà finita, la vedova con un filo di voce dice ai figli: Al concorso saranno pure ammesse pagine di prosa che non superino le due crtr– telle dattilografate (spazio 2). sempre in -i copie e con l'indicazione delle gen~ralità e indirizzo del concorrente. TI numero delle liriche e delle prose per ORni auto– re è libero come liberi so– no lo stile, la tendenza, il soggetto delle poesie e delle prose concorrentj, UNDIBATTITO ALLA STAMPA SULLE TTURE D IRAGAZZI In coincidenza con l'inizio dell'atuvltA del Cent.ro di pro– pagandn Pel libro per ragazzi « Ln Giraffa» nel Giardino ZOOiogico. si svolgerà presso la sala del Circolo della stam– pa romana (Palazzo Marl– gnoll. via del Corao 18-l) un pubblico dibattito sulle Jet.ture del ragazzi. Il dlbat.Uto orgnn\zzato a cura della rivista « La guida dei genitori» e del « Club dei genitori• sarà presieduto dal professore Lu i g i Volpicelli. Vi prenderanno parie la dot– toressa Emilia C:irreras, Di– rettrice delle biblioteche po- Scrittura e pittura (Continua da pag. 1) Consoliamoci. dunque, della povertà e quasi nu– dità tecnica in cui si tro– va relegata. con la sola risorsa di qualche svolaz– zo e chiaroscuro calligra– fico. l'operazione dello scrivere, se ciò nonostan– te ha saputo attirare sulle sue manifestazioni tanta luce di gloria. E sia det– to senza retorica. Ma resta viva l'invidia per la grande differenza tra il modo di lavorare del pittore con mille ingre– dienti e quello dello scrit– tore con il solo sussidio di una penna e di un Co– glio di carta. potendo al massimo sostituire la pen– na, matita o biro, con i tasti della macchina da scrivere. Quattro scara– bocchi, quattro segni. son tutto quanto di tecnicisti– camente necessario deve bastare allo scrittore per saper significare, pur con ogni delicatezza di sfuma– tura. le sue più variopin– te fantasie. Oh, che bel mestiere far invece il di– pintore. ENRJCO FALOUI Poeti alcaffé Se esiste un punto pano– ramico per o:;:;cr,•are e go– dere la viia letteraria e cul– turale di una nazione, quc:.to è da almeno ire ::;ecoli il ta– volino dei caffè. l caffè, ere– di in ugual misura e in giu– sta mescolanza dei merili letterari dell'antico Foro e degli antichi simposi, po– trebbero benissimo valere co– me simbolo, oltre che sfon– do, di una civiltà panicolar– mentc cordiale, ragionevole e feconda di poesia, che prin– cipiando dai grandi •conver– satori» del secolo XVIII, il D011or Johnson e Swirt, giunge fino a noi, e rima– ne la base del nostro uma– nesimo occidentale cd euro– peo. Ma ci \'oleva un poeta per risuscitare quèsta folla di scri1to1i, di letterati. di pensa1ori dal gelo delle bio– grafie storiche e per coglie– re la prodigiosa vitalità, lo stupendo fenomeno della • ch•iltà dei caffè•· Ci vole– va soprattutto uno spirito congeniale, per statura e sag– gezza. ai grandi interloculori antichi e nuovi, incontrati nelle pagine dei loro libri o nella loro concrcle7..Za di persone d'oggi, vh·e eppur già leggendarie. Hermann Kcsten, tedesco di nascita e di lingua, romano di residenza, fran.:csc nella brevità quasi scattante, nel– la leggercnza del suo stile, che è poi lo specchio di uno spirito veramente illuminalo, cioè razionale, tollerante, poetico, acutissimo, è forse lo scrittore d'oggi più degno di farci da guida. Poet:\ e amico di poeti, egli nccosta di ognuno l'immagine uma– na, egli intesse con ognuno un dialogo civili5simo e ~e– ducente, che par qun~i i-i– velarci tutto ciò che dei grandi scrittori ancora non sappiamo e vorremmo sape– re: i drammi, i caratteri, i segreti. L'Europa, intesa co– me somma di civillù, non poteva suggerire impresa più memorabile e desidera– ta a un grande scrillorc: che, percorrendo i caffè di sette ciltà tulle fondamcn1a– li nella cultura moderna (Parigi, Londra, Roma, Vien– na, Monaco, Berlino, e - propaggine d'Europa anche essa - New York), ha com– piuto un'avventura spirituale che arricchir:.ì ogni le11orc. Paese dellanostalgia Raramente, nella urgenza convulsa e ininterrotta delle nostre occupazioni, ci è dalo di godere un momento di tre– gua, di sereno e disinteres– sato colloquio con noi stessi e con gli allli. E' allora che si ascolta volentieri il rac– conto di un amico che, sul filo dei ricordi. ti riconduca all'• età favolosa•, ricca di straordinarie conoscen7e e di __________ , incontri meravigliosi. Purché, però, egli sappia narrare con un linguaggio schietto e im– mediato che non ti impegni in un giuoco tutto cerebrale, né ti induca, per cosl dire, in tentazione, trascinandoti di nuovo nel labirinto dei pro- Alberto Durer: • Piccola Passione:- (xllo&rafia) blemi e delle complesse fi– gure della nostra esistenza di uomini modemi. Purché, 'in– somma, il suo sia un rac– conto che non chieda altra interpretazione che quella istinti\'a della nostra uma– nità. E' questo il caso di Tito Sensi e del suo cordiale Paese della nostalgia - Zampcrini. Or,.,ieto. Il tilolo del libro è suggestivo e insieme emblc– ma1ico, come ossen•a U. Mar– ' ardi nella limpida prefazio– ne: ci sentiamo subilo tra– sportati n el mondo della fanciulle7.za dell'autore e su– bito cogliam o il 1ono domi– nante con il quale è rievocato e rivissuto. E' un mondo campagnolo di sempre, sereno, semplice, generoso, in cui poco si chie– de e si gode di poco, ma intensamcnlc. 11 paesaggio è quello dolcissimo e incante- VERBA A11.M. Gui - Roma: 1 due articoli e le massime appe– na ricevuti, oltre alle poesie avute tempo fa, dimosLrano che lei è una l'36azza sen– sibile e per nullo stupida. Sa a che le ser.•e scrivere oggi? A seppellire den1ro di sé la femmina e a creare del giovane bozzolo la don– na, sensibile, comprensiva, intelligente. E' il suo modo garbato di prepararsi alla vita. Complimenti e auguri. F. N. e 11.M. - Bologna: Grazie degli apprezzamenti sul nostro giornale: ringra– ziatené anche Nanni. Le vo– stre poesie sono, considerati i punii di partenza (mestie– re: operai; litoli: quinta ele– mentare) interessanli espc- uscili da una comune espc– rien7:l. umana. Un libro. dunque, felice, che si fa leggere volentieri. Tito Sensi. con questo nostal– gico ritomo al paese della sua fanciullezzn, ci oITre un momento di e\·asione da que– sto nostro apprimentc, osses– sh o mondo di macchine e di tortuosi problemi psicologici e morali. E gliene dobbiamo essere sinceramente grati. ANTONIO CRETONl Le «Retoriche» di Plebe 1 La benemerita • Nuova Ac– cademia Editrice• ha recen– temente pubblicato una Bre– ve storia della retorica antica di Armando Plebe, studioso aITennatosi per opere d'alta filologia e di saggistica cui- VOLANT rimcnti, da colliv!lrc, spe– cialmente • Mcdiui:bne • di F.N. ha cose nuove. Il •Poe– ma• di H.M. ~ un po' oscu– ro e voluto. Molti saluti. Rob. Spag11olo - Vero11a: Strane, acerbe, talvolla sa– porose di imitazione scola– stica, ma sa che le sue poe– sie mi sono piaciute? E'_ la sincerità del dettato che mi ha convinto. La prima, • E' fumo e luce», mi è parsa voluia. Le altre sono mi– gliori, assai più fresche. La– vori, ha stoffa. Car. Com. - Genova: Bel– Je immagini. della violenza: e una poesia da farsi. Via. la retorica, il • pensiero•· Buon lavoro. CARONTE rianima elementi. a::;pelll e \'iccnde d'un se11ore presso– ché trascurato nella storio– grafia letteraria. e sopratutto vuol essere - come in eflctti lo è - un • ,.-ade mccum • d 0 alto interesse e utilità. In termini meno opinabili di– remo che presenta, spe::;<;O csegeticamente, il nucleo es– senziale e perciò clcllo della storia delle retoriche antiche; il che significa offrime. in– terpretandoli, i lati ,•itali e formativi sul piano della sti– listica, e non quindi sul ter– reno meramente oratorio. Vi litroveremo, quindi, un com– plesso di saggi basati sulle lectio11es singole come dati la cui genesi e il cui svi– luppo hanno, nello studio che l'autore ne ha fatto, la ge– nesi e lo spilito animatore di ciò che ogl,!.i noi chia– miamo •umanità•· Storia delle teorie del discorso, dice esattamente il Plebe: e non è certo ,..enuto meno al suo ufficio, ove si guar~i ai ri– sultati conseguiti in codcsla chiara, concisa e densa mo– nografia di pretta strullura scientifica e pregevole anche sotto il profilo didascalico. L'<;di~ionc è originale, ele– gant1ss1ma, e costa 1200 lire. eVostro padre è là, dove non soffre più la calura né il gelo, dove non lo tormen– tano né povertà né dolori. Vive in mezzo ai tre cerchi di luce che sono la visione dl Dio, unito a Lui». Il romanzo Three circles of light, dell'italo-america– no Pietro Di Donato (l'au– tore di •Cristo Ira i mura– tori•), edito da Rizzali me– no di una settimana Ca con il titolo Tre cerchi di luce• (pagg. 240, L. 1600), apre con questo prologo, ma l'a– zione al contrario di come potrebbe sembrare non è ambientata nel meridione povero e affamato, super– stizioso e violento, cristiano e pagano Insieme. Siamo. invece, nella Little Italy, in una casa della colonia ita– liana di New York, agli inizi del secolo. ~cristo fra i muretori•, il precedente romanzo di Di Donato, ci aveva già dato la misura di questo forte scrittore per l'analisi det– tagliata sia delle dimensio– ni umane che dell'ambien– te; In questo suo recente Le «Galee» ~~~t~n~ot~t~tr;a;i~:a~a ai~: di ''iug;iano ~~~o ntio~~~~~/nt~stico1~~ . Mari11aio, ,•iaggiatore e sto- nella valictà episodica e neo _della mari11eric1,11011ché frammentaria della vita del- :!/i:i~!f _e d:,a~::t~l:~:iiGi~:j~~= la colonia quanto poteva pe Vmg1ano pubblica Galee essere veramente inquadra- e galcotli in cui tratta le to in prospettiva storica e graudi battaglie ,mmli del- di costume. trasfigurando l'E\•o Medio, q11i fatte ri1•i- questi motivi in chiave di vere alla luce d'1111adocu- lirismo amaro, desolante, ~~;: 1 t:i~-~~sai,~~t~~~~,~a:~~esti~ emozionale. ca. Consueto qual è sempre Il romanzo ha, di conse- stato alla viceuda della n(l- guenza, tutta una intelaia- ;;~~a~~::f f::'U,:j~~~~~;,is~~ ~~! tura corale. Ci troviamo di me esponente di • quadri•, fronte a un palcoscenico gi- cosl come nella medesima ,•e- revole sui cui egiscono !1- ste lo è stato anche della gure ieratiche, macerate da fl(!lla militare, Giuseppe Vili- pena o accese da speran7.a, ,:,m,o !1a 1 1 0/1110qui riassu- -frustrate ne.i sogni o per- mere 11 • senso storico• di dutamente sconritte. che si avvenimenti la cui importan- muovono quasj non più j.~,r,~;e,~,~~fir: st~'!g~~~e:/~ creature viventi ma ombre, eglt I ha ritenuta degna di trapiantate lì. in America, opportuno ridime11sio11amen- per una grottesca rappre- --~----------------- to, pil! che di i,ul11stre pre- sentazionc che è la doloro- se11t(lz1011e narrativa. sa storia degli immigrati \'Ole della • terra limilata a ponente dai colli Falisci, a levante dal Tevere•· n Sensi ferma i ricordi e le immagini in una parola sensibile e lu– minosa, anche se talvolta po– I rà apparire ingenua, un poco scontata o persino retorica. Ma è proprio nella sempli– cità, nella sincerità, Yorrcm– mo dire giovanile, dell'espres– sione, il pregio maggiore del libro. Ne deriva, infatti, un raccontare fluido e tranquillo, nel quale non si avverte nulla di costruito e di studiato, di artificioso e voluto, un rac– coniarc piacevole e gustoso che suscita nel lettore una profonda, ,,h,a simpatia. Ren– che-Renche, il brigante Rufo– Ione, il Bucè, Acqua cotta e i tanti altri personagg"i di cui viene narrata la storia, si of– frono alla nostra attenzione con immediatezza e ci sem– brano conosciuti da sempre, turale in cui prcminenli sono l'acutezza d'indagine e il \ i– gore di sintesi, non disgiunti da linguaggio che lo indica ::;tilista degno. Questo • spe– cimen •. condotto su esplo– razioni testuali indubbiamen– te complete e vh•e, abbraccia le retoriche dei pitagorici, dei sofisti. di Platone, di Ari– stotele, degli stoici, di Cice– rone e dei latini. conc!uden– dosi con il • tramonto della re1orica nnlica •· Opera com– pleta e organica, può defi– nirsi anche fatica unica nel suo genere per lo meno nel quadro e allo stato della per- 1inente specialistica italiana nella quale, dunque, si inse– risce come valido e costrut– tivo apporto. Non andremo nel merito dottrinale del la,·oro, ma ci corre l'obbligo di indicarlo come \ alore di cultura in senso dinamico anche perché D'altra parte l'impegno da italiani. ~j: 1 /d{p:~ 1 ~Wo iudei~cs1fo/f~~ Di Donalo è, però, un abi- c~1e, i11 ,1110 svirito rievoca- le regista delle scene che li~(! do,!de 11011 esula i[ giu- anima, 68 equilibrare le lu– d1z10 critico e tecnico, ripro- ci, attenuare, smorzare o pone avvenimenti legati atl abbagliare laddòve l'am- ~"~oc~~1:,~i J~i:·~d'f;f:;,; n~i;;~;i biente lo richieda; orche– tlel/n qualt lui stesso, e sem: !~c~,;ti~~r~~ i:!~~a d~i~~i~~ pr_e co11 schiettezza uma11i- st1ca, ha più volte tracciato me, gluoca sulle tonalità e episoffi e aspetti i111pone111i crudamente imprigiona, zo Ef;~:riS:/10 Bianco, pre:.- f~~\~n~~!c~~.~:a p;~~~~a:: N. S. gio che deve •svuotare». ---~ 1 -1 -fffffffff: -=-= Z -_-i Uno alla volta. Menca Ior- •@/# lJ db. se di carità, in questo, dap- • P .. ,- 1• H t·..._ :-=:-;.:;:: • ~~i~:e a~t~~~~~a!~~o set:~ : ~~';r~~;!:i~,.;J~':; 1 ~•~ 1 ~.i:: menta ti a fondo forse per : !::~:e'(;.:::~~~!;t;::;:!:. ~. i~~~~!~~~~~ ~~::;;~ig;~;: • 1-tilK) A°wist'ù ~f:Ìt 1 ~it" : casmo. Ci passano dinnanzi •1. •- •-- • SPA <~>- • Stella l'Africana, Zi' Ca- Xilo;rrafia e incisione (Continua da pag. I) si può ancora oggi leggere, --;;;;tta •1el bro11:.o, l'epigrafe lati11a: •Memoriae A/berti D11reri - Q11idquid Albert11s Durert Mortale Fecit - Sub Hoc Condit11r Tumolo - Emigrm•it VIII /dus Apri/es MDXXVlff ». Ma Alberto D11rer ha in Italia, nel suo contemvoraneo Marcantonio Raimondi, 1111 emulo i11 certi casi anche 11011 i11deg110di lui. E' noto infatti che il giovane bolognese, ancora sconosciuto, mentre si trovava a Venezia, per gua– dagnarsi da vivere, imrapprese a copiare sul rame la • Vita della Vergine• del Durer e lo fece così bene che, ricopiato anche il caratteristico monogramma del tedesco, costituito da un'A gotica e uria D latina, posto nella parte inferiore della primo lettera, 11ess1mos1 accor.,;e della co11traflazio11e: fino a che fu lo stesso Durer a lagnarsi, in occasione di 1111 suo viaggio sulla laguna, con la Signoria, che impose al Rai11fondi soltanto di 11011copiare la firma dell'incisore di Norimberga: ecco perché le future riproduzioni in rame dei legni del Durer quali la • Piccola Passione• e I'• Apo– calisse» 11011ha11110,nella apposita tabella con l'arco, la sigltl del maestro d'oltralpe. Ma presto Marcantonio Raimondi, dopo F1re11~e,si re– cherà a Roma ove il s110 inco11tro co11 Raffaello Sanzio gli permetterà di divenire il divulgatore dell'arte raffael– lesca attraverso le incisioni, arte che egli spesso riproduceva 11el rame riprendendo i soggetti 11011 da dipillti finiti del ce- lebre pittore ma J)ilÌ. semplicememe da disegni, tah•ofta (IIIChe appena accennati. 1Ha in quegli a,mi, dopo che rara/o fìore11t1110Afoso Fi- 11ig11erra riesce a riprodurre sulla carta l'impronta dei nielli o incisioni su piastre d 0 oro o d'argento; ed Antonio Pollaiolo incide la mirabile composizione dei • Gladiatori •, il cui rea– li.mio pof)0laresco non è i111111w1e da prestigiose finez:.e di stile, a Mantova si afferma la tec11ica semplice, dal largo tratteggio, ma d'una insuperata bellezza, di Andrea Ma11- reg11a che seppe raggiungere 11ell'incisio11ea bulino effetti sorprendenti, dando alle sue figure una fon;a cosi viva e possente da farle rassomigliare ad autentici bassorilievi. Ed il suo • Cristo morto portato al sepolcro •Costituisce il meraviglioso esempio di una maniera d'incidere, superba e 11rofomla. La stampa è alla circa trentacinque cent1- metri e laraa quasi ci11qua11ta;a sinistra due discepoli sor– reggo110 il corpo di Cnsto mentre due pie donne esplodono in angosciosi lamenti, a destra fa Vergme, svenuta a tura, è pietosamente assistita da altre dtte donne mentre S. Gio- 1·a11ni, in atteggiamento di estatica preghiera guarda verso il ciclo. Nello sfondo sfumano le sagome dello tre croci Qua.si un secolo dopo il romano Orazio Bortianni risente l'infl11sso del realismo di Michclani:elo da Caravaggio nella sua più nota acquaforte, • Cri::;10 morto•, me111re uno dei Caracci, A1111ibale,durante 1111 s110soggiorno a Caprarola nel 1597 esegue quel famoso • Ciis10 •• dello appunto • di Ca- ~[30,}~t~ ~~:gf:totr:1~fflt~i,1~~~1i!c~~a ,Jg:i~ti~~~~ t?;~n~ 0 7'r~ le braccia d'una delle tre donne, in at1eggia111e11to di stu– pore e di preghi.era, è atte,mata tla w1 senso di pacata. pace che l'acquaforte, nel s110 insieme, ispira. Nel secolo XVII è Rembrandt ad elevare l'incisione ai fasti della più grande pittura. Egli trattò sia. l'acquaforte sia la puntasecca co11arte somma, spaziando dal ritratto a scene bibliche, dal paesaggio, 01 1 e seppe rie,•ocare patetiche atmo– sfere, ai soggelli più vari, c11l111illa11ti, quasi in 1m mitico alone di scienza e di famasia, nel 11otissi1110 • Dottor Faust "· Ma là dove Rembrandt raggiunge nella puntasecca, il ver– tice della più vasta, composizione, è nella drammatica rie,,o– cazione dell'episodio dell'• Ecce, Homo!», dominato dalla figura del Cristo, ili piedi, con le mani legate 111e11tre Pilato parla al popolo, e in quell'11omo che assiste a/l'evento da wia finestra vare quasi che sia simboleg,:iata l'umanità tutta iu trepida pttesa. Passano ancora ce1110ai111i e q11es1a volta ~ un italiano, Giovambattista Tiepolo, a dare 1111aindelebile impronta all'arte del Settece11to: prima a Venezia, poi in Germania, infine in Spagna, chiamatovi da Carlo I I I che lo tenne alla Corte di Madrid fino alla sua morte, che avvem1e il Z7 marzo del 1770. Fra i nove figli del Tiepolo, due, Gian Domenico e Loren:o furono pittori come il padre e come lui anche abili acqua: fortisti. Il primo esegui all'acquaforte nel 1749 i quattordici quadri della e Via Crucis•, oltre al fro11tespizio. E questa sua fatica, imita alle mtmerose altre 111cisio11id'argomemo sacro e profano, costituisce, per la forza dei chiaroscuri e per una. pittoresca vigoria, ,ma ,•alida prova delle qualità artistiche di Gian Domenico, clte insieme al fratello Lorenzo emulò uell'acquaforte la gloria del grande padre. Nel bia.nc ~ e nero infatti ogni motivo di distinzione fra i tre arti sti non Ila ragione di essere: li unisce e li acco»uma, per la loro spontanea ,,ivacità, la loro fantasiosa audacia, e, in 1111 certo senso, w1 loro disordine stilistico, w, medesimo istinto uno stes_so impulso creatil'0, quasi m1·1mica fertile mano.• C(!sl 11 dramma umano e divino del Cristo ha avuto, nei secoli, e fino dal loro sorgere, nella xilografia e nella incisione flue efficaci meui rievocativi, strumenti anch'essi di fede m nome dell'arte, ideale legame fra la terra e il cielo, l'uomo e Dio. GIAN FILIPPO CARCANO Un grande, amaro spetta– colo, insomma. dove le sta– gioni lasciano un segno. ia L'occh:o dell'attento nar– ratore Di Donato tras!1.:;::ura. però, in modo sobrio e in– tenso anche ciò che può confluire scopertamente ne! tema del prurito sessuale e delle violenza facendone, invece. idillio di sta;:one. ritrovamento d.sincant.ato di memoria che si muo,·e. si, in un clima d'angoscia ma diventa !nquietudme d. amore. lwan Sergio Cristiano * La morte Dal mare \ 1 enncro oscure minacce di nulla e su la terra beni~a pesarono grevi. Urlò la tempe::;ta e scioh:e i tremendi capelli. Gridarono gli alberi, gemette la polvere. pianse il cielo. L'agile fulmine agitò lugubre il teschio e la morte bevve la vit;, nel rombo del tuono corse gridando con ali di vento. Si sparse nel bo~co. !unita mano tagliente, uccise la quercia. calpestò i secoli, giocò nei sassi e dirupi del pieno torrente. Ma il sole lottò, squarciò la spada dorata le nubi compatte. ferì la tempesta. fuggì, dolorante. il terrori!. Più volte colpi la spada del soli!. su ogni vita tornò la luce e il calore. Asciuga le versate lacrime. terra. muore anehe la morte! è uscito il terzo volume Dizionario Universale -stre creature, portate il 1an– ~ue dei f:;t:i voctri•. Sen7.a una p~rola d',n-vert:men'o o d: s p:e;:az;one. le madri pun.st> ro con _i!: sp:llon:. co– me f orsennate. le braccia de: bambin:. e succhiarono da:te p;ccole ferite. Gl: uo~ mini con empiavano la sce– na a bocca aperta. me.,~re i figli lt invocavano urlando di spavento. Con l'espres– sionf' tese e ~L occh. colmi d! disperaz:one. le donne avanzarono in t:la ,·eno Io altare. stampando baei in– san1uinali sul vaso d; ve– tro•) Di Donato coglie. in de– finitiva, una societa mmo– re v:.sta da!l"in:erno e dal– l'esterno. in tutte le sue parti. in ogn: livello, nel reu1zgio di una civiltà m:!– lenaria confusa e pressan– te. che mal s! assesta nel raccordo del progresso ame– ricano. :\la il pregio sta qui. nella narrazione antilette:– raria dei personaggi e dei fatti. nelle ricomposizione di un d!aloio tra uomin. .scolpiti a martello e tenac2- mente attaccati alla loro terra, nella tecnica delJe e atmosfere ps:cologiche • che il narratore sa non far cadere nel pesante immobi– lismo proprio per l'autenti– cità della sua sot!erta au– tobiografia. GIORNALE ARTISTICO - LETTERARIO cerca nuovi poeti, 1erhtorl, mwlcltll, pittori, ambosessi, per col– laborazione e va.lorlz:zarlo· ne merlte\'Oli. Scrfrere: • Approdo del Sud .., Lun– JO Teatro Nuovo 29 - Na· poli. della Letteratura Contemporanea panorama della cultura di tutto il mondo dal 1870 ai nostr:i gi0r.ni AIO.NOUX.1 MONOADORJ EDITOJO.E

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