La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 14 - 2 aprile 1961

Le richieste di giudilio che giornalmente ci pcn·cngono trO\'Cranno I bposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •, • cripta mancnt » e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I.A FIERA LETTERARIA I ORARIO DELLA REDAZIONE 11-13 dal mcrcoled1 al ~abato Manoscritti, foto e disegni non richiC5ti non si resutuiscono JL,JR.:: 1'jl OS'JL'HJE; JU>' AH.'JCE J[N JlT AJLlf A\ * .A Francalancia a Ivrea f ---- MOSTRE D'AR1 E ROMANE * Al Centro Culturale Oli– \·etti di Ivrea è di turno Ricc~rdo Francalancia, cioè un pittore umbro formato– si all'ombra della • terza saletta• dcll'Aragno, fra le due guerra, e nell'am– bito .di • Valori Plastici», quasi C!,tranco alla cosi– detta • scuola romana • sulla cui omogenea consi– stenza varrà la pena, una \'Olta o l'altra, di soffer– marci per chiarire quel che ci sembra un cqui\'oco. Con l'occa!,ione è stato pubblicalo un ca1alogo che contiene una ampia prefazione cli Guglielmo Petroni: tC!,timonianzc di Aluaro, Baldini, Bigiarclli e Ungarclli: una biblio– grafia essenziale; la ripro– duzione in nero e a colori delle 55 opere esposte. Si traila di un'antologia che va dal 1921 al 1959: quasi un quaramennio cli attività documentato con opere fra le più signifìca– ti,·e. Una !,Celta, quindi, che ci consente di lare il punto su questo nostro pittore, noto a molti in– tellettuali cd ai critici, ma quasi ignorato dal più \'a– sta pubblico degli amatori ed assente da qualsiasi quotazione di mercato. Pure Francalancia ha una sua personalità. Stilistica– mente castigato, anche quando sembra impaccia– to, mira - nelle ~uc mi– gliori opere, pac!,aggi o na– ture morte che siano - a rappresentare l'essenziale. Perciò il suo linguaggio ha * cli GllJSEPPE SCIOll'l'lillO una classicità non intellet– tualistica, ma nascente da una \'OC.azione pittorica senza dubbio singolare. Francescano senza lcllc– ratura - come lo defini– sce Libero Bigiaretti - Francalancia • ha n-cttato \'ia le ricche vesti (I~ ave– va infatti), ha celebrato le nozze con la povertà, che è poi, ~pesso, un sopran– nome della poesia». E' questo il vero carattere di Francalancia uomo e pit– tore, a Roma prcscmc ovunque ma staccato da tutti. Fra le opere esposte • Casa l'IUI lago• (1924) ~a di pillura :.mtica che ab– bia superato il tempo,• a– tura morta,, (1925) ha un particolare incanto meta– fisico: in «Forre» (1928) ossen•iamo un senso co– strullivo nuovo nell'opera prcccclcnte dell'artista; la • Natura moria• del 1931 rivela un accentuato impe– gno spaziale: •Cactus» (1923) ha ca!,tigati effcui lonali degni di un Moran- Giulio R. Vercelli: • Paesag~l o» (vedi qui sotto ]'articolo di L. Budigna) * Una famiglia di pittori * di 1~uc1ANO Hl DU,iN,\ e· opinione comune cht. fra tufle le arti, .sia la 111u– .s1ca quella in cui piU. dr frequen1e ii mani/e.sta il fe– nomeno della ereditarietà della vocazione: basti pensa– Te al Bac}1, la cui dinastia è forte di oltre un centinaio di musici..sli. agli Schumann. agli Stra11ss. Tuttavia anche nelle arti figurative 11011man– cano esempi d1 arti.sii fioriti da un umco ceppo familiare: a parte le ., cuginan.:c,. d1 tanti maestri /lamminphi. ce– co per esempio, in F'rancia. i Fa111i11larour ed i I.e Nai11, ecco. da noi. i quattro fra– telli Palizzi. i ire Ciardi. e De Chirico col /raiella Savt– nio. Proprio in questi mes, u è coslltuiro 1111 comitnro internazionale di 111ani/esta– =:ioni volte a illustrare l'opr– rn di un'altra degna /nmf– r,lia di p11tori italiani: quel– la nota con la sigla .. i trt V."· ciot i tre Vercelli: Gw– lio Romano e i suoi figliuol/ Gemma e Renato A11pelo. La pubblicazione di un bel i•o– lume ed una serie di mo.sire a New York. Parigi e. in questi piorni. a Milano. al Centro San Babila. ripropon– oono opportullOntl'lltC QIH?S IO gentile e supg,estlvo ca.so di un .,amor fattiti o,. per la pittura che per alt.re mc.:.:o secolo Ila condi.:ionnro la crani.storia di una famig,!ia. Giulio Romano Vercelli nacque nella cittadina plC– mon.iese di Marcorenao nel 1871: il padre. garbato poe– ta dialettalf!. fu. lieto di ri– scontrare in lui I gernt; del– la passione pittorica e lo in– coraggiò al pu,110 che a soli suoi quadri, è altrettanto at'· vertibile la fedeltà alla tra• d1.:ione paesaggistica nostra– na. La viua sensibilità per le più genuine espresslo111 del suo tempo ed il profon– do rispetto per un·., idea del– l'arte,, che affo11da le radici nel cuore della civiltà flau– ra1iva del suo popolo. si compongono 11ell'opera di G. R. Vercelli con un·oncstd e un'armonia dnevero esem– plar.i Sin dalla primo infa11.:ia, per Gemma e Re11aroAngelo Vercelli m1'e.sistenza in c11f colori. tele, pennelli. cartn e matite non fossero gli og– petli dominanti. fu del tutfo inconcepibile. Il di.segno e la pittura erano prnticamcn1e i soli veri me.:..:i di comun1cn– .:ione con il padre e fra loro; la realtà quotidiana. i sen t1menti. i sopni. le speran..:r. i problemi morali e intellet– tuali della loro adolesccn.:a rslsteuano .soltanto in /1111.:io– ne artistica. Ctmma. tutta- via, graz-te a 11110 precoce sensibilitd spirituale. ebbe modo di definire e nffcrmarc Il proprio mondo poetico mollo prima del fratello. Una i11nata mae.stna tecnica le a– veva fatto superare con ec– ce=ianalc rapidi!à ogni diffi– coltà stilistica rendendola pa– drona di un raffinato. d11trilc linguaggio pittorico e prati– co attraverso H quale ella va ripetendo all'infinito il suo amore per ogni forma di bel– lezza intesa come platonico emblema d1 bontd e di pu– rezza. Nell'opera di Gemma Vercelli i valori morali coin- ridouo csatramente con quel– li estetici: 111 essa il bello ii umpre sinonimo di bene. e l'arte altro non può esserne che l'esalta..:,onc. J.\I rarefatto, pre=:1osomon– do di Gemma. Renato Anae– lo Vercc!U contrappone u11a inquieta . .spc.sso turbata ade– sione alla realt(l umana e in– tc/lertualc. Lo sua esis1e,i:n è stara folta di ogni tipo d1 esperien.:c; ha vls.suto in wt– tc le parti del 111011tlo, ha fat– to ogni sorta di mestieri. dal regista teatrale al direttore di night club. è stato scritto– re e tecnico pubblicitarlo. /i11clié, quctala la frenesia della giov1ne.:.:c1. un lungo soogforno panpit10 e nella dolce provmcia francese di D61e, lo riportò agli ammnc– stramenti palenu e all'anti– co amore per In pittura. Nei suoi quadri, eseguiti con 11110 stile sconcertante. è eviden• 1e lo rielabom:ione di unn vasta materia culturale che 1111 temperame11to artistico ri– sentito ~ fervido ri.scatta di. continuo d11ipericoli del for– malismo. l Vercelli. i:- stato osscri:a– to giustamente - e questa bella mostra milanese lo con– ferma appieno - sono ..-j tre <mclii familiari di una cate– na aurea ..: nelta loro ope– ra si possono m/atti. indi1•1- duare tre momenti poetici. rlistinti cfre .si giu.Hapvongo• 110con grande coere,ua per– chC, iu tempi e modi diver– si, sono sempre riconducibi.h o un unico nucleo morale ed estetico. di: in • Chiesa Nuova• del 1937 osserviamo un'impo– stazione utrigliesca (senza che del parigino vi sia la ~farfalleggiantc varietà cro– matica). Dal 1937 in poi il disegno, la sapienza compositiva prendono la mano a Fran– calancia incantato pittore primitivo (sempre belli, tullavia, i paesaggi di Vejo e specialmente • La mola• del 1953). Spesso, chiaria– mo, il fallo disegnali\'O so– vrasta il fallo propriamcn- 1c pittorico. 11 dipingere, per Francalancin, diventa ..,cmprc più un atto di sa– pienza (o un impegno non del tulio sorrello da un in1imo entusiasmo?). Gli rimane, pertanto, il gusto del buon artefice, una coscienza vigile (nes– sun quadro cli Francalan– cia è ovvio, come i molti sfoma1i da Rosai nell'ulti– mo periodo della !,lla vita). Se mai le più recenti ope– re hanno la caratteristica cli una crescente malinco– nia, di un senso più duro della solitudine, una soli– tudine quasi diremmo sc– lcnitica. Opere senza gioia, a volte apatiche, a \'Olle atone: tutto un dramma che andrebbe indagato. La mostra d'Ivrea. dun– que. è un omaggio alle qualità di Francalancia pittore, ma è anche un ri– cono,;cimcnto della ..,ua probità. E... sa vuol cs~crc esemplificativa; ma. sotto certi aspcui. bisogna con– siderarla conclusiva. Un nobile tentativo, da parte degli organiZ7 .. atori, di 10- ~liere Francalancia alla cronaca artistica e farlo entrare, con tulli gli onori, nella s1oria clcll'arle. Un 1entativo nel quale, però, bisogner!l. insistere. Spe– cialmente oggi, • repctita juvant». ---------- Studi difilologia romanza E' di imminente pubblicn– zione il fascico:o 11, 2 di studi romanzi negli Anna– li dcll'fstitu10 Univcrsi1ario Otienlalc di apoli, a cura di Giuseppe Carlo Rossi. Es– so contiene. fra l'altro, i se– guen1i sagai cd articoli: llcnriquc liouwens Post Machado dc Assis et le M_1•- i11~c1~1:d:i~{{'!~ss(i~i!11~tu:~~ qualita di precursore brasi– liano della let1era:ura csi– stcnzialis1a nell'Europa Occi– dentale, senza perahro rico– noscere alla sua opera una a1ionc innucmntti::c sull'esi– stenlialismo lellcrario euro– peo. Basandosi sulb studio critico di due caoitoli del romanzo machadiano Me,id– rias Pdstw11a,; dc Brds C11- has, ~i n,•an1 .. -i inoltre l'ipo– tesi di una influenza dc L'elogio della Follia di Era– smo sulla teoria filosofica del persom:1ggio Quincas Borba). Fricdrich Schiir, M1guel dc U11amw1110, romancier et drammaturgc exite11tioliste (è Unamuno csis1enzialisrn an– te l,ttcram suo malgrado? Ci illuminnno .il riguardo i suoi romanzi e i .\uoi drammi considerali come esperienze o realizzazioni poetiche de– ~li ultimi problemi dell'esi– stenza). Luciana Stegagno Picchio • Arremedilho • (si parla di un presunto componimento drammatico i;iullarcsco alle origini del teatro porto– i;hcse). Giuseppe Ta\"ani, Spumi narrativi e drammatici nel co11;.011iere di Joam Nrmes Ca,mmés 4 Bassi} Seha ed altri (se,ione d'oro, c.pa11alismo ccc.) ormai sc.:1.du1ianche co– me mera curiositA; i ri5ultati u sembrano piuttosto mode· \li, poiché il colore non can· la e le !onne. non riescono a impo~i per un loro partico– J~•re e inconfondibile ri1mo. Una piu allenta \·igilan,a <,ulla materia <;omc menQ e,pressi\O, un intere~\C urna· no e artistico donebbero pre· <,icdere all'opera del Falchi perché i suoi et,iti po.,~ano cs... crc più i>;>52ti\'i. All,l Galleria del Vantagaio. .A\JEfl'll'Jl!!3']['11 llTA\Jl,ll;c\\~II * Renzo Ba~si, che espone al– la • Marauttiana • 20 dipinti, tende a inserire in ,·aahe e irreali atmo~fcrc delle figure rnganti, ora isolale cd ora a gruppi. Se a prima \ ista tale , isione ci riporla alle cam– pcs1ri e\·anescen1..c di un Mi• chclli. bisogna subilo aggiun– aerc che la cromia bassiana luorescc da og-ni ouocenli• <,mo: tonale il colore di fon– do. spesso csprcssi\"o il co· !ore delle figure; e, nell'insie– me, nccenti poetici di note• ,·ole interesse. l'insorgere di un mondo senza dubbio ca– ratterizzato. Ci troviamo in prcsenn di un pillore matu· ro. che !,3 creare e animare figura1ioni t~l!c • sue. Sergio Sel\"a, alla galleria Ru~so espone un gruppo di tempere che filtrano alcuni ... chemi picassiani con rnollo garbo. E' nel pittore evidente un amore per gli accordi to– nali, più a\•,·er1i10 di quanto non ~ia, per esempio, nel \CCchio Ferraz1.i. ~~i";,~u'ri::O~ft 1 ~r~~a ,::~·:; Suppa, presentala in catalo– go da Michele B,ancale. Pae~agg1 di , aria epoca che dcnun1iano il fonnars1 della pittrice; nature morte inten– -.e che ri\"clano l'origine me– diata o immediata da Brac– quc, pur non m:mcando d1 una forza propria e di un equilibrio compositi, o. LlnJ prima personale, dunque, che nelle opere migliori ci fa co– noscere un·anisla di buon impianto e di sicuro a,·vcnirc. Anacleto Margotti 11\IOLA, mar:o Vil 1 e, lal'orn e m:.eg11a a Imola un artista cui molto dc,•e la Romag11u, sua terrn natale. E' Anaclctu \largo111, w1 1 1 etcra110 ormai t/1 tmte le 1110.stre,poiche disegna e tli– pmgc da circa q11ara111'a11111, o:.s1a da q11a11clu tmdice,m e 11erdettc il padre, operaio, e.ti egli senli, e decise, che si sa– rchbe gu adagnata la vita col vem1cllq. rrascor.sa 1m'i11q11ie- 1a e. 11011facile g iovine::a (1 lugo, .solo_per Ili /erre,, :.liti ,·olonlt1, nnse 10,0 bor:.a dr .swtlio e µotc 1ccars1 a .stu– diure alfAccademiti bolog11e– >e. La s11a pittura ha preso tlnl migliore Carri, e molto au– che. dai macchiaioli, per quel– l'amore dell'aperra ca111pag11a e degli m,imali che ,,i si 11w– t1ifes1a. Rim asto scm:1re fe– dele " se . stcs.so e d :.110 t1111b1e11tc, pur vwe mlo, ultrc che come 111ttore m1éhe C0/1/C critico, acc:anto t1i 111ù .sw,– rùlli 11/0\/ÌIIIClltltlell'arrc (.!(l/l– lempora11ea, A-largotli 11011 s'è lascialo fuorviare né trnviare. Guardando con occhi sempre ,arenti e commossi il mondo a l11i circostante, lo ha r,– ~vecclriMo co11coraggio c 110• vittr che n11llt1 ho1mo tli m,etldotico e tii 1ll11s1rat11 1 0; e l'itmo d'ia(i11ite ~tro/c d1c c,:li ha cosi composto lllla terra 11alalt:, ai suoi lipici personaggi e m /rulli c.1le essa elargisce, e: la pro,·a migliore tlelfo sua sensibilitt\ di poeta e di colorista ricco di risorse. Sicuro disegnato– re, efficace ritraltista e fJ(IS– sista d'ampio respiro, Mar– goni è famoso .sopra tutto per quelle vaste calde sc11- .s11nl1vis1011i romagnole, 110· polare di operai, di contadini e tli vrosperosc dom1e. Da qua11do esiste 11 momlo, si può dire, 1'1101110 ha vol11to racco11tare sul 11111ro, s11l le– gno e sullo telll il volgere dcli~ stagiom. I'arolllrt1, la sem111a. la raccolta del gra110 e del fieno, la tr,.bbia111ra, la 1•ende1111111a,. la pigiatura tlcf– l'uva, la sv11wt11ro. Ma pochi artisti lo l1anno Jallo con tanta costa11;:.a, e .,e,11i111e11to e cog11izio11c. Non 11otel'o, .sosla,ulo nella ciuh che dalla ferrea rocca /11 signoreggiata dalfi111p01•i– da Caterina forza, 11011 po– te1•0 11011 nndarc a trow,re M"rgotti, che t11tt1 q11i co110- ~co110cd ama110. Nel suo s111- d10, 11ie110 {i110 all'inveros1- mile di quadri e di disegni, ci li può fare ,m'idea tli quanto 1111 1101110 possa amare il suo lm•oro. Di statura media. ma– gro col volto fortemente :.-e– guaio e inciso da rughe, egli e cortlialc, 111a11011 facile al riso, e pnrln volentieri solo se il discorso ,·erte sull'arte. Uvere s11e s1 trovano 111 moltissime gallerie e raccol– te prfrarc, italiane e stra11ie• re; ha 1·it1to mm,crosi premi e ha 1111 1110!odi dai mas:s:1011 c;r1t1c1. \11 11103tra 11m1 ,·0111- 11111,ala1110110g1a1willll)tralU e 1•i 1ro1·0 \cnll, tli Cccc/11, Borge~e, Dc \l1c:helc, CfJ· )ltllllim, \ ',1hecd1i, D11d1g11t1, Uw_Hu11. \lo111e1•crtlc, La11:1, IJ1a11c;a/e, Siro111. Bcrnart/1, ::,uortmo, I ergam, /Jc Gw– da ... Eppu,-c - pe11~0 - 11e.s.swu1 f}llt11ra più di ,111ellt1di Mar– ,:olli e lo11u111a dt1 q11el– l'a:.trattis1110, di ,·11i os:i:1 lm1- U> s1 1mrl11. Q11dlt, d, \lnr– gou, è vi1111ra 1·1n1, 1•1brcmtc, 11111 c:he modcnm. GIUSEPPE SILVESTRI Sch·a ha \'irlu, più che pit– toriche, artigianali cd una lcndcnza a~sai \•ivace per l'ar– te applicata. Non si lasci di– ..,trarrc da altre ambizioni; anche se, fra i quadri esposti. quelli di piccolo formalo ri– ~ultano piu contcnuli e con• trolla1i: saggi di un gusto assai scaltri~o:. • li romano Ettore falchi, che espone alla • Alibcri •. derh a la· sua pi11ura dagli ambienti as1rat1isti di Parigi. I problemi che in C!,~a l'ar– ti~ta si propone sono modali Dopo un'ampia e interes– <.;mtc mostra del belga Co– '-IJnt Pcnneli.e in .ihr.i gal– leria romana, a dbtan,..a di qualche mese la Ve1rina d1 Chiura7.zj ha ,o!uto ripetere. .sia pure in 10110minore. una personale dello stesso artista. A che scopo? Tale personale è pr~entata in catalogo da un'acuta disa– mina di Gu1tu,o. il quale non C'-Ìt,l a so11olincarc che la composita dialct1n·a di Pcr– mckc • qualche \Olla appare 1L fiLm della settimana * Cinque ore in contanti * ,t, Gitl,1 1 l,IJIGI II.01llil Il cinema rnglese, da an– ni. si diverte amabilmente con 1a morte: e i suoi au– tori. fra tutti gli scherzi, preferiscono di gran lunga quelli macabri, sulla scor– ta cli una tradizione che ha precedenti illustri. Irn gli nnglosas~oni, sia in let– teratura. sia a teatro (fra gli ultimi, gli ultimissimi. Evelyn Vaugh con Il caro Esri11ro). Anche !\!aria Zumpi. na– t.uralmente. , l'italiano di Londra>. non si sollrae a questa regola che. per lui, trapiantato da anni in In– ghilterra. ha almeno un valore ambientale e: così, dopo Risate in pt1radiso e U, sionorri non i.• da squar– tare, ecco il film di que– sta settimana in cui il riso si mesce al macabro con lieta indifferenza, nel cli– ma solito del black hu– mour. Il personaggio che que– sta \'Olla egli ha inventato, tanto per restar fra cose liete. è un impiegato delle pompe funebri che sfrutta giocondamente 1I suo me– stiere consolando. con abi– le tattica. le vedove trop– po affiitte e troppo sole e facendosene ovviamente ricambiare con lauti pasti e vitalizi che gli garanti• scono vita beata: in omag– gio alla morte. e spesso artificioso. anche se i personaggi sanno qua– si sempre di caricatura esteriore, e i loro casi son fors~schi. e i loro dialoghi superficialmente briosi, c·c in tulio il racconto un·at– mosfcra diversa dalle no– stre f.lrsette latine. una serietà nel costruire il meccanismo del riso che, anche quando si ispira a temi commerciali. riesce a ingentilirsi con un'om– bra di garbo e di contro!• lo, di atlenzionc e di au– tocritica: e c·è. soprattut– to. una verve piacevole e gaia che. accendendo di amene note anche le situa– doni più scontate. le rav– viva e le rende dinamiche ed attive, in un alone di fcst.osilà gustosa e vivace. no con\'incente (e più pe– sante). AI suo fianco, la b ella e un po' misteriosa C.rd Charisse. nelle vesti del la vedo\·a scaltra. e il glabro e composto Gcorge San– clcrs. C'è anche un grup– petto di attori nostri (Ar– noldo Foà. Vittorio Ca– prioli. Franco Coop. Cle- 1 ia Malania. Aldo Sil\·a– ni). ma appaiono solo nel– la versione ciel film desti- 1rnta a~li schermi italiani. In quella originale. al lo– ro posto ci sono alcuni fra 1 più noti caratteristi del– lo schermo britannico. UBIU IHC~JVU'l'I ALFEO AMADIO· Chinca– pllcrit 1e11rm1r11taf1 • Ed1- z10111S.l.A. - Bologna, pa– ~1nc 11:i'I,L. 800. FRANCESCO BONESCHI: Ora cl\e .so110 ~ranco. Poc-.1e. Editrice '.\1aia . Siena - pagg. 66 • L. 500. DOMENICO FOTI: I 11uo– t>1 1d1ll1 rl'Or11gra Poe– ..,e. Siracu~a 1961 - pagi– ne 80 - s.p. CARLO TONI. Il cerchio. Poesie. 81110 Rcbcllato E_ditore - Cittadella - pa– gmc 64 - L, 600. GIOVANNI MONTAGNI: Foohe come le dona au- 11111no. Pocs1f!. Venezia 1961 - pagg. 70 - s.p. GIOVANNI CERRITELLI: non perfettamente in1egrata nei \uoi termini. cioe lo por· ,.. .tlla t,tiliZZJllOnt:, .I \'Olle e "' ,olle ad un certo stri– dore tra i meu, e il line •· Vorremmo ,edere quali ri– ,u/tati darebbe un attento e obictlho confronto tra la piuura di Pennckc e quella d1 Sironi (nome non <,celto a f.:a,;,o,: forse in qucst'uJllmo 11fatto culturale ri!iulterebbc meglio assorbito e ,uperalo. mentre il fatto sociale ci ap– PJI ircbbc piu con~cniale o omunquc non proarammali– ,o. Tutta\·ia - !tCnla volerci ingerire in ques1ioni d1 mer– c.-10 - a Roma due persona~ h d1 Sironi nella 'ilCè\.,3 sta· ;11one o qua\1 non !il ,;ono mai falle Ile Jnni fa la pnma edi- 1iune del Premio di Pillura <.liP1ao fu un !i1mpalico a,– Hmmcn10 per la partec1pa- 71one c..li g:10\·anid1 'tlalorc co· rne Cugurra. Sarra. Tro!.a, Tureato, Vangclli, ccc.; pcr– iò fece bene allora il Comu– ne di Roma a concedere la ,;;ua galleria di ,·ia .\hlano per portare al li\·ello na7ionale un ta110 d'anc di nolc\Olc ri– lie\ o. \la di anno in anno. li premio C andato -.cadendo d'interesse per un prog-n:ssi– , o impo\"erimcnto delle par· 1ccipa1ioni. In questa setti– ma edi1ione, se si escludono 1 ire \'incitori e.,-aequo del pnmo premio (Accatino, Ci– mara, Ludo,·isi). che per al– tro non pr~cntano opere fra k piu felici della lom nro– duLione. il rcs10 non 1..i !iem– bra che merili in genere par– ticolare considerazione. Pur– troppo \·ia ,·ia hanno preso il sopravvento Sarebbe stato pm ,;agiJO, da1a la non buona riuscita della mostra. chiuderla a Piz- 10 e non riaprirla a Roma. i.:ol proposito di !iposare in a, ,·enirc compcten,,a cd entu– ..,,a~mo. ( E ci auguriamo che l'As1>cssorecapitolino alle 88. AA. \'igili un po· di più su quanto si espone nella ealle– ria comunale di \"ia M,lano, e\·itando che essa diventi - come_accade troppo spesso - nfug10 di dilellanti). Arnaud d'Auterh·cs, Prix: de ~in°J~· \~ ll~~~n~ r:;dl~ d~ Arts • con una serie d1 opere impea,nate in senso libera• mente figurativo: una mostra ,;criamentc preparala e che ha il suo rilie,·o. All'eco di una ~,ente tra– di11onc francese d'Auteri\·cs uni,;;ce una cssen1..iali1a ero· matica e uno squillare di for– me che gli deri,·a dallo stu– dio dei senesi. Oltre agli ac– quci:-clli,che indulgono a sug– ge,1ne forme astratte, SCiJla– liamo l...t1111aiso11ocre, com– posta ,on un ritmo solo tur· baio dall'aggmn1a :irb1traria di un piano alla co~truzionc e dal taglio troppo ri&;idodi un muro. In altre opere ammiriamo - con !'ambasciatore Palcw• ,ki che prc,enrn 011imamcn1c l'artista - la luce di Roma e certi aaurri tirrenici ric– chi <.li magia ..e;ocati,a. L-i tendcn1a a br dilai;?are in Trn~te,crc le gallerie d'ar– te {dopo un tentam·o ncl– l'bola Tiberina e quello d1una sale! ta offerta da una duches– ')a ~iciliana) ha fatto sorgere a hanco del rnonurncnto al Belli una • 8011c~a nella quale tiene at1uahnen1e una personale Gilbt.'rto F1hbcck. Una mostra in cui il pit1orc romano si cimenta con le composizioni a piu hgurc. ri– correndo a una 1.'.oloralione astratta che prima era di Si– roni. di Modigliani o di Ro– ..,ai e che adcs~o - bisogna dagliene allo - cerca il ~uo esclusno modo di c~serc. 1ro– ,andolo specialmente in qual• che paesaggio e nei fiori. quindici anni Giulio Roma-1 no era già in arado di ese– guire. con grandi lodi del parroco, una serie di decora- , .:ioni mu1'a!i nelle cappel– lette votive dtlle sue cam- Joltn. H,iittel cittadi,it1 europet1 Un giorno, però, c·e una vedova che, anziché farsi prendere per il naso, si fa beffe lei dell'astuto (e questa volta innamorato) consolatore, precipitandolo in un tal mare di guai che il poveretto, per uscirne, prima è sul punto di do– ver uccidere tutto il grup– petto di ricche vedove che lo mantiene. poi corre a nascondersi in manicomio fingendo una salutare e prudentissima pazzia e, da ultimo, quando già gli sembra di aver risolto tut– to, si vede costrello a la– sciar ... vedova anche di se stesso la vedova furba che - una volta tanto solo per amore - si era cosi insistentemente affaticalo a consolare. Certo. i limiti cui s·c accennato esistono e il film non solo non potrà allinearsi fra i più felici di Zampi (la cui capacità quasi shawiana di far del– l'umorismo è ormai pro– verbiale nel cinema bri– tannico). ma neanche po– trà considerarsi fra i più tipici (e genuini) della produzione gaia d'oltre Manica. venato com·e eia ricordi e prestiti del cine– ma hollywoodiano com– merciale e da quella sua tendenza ad appro[ondire poco non solo i caratteri cornici, ma anche le ra– gioni intime della loro co– micità (che e il segreto della caricatura di scuola. quella che non va confu– sa con la e macchietta•). A11d101110 1 Ritmolot,ia - Cartografia Lombarda - Brescia - pagg. :J4- L. 250. ALFONSO PUGLIESE: Principi d1 rela::10111 uma– ne e problemi da p.rico10- c_1olog1a - Editore Li,1tu– r1a - Geno,·a - pa~g. 312 - L. 2.800. . Oltre che impegno, in Fi– hbeck l:O\'iamo estrosità: egli è un plltorc che comincia a sentire piu assillante l'esigcn- 7a di c.sscrc se stc5so. Ed ha in1clligcn1a soda. fantasia mollo spiccata, raffinata cul– tura piltorica: lo attendiamo da alcuni anni a un magni– fico traguardo. (Continua da pag. 5) pagne. Diciottenne. la_ 11eces- to interamente assorbito ;ttt d!prr~~:a~? 1 t:i~n~~r~a,;: in maniera del tutto spingono a partire per l'A• asistematica - dai suoi merica del Sud. In quelle ienerosi sforzi di aiutare terre. dove la cu."llt() artisti- t.ulti coloro che vedeva pa- ca europea è ancora un mito tire dei torti. assumen- sorretto dalla memoria depli done appassionatamente la emigranti. rl gi01•anis.simo dife.:,;a cosi come un tempo :~tt:::ce!!~~ 1 :'~:~:ll~~ a"~~ 1 ;: difendeva a scuola i com- so di mulo, a predi. si reca pagni più deboli. nei più remoti paesi del Bra- Uno dei motivi del fa- .stie. dell'Argentina. dell'~ru- scino di Knittel e quella guai ad affrescare le chiese serena letizia. che ne le che i missionari fanno .sor- delusioni. né le ostilità al- ~~re01~u!~c~~~~/!11tt~~~~de~~; trui o la maldicenza, po- di. perfezionare la propria terono mai intaccare. Tan- arte e gli echi delle batta- ta serenità, rnnta prontez- gUe culturali francesi. ri- za nel donare sono in lui portano Giulio Romano nel sempre conquistate attra- Vecchio Continente: a Pari- verso un superamento del gi conosce da vicino l'opera dolore; ma di ciò egH non :!io ':4s~s;;~ad~l/'~':;l;i~~!ioc~'; fa mai parola. o \'i accen- i più spericolati e.sponentt na appena, con una sorta dd formidabile rinnovamen- di schivo .pudore. I suoi to estetico degli inb del .se- amici pili intimi. come colo. E' Jor.se il primo arti- Robert Hichens. Romain sta italiano a cono.scere Dé- Rolland, Wilhelm Furt- gas e Gauguin. Toulouu wiingler, Hans Unger e Lautrec e Matiue, Bonna rd molli altri, si sono con- :afiJas;~eS!: 1 : ;r ir~;:~ !orlati al calore della sua definita perché egli possa af- vitalità. Richard Strauss fiancarsi a qualcuna delle va- disse un giorno: < Non mi rie ... correnti ... in cui .si va toccate il mio Knittel! Se articolando lo cultura figura- tutti gli uomini fossero tiva del '900. Cer-to, nella ptt- come lui. sereni e senza tura di Giulio Romano Ver- asti. il mondo diventereb- f,1~;r!:,t~~~;!~ 1 ~~~~ dae~: be d~vvero un l)aradiso ». vert.ibile; tuttavia, nella for-1 Kmttel e stato un .no- :.a del disegno. nel rigore made, che dovunque 'J)tan- strutturale e cromatico dei tasse le tende, sempre si sentiva a casa Propria: per anni e anni - in Egit– to. sul limitare del deser– to. o a Biarritz. o sulle Alpi o ai piedi dell'Atlan– te. - si comportò a modo :c:uo, lasciando dietro di sé una schie:-a ammirata di seguaci. che non riusci– vano a spie.e-arsi come mai il .e-ri,gio vivere quotidiano fosse divenuto ad un trat– lO cosi varioointo Di questi doni naturali fa parte. nella vita di Knittel. anche il successo. un successo che nulla mai ha dovuto al calcolo o ad abili e ben calibrati ma– ne_g~i. Indifferente agli in– tri,ghi, aperto di animo. come di mente. Knittel ha sempre conservato la 'J)ro· pria assoluta libertà di giudizio e di pensiero. Sempre disposto ad ascol– tare con ,t?"enuino interesse le idee ed opinioni altrui. anche se diametralmente ooposte alle ~ue, e,gli pa– catamente ne sa misurart' il valore ed è capace di restringere rapporti ami– chevoli o di scioglierli sen– za causare conflitti e ri– sentimenti. Forse in parte Knittel de,·e la perfezione della sua generosa signo– rilità alla assidua e fra– terna amicizia con Fer– nando d'Alcedo, Grande di Spagna, mentre dalratmo- sfera della sua seconda patria. l'Inghilterra. gli è venuta la naturalezza. non st.ucliata. Attraverso il suo matrimonio con una in– glese. creatura meraviglio– samente dotata, le miglio– ri caratteristiche britanni– che sono entrate a fare indissolubilmente par t.e della sua personalità. Se è vero che Knittcl. come abbiamo affermato. ha aiu– tato sempre gli altri. non va tuttavia dimenticato che anch'egli ha trovato grandissimo aiuto, soprat– tutto nella moglie. che gli è stata compagna affettuo– sa e costante nella vita e nel lavoro. La compren– sione senz.i limiti. e quin– di il 'Perfetto consenso che .e-li ha accordato. hanno creato le ,premesse per una armonica espressione de 11 a 'Personalità dello scrittore nella vita fami– liare. Chi ha avuto il 1>ri– vile_gio di metter piede nella beata Tusc1dum. sul– la collina sopra Maien– fcld. \'i i' stato accolto sempre da un alone di musica. In una atmosfe– ra ospitale. hanno sostato lag-J!iù i grandi musicisti della nostra epoca. tro– ,•andovi rifugio in tempi di minaccia. ~ella quie– te di Maienfcld. Richard Strauss una volta, negli ultimi anni della sua vita, confidò a Knittel: e ~Hen– te da fare: il ciclo della musica tedesca si è con– cluso: ha avuto inizio ad un punto imprecisato. pri– ma di Bach. ed è giunto al termine con il Parsifat di Wagner. lo. in realtà. non sono nulla: niente al– tro che una propaggine estrema,. Ma Knittel sa– peva confortare con sag– ,1?.io ttimismo: e Tutto tor– nerà a risorgere. nulla in ultima analisi va perdu– to•. egli affermava: cosi seppe ridare [orza anche a Wilhelm flltrtw3ngler, che èl.urante gli anni dif– ficili si era rifugiato per alc:uni mesi in Egitto. presso di lui. Non sf contano coloro - .gente ancora senza ri– nomanza. o in ,procinto di acquistal\la. giovani arti– sti e scrittori - ai quali Knittel ha reso possibile la pubblicazione delle ope– re, soggiorni nei centri di cultura. viangi in terre lontane. 1\fa di tutti i be– neficiati il donatore stesso fu il ,più grato; e in ogni ora delJa sua esistenza ha l'l;)ostrato riconoscenza 'J)Cr il dono di sentirsi un es– sere , vivo,. CARL J. BURCKHARDT (Traduzione déiL tede- sco di Emilio Picco) Una vicenda un po' ag– grovigliata. dunque. filla. per di più. di situazioni ritorte e afldata spesso a un meccanismo un po· ar– tificioso e insincero; chi conosce l'humour britan– nico e ne apprezza la fi– nezza, la malizia, le ca– pacità di far ridere a mez– za bocca con le situazioni in apparenza più serie e il dono raro, nel campo del macabro, di non ca– der mai nel grottesco e nel dozzinale, resterà un po' stupito di fronte a questo film che pure, re– cando la firma di Zampi, chiudeva in sé una garan• zia di gusto e di raffina– ta allegria. !\la anci1e se l'intreccio è aggrovigliato Fra gli interpreti - tut– ti più inclini a un'allegria esteriore che non a una ironia studiata e ma.tura– ta - Ernie Kovacs le cui doti farsesche son soprat– tutto efficaci quando sa re– ~tar scrio: qui. volendo buttar tutto al riso, è me- VICE VARI: Poesia .spagnola del '900 a cura di Oreste l\1a– cri - Guanda Editore - Parma - pagine 684 - L. 3.500. l======ec====== LtrIGI SALVATORELLl: DIEGO FABBRI Sp1r111 e fipure del R1- Dlrc:1torc rcsponsabUe sorgm1en10 Le l\1onnier - '-:--:--------– Firenze - pagg. 474 - Li- Stab. Tipografico U.E.S.LS.A. re 2.200. Roma - Via IV No,embrc 149 lJl011tale (Continua da pag. 5) ch'egli cercava di respin– gere da anni e che ora gli camminava accant.o. soffiando per reggere il suo passo di capriolo>. E qui, come in altre pro– se, il ricordo di ciò che è morto, scomparso oltre 1 limiti del mondo percep1• bile, diventa per Montale uno stato di pura inven– zione. dove la poesia si tramuta in tremore meta. fisico e la stessa morte di– venta una condizione d1 più intenso amore per la vita. La morte è ricordo cd è anche presenza di persone defunte in altre dimensioni. in altre, forse pili calde. apparenze: in al– tre realtà che suscitano sempre il senso antich1s– simo del mistero. Cosi, dice sempre Montale (nelle «Ve- dove»). , I mie, migliori amici sono morti cd io so– lo resto a lottare contro OlU'SS.JJOJd!SSil po Ol(ll:> J1 dalle care vedove. Li ri~ cordo a modo mio. salen– do sul tram. bevendo lo aper1ti\'o; li ravviso nel muso di un cane. nel pro– filo di una palma. nella traicttori.1 di un [uoco ar– tificiale. Li ritrovo talvol– ta nella pattumiera che il mare sospinge verso il Ca• lambrone, r.ella fondiglia di un bicchiere di veccluo barolo, nel balzo dei gatto che ieri notte inseguiva una farfalla nella piazza di Massa. Nessuna voce di– ceva "My husband" ed es– si erano felici, vivevano con me». .Si, col poeta, che legge pietosamente nel gioco dell'apparire sulla terra e dello svanire necessario, nvono e rivivono le cose: ombre di amici o voli bre– vi di vecchie farfalle. usci– te silenziosamente da un unico mistero. 1\lontale. in quasi tulla la sua opera, ha ·scoperto e \'issuto in modo unitario e prodigio– :.o le condizioni cli codesto mistero. E a volte l!·c da supporre che iI poeta non escluda del tutto l'innocen– te credenza nell'eterno ri– torno: in quel mondo fitto cli anime che Si reincar– nano - come nel e Pipi– strello,, in cui In voce del padre ritorna a scandire al [1glio , ci ritroveremo in quulche luogo - mi dis– se 1I giorno prima di mo– rire. Sci t.roppo fesso per tirare avanti da ~alo. on ti preoccupare. t.rovero il mod.>. ci penserò io,. ~l~RINO PIAZZOUA

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