La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 14 - 2 aprile 1961

Domenica 2 aprile 1961 LA FIE~A LETTERARIA « SE TUTTI GLI UOMI 'I POSSERO COME LUI, IL MONDO DIVERREBBE CERTO UN PAIVIDI O» * Job11 Iinittel cittalli110 e1,1ropeo di CAÌlL J. * BIJllCKIIARDt' loro lo riconobbe per pri– ma e scambiò sottovoce poche parole con le com– pagne: dopo due minuti Knittel si trovò attorniato dalle scolare cinguettanti. chi fornita d1 album. chi con un pezzo di carla af– ferrato li per lì. tulle de– cise a strappargli un au– tografo. In quella occasio– ne sperimentai da vicino il fenomeno di una dif– fusa fama letteraria. Ne quella fu runica volLa. Nel 1945. dopo la guer– ra. viaggiando per la\'oro attraverso la provincia francese. non potevo met– tere piede in un albergo, senza che qualcuno - la mo,elie del proprietario. o terminante il futuro desti· no dell'umanità. \'en_gono prese dalla mag-_gioranza. l'opera di Knittel ha in• contrato il !a\'ore appunto cli una .erande maggioran– za: milioni di lettori. ap– partenenti a tutti i paesi del mondo; durante la guer– ra i suoi libri sono stati trafu.eati e ristampati clandestinamente. Soltan– to certi Soloni della cri– tica letteraria si sono di· mostrati freddi nei con– fronti della sua Produ· zione. ma va detto subito che John Knittel non ha mai prestato orecchio alle diatribe letterarie. E' sta- (Continua a pafi. 6) Una rcccnle folo di T. S. b . - ✓, / § ·i• ' Eli<'t con la consorte Siamo stati compagni di scuola. Ho vint nel ricor– do l"ìmpressione del suo arrh·o tra noi: nato in In– dia. sbarcava fresco fresco 1fall'Asia suggestiva e mi– steriosa. nella nostra Ba– silea del 1900. Un poco la sua nascita in un mondo cosi lontano, un poco la estrema, affascinante indi– pendenza del suo spirito. che lo rende\·a simile solo a se stesso. gli creavano un alone di leggenda. ne face\·ano un personaggio d"eccezione già allora. I suoi compagni bas1lcnsi erano caustici e malizios1. ma Knittel re$lava invul– nerabile alle loro e bouta– cles :-. sereno e allegro. Ispirava. anche giovanissi– mo. sicurezza e fiducia. pronto com'era sempre a battersi per difendere i più deboli. sempre in mo– to. con un'esuberanza che era anche indice della sua salute di rcrro. il portiere. o un camerie- ,------------------------------– re. reduce dai c:impi di prigionia. o una giovane domestica - mi chiedes– se: e Quando si troveran– no dì nuovo in vendita i libri di Knittel? •. Me lo eh ledevano perché questo strano scrittore di lingua inglese. le cui opere ven– gono tradotte in francese, e S\·izzero. come me. S\·iJ:~ zero? In verità. quando deve dichiarare la propria nazionalità. Knittel scrive: • europeo, di origine sviz– 11 periodo che tl'ascor– remmo insieme sui banchi di scuola. fu piuttosto bre– ve: poi per lunghi an111 non avemmo più occasione di incontrarci. né ci scam– biammo una riga. ma nel ricordo eravamo rimasti tanto vicini runo all'altro. che incontrandoci dopo 27 anni per caso !n un vagone ristornnte. riprendemmo il discorso di un tempo con lo stesso vivo piacere e senzn il minimo imbaraz– zo. quasi ci fossimo lascia. ti un'ora prima. Quell'in– contro non ebbe un ségui. to immediato: passarono di nuovo parecchi anni. fino n che in una gri,gia e fredda giornata c1·agoslo. uscii dal mio albergo in Engadina: la <;tradn cm deserta. un solo strano in– dividuo - un gigante. mi parve - stava sotto la pioggia nel bel rncu:o del– la via e si scaldava le ma- Jo~~r.~I\~, ~i "~~tl;~, 1 In- zera~- o·a1tronde. nel 1950. re– candomi negli Stati Uni– ti. conobbi durante la tra– \·crsarn un j?ruppo di cgi. 1.ian1 e di sirian'i. che, :lp• pres,1 In min nazionalità. mi espressero vi\•issima s1mp:itiu e cordialit.'1. do– vute al mio essere un con– na11onale di Knittcl. ossia dell'uomo le cui opere so– no di\'enutc parte 1nte– ,1?rante del patrimonio na– zionale arabo Mi risulta infatti. per esempio, che il defunto Aga Khan faceva distribuire e propagandare in ogni modo i romanzi El Hakim e Abd-cl-1\acler. Già da molti anni la voce ria, r,mhia, \ltJrocco ccl Egitto. Dal /939 viv~ a \taien/eltl 11ci Gril{io11i. Bibliografia euenziale Dic Rciscn dc ~ Anron Wcs1, 1922 Weg durch dic Nacht, 1926 Therc<.e E1icnnc. 1928 Ocr Blue Ba<.alt, 1929 Abd cl Koclcr. 1930 Dcr Comnrnndanl, 1933 Vi:1 Mala, 1934 El llakim, 1935 Arnadcu,, 1939 lcrr.1 tl·la11-na, 1946. Trndotti m italiano 11c/le ~di:.io11i lfcmdac/ori • El I-la· kim •, • Via Mllla •• •Teresa E1ie,mc •. • Il sog,1O di l111t'dù •, • Ro,Ierick dei IRONIA E MISTERO NE« LA FAHFALLA DI DINARO» ~ Monta.le narratore * di .IIAlll,\,-0 Pl,IZZQIJIJA « La farfallina color zaf– ferano che \'enh·a o.e:ni giorno a trovarmi al caf– fè. nella piazza di Dinard. e mi portava (cosi mi pa· revn) tue notizie sarà pili tornatn dopo la tua par– tenza. in quella ptnLZettn fredda e ventosa? ... > co,sì comincia l'ultima stupen· da prosa che dà il titolo a tutta la raccolta: « La farfalla di Dinard > (Edi– Lione Monùadori). E' un interro,gativo. come si ve· de. ri\'olto a un tu che può essere anche l'ombra stessa del poeta: la figu– rnzione misteriosa dello rimore a cui i\lont_ale ri– sponde con sbigollimento: • cun•ai la testa e quando In rialzai \'idi che nel va~o delle dalle la farfalla non c·era pili> con un sorriso che lascia intravedere il suo fondo cli cenere. Ogni racconto. infatti, resta concreto fin– ché pulsa la vita. L·e\'O· cazione si diri.e:e sempre ,·erso le cose paloìtnnti d1 situazioni inseritè nella lo_e:icae nel reale: ma ap– pena Qualcuno o qualcosa scompare e si sente lo strazio di una fine. ecco .sor,e-ere il periodare con– tratto e lirico: quel perio– dare dal quale scatta. im– provviso. sia il reale che il mistero: quella osses– sione musicale che fa da sfondo ad una verità più seg-reta. da Montale tirnta Cuori -per ma.e:ia metafii.i· ca. Ne e La Donna bar– buta>, uno dei racconti pili alti che siano stati scritti nella moderna nnr· rat1va. il senso del tempo :-i dila\a dall'interno come una malnll1a del cuore che aspira a conservare la oriiinaria lnnoccn7.a, ap– punto perche non può conservare altra sostanza più poetica. Qui il -pcr.;o– na.e;gio sembra essere lo stesso i\lontnle: un perso– nag~io umile. che ritorna sul luogo dell'infanzia co– me a l{uarirsi del male della vita. La narrazione ò un capola\·oro. per il modo come i piani del tempo. pur rcslando as· surdi perché leg:ati alla presenza di ombre. diven· tano densi di qualità ar· cane: quel sentimento del– l'irrimediabile retrocedere nella du1·ata che rende quasi straziante il recu– pero dell:i vita vnniflcata o spenti!. E si trntta della propria innocenzn. le,l!ala a un fantasma altrettanto umile: ornbrn « cencio.c;a • di una l:!overnante che. pur morta. si conser\'a n e I I a memoria di una dissolta e casta felicità. "-li signor ~I. - infol– ti - era certamente l'uni– ca persona al mondo che ne conservasse un barlu• me di ricordo. A volte aveva lottato contro quel– la memoria, nvcva eercn– to \li di!-farsene come si !o di un cencio smesso. t n tutte le case che non hanno mulato pndroni esi– ste ancora qualche barnt– tolo vuoto. qualche cian– (rusaglin che nessuno dei sopraggiunti oserebbe toc– care. Nella vita del signor :\t., che non aveva più ca– sa. ne!':slm ciarpame di an• tica data po\cva più aspi– rare alla funzione di tn– bù, Gli restava quell'om– bra tremula e affannosa (Conllnua a pag. 6) UN'lUIZIONE BILINGllE Af:UHA 1H FiUPPO 00~11\l * 1 '' Quartetti,, di Eliot * di 4,;1,.,u·co I Quattro Quartetti di T.S. Elìot, che l'autore consi– dera opera più matura e soddisfacente della Terra De– solata, si posson,) senz·altro annoverare tra le testimo– nianze definitive del nostro tempo; e la comparsa di una traduzione italiana a cura di Filippo Oonini (in edizione bilingue presso Garzanti, 1959) è dunque venuta a colmare una sensibile lacuna. perché i numerosi cul– tori di poesia o semplici amanti della cultura che _non hanno la fortuna di poter leggere Eliot nel testo origmale hanno la fortuna di poter leggere Eliot nel testo originale si trovano finora privati di un'esperienza ln~ostitulblle. Met– tere in circolazione un'opera così ricca e profonda è atto di mediazione provvidenziale. oltre qualunque merito di natura puramente filologica; e a Doninl va pertanto la nostra riconoscenza. sopratutto quando pensiamo alla preziosa funzione che la letti.ira o rilettura dei Qunr1erti deve pur esplicare in questa ultima rase della poesia italiana. che séguita a cercarsi fra le secche del fram– mentismo dell'ideologia. delrarcadia minore. Coi Qunr– tetti - paradisiaci albori scaturiti proprio dall'inferno della seconda guerra mondiale - Eliot diede all'Occi– dente l'esempio di una solu;;,.ione stilìstica che era in pari tempo una soluzione spirituale raggiunta in anni di esercizio. Esercizio è. in questo caso. ascesi. etimologi· camente: e l'Uomo che aveva registrato gli orrori della dispersione- mentale. della vacuità, della sterilità totale in Waste Land otteneva a distanza di decenni una rispo– sta all'ani:;::osciata preghiern di A.di Wcdnesday. Le disiecta membra dell'Europa. clinicamente esi– bite nella Wasre La11d. si ricompongono nei Quartetti sul pcnta~ramnrn di una continuità musicale che valica ogni !rottura e ,;i attua come voce insieme distesa e raccolta. cantante e meditativa. personale e obiettiva. Preston (in Four Quart.ets Rehearsed) ha elucid:ito la tessitura tematica che giusti!ica l'analogia musicale del ti– tolo (un'ahalogia cara oì moderni, quando si pensi al Pound dei Cat1ros. a.I Joyce tlell'Ulysses nel capitolo delle Si· rene. al Mann di Mo11tag11n Incantatn e di Dokror Fau– stus): Hugh Kenner ha visto i Quartetti come corona– mento dell'opera eliotiana su un piano ben più alto della \Vaste Land; e Helen Gardner ne aveva da tempo ri· scontrato la struttura prosodica npparentemente libera, ~~i~;zii~=l~~ssi~ 1 ~fr~!a~~1esst\~\~in~~e~;i~:ttcar1~~i~~u~lefat~ dei Quartetti un'opera ll,nto diCRcile per il trnduttore: l'andatura aperta. conversatìva. qua<.i prosastica perché riposata, ccl:\ una sua legp;e ritmica che sostiene tutto il discorso. A differenz:i della Wasie Lc111d,e nonostante la presenza di misteriosi trapassi temntlcl. I Quarterri sono poesia spiegata. una « Gednnkenlyrik n che non cade mrai nella _parnfrnsl di <.estessn. nC'lln discorsl\•ltà Impoe– tica: e :;:e didatticismo v'è, è della specie che Ellot attinge al Pal'tldiso dantesco (per cui si vedano gli utili rife1+ menti del traduttore nelle attente note in appendice). O meglio. il piglio didattico si risolve in confessione: In voce concertrante porla a se stessa. e di ~e stes~a. si npre e ~i raccoglie via via. con moto alterno. cresct'ndo sui propri spunti. SI potrebbe :inche dire che la poesia dei Quarrerti consl~te in un atto di continua ricnpitolnzionc: « nella min fine è ì\ mio principio ... i1, UA.UHO" [deux guerr~5 A cercar rfimparare l'uso delle pnro!e e ogni te,itattvo E' 1rn rifar wtto da capo. e uno specie diversa dt ffallunen10 Perché si è tmpara10 " ,:eruirst bene delle parole Soltanto pl'r quello che non st ha pii, da dire. o nel (modo in c1u Non si è più. disposti a dirlo ... L·autocoscienza del poeta approd.- all'umiltà. non all'orgoglio; include il mondo. non lo esclude. Etco perché i Quarletri parlano a chi, anglicano o cattollco. credente o ateo si senta legato al destino clctla no.itra civiltà. Donini (già noto !ra l'altro per uno studio critico su Corazzini e da anni attivo quale addetto culturale all'estero - è stato per vario tempo direttore dell'l!tl– tuto Italiano di Cultura a New York. ora passera a Londra) si Jimostra nel complesso un traduttore scru· poloso e agguerrito. Qua e là forse fin troppo scrupo· loso. nel senso che la sua fedeltà al fraseggio e al le~· slco del testo originale porta a soluzioni che sanno di prosaico. o quanto meno di circonlocuzione: per esempio. Resolvirig lhe enigma o/ rhe fevcr chart (Parte IV di East Coker) si poteva rendere in modo un po' meno stentato che non "E scioglie l'enigma del diagramma delle febbre., mentre a. raid on the inarticulate (ibidem, parte V) suona indebolito nella resa rr un·incursiom• nel vago ,i. D'altra parte ci sembra che li traduttore abbia collo una cadenza viva in ques:.o passo che conclude la P,irte I di Dry Salvagci. con la sua Corte musica marin,1 che fa pensare a Montale: L'ulu/nto del mare E il punito del mare, ion voci rlitfcrl'ril1 che s'odono spesso insieme: il pianto del cordame, La mrnaccm e carezza dell'onda che s1 rompe sull'acqua., Il bronrollo lo11ta110 - tra i denri di arnnitn E il monito lamentoso del promonrorio che s'appressa. Son tutte voci del mare. e Il fischio def/n boa sballottata Doppiata nel viaggio di ritorno. e il aabbiano: E sotto l'oppresslo11c de!la nebbia silen::iosn La campaun che rintocca Misurn un tl'mpo che non è il 11osfro. moun dnllo le:n,ll Risnccn. ur1 tempo Cli'è più vecchio del tempo dei cronometri ... .. Qun11do il tempo si ferma e il tempo non ha fine; E alla risacca che è e che era nel principio Ri11roccn La C(llllJlllllrJ, Questo terzo rra i Quartctli. che si iipre con la vi– sione del natio l\llssissippl e si chiude con l;:i sua piena. rappresentn per Eliol il ritorno Ideale ;ill'America. 11 St. Louis. alle sorgenti della sua esistenza fl,;lca: anc-he qui. " nella mia fine è il mio principio». il fiume scorre e permane. simboleggia il tempo e la vittoria sul tempo. Il nume è "untrustworthy 11. infido (perché poi n<Jn tradijrre l'aggettivo con una parola compat.-1 .mzkhé spezzettarlo In una perifrasi?); ma non è infido il t·l'l– sciE.nzioso traduttore. anche se ha lascL~•o qualrhe pic– colCI Intoppo fra se stesso e In perfezione. E -di pl'rfe– ;;,.lt,nc non si ha Corse nemmeno !I diritt.o di parlilft' In un'impre:-.a come quella a cui Doninl s:1 è !>obbarl·ato - soln di illuminrata buona volontà. Ricapitolando~!. la voce dichiarn il suo principio informatore. e si presenta anche come nrs poetica, non già per bearsi di sé al modo cli Narciso, ma perché la poesia è Il drnmm:i del suo farsi. la coscienza di una inadegunte;;,.za di continuo :iffrontata: Le parole si muouorio, la mu.sica si muove Solo ,i('/ l('mpo: 1110 ciò ch(' soltatlfo viv<' Elezioni ili Sindacalo SLTiHor Può soltanto morire. Le parole, dopo il discorso, gmngono Al ~ilt>t1:io. Solo per ,nc::zo della forma, delln trama. Posson varolC' o musica raggiungrr!' La qui!'!(', come trn vnso cin<'se ancora P('rpetttamenlc :,f n11tOV<' r1el/a sua qulc/c. E ancora: Que-'lto ern 1m modo di presentare In cosa ... (' 110,1 molto f soddis/ncent(': Uno .~rudio perifrastico in 1111nma11fera poetica d'nltrl [t<'lllpi, Che cl la.~cia ancora In preda alln lotta lntollHnbflC' Cott le parole e i s!gni/iC'atl. Lo poesia 110n imporla Non era (per Tfco111h1ciar('J•Qt~cl/o che ci si aspettnvn. E cost eccomi qua. nel mezzo del Vc11t'a1111l 111 uran prirtc ,ciupnti, Qli commino. dopo fueur'onnl ... nt111i dell'cntre A conclusione dei lavori dell't\ssemblca Genernlc del Sindacato Nazionale Scrillori. il Consiglio di rcttivo si è riunito il 18 nrnrzo u.s. per la nomina del Segretnrio e del Vice Segretario Nazionale. Alla carica di Segreta– rio Nazionale è stato chia– mato Libero Bigiarctll. che fu con Corrodo Alvaro il oromotore del Sindacato nel 1946 e dn allora ha ri– coperto la carica di Vice SeRre\ario. A que~f11\t1ma ,.arica è stato eletto l\lt– chclc Prisco. Gli altri scrillori com– ponenti il Consi~lio du ct– t1vo sono: G. B. Angioletti, Antonio Baldini. Go!f1f•do Bellonci. Carlo Rcrnarl. F.millo Crcchi. Guido Pio– vene. Alfredo Schiaffini. Giuseppe Un~aretti. Dte,:?:o VaIeri. Il CollcJ?io sindacale è composto da· R. M De An– {:!elis. Arnaldo Frate11J. Paola MAslno. dia 11t.l 1891 da ,:enitori 111"– .sio,1ori svizzeri. Tortialo 111 Basilea co11 la /a111ijlia t1l1- bo11donò ,:li sl11di regolari per iniµiegarsi i11 Ger111a11ia. A dicia1111ovc mmi, µer svi– rilo d'ai•ve11t11ra, /ug11ì " Londra dove lavorò i11 mw banca e i11 1111asocieltl im 11ortalrìce di film ame,ica· ni, A l..011dro co11obhe lo scrillore Robell flicht:11\ elle lo incoraggiò a p11bbti– care le ~ue pr1111eO11crc e con il quale scri.\Se: dm: drammi 11cr I'• AJJOllo Thc11- trc •· Acq11is101a """ ccrltl i11dive11dc11:.a<;co11OI111ca, K. .(i dedicò i11Ieramet1le olft1 lc11craI11ra. Viaggiò molto e sos:giomò a hmgu i11 Alge· Troµici •• • l11 ficlan:.ala Ira• gica •· Non potev.1 esserci ri· sooslé"l o scoperta diversa. Dall'apparizione della far– falla alla sua misteriosa scomparsa e passata di mezzo Ja vita. E cosl noi rirnccinmo il viag_e:io di i\Ionta\e attrn\•erso il tem– po di queste prose. che sono poi n.utentic1 poemi in prosa tutti dotati sa– pientemente cli musica e di mistero: fantasmi che ci ricordano a noi stessi e 0.2,Eetti emessi dn una sorta di stupore univcr· sale. Per-.onalmcnte. ho sempre creduto nell'arte di Questo scrittore che ama nascondersi dietro un \'Olo di farfalla. o scopri· re la violenta stagione amorosa di un' art,tullln per indicarci. con sfondi poetici rari nel mondo delle nostre lettere. tutto lo spessore di tristezza e di memorie che _2ra\'a nel– la csisten7.n. E i\lontale. anche in queste perfette prose. traduce il tempo e la \·icenda umana in uno stile che può detlnirsi as– soluto. ALL'INCO 'TRO FR TRADlZlONE CRITICA DE 'CTISIANA E CON APEVOLEZZA STORICA GHAMSClANA ~ ni con il fialo. Era av\'ol– to in un cappotto a grossi quadri, calzava stivali scu– ri. da equitazione. e in te– sta portava un alto berret– to di maglia. « Un princi– Pc caucasico in esilio•· pensai. Nla non appena il viso imbacuccato e arros– sato dal freddo. si illumi– nò dell'inconfondibile sor• riso cordiale. di nuo\'O lo ;rnt1co compagno di scuola si trovò. immutato. di fronte a mc. A braccetto raggiungemmo la più \'Ì· cinct osteria. dove in mez– zo R nubi di vapore si scaldavano cocchieri e au– tisti. e davanti a un gran bicchiere di genziana in– cominciò la seconda parte della nostra amicizia: da q~_el giorno npn vi ~ur-:mo p1u lunghe 111terruz10111.e ogni nostro mcontro fu fe– lice. poiche felice è la na· tura di Knittcl. Non ci abbandonammo alla oevocazione del pas– sato ma subito ci mettem– mo ad architettare piani e per l'indomani stesso de– cidemmo una gita al la,::o dello Spluga. a pescare trote. Il mattino seguente egli passo a prendermi con la sua macchina targata GR 2. nota da Assuan a Berli– no. da l\Jarrakech a Ver– sailles. da Londra a 1\a– poh. da Vienna a Cinlra. Che Knitte: Cosse un gio– catore di goH di rango in– ternazionale. mi era gia noto, ma la sua abilità nel– la pesca della trota mi riu– sciva nuova. Ebbi appena il tempo di rendermi con– to di quest'altra maestria. che !?là ci trovavamo in una trattoria, dove 11 mio compagno. senza avere mosso un dito, divenne il centro delrmteresse gene– rale: mi accorsi che dn tutti i tavoli lo fissa\·ano con un misto di curiosità, di ammirazione e di vaga diffidenza. L'ammirazione ebbe il sopi avvento quan· do una ventina di gio\·a– nette, m gita cicJis(ica en– tro nella locanda. Una di di Knittel suona come un monito all'Europa, dando per imminente lo scoppio delle guerre di libcrnzio. ne dei popoli africa1ii. John Knittel non si e mai tropi:,o preoccupato di problemi di stile e di l111- ~uaggio: inoltre i suoi li– bri sono lelli soprattu\lo nelle traduzioni. che esi– stono in quasi tutte le lin– gue del mondo. Se mai $Crtttore ha incontrato un successo tangibile. un suc– cesso. anzi. oltremodo raro e 111interrotto, senza !muti di spazio. questi è senlA dubbio Knittel: e lo dt– mostra.no le altissime lira– ture ra:?"g1unte dalle sue pubblicazioni. Chi legge i suoi libri. resta conquistato dalla sua vena spontanea di 1u11 ra– tore. Ln tematica delle sue opere risulta strettamente connessa con i problemi politici e sociali del nostro tempo: i personaggi resta– no nella mernorira. conte creature reali conosciute da vicmo: i suoi problemi sono i problemi di fondo delrumanità In Teresa Et1èm1e due indh•idui \·en– gono respmti dalla comu– nità a causa della loro pas– sione. fino alla totale soli– tudine nel delitto. ma \'i ~ al tempo stesso 11 dram– ma della gio\•entù in lotta contro la volontà e In po• tenza dominante. Anche ìn Abd-el-Kader pre\ 'ti.ie il probh!ma del •potere•: è il romanzo della lotta di liberazione dei popoli afri cani: mentre 111 Via Mala l'azione di nuovo si imper• nia sulla tragedia di una famiglia che si libera dal– la tirannia di un veccluo. In Amadcus. Knittel af fronta il problema della potenza industriale: in Terra Magna Ci dà ancora una volta un quadro della \·ita africana. e finalmen– te in Jean Micllel com– paiono gli autodistruttori cbruciatì> del dopoguerra. In un·epoca nella quale le massime decisioni. che coin\'ohi:ono in modo de- • La farfallina c o I or ,aflerano > dh·entcrà un po· In sua anima sbi~ot– t1ta. intenta a c-ompiere un \'iae-gio do\'e le sleS..'-C ombre acquistano una me– morabile conc;istenzn. Così. noi cornincìamo a lej:1:jtere il • Racconto di uno sco– nosciuto> e ci sentiremo !':tntziali da periodi che si alzano nello spazio di una luce che è della dta e simultaneamente del 1 a morte. Infatti: • Ed ora che mio padre non c·e più e che l'Amico e scomparso e l'arciprete ha la stessa -sorte. e la mia Casa resta ancora in piedi. solo una bomba di e:rosso calibro potrebbe ... >. )ola in realtà tutto ri· torna a sistemarsi nel luo– l{O naturale della vita: e anche la memoria troverà il suo Juo,e:o: un bisbi_e:lia– re di cose notturne: l'a[· fannoso sostare delle om– hre dietro le spalle urna· ne: il cadere del tempo nel cuore che si vanifica. Tutta la poetica di Mon· tale attin~e a questo alto mistero della dta e della oarola. Cna poetica per· fetta. che non in,e:anna oerché do\·unque si rami· fichi resta costantemente musicale: ma di una mu– sica buia. se così può chia– marsi il tempo che com– pie miracoli nel farsi sti· le e memoria. Queste prose di intensa e tesa narrazione sono in fondo il modo più elejtan· te con il quale Montale, ri\'elandosi a se stesso. si rile\·a a noi personag-gio che sopporta la malinco– nia e scherza cogli eventi Manzoni e tJn libro di critica è cosa diversa da un volume di poesia o da un romanzo . .Esso deve rispondere a due Istanze fon– damentali: quella della "piena coscienza .. e quella della oggettività. La critica con ·1a piena coscknza .. (come dice De Sanctis) deve .sviluppare una architettura. nella quale sili aspettl unitari e contraddittori della cultura e della civillà, de\'ono trovare verificazione nella storia lctleraria, e. con l'oggettività. deve obiettivamente considerare Il "ma– teriale .. da sottoporre a ricerche. ad analisi e a Indagini sen-ta rare pesare quella prospettiva 1deolo~1cn che. co– munque, è sempre latente nell'animo del critico. Queste due \stanze, im•ece, non è necessario che siano presenti nella poesia e nel romanzo, dove l'arte non deve nspondere né d1 "piena coscienza .. né di "o~gcttività .. ma può, fm•ece. caratterizzarsi in queUa fam06a "Intuizione hrica .. di memoria crociana n('lla quale, momento lnco– sclenle e atto .!oggettivo. tro\·ano lel\ce elntesl nell'opera creata. La invenzione. il sorgere Impetuoso della fantasia, lo Irnpro,•viso divampare dcll'entue1asmo creativo sono \•irtù valide per l'arti3ta ma non positive per il critico (almeno per il critico che si propone dl !are critica e non arte) e, di conseguenza, la critica deve lavorare. con piena consa– pevoleua, con responsabilità e sufficiente oggettività. su quel •·materiale .. offerto da un secolo. da una tradizione. da una età, da un poela. da uno scrittore. Già il De Sancti6, in quel sauio su "Lui21 Settembrini e i suoi crillcl", scritto nel 1869, si poneva questi problemi. con l'acume e la chia· reua che lo distmgueva. mentre andava avanti nella ste– sura della sua opera fondamentale. La storiografia critica che. 1n senso moderno in Italia, è proprio ini:data col De Sancti, in un momento di crisi mo– rale e intellettuale - slamo negli anni della conquistata unità e indipendenza e dei gravi problemi che sl aprivano per il giovane Stato - è co..tellata di tre "fulgide .. stelle che hanno sempre brillato nella luce cosciente e oggetuva: De Sanctis, Gramsci e Croce. Con il primo il fatto letterario s1 inserisce nella più vasta storia delta cultura non per– dendo però la sua autonomia esteUca: con Il secondo il momento a·rtistico viene considerato sia come documenta– zione e sia come proiezione elevata della ·•spirito .. sociale e politico del tempo: con il terzo si pana prcpotcnterriente il d1.;corso sulla ..caratteristica del singolo artista e della sua opera", fuori dei generi lellerari e oltre il momento culturale presente nell'artista. Accanto a questi tre "grandi". altri critici si sono affa• ticati per interpretne. condurre ed aprire metodologica– mente prospettive storiografiche - critiche: da Momigliano a Flora con le loro monografie critiche; da Fubini a Scbiaf– flni con le analisi stilistiche a singoli problemi, da [)evoto a Pagliaro con le ricerche semantiche; da Contini, con il suo penetrante tecnicismo ftJologico. a Dc Robertis e Bo che riscaldano. in una problematica umana, l'articolazione della analliii; da Lionello Venturi, con il 6UO gusto del pre– zioso, a Debenedett1 con la sua problematica scoperta cen– trata sul personaggio E, con questi. merita una attenzione particolare Nata– lino Sapegno, già conosciuto al groeso pubblico per Ja sua "storia della letteratura Italiana.. o per il commrnto a Divina Commedia. il quale. oggi. presenta - edito dall'e• ditore Laterza - il suo volume Rilratto di Manzoni ed altri .sag"i Il \'olumc - e lo diciamo subito senza sottlnteEil - non è unitario pcrchè costituito da studi che non riflettono uno stcs..o momento letterario (si comincia con l'Alfieri e si ftnlsce con il Verga) e in quanto comprende .saggi di vane date, scritti per diverse occasioni e rifflte. Liso contiene altri saggi di Sapegno di FRA.NCl!:SCO Glll.,SI diciotto saggi d1 storia letteraria del 1i00 e 1800, disposti cronolog1camentc per quanto attiene a!l'ar&omcnto, e fa seguito ad un·a1tra raccolta, pubblicata mesi or sono (Edi– tore Manfredi - Palermo). nella quale erano state riunite ricerche sulla poesia dei primi secoli e del rinascimento. Il primo !iitudlo "Giannone e la riforma reli&losa,. è stato pubblicato nel 1951 ~u -.Società ..; U secondo "Alfieri politico .. nel 1949 su ..Società,.; 11 terzo su "Carlo Porta .. nel 1946 per un quotidiano: il quarto "Ritratto di Manzoni .. nl.'I 1945; Il quinto ''Lu Lettrc à M. Chauvet e la poetica del Manzoni.. nel 1947 per una ristampa della Lettrc delle edu:lonl dell'Ateneo; Il sesto "Manzoni tra Dc Sanctis e Gramsci,, nel 1952 per ., Società ..; Il settimo "\111 rodu;~ion"' ai Promeul Sposi .. nel 1960 pH u·i t rlt1t<1mpadel :-omanzo a cura dell'editore FeltrincUi; l'ottavo ")lotere'la 1.eop,ll'• diana.. nel 1048 per .. Rl:1ds\!1:a-,; Il nono "Dc Sanct1s e Leopardi., nel 1953 per «Società ..; 11 decimo "O&servazionl sulla poesia del Be111 .. nel 1946 per uno quotidiano; l'un– dicesimo "Cattaneo e 11 1848.. nel 1948 per -.Rinascita ..; Il dodicesimo nel "Centenario della morte di Giusti., nel 1950 per un quotidiano; Il tredicesimo "A proposito del Padula .. nel 1951 per -.Società,.; il quattordicesimo ··introduzione .illa storia del Dc Sanctis,, nel 1959 per l'edizione Einaudi; il quindicNlmo "Storia di Carducci., nel 1949 In "'So– cietà ..; il sedicesimo "Appunti per un saggio sul Verga" nel 1945 sul ..Risorgimento ... ; Il diciassettesimo "A pro– posito del Teatro di Verga.. nel 1953 su ..Arena" cd Infine. m appendice, l'ultimo saggio ·· Prospettive della Storiografia Letteraria,. pubblicato nell'• Approdo .. del 1958 Anche nella loro mancanza di unità. però, questi sag~I rispondono ad esigenze di tondo che educano tecnica– mente ed ispi-rano 1deologleamcntc la ricerca. E6igenze che permettono di considerare, in linea verticale, I modi. I quando e I perchè della critica di Sapcgno: critica cho l!ICeglie e che si individualizza In un tema essenziale: J'ln. terchpendenza, la causalità e il legamento indissolubile che unisce la storia clvile-pollt1ca-culturalc con la crea– zione dell'opera artistica. Tale concetto. sviluppato già da De Sanctis. è portato. Corse. alla esasperazione. e a tale Intensità che. speS6o. il Sape.gno mette in secondo ordine l'autonomia dell'artista per sottolineare Invece. genetica– mente. U (atto d'arte come prodotlo da una certa situazione pohtica-soclale-cultura1e. La lezione di De Sanctis passa. in questa particolare. te• mahca. attraverso Grarru;cl e, per Sapegno. i fattori po• litico-sociali acquistano una importanza tale che, nel ruol sa_2gi più impegnativi, sono essi che fanno emergere l'ar– tista destinato ad Incarnare direttamente o Indirettamen– te, la società del suo tempo nella difesa e nell'accusa. Alfterl, ad esempio. fin dalla prima pagina, è legato aUa situazione storico-sociale della seconda metà del 1700 ed è confrontato con questa situazione. Dice Sapegno. In– fatti. che. mentre nella Lombardia o nel Napoletano. le novità delle posizioni Ideologiche. la richiesta di urgenti n!ormc. Il maturarsi della proprietd fondtaria che ii 101n• cola dalle strettoie dei sbtemi medievali, determinano un nuovo clima letterario. Alfleri, invece. itd a st ... incom– preio dai contemporanei. Sapcgno, cioè, In questo saggio, - come del resto negli altri - prende la tematica politica• sociale e, a pie' pari. la trasporta in !unzione cnlica-lette– ra.ria esasperando nella storicità l'lru.egnamento dcisanc– tiano. Con questo, però, non si vuole dire che lo scrittore abbia accettato ··tolo corde,. la concezione marx!stA della critico\ e l'intuizione di Gramsci, ma si vuole 1101ta.nto.sottoline:ue 11 fatto che la emica del Sapc~no è condotta ctiscnwil– ~nente 1ulla analial sociolos:!cn. E, a proposito di Gramsci, c. opportuno rilevarne Il fascino che Il Sapcino 1mbi,.ce. E~.11 dice. ~nfalll. che Gramsci si muove In u11 onz:onte Plll vasto rispetto a quello di De Sanct1, e pltl co,tcreto e, alla stregua dt una co,cienza più matura dei rapporti reali e comple.ss, fra la .stnlttttra economica sociale e I suo, rl– /lc.ssi polftlcl e culturali e, questo fascino, se può ftir! nyvampare. pc-r un momento, la ricerca crll\ca di ',1pc11,no d! speranze nuove - 6peuo dallo stc1So Gramsci plù Indo– vinate che dichiarale nel \'Olume "Letteratura e vita na– zionale., - non riesce però a diventare tessuto connettivo e continuità ldcolo.1,tlca trasfonnando!I In metodolos:ta Ba– sta, ad t>6emplo. pensare al saggi dodlca.tl al Man.loni. ~el 1945 Sapcgno. sulle linee del Dc Sanctls. so1toll– ncnndo come fillO costume le Istanze politiche sociali del tempo, cl dà un ritratto del poeta 1ll11mlnls1a e umnnlla• ri~ nel quale la conversione del 1810 viene non come una cnsi o 1111 cupotiolgìmento ben.si come 1m coronamento e "!'a de/inttltia sistemazione d1 quel patrimonio di Idee e d1 quegli attCR8lament1 llluminist1 proprll del poeta prima della conversione. Poi, nel 1052, Snpcgno difende Gram,;c 1 a proposito della cosi detta stroncatura al "PromCllsl Sposi.. affermando, tra l'altro. che. per Gramsci. sono chiare onnaL le m.suQic1enze di quella cltUse dirigente, la sua .scarsa co11o– sccnza nazìonnle, la s_ua angiutia 11el modo cli concepire la az10ne e la sua lmudaza nel modo di tradurla 111 atto e che. dopo la pubblicazione delle sue paornc 011ç/ie il pro• blema cri~!co ,uL romanzo (vcdl "I Promessi Sposi,.) esigei ormai un 1mposta.::1one dtveraa e pii,. ampia. drcbi:imente precisando che 31 dovra riprendere più a /011do l'anului della formazione mentale del Ma,lZOnt, In un t rzo saggio U6Clto nel 1060 (dopo olto anni da quello su ··Manzoni tra De Sanclls e Cramsc[,. e dopo quindici da "Ritratto di Man– zoni ..) SaJ?egno ripropone ~Il stessi temi del 1045 nn~endo di dlmcnt1carc. nella complessiva architettura dello studio le paglne di Gramsci anche se. aU'ultlma pagina del saggio' si ricorda degli appunti Inediti del Gramsci per affermar~ che fra i due_ poh '4L una neoa:ione preconcCtrla e di una ades10~1e sentt~~ntale, uoualrncnte .sterili, resta aperta la via . d1 una critica seria che, riprendendo la prospctttvn storica d'1sancttana, la corregga ... Ed è sufficiente ques\o et1emplo per affermare, ancora una volta, la fedeltà del Sapegno al De Sanctls e la sua autonomia nei confronti di ~::a':~i r:~in6:ale sentirà, però, l'ardente nostala:la e il Ma I_ problemi non si esauriscono su questa tematica storlclsllca né sulla adesione metodologica al Dc Sanctis. ~Itri problemi atTronta il Sapeino con una polemica mwl t,t:ar1baldina !113 sempre, nella lilla pacatezza, vigorosa, me– ditata, e calibrata: una polemica (come nel saggio sul Betll o sul Carducci) preoccupata di documentarsi, di non cadere nei luoghi comuni, tesa più alla dialettica che all'Intransi– genza. Questo "Rltrauo di Manzoni cd altri saul .. è un libro scrio, senza trabocchetti e angolosltli. Si può anche non essere d'accordo su alcune visioni ma si deve ricono– scere la sua uttl!H1 anche pcrchè permette di conoscere meglio uomini e situazioni, mom ntl politici e letterari colleganze culturali e lmpe&nl storici. · Un libro che non stanca. che ai sv[luppa In una ricerca del ,vocab(?IO pi~ adatto, che si articola In una ricercatezza deli auetttvo Plu rlspondcntc, che non pretende e non im– pone. che non si limita allo splendore della torma ma •I concentra nella ut!Utà sostanzia.le del dLscorao.

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