La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 11 - 12 marzo 1961

Pag. ~ LA FIER.\ IF.TTFR.\RI.\ Domenica 12 marzo 1961 NARRATlVA OPERE PRJME * C.\'.\. FICL'R,\ ~OLlT,\RI.\ * Ilsabato eledonne L'estate di Falla cara * (li V.IIHER1'Q .IIAlllltlllDI * Xon mi sembra di po– ter definire meglio Il sa– bato di Giannino Dega– ni - Guanda, Parma - se non stralciando da ta– le sua opera prima ciò che egli scrive del ~uo .protagonista: e Gio\·anni si sentiva pre:;o da quel senso di irrealtà che era come sospeso sulla ter– ra> (p. 76). Poiché e e\'identc che il Dc.e:ani ha proprio \'o– luto su_g,e:cri1c in ques:to lun.e:o racconto. ,gli cstre· mi di una condizione umana toduta come un previlegio spirituale. qua– le il senso di irrealtà in cui spesso ci sentiamo so– spesi sulla terra. entro uno stile piano e raffinato insieme, difficile e im– prendibile. sottile e pro– fondo come è il sentimen– to che le figurazioni. ne– cessariamente sobrie. del lungo racconto tendono ad esprimere. Se fosse possi– bile un raffronto. verreb– be fatto di pensare a La steppa di Ceco,·. non tan– to come ad una identità di resa lirica. quanto co– me ad un tentativo di ren– dere evidente. appunto. quel senso di irrealtà che spesso ci sospende sulla terra. Tentativo che non è pienamente riuscito. ma che marca già il carattere di una elevatezza spiri– tuale. di una eminente con– quista nell"inedtabile con– fronto con altre opere di oggi. ~ra\'i di quella cras– sa materialità. di quella terrestre pesantezza che le fa rimanere spiaccicate contro la melma da cui lo spirito dovrebbe inve– ce elevarsi nel soffio di Dio. E il lettore deve ave– re la pazienza cli supera re la situazione d 0 incertezza dei primi capitoli per en– trare con l'autore nel dif– ficile ambito lirico in cui quella incertezza diventa condizione spirituale, ti– moro_sa espansione di una intimità da cui è veduto il riflesso del mondo. E per rag.e:iungere tale scopo il De.oni cerca di far en– trare nel cerchio della :ma luce interiore fe cose che descnve illuminandone le imma~ini con quella tona– lità i rreale che è il colore del.la sua inconfondibile person alità lirica. ma. piuttosto, da una im– paziente fo.1?a realizzatrice della stesura che. nella co· municazione. non le ha fat– to sufficientemente vaglia– re i mezzi tecnici del– l'epressionc. Alludo alla lingua. nei momentii in cui non è diventata auten– tico. personale lingua.e:,e:io. E non e possibile che un lettore provveduto non no– ti la non coincidenza. al– meno nell'a,-vio del la\'O· ro. della parola empirica con la parola lirica. Spes– so affiorano modi di quel– la lin.e:ua parlata, non più dialettale e non ancora let– teraria. che, nel loro ibri– do. saltano fuori datl'im– ma,1?ine perché non sono adeguali ad esprimerla im– mediatamente: e Rinunzia– va a dimostrare a Giacin– to con quel suo atteggia– mento. ritto su u11 piedi– stallo di ataviche ingiusti.– zie ... :a- (pag. 17): cLo splendore del luo~o non si rinovellava nel suo ani– mo ... • (p. 24): e Già dopo la prima maternità erano apparse le curve piacevo– lissime e tali erano rima– ste. senza alcunché di trop– po,. (p. 26); e La causa di tutto fu la scissione di ve– dute sul modo ... ,. (29): e ••• il morso al labbro di Gi.e:i era un fatto a cui Giacinto avrebbe patuto credere o non. credere • (p. 32). E potrei conti– nuare. ma non oltre i pri– mi capitoli. poiché. avvia– to resercizio della scrit– tura. la lingua di\'enta lin· guaggio personale sinteti– camente immaginale. e il lettore potrà essere an- cora frastornato. se mai. da rari rc(u!-i tipografici. ma il suo occhio correrà nloce come la penna del– lo scrittrice. Ebbene, se per scrupo– lo critico si do,•evano de· nunciare tali mende. biso– ~na però dire che esse non turbano randamenlo pili' profondamente stili– stico delle configurazioni fantastiche. li sacrifizio di ::\[arina al sao sentimento di madre ed alla sua fe– deltà di sposa che si con– clude con la prefigurazio– ne di una morte non vo– luta come suicidio. ma oc– corsa come fatale dis,era– zia: le tinte forti ma equi– libratissime di un cre– scendo espressivo che è costruito con consumata abilità d'effetto narrativo: il modo tutto personale del monolo,1?0 interiore nel– le introspezioni del per– sonaj?.,l?io che spesso. con rilievo spiccatamente ca– ratteristico. diventa dia– logo con la stessa narra– trice: la non sin,1?olarità del dramma che pure as– surte addirittura a pro– blema di costume ambien– tale. nella considerazione. ma sempre entro una forte universalità etica. di una mentalità e. conseguente– mente. di un psicologia tutta meridionale: tali pregi rivelano in questa opera prima un forte tem– peramento drammatico che 1a rammentare. nella di– versa luce delle di,·erse person~lità. le doti nar– rative della insi,e:ne De– ledda. di UOIC'l'OLO 11'EV1'0 Ormai Fallacara 11011 ha pii, sferiri dal p1a110dell"esperien– in serbo sorprese. per il 'et- .:a 11111ana e quotidiana a quel– torc. li suo mondo di poe- Io dell'inlerpretatione in chia– .<.ia,la sua i11cli11a::.ione tecni- ve di poesia: di una pure::.::.a co-stilis1ica, la sfera de.gli in- poetica di cui inesauribile e la teressi tematici si pongo110 e conquista e il possesso. E la ripropongono d'1111a i11 altra co11q11ista è semr,re da att11a– stagio11e in wt clima di q11a\1 re in tm .,;enso di approdo conclusive de/inhioni, di co,1- estremo. ::~:•o;~,/':,ti~~!a~:~::e·~;8 ;~:~= ve~:r~~ ;:,~~ 0 '~!,f,[f :::h~ ae ~-~~ s1;n~e d1 .!ìo~pre,idere, at mar- lidita del libro. g1111 o 11cfl'mten1a modulavo- • • ne del ~110lirico comporre. il Al progre.ssi1·0 uccum11lars1 segno d, una s1a11cl1ezzaa11che deulro di sé di tulio ciò che iucipieute od il presagio dt costituisce la dl'ace e imie- ~J:iai•i~?dr!~!ìa~;;~~ta if.iai,rr~;;; :::e~ t!~;;',','f"~ 1 ~p;::~:zi~~/;,g;~;= che 11ot ravvisiamo 1 1er111u11 sali111e11ti occasioni di rmve– d_i t1t1'! giu sti{ica zio11e alla .con- 11ime11ti'impensatt, 11101•ime11t1 lm11!ta.del 5.uo, _lav!]rO. E1 1 1de11-affettivi, ripeusamenri accorati t~ e mfat t, I md1::.10,_ sem11re - Fallacara aderisce ,•ia 1 1 ia, rumo1•ato fi110ad .oggi - (ino imme((endo nelle sue 11agi11e, f~ c:~~s~~r1t"1~es1~~:~. i~:lt;~~~::,,,:, 11 ~: 0 se[;' 4 j~~~~~~e e ';;;a~i= :1oi1e Rebella~o) - d1 una n- si dire e.sempli(icati1·0 ca111pio– tal1ta che si a,•verte ancora uario e di conrimto asseco11- 11on vicin(!, a quel limite dove da 11 d0 w, impulso imperioso la fa11tas1a o. la faco_lt~ del di metafi.siclle trasposi:.ioni. S1 po~ta Ila _bruciato llttt1 1 pro- tratta di ww stimolo palese– prt fuoclu. . mente radicalo al suo tcmpe– E' da aggiungere clte certo ramento d'artista e d'uomo. ed suo modo di inflettere la ,·o- i11 pii, legato a le111azio11ie ce, certo s110 inconfo11dibile ad indicazioni che 110sso110es– modo e moto di appressame11- sergli 1·e11ute - e certame111e to a/felluoso alle cose, si pre- gli sono 1•e1mte - da 1m'ed11- cisano, in e Cosi parla l'cslatc•, ca:ioue estetica polarizzata sm co11 il corredo di una luce più traguardi della pi11 i11q11ieta11- scoscesa e perciò pitt pene- tame e ad ttll tempo severa tra,11e, oltre che più risoluti- allualità poetica. Della quale e ,•amen/e dt(initoria_, di linea- perfino possibile identificare 1111 ~~~~~~ :ò;~;:~ :;e::::!o ~t°po~~ ~r:;:;: t/ 11~1"'6,~~f~ft~ r~::!~ ta. Il Fallacara stesso 11c ha scere quale/te co11sa11gui11eità: acquistata coscien;;;a, e ce lo Comi, 11er esemvio. documenta nella 11ota a fine Ma w1a lettura critica d, di libro: e ho prestato forec- Fallacara, a11che.quella che più chio e il cuore a queste voci entusiasticamente e se11:.a ri– fattesi più vicine. pitì piene ser1:e aderisca a questa dia– e perentorie, il?lese a passare lelltc~ dr!l ~eale-surre:ale, 110,1 sempre per pumi fermi, 011. può l!berarst del tutto dal sen– che se a11gosciosi •· ,\ lettura .\O 4, uri completame,.110 e d, ',~';'.": ff};1; J~:!1/a~~~'l i~,~:= ;::a mc~;~':Jtf~~;~to jfi,~l\_~:~~o. ~~ sta piu seusibile vicinanza e I ~wl'er~1re come certt_ vos111- pie11e:.zae peremorietà di ca- l't dati della pro111!nc1a, _no11- denz.c. ed echi della vita tra- ché_ dello stesso '!""'~gm~re ' ed mventare, 11011 St spteghmo ------------------------------ \e11za il riferimento ad 1111 de– "RECITALS,, Dl POESIA DI DIA A TORRIERI * Italianin Ame1 1 ica * <li Gl,.llJCO C11.ll110tl 1 Nel quadro delle mam– festazioni indette dall'Uni– versità del Michigan per celebrare il centenario del– l'unità italiana. l'attrice Diana Torneri è stata am– basciatrice della nostra poesìa ad Ann Arbor (S.E. Manlìo Bros10. il giorno innanzi. si era dimostrato un ,·ero ambasciatore del nostro pensiero storico). La Torrieri sta portando que– sto indistruttibile messag· gio. affidato alla sua voce. per tutti gli Stati Uniti: New York. Washington. Chicago. Ann Arbor. Saint Louis. Los An,çeles. San Francisco... Ha girato così mezzo mondo. dalla Fran– cia al Sud America. per ricordare a tanti figlioli prodighi della cidltà occi– dentale quale sia una par– te preziosa del patrimonio comune che rischia di an· dare perduto nell'ignoran– za dell'oblio. raliLico. nella sua poltrona. sente senza ascoltare .que· sto sgorgo di confessioni; la voce della moglie mfer– miera suscita l'illusione di una preser.za fisica che non c 'è. Appre ndiamo cosi che il paz1en1e fu colpito dalla paralisi proprio nel– l'atto di ricevere il premio In un latino co.;i consen– taneo per immediatezz.a al~ l'idioma contemporaneo. ha fatto rivivere per noi n Catullo più Jieve e ales– sandrino; ma il pezzo di chiusura. cioè H monologo della Fedra di Racine nella versione ungarettiana. ria– pre cicli e abissi alla voce recitante. E. nella tempe– sta della gelosia. il viso stesso dell'attrice si stra– volge. minaccia di irrigi– dirsi in maschera. com– menta mimicamente le va– riazioni del tono; un furore controllato. un completo riversarsi dell'anima nel– l'anima del personaggio. L'accoglienza del pubblico universitario. a cui in mol– ti casi. la lingua italiana non era completamente fa– miliare. ha dato all'attrice la misura del suo difficile successo. Un successo di rara portata; ne ho visto i riverberi indugiare sul volto di. Diana Torrieri po_,;itarsi - forse i11co11,;cio, forse al di là di ogm specifico provosito dello _,;crittore - d, .\uggestioni e di fermetrti la– _\Ciati da tellure ,•olontat"Ìe o d'obbligo della grande poesia del passalo (pitì d'ogni altra è appercepibile una ,,aga e re– mota pressione esercitata dal– la terza cantica del poema dantesco). Rileggiamo questi versi d1 pagi11a .W: Comincia anche pe1 noi la vicinanw, / vi\'ono de– sideri ricchi d'uomini / sulle punte dell'aria, sulle nubi. / si colorano an,;;ie che non no– mini / e l'astrallo è \ isibilc (da cDiario»), cl'astratto è visibile•: può valere, a no– stro avviso, come un indice 11011 ambiguo della costante ispiratil•a di fondo o, se si preferisce, della comvo11e,11e primigenia del (al'oro e della voetica di Fallacara. E' 1111'ur– ger1:.a stre1111a e iuelmlibile, :,tringente e serrata so1•e11te fino ad imprimere tm passo di ,·itmica fuKa alle: versifica– te sequen:.e: il bisogno di so– spingere e: di crogiolare: pro11- tame111e JJella rapinosa spi11ta s11rreali5tica le sillabe e i fran– twni, i • de1ri1i » (i11anco e: le p11111e fe11ome11icltedella real– tà, convertendole: d'impero, i11 virtù di 1111a ibera e m :,é 11e– cessaria metamorfosi, nelle fi– Rure e nelle battute della me– tafisica trascrizione, del ta– glicrllC mouologo scandito nel dominio tlell'astra;,.ione densa– mente lirica. C'e per Fallac<1ratma ragio- 11edi base o di origi11e al ri– soh•ere il ttllto in clire:Jo11e nrcanament.: spirituale: la sua intima religiosità, che si pre– (Contln~ pag. 6) Fitzgerald e la generazione perduta * L'età del·.jazz * di ·pn/H() BAIUJCCA Fitzgcrald con un'amica degli anni folli • Ouako:,a con:it: ,cnticinque anni fa (1920), insie.me con un alt10 mezzo m1hone di uomini e donne tra la quindi cina e la trentina, mi sono innamorato di un libro. Una cosa ,era, quell'amore ... Non posso 1encnni dal paragonare i\ mio pnmo e poi tulli i succcsshi e mnumere,·oli in~ontn con quel libro ai primi e ai succcssin appuntarnentt con La Ragazza... Lo por1a,o a lc110 con mc, e continuo a por– tarlo, che è assai piu di quanto io po~sa dire di qualsiasi ragazza che io abbia conosciuta nel 1920» cosi aflcnnava John O'Hara a proposito del roman10 Di qua dal Paradi.i.o, di Fra.ncis Scoli Fitzgcrald, che esce ora nella e Medusa• di Mondado1i. L'America, infolli. si riconosce,a in quelle pagine. ironiche, patetiche, scintillanti come l'era del ja::.:. che avevano il pregio di descrivere, a~1ra,crso quc_llo che lo stesso autore chiama,a • la ,enra o p1ut1osto l'eqtm•alente della ,·erità, il tcntatho di raggiungere l'onestà nell'imma– ginazione•• un periodo da\·vcro caratlcristico della_ , ita americana che il Fitzgerald ebbe la ,cn1ura di \here mtcn• !:iamentc con la moglie alla stessa stregua dei pcr!:ionaigi dei suoi la\ori. Gli americani. d'altro canto, non :,i sbaglia– \'ano dal momento che l'au1orc del libro a\·c,a scrillo a Edmund Wilson fin dal 1918(due anni prima che Di qua dal paradiso fosse pubblicalo): e lo da\\ero <,on c.onl'into _che nessun allro a\ rcbbc poluto sctiH!re con maggior passione di ricerca la storia della l,!io,cntu della no:,lra gcne~z1onc •· In fondo, il Fitzgerald de:,idcra,a ardentemente d1,·entare uno del mondo dei • ,erv rich • dal quale scmbra\"a do\"cs:,e rimanere escluso a causa della propria po\"crtà. Ma s:ira proprio la pubblicazione del suo primo romanzo a dargh 11 benessere e la popolarità. Egli era di\'enuto il cantore del– l'era del ja:.:. portando nel romanz~ am~ricano una noia nuova e profonda tanto che !· S. Elio! afl':!~erà,. a propo– sito di Tlre Great Gatsby, e m1 sembra che sia 11pnmo passo che il romanzo americano ha fallo da H. Jamcs •· La narrati,·a americana del periodo fra le due i,!Ucrrc :odnc~;~usi~~~o~ia 3 Kfo 1 !~i~~ 1 ~:~~~cr.;e q~~1;"V,~~~0J"'ct~~~ rirnlgere i propti sforzi no,n ali? ricerca metahsica, ma; , erso un miglior adattamento ali amb1ent~ che l'? c1rcon~a: L uomo: cioè, deve sforzarsi di essere il p1u pratico ~ss1b1le; e gh scrit1ori americani del periodo cercheranno d1 la\'ora~c tcn- ~rif::;rico~h~ fi~eegui~~oo, t~d~!~lioc~~:~,t~ ~~\l~~na;11~s~r~ accusali di 011imismo: bisogna tutta,·ia rilevare che nella narrativa americana non e possibile discernere rigorosa– mente le due 1mderc11rre11ts che permeano tutta la sua pro– duzione, anche :,e esse, raramente .. riescono .a confluire: Affermare, infatti, che si può migliorare, equ1,·ale, per t più estremisti, a una denuncja dello :,tato al~ua!e delle cose che,· naturalmente, non soddisfo. A, l'Cf!IO qumd1,. a _sec~nd.a che pre\·alga una o l'altra delle due m1c~reta1..1om, I ot11- mismo a11ivista o il pessimismo e l'cgocentnsmo esasperato. Francis Scon F1tzgerald è forse uno dei pochi esponenti della narrath·a americana contemporanea ad esser passato attra,·erso entrambe le cspcrien,c. 'ella _sua narrath·a ">Ì tro,·a sempre uno slancio di fiducia e d1 gioia: che. termina tutta\ ia inc, itabilmcntc nel dolore e nella mahncoma. D, qua dal paradiso narra la storia di Amory Blaine, uno dei tanti &iovani che. passali allra\'crso l'cspcrien1a tremenda della guerra, non si fanno illusioni e cercano dì \'hcrc, come meglio possono, senza 'Preoccupazioni, né _a":s1c. Amorv vi\'e secondo il proprio e codice morale•, I ea01s11co– :iristocr:i1ico (per questo il libro suscitò. al suo apparire, molto scalpore fra i cosidetti bcnpcnsanii, giacché il Fil7- gerald denuncia. apcrtam~nrc _il 1:onfo~i.smo Yif!:en1c,_ la meschinità e l'atmosfera dt falsità m cui \'l\·c,ano 1 ~10\301 e aristocra1ici • americani), frequenta l'uni,crs11a di P11nc:c– ton, si da a,ic di intcllellualoidc che ha lctt? i classici inglesi e amcric3ni, e q_ucl tanto che basi~ d1 M~rx pc~ tenere a bada i borghesi. Ma nonostante gh atlcggiamcnll da ,,i,•eur egli non perde maj la sua aria. ingenua, da bam- boccione che si M!nte irresi ,tibilmen.te attra~to _dal fascino della ricchez1..a; sua unica Pr coù?1paz1o ne e da e,s.ere sempre aff.t\Cinanlc, di avere • il dono da affa5Cmare tu_ue le donne•· E' il tipico rappre~nt.anle d1 una ieneraz1'?ne. sp~ata. una nuo,·a ienera71one c~e strilla i 1.ccch1 p1~n.t1, che impara i vecchi credi .... des11nata infine a s~i,O~n• .m quc;I \udicio disordine ... cresciuta per trovare tutti gh dei morti, tutte Je guerre combattule,. tutte le fedi nell'uomo scosse•· Piu che un romanzo Dt qua dal paradiso dC\.e conside– rarsi un manifesto che annunzia l'avvento. della generazione perdu1a, la ribellione della aio,entu. eh~ v,,.·e sto.rdt~a• .sen~ illusioni, desidcrou di nuo,·e scn&anom ed cm071om. A~on non ha ancora la mentallta nuova, ma e passa_to aura,cr~ tulle le disillusioni proute daa:_li ad?l~nll durante ;J 1 raaico periodo d~lla guerra: Perc10 egh. dlVlene ben presto il portabandiera d1 tutta 13: g,o,e_ntu .amer:icana ~acché nfiu~ tutti gli idoli culturali e I credi dei su~1 padn con la dch– bcrate7.7..3propria della ua eta. Sopranssuto alla zue~ e a un tempestoso amore. Amorv p~ssa ~a una raa_azzaali altra in cerca del proprio modo .di \·1t.a, d1vei:tr:ndos1 e _cercando di carpire alla vita tulio ci~ che e J>m:S1b1le.Ma,. m fondo, tulla questa spensieratC?..za .e soltanto m superficie; perch~ Amorv disdegn3 la solitudine e soprattutto ~a paura d1 pensare: potrebbe allora destarsi .e accorgersi d1 noi:- essere dopo tutto • particolanncnte supenore » come _crede dt esser~. Egli cerca la pace interiore ~ e queslo sara II mot1!' 0 doi:r1 1- nan1e di 1uua l'opera del F1t_zgerald - ma non e cap.ce di esplorare in se stesso, convinto com·e di e sapere t~~t~ ~ – E allora va con le ra gazze che compiono C05C 1"'!poss1b1h. Ma quesle sono le • maschiet.te • descntle dal F1tzgerald naufraghe che si aglo!r appano disp eratamente alla \lla _perché ,oaliono ,i"erc: e I;\ man can1..a d.i _un ideale_ le spinge a passar le notti a dai:11.are ,a 1ov..o,1gharc: non m~p0rta do,e e come ira.scorro no 11 temp o, né se si annoiano, I importante è esser notate, dare nell'occhio. E codesro scnnmento con– tradditorio sarà il dato più importante dell'arte htzaerald1ana che tro,·eremo anche nei volumi di racconti_ Fhppers_ and Pltilosopliers, Tales of tlie Ja:..:. Age, e nei romanzi da Beautiful and Damned a Tlle Crea! Gatsby a Te:nd~r 1> the J\'ight In fondo, tutti i personaggi che popolano Il mondo del Fitzgerald, credono come Jay Gatsbv e nel !oro faro ,crde, nel futuro org1as1ico che anno ~r anno s1 _al.lonta– na\3 •. Il faro era la lu<;e che do,·e,·a s1gni~care. ,·1~m~1.a e promessa, ma che s_in,·cla, alla prova dei f~tu. ~.u.Jt1m~ tragica delusione. Turn cercano, 3 loro modo, d1 av\ 1cmar-.1 a quell'ideale che d_o,·rcbbe rappresentare, secondo I lo~o piani la soluzione d1 tutli I problemi, l'inizio di una nu_o,a \ila. 'Ma tutti. per un ,·erso o per l'altro. sono pon~t1 al fallimento per l'impossibilita di decidere mancando d1 una coeren1.a morale che li spinga a comprendere la 1.1ada per: correre. Oues10 perch~ ali e eroi .. fitzgcraldiam. sono prccOCI nella loro saggez1.a, precoci nella loro tragedia; cs5enzial– mente romantici essi cercano in tutti i modi d1 se:auire_fino in fondo il loro e incorruptible dream • senza accorgersi che finiscono inesorabilmente nella ,;;olitudin e. . Tutli i libri del Fitzgerald hanno un 10.no ll_"ag,icodella ,·ita, e la noia dominante e sempre la mahncom a, la dcso– l3zionc. I personaui cercano, ognuno a :;uo _modo,d1 godert:– la , ila, ma intimamente sono degli scontenti .. Ou,esto pc~he lo :,crittore ricrea, a nelle sue opere le ansie. 1 umon. le illusioni e, soprattutto, le delusioni propri. e Tutte le storie che ci ,·ennero in mente - dirà in The Crack-up ( tradotte in ilaliano e L·era del ja1.z•) - ebbero in loro un tocco di dic;as1ro. Le gio,ani amabili creature d~i miei romanzi a'!– da,ano ,erso la ro,·ina, le montagne d1 d1amant1 delle rote :,torie salta\·ano in aria, i miei milionari erano belh e dan– nati come i contadini. di Hard,·•· Tutta la sua opera, infatti. ha e, idcnti i segni della propria esperienza; viss~ta e sof– rcrta internamente nella solitudine. Ed è propno codesta solitudine, morale e fisica, che egli sottolinea in quasi tutte le sue opere; superficialmente i protagonisti del_lesue ope– re possono esser considerati à la page:. antit.rad1zionali, ma se togliamo loro di dosso quel leggero strato di superficia– lità e andiamo a frugarli nel loro intimo ci accof"ilamo che essi sono stanchi. annoiati. Proprio come lo era Fitzgerald che a,eva trascorso l'esistenza. braccato dalla paura di non poter raggiungere la ricche1.za , prima, di perdere in seguito l'ag:iatezza e ripiomb are nel g ngiore di una esistenza me– diocre. Ma Fitzaerald, come i suoi pcrsonaagi, non sapeu lottare; e finirà i propri giorni nella più cruda miseria. Nelle opere de.I Fitz;:::crald è spesso evidente un accenno autobiografico; e questo accade perché Ciii apparltoeva al mondo che andava descri\'endo. Tuua,ia, nonostante la sua intrusione più o meno evidente, lo scrittore riesce a darci un'opera dis1acca1a, non una cronaca. 11 che dimostra che egli non ha solamente subilo il suo tempo, ma l'ha vissuto; qui. appunto, sia la differenza tra l'uomo della strada e l'arlisia. Vivendo il suo tempo egli è riuscito a trasfigu– rarlo e a da~li l'impronta dell'arie. Perché egli non fu sol· lanto il cronisla della su3 epoca, ma seppe analizzare e denunciare i mali di una generazione con slancio d·:1n.ista scri\'cndo un genere di romanzo che non ha precedenti nella sua epoca. E la sua opera è ancora ,·iva e ,itaJe, anche se romanzi come Di qua dal Paradiso non hanno una unita ben definita, perché egli seppe descri,·cre con precisione un'epoca mellendo in luce non soltanlo il senso di irre– sponsabililà deKli anni successivi alla prima iuerra mon– diale. ma anche le fonti di corruzione personale e del co– ">tumc in genere. E fu proprio per l'accento di \'erità che la gio1·entll tro– \'a\ a nelle sue opere che essa e lo esaltò, lo lusingò e gli delle più denaro di quanto n'a\'esse mai sognato, semplice– men1e per dire agli altri che egli sentiva come loro, e che qualcos1 si do,•ern fare di tutta l'energia nel'\'Osa aecumu– lata e 1cnu1a in 5crbo nella guerra., (The Crack-upJ. Per– ché, come affcnnò Gertnidc Stcin. e è staio Di qual dal Pa– radiso a creare la nuo, a generazione p,cr il pubblico ... Ma Fitzgcrald non sarà ricordato soltanto come il crea– tore dell'era del ja7.Z, !'in,cntore di una leggenda, perché egli ha dato una piega alla letteratura moderna ame1iC3na inserendo nei suoi la,ori una esigenza morale inutilmente perseguita dagli altti scrittori americani moderni. i\la entro questo cerchio di discreta luminosità. so– no sempre a fuoco le im– magini del racconto? Diffi– cile situazione da cui l'au– tore ,euarda i1 mondo: poi– ché. quelJ"irreale non vo– lendolo direttamente espri– merlo. deve risultare più che dalle imma,1?ini in quanto tali. da un loro trepido rapporto: ma es– sendo tale rapporto estre– mamente delicato e sotti– le. il lettore deve saperlo intuire rinunciando a ve– derlo come concretezza di realtà. In questa con– templazione tacita e qua– si estatica della pro– pria interiorità. riflessa sulla natura e sui perso– nag,l?i, le immagini tendo– no a !arsi simbolo di un inconscio che resta pra– ticamente inespresso. D1f– ficile situazione quindi, difficilissima tecnica. che rivelano entrambe una condizione di estrema, ra– refatta sensibilitil: per cui. anche il solo tentativo de– nuncia una spiritualità che vorrebbe esprimersi in se stessa. quasi senza l'appi,l?liO della realtà em– pirica. sia pure nella sua più alta funzione emble– matica. E quando tale tec– nica non ,•anifica 1'1mma– ,1?ine in una sua condizi<r ne di irrealtà ultrasensi– bile. quando rimma,1?ine acquista valore di simbo– lo lirico come tacita ma– nifestazione del subconscio pudore dcli' inesprimibile, allora si fa luce di au– tentica rpoesia. Convinta. come già lo (u Dylan Tromas, che la poe– sia debba vivere neu·un– mediatezza della voce re– citante anziché rimaner confinata all"archivio della pagina scritta. Diana Tor· rierj sta profondendo le sue migliori energie per restituire alla poesia que– sta sua originaria dimen- obel per un'importante scoperta nel campo della fisica nucleare; fa consorte che non aveva mai potu– to condividere quelrarduo mondo intellettuale ha ora finalmente la soddisfazione di possedere il suo uomo senza limiti. ridotto com'è all'impotenza infantile. Ma da una parte la tormenta 1'1dèa che egli non sappia nulla di tutto ciò. e dal– l'altra la assale il sospetto ancor più atroce che. sotto sotto. egli sappia. L·onda di queste riflessioni ad al– ta voce. non dissimile da certi aspetti del teatro di Becket t. ha fornito alla Torrìeri l'opportunità di !ar valere le proprie ri– sorse di modulazione. dal tono suadente. affettuoso e rassegnato oppw·e trionfan– te. ai subitanei scatti di terrore o risentimento Di Thomas Babington 1\fa– caulay non si può\ certo dire che sia stato il piu grande :,torico inglese, ma il p1u for– tunato e d1 gran lunga, s1. l;:;ghtu e nmane il p1u note– \Olc e popolare fra gli sto– rici di lingua inglese. 1 suoi libri andavano a ruba, supe– rando di molto tutti i ri\·ali in questo campo, e gli per– misero di accumulare una considerc,·ole fortuna. ln– llucnzarono inolLrC il pensie– ro storico di diverse genera– zioni di inglesi delle classi colte. E infalli i libri di Macaulay non sono soltanto leggibili, sono anche eccel– lenti. Scritti brillantemente c:,si afferrano l'immaginazio– ne col \ igorc d1 un buon romanzo. Lo stesso Dickens non era superiore a Macau– Jay in fatto di s1ile colori10 e \•igoro:,o. JlJL. P)lU POPOL8UB.JB; STOHJlCO Jl~GlL.ESE * cui il cattolico Giacomo 11~ d'Inghilterra. fu cacciato dal Paese da una coalizione di protestanti liberali e conser– utori e la monarchia costi– tuzionale di Guglielmo e Ma– ry chiamata a sostituirlo. Come è naturale Macaulay scrisse da caldo fautore del– la gloriosa e ne attribui la maggior parte del merito ai liberali. Ciò nonostante il suo libro fu bene accolto da tutti i. partiti: D!)P? la pubblica– zione dei pnm1 due ,·olumi il Principe Consorte mandò' a chiamare l'autore e gli offn il posto di Regius Professor a Cambridge. ~Iaria Capece :\Imutolo ci dà come sua prima ope– ra un lun,1?0 racconto. Una donna. mille donne, - Cappelli. Roma-. che am– bisce alle multiformi com– plicazioni del romanzo. l\Ia, a parte resiJn,1ità dell'ar– ticolazione confi,eurativa. essendo i persona,l?J?i fun– zfonalmente necessari an– che se tutto il sentimen– to della scrittrice s'identi• fichi soltanto con la pro– tagonista, centro del suo fuoco narrativo, si può ben ,µarlare di !oman~o. se: più che fare questione d1 termini. non si trattas– se di criticamente dimo– strare appunto la centrale validità di quel suo stesso fuoco narrativo. Validità evidente alla lettura. ~a, Poiché si tratta del primo racconto di una ,1?iovane scrittrice. voglio _sottoli– neare, in quanto puo esser- le utile. quelle ombre che non dipendono dal centra– le fuoco dell· 1spirauone, ~~~~iìco~ ~ell~ispr:~~ri:;~ italiane come nelle univer– sità e platee straniere. comprova la fondatezza di un simile impegno. La prima parte del « re– cital \I consisté. ad Ann Arbor. di un originale atto unico di Carlo Terron. La Vedova Nera. Si tratta di opera sinora inedita. che Terron ha concesso in esclusiva alla Torrieri per questo giro di recite straor· dinarie; e ne emergono le qualità peculiari dell'intel– ligente scrittore che tanto ha fatto e fa per infondere nuova vita al teatro ita– liano. E' teatro ridotto alla sua essenza nucleare: un monologo ininterrotto. che ci rivela la storia di un matrimonio precario e i segreti trionfi e terrori dell'anima femminile im– plicata in una situazione paradossale. Un marito pa- E'. questo. un esempio di rhéatre inrericur alla l\tal– larmé; ma la stessa cosa si può dire delle poesie liriche sulle quali si im· pemia la seconda parte del programma. Accorata– mente verginale. con una punta di giocosità fan– ciullesca. nel lamento di « Compiuta Donzella 11; tra– sop,ata in principio. poi accalorata e infine dispe– ratamente tranquilla. in A Silvia. mentre dello stesso Leopardi L.Jnfinilo si pre– sta a una recitazione più monocorde. 1 pasiori di d·Annunzio. Dora Markus di Montale. sono altre poesie che consentono un tono elegiaco. lento. lim– pido: Gridasti: Soffoco di Ungaretti. invece. nell'in– terpretazione della Torrieri assurge a quote scoscese di dolore gridato. con ac– centi reiterati per ogni pa· rola. quasi una trasposizio– ne italiana della metrica convulsa di Hopkins. Lu– gete Vcneres Cupidinesque, Diana Torrierl La :,toria, per Macaulay, era anche letteratura. on e storia scientifica e non e certamente storia imparziale. Deriva buona parie del suo nerbo proprio dal fatto che Macaulay era uno scrittore che oggi si definirebbe e cn– gagè • e che allora si sole, a chiamare •polemico». Era uno dei principali rappre– sentanti della scuola liberale, i cui esponenti si considera– ,•ano campioni della libcrt!l. e del progresso e av\'crsari de– gli ideali di tradizione e di ordine dei conservatori, det– ti Tories. Macaulay era un uomo di pane e la storia è partigiana: ed è appunto que– sto fatto, approvi o meno il lettore, questo suo atteggi3- mento, che ancora oggi in– duce la gente a leggerle. Macaulay possedeva un do– no che ne faceva uno stonco che si sarebbe tentati di de– finire e nato. Ave\'a una pro– digiosa memoria. Era in grado di citare correttamente pagine e pagine di qualunque libro. Vedc,·a una poesiola in un non so che oscura pub– blicazione e più tardi, quan– do tutti a\'cvano dimenti– cato perfino il nome della ri\•ista, pote,·a ripetere i \<'r<.i lclli colà. Ad onta di l l centenario di !Uac111,i.lay questa ra,,olosa pol~nza i:nne– monica, non erano I fatti che interessavano Macaulay, ma la loro interpretazione. Il compito dello storico non era tanto, se.condo lui, di regi: strare quanto, sopratutto, d1 illuminare il passato. Oltre a questo ideale, egli. si ~rop~– neva anche di d1\'cn1re 11 lettore. e Per mc - ebbe a dire una ,·olla - un libro che non sia divertente è privo di una delle virtù es– senziali•· Macaulay era diventato Pa– ri d'Ingbil1erra.. cioè Lord Macaulay. soltanto da due anni. allorché morl nell'età ~i 59 anni, nel 1859. Era fiaho di un eminente riformatore puritano, Zachary Macaulay, che era s1a10 uno dei diri– genti del movimento contro la tratta degli schiavi. L'amo– re dello storico per la libcrl3 gli veniva dal padre, cioè per lo meno in parie, giacché, an– che dal lato della madre, era imparentato con una famiglia di dissenzienti liberali. Macaulay rivelò le sue doti eccezionali io giovane età. A diciouo anni andò al– l'Università. e precisamente a Trinity College, Cambridge, dove vinse ben presto tutta una serie di ambili premi nel campo degli studi lcucrari e classici. Ben presto acquis1ò anche fama di oratore politi– co nelle assicurazioni studen– tesche. A Cambridae tuttavia la ma1ematica era ancora, a quell'epoca, fra le materie obbligatorie, e Macaulay ad onta di tutti i suoi successi in altri rami dello scibile, non sapeva fare le somme. Fu bocciato un paio di Yoltc a causa di questa dcboletta, ma ciò nonostante, a soli 24 anni, teneva già catledra a Trinity Colleae. * di F.l!JR~l\1,TO LlJCJ.,UH Nell'aspetto Macaulay non era ciò che si dice un bel– l'uomo. A,eva un ,iso pia– ce,·olc, ma una figura sgra– ziata e grassa ed era noto per la sua goffaggine. Vestiva ma– le e non sapeva né cavalcare, né tirare, né nuotare. Una ,·olla, al castello di Windsor, la Regina Vittoria gli comu– nicò che c'era un cavallo a sua disposizione, al che Ma– caulay rispose: • Se Sua Mae– sta desidera vedenni a caval– lo, dC\'C ordinare un clc– fan1c ». Ad on:a della sua goffag– gine, e forse appunlo per via di essa, Macaulay era molto ricerca10 nella società ele– gante. Pranza\'a regolarmente fuori nelle piu celebri case liberali, e, pur non avendo fama di bello spirito, era un delizioso conversatore, anche se di lui fu detto, quanto \'enne ripetuto più tardi per Henry James, e cioè parla\'a come un libro. A 33 anni, do\'elte prendere una difficile decisione. Gli fu offerto un poslo mollo im– portante in lndia con uno sii– pendio di diecimila sterline annue. Acce\1are voleva dire rinunciare al suo seggio in Parlamento, anche se tempo– raneamente, e trascorrere sci anni delJa sua vita in Orien– lC,Ma la possibilità di guada– gnare, in quei sci anni, dana– ro sufficiente per vivere tutto il resto della sua vita, rap– presentava una tentazione quàsi irresis1ibile. Dopo a\'er– ci pensalo e ripensato Ma- ~~~lala:::r: ~!-aac~~!~~n;! pO\·cra; da avvocalo non ave– \'a guadagnato quasi nulla e i suoi proventi di scrittore erano ancora da venire. La sua decisione quindi non può sorprendere. Macaulay partl per l'India in compaiJlia· della sorella Hannah, e, appena arrivato dovct te occuparsi di un pro– blema che gli sembrò su mi– sura per le sue capacità. Fu nominato presidente di una commissione incaricata di de– cidere quali materie do,·essc– ro essere insegnate agli india– ni nelle scuole che stavano per essere create colà. Ma– caulay si convinse rapidamcn– le che l'unico partito razio– nale era di imporre unità. in una regione do\'e regnava una grande di\·ersità, di fare in sostanza agli indiani di qualunque religione e comu– nità, una comune cultura di tipo occidentale. Il primo passo in direzione era di in- segnar loro l'inglese. , .Ben pres10 fu di nuovo al Parlamento, come dcpu1a10 di Edimbur.go, e anzi addirit– tura quale segretario alla guerra nel go,•erno liberale di Lord Melbourne. Ma non era del 1u110a suo agio nei panni di ministro, e quando. alle elezioni generali, il go\'erno Melbourne fu sconfitto, egli poté riprendere la sua vi1a di deputato, lieto del cambia– mento. Trovò perfino il tem– po di scrivere poesie. Anzi, ci sono probabilmente molte persone nel mondo di lingua inglese per le quali Macaulay è ancora più familiare come poeta che come storico, quan– tunque la sua fama di poeta si fondi unicamente su una piccola raccoila di e Lai del– l'antica Roma., pubblicata dall'au1orc all'e1à di 42 anni. che ricordano eroici episodi della favolosa storia di Roma. li libro ebbe; 11D ~ :,ucccsso e se ne ,·endettero ccnlomiJa copie in trent'anni. 1 critici non furono altret– tanto favorevolmente impres– sionati. Macaulay tuttana era modesto e sperava che la sua posterità lo giudicasse per il resto della sua opera storica. Il suo primo libro di studi storici, uscì solo due anni dopo la sua pubblicazione dei Lai. Qucsli e Saggi Critici e Storici • erano apparsi origi– nariamente nelle pagine della e Edimboreugh Review •· In \'este di libro ebbero un im– menso successo. In America il suo rilmo di vendila era superato sohanto dalla Bib– bia. In Patria esso stabill pri– mati di tiratura senza prece– denti per uno storico. In questi saggi Macaulay trat– ta\'a di storia europea. oltre che inglese, e uno dei suoi studi più memorabili è ap– punto il ritrauo di Federico il Grande. Nel corso di que– sto saggio ]..tacaulay dimo:,tra come un ragione\·ole calcolo dei comuni interessi spinges· or;cla Francia e l'Austria ad allearsi contro Fcdenco nel 1756. Un libro di Macaula), una ,olla che si sia incominciato a leggerlo, si finisce quasi sempre tutto d'un fia10. Pur conoscendo l'esito degli av– ,enimenti narrati, il lettore desidera conoscere il resto della vicenda nelle parole di Macaulay e viò vale non sol– tan10 per i suoi saga:i, che sono abbastanza brevi, ma anche per le sue opere d1 · maggior respiro, comprc– \a quella sloria dell'lnghil– tcrra :,otto gh ultimi Stuardi che use\ in cinque volumi fra il 1847e il 1855. Questo e Il capolavoro del Macaulay, cd ha per centro focale la ilo– riQ!A ~ poi )688, lii ?\tacaulay tulla\'ia declinò calcolando che le confcrcnz~ d7lla nuova carica, aa5:iunte a1.suoi doveri in Parlamento, gh a,•rebbero portalo \'ia troppa parte del suo tempo. .\lacaulay infatti, bisogna ri– cordarlo, fu sempre estrema– mente coscienzioso cd a\eva cu~ ~on sohanto di Jegaerc tutti 1 ~ocumenti esis1en1i ma di \'ISitarc anche i luo~ ghi connessi con gli aneni– men1i che do,·e\·a narrare. La sua fama di erud110 non c.ra li1:1i1ata al mondo dt hng ua inglese. Subito dopo la P.ubb ~icazio.nc della sua sto– na d1 Inghilterr a, e5:lifu elet– ti:? membro delle Accademie d1 Utrecht. di ,\tonaco e di Tonno, fatto Cm·alicre del– l'Ordine del Mento Prussiano e membro dcll'Institut de France. Al suo ntiro dal Par– lamento, per ragioni di sa– lute., all'era di 57 anni, gli fu :,ub1to otrei:to un seggio alla Camera dei Lords. che egli accetto. Ma dovcrn god<!re di que~to onore per .!>Olidue anni. I! mcrcolcda 28 dicem– bre 1859, Lord Macaulav si senti male mentre deùa,·a una lettera, e mon Ja sera del_lo ste5:so aiorno. La sua ull1~a m,~si\'a, caratteristica mam~estaz1one della sua gc– neros11à, era n\'olla ad un po\·cro. sacerdo1e che gli a,·e– , ~ ~cnt10. chiedendogli aiuto nel! ~,•,·crs1tà. Nella lct1era lo stanco a,c,a _accluso, assie- ~~Udj sz; =~:, un as-

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