La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 11 - 12 marzo 1961

LAFIERA LETTERARI Anno XVI • '· 11 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCI NZE Domenica 12 marzo 1961 SI PUBBLICA LA DOME !CA Fondalo da UMBERTO FRACCHlA * Diretto da DIEGO FAliliRl QUESTO l\ }lÉl{O L. 100 DIREZIONE. A:'11!\IlNISTRAZIONE: Roma - Via del Corso, 303 - Te1. 687645 - Amministrazione Tel. 673015 - PUBBLICITA': Amministrazione « LA Fl.ERA LETTERARIA 1> - Via del Corso. 303 - Roma TARIFFA L. 150 al millimetro • ABBONAMENTI: An.ouo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lire 7.000 - Copia arretrata lire 150 - Spedizione in conto corrente postale (Gruppo II) - Conto corrente po3tale numero 1/31426 ESPERIENZE E, CONSIGLI * L'avvenire della Televisione * di IUJIJOLFO A IU 'l'tl ;r I ----. Rodolfo Arata E~, OR:\lAI un d.ito c-omune c:on~i-de:-ure l;1 televisione .., uno st:,umen:o :11 p:::!n..ic.-o:uLonc. 1 cui r1,,,ultaw .,>no soggetti a oo~tante approfondimento e a un confronto più. contmuo e impegn.Jtivo che per altri me7.z1. con le nuo\·e. ric::m:ent1 esperienze. Comiene oet·t:m10 \·a!u·are ~n l'indi.-;pen.sabiole di– slacx.-o critico Ìe teorie e le intertpt"etazioni che tendono a d~fi1,~:~1~t~inla u;~lc~·i~",~t~~:~~~:~ :C~~~li g!~or:i': o~it~,~: rebbe rendete sLretLJment<' i.:onio di tutti I suoi a,-petti. si<.1 limitandone c:he a:nplificanòone eccessiYélmcnte il ris1>ett1vo campo d'a~1onc. Strada facendo ..all'e,;,une ch12- rificatore del cammino perco:-sv. molte ai quc..,le ocfini– zioni hanno dovuto sub:re sostanziali 1.rasformaziom. Per tali moti-vi s1 pllò afferma.re che l'impiego ci.elio strumento televisi\·o e la rigoro.:;a applic-azione delle sue c~nitteriist:Che ritnO"',"Ono tut~ora m g,ran p::!rte affidati all'r:perta disposizione ed alla ~apacità di quanLi inter- ~c:ig~~r~t~~~f:at:tit:e~f t!~r 0 diIT;~;:\\~ d~:la~~~=ì~~~ sono ancora emersi caph=a.ld1dellniti\·i. la vao!idità d~ un metodo attinge d:rettamen!.:- dli-e pos~:bilità di aderire con persona!~ p, .. ·tecipazione. con appc,rto originale. alle mdicaiioni di un;a no-n ;.u"\Cora ro:1roldata e~:-ienza creati,:a in atto. !)Cl"'ChC in tal caso tanto maggiore ri~ la fecondifà di un d:aJogo cht? si è iniziato :;olt.mto qual– ("he ,:1nno fa e che non ,;i può stabihre ~n da oggi. quando potrà conclude:~i. Ovviamente. Il mezzo telensivo si m:-.ura m modo più <..·omp!etoe più etri;;-;.i.cea!lo:·q1:1andc viene prO'!)O.-:.to prupl"io in rapporto alle c:t:-atteri.-,,t:che che gli sono più. wnger.iali. e c~e con magg:ore o. mir.c:m;~. inten.sità si ba~<.1no.per gì1 :.. :,:petli lt:-'.:nic1. sui p:oced1ment1 deUa hpre!.'a d,.retta. e p:?.· le forme ".::tp:~i\-e • .sulla azione d.:-t::ttc1della telec~mera. L:i produzione di documentari o òi mchie:;te che ,i i~pi:-in-.>im·ece &!le formule cine– ma:ogratiche. ptt!· d ando n: a a rco:ilizzazioni di qual:ta. ap;,artengono ad un gene.re ;n parte marginale alla te:e– \',~.one. e appa:cno n<, n completamente m~erite nella fonjament&e traietto:-ia tòra!tenstica dppunto delra~ti– \'Ìtà tele\·J2h·a. In questa dimcn.:.ione. rm:.e:·,·ento cìdJ'él.rli.s:.a televi– sivo (sia egli autore. registJ '> aLt<X'e) può -ipaziare con &ufficien:e libertà e di~onib:lità creat:•vc. Taluni e.:.pe:-ti. taluni c:-ilici che ~eguono c,;,n atten– zione e bcnevolenzJ l',tdtì\'i~à de:.'.a rad:o e della tele\·i– s:one a\'evano arie: m;;:o che in effetti al lingu aggio teie\.·.si\'O si pon-?\·ano !imiti ben definiti. e in pa.rt! colare 3\'e\·ano €~µres~o la !CIO pe:·p'.o&.:.ità~ulla pÒ~:b:lità di rca;izzare odeguatamente ::cpe.10.cdicomplessi. che richie– des.>ero od e~emp10 mo\•imen:.1 ~nìci c ooreogratici di notevole amp;ezu,, e ricchezZJ. Proprio la CO'TK:retae.--pe:-i~nza. pe:-.... egwta ::il di fuori e taJvo:ta ill contra.s\O oon queste ed alt.re considera– zioni teo:-1che. ha consentito siri d'ora di ~upe:·are limiti che :;1 ritenevano difficiimente \·aJi<::abili. Basti ci- 1 .are a ~al pro~ito l'alle!'tllnento telens1vo della e Turandot,. che. pè\:" am,pio ricon• --<•imento. ha fatto _dimenticare agli ~pet.tatori le d'mem:oni og~ettM:.?. del ~.«olo :-ettan,golo dr,,J \•;deo. c:-eand'-' !"1mp:-e.-,,.:.·one ò1 :::.pazi~re d1 fronte ad un \'a.Sto pa:co.;<:enico. dai coniìn1 dinzmi-ci e non statici. :-lé in ta! ~en:;o .-ppd:-e s:gnidc~ti\•a l'cs~ervazìone che taluni capola\'o:-i deli-.i: cmemato,atJfia. p:-oietl"aLi in <ele– viJ/cne. ne ~icmo :-ìm~ti mo;·tificati ed e.~r~vamente ne .:::bbiano t.:-atliJ prt!giudizio. pe:·che . .::e mai. que~to è un a:-gomEnto che torno a favor.? di quanto si e affer– mato sulla o:·ìginalità di caratterblichc• èf'l mezro tele– visivo. E' e\·iden·e che fi:.m realizz.;ti con altro ritmo. con altro mo\.·i-mento C(;'rri..,p•,:ndente a diYer~e ragjoni di c;;:-attere esp:-es.:;i\'O. ri.p,:-op~:..d univocr.m<"Tlte. ~nza un ad.,.zuato .idat,:unento. ne :1bbiano Wfft:-to. Que:-10 fatto. pe,:- alt:-a \·i~. tende quindi a confer· mare i"effetif\'a \'alidilà de!.;<:1rappre.::en'az1one te~evi– si\·a d; ( ,>E;:e che Pon.;;::on'Jan;!"he_non indifferenL1 pro– b:emi d1 riduz:one - ad esempio. come indicato, sul piano di un a.Ues-Limento spetta C?la~e par ti~la:711ent~ comple!>;;o e impegnativo - e il sigruflcz.to dei rlSultat.i che in tal modo. ove ,.;o,ccorra l'estrosità e l'originale aj)p .cazione di regia e interpretazione. \·engono ad essere au onomament.:- raggiunti. Un a,tc-o .settore nel qua;e .:.i può_ :--ottolmeare la parti– cola.re e!fic..ciJ de:le :-ip:'e::ie te:evisive è quello delle man ifestazioni ~porti\·e. Per l'immediatezza di P3!%_"tecipa– zione coruentH:a dal mezzo televisl\"o. si può d..re che questo ha cont.:-ibu,ito in note\-ol.e misura a dl!(~der~ Ja conoscenza !ra L p ubb:ico i-~alìano, "ti·raverso I suoi e0:legamenii diretti. di fcr.me di cipc,:-t p:-ecedentcmente non Lanto --egu;te Q'J<1n!o ..t\':t>-biY ;o meritato pe:- le .i xi ~.ngo!;:r:- qu,di~J "onip"":.,.\·e_ . l::' quindi lecito afferm· re che. m g~ncre .. a tclevi· 1,1one puo c.-oncorrere a eh: risolto ad una varie:à di JD>UE JPOJB::§.J[J~ * Giovanni TillaRosa * Non posso dirti Come lo posso dire a te che mangi la cicoria selvatica dei fossi raccolta dopo il gelo, e la condisci d'invernale cipolla e un po' di sale? Tu mi guardi le scarpe la cravatta il fazzoletto nel taschino e il morbido paltò mi tocchi, e so cosa ti pensano gli occhi fermi ma d'invidia furtivi. Gli anni t'hanno fatto il viso stesso di nostra madre, le mani arrossate di lei e l'unghie opache i polsi ruvidi. E i ragazzi che hanno gli occhi neri di tuo marito, ciò che più ti piacque, non ravvisan lo zio, vedono solo un estraneo signore. e vergognosi dietro te si nascondono, attaccati alla tua veste di vecchia contadina. Non posso dirti ch'ero più felice quando s'andava al prato sotto casa a portare la vacca, quegl'inverni luccicanti di geli mattutini; e il sole alzava intorno ai colli fumi sparsi di nebbie e chiese nella valle suona van mezzogiorno. E. poi s'andava dal nonno su alla vigna delle Querci. e s'udivano i colpi del piccone: era piccolo e curvo sul maggese e scherzando diceva: e Che ci passa oggi il convento?:., e scopriva la cesta dove fumava la minestra .. E ora perché non sai guardarmi tu cogli occhi di nostra madre. e io non ti so dire, non posso dirti ch'ero più felice? Ma tu, fratello morto agli Altipiani in quella guerra giovane e tu. madre, che potete vedere la mia vit,a con lo sguardo di Dio, voi lo sapete perché non posso essere felice. Memoria, non lo perdere Che vuoi che sia, un attimo di luce in seno al tempo, e il tempo un attimo in grembo dell'eterno. Ma dici: come bello, quei colori sui fiori, quei sorrisi nei visi di ragazze, quelle voci del giorno, quell'esistere! Oh felice fu quell'attimo. il male medesimo un'ombra, di quel bene, di quel punto di luce. l\lemoria, disperata memoria. non lo perdere, salvalo dalle mani della morte. UN DRAMMA Dl DlEGO FABBRI AL '' Q UlRlNO,, D1 ROMA La duplice • storia di Teresa Desqueyroux * di GIOI' A:\:\I C.-\1.,E:\DOLI Anna Proclemer In e Teresa Oesqucyroux • ti/ COillFIJII/ 'i'HA Dlego Fabbri, tsp1randos1 liberamente al romanzo Te– resa Desqueyroux di Fran– cois Mauriac, ha c~tru1to un dramma nel quale. come era prevedibile. è pòsta in rilievo non tanto Ja vicenda esposta nell'opera narrativa quanto Il suo contenuto dialettico, la sua sottile tes– situra psicologica e morale. Questa tessitura è retta da alcuni nodi fondamen– tali. V'è nei personaggi di Teresa Desque;rou.x la preoccupazione spasmodica, ma banale di difendere la onorabilità del nome fami– liare, nascondendo accura– tamente agli estranei I Cat· li che possono offuscarla. senza però risolvere le si– tuazioni sostanziali. Scri\·e François Maui;ac nel ro– manzo: •Le malattie più temibili per la razza non sono forse segrete per de• !inizione? Le nostre fami– glie non se ne preoccupano a!fatlo. esse che. tuttavia. sono maestre nell'arte di L'; ITI.TE E IA * t.eppellire le loro 1mmon– òiz;e; se non ci fossero : domest:ci, non si saprebbe mai nulla ... v·e anche nel personag– gi la impossibilità co:,t;tu– Lionale di comunicare spi– ritualmente: Il loro lin– guaggio non nasce da una intesa intima. ma dalle co– se e dalle scnsaz:oni (:– siche; è un linguaggio ma– terialistico. Ma, nella trasposizione Nel prossimo nu– mero articoli di EnnioFrancia e Rodolfo Arata perl'inchiesta 1c L'uomo nelle ar– ti contemporanee )>. Pittura e follia Q CEST! sono dei q..a.-- ~tdidi~i~~~ e.da mala- Vengono dall'ospedale psichiatrico di Verona e da quello di Imola. I medici hanno detto ai ricoverati: ecco qua delle matite. dei colori. dei pen– nelli. della carta. della te– la. provate a disegnare qualche co~a. ~folti si sono mostrati indifferenti. alcuni sono rimasti incuriositi e han– no provato: ma non han– no combinato niente. Altri invece hanno com– binalo delle cose interes– santi. Eccone qualcuna. Che senso hanno questi dipinti? Una pura curio- * tU 1111''0 BVZZ1I 'l'I sità? No. C'è qualcosa di più. serio e importante. Prima di tutto sono una testimonianza, una confes– sione. come se quei malati fossero riusciti a dire coi segni e coi colori quello che non riescono a dire con le parole, C(llne se ci aves– sero raccontato. sia pure in piccola parte. ciò che succede dentro alla loro testa. E queste confessioni ,in– consapevoli servono mol– tissimo a capire il malato. le sue reazioni sentimen– tali. le sue manie. i suoi desideri. il segreto stesso della sua infermità. Primo caso. Renzo. 25 anni. Epilessia cerebropn– tica. Ci pari.i esclusivamente cli alberi. Prima in bianco e nero, poi n colori. Per– ché'! La compnrsa ciel colo1 e corrisponde a una canc:,1 di emotività che primo non c·e1a. E il malato fi– nalmente la butta fuori. li berandosene. Gli alberi Paolo. 60 anni. dice: • E' meschino. petulante, fasti– dioso, labì'.issimo nell'af• fetlività e incontinente nell"emoti\'ità. Quasi in– tollerabile in padiglione, ha trovato inaspettata– mente il modo di occu– parsi alla scuola di pittu– ra a cui si dedica con ca. parbietà. OfJ::Oglioe incon– sueta passione. In pochi anni ha preparato centi– naia e centinaia di lavo– ri, di cui una buona parte r - scen:ca che O.ego Fabbri ha dato del romanzo rein– ventandolo, un motivo ap– pare in particolare rilie– vo attraverso un ab::. ;;:– mo gluoco di complessi e rifrazioni psicologiche ed è la definizione del dolore, della soUerenza come di un sent:mento che apre !e anime. le rende sensibi!: e le affratel!a elevando:e. Teresa Desqueyroux è accusata di avere avvele– nato :l marito Bernardo, un carattere chiuso, duro, spiritualmente sordo, da lei sposato senza amore in seguito ad un trattato di alleanza tra due potenti famigJ:e d: Argelouse. In realtà Teresa non ha com– piuto l'atto cr;minoso: ma, avendo notato che il mari– to vers;iva nel suo blcch:e– re una quantità eccessì\-a di un medicinale venefico, non ha impedito che egli ingerisse la pozione. E quale è stato il vero mo– vente di questa dellttuosa e consapevole omissione? Non come crede il giudice, la passione di Teresa per Giovanni Azevedo: ma la necessità. tradotta in forme contorte e perverse, di sciogliere la durezza mo– rale e psicologica del ma– rito mediante un urto do– loroso, d1 Infrangere la barriera della sua sordità umana. Ma il folle tenta– tivo fallisce, perché il so– pravvisuto marito sente solo fisica repulsione per la moglie. ·· /1'/l!,' ll.il * A /.,f!TTO :-.ronsolo. Da questi qua– dri talvolta si può rica– vare una diagnosi precisa. che altrimenti sarebbe dif– ficile o impossibile. Scon1parsa di Gio11anni J\lecco E se ne può addirillura rica\'are una prognosi: in– travvedere il principio di una guarigione, o l'indizio che il male sta aggravan– dosi. Sarà. invece, Teresa De– squeyroux, che. circonda– ta dall'altrui incomprensio– ne. resterà a colloquio con se stessa in una tragica solitudine. l'unica creatu– ra toccata dalla gra· del– la sofferenza. E quando la cognata Anna che è stata pazzamente innamorat3 di Giovanni Azevedo. (al qua– le ha dovuto rinunziare per piegarsi anch'ess:i ad un matrimonio di conve– nien?.a). chiederà a Teresa di quell'uomo scomparso, Teresa mentirà pietosa– mente. Teresa le dirà che Giovanni Azevedo è scom– parso parténdo per un lun– go viaggio con un solo sco– po, queUo di dimenticare la adorata Anna. Ed Anna accetterà il suo destino di donna. condannata 2d un matrimonio non desidera– to, con rassegnazione e con segreta felicità. L'illusione di quest'amore imposslbi• le la seguirà e la console– ré't. E l'artefice del!a sua consolazione sarà stata ap– punto Teresa Desqueyroux. addolcita e trasfigurata dall'esperienza del dolore, divenuta finalmente comu– nicativa verso un'altra creatura anch'essa ferita. insignrlrad11llore e saggista l 'er.)o il mez:zogiomo di domenica 5 marzo u11 im– prov\1iso llllacco cardiaco ha srronClltO la già debo– le fibra dell'amica. Gìovan– rti Necco, tmo dei più ,,ec-– chi e fedeli collaboratori della Fiera •· Il giorno prima m•e,·a telefonato in reda:;ione ammnciando la :,econda puutata della ap– pena \'arata • Rassegna del– la poesia tedesca presenta– ta per quadri• di cui nel wtmero scorso è apparso l'inizio, dedicato a tre poeti dell'impressionismo. Come atl og11i visita o telefo11a– ra, s'era chiacchierato wi po': Necco a1•e1·a parlato del grosso lavoro che l'al– tendeva per sistemare e pubblicare e11tro 1'011110 la \'asta e an~ora disper:,a opera di traduttore e di saggista. iA morte lo ha colto me11tre pe1isa1•aal fu– turo, mentre ai.·e\·a pii( bi– wg110 ,ii tempo. Stara ora ai suoi di~cepoli compiere l'opera bruscamente m– terrotta, e darci piena te– :,timonianta dell'ampiezza e profondità di lavoro svolto tla Gio1·a1111i Necco, germa– nista insigne, nella sua se– rena e laboriosa esistenza di studioso. Con lo studioso e con il collaboratore rimpiangiamo a11che l'amico discreto, che prima di ogni altro perso– nale interesse fece sempre \•a/ere quello, integerrimo, della propria disciplina, co11tempera11dovi le 11atu– rali doti artistiche con quelle cri1iche. E di ciò fa fede la sua ampia produ– ::.ione, che nel settore sag– s:istico annovera fra l'al– tro: Storia del pieusmo germanico fino al romanti– cismo, Realismo e idealismo nella letteratura tedesca moderna. Leopardi e Hèil- ~~::~he 1fr~~tir. l'°d~a~ \ olti della Germania, Nuo– \ o Dizionario 1edcsco-ita- liano e italiano-tcde:,co Canzoniere tedesco mo~ demo. Sopra i :,uoi sag~i lta1111o_ e:,presso lusinghieri giudi:;1 Karl Vossler e Bencdcllo Croce. le sue versio11i poe– tiche (Gudrun, Lutero, Li- 1ici della Riforma, Niet.z– \chc, Lirici conlemporanci} .)0/IOstate giudicale da Sii– rio Benco • esempi di stm– s1bilità fedele. e msieme di musicalilà e di snella {lne:.– :.a tecnica del verso italia- 110, da mettere tra i pit1 perfetri che esistono d1tra– d11:.io11i metriche 11ostrc della poesia straniera• Nel· la Deutschc Rundschau, flerma,m l<esteit lta for– mulato, imonio alla sua Storia d ella Letter atura lc– dcsca, il segue.me giudizio: • Può co mp etere con qua– hmque storia della lettera– tttra tedesca e sarà sicu– ramente di grande utilità agli italiani•, aggiungendo che essa e meriterebbe di uscire presto in lraduzione tedesca, dati i suoi pregi straordinari•· lnfatli la prima parte della Storia aò– braccia il periodo dalle or,– giui al secolo XVIII e cou tie,ie efficaci capitoli sul monumemi lellerari più an– tichi e sullo .svolgimento del teatro, dell'epos, della prosa e della lirica f,,,o al Settecento. Né me110 stimate sono state le sue traduzioni da Herder, Mumbold, Brenta• 110, Kleis1, f/ebbel, Roth, Neumam1, IVildangaus, Mcli. Giovanni Ne.eco era nato a Livorno Ferraris (Vercel– li) nel /895, ed occupava, come professore orditzario, la cattedra di lingua e let– teratura tedesca nell'Uni– ,,ersità di Bari. Nel '55 e nel '57 gli furono assegnati due premi Marzotto per la produzione critico. . 'on basta. Il disegnare. il dipingere può servire come cura. Il malato. dipingendo. si libera, rompe quella specie di barriera che lo ha imprigionato. torna a comunicare col mondo. ri. stabilisce un contatto con il consorzio umano. col mondo dei sani che vivono ruori. a distanza di pochi metri. forse. eppure sepa– rati da una distan:za incal– colabile. 11 suo debolissimo cio>. questa coscienza a cui cia– scuno di noi si appoggia per lirare avanti nella vi– ta. prende fiato. si raffor– za. ricomincia a esprimer– si. dopo secoli di silenzio. Si. è una faccenda gros– sa. un'impresa appassio– nante. In molti ospedali e cli– niche si fanno esperimen– ti in questo senso. Ed ecco i risultali: di– pinti che lasciano perples– si e nello stesso tempo stupefatti e ammirati. c·e una forza. una suggestio– ne misteriosa. Alberi alberi alberi frut– ti trUtti frutti tram tram tram corvi corvi corvi. Ciascuno di questi strani pittori batte e ribatte su di un proprio motivo. on Cuna ricerca di per• fezionamento neBa stessa direzione, ccme succede in molti famosi pittori, anti– chi e moderni. E' piuttosto una mania, una ossessione. Z. C.: -H anni (Sc/11:;ofrenia para11oide) erano scarni e nudi. ora si coprono di una infinlla di fiorellini e di foglie. fio– ri e f6glie. fiori e foglie, fiori e foglie, ripetuti al !"infinito con meticolosa precisione. Ecco la malattia che si rivela. c·e un bisogno fre– netico di movimento. di scatto, di sfogo muscola– re. Guardate quelle foglie tutte uguali. la mano va su e giù instancabile. non è più. capace dì fermarsi. Foglie. foglie. foglie. E" il male che lo tiene e gli im– prime una carica implaca– bile. E' l'epilessia. l\la non sono Corse belli questi alberi? Chi potreb– be negarlo? Che nella or– ribile condanna dell'ep1- lcttica non ci sia per caso anche una oscura carica di poesia? importante anche alla lu• cc di considerazioni pura– mente estetiche>. C'è una sua lettera che dice: • Ebbi attività di lu– certola sul pianeta Vega. La mia nascita verde ri– ~ale al 1377 >. Ogni tanto scrive lette– re a Picasso. r medici dell'ospedale gli danno corda. E lui co– si ogni volta riceve da Pi– casso la risposta. Le frutta sono il suo leitmotiv. ila lui le stilizza e le semplifica fino ad arriva– re a una pittura assoluta– mente astratta. Notare la simmetria bi– laterale dei suoi quadri. Gli accordi di colore so– no sorprendenti. Ohe cosa Questa è la storia inte– riore del dramma; ma es– so ha anche una storia esteriore. che consiste nel racconto degli esped!enti ai quali i familiari di Te– resa ncorrono per nascon– dere il suo delitto prima al giudice e poi agli estranei. Teresa. come è noto ai leitori del roman?.o, è sal– vata proprio da una L:·.;a testimonianza del marito che è stato la sua vittima. Ma, quando sono decadute le ragioni contingenti che rendevano opportuno l'oc– cultamento della ro~~'l vi– cenda. Bernardo alL ·ana Teresa dalla famiglia, la invia libera a Parigi. Ed al– lora incomincerà veramen– te il problema di Tere– sa: ritrovare se stessa. e ritrovare un vero contat– to continuo e non occasio– nale con le allre creature. - ~--~ •4------------------------- Come se, insistendo sul medesimo argomento, uno cercasse di liberarsi. Co– me un battere battere al– la medesima porta, spe– rando che un giorno s1 PErir~ La cartella clinica di (Contlnu°iiai P•i• 2) Teresa Desqueyroux co– me si è detto, si svolÙ su due pieni: l1 piano delle vicende esterne (la durezza opaca di Bernardo, il de– litto di Teresa, il suo rl• bellismo alle consuetudi– ni della società nella qua– le vive ecc.); Il plano delle vicende interiori. (la sco– perta di una pienezza spi– rituale attraverso il dolore e, la sincerità del rappor– ti u~anl). La regia di Glorg10 Albertazzl, che ha allestito lo spettacolo nel Teatro Quirino di Roma ha illuminato fortemente ~ con la OPP.ortunacrudetoi

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