La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 11 - 12 marzo 1961

Domenica 12 marzo 1961 A .";O .11111 #)Af,l,A .'1Qll.TE DI FOGAZZARO * CA FIERA LETTERARIA DUE 'Jl'EN\..JPJC E * DUJE Pa11:.5 JP O E 'Jl' JC ''Piccolo mondo • antico,, un capolavoro dimenticato * D'Annunzio Quasimodo viaggio per la Grecia e • in di DA,':. 1 IEL JHJPS di Cii 'l'EIUX,I 11,1 SS, 1/,11 / L'autunno. soprattutto se piovoso. e propizio alle lunghe letture. Quel libro che una biblioteca dai tesori d(menlicati ci ?ffre, la di~trazione di un giorno di piog. g_ia ce lo fa riprendere m mano. Ce n'era rimasto un ~1cordo_molto vago. ed ecco che lo :.i riscopre. Cosi 10 ho nletto, in questi giorni. quel romanzo che incanto la nostra gioventù: e Piccolo mondo antico.,. di Fo– gazzaro. . Ricordo quella giornata invernale. piena di luce e duna dolcezza squisita. in cui scoprii Oria e tutta la ~·alsolda. Il Ticino non era mai stato cosi paradisiaco, il Lago di Lugano più splendente nel gioco del sole e_d~ll'ombra _al quale si abbandonano i complicati ri– lievi che lo fiancheggiano. Non esisteva ancora la stra– da che permette oggi agli automobilisti, che vanno verso il Lago di Como. di fermarsi se per caso non han– no premura. in questo piccolo aniolo incantato. A quei tempi bisogna,·a raggiungere i suoi rustici porti attra– verso una mulattiera o. cosa che noi facemmo. in bat– tello. Oh. come fu delizioso quel pranzo. a Oria. sulla piccolissima terrazza cl·11na trattoria di cui eravamo gli unici ospiti! Una piccola spedizione sui luoghi fogazzariani ron avevo, allora, altra ragione per organizzare questa piccola spedizione e questa ~ost:i.. per ritrovare i luoghi del e Piccolo mondo antico>. Era ancora per me !"età dei e pellegrinaggi letterari>. quando si ama evo– care Jean Jacques al giardino e des Charmettes > e ru– bare ui:1a foglia alredera che. a :\Iilly. fece piantare -Lamartme. Franco. Luisa, la terribile nonna ed il gio– viale ingegnere capo e il controllore. tutto questo e pic– colo mondo> veramente m'era :i.ncora così vicino che mi piaceva andarne a scoprire I~ tracce sui ripidi pen– dii della montagna ticinese, nei villaggi dai nomi de– liziosi. E, se ricordo bene. le des.;rizioni del rom:i.n– ziere sono così esatte, così minuziosamente evocatrici, che nessun particolare sfuggì alla nostra ricerca, in questi luoghi che, allora, non erano cambiati per nulla in cento anni. ~lolto tempo è passato: mi si rispanni il calcolo de• gli anni. E, lo confesso. non avevo più riletto e Il pic– colo mondo antico•· Lo ritrovai dunque, dapprima con difficoltà e senza entusiasmo. poi con crescente gioia: alla fine, lo lasciai con dispiacere. Si C sempre un po· imbarazzati a gridare al capolavoro sconosciuto, soprat· tuto quando questo capolavoro e nei programmi della licenza d'italiano: cosi facendo. si confessa soprattutto la propria ignoranza. ~la il e: gran pubblico>, come si dice. lo conosce questo romanzo, lui che decreta a certi romanzi storici dei nostri giorni, il trionfo? Si conosce abbastanza la gioventù di questo libro. ,·ecchio ormai di sessantacinque anni, e la cui traduzione francese apparve esattamente cinquant'anni fa? Formalmente Piccolo mondo a111ico appartiene alla categoria di opere dedicate dagli Italiani al e Risor– gimento:.. Ciò basta. forse, perche il pubblico francese non se ne interessi subito e senza che lo si incoraggi. I Francesi non capiscono troppo il e Risorgimento>, non conoscono quello che fu, nella sua essenza. que. sto movimento che spinse tutto un popolo. dalle Alpi. alla punta della Sicilia. a volere appassionatamente la propria unità e la propria libertà. Per essi, le fac– cende d'Italia si riassumono in poche immagini appros– simative: Garibaldi che punta la destra verso Roma dall'alto del Gianicolo. sbarcando a l\Inrsala in cami– cia rossa. il cannone di \'ittorio Emanuele che apre nelle mura romane la breccia Ji Porta Pia ... Persino le cerimonie della Savoia riunita alla Francia (eratta– chement > che fu la immediata conseguenza del e Ri– sorgimento>) non li avranno certo portati ad interes– sarsi molto ai dettagli di questa storb. Ancor meno al caso di coscienza che il movimento verso la unità ponern a milioni di cattolici d'Italia. didsi tra la loro patriottica volontà d'unità e la loro fedeltà al Vicario di Cristo, sonano temporale di terre che l'Italia unita avrebbe necessariamente assorbito. Un romanzo storico e psicologico Questa storia. questi sentimenti. questi drammi. co– stituiscono lo sfondo del romanzo di Fogazzaro. Re– gione frontiera della Sdzzera o~gi. la \"alsolda era al– lora sono la dominazione austriaca. che. fino al 1859, pesò su tutta la Lombardia. intrighi su intrighi. gio– chi di cospiratori e di politicanti, tutto questo esiste nello sfondo del romanzo. e non senza dargli un ca– rattere stendhaliano, tanto più che iI cammino che per· corre nella sua fuga Fabrizio rld Dongo. attraversa esattamente la montagna di fronte alla Valsolda. Si sente battere la passione della libertà nel cuore della maggior parte dei personaggi, si seguono le loro lotte: si partecipa alla loro attesa. E non a caso il protago– nista del romanzo, Franco. arruolato nell'armata pie– montese. cadrà nella prima battclglia della guerra Ji. beratrice, a .Palestro. ~la. nello stesso tempo, questo romanzo storico. di cui tanti valori storici s·ono particolarmente vicini, è uno dei roinanzi e: psicologici> più b<?lli che si conosca. Se è vero. secondo il detto del Tommaseo. che e la fede. !"amore ed il dolore> sono le tre principali molle del– l'interesse romanzesco. Fogazzaro ha fatto uso di tulle e tre con stupefacente talento. E' insieme un romanzo d'amore. un romanzo di dolore, un romanzo della fede cd un e piccolo mondo>. Ed è questa triplice realtà - ·amore. fede. dolore - che egli mette di fronte ai suoi eroi, la segreta e forse inumana Luisa. il generoso ma troppo debole Franco. Ed è attraverso il loro. amore. ;-,er mezzo del dolore, che essi do\·ranno fare la scelta decisiva: accettare o rifiutare la fede. In questo consiste il valore superiore del libro. Che il problema religioso si ponga in un dialogo perma– nente tra una pratica veramente esteriore ed una fede \'eran1ente vissuta, è una verità che ogni cristiano sco– pre in ogni istante della propria vita e di cui la storia della Chiesa non ha che troppe ragioni per riconoscer– ne la evidenza. Per un romanzi~re. è questo uno dei temi più patetici. quello. in fondo, di Bernanos in tante sue opere, quello da cui Mauriac sa trarre i suoi più strazianti accenti. Fogazzaro l'ha posto. questo proble– ma. in termini che bisogna ben riconoscere ammirevoli. Non si leggono senza emozioni le pagine in cui Fran– co e Luisa. fino allora indifferenti a queste cose, da– vanti al cadavere della loro bambina annegata scopro– no la realtà di questa muta interrogazione che è ri– volta ad ognuno di noi. di questo viso che ci guarda nelle ore di solitudine e di silenzio, di questa voce che ci chiama. da tutta l'eternità. per nome. Più tardi. continuando la storia dei discendenti del– la famiglia ).[aironi. nel figlio di Franco e Luisa. Fo– gazzaro doveva riprendere questo tema e portarlo al– l'assurdo. farne il soggetto del suo discutibile e: santo>. Ma io dubito che egli abbia mai più trovato argomento più persuasivo di quel capHolo X del e: Piccolo mondo antico>, in cui, nella esperienza del dolore, ci mostra due esseri che riconoscono colui che. secondo l'insu. pera bile definizione di 1 ewman e: è soprattutto colui che ci dice· Tu>. 1i Salv atorc Quaslmodo al sole di Grecia .. Ne] rispondersi di due date lontane. il risponder– si di due contrastanti fi. gurazioni della poesia. li luogo e il tempo: Ate– ne, 1899. 1960. I poeti: Ga– briele D'Annunzio. Salva• tore Quasimodo. Un giorno della passata primavera. nella sala, do– ve tanti anni prima il e di– scorso agli Ateniesi aveva disegnato il suo gioco dt volute armoniose, batteva sul teso silenzio degli ascoltatori, con il duro rit– mo della polemica e del– rimpegno, il e discorso> dell'ultimo Nobel. Chiuso nel suo severo distacco. Quasimodo inda– gava le ragioni di un dis– sidio. l'eterno dissidio tra e: il poeta e il politico>, E il politico assume\'a tutti i volti della storia. da quello della violenza a quello della corruzione e con lui li assumeva il va– rio mondo della cultura. asservita o distratta: dai letterati di corte ai pasto– ri di ogni Arcadia: mentre unico appariva il \·olto del poeta: ed era il ,·olto del– la sua solitudine. A vederlo così, fermo e freddo sull'alta tribuna, senza sorriso e senza ge. sto. ad ascoltare la sua prosa. che non si concede artiricio di clausole e mor– bidità di cadenze, intenta solo all'oscura logica dei ---------------------------------------------------·, passaggi, in cui anche le imagini bruciano rapide, geometriche, detta con vo– ce priva di vibrazioni, an– davo pensando quale do– vette essere la grazia mon– dana e cordiale di D'Annun· zio in una Atene fine se– colo, vagamente floreale, quando egli vi tornò. dal– l'Egitto, dal buio fondo dei suoi monumenti smisurati. per ritrovare l'EHade scol– pita, ove la pietra è figlia della luce, per ripercorre– re le tracce del primo viaggio. da cui stavano per fiorire le Laudi, per ricon– templare gli ori di Micene, il bronzo di Delfi, il mar– mo di Eleusi. UN CAPOLAVORO * JEDJC'Jl'OJRJCALE Viviani acquafortista Dall'introduzione al vo– lume Git.seppe Vivianl - Opera grn fica ( B1110 Re– bellato. Editore. Padova 1961). Ancora una ,olla, oagi, ho riguardato a una ad un;,\ le inci::.ioni di ViYiani, ho rifetto lUllO il suo rac– conto lirico • per imma– gini», ,ariato e osscssi,o. dolce e drammatica, la :.ua personalb:.ima cronaca sen– timentale tr.1::.figur:.•tain dia– rio di ognuno, in poc:,ia. An– cora una ,olla ho cercato di comprendere, di c::.aminarc criticamente il linauaggio del le di\'erse paainc, quel suo .!>lilecomple.!>.!>O, , ;triabile. , ir– tuosis1ico e se\ero allo stesso tempo, quella maestria che la pure1.za e forza della emo– zione e la sorgi,a schicllczza dell'immagine lan quasi di– mcntic;.u-e. Ma come parlar– ne? Mi par di do\"er cedere da un lato, alla tentazione di far parafrnsi letteraria di qud mondo font.istico e vc- 1is.!>imo. e, d'altro lato, di la– sciarmi andare ad una anali– si fonnate o addirittura tec– nica; sterili, aride. E' un tale sottile e prezioso equilibrio, una tale inquieta unione di assoluto e di momentaneo. in ques1i fogli, che soltanto una poco cauta, o generica, o pc• dantesca • approximation ,. (sia pure una lode), bastano a far perdere. Lo so, perche il 1en1:"lli\"O mi i! fallito più , olte, quando ho \'Oluto scri– ,eme. E se tento ancora, C perché de\"O pur cere-are di • leggere 3 \"OCC alta ». di in• tcrpretarc queste pa1i1incse• grete, affidate ad una con– templazione intimista, :i.I ::.i– lcn1io. E, gil dirngando, no– terò appunlo che molte di queste • storie• nascono e si s,·olgono in rapporto a dati * tU Fll.AA'CO JUJSSOL.I di fallo, o di sentimento, c::.trcmamcntc ogactti\"i, este• 1ioriuati, .!>inoalla polemica, al clamore drammatico, olla denuncia - eppure SI risol· \"Onosempre in immagini as· ::.orte di una delica1ezza do· lente, di una pietas ingenua, in un patetismo che scherma di comprensi\ a malinconia e incantata fuga nel sogno. an– che le figurazioni più acerbe e crudeli. e Vi, iani, in quan10 ,1nìsta - scrisse Sebastiano Timpanaro - conlt!mpla con l'animo sospeso, con gli occhi pieni di quello stupore che distingue i Crocefissi del\'an- 1ica pittura pisana•· E se questo appare nei toni magi– camente accesi o amaramen– te sottili dei suoi dipinti, nella ricca e prolondamen1c sensuale sostanza delle sue litografie e diseani, certamen– te è ancor più e\ idente e dimostrabile esaminando la trama grafica. impalpabile e '>Olidissima insieme, delle ~ue incisioni. E' un filtro che depura di 01i1ni elemento trop~ po scopertamente cmoti\o e cronachistico il pur inelimi– nabile dalo di partenza dal– l'esperienza quotidiana. dal· l'occasione momentanea, o dai suoi con1inui, ossessi\'i, risentimenti morali e psico– logici. Resia, sottopelle, \"i• brante e pressante quell'in– quietudine. quell'ardore acer– bo, ma l'immagine si offre ormai limpida, ferma in una dimensione assoluta, extra• temporale come extraperso– nale, pacificata proprio at• traverso il procedimento sti– listico. E' questo il • rassere– namento formale ,. di cui ha parlato Raggh.ianti. E basta a far eliminare l'equivoco di chi ha superficialmente inter- pretaio l'opera dell 'artb.ta come espressione • lettera– ria • o •candida•· Dicern Sa– \ inio che per alcuni pittori - specialmente dt KUStofan– lastico o surrealista - la pittura è un mezzo come un altro, uno dei 1anti generi :idatti ad esprimere la loro ragione d'arre. E spesso si è sentito includere, in un certo senso. Vi\liani tra i poeti di tal razza, e fare osservazioni sulla sua straordinaria bra– , ura tecnica, quasi fosse un clcmen10 di mera realizza– zione, di sapiente oggetliva– ;,:ione di clementi poetici in sé non condiz .ion:i.ti dal mez- 70 esprcssh•o. Lo nego fer– mamente, anche se le \li\'idc prose di Vi\"iani - la .!>ua stessa \'ita, si sarebbe tentati di aggiungere - possano far pensare ad una sua \'aria di– sponibilità creativa. In real– tJ Vi\'iani è artista in quan– to pittore. discgna10rc. e in– cisore: e la sua fantasia e ricchezza umana non raU?iun– gono un \lalore trascendente il fatto personale se non nel– l'incarnazione in quel suo modo espressi\•o, in quel suo ~in~~~:~~ta~i\a~~fe~:~i~ alla presa di coscienza del proprio mondo poetico. E, parlando qua delle sue inci– sioni, diremo subito che per Vi\liani non si è mai trattato di impadronirsi bene di un mezzo tecnico, ma di creare una linj!ua poetica. Nei suoi • segni inuc:;itati,. che la ma– no non può tracciare a oc– chi chiusi, ma appoggiali sul– la lastra uno per uno. inter– secandoli. e come note mu, sicali tutti con una loro espressione (cos\ mi dicc,·a un giorno a ):>isa), è tutta. e là sohan10, la sua forza lirica, la sua qualità. Che poi, entro il lungo percorso della sua atli\lilà, si incon– trino incisioni nelle quali ap– pare una sin troppo virtuo· sis1ica esibizione di sapienza tecnica. o, all'opposto, una sorta di abbandono alle su1- gcstioni narrative, è naturale, e non è altro che una ripro– , a del severissimo impegno messo dall'Artista nella ri– cerca di un equilibrio tra i due poli delle sue predispo– sizioni creath-c. Egli stesso ha rifiutato alcune pro,•c che considera lroppo sperimen• tali, e non ha ,·oluto che foc:;. ,;ero riprodotte in questo li– bro: ma la pubblicazione di alcuni stati successivi di la– stre può dar lumi sul suo procedimento <ililistico. Che conc:;iste in una semorc più decisa e precic:;a definizione def!'li oggetti, nella loro so– stanza e propon.ione, ma in modo che tale loro apparenza reale e presenza ne accen• tui il carattere di apparizio– ni o e,·ocazinni, plasmali co– me sono nella ,;tesc:;aeterea h1ce raoprcsa in trame grn– fiche che forma il fm1do, lo soa1io luminoc:;o del fos:i:lio. lo -.chcrmo che acco1lic la c;ce– na. Santini. • si dc,c ammellcre c.:hea tutto il 1935 \"i\"iani ac• ccnoa molti, mollissimi tcnl\, ma che sarebbe impossibile; prc\"cderc gli sviluppt di un" situazione espressi\ a ancora lluidissima •· Occorre dire intanto che cominciò a inci– dere \er:.o il 1926, dopo van anni di allh ità piuolica, conscio della necessità d1 a ,c.rc una cono.!>cenz.atecni– ca, anigiaoale, ben app1\l• Jondiia, prima di pote~ al– frontare la la:.tra. E le sue pro,·c furono attente, rare, distanziate nel tempt,, si di– rebbe precedute da un mc– dilato calcolo circa I risultati da ottenere. Allraverso vari modi \liviani riccn..ava il suo stile. E, come ndla pitturo, mentre ,•eni\·a octcrminando la scelta degh oggetti-sim– bolo della su,1 poetica, cosl ne elabornvc> la costituzione formale io • immagini ». Se l'acquatinta con II Il bar– caiolo d1 Bocca d'Amo,. (1926) è 1,.10 esempio di fcr• mo nat~ralismo locale, già dominato in una impostazio– ne cluisom,iste di raffinato impianto tonale, il già cilalo e Ao1oritratto con riccioli,. da in luce gli elementi che in .seguito si affermeranno nel suo stile grafico. Ma qua l'in• :;ec:1i d.e~r:rt~iur~ ~el/~~~c: persegue ancora un effetto di plasticità luministica, di real– tà drammatica, di esprcssio• ne psicologica insistita. E' un personaggio da romanticismo sla,·o, che afferma la propria presenza umana con ossessi~ \ a analisi caratteri.zzan1e: la fanta.!>ia è proprio tutla nel– la mobilità arrovellata dei tratteggi e dei rabeschi nella luce. E indica chiaramen1e il disinteresse, coerenle al temperamento poetico cd al– la visione stilistica di Vivia– ni, per ogni modulo formale puristico o di costruttivismo neo-cubista: se un nome, per affinità, av\'enga di fare, mi par sia quello di Ensor. Del resto questo collegamento ad un certo allucinato e mo– ralistico espressionismo nor– dico più che alle auree nor– me francesi. è testimoniato ancora nel 1930, dalla stam– pa dei e Coniugi». Nella \'er– nice distesi molle la so– stanza spessa, carnosa, dei neri clisteri entro i qua– li le zone di luce pren– dono maggior ,,aJore pla– stico, e segni incisi con do– lente crudeltà fan cicatrice, restituisce appieno, con mi– racolosa rispondenza lingui– stica, l'atmosfera da evento primordiale, da origine del– l'uomo e dei sentimenti, che ancor ci rimanda alla più \'iva e vera cultura nordica, a Nolde, per fare un esem– pio. E' il punto più estremo e l'immagine più dichiarata del dolore dell'amore evocati da Viviani in un mondo pri– migenio. zione \'crissima si risolve in una composizione archilctto· nica di cruda schictteu.a, en– tro la quale il personaggio vive ancora come uomo sen– za stolia. Mentre ncll'cUccel– lino mor10 ,. la scenografia romantica più semplicemente indicati\'ae suggestiva (bO~ kliniana quasi) ha una tale limpida sinccritl emotiva da ,•inccrc oani sospetto di impaginazione letteraria. Do– nemmo soffermarci a lun– go nell'esame del lin– is:uaggio grafico in queste 11·c incisioni, ,·eramente fonda· mentali per la comprensione del percorso di \liviani. J n· tanto occorrerà notare in que1i1lianni la preferenza per la tecnica della puntasecca, che permette all'Artista la più decisa e ruvida costruzio– ne delle immagini, in accordo con quel sentimento aspro e se,·cro cui abbiamo già ac– cennato. Il segno spinoso, dcn!;o e tagliente insieme, per gli effetti delle •barbe•, con– sente e suggerisce variazioni infinite, e comunque conscr– \'a sempre al foglio un ni1orc luminoso, una obbietti\!ità secca, dirci, che accentua il ~;,f~~~~ o~:~d~ rn~ 1 -~~e filt viani vuol rendere un'atmo– sfera più fusa, come di soano o di evocazione, quando in• somma ricerca clementi poe• tici di abbandono patetico o di drammaticità più dolenlc che risentila, allora. con straordinaria intui1ione del \'alorc linguistico del ::cnerc tecnico, ricorre all'acquaforte o alla \'Cmiccmollc. Ottiene cosl dalla trama del segno, (Continua a pag. 6) Nunzio E andavo imaginando il suono della sua voce can– tante (riaffioravano vecchi ricordi del Vittoriale). della sua prosa flessibile ai numeri arcani della mu– sica quanto. e 'più, della e più tenera e della più potente ode di Alcyone >: di quella prosa che non è se non un momento della sua poesia. ultimo appro– do di un unico cammino verso la felicità della per– fezione. di una solitaria avventura, senza amore che non sia amore sensua– le della parola, senza col– loquio che non sia collo• quio con se stesso. La prosa di Quasimodo. invece, è e altro> dalla poesia; è uno strumento al servizio della poesia, della quale egli ha un con– cetto in certo qual modo messianico: e: il poeta mo• dìfica il mondo con la sua libertà e verità>. E la sua non è una solitaria avven– tura: e il poeta è un uo. 1no che si aggiunge agli altri uomini>. Dice D'Annunzio: e il mio linguaggio mi appar. tiene come il più poten– te dei miei istinti; e un Cossu * Dalla "Lamentazione per la morte di mio padre,, VIII E' tutto consumato. Per un cuore umano che si ferma, l'universo ignora .tonfi al suo; nel gran giro sospinge anche la mia solitudine. Ma io, simile a frammento opaco di stella, nelle tenebre caduto. E Tu, svanito in nebuloso viaggio, primordiale sostanza incomponibile. Mi tornerà coscienza dell'origine? Forse mi danna il giuoco della Morte a credermi fiorito come germe piovuto entro una zolla ne1l'autunno. Più mi sento, più sfumi dove all'uomo s'alza vento di terra senza nome. IX Settembre. Il temporale altra misura mi ridà delle cose. Ora nel culto degli avi Tu riposi. Già nel mito. Io là sono sempre :alla rottura del di~tacco non. vedo altro rifugio, non c'e stagione fertile di figli. 1950. istinto carnale purificato ed esaltato dal fuoco bian– cO della mia intelligenza>. Dice Quasimodo: e la ri. cerca di un nuovo lin~uag– gio coincide. og1i. con una ricerca impetuosa dell'uo. mo>. Due figurazioni della poesia. Due visioni della Grecia. Se D'Annunzio si acco– sta all'Auriga. mentre m– dugia con la mano sensi– bile sulla e sublime fiori– tura del metallo>, di cui dissertò Plutarco. attra– verso quello sguardo fisso, di pietra, risale a mitiche lontananze: e l'Auriga non è più, o non e soltanto, 11 dissepolto vincitore inco– ronato; si bene una divi– nità vivente, carica di s1m• boli del sole e della stir– pe; e lì presso. sullo sfon– do bruciante delle Fedna– di, intor1lo alla gelida fon. te si raccoglie il coro delle Castalidi. )la se è Qua– simodo che lo guarda, es– so è l'auriga plebeo cori la fronle [bas.sa e L'occhio di cavatletta [smaltato; e vicino alla ca~talin che goccia tepida sulle labbra det turi.•na ride H t•endr– tore d'acque arzille e stil– lano muffa due statuette VOll\•e. Perché la Grecia di D'Annunzio è quella che sogniamo ouando ancora, a scuola. la seh•a deglt aoristi ci impaccia le pri– me letture: quella che co– nosciamo prima dì veder– la (viaggiare non gi.ot •a. lo conoscevo la vera Gre– cia prima di approdare a Patrasso ... prima di tocca– re le colonne del Parteno. ne), una Grecia senza uo· mini vivi, o dove vivi so– no unicamente gli dei e i semidei, dove tra la strnJ?e dei marmi si aggirano fan– tasmi di atleti in biani:a clamide, dove, sulla via sacra, cantano gli usignoli di Antigone; e se il mare si arrossa. quello e san~ue dei Persiani di Serse: e se un inno vola sui cam– pi di battaglia. quello e il peana. La Grecia di Quasimodo è, certo, anche questa - e come potrebbe non es– sere? - ma popolata di vive presenze. ironiche talvolta, come la guida che rompe il silenzio lunare dell'Acropoli. o l'osteria e à la belle Hèlcne dc )le– nèlas >, che svia iL pcm;ip. ro dal sangue degli Alri.– di: ma stimolo R medita· zioni aperte sul futuro: Potessi dirottare ora da [Oltm11ia, dall'i11treccio di 11i111, a,1cora [forme re..spmte dalla morte, [oltrepa).5are l'arco_chwso che couo::.co; ma riportata a dimensioni umane. attuali .in cui an- ~~e cllt j~f;::: ha 11 suo pe. il lame11to delle madri a [.Uaratcma, il grido delle vi.::.cere m cui l'angosci~P~fe(~';:'e~.j~· ta ha misure esistenziali: io 11011 cerco, che dissona114e, Alfeo qualcosa di pii, della' [perfe:1011e. Questa Grecia amano 1 suoi vivi, fatti un poco stranieri a un passato che non appartiene più a loro di quanto apparten,(!a alla civiltà intera; impegnati, dopo i secoli dell"oblio e della miseria, nel dinlcile vivere di oggi; e se pen– sano un"imagine di eroi. smo non la chiedono a Ma– ratona, ma a Missolun~!'.i: e il loro poeta è Kostis Palamas. Cosi è nel nome di Palamas che a Misso– lungi hanno onorato Qua– s1modo, nel giorno anm– versario del grande sacri– ficio. 111 Concorso internazionale pervioloncello Pablo Casals Dal 21 settembre 1961 avr:i luogo in Israele il Il Concor– so Internazionale di Violon– cello PABLO CASALS, posto sotto gh auspici dell'illustre M~estro e dotato di oltre 5 mila dollari di premi. .Possono partecry:>arvi giova- ~h/i!!~~~~~~st~o~i ~~~lsrtese, Ca1e9orrn Senior: per i nati rra il I. luglio 1926 e il 31 dicembre 1935. Ca~egoria J1111i'?r: per i nati {~a g:~n~io Gf;45~10 1936 e il ~'Ambasciata d 0 IsrRclc, via : 11 J'~~~1ci~'(c~a 8 :ii~n~~~Rdot'j 8 Tu- Giuseppe Vlvianl: • Calle e ca.se • (acquaforte contenuta nel volume appena edito da Rebellato) Se già questo • apparire al– la luce », questo concretarsi dell'immagine dalla trama ba– silare dei segni indistinti. è annuncialo in una delle pri– missime incisioni, il famoso \utori1rat10 con riccioli,. del 1927. non si può affermare che tale procedimento cspres– sh·o fosse subilo adottato e tccnicamcnle S\'iluppato dal· l'artista. Anzi, come scrive Ma ancora nelle tre lastre del 1932 continua la ricerca di ques10 senso di severità ap– passionala, di pdmaria reli~ giosità ricoperta nella strut– tura scabra e grandeggiante dei pcrsona1i1gi e degli am– bienti, Nell'cAutoritratto con cappello• è infatti la stessa semplificazione di fonne che non sacrifica niente però del– l'analisi psicoloaica e della resa persino naturalistica del– la sostanza fisica. E nel • Pe– scatore a canna• la descri- rismo Israeliano, Via Veneto 96, Roma, sono a disposiz.1o- ._ __________________ _J ~i~nfcr le ulteriori informa-

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