La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 7 - 12 febbraio 1961

Domenica 12 febbraio 1961 I.A FIFR,\ I FTTFR,\RI•\ La vita femminile negli Stati Uniti * Un racconto di 1 7 1,ADltUIHO CA.JOl,I * Eloiiodelladonnaamericana Le vacanze di Anna PARIGI. febbrnio. La donna americana è un mito. Vi sono donne ame· ricane di ogni genere e di diversa cultura. Negli Sta– ti Uniti, mi sono imbaltuto in gio,·ani donne brillanti. appassionate della politica e della vita associativa: ma ho conosciuto anche perfette massaie. tu t te prese dalle cure della ca· sa. del marito e dei figli. Ho visto ragazze frivole. che sì curavano soltanto de:la loro pettmatu1a delle loro· magliette e dei loro cort<.>gJ?iatori; ma nei col– leges come Bryn Mawr o Vai;sar ho ammirato stu· dcnlesse intelligenti e col· te. Bisogna tutt,wia rico· no.c;t'erc che le Americane. quali che "i::mo le loro par– ticolari inC'lin,1zioni. diffe– riscono tulle dalle Europee in alcuni tratti. che mi sforzerò di definire pren– dendo in esame via via 1a vita sentimentale. la vita pratica e la vita spiritunle. Nei lot;o r.apporti reci– proci. es'.-,e sono migliori de 1 le Euaorce. Con-:eimlla asr-ai presto una vita indi– pr>nd<'nte. abituate nei col– lcges · a guardarsi da SC str!-se. non conservano per tutta J"esic;tenza i cattivi rirordi e E.!II amari rancori chP in Eurnpa derivano ~P"!-~O da una vit~ fnmi– li11re troppo ristretta. Come gli uomini. condi– vidono fl sinc-cro ldenlismo ame-rk:mo. 11 bisogno del lieto fine- che provano le lettrici dei c;etlimanali e le spPtlatrici del cinema non può andare dlsgìunto. nella vita reale. da unn certa f?cneroc:ità. come in– fatti poc;c:iamn o<:!-ervnre: I<" •'n"'n" nmrricane si aiu– tano a vk<>n(la. 11 h11on ,·icina1o Una giovane coppia che va ad abitare In una città in cui non conosce nessu– no (ed è un caso frequen– te. gli americani sì spo– st,mo con facilità) riceve– rà subito la visita del vi· cioi: « Possl.imo esservi utUi? Volete es~re messt al corrente delle abitudini e delle risorse del quar– tiere?n. Scuole. chiese. isti– tuzioni della comunità. clubs perm~ttono a una donna di stringere subito relazioni. e presto di ave– re amiche. Quando arrivai alla Università di Prince– ton. professore straniero al quale l'Università orfriva un.i c.is.i. le vicine anda– rono da mia moglie: "Sa– pete cucinare? No? Allo· ra. fino a quando non tro– verete qualcuno ,·erremo a turno a prepararvi l pt1- ~tl 1). Pollticn femminile di buon vicinato. t rapporti con gli uomi– ni ml sembrano invece più difficili che In Europa Le vignette di Thurber che descrivono. con comica esagerai.ione. Il terrore dell'uomo davanti alla pro– pria moglie. corrii::pondono a una sensazione reale di guerra permanente tra i sessi. In America. le don– ne sono più forti. Anzitut– to perché sono meglio or– &anizzate e formano una solida massoneria; inoltre perché la tradizione e la legge le proteggono. Al tempo del pionieri. le don– ne scarseggi;n-ano. costitui– vano una preda ambita. erano min.~cciatc. Da ciò il cerchio di fuoco intorno ad esse. E' un delillo che cade sotto i rigo,..i del « ~tann Aci 1), una legge ,·e1usta e temibile. portare una donna per " scopi im– morali» da uno Stato al– l'altro. L'adulterio è più raro che in Europa; la fa– cilità dl dh·orziare lo ren– de d'altronde inutile e spregevole. A Reno. a Las Vegas. eserciti dì donne attendono una liberaz1one che non sarà quasi mai ri– fiutata. )1a queste donne si ri– sposano rapidamente per– ché sono ossessionate dal matrimonio. Nella caccia al marito. le americane di– mostrano uria maggiore aggressività delle europee. So bene che anche le fran– cesi iniziano le ostilità sin dalla adolescenza. ma lo fanno con minore entu– siasmo. L'americana ~i ap– presta ogni giorno al com– battimento. In alcuni col· Ieges insegnano alle ra– gazze una vera. e pr~prl~ tecnica del fascmo. C10 s1 spiega con ragioni econo– miche. Una donna che en– tra nella vita non può fare amdamento. neeli Stati Uniti. sulla propria fami– glia. In Francia. ruom? vive e lavora per I figli. Jn America. il padre pu.ò disered~re la figlia. Capi– ta spesso che un padre ricco non conceda alla fi– glia né una dote né un_a pensione. In queste condi- * rii A.IIJIIÉ .lltlllROIS Cl sono ribellioni che non si spiegano. decisioni che non si prendono consape– volmente: si prendono. e basta. E' come se qualcuno in te. ma diverso da te. si svegliasse dopo un sonno lunghissimo. e ti dicesse: « Ora. mettiti da parte ... penso a tutto io ii. Anche Anna udì un giorno quella voce; non l'aveva mal udi– ta. ma la riconobbe subito. Eppure non sapeva d'essere stanca e non giudicava mo– notona la propria vita. An– zi. nel lavoro d'ufficio. le accadeva spesso di compia– cersi che la sorte le rispar– miasse. con le novità. an– che i triboli e le incertezzt> Forse per ciò. nessuno ave· zionl. la giovane america– na deve farsi da sola un posto nella società. In com– penso, la donna sposata eredita quasi 1)empre il patrimonio del marito. Gli uomini. sovraccaricati dal lavoro. muoiono ancora giovani. Co!-i. una gran parte delle ricchezze del paese sì trova nelle mani delle donne. ma soltanto di quelle che. tranne al– cune eccezioni, sono sta– te sposate. ,\ kool e complessi Ho parlato di vita sen– timentale; le donne ame– ricane usano più spesso la espressione: vita sessuale. Quc1s1non esiste negli Sta– ti Unili una 1radiz1one di analisi dei sentimenti co· me si è venuta formando in Francia per opera di moralisti. autori di teatro e narratori. L'amicizia fra l'uomo e la donna, fuori del matrimonio. è quasi impossibile rn America. Cosu1uirebbe presto moti– vo di scandalo. lavori domestici. E' vero che presto i figli possono aiutarle e il marito accet– ta volentieri di lavare i piatti. e anche di trasfor– marsi in stagnino. elettri– cista. giardiniere. vernicia· tare o falegname. Molte donne posseggono una cas– setta di attrezzi e all'oc– correnza sanno fare le ri– parazioni urgenti. Pe,r molto tempo. in Eu– ropa. vi è stata la tenden– za a giudicare II materiali– stico n questo genere di vita poiché le macchine vi a,·evano una grnn parte. Ma ci si dimentic·a che la macchina libera. e in due modi: affrancando la mas– saia dai lavori sgradevoli e. nello stesso tempo da un complesso di inferiorità. Il possesso delle stesse macchine e il compimento delle· stesse mansioni av– vicinano in America le donne in ogni classe. Quanto alla vita intel– lettuale e spirituale delle donne americane. essa è In continuo progresso. L'e– ducazione civica delle gio– vani. la partecipazione al– la vita politica delle leghe rra elettrici meritano i più vivi elogi. Le donne ame– ricane assumono. più degli uomini. il compito di di!· fondere le lettere e le arti. Si tratti di conferenze let– terarie. dì mostre di pit– tura o di orchestre sinfo– niche quasi sempre sono le donne che guidano que- ste Istituzioni. Esse pos· seggono un ardente desi– derio di cultura. Si può loro rimproverare un certo snobismo. un'ingenua sma– nia di essere all'avanguar– dia. la mancanza di una solida culturn classica. Ma questi rimproveri sarebbe– ro ingiusti quando si trat– ta delle allieve dei 1nigliori colleges. Mi è accaduto di tenere a giovani ameri– cane corsi su Balzac. su Proust: non ho mai avuto ascoltatrici più fedeli. né lettrici più appassionate. Sono allòra diverse dal– le europee? Certamente. Sarebbe una pazzia pre– tendere che un melo pro– duca prugne. I popoli sono quelli che sono. E meglio cosi! 1 on siamo !orse fatti come le note musicali. e cioè ciascuno in funzione degli altri. perché diffe– renti? Sono le modulazioni e anche le differenze a rendere possibile l'armonia. In America come in Eu– ropa vi sono molte donne di buona volontà. E que– sto soltanto conta. Gluuppe i\larlno: Paesau:lo - 1960 LJB:'JC'JC EJRA\_ JDA\.G LJL * § '][' 1-\\_ T Jl va mai fatto quel lavoro meglio di lei. Doveva con– trollare le variazioni d'm– dirizzo di una certa cale· gorla di contribuenti. se,– guirli con la cura che es:s1 impiegavano nel far perde• re le loro tracce; e quan· tunque Cosi.e · inadatta a operazioni e persecuzioni di polizia tributaria. era come guidata dal bisogno di sco– prire. per confronto. i pri– vilegi della propria condi· zione. Non guardava alle per:sone giuridico - ammini– strative dei contribuenti erratici. ma alle spose e ai figli. soprattutto ai figli. lei che non ne aveva. E. per un'assurda compenetrazlo· ne di destini. si compiace– va di non averne. quando finiva col sentirsi moglie di uno di quei naufraghi. che vedeva aggrappati alle sue carte d\1fflcio. 11 No! no! ., mormorava rabbrividendo dinanzi ai casi più dispe– rati. Non era stanca nemmeno del marito. Con qual di· ritto. poi? Non aveva po· tuto sceglierselo. come 1·2· pita a una certa età. m-1 nell accet•arlo tanti anni prima. aveva visto in lui il rovescio di una di quelle pratiche tributarie, a cui già lavor~vano entrambi: un uomo senza sorprese. da potersene fidare. Sapeva bene che. così taciturno. freddo. distante. anche co– me marito sarebbe stato un capurficio od un collega anziano. di quelli che non dànno mai confidenze; ma un brav'uomo. Infatti non la sgridava mai. non aveva salti d'umore. era paziente in ufficio e indifferente a l[J ~ JLT Il casa. al punto che Anna non sapeva ancora quanto fosse bella una carezza do· po una sfuriata. e quasi la !)furiata medesima. se met– te un po' di vento in vela. e a poppa l'ombra di una scia. Queste cose non le sapeva. e quindi non po· teva esser delusa. diversa· mente dal marito. che po– che ore dopo le nozze era già co:1vinto di averle con· cessa u:ia promozione im· meritata. Alla domanda di matri· monio. fatta da sportello a sportello. mancò solo la cana bollata pe1ché !o!)se una pratica come tutte le altre; ma In lui c'era stato un po· d1 slancio. quasi che avesse voluto premiare Anna del buon la,·oro tra– smessogli per la verifica: un lavoro finalmente ese– guito secondo i principi della migliore burocrazia. la diligenza e l'acutezza. o che tali -gli pan·ero. l\la quando. In luna di miele. con indagini più intime e approfondite, capi che la moglie conduceva le sue ricerche in quel modo sen– sitivo e pcNonalisslmo che s'è detto in principio. fu come se l'avesse scoperta eretica. dopo averla cre– duta fedele di una mede· sima chiesa; e si senti tra· dito. Allora. da buon ca– pufflcio che sa sdramma– tizzare. senza accuse né contest.izìonl né addebiti. ritolse tutta in una volta la fiducia accordata lncau· tamente. e passò la moglie agli atti. come dire. in una di quelle cartelle ben ordinate. sicure. ove si può ritrovare al tempo giusto Anche negli spiriti non religiosi. vi è un conflit– to permanente tra gli istin– ti naturali. che sono gli stessi dappertutto. e un puritnnismo profondamen· te radicato. Questo conflit– to spiegn il sorprendente bisogno di alcool di tante coppie americane. Sentono il bisogno di dimenticarsi per sentirsi liberati. L'a– mericano non ammette di essere deluso n~lla sua vita familiare. Negli Stati Uniti si deve riuscire. arrivare al successo. in ogni cosa. Come bi~ogna riuscire ne– g1i nffnri. cosi nella vita <'Oniugale. E in che morto? Consultando un esperto. Freud non ha forse forni– to ur} vocabolario scientifi– co per parlare degli av– venimenti quotidiani? La poesia italia11a in A1nerica Freud ha anche insegna• to alle donne a torturare i mariti con una espogj– zione tecnica sullo stato deplore,·ole delle loro re– lazioni coniugali. non ' e specialità . ' p1n una pe~~~n!nom~~\\e ae~:;ica~~~ loro mogli. perché esse so– no più brillanti di 1oro e spesso molto belle. 11 mi· scuglio delle razze. l'ab– bondanza di vitamine. la ,•ila all'aperto. i prodotti di bellezza hnnno notevol– mente migliorato In questo continente )a specie umann. Per le donne che hanno piccoli re-dditi la vita ma– teriale è più facile in America che in Europa. Es– se sono provviste di la– vatrici. cucine elettriche. frigoriferi. I pasti ·che pre– parnno non sono molto complicati: panini imbot– titi. latte. frutta. minestra 111 ~catolr1. Quasi tutte hilnno un·nuto per fare i loro acquisti. J i?iardinl d'infanzia sono numerosi e bene organizzati. '.dnl'ifi lnnipialfi Le donne Invece che hanno medi e grandi red– diti. le quali. in Europa, a,-rebbcro cameriere o al– meno la domestica a gior– nata. negli Stati Uniti deb– bono badare loro stesse al Uno straordinario inlercssc per la poesia italiana contcm poranca, e occa:,ionalmcntc anche per quella d'ahri tempi, .!>i è teso e, 1dente in que3ti ultimi anni in America. Vane t·h istc lcucranc hanno dedicato ampio spazio a traduzioni di poesie italiane d'oggi offerte spesso col testo a fronte e accompagnate da cenni bio-bibliogrnfici. Ouc~ta nrnrcata simpatia per la nostra produzione poe– lica conlempornnca ha preceduto e seguito il conferimento del , obcl n Ouas1modo, al quale, naturalmente, dopo il premio, e ,;;tata dedicata la magaiore attenzione spccialmcotc per la compnrsa di una copiosa scelta delle sue poesie nella ,·crsione di Allan Mandclbaum, in un elegante \'Olumc della ca,;a editrice Farr.ir, Str.ius &. Cuclahv d1 New York. E' ben ,cm che a questa attività hanno dato una forte spinta studiosi italiani che si trovano a insegnare nelle unhersit?t americane o lcllcrnti e critici americani di origine italiana e alcuni noti studiosi americani di letlcrc italiane. ma -.c guardiamo :u .risultati dobbiamo riconoscere che c'è stato un notc\·olc risveglio di un latente interesse \'erso I.i. poesia italiana. accanto a uno straordinario succedersi di pubblicazioni in inglese di romanzi e nO\'ellc italiane. Certo, non bisogna dimenticare che 1u110 questo fa pane di un più vasto desidc1io di for conoscere agli amclicani i poc1i stranieri, e infa11i i piU noti pacti di altri paesi vengono presen1a1ì in antologie. in peni isolati che troq:1no posto nelle ri,•1"1c. mentre un trattamento non diverso da quello dato a Quasimodo è siato dato a due altri rccenli ,·incitori del Nobel: Jimcncz e Perse. Per cominciare dai ,olumi, accenniamo all'utile antologia ~~i)P~~~'l v~~i~:ti~e p~~;~ ~r p~~~~ltf~li~n:~afl~b~~~~~ ad oggi. col titolo « Thc Pcniutn Book of ltalian Verse•. e alla pubblica1.ionc di tutte le poesie di Michelangelo in una ,·c1-sione eseguita con cura da Joscph Tusiani. Il Tusiani ha anche trado110 e pubblicato ~u ltalia11 Quarrerfy {111\crno 1960) / cpolcri del Foscolo. Questa rivista è dirc11a da Carlo Gollno dcll'Univcrsilà di Califomia in Los Angeles. ed è sostenuta dalla stessa università. La \ersionc cm preceduta da un ottimo articolo di P. M. Pasi– nclli: Notes Toward a Reading cf Foscolo's «Sepolcri•· Lo :,tesso fascicolo conteneva pmc dodici poesie di Giuseppe Villarocl 1radollc da Thomas G. Bcrgin. della Yalc Univcr– ~it,, al qunlc il sot1oscrit10 a\·c,•a fatto conoscrrc l'ultimo * di t.lllSEPPE ZAl'l'IJl.,LA volume del Villarocl: O11asi Venrn d'Aprite, nella speran1a che ,olesse tradurlo. Il Bergm ha presentato il poeta m una breve ma esauriente introduzione. In un precedente fascicolo della stc-.sa ri, 1s1a (autunno 1959}. al tempo dell'assegnazione del Nobel a Ouasimodo, abbiamo visto un articolo di Filippo Donini (direttore del l'lstiluto 1talinno di Cultura a 1 cw York) sul poeta premiato éa~:~o ~ii, ':;'o~~~~~ < ~ 5 i~~~~~~sa~{i~\\ 'c~~~~m~li C~,r:,~~ 0 ~ Tindari do\uto a Glauco Cambon. dcll'Unhersit,l dct Mich1 gan, noto ai lellori della Fiera. Il successo di Quasimodo Presso il Trinity College d1 1-lartford, Connecticut, csiMc il Cesare Barbieri Center of lralia11 Srucfies che pubblica .cmt:stralmcnte una pi~cola ma ben fatta rMs1a culturale: Cesare Barbieri Couner. cl fa~cicolo di giugno 1960 questa rh•ista ospita\'a (oltre a un ottimo studio del Cambon inti– tolato Tlle /1a/ia11 Respo11se ro American Luerurure) tre poesie di Villarocl nella \ersion,. del Bcrain. Il fascicolo di no,embrc 1960 conteneva tre poc5ie di Mario dell'Arco, tradoltc pure dal Bcrgm (con una breve preseniazionc). unn poesia di Carlo Bctocchi u-.. dotta da I. L. Salomon, e un ,aggio critico di Ouas,modo domto a Sergio Pacifici, che insc11na come il Bcrgin alla Yalc Uni\'crs11v. A Sergio Pncilici spetta il primato di a\cr fatto conoscere agli americani, in un·antologia da lui curata nel 1957. alcune poesie di Saba, Ungare11i. Montale e Quasimodc - \'Crsioni di vari tradut– tori e testo italiano nella pagina ~ccanto. Venulo Ouasimodo m America nel mat7o del 1960, Scr~io Pacifici si reco a intervistarlo accompngnato da John Ciardi, poezr_v t"ditor della diffusissima Sal/lrda.v Revicw, la cui \Crsione tlcll'lufen,o di Dante pubblicata nel 1954 ottenne accoglicm:c molto lavorc,oli. L'ìntervisla appan•e nella Sacar– da_v Review dell'undici i;iui!no 1960 ;bsiemc a un'ottima recensione del \'Olume del l\fandelb:ium dovuta a Robert J. Clement, pure della Yale. Mi occorre ora citare l:1 nuO\a ma gih importante rivista The literar_,, lk,•icw (tnmestralc anch'essa come /ra/ian O11artel'I)') pubblicata dall::1 f-airlei!Jh Oickinson Universi!\', di Tcancck, New Jcr~cv, il cui presidente (rellorc) è l'italo· americano Pc1cr Sammartino. 11 fascicolo nell'autunno 1959 era intcmmcnte dcdicoto alla letteratura italiana contem– poranea con nO\'clle (tradotte In int:lcse) di Elsa Mornntc, Domenico Rea, Anna Banti, Gfanm Manzini, Mario Tobino, Carlo Ca-.sola, Iwlo Calvino, Elémirc Zolla, Tommaso Lan– doHi. Ennio Flainno, Dino Bunati, Anna Maria Cortese e Gioru.io Bas-.ani: con un ,;aggio di Nicola Chiaromon1c sul tcat10 italiano d'oygi e uno di Claudio Gorlicr ~ulla critica lcllcraria cont.:mpor;.mca. Una rarte rilevante del fascicolo era poi dcdicarn n poesie, con brevi cenni su ogni autore, di Giorgio Caproni, Vinario Sereni, Libero dc Libero, Mario Luzi, Leonardo Simsgalli. Alfonso Gatto, Sandro Penna, Attilio Bcrtolucci, Pier Paolo Pasolini, Maria Luis11$paziam e Rocco Sco1ellaro. Un altro fascicolo (inverno 1959-60) conteneva ,•ersioni di p~sic di Carlo Bc1occhi. Raffaele Carricri, Libero dc Libero, Ugo Fa,;olo, Luigi Fiorentino, Alessandro Parronchi. Salvatore Ouasimodo, Nclo Risi. Ser– ~io Salmi. Camillo Sbnrbaro e Diego Vatcri. nella versione di Eire Scllìn e di Chnrles Gucnthcr. Il lascicolo con1cnc, 1 a pure una pocsfo di G:ictano Gan.iiuto ,cma nome del tradllttorc. Lo stcs~o Gucnthcr e poi lomato a Ouas11nodo pubbli– cando sulla St~sa rivi\ta {prima,•cra 1960) trenta poesie di Qll:'lsimodo, in una ~ua ,er~ione, con un'introduzione. A queSlo proposito e intercsrnnte rilevare che il Guenthcr av:1n;,a l'ipotesi che Alla 1111ova11111a di Ouasimodo possa a"erc un significato ironico. come se l'autore avesse voluto mettere in ridicolo gli uomini pel loro tentalivo di cguaa;liare lddio. Ouco;1a ironia, egli dice, possiamo anche lc,ui:erla da noi, anche se l'autore abbia a\'uto intenzioni serie. A questo punto egli ricorda che rei precedente fascicolo la poesia del Gargiulo ( /.,'1101110 e D,o) ha un inizio simile a quello dcll;1 poesia qua:iimodi:ma, e ritiene che sia una risposta a questa. Gli ho fatto nornre che ciò era impossibile, perché la poesia del Gargiulo era app;,rsa moho 1cmpo prima che Qua~imodo pubblicasse la sua. I Una poesia di Alfonso Gatto è apparsa (tradutlorc Bcr- riod°d' 11'/t'::~al~~l:°::'ae d~~.,f,1~ ARTISTI DI IERI E DI OGGI ~!':i~:/ 1 j~,,~ b;~,~1,:'~~;;a':fi1~~; gin}Mi;ell:eta ~;;~,I~~:;~ ~~~t ~ne.is ~~g~:rzrni:~ariamcntc cata III u, 1 gwoco lt.'uerario o Michau.t trova il tor,o della lacunosa perché tiltrc riviste mi sono sfuggite e so che t rimasta docu 111 e 11 ro clù1ico di * discrezione, del/u reuere:.w ,•e,·sioni ~i p~csic italiaf!e sono anche apparse nella rivista una ge11era:.io11e di ribelli. m- rratteuura da 1111 senso 111dc- Poetry d1 Chicago) aggiungo c-he alla lelleratura italiana ttmt 1 a .lJCalfirel'ordine Iog,co fmibilc di orrore e d1 \'erità. contemporanea la rivista Arlanric Mo11tltly, di Boston. aveva tlel 11e11s1ero e la dura realta M e h I Le_d11e di111ens1011i poeric/1e di dedicato nel dicembre del 1958 una sezione speciale di 60 oggctt,va aurmcno faS.lJO/llla IC aux surrea e H1c/1a11:c _S0/J0 infar~i; la me- pagine ~he da\a un quad:o (~tale dcll'l.talia d.'oggì in tulli 1tbertt1 del sogno. Pu \liclta11x, tamorfos, e /'e.surtaz1011e a jCO- I se1ton., ~ con_tcne\'a poesie d1 Cardarelh, Ouas1modo, Unga- ltl ricerca poetica i111•ece s 1 e prire il fo11do (lei destmo. Se- reti!. Sm1sgalh, Saba e Montale. .),empre 1de11tificara co11 la rr- s:11ia111olo m q1te.lJt'al1rapot!.)1a Le traduzioni apparse in tulle queste pubblicazioni, e ~~:r~~lfl~~.l't,'t°'S,~~r::{;J::,i~• r::~~:; 1:' ;,~~ol~;;,~:'.'.),ea O è la mor- ~~c!~ec~~ 1 si~~~~:a1:' d~k~f!b~f~~ !fn~ra~nut~~~rJa o~~i~t:; me:.:..o polet1le per scoprire ,l * « Arrenditi, mio cuore. / Noi mo~Cf!la.. Tut.ta,•ia f!On sarll forse inutile fare alcune osser- sollofondo della cosc1e11i.a,per abbiamo troppo lottato. / Che ,·az,om dL sviste o inesattezze nolate Qua e là. ~,~g~f;a;ec~,,f,~ 1 e:e 0 7,a\,:'c~~~j 0 1 ;;~: cl i .Il ARI.I O I• I AZZO l.,LA ~as~;i d~\'~•i;;r;:~ì'.· 11 srtfaf~ iore delfes1ste11:.a in wr pro- eh . to ciò che si è potuto. / Oh, ce.\S0 lirico d, solfi/e semi,Iifì-1centrara. e sem~re. ripropone M!cha11.~ arrmge se1111?re I e. manca, che mai tu non anima mia, / Tu parti O Ili c:a:.iolle. A solle,•are l'uomo dal 1l problema dell ~1s1e11:.a con suoi vers, da 1111 colloquio con porti •· . . resti. / Occorre deciderti. / 11110 stato d, concreta :>olitudine, 1111a logica mzprev_,sta.. se Sl~So. . . . Q,us;a bre.~ e ~1a ha come SiinOri della Morte, / Io non occorreva roccare quelle for:..e La fe11ome11ofog1ad1 questo Egl, .lJl è liberato d1 tum r titolo lfl ,ma ',~a». . , i ho né bestemmiati, ne ap– origmarie che lo clruulono m fKJt!fa sembra .c1llora .))Caflmre traumi; 11011ha co,!1plessi di Jà t'erS, SOi/O dr una sempli- plauditi. / Abbiate pietà di mc. ,ma :sorra tft i:>ola deserta e da tm dialogo 111 11enombra tra sorta; può spos1are 11 suo po· clt estrema e co,filtt:ngo;]° 1 ra,r-. già \'iaggiatorc di tanti viaggi mettere III muro le sue for:.c piit la voce 11111ana e/re '.egfstra il tere logico da w, ordi11e a ~m fa renereua meta ISlca a are, senza .".aligia. / S~nza maestro se,;,ere;,esHl/1 poetu frat1Ce:!e~il 0 d:u: 1 c~~~er~,,; ~~:~1~~~:~~ ~~:i~e':J~~l:/:,~;as~ ~~r:,~~. ~it~= ~;:~;::o, am~'!' ~;:i~ 0.s;::::,~ ~lonri:-~~ s:;zru~~~ch!hr~v~. 1 i moderno è , 11 ,o come III u,- accanto al loro fermo nome, vcnta lo staio d'amore e lo r,teu!ao korse pr\';'! 1 di valore Voi siete potenti sicuramente chat1.'f l'intert!.)-,e per quella ,ma SO.lJtanza_ mutevole. stato d'assedio a cui è sotto• p~etret?. ppure. 1 te ,au.\ pos- e strani sopra ogni cosa. / Ab~ 11orta di labrnlllo che i! ram ma. A;fla poes,a ,\~!cl~m~:c 11011 p~sro l'.uomo n~odenio. i-:~ a Sie.~~ 11 dono ~' scavart; 1 ~1 wi biate pietà di quC5t'uomo spa- 111 wrre Je }Ile opere poei,- cJ11ede che q11e:ll mfrmta pa- rmtra~c!are la liber~a nefl !~t'a orz....?ll!e, che be.mb/a lmuraro, ,cntalO. che p1im.a di _\ai:carc che egli 11011 ha fatto che pro- :..1e11:.a 11eces:lar,a per poter che s1 e fatta energia a11ala1cama, e 111 1 e.ce a ,ssa e. la barncra , 1 wnda dt già il cedere cou 1111 rigore quasi scavare contmuameme ne/ /fu.)- o immagine smretica di t1t1a sr- E. w, .:;iodo per. di st rugge:re suo nome, / prendetelo al \'O• :1::' 1 ~!~c~·e11~;;~ 1,: 1 ,:11:,i::~ 01:~ ~?iied~og~~~e ~:w~r:;~;~ne:1°: ~ 1 , 1 ti,~ 11 ~~~,~~Cl re~~:!":~tl ~~~ ~'~~~~,:~iri:~. r~loricc: att~gg:a- ~o~ò// ~~-e~~stAa~~~~ra:en~\ equilibrio Ira l'es,gen-a pura- volte oscura, a ,•ofte lucrda e mmcia e non fimsce mai per- ~ sua vus!fica~1<me e m- e ai \'OStri usi. / e se vi piace di mente lirica e il b,sog~o mora- musicale, della corrd1:.io11e w .na- c~1i cc1~11?re11de P!enament~ l.a f~tt~ sc~m~. s11t1etrcaed apo- amtarlo, aiut_atclo, ve ne prego». le di comunicarci i con/in, labili na. Ma tale co11d1z,one vreue etrcolarlla_ della v,ra che s, ri- d,tttca ms,eme. II presem1111e11ro clefla mor– tra ,t sogno. così lieve e silen• nsen•ata tutta 11el/a coscien- rro,•a pro1.eua1a 11el/a '!,orte. Il ! Piccolo•• 1111'al1ra poesia te è g_iàd~ventato. una. sorra di t:,as~,a~r,~art~n~;;,,;:1a m~;~'fi~ i!s~':~~ 1 ~11 d,~:!'roe::;,r~1 1 ,~a,~~::= ~ ;: ~~ 1• 1 elr°::~~·dfe,;~?· ;,~::. d,~eOuando ,·oi mi \Cdrcte, I r:e.,~~:;a d~;l: 0 ;,~~~:e.,r,d~:'~o~:~ della rerra. re discreto rl . suo dramma, d1 esistere pr,g1omero, vn•o Andate, / Non sono 1o. / Nel por te forze della vtta, d1 quel- l'uomo I! eJ1>en:.iafmeme un :,e,uphfica P?t!l1ca_me111e . l'av- proprio sulla 1ura. grai:iello. di sab~ia, / Nei g~• la vita segreta a cui Michau:' ha ~J:: 1 :[ 0 ca~:~~ 10 ~:,a:~ 1 d: 1 ~;~':;_ \'~':r";:i:~'',,o~i'a" 1~ 0 :1::~'\ la miI~.i::; ni f~i ;~~t d) Ed· i~ ~~lh ii:lsiirrcne~~n\~~lla/ f~~r:i ~:es':/,~,:zj;~e:,ta e~':,',~q~: 11 : = tr 1;,e~ tJ:r~~,c~:11;~:m: ;i:: : 1 r: 1 :a~gle;~~~'::a ,~~:!~e ~:i~ 0 ki~ !~'.c'ìdtuan~~ ~11~~~ ~~ ~~: ~~~~I ~~~~c~hi t ~;:'~i1/~~ !f:t; ti1:1~:f::1~e s~ld~:I~to c~-,. ~~~m~~~'r"::u:ie!~~a ";rt;;·ol~~ ~;~,;:1;~~11/cr~;~~~ 111 r1:,~'iJ~t~: ~~g~~/ tiThoc~;i ~~11:ii~r?' 1t ;~~!{ fhPi~~okJ~nprc~of:, 7\ ~~;a;: s~"es;~r~ac:i ! 0 ie;'::/~ 11 ~~ prima nella ,•iSCUt! .wllerrane.e lamenti che si d1fa1a110, nel sen• non ,edo chiaro nelle tue offcr- se m1.s1 tencs~c, / S1 farebbe d1 m!a solli le a_ngosc1a.Ma que.- 1 deltilldffiduo µer e.Jplodere poi so. de.Ifa venra e c/ellassurdo, te. I li poco che io ,oglio. mai mc ciò che si. ~•uole.». . st angoscia s, riscatta sempre, alla Juce, chiedendo alla 11mo- come se lo spmto 110'1pott!.!5.e tu me lo portL / A causa di /u questa ~inca, !I Surreali- ha una sua cadenza ll!elod,osa [,~~~ifes~~i·,~; 1;ic°:d~,l al~~/;;;; :;~f,~'~~~~,ir~~o~~~a;;;~~:~:. :i:~= questo vuoto aspiro a. ta,?to. / ;!~~se cfz~"'ridt;:c 1 N;ve.~1 ~io~: ~1~0~:r;:,,~:/ i~J":si. ec;:: 0 r~•ap;! l mo~mdrio della \'OCe una solu- 1ico e ordmaro in modo su- A tante cose, a _quasi I in.fini- ~- uno stato umano duperato: - ::ione clic rima,ic semprt' con- peruma110. 10 ... / A causa d1 questo poco l 1m~rno morale è tale da tra- (Continua a pa&;:,4) Quasimodo tradotto e tradito Nell'antologia del Pacifici la Lellera alla Madre di Quasi– modo era stata tradotta da Bemard Wall, e questi era incorso in qui pro quo che è sfuggilo anche al correttore delle ~~~f; naJ~;fi/ t;:e ':,~,~1:f/i° c~;;:si~~/tf::':;~f,~s/~'f/: dtf;~e dove si vede che il 1radullore ha messo in acqua una nav~ inesistente che stranamente urta contro le dighe, scambiando il Naviglio nome proprio del canale, per una na,•e. Nel volume del Mandclbaum il verso: di latomie di cedri verdissime (nella poesia lalomie) é tradotto: of q11arries of greenesr cedars, il che sposta l'aggettivo dalle latomie ai cedri.~ e. la. cosa è .tanto più SI rana i.n quanto il genere femm1mlc indicava chiaramente che si nfcnva alle latomie. Nello stess<? errore e incorso il Gucnlhcr traducendo: of sto11e quarries of dcep gree11cedars. Saranno magari s,•iste di poco conto, ma stonano lo stesso per il Je11ore che conosce !e due lingue e confronta la ,·ersionc con l'originale. Ancora 11Guenthcr, traducendo: Che v11oi,pastore d'aria, giunto al ,·erso: Dt1 (,aro dai pianori d'Acquai•iva, lo rende con: J 1 gives breath ro rhe plains of Acquaviva, che è uno spostare la provenienza del fiato con un efTetto che non fa senso. Il Mandelbaum, che traduce esattamente questo ,erso erra per conto suo altro,e nella stessa poesia quando traduce il verso:. co,ifusa al mare dal riverbero, con: co11f11sedby tlie soimdmg sca, do,e la donna appare non iià resa quasi invi– sibile dal riverbero e tutt'una col mare, ma e confusa dal mare», eh~ può avere il senso di • stordita dal mare» e il riverbero e eliminato del tutto. ' Ma non occorre tener in gran conto queste dc,•iaz1oni• nell'insieme la poc~ìa d.cl Ou~simodo e quella degli allri conserva nc!Ja versione I pregi che le vengono riconosciuti da2li s!es~ traduttori che hanno affrontato la non lie,·e fatica di farla conoscere agli americani. la pezza d·appogg10. Ma volle che i loro rapporti ressero predisposti minuta– mente. razionalmente. dalla cena al sonno. le due sole cose che faces::.ero insieme. poiché saltavano entrambi la prima colazione. e il pa– sto meridiano Io consuma– vano in utflcio. ognuno nella propria stanza e sul– la propria scrivania. alla carta. come !)i diceva con spsrito tra co11e,h1. svol– gendo il pacchetto che in– vece non conteneva sor· prese e non permetteva al– cuna scelta. Tornava a casa dopo la moglie. si chiude\'a nello !)tudio a legge1e. e ne usci– va a11·ora precisa in cui la tavola doveva es~re pron– ta. imbandita. identica sem– pre. Non che mang1a~.,ero tutti I giorni le stesse cose. ma per ogni giorno della ;;ettimana egli aveva det– tato una lista di cibi igie– nici. economici e rapidi. I giorni dbpari. sapevano di trovare ceci. lenticchie e ragioli. rispettivamente ac– compagnati da cotiche, ann· ghe e tonno. e gli altri giorni carne. che era poi sempre- sana. sanissima - la fettina di centoventicin– que ,rammi. da far :a-ià ::.ulla gratella. ovvero ~o– prasotto. un attimo di cot– tura; l'estate. si sa. frutta e insalate; e la domenica d·ogni stagione. manzo e pollo. giacché s1 poteva sta· re In casa r. .!lorvegltare la fiamma. lenta. bassa. che fa buono 11 brodo. e la carne s1 digerisce meglio. Fra settimana. pensava la portinaia a cuocere i le– gumi. Le davano una pic– cola m:mcia. le rifondevano la spesa del gas. e permet· levano quasi ufftcialmente che rubasse un etto circa di lenticchie. ottanta gram– mi di ceci e quasi altret– tanto di rngioll <due pic– coli ramaioli. egli a\·t~va culcolato); e polèv,mo far senza la donpa di sen·1z10. che lui non avrebbe sop– portato per casa. come non sopportava intrusi in uf– ficio. « Dopo cena. aut stabi.s aut lento pede deambula– bi., 1,, egli ripeteva ogni tanto. come se la moglie potesse mal dimenticare quell'aurea senten2.a; e tut– te le sere usciva. tutte le sere tornava a casa dopo mez;:·ora. si metteva a let– to con i piedi freddi In tutte le stagioni, e senza chieder scusa né permesso. Il ficcava tra i piedi di lei. che lo scaldasse: In orttag,io a quell'altro prin· clpio. 1( piedi caldi e testa fredda i,. a cui. da solo, poteva obbedire per metà. 11 S'è sposato per questo? N si domandava Anna qual– che volta. u Se avesse la circolazione meno difetto– sa sarebbe ancora scapo– lo? ,i. Lei solTriva di cal– dane d'inverno e d'estate. e quel po' di fresco che il marito le imponeva. lo avrebbe cercato anche da sé. Ma questo era Il punto: da sé. Venne alla fine il giorno. anzi la notte. In cui si trovò a riflettere. che c'era pur differenza tra l'esser costretti a scaldare e voler essere raffrescati. E cosi. quando in uffi– cio si cominciò a parlare delfasintica. Anna sentl dentro quella voce: 11 Met– titi da parte ... penso a tut– to io 11. La domenica. puli. lu– strò. strofinò con attenzio– ne. Andò al baule del cor– redo. stipato di roba mal usata. lo apri. aspirò con piacere i_lprofumo un poco acidulo che ne usciva. e rivide sua madre. Le sorri– se con un'espressione mi– sta di antica timidezza e di nuova malizia. Quella roba era stata della mam– ma. della nonna, della bi– snonna forse: il ricco cor– redo delle cose Indispensa– bili. che poi non s'usano mal. Ed Anna non ebbe scrupoli; non doveva tra– smettere ad alcuno quel tesoro inutile. quindi scelse il meglio; lenzuola di bis– so. federe fittissime di ri– cami. da metterci sopra un asciugamano, per non al– zarsi con il volto rabesca– to; prese una camicia da notte dl batista. leggera e preziosa. ampia e traspa– rente. accollata ma impu– dica come un bikini, che la nonna aveva copiato da un modello di Eugenia di Montijo. moglie di Napo• leone III; prese una fiseu– se d'età meno arcaica. ci• vettuola. che taceva pen– sare al tempo della Fougez e delle sue piume. ed agli scialli d'Isa Bluette; prese I fazzoletti. un paio di doz– zine. che tutti insieme non pesavano come quel solo che Anna teneva nella ta– sca del grembiale; e, per quanto facesse ancora cal– cio. prese le pantofole da letto. di lana e seta, un butut!olo che pareva un piumino da cipria. Ravvol· se tutto Insieme, e rlpo~e (Continua II p11g. 6)

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