La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 7 - 12 febbraio 1961

Pag. 2 LA FIERA LETTERARIA Domeniéa 12 febbraio 1961 lo quando occorreva per tut- 1 i e in abbandono auuato quando a lui occorrc\'a per non smentire quel coraggio, in fiducia concessa e in aria fatta respirare a chi ;ncrn bisosmo di fiduda e d'aria Lostroncatura offende la verità ~~f~~nF,c'il~;~i1/à p -opt~ amicilie. quelle più rccondç di queste, in incitamenti e in 5ghignazzatc, in rc.:tllà gridate e sforzate contro il sogno collettivo di un'epoca. Uomo nuo,·o, mai «finito" pcrchC sempre inattuale, Preuolini ha inaugurato in ~/!:~'\ ftr![g~iod~st\},~~: A So.."~•101 f!if,:,';i:,;,':!:!,~':,. • C.o r. LI CrtN /,I- • A~~f\/t (1-<tufvoltco1n•– L ,1s • >M (Continua da pag. 1) certe discu6sioni derivaf\O sollan'to fracasso e Confu– sione: due pessime pre– rogative per il proseJtUi· menlo di ogni indagine e in particolare di quella letteraria, già abbastanza intorbidata e insidiata da altri equivoci di varia na· tura. rere: I tempi comportano anche di pe.5:,2:io. Tuttavia. dal nostro can– to. noh abbiamo neppur gradito l'utilizzazione che da più parli. Interessata· mente cioe tendenziosa· mente, si e voluta !are dell'appreuamento. in me· rito a quel nostro arti· colo. espresso da Dome· nico Mondronc S.J nella Civilta cattolica del 7 Jten· naio 1961: nell'approvarlo e nel segnalarlo. il Padre lo ha fotto in maniera da isolarci e sollevarci trop· DO singolarmente e tra 1 pochi critici onesti della Noia>. Quasi che il nostro intervento sia da riguar· dare come una sortita. una scappata personale per la rarità del giudizio: mentre in realtà esso non e stato e non è rimasto un caso limitato. E questo preme precisarlo non per dividere con altri una re· sponsabilità che ben pos,-. siamo assumere e soppor· tare da soli: ma per dimo· strare la mancanza di ogni personale intenzione stron· catoria da parte esclu'."liva· m~nte nostra, Della nostra stessa con– vin.done si era infatti gia dichiarato Claudio VareAe nel Punto del 26 novem· bre 1960 e si è in appre"so confermato Arnaldo Bocel– li nel A-fondo del 27 di– cembre 1960. Da più parti. dunque. ci si e ritrovati .a p!!nsarla e a dirla e a seri· verla nello stesso non fa· vorevole e non po!liti vo modo intorno ad uno stes– so romanzo. che pur avreb-– be dovuto SU$CÌLM mino· e di:.parita di np1nioni. stando alle ra~ioni che nei tre citat articoli !-ono st•– te esposte con ferma pac.-a– tezza ),fa r-he co,c;a 1mpf)r· ta i;e a condividerle e a !>Ottoc;crivf'r'.e cnn ma22ior Jecisione sono stati solo i tre ri!lloetth·i auto:--i! Con– ta 11 fatto che ~u tre fo2Ji differenti c;1 e ,tata oro'l.'a di un'i..-fent:t;lo d1 d:~<cn~o in contraoof'W.i1j(,ne .1d una fòtravr;1nrlp j, 1 rnt;f:tl i1 --nn– iu•n.:i .\nti"9nnfn·O"i'IIT'l'I., PC'•chP no" \fa P ,rn anticonformioi;mr, c-he. Que– ,r;ta volta. ha t:--ovPtn cnin· dalli. dei dilc11an1i ricchi di sangue contro i dottori e gli ammalati della rinuncia. Ha impiantato a Firenze con P:i– pini il baraccone della cul– tura alliva, che strilla e brucia e paga di pcrsonn. Partito crociano, ha fatto tante crociate per conto MIO, e una diversa dall'ahra per non somigliarsi mai. Ed è finito così lontano che può guardare l'Italia co•· mc uno straniero, come da straniero ha sempre visto l'America. La sua patria, a ,·olcrglicnc prop1io dare una, è più lontana ancora, è una Italia morta da secoli. Sotto la maschera cinica ne porta il lutto. F:.X•:~•:" A ~~K~ 0 ~.- u c.,,. ,-1 ,,...,,.. ,_ .. .,ç,. ,.._ '"''"" .....~,-&.e; So--,,."., ,,,,. P- R,..,,.'rP.ùu• 0.-111 rTR[NZE Il primo nume ro del •Leonardo• dl Papi nl e Preu.ollnl utilmente riproponibile: gli uomini sono identici, al fon– do, da giovani come da ,•cc· chi. Papini, Sbarbnrò, Cccchi, Ungaretti. Govoni. Cardarelli, Dc Robcrtis, Marpica1i, J;ihicr, Pizzetti, Einaudi, Amendola, Buonaiuti. Palazzcschi. Ma· rin, Borgesc, Panzini, Soffici e tutti, tutti gli altri qui compresi, degli italiani, ol– tre il limite dell'appunto e– pistolare (eppure, a leggere bene, anche questa estrema limitazione è superabile) so· no già qui riconoscibili per intero, con tutto il loro ca• ratterc, la loro personalità ta\– Yolta allo stato puro, intc· gralc, oppure velata, ma sem– pre trasporcntc, riconoscibile. chiassosità di Luigi Ambro– sini, la scrnpolosità di Ono· fri, la lealtà di Serra. E di altri ancora la tirchie• ria, o la compunzione, o la mcllinuità, o la bpntà: tutto è scritto; ma dei più il calore, l'entusiasmo, come so· pra si diceva secondo l'im– pressione totale, l'insistenza focosa sui temi, l'aria belli• cosa \'crso amici e nemici. sfregiandosi e riappacifican– dosi. discutendo e acccndcn• dosi, p~r magari calare e i-attristarsi e non voler ve– dere più nessuno: i caratteri sono evidenti, eccitanti. E. tulli insieme compongono questo grande ritratto segreto della vecchia Italia, una delle tante ltalic, forse delle più vi\ 1 c, che stanno là, falle mar– mo cd cscmpib, e che nulla ci insegnano, pcrchè tutto scorre e nulla cambia, nulla soprnltutto in Iinlia e soprat• IUllO tra gli uomini di lcl• terc. silenzio, della fuga o dcll'inu• tilc ribellione. Perciò non ci siamo af· fatto rallegraJ.i quando. in una rassegna settimanale della e terza pagina > ( Fie· ra Letteraria. 25 dicembre 1960), abbiamo visto regi· strato come una e stronca– tura> il nostro articolo su La noi.a di Moravia. ap· parso il 10 dicembre 1960 nel Tempo, perché stron– catura non era e non vo· leva essere. Ma ormai, da noi. in campo letterario, quando ci si trova a dover manifestare senza finzio– ne. pur documentandolo. il proprio dissenso intorno ad un'opera da altri in maggioranza approvata e· Iodata, il meno che possa capitare è di venir consi– derati e stroncatori>, ,a:ua· stareste. mettimale; sem· pre che non si dia anche il caso di essere addirit· tura accusati di aver sol· lecitato l'intervento e il castigo del giudice. Una critica letteraria lealmen– te severa diviene una sub– dola denunzia all"autorità ,a:iudiziaria ... Lasciamo cor- I +: La settimana in Terza+ 11 cidente e,p•e<•inne nel PunM. nel Tt>mpo e nel ::::r~.~'. a c:::.r:~. 0 ~,;;,:~: Ja pe'.'":o:on.1lp •n\71:.ti"·a del· l'uno n del'"altro recen~ re. oe"che n°!J~ -.oont::tne·- Di questa Italia il tcstimo• ne e martire Giuseppe Prcz· zolini ci ha dato un ritratto giovanile e velleitario • pri• ma del diluvio•. Tutti i gio– \'ani dovrebbero leggerlo e meditarlo. Anche se, fatti i conti, nulla cambia e nulla cambierà, specialmente in I1alia: a nulla, cosl. serviran– no mai sermoni e lezioni. co– me gli esempi e le batos1e. Sabato: 28 gennaio Renzo Tian sul Me.,au· gero dice: • Per strano che possa sembrare, c'è motivo di affermare che da qualche tempo a questa parte in Ita– lia si legge di pi\J •. Que– sta storia che in Italia si legge di più rischia di di• ventare presto un luogo CO• mune tanto abusato da in• disporre tutti. Certo che si legge di più rispetto al 1938, certo che si legge di piU rispetto alla Grecia e ai pae• si medioorientah. Ma è ciò che si vuole? A che punto siain·o rispetto alla Francia, A BC che le lettere della Marchesa Costanza d'Aze. i;:lio sono un capolavoro lel· terario. ~!~: c;~urf;b~r~ 0 7:conne/;~ tà del lor~• concordare ~:e d,c~: • urge la ne.ce. ,1to d1 I la e_ar:inz1.:t de~l-a loro 1- dore una •i•tema z1on ,. leg1• berta. E. a \.'enta o no di Chi se li aspcltarn più, ormai, documenti dì prima mano a proposito d'un capi– toletto della nostra s1oria ~ià infiascato e annacquato dai luoghi comuni di un mi– lico scmito dire? La prima imbarazzata sorpresa sarà de– gli stassi mittenti ancora vi– ' i, che si ritrovano imberbi, disàrmati. spogliati dagli an· ni. dal tempo che cosl spesso tra\'cstc. Tornano i loro visi gio,•ani, le parole gio,•ani. Domenica: 29 !~ 1~ 1v;,,t:rt~a;:~;o, e.li :n~o:~ ,riudi~_in ch:es'-a corri"'onn· 1,la d1 quella liberta della da. c1n te:o:t1mnma che non concezza che t."O •ah::ata: è. comunque p,; •~lezio di Veronica. racconto d1 G1u· 11eppe Marotta, sul Corriere della Sera. Su Il Resto del Carlino prosegue la pubbli• cozione degli Appunti •~· greti di Giovanni Papini. n,l rupe.Ho d1 tutt~ le altr, un '-Olo. ne di troppo hb~rta c_he ormo1 •oppiamo h. i nd11: 1111 b 1 li •· C. T. I poc I. ESRICO FALOLJ Per i già morti, per i di– menticati, quella o quelle Jet· terine riportano uno stmccio rosso di vita, il lembo d'una bandiera ripresa alla morte, e l'oblio e la mummificazione sono. anche se di poco. rin– viati. I vivi, im 1 ecc, quanto ci sembrano lontani, quanto è corso il tempo, com'è lonta• na La Voce. Eppure quasi più vivi. E come somigliano a quelli che sono ora. Senza essere affauo documenti e• splosivi, senza farci nessuna scandalosa rivelazione. le ICI· tcrc de Il tempo della \foce '-Ono pure documenti ri,·c– lanti, con uno scandalo com• plessivo da raccogliersi alla fine della lellura, che non è originale ma umilmente e L'entusiasmo generoso di Soffici, l'ambizione enorme e spavalda di Ungaretti. il tor– mento tortuoso di Boinc, la misura sicura di Croce, la tortura •titanica• di Papini. l'orgoglio autoci1an1c di Car– darclli, l'eleganza tornita di Bcllonci, l'angelica commo– vente semplicità di Jahicr, la umiltà distaccala e orgoglio· sa di Sbarbaro. il calore tra– boccante di Marin, la bizzo– sità di Pizzetti, la disperata fiducia di Campana, l'esubc· ranza ingenua di Carrà, \'in• quietudine di Bor{!csc. l'an· tico bisogno di silenzio di Palazzcschi, il paziente attivi• smo di Govoni, la chiarezza di Salvcmini, la dolorosa morte da vivo di Oriani, la passione di Amcndola, la La delusione di Prczzolini è a nudo una • delusione ila· liana•, è il risveglio nella storia collettiva dal SOinO dell'idea personale. Alla !un· ga, ogn i nazion e finisce per a\'erc i lct1cr.ui che merita e i disperati e gli esuli che non merita. Un po' di stanchezza, cd ceco tut1i gli • uomini fi– niti,., nella gamma dalla grandezza alla meschinità; un po' di lucidità. ed ecco la delusione, e !"alienazione del Gli uomini. Prezzolini ci ha insinuato, a vent'anni sono gi:ì interi. E poi la gio"inez• za, da noi, è un peccato ca· pitale di cui bisogna ben pre– sto fare ammenda compunti e cosparsi di cenere. A ven– t'anni, spesso, si è già addi– rittura • uomini finiti •· PIETRO CIMATII I Inghilterra e ai paesi del Nord-Europa, senza 1mm1. schiare Ah USA e l'URSS? Anche più radio, più cine- ma, più stadi, più giornali sportivi ha l'Italia rispetto al 1938. La diffusione del Ji. bro e della cultura non si ----------------------'-! attua con i facili ottimismi. L'Italia ID America L'impresario Erberto La.odi di New York farà venire in America la compagnia del Teatro ~Fenice» di Vene· zia per toumées di prosa e di musica operistica in tutta l'America del Nord. Alla Wayne State University di Detroit, e alla Unl– versity o! Michigan di Ano Arbor, comitali accademici stanno organizzando programmi di conferenze e tresmis– sioni radio-televisive. Ancora su • La farfalla di Dinard • di Montale. E' il turno di G. Tilla Rosa suj Corriere Lo~~a:do. Su La Naziotie: • Paster– nak ha lasciato oltre un miliardo di lire. La somma è bloccata in due banche, a ì\fìlano e in Svizzera •. Sul. lo stesso foglio, Peyrefitte dichiara: • L'Italia e la Gre• eia sono i due grandi amori della mia vita •· Gian Franco Vcnè dice su Blaise Cendrars, ~~ transiberiano,, co dei versi; poi si entusiasmò e seguì New York. giocoliere in un music-hall di denze. Sempre pronto a partire. ad an- per suo conto la nuova corrente. Londra insieme con il clown ChapUn. al- dare verso le direzioni. verso la vita e (continua da pag. 1) E che dire di Dan Yack, di Morava- levatore di farfalle nell'Tie•de-France, gli altri uomini. E uomo libero. odiò ginc, di queste opere che prefigurano con venditore di gioielli in Russia. legionario tutto ciò che umilia gli uomini: l'orgo· lucidità ossessionante la temerarietà nel- neUa prima guerra mondiale in cui un glio di casta e di razza, la guerra. il l'azione e l'a~urdità e la tristezza del no· obice gli fece saltare in cielo il braccio denaro. la meccanizzazione, il gregari· stro tempo? « Vita interiore - scrive destro (<e Mon brasi qui est au ciel•). E smo. E. naturalmente. fu la migliore i\1artedi: 31 Mario Luzi sul Popolo esamina i motivi della for– tuna di Joy~e. i.n Italia. L'Elzeviro del Tempo è di Enrico Falqui, un elzeviro di una utilità precisa, da conser"arsi tra i ritagli del– le notizie care. Basterebbe il titolo: • Incontro con Un– i:-arett1 al tempo della voce•. .\-1crcoledl: I. Febbraio A Ellrenburg dedica un lungo articolo Carlo Bo sul· la Stampa. L' occasio.ne gli e data da alcun e dicluaroz:ioni che Ehrenburg ha canceuo l'er , futeggmme.nt1 del .mo 1ettante.s1mo complea11• no. Qirnlche brano di que.110 dichiaroz1011e va raprera: • Noi non .scriviamo né per la critica né per gli anni– versari ma per i le11ori... A sedie, anni presi la penna per inv11are i miei compa· gtii o divenrare i tamburi della rivoluzione... ma da allora .sono cambiate molte cose... Oggi ciò che dobbm• mo comporre è la sinfonia della vita•· Eurialo De Miche.lis .su li Giornale d'Italia esamina la figura di Rimbaud e la nia .storia dopo .. Une $ai.son en enfer •. Egli dice: • in ver~– tà, la ragione del .,.ilenzro del Rimbaud è quella da lui .~reuo e.,.posla nell'unico li• brcuo .., la con(euione del fallimento di rutto quanto egli aveva fatto scandalo in pubblico finché ci aveva creduto•· Jacques. Henry Lévesque -, follia, vita ciò non gli impedì di trequentare tutte pasta d'uomo che si possa trovare tra la :~~i:~~. 0 ~~:~~t~e d.~:~:i: 1 ~:• ~;;msi;:n:.r~~~: !~ ~~~:!~~~~ee d~Ì: 0 ;~nt~•~ ~)er~::f;· ~:::Ciu~~~ A5:i:i;;· i ~ee:i :a ri:~nd~~: Glovedl: 2 SCRIPT nei quali vedeva un'altra sorta di acca– demismo e il rifiuto per lui ìnammissi· bile di tenere i piedi saldi sulla terra, è illustrata nelle sue Fe1tilles de ro1ue scritte nel 1924, dur.ante il suo viaggio in Brasile. a cui seguirono Kodak e Di:r·neuf poèmes élastiques, « 13 più bel– la poesia dei fatti•. come ebbe a defi– nirla Delteil. L'orfismo, il cubismo, lo « spirito nuo,·o >1 in cui si incammir:aro· no nella poesia Apollinaire, Aragon. Cra· van, Birot. Breton e Léger. e nella musi· ca Strawinsky. e nella pittura Picasso, Chagall ed altri, debbono molto al gio– vanissimo Cendrars, Che &."Jiamava pi· sciatoi le cappelle letterarie. che ere· deva il poeta nato per la coscienza del mondo e il cinema destinato ad essere l'arte dell'avvenire. e che sognava una sintesi del suono degli odori della luce. Con la nascita deUe nuove tecniche e dei nuovi ogeetti. Cendrars sentì imperiosa la necessità di reinventare un nuovo vo– cabolario, una nuova maniera di espri· mersi. di applicare alla lingua gli stessi metodi che impiegava per vivere. Apol– linaire. a cui pure sono andati la mag– gior parte degli onori, si scandaliuò in un primo momento dei salti mortali che Cendrars fece subire al trad!zionale gio• flitto tra Ja libertà e la necessità. sessua· e sulle pietre. di farsi insomma una cul· con la pazienza del suo braccio sinistro ti~~a;~ro~!:r~~i~eri;i':a 1 i !~~lt; Jità. assurdità del mondo: tutte le idee di tura viva che non ha nulla da spartire a tutte le lettere dei giovani esordienti. canzone napoletana e le sue G. GIUL. - Il suo raccon· cui vive da oiù di vent'anni la nuova let- con quella grigia dei cosiddettì uomini di In verità. non era un profeta di sventure, molte storie. E' una storia to • In cammino• risulta ab· teratura. tuùe le questioni che essa agi- Jettet'C. E si vantava cli conoscere gH come ce ne sono tanti. che manca però di una pili ba.stanza suggestivo, e non ta. le troviamo in Morovagine •· orari di tutti i treni e di tutte le coinci· ANTONIO CORTE ~i~~~ladi bg>/~~;;~~a.DeE'R~! ;~~~:::~,e;,, P;,~e,~e~:,o e:fJ~;r~ Blaise Ceodrars non fu un letterato .. -------------------------------1 berlis su ~ La farfalla di della guerra parrigiana 111 Nei suoi scritti. In cui la nozione del tem· PRfMIQ (ITTA' DITRlfST' G • ~ CENTRO STUDI PIR.AN. Dinard • di Montale su La Istria. Ui ha saputo trattar- mo appare soppressa e l'invenzione del l:: I ro . DELLIA TI - E' s orto ad Nazione, articolo già com- Io con un'ascwttc;;.z.aed anche r~t/~a~!~t:U:ss~~ù=~!~ c~~ 1 W ~3:~as~~~ percomposizioni si foniche ~ ~~~~n~~ ~\udf:?::~d;m~~~8..~ ri~!~a\~te~:~,;i~t~1d~ 1 t~= ;,~:~o 11 ~a,~:!;;:o c::1r~i3:'a~,a~ E merino dedica un lungo ar- O 11· · I sml·co. una lievitazione permanente, ,·1 Sotto gli auspici del Comune d'I • sso si propone di riunire e uc ascmttez.:.a e que ngo• t I ticolo del Gazzettino a • Ra- d" furore, il movimento. Alla poesia dei di Trieste e con l'o!'ian~zz:azi<?· a 1a • coordinare le energie di tutti . . . t re 1vengono anche ,a mo• perfetti poeti opponevo la sua poesja di ~ ~cb,C 0 'f!~~~il~ndi '\~~i~~ . ~~ie\:~n~ :t~r:U~~cl ~~t~i~~~~ :::::::: :ritico e poe a•· S:;~~ltt:~g'::~::1 ihe~~;rf:: ((cattivo poeta,.. in cui scorreva tuttavìa viene bandito, per l'anno 1961, scadenza del t_ermme. fissal? culturale costituito dall"opera Std Popolo, Silvano Gian• scia perplesso è il motn•o ~~ps::tl!ta~ i~er~~ t(~to leer~a~!!~o. c~!~ un concorso nazionale, deno- yc{ la p~entaz1one dei !a,•01Ì" letteraria cd artistica di Luigi nelli, riportando i brani di r,:; 11 g~,; 1:,i 0 ::~. scritto quella minano con lui). voleva leggere nel gran :!n.~t~o~t~~d~t~~~à di Tric- 1~ ~~~terivara~;,o ~~~~;l~'C~~"l= ~i;a;:~~~t:dm:~/~°µf;~gur;~ ~/~ 11 :t~~~rs~en~iro.M~:/i° 1~!:~ G. M., Torino - ,\li i dtf· libro del mondo (era partito ragazzo dal- Composizione sinfonica:_ c;on- !~~n,..~~r:sr:ìì'Co;;~~a%lC:-'~ re ~~sti ~~~iob~bl?ot~faigien~~ornd;~ -------------------– la nativa Svizzera prendendo a caso il c?70 . per una com~s1z1~nc Musica• G. Tartini•• via Car· zionale pirandelliana· ~~lm~ar:~~/hfn a~~~:~ :~~~~~':;t;, e !d"i~~•fv~Sib?1~ dre1~cro1 1 ~J lo Ghiga ~i2-3triestc, c1~? X b) un convegno ÌnternatiO• quale si aggiun_g;::r:ài•es~u:tio- ~~~t~ treindirizzoag°s; 10 poss~no nale di_studi pirandelliani; ------------------------------- ne del lavoro vmc11ore al. Tca7 richiedere altre informazioni. e) 11 .., Teatro ?el Caos ... V I • • B • • tro Comunale • G. Verdi» d1 con sede nello 6piazzo ant!• a enti no Omplalll Tries1e. L, composizione, inc- * stante il pino di Pirandello. alla dita e mai eseguita, n~n. dov~ POETI UNGHERESI _ A villa del Caos: supcr:3rc _ la durata !11 3 ssima di Roma Mario De Micheli ha d) il premio teatrale .. Ma- 30 mmut1: Alla par_t1tur_-a dovrà presentato alla critica e al pub- schera d'oro .., quinquennale. (Continua da pag. I) VE non sono solo ititou. di sue collane, sono l'indicazione d'un orientamento spi· rituale che doveva far di lui, negli ultimi dieci. anni del regime fascista, il tipico nostro editore d'avanguardia, nella misura in cui l'avanguardia, in Italia, sotto il fascismo, non poteva non manifestarsi come fermento anticonformistico e in de· finitiva come opposizione politica. Beninteso, in quest'opera di riscatto dei valori della libertà. la Casa Bompiani, per nostra fortuna, non fu sola. Ma t'antifa• scismo contrassegnato dalla sua sigla fu, non c'è dubbio, il più aperto e suggestivo, il più carico di futuro, il meglio destinato a farsi sangue delle nuove generazioni, se esso si chiamò Alvaro (L'Alvaro di L'UO· MO E' FORTE), Moravia (H Moravia de LA MASCHERA e de L'EPIDEMIA), Brancati (il Brancati de IL BACIO e di NEMICI), Vittorini (il Vittorini di CON· VERSAZIONE IN SICILIA), e se esso poi si identificò con. un. senso della letteratura e direi quasi con una poetica collettiva che, in opposizione alle inclinazioni cor– renti, tutte ennetismo e prosa d'arte, gio• cava la carta della narrativa come il tipico genere della realtd e net quale dunque la letteratura d'opposizione poteva trovare il suo alveo più naturale. Anzi, era proprio sotto l'egida della Bompiani che la nostra narrativa scontava definitivamente il gu– sto naturalistico, superava di slancio il retaggio del rondismo e s'avventurava ver• so un tipo di romanzo fortemente emble• matico denso, atlusivo, destinato a ripro– porre 1 la -nostra letteratura aU'attenzio11e della cultura europea come una forza non più sussidiaria. Anche quando faceva tradurre opere straniere, le scelte di Bompiani erano spo• state tutte a sinistra: verso la sinistra po• litica e verso quella perenne sinistra let· teraria che è la narrativa. E certo pochi di coloro che appartengono aUa mia gene-– razione avranno dimenticato che cosa si· gnificarono per noi gli anni di totale chiusura, e in cui sapevamo così poco e cosi male di ciò che avveniva intorno a noi libri. come LA CONDIZIONE UMANA di M'alrau:c (che a Pisa, ricordo, catturai in una bancareUa e divenne subito come un viatico pel gruppetto degli studenti an– tifascisti della Scuol:a Normale), FURORE e LA BATTAGLIA di Steinèeck, E LE STELLE STANNO A GUARDARE di Cronin, IL PICCOLO CAMPO di Cald· welL, IL PLACIDO DON di Sciolochov: opere magari non tutte allo stesso livello letterario, ma tutte egualmente contrasse• gn.ate dall'energia dell'impegno: per cui si può ben dire che Bompiani avverti e im· pose con anni d'anticipo l'esigenza d'una letteratura testimoniale e d'engagement, quale doveva scopertamente riproporcela e magari retorizzarla il dopoguerra. H fascismo quei libri glieli lasciava passare illudendosi che serviuero a mumina.rci sulle contraddizioni dei cosiddetti sistemi demo-pluto•massonici, mentre essi diveni· vano invece una specie di riserva idealo· gica, esplodevano nelle coscienze, contava– no, per il fascismo, come altrettante bat• tagUe perdute. E. non staremo qut a ri· cordare anche quale peso ebbe per la messa in circolazione di nuove tdde, di nuove poetiche, d'un nuovo senso dell'im• pegno civile e letterario, la pubblicazione di una antologia come AMERICANA - una rivelazione - o le scoperte che fa· cemmo nei volumetti deU • Universale •Corona> e nella collana di IDEE NVO– VE, o la freschezza d'a.pporti critici del mirabile DIZIONARIO DELLE OPERE E DEI PERSONAGGI. La verità è che in ognuno di quei casi, e in ogni momento della. sua attività. po– steriore, Bompiani si è compo_rtato come chi punti sistematicamente sugli outsiders: respingendo le convenzioni stabilite, muo• vendo irrequietamente controcorrente, spa· lancando avventuro~amente le finestre su tutto ciò che sapesse d'emergenza e por• tasse in sé un presentimento del futuro: è un po' qui La sua formula., se formula può chiamarsi l'accettare il rischio siste– matico conte condizione del proprio me• stiere; ed è la formula più difficile, se essa poi comporta da parte sua, come duro contrappeso, l'impegno a restar fedele sen· za compromessi, e senza lasciarsi vincere dal miraggio di facili guadagni, a un'idea– le di mai smentita moralità civile e let– teraria. Ma da essa appunto dipende lo inconfondibile sapore di freschezza, il mordente che ha .sempre avuto ed ha il stto lavoro, è essa a sollevare la sua opera d'editore, dal piano della divulpazione e della sia pur dignitosa mediazione, al li.· vello della duratura creazione di cultura. MARIO POMILIO e~scrc umta una nduz1one per blìco di Roma la sua antologia: da assegnarsi al miglior regi• pianoforte: . .. Poesia Ungherese del '900 .. sta ed al migliore interprete di Compostz.,one da cnm_c~a: (editore Schwarz). opere di Luigi Pirandello. VERBA Concorso per una. composmo- Nella ricorrenza del XXV ne. da camera: tno, quat1ctto, * anniversario della morte del fu~~ t.ct~ ~~ci~ ;re~i~a u~i•g;o; CENTRO SA.\! FEDELE grande drammaturgo, e_sso si indivisibile di L. 500.000, al Nel. prpgrarnma. d_elle ma);'ile• ~ropone d_lpromuovere Ul Ita– quale si aggiungerà l'esecuzio- 6taz1oni culturali 1talo-pakist~· 11a ed a;n Estero. la .. <?10:nata ne del lavoro vincitore. li la· ne ne.!-1aSala Le?ne xru a M1- Intcrnaz1onale d1 Luigi P1ran- \VOLFANGO PRIMAVE– RA: S. Miniato - I suoi diciannove anni sono pochi e opachi, non lasciano an· cora vedere dentro. Da fuori, nel pili dei versi inu– tilì e spesso retorici, qualche scintillina. La trovi da solo e la estragga. E aspetti la vita. ~ito 1 ~o~~!ifi~~1 1 i ;i~zi~:· ~:: e (~tat~~~~~ett~~ 0 11:~~~~)~ ~~ 0 s;·ri~h~I ~;rit~!~t~~~~nf°~}~ La composizione dovrà ésserC Regia di Masud Parvez. Pre-;- fieiali di ordine celebrativo e inedita e mai eseguita. senta P. ~mvlo Sprioi:bcttl S.J. culturale. Possono partecipare ai sud- Il film è In lingua originale dclii concorsi solamente com- con traduzione slmultaoea del * positori che siano cittadini ita- pro!. Osvaldo Bcrtollni. doeen• PR.Eì\JIO DI POESIA DIA– liani c non abbiano oltrcpas- te di 1:ngue orientali presso LEITALE - .. La Carona •. salo il 45. anno di età alla rr.S.M.E.O. neffintento di onorare la me. MARIA TERESA BIAN• CHI - Qualcosa c'è. poco ma è qualcosa: delle imma– gmi, una diffusa scaltrezza di composizione, del senti– mento. Il • quid • che di• chiara: poesia! mi pare lon– tano. Auguri. ~------------------- morìa del compianto poeta Ma– rio Ugo Cuattari ha indetto un concorso denominato ...Pre– mio Mario Ugo Cuattarl,. per due poesie In dialetto romane– sco: l'una di carattere umorl• stico.satirico. l'altra di earat. tere sentimentale. cm E' AMICO della FIERA LETTERARIA SI ABBONA alla FIERA LETTERARIA L'edicola piùvicinapuòesseresfornila:l'abbo– namenlovi raggiunge ovunque, punluale, sicuro L'ahhonamento annuale costa L. 4.000. Semeslrale L. 2.150. Trimestrale L. l.100. Per lnsegnanli e Sludenlisconlo del 10 % * ABBONAMENTI CUMULATIVI (senza ulterorisconti): La Fierr, l.Prteraria e Il Tempo (6 numeri scl• tinu111ali) L. 13 600; (7 numeri c;etfimanali) Lire IS 2SO: {,n P;Prt1 T.Ptrernrin e Humnn;t,n L O ~nn: La Fiera Letteraria_ e Ragguaglio Librario Lire 4.680. Versamenli sul C. C. P. n. 1/31426 * LA FIERA LETTERARJA è l'unico settimanale italiano esclusivamente culturale Bandi • BENITO NERI. Anco11a - Immagini non nuove. senti– menti non nuovi ed esterni, ID fretta TEATRO - PREMIO • TEATRO MINIMO•: Scad. 28·2•1961 .Bologna, via ,dei Poeti. 5. Atti unici in lingua italiana e mai rappresentati. GIORNALISMO - PREi\UO •NAPOLI»: Scad. 15 man.o 1961 Napoli, Palazzo Reale. Articoli che illustrino l'apporto dato all'unità della Patria dal Mezzoa:iomo d'Italia e pub· blicati su riviste e giornali italiani en1ro il 10 marzo 1961. PITTURA - PREMIO • CASSA RISPARMIO PP. LL •: Scad. 31 man.o 1961 .Mil~n<?, via Giambellino, 135. Un'opera di pittura figu• ratl\ 1 a 1sp1rata al tema della solidarietà umana. TEA:!::!ra· l~~EMIO • 1 RABDOMANTI»: Scadenza prt• Milano, \'ia Albani, 27. Un lavoro in tre atti o due 1cm· pi. scehi ira quelli letti nella stagione teatrale 1960--61 dal Centro • l Rabdomanti"'· TEATRO - PREMIO • PRO CIVITATE CHRISTIANA »: SeadcnL"l 30 aprile 1961 Assisi, casella postale 46. Un dramma sul tema: • Gli uomini hanno bisogno di Cristo"'· TEATRO • PREMIO • FRANCESCO VALLECORSI •: Scad. 31 maggio 1961 Pis1,oia,_O.M.F.P., via Pacinotti, 9. Un lavoro teatrale in f~~aj' ;~;~t•~~01~ 0 Ji ~J'~:f!n~~t~ta~oo radiotrasmesso, che SAG3~I~J~ 1 'f: 1 9 61 PREMIO • LUIGI PIRANDELLO»: Scad. ~orna, via ~cli~ T~rrne di Diocleziano, IO, Facoltà di Magistero. Studio medito sull'opera del grande scrittore e dramm.aturao. VOLANT con qualcosa di suo da tirar fuori. Ma è più prosa che poesia. LA~FRANCO MARIA RA· NALD1 - li piangere e il far l'amore sono intimità, non le sfrutti; e via quei puntini, sono orribili. PAOLO !\I. PELLETTIE– Rl - Una discreta prosa d1• sposta come poesia, che tal– \'olta raggiunge la libertà, ma ricade. Siamo indietro, ancora. GIUSEPPE GREGORI, Ro,na - Lege:erine 'l@ &ue cosette. -.Preghiera • va g1à bene, pure leggerina come le altre, Poco fuoco, poca \'Ila. ALFREDO '.\IAZZEO, Ba– ra - Ha letto. conosce pa. r;:le e sentimenti • moder• ni • ma in versi non mette niente, tutto scivola via co· mc acqua. La poesia è di po• chi professore: non se ne offenda. ARMANDO STA:,JJZZl, Genova - • In atte a d'una vostra risposta positiva, o comunque, sinc:;:era•: questo mi scrive. Positiva non Ja posso dare, la risposta. Sin• cera, sì: non è poesia, per me ASINIO POLLIONE. Ve– nezia - Usando un suo ver. setto scherzoso, eccole il te• legramma di risposta: • Non vale, non vale•. Nulla. E non mendi canzonette alla Fiera. Le mandi a 81nd1 o Dallara su. SPOLETTA 1939, Cori - ~~ov;n~n~~f~t~:S~. 1 ~/Ji~~ CARONTE fi_cile dirle qualcoj.Q, ~r oriemarla, come lei chzede. Il brano che m'ha mvtato è scritto piuttosto bene. spes– so con molta adere11:.ade– scrittfra e con felicita nella scelta delle parole e delle espressiom. \la. da qu.es10, alla pros a narrat fra, ci cor• re: siamo qua.si su un altro terreno. Ed io non po.•aodir– le se le qualità che ho ani• miraro in questo scntto, la sua capacità di esprimere certi stati d'animo d.J. esalta· :.ione dava,u, alla na1ura, certa fel1cità delle cos.e ri· spondente ad una felicità in· teriore, tramutate in quella angosciosa confess,one rndt- 7'tta che t la narraz.ione. mascherate o tentale dt ma• scherare nella fù1z.lone del racconto. non Po.sso dirle se si maurerrebbero, se conser• yerebbero la loro effi.caCUL. Lo cJnedo a lei. MA.PA, Monza - Il suo r acco nco e stranamente. sue• gestfro, be11ci1epieno d un– perfcz.ioni. Scritto male. ~n• si soltanto alla frase 1111:.za– le: • la madre e,uro per l'useto •: pensa,·a. con quella precisa:.1011e, dt far cap,re al lettore elle uon era entr.ita dalla tine:)tra? E. cosi due righe dopo, • la fle/ia si aJ;;.o da sedere•: quando no, sa• pevamo che era seduta e non possiamo elle essere urtar, da tuia g_onfie:.:.adt lmeuagl!IO tanto evideiue. In un rac– conto di due pagine e po– che righe, a111piame11te .~11n– bolico, all11sn-o ed a -,,.olle prezioso, non po.ç.sono esser– vi s,·iste, se cosi \'Ogilamo chiamarle, di quel genere. Ma, le ripe/o, c'i qualcosa nel tema e nel suo svolgi• memo ( 01•1·e-ro nell'accemro d1 svolgime1110,data la bre· vaà). che m'ha colprto: un rapporto fra madre. e figha che in poch_e frasi raggum– . ee un 1•er11cedt rennone · rivalità, crudelta, amore. I~ ecen,o antagonismo della donna contro la donna. e la eterna associa;.ione dello do11- 11acon la donna. Così, il mio gwdi:.io è so– speso.: v, so11-0m le, dott di mtm:.1one anche hrica · e d'altra parte ci so110 una ~o:.– ::.e~:.a ed una puerilità. di ste– sura fin troppo evidenti. \fa pe!'so.che, con serietd ed ap– phca:.1011e,polrà correg~ersi. .\UNOSSE c.JJI I Kll .. t:. Dcot •Un,n..f• lnD• lennalc u~r1enu. "•nùn•• ma. no.crflll c,outc. oo••II•, rc,maa• d, u111 ••M. pubblicando • ;in.:,ando M opere mentevoll • condWoru dJ puUcol.r• taT~r.. Scrlvcra: L'APPllOOO DEL SUU, Lun,ao Te.tro NOMO,29, Napoli.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=