La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 7 - 12 febbraio 1961

,. . . LAFIERA LETTERARI '.fono XVI - N. 7 SETTIMANALE DEI:,LE I:,E'li''PERE DEI.!,l.!,E ARTI E DEI.!,l.!,E SCIENZE Domenica 12 febliraio 19'61 SI PUBBLICA LA DO lENICA Fonda(o da UMBERTO FRACCHlA * Diretto da DIEGO FABBRI QUESTO NUMERO L. 100 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma - Via del Corso. 303 Tel. 687645 - Ammln1strazlone Tel. 673015 - PUBBLICITA': Amministrazione· « LA FIERA LETTERARIA,, - Via del Corso. 303 - Roma - TARIFFA L. 150 al mHllmetro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo lire ?.000 - Copia arretrata lire 150 - Spedizione in conto corrente postale (Gruppo Il) - Conto corrente postale numero 11 31426 A PROPOSITO DELLA ,:NOTA,, DI MORAVIA * L'ultimaimmaginedi FiorenzoTornea La ''stroncatura,, offende la. verità <Stroncatura> è desi– gnazione che non ci è mai piaciuta per indicare una recensione severa. perchC denunzia una polemicità animosa e compiaciuta. non sempre corrisponden- ~:d:n~ sl~iri~:c:~si~~ie h,: mette in luce più l'este– riorità di un attep:p:iamen– to che la persuasione di un com·incimenlo in chi. con un suo parere. con un suo giudizio. se l'è, del tutt0 senza volere. tirnta addosso come l'etichetta allegramente elogiativa di una specie di smargiassa– ta. lontanissima invece da o,eni sua intenzione. ~Stroncatura> ricorda J?U~ti e modi eh~ furono tipiC"i del Paoini pili bel– licoso e che. se a lui frut– tarono qualche paeinetta salace. non sempre. coi * ,;li E11 7 IU Ct> liA L(IIJ I l o r o eccessi. tornarono utili alla buona causa del– la verità e della j?iustizia. Tanto vero che alcune tra le più famigerate (e ba– sterebbe. da sola. quella. furibonda. in danno di Emilio Cecchi) le sconfes– sò e scancellò da vivo: e a nascondere o a camuf· fare o ad eliminar le altre. una volta. han provvedu- . to i s!1perstiti. trasce,elien– dole per inserirle nel tomo quarto delle opere monda– doriane dedicato a Scrit– tori e arti.sii {Milano. 1959) e facendole precedere. a mo' di scusa., dal ricono· scimento che e talvolta po– té apparire. tanto nella lode C'he nel biasimo. ec– cessivo e perfino inj(iusto. come. in particolare. in ta– lune celebri stroncature>. Quella. ferocissima. a di– leggio del Cecchi (1915) fu tolta di mezzo fin dalla terza edizione. Ma. siamo giusti. come non pentirse– ne? E come non sentire il ridicolo d'avere per pagi– ne e pagine insistito nel dire e ridire che e Cecchi non è soltanto un poeta mancato ma un critico mancato>. concludendo che solamente quando si ri– stamperanno le prose po– lemiche di Papini e si ver– rà a sapere che ci fu __uri certo Emilio Cecch.i-4. suo e contemporaneo. eh' eser– citava il mestiere di cri– tico letterario>. Avrebbe dovuto essere. quello scel– to da Papini. e il ~olo ed unico mezzo per far cono– scere e ricordare ai poste– ri il nome> di Cecchi. ~la le sue opere sono ristam– pate numerose volte. sen– za che del nome di Cecchi vi sia rimasta più traccia. Eppure di Cecchi si parla ancora e si parlerà a lun– go. Magari meglio di Pa– pini stesso. ti quale avver– ti. certo. di de~radarsi. compiendo una simile azio– ne: ma nel confessarsene rigettò sul Cecchi la colpa del misfatto. e Qualcuno. forse. dirà che questa e una stroncatura. Stronca– tura? Si stronca una bella rama di quercia ... >, Suv– via. la verità è che ha dovuto pentirsene. Ne v,'è più ricordo, altro che nel– le note bibliografiche fina– li. della designazione. in passato assunta ed esal· tata quasi come una di– ~tinzione di e genere let– terario>. oltre che adot– tata e per ra,l?ioni. soprat– tutto. commerciali perché quella parola [stroncatu– re) attira più facilmente la malignità e curiosità degli uomini i quali per vandonc i difetti >, e ag– giungendo tra l)arentesi, a mo' di correttivo e inse– .e:namento, che e la miglio– re stroncatura è il silen– zio>. Chi sarà stato il primo ad usare la parola in tal senso? Ambedue i citati dizionari la esempli– ficano col titolo dell'opera di Giovanni Papini. Bel privilep:io. Eppure c·e chi la rim– pian,l?e come una testimo– Qianza d'impegno e d'in– lransip:enza. come una 'Pro– va di franchezza e d'indi– pendenza, e quasi auspica il suo ritorno come il se– gno di una ripresa di l)as– sionalità quanto mai op– portuna l)er ravvivare Ja discussione delle faccende letterarie. ~oi non siamo dello stesso parere e non ci nascondiamo che da {Continua a pag. 2) Su Fiorenzo Tornea vedi a pag. S un servizio illustrato a cura di Giuseppe Sclortino l VINCITORI DEL "LIBRO D'ORO,, * il gusto di sentir strapaz- ,--------------------------------------------------- ~~.'it.:1"lc~i~~.~;r\~~~~.:~ RITRATIO SEGRETO DELL'ITALIA PRIMA DEI DILUV[ Vale1_1tino B mpiani * ,li ,IIARIO PO!IIILIO Qua ndo parla del suo mestiere, Bom– p1a.ni omo alludere o un .suo sentimento, che d i volta in volta gli si rinnova, di inadeguatezza. ira i libri che pubblica e la statura dell'editore: •una condizione, egti dice. che m.i fa allungaTe il collo e m, sollecita•. E più volte l'ho udito ac– cem1are alla funzione dell'editore. quale egli la concepisce e svolge in concreto: funzione che 110n è, a srare alle sue paro– le, quella del puro e semplice capitano d'industria che considera il Libro un pro– dotto come un altro e ,nirn in sostanza solo al massimo profitto (un libro purché • vada • e lia venduto è sempre • buono •J, ma è i11vece queUa del niediatore di cul– tura e. net casi migliori, del vero e pro– prio creatorè di cultura, nella misura in cm .s1 impegna a una scelta e in ta.le scelta impegna intera la propria pe rso– nalità e responsabilità, e nel la mist tTa, anche, i11cui i libri che lancia, diver.si tra loro QtHmtQ ~I voglia, fanno coro, c on– tribuiscono alla formazione d'un clima. E' un programma, come sf vede; e bisogno dtre che Valentino Bompiani, nel corso dello ~tto attività, vi è rimasto sem– pre Jedele. E pensiamo che di ciO appunt~ si sia voluro tener co,110 nell'assegnargli quest'anno il LIBRO D'ORO, il Premio che la Presidenza del Consiglio riserva agli editori i quali abbiano concorso m maniera determinante. con le loro opere, alla eleva~ione spirituale del Paese•. e che [mora era andato, primo che a lui, al .~olo Arnoldo Mondodori catalogo [IL BontempeHi; la prima opera che gli. ve,rne sequestrata dalla cens-i..ra fascista fu, nel 1934, Le condizione Umana di Mairaux. In questi e in altri casi, la • curiosità.• di Bompiani operava in vista di tangenti inedite o mal note, sensibitiz– zava filoni culturali estr011ei o poco cari alla nostra cultura ufficiale e, più ancora, al nostro nwndo politico u.fficiale. Da allora i 11 poi lo •stile> di Bompiani consisté sempre net portare ·nelle sue scelte editoriali. che. erano poi tutt'uno con le s-ue scelte culturali, un che di ri– sentito, di nervoso, una sorta di generoso gusto sperimentale, 1m senso della Lette– ratura e della cultura come a.zione e im– pegno umano e coscienziale, che erano cosa ,nuova nella nostra editoria, e piit nuova ancora nella chiusa atmosfera delle nostre lettere. COSE D'OGGI, IDEE NUO- (Conlln~ pag. 2) Valentino Bomphlni ~~1:rc~;: li~a pdeir uS:1~:r~= * (Dalle va.ntazioni, premesse alla I edizione: Librèrla del• la Voce, Firenze. 1916). Col passare deS?li anni. Papini fu il ,p-rimo ad ac– corgersi che fin nella no– menclatura di quei tali e ritratti> ç'ern alcunché della graclassnta e la tols·e cli mezzo. pur senza spin– J?Cre gli scrupoli fino ad abolir del lutto la -pratica e la continuazione di cer– ti scherzi. Questione di temperamento (assicurano i suoi storici): e Se critico Cu. fu critico appassionato, parziale. mosso. quasi sem– pre. da avversioni e sim– patie nette. profonde>. Alle quali oer altro, col tempo. preferi conferire un aspetto non più a~gres– sivo. n cattivo esempio era già stato dato e aveva la– sciato traccia: una traccia che reca la sua firma fin dal 1916 e che. come tale. è stata rcgistl'3ta perfino nel Dizionario enciclopedi– co itaLiano, dove nella spie– gazione del senso figurato del termine e stroncatura> si legge: e critica acerba, talvolta ingiusta, mirante a distruggere un·opera o una persona ... >. Ma già il Panzini l'aveva raccolto e sottolineato nel suo Dizfo- 11ario moderno, con una accentuazione di severità piuttosto moralistica. iden– tificando nella e stronca– tura> e uno scritto critico mordace che ha lo scopo di recidere la vita. la dif– t:usione ad un libro. rile- Ne "ll tempo della Voce,, il monumento di Prezzolini Giuseppe Prczzolini ba rac– colto in un volume edito collegiaJmeote da. Looganesi e Vallecch.i ( Il tempo della Voce, 1961), le testimonianze epistolari più significative, tra le scampate ai guasti del tempo, a lui dirette come amministratore, direttore e redattore-capo dc lA Voce (ma nel volume confluisce anche il tempo del Lcom1r– do, come si trattasse di due episodi d'una storia unica e continua; si parte cosl dal 1904per giungere fino a1 '17). Sono qui raccolte lettere e letterine e messaggi e car– toline postali di uomini che alle due riviste furono vicini, \li collaborarono o solo le ammirarono, che furono per esse scoperti, eccitati, aperti alla cono~cenza del tempo e di se stessi, o magari of– fesi, bistrattati, in quell'aria di tulio a nuovo, di critica e di entusiasmo e di inquisi– zione; capissero o non ca– pissero, infine, che stava succcdcodo a Firenze. che partiva, ultimo dei grandi messaggi di speranza, da Firenze. Chiuso il ,•olume, voltata l'ultima delle settecento e più pagine, resta nella mente una torreggiante:, gi– ganteggiante figura d'uomo, resta il ritratto di lui, Prez– zolini. Come rivoli gonfi o esili. famosi o sconosciuti, le lettere sono scese e con– fluite, in fondo alla memo- * di PIE'l'RO ClilIA'l"I'I rin. in un unico lago, e sul lago si specchia il monte di questa figura solitaria. lontana come: la giovir.czz..'l sua e di quelli elle gli cor– rispascro, e che non si con– fronta, non può e non deve essere paragonala allo figu– ra d'uomo che resta, al gior– nalista ininterrotto la cui Col prossimo numero ini– zieremo la pubblicazione dJ una serie di scritti nel quadro dell'inchiesta L'uomo nelle arlicontemporanee promossa eia RODOLFO ARATA firma possiamo trovare sul quotidiano di ieri, in coda a una corrispondenza ameri– cana. Raccogliendo, scegliendo e ordinando i segni rimasti del tempo perduto, Prezzo– lini ha elevato il suo ambi– ;doso e ironico monumento. Non ha bisogno dei contem– poranei, lui, non ha avuto bisogno di ammiratoli dcl– l'ultim'orn, di edizioni spe– ciali in tributo di riverenza e di devoto omaggio: ha fatto da sé, con carta sta• gionata, carta d'una volta. La più grossa fatica è stata quella di decidersi, poi di mettersi a scegliere. li suo Leonardo, la sua Vo– ce, sono diventati titoli di mito, e Prezzolini li rito– glie bruscamente di mano ai pedanti, ai dottori della ricerca e dell'ufficializ;,azio– ne, li ributta nella vita, nel suo mito della vita, con una altra delle sue 'Il: operazioni artirctorica 10, un .:iltro dei famosi dispe tti. E' il suo monumer.to a dispetto, Ri sveglia un 1c mpo già sistemato e disposto a 5tabili gerarchie, lo mclll! sull'attenti, risaluta con aria ironica e compiaciuta e co..,i _poco nostalgica i suoi sol– dati di ieri, quasi un tosca– nissimo e mi dico addio>, e lascia dietro di si!, allon– tanandosi, un insistente odore di bruciato. Tra i suoi soldati di ieri ci sono tutti i nostri gene– rali di oggi; e qui sta il ' •colpo• giornalist\co del giornalista Prczzolini: •che ce Ii mostra con i calzoni alla zuava e il linguaggio delle libere uscite, cc li dà da 1iscoprirc nel e prima> dei miti. E quelli che sono morti. e quelli che non ebbero mai gradi, e quelli che si fecero disponibili a diversi sogni. ad altre lootane av– \'Cnture, tornano tutti, vivi. ~iovani o maturi cbe furono a ridire, a insegnarci il loro entusiasmo di novizi (conti– nua il e colpo•• stavolta del moralista Prezzolini) e lo spreco, la generosità, il coraggio di pensare e di dire, di vivere insomma pa– gando di persooa, che fu lo stemma di quegli anni, se mai occorresse tutto ciò co– me esempio in questi anni a,•ari, freddi, calcolatori, conformisti, quando pare si riaddormenti l'Italia cultu– rale che i Papini e i Prezzo– lini svegliarono, e altti riaddormentarono, e ahri nuovamente svegliarono, in una vicenda di corte gior– nate c di lunghissime noui. Prezzolini in poche parole s'è lasciato fare il monu– mento: gli è bastato che i manoscritti invecchiassero nella botte. Ha aggiunto <:oltanlo, tra uno sfogo d'amico e una timida pre– sentazione, tra l'uno e l'al– tro documento privato, dei suoi ritrattini folgoranti, scarnificati eppure completi di tutto per essere e ri– traili •, incisi con la );.ma del rasoio, coi giudizi rin– , iati o riconfermati del de– stinatario unico di questo grande • carteggio dell'illu– ~1one>. Si può forse dire che, co– me Giuliano l'Apostata li vide coi suoi giovani occhi penetranti, ora Giuseppe Prezzohni li riprcseota, i corrispondenti della giovi– nezza, che la distanza e la lontananza gli hanno dun– que impediro qualche aggior– namento: ma è anche vero che gli hanno impedi10, si puo subito contrapporre. qual– che compiacimento o ripen– :,amento tardivo, se mai Prezzolini ne fosse capace, :,e non sembrasse che anzi gli anni lavorano a farlo più nuda.mente e serenamen– te malizioso. Il 1at10 e che quella di Bompiani è tma di quelle sotterranee presenze con la quote inevi!abilmente dovrà fare i conti chnmque voglia prima o poi tentare un bilancio della nostra recente storia cul– turale: aU'inrerno deUa quale egli ha ope– rato non ~olo e non tanto come innova– tore nel gusto e nel metodo editori.ali (benché anC'he qui H suo influsso sia stato efficac1ssimoJ. ma come vivace esperimen– tatore d'idee e sollecitaLore d'ingegni e di tendenze, mosso sempre do una specie di sesto senso nell'individ1tare il vivo, il vi– tate, l'anuale, il non conforme, il non conforn11st1co. E a lui risale come a pochi il mertro di quello maggiore ampiezza Ji respiro. di quella maggiore dinamicità e pni schiello apertura europea che da trent'anni o questa parte 'è il fatto sa– liente della nostra cnllura. U~ 'J'UFFA'I'OUE DI GRAN J?ONDO, UNA BALENA, ESATTMIENTE UN FENOiUENO' (II. iUILLER) Qucslo Ulisse non pacili– cato, che ostili e t-anto con– laccnti divinità banno tra– :,cinato sul mare del di,·er– so, sulle tempeste della sto– ria, naufrago cd eroe, fallito e vincitore, ci ha dato infine con quest'opera e il suo tem– Po >, ma quasi fosse d'un altro, l asciando le lettere a parla.re da sole e per lui: ~r il letto!"C curiose, ag– giungendo gh asc1Jtti ritrat– ti. In alto, ha da ultimo ap– posto la firma traditrice e mi~t<:riosa: Giuseppe Prez– zo~mt, una ~ola per tanti usi, dalla cucma alla biblio– teca; una firma che l'uomo ha saputo inesorabilmente rubare al mito che Poteva nascerle attorno, senza l'om– bra d'un dubbio per nessuno (che non fosse il suo, di di– struttore di miti); la firma d1 uno che noo è mai sta~o inferiore alla su:i in– telligenza, e soprattutto al suo passato, come quelli che ci campano sopra di rendita per tutta la loro decadenza, che è vissuto ~pre nuovo. disponibile, giovane nel senso di pronto a tutto, imprevedibile. Un dilettante imprevedibile: se non fosse toscano e oon si sapesse di certi toscani di razza genuina, più antichi di se stessi, che ricavano la loto ~randezza dal senso d'un talli.mento originario. che può diventare (o piutto– sto sembrare) masochismo allo stato gemalc, quello che dfl le usciate e se ne va. F'1t appunto trent'anni fa (per la p~eci– sione. quasi trentuno) che Bornpiani d1ed~ inizio alla .•ua attività editoriale: e cosi egli racco11ra, m una breve nota autobio– grafica. i .'l'IIOi esot'di Atla fine del 1929. dopo a11er diretto per circa nove_ mesi la Caso EdatrtC'e Umtas. dtvenm editore col mio nome. L'Unitas aveva dovuto /asciarla all'improvviso per contrasti con i proprie– tari (due svizzeri di Lugano) i quali ave· vano acquistato. ra.ggianti. da G1.tido d~ Vero11a i diritti dei Promessi sposi da lu, •rifatti>. M1 rtfiutai di stampare il Libro e loro m1 scacciarono. Con la hquidaz1one ~[i~~~ta;,a 1~~ms!~;~~er~ec~:s:•:es~u,~1~i. l';;.~ tore: non conoscevo nulla del commercio librario. 1111lla dell'ammm1strazione. Non avevo, d1 .~1C'uro, che una civile e umana curtos1ta.. . Dr che stampo fosse tale cunos110 dovevano rno.,rrarlo. poco dopo. 1 libri ap– parsi con la sua sigla 11 primo ch'egl! stampo [11 una vita di Don Bosco (e lessi au 1 giornali che la Chiesa si preparav?- a beatificare Don Bosco: ma i giornali dice– vano poco e mi sarebbe piaciuto saperne di plù >). li .•110 primo successo librar10 fu un saou10 di Knickcrbocker intorno al pia– no quinquennale sovietico (anche di que-- 1to da. noi e se ne sapeva poco o nulla >). l1 primo scrittore italiano entTato nel suo Blaise Cendrars, ''transiberiano" PARIGI, febbTaio Blaise Cendrars è morto. Il vecchio lupo di mare. l'incantatore di serpenti, il cercatore di diamanti. « tiomero della transiberiana "· come lo chiamò Oos Passos. l'irrequieto viaa;giatore che aveva scelto per amaca i TroJ?ici e le latitudi~i, si è spento a 73 aniu sabato po~er1;– gio 21 gennaio nella calma e nel silenzio òel suo appartamento di rue Jose-Maria– de-Heredia. circondato dalla moglie Rai– mone. dal figlio e dalla figlia. Quattro giorni prima il Consiglio municipale di· Parigi gli aveva ·assegnato ll (1 Grand Prix > per l'insieme della sua opera, che l'editore Dan0el stava ristampando dal mese scorso. La rivista teArts > si appre– stava a festeggiarlo. ma il numero di questa settimana è uscito con un solo Commosso • ritratto funebre• di Roger Nimier. Atterrato cinque anni fa da un'emiplegia e costretto ad una ·quasi totale immobilità. il suo stato era an– dato peggiorando negli ultimi sei me~i, e la sua fine era atte!:a come prossima; gli ultimi omaggi avevano dunque il sapore d'un addio, erano il gesto di ric?noscen– za « in extremis ,, reso al poeta più gene– roso e più ricco ,di linfa umana che la storia delle lettere ricordi. Tentare un esame critico deJPopera di Blaise Cendrars noo è impresa facile. Opera Ineguale, ma che att.i~ge nei mo– menti mialiori una magni-licenza. uno splendore. una sorprendente va:ietà _cr~a– tiva e verbale, una ricchezza d1 tom v10- lenti e tened nell9 ~essQ :tempo che * di A1I T0/1-10 COltTE bisognava davvero essere un uomo come lui. un uomo dotato come Cendrars. per citare le parole di Henry Miller apposte nella prefazione al secondo volume delle recenti opere complete (e l'autore dei Tropici ha capito alla perfezione quello cU Bourligu.er), per "partorire questi benedetti paragrafi, lunghi tre pagine e senza la minima censura >. « Che dico, esclama subito dopo Miller, un uomo! Un tuffatore di gtan fondo. Una balena. Esattamente un fenomeno"· E non si può capire questo fenomeno. questa balena, questo clown straordi– nario, questo • Continente-Cendrars >, se si dissocia la sua vita dall'opera che ne è il (rutto e che ne rispecchia con fe– deltà vertieinosa il movimento, l'azione, l'esplosione dei colori e della li.ice. l'odo– rato (che per lui non è soltanto una facoltà sensoriale. ma anche un mezzo di conoscenza e addirittura di intelligenza cosmica). Pondeggiare tra la verità e la ~~~ior: ~~~a~ao~~~ ~~~~~~} t~~:1~ ~e:~ scl'ltlore cbe si presti ad essere analiz.z.ato e disseccato. che si possa cogliere in fla– grante, a cui si possa attribuire questo o quel messageio. E' uno che ha « orrore di scrivere •• che considera la letteratura come un « vizio ,i, uoa « cattiva abitudi– ne>, un « gangne-paln >i e che pure ha annerito migliaia e migliaia di pagine e ha scritto poesie ad ogni momento. ro– manzi, definizioni critiche sulla pittura. sul cinema, sulla radio eccetera; e che era capace di restare dieci, dodici ore di fila davanti alla macchina da scrivere. a tormenta-re i tasti con il pollice della unica mano. « Scrivere. è bruciar vivo ... E' anche 'l'inascere dalle proprie ceneri > (L'Homme Foudroyé). Le sconclusioni in lui sono soltanto apparenti. o si trovano comunque allo stato bruto e dentro l'esi– stenza. e sarebbe cosa meschina andarle a frugare. Cend-rars vive sempre nell'im– pulso immediato (cioè nella verità che si attua continuamente e diversamente), nell'improvvisazione, nella passione. e nel gioco affilato della memoria e delPì.mma– ginazione che dilatano e purificano la materia colta di prima mano e ancora incandescente. E vivere e scrivere è la stessa cosa, il secondo atto essendo il bisogno di chiarire e di fermare il pri– mo, il bisogno di appagare la sete, di col– marsi. E~li era nel fondo, lui che si credeva nato soltanto per l'azione. un sognatore, un contemplativo, un avven– turiero deUo spi-rito. Non bisogna dimenticare la parte de– terminante ch'egli ha avuto nell'orien– tamento del pensiero e dell'estetica del primo quarto di questo secolo. La sua reazione al surrealismo e al <:imbolismo, (Continua a pog. 2) Ma il suo geniaccio rivolto– so e scontento, inquisitore e impassibiJe, Prezzolini l'ha t~dotto in storia facendone azione, in uomini che hanno fatto Ja nostra storia di que– s1_o. tragicomico scssanten- 111, 1_mboccatida lui, in idee lanciate. e battute e abban– donate, m coraggio dimostra• A PAG. 5 --, Concludiamo la pubblica– zione dell'epistolario ine– dito: PAPINI a .GOV.ONI

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