La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 2 - 8 gennaio 1961

Pa11:.4 [A FIERA LETTERARI~ Domanica 8 !l'ennaio 1961 l~ETTEIIA DAGLI STATI IJJlTITI * Le ttl'Ìmc 1·apprN,<>ntazio11i a Uoma,: f lii .. ,, f,•tte,·,• fin .'ttalin!Ji udo * Lospirito f eJ1dale n·elcostume L'assurdità della violenza e nella letteratura americana nel dramma di Stalingra<lo * soldati tedeschi asse• dlati a StaHngrado nel 1943, poco prima del Na– tale, poterono inviare (o. meglio, aver J'iUusione di inviare) ai loro cari un estremo messaggio dalla città ormai in rovina con l'ultimo aereo che partiva diretto verso la terra ger– manica. Le lettere. che per le condizioni morali nelle quali furono scritte hanno un contenuto testa• mentario, in realtà non furoqo mai consegnate ai destinatari. Hitler ordinò che fossero sequestrate. per conoscere un docu• mento autentico del mora. le delle truppe . in una zona particolarmente pro– vata del fronte, e l'incar. lamento dopo la guerra fu dissepolto in un archivio. * GIOl'AXXI come personaggi del dram• ma e un protagonista; ma tutti sono le disperse voci di un -tragico concerto: il musicista. fattore. il capi– tano. il contadino, il ra. ~az7o. la guardia. il cap– pellano. rastronomo. il ca• mionista, il rinunciatario, la dnnna russa e la donna tedesca. IJ rincorrersi di queste voci. lasciate alla loro stessa purezza. lenta. mente ricrea nello spetta• tore lo st:¾to d·animo che fu dei combattenti prigio,. nieri nella cittadella di Stalingrado. e non solt.an· to prigionieri dell'esercito avversario, ma soprattutto delb violenza assurdamen– te elevata alla funzione di suprema regolatrice dei deftmi uman . di .GllJSEPPE ZAIJPlJLLA di CALE~DOLI (Conllnua ~ro scorso) Nelle opere di Faulkner i personaggi principali hanno un frondo~o albero ~enealogico perché i • legami del san– gue~ h-;1nno per essi un valore capitale. Un determmismo ered1t~no tende ~ governare le loro azioni e perciò è cssenz,ale che essi conoscano con precisione quali sono i l.:iro legami di sangue. In queste opere un uomo è quello c~e è a causn del ~uo. sangue: • sangue negro•, • sangue 3!~~~;~, ~ S:~~;:, •.1~d1.a~i:i·o / s#a"~~er f~~a~~ff·e~!a~~! tragica ambivalenza delle persone di sangue misto, come lucas Beauchamps che h:i nelle vene sangue bianco e san– gue negro, o come Sam Fatllers, che è parte indiano e r~~!n~egJ~ ~o ~lst~!s. 00 Ji hl,u;~cuj~,ax;~~~~a(c~~t\ c~~= zialmente negro). è senza identità personale, senza stabilità. senza radici. In una società patriarcale non v'è tragedia peggiore di questa. Del resto si pub ricordare che in altre lelleralure questo tema costituìsce il pernio di alcune opere narrath 1 e popc,lari. Ci vengono in mente il Guerin Meschino di Andrea da Barberino e Sans Familie di Ettore Malot. L'attaccamento alla terra Di non minore importanza è nel Sud l'attaccamento alla terra. Nella noveUa di Faulkner The Bear (L'orso) questo attaccamento atavico è tenace non tanto perché la terra irf/~,:~~~ia°n~a ~cc~o~. ~i~~o a~~~é i~hiece1a n~~~i~~~ pub vantare una discendenza, un legame, una stabilità. Faulkner ha persistito nel sommergere se stesso dice i1 critico Edmund Wilson, nella mentalità della colTlunità ove 'nacque. e la sua cavalleria, che costituisce la sua mo· ralità, è parte integrale della sua eredità meridionale, che si rivela relle sue opere. Absalom ! Absalom ! non è soltanto uno studio del fallimento del Sud nel tentativo di ripri• stinare la perduta stabilità economica e sociale: è anche l'allegoria della ricerca dell'anima da -pane di un uomo, a dispetto del proprio ristretto egocentnsmo. li protagonista di questo romanzo (tutti i romanzi di Faulkner sono com• phcati. confusionari. e scritti in uno stile che manca di chiarezza) è strumento della vendetta contro coloro che a causa della loro debolezza avevano distrutto il vecchio Sud. Ma i suoi sforzi di stabilire una propria discendenza razziale si ritorcono contro di lui quando egli non riesce a produrre un erede che sia sicuro della propria raz7-a ed esente dal peccato. L'ascesa e il declino di Thomas Suplen e del suo • clan • simbolizzano la storia della classe lati• fondista del Sud dal 1830 al 1910. Il sangue, la famiglia, la 1erra., il patriarcato hanno qui una funzione primaria. Anche in Sanctuary, nella violenza commessa dan'impo• lente Popeye contro Tempie Drake. la critica ha scorto il simbolo dello stupro del Sud da parte di impc,tcnti indu– striali del Nord. E nella novella A Ro.<e for Emily è simboleggiala la seduzione dell'aristocratico Sud da parte del vigoroso e intraprendente, ma corrotto, Nord. Poi il Sud, avendo distrutto il sedunore. vive fino alla fine nutrendosi orgoglio• samente dei residui della sua tradizionale dignità aristo– cratica. Non mancano altri esempi letterari. In un articolo su • 11 vecchio Sud di Oggi •• H. C. Nìxon spiega che • il vecchio Sud • è un modo dj pensare e di agire in relazione alla terra atavica. Stark Young in • 1'11 Take my Stand• (un volume che raduna scritti di dodici scrittori del Sud che spiegano la loro posizione) difende questo attacca– mento famigliare alla terra quando afferma: • Il senso della famiglia nella gente del Sud, spesso pesante per gli stranieri e non di rado un gravame per noi stessi, è nondimeno un tratto ammirevole. La nostra tradizione famigliare deriva dal fallo che tante delle nostre famiglie sono di origine britannica, con una buona dose di jratel· Janz.a scozzese, e che esse rimasero immuni da miscugli di sangue straniero. come lo furono per lungo tempo i francesi e gli spagnuoli della Louisiana. E il senso della famiglia segul i nostri rapporti con la terra: un grazioso dominio dove gli eventi della giornata avevano inizio col cielo e la luce, e il pane che mangiavate proveniva dai campi intorno a voi che erano di vostro padre e vostri; e la \ 1 ita scorreva placidamente. Ivi avete conosciuto il massimo desiderio umano: la continuazione del proprio io nel corpo della vita, di cui la terra è simbolo naturale ed eterno•· f._.apiantagione Questo atteggiamento patriarcale si estende, ossen•a il i\lcKean, dalla famiglia alla società. L'intero Sud diventa, almeno figurativamente, un enorme ingrandimento della famiglia, e penanto la società deve essere organizzala su basi patriarca!L Nell'Inghilterra medioevale questa concezione presup– pone,·a un monarca assoluto, il padre-re, ma in America ~i~~ri~~l al~~~r 1 ~~~ri~i c l~~~a~d~: :S\~l?encadelf~ comunità, mentre gli altri occupavano una posizione ade• guata al proprio rango, secondo il grado di eccellenza del loro sangue. . I negri, naturalmenle, rimanevano estranei a questa solidarietà e poiché erano schiavi o discendenti di schiavi, rimanevano sempre inferiori ai bianchi, anche a quelli dj infimo grado: un altro sangue, un'altra razza, sempre ai più bassi gradini della scala sociale. Lo scrittore WJ. Cash osserva in • The Mind of the South•• cbe indubbiamente il sistema della piantagione (ove la casa dalle colonne ioniche era venuta a sostituire in un certo senso il castello feudale) contribui a solidificare la <listinzione di ricchezza e di rango tra i bianchi, pur le• gandoli in una medesima classe dirigente, superiore ai negri. In questo sistema il patriarca si sentiva pure respon– sabile del benessere materiale dei negri e aveva per questi una certa benevolenza, perché erano pur sempr parte della sua grande famiglia, ed egli li aveva ereditati. Ma dovevano stare al loro pc,sto. Guai a loro se si permet1evano una fa– migliarità cui non avevano diri~to. E anche oggi molti nel Sud sono ben disposti verso i negri, ma a patto che • stiano al loro posto a (il che include anche il frequentare scuole per soli negri). Si pub facilmente supporre che questo sentimento di patriart?,le benevol~nza. no!1 fosse molto diverso da quello che s1 ha per gh anunal1 dome– stici, a cui certamente si vuol bene. ma senza dimenticare che sono animali. E si ricorderà che nella famosa Dred Scott Oecision la Corte Suprema del Missouri aveva negato e questo schiavo, appunto perché tale, il diritto di ricorrere a una corte (a\·e,,a chiesto la libertà perché il suo padrone Jn a,·eva condotto per un certo tempo in uno stato dove lo schiavitù non era ammessa) - non più di quanto ne ave,•a una vacca o un fienile. L'intero sistema della segregazione nasce da questo convincimento che esiste un•assoluta differenza naturale tra sangue bianco e sangue negro, perché esisteva agli inizi in quanto i negri, essendo schiavi, non potevano essere che una specie animale inferiore. La segregazione legale non ~ altro che un riflesso dell'ordine gerarchico che il patriarca scorgeva nella natura. Il simbolo della giustizia patriarcale non è quello della legge .Romana: la donna benda_ta chi: regge in mano una bilan~ia. ma. una .mat"?na. C ?a.gh <><;chi ~~2:~: cne sia p~J~l:C, ai ~~~ya~it\ ~~~1~J~g_n~1sày1 .!~!~t il suo atteggiamento. E la punizione deve essere ade– guata alla persona, non. -;11. dclit1?. Qualsiasi offesa che ~nl~e off~el~r~nin7oll~ragSi 1 S~~~~ 1~ 1 a~~i~nt~~uaf[a;;:1 negri contro le donne bianche. Questo crimine minaccia la purità del sangue. Cosl si spiegano i linciaggi che hanno disonorato il Sud agli occhi del mondo e che vcngon~ rimproverati in tutta l'America pur mentre l'America h condanna, ma si tro\'3 impotente a mutare rapidamente tutto il sistema secoh.re ~i un'intera regione che soltanto una seconda guerra civile potrebbe costringere (e forse nem– meno) ad accettare senza esitazione le decisioni della Corte Suprema. che interpreta la Cos_ti1u;i~n~. Nelle corti J,......:;,I, del Sud e d1ffic1le condannare un bianco che commetta lo stesso peccato carnale contro una donna negra. Anche se questo delitto non è approvato, non è considerato altrettanto I!'.rave quanto l'aI!'.gressione di un negro contro una donna bianca. Infatti il sangue _bianco non rimane inquinato, e la sua colpa non è contrana alla gerarchia della natura. Quando un negro commette lo stesso reato contro donne negre, il tribunale locale può essere indulgente, perché pen,;a chi!' gli stessi criteri ~do~1oti per i bianchi non si po,;sono ado™;rare J?Cr gente mfenore. Persino l'omicida ne~ro che abbia ucc_1_so un altr? neero non può attirare su di sé una pena p1u g~ve d1 quella che si applica a un ladro. Quando un ·assa'5smo nejlro che a\•eva ucciso un altro negro fu condannato a morte nel 1937, si scoprl che una simile_ pena in ca~i del gene'7 non era stata imposta nella Carolina Settentnonale per I pre– cedenti vent'anni. Spirito d"i11dipende11za Harry S. Ashmore, direttore dell'Arka,isas Ga1,ette, gior· nale mollo liberale che ha combattuto il settarismo dei bianchi del Sud e ne ha subito dure conseguenze con la perdita di molta pubblicità, occupandosi del grave pro• blema del Sud nella Saturday Review del 23 maggio 1959. scriveva tra l'altro: • Molti. e specialmente nel Sud, credono che- l'attuale at1eggiamenlo di quella regione deri\fi princi– palmente dalla cultura di una società fondata sulla pianta• gione. Credo che cib non sia esatto. La cultura ante•bellica del Sud non era cosl alta come \torremmo credere. E' vero che quesla aristocrazia lasciò la sua impronta sul tenore di vita del Sud, e che l'impronta sopravvive, ma è principal– mente una questione di forma. quasi un comportamento sociale che è ancora considerato come il segno .del rango p1.,bblico o privalo. Una maggiore influem.a, io credo ,si pub trovare nel fatto che la parte interna del Sud rimase isolata fino all::t Guerra Civile. Agli inizi del secolo scorso il cotone dh·ennc un raccolto pratico e proficuo e diede impulso alla prima grande ond3ta emigratoria \'erso l'Occidente ame• ricano. fin ollre il Mississippi, che portb seco una massa di schi:wi e molti bianchi poveri, rissosi. avventurieri e individualisti, in cerca di una terra che si poteva a\'erc per niente. La violenza era parte essenziale della tradizione della frontiera... L'uomo del Sud era fieramente indipen• den1e, in101leran1e di ogni dissenso, sospettoso di coloro che erano più colti di lui ... La grande tragedia del Sud censiste nella sua incapacità di trasformare la sua ristretta visione della vita e di adat1arla a una realtà mutevole•· Co11clusio11e Queste sono ,sommariamen1e, le cause tradizionali di quell'odio ,,erso i negli che dal 1882 al 1940 produsse otu:>· mila linciaggi nel Sud e in altri stati e che è culminato nei disordini di questi ultimi anni e nell'odierno boicot• taggio delle scuole. Il conflitto legale continua e non è possibile prevedere come sarà risolto. • La Carie Suprema di W::tshington non pub cedere senza rinunciare alla propria funzione e minare le fondamenta Sl! cui pogg-ia il governo federale. An7-i, ai primi di dicem– bre ha proibito la segregazione anche nei ristoranti delle swzioni terminali degli autobus perché considerali parte integrale del sistema dei trasporti interstatali, e questa nuova decisione acuisce la ribellione dei fautori della segre– gazione. Dal can10 loro gli stati • ribelli • non sembrano disposti a cedere e continuano in tutti i modi la resistenza. con grave danno di tutti e nessun profitto per l'educazione scolastica dei bambini e degli studenti. Ma non bisogna giudicare troppo leggennente questo conflitto, come fanno molti: occorre (e questo va detto anche per le altre tragedie che coin\'olgono i papoli dell'America Latina, dell'Asia e dell'Africa) scoprire le pro– fonde radici storiche. culturali e tradizionale per capirlo e giudicarlo con criteri di\tersi da quelli che adoperiamo nel giudicare l'atteggiamento di papali di diversa cultura e di diverse condizioni sociali. Insieme con il Diario di Anna Frank e con le Let• tere dei condannati a morte della Reistenza. le ULtime lettere da Stalin• grado costituiscono certa• mente una delle testimo• nianze più commoventi e più sincere della dispera– zion(" e dell'angoscia. nel– la quale gli individui era• no caduti per la condizio. ne di avvilimento creata dalla guerra, e dallà pro• testa radicale che dal pro– fondo del toro cuore partì in quel momento contro ogni forma di violenza. Nello slancio della prole• sta le divisioni razziali. storiche, ideologiche e po. litiche perdettero ogni va• !ore e. come sempre acca• de nei periodi durante i quali la società è sopraf– fatta dal dolore causato dai suoi stessi errori. gli individui di provernenza più diversa si ritrovarono unili nel sentimento e nel• la difesa di un'umanità es• senziale. Questa riduzione di ogni problema alla sua essenza umana - riduzione selle• citata dalla coscienza di essere vicini alla fine - rappresenta la vera torta delle Ultime lettere da Stalingrado o di documen• ti consimili più ancora del loro eventuale valore ar• tistico, che è affatto inci• dentale. Essi sono e tran• ches de vie>, brandelli di esistenze spinte alla loro estrema possibilità di ten• sione. Oltre tali confessio– ni esiste soltanto il miste• ro della morte. I tentativi di trascrizio. ne teatrale di questi do• cumenti. che posseggono Visita a (Continua da pag. 3) mai a caccia?• • Qualche volta, per far credere at vicini di casa che sono un perfetto cacciatore anche a domicilio. prima starnazzo come un·aoitra, poi sparo. Non sbaglio mai un colpo•. • Ha mai pensato di dirigere un giornale?• • Sì, un gior• nale intitolato • Il Punto•. Al centro di ogni pagina si dovrebbe vedere stampato soltanto un punto. Firmerei il tutto con una virgola. Sa• rebbe la coniolazione di tut– ti i lettori, non le pare?,. • Quale sarebbe, per lei. il matrimonio ideale? • e Spo. s;armi con una nuvola in modo da rendere dissolubile il matrimonio•. e Quale è la sua ultima canzone?• • La mia ultima canzone si chia– ma " Un po' di pietà ". Ecco le parole: •·Quando, d'in– verno, incontro un alberello soletto e o;;enza foglie, mi fermo. di botto, accanto. Cosi gli faccio compagnia con le braccine aperte, come fossero due rametti. Ma ten• go chiuse le palme perchè le mani, proprio le mie ma• ni, non sembrino due foglio– line" •. • Quale è la sua più sempre un fortissimo con• tenuto emozionale per la loro stessa natura. hanno implicito il pericolo di in• volgarire Ja materia tragi– ca originaria. abbassando• la al piano del facile sen• timentalismo. Il merito fondamentale dei due tempi che Mari!':a Mantovani ha tratti dalle Ultime lettere di Stalin– grado risiede nell'umiltà con la quale i documenti sono stati sceneggiati, per– ché assum~ssero una for. ma drammatica senza che la loro suggestione dege. Rascellini alta aspirazione in campo musicale, maestro? • .. Met– tere in musica allegra uno sbadiglio. Credo che vèrreb• be fuori uno sberleffo. Ma ho rinun_ziato da tem~o a questa impresa mu,;1cale. Sarebbe per me uno sforzo immane•· Pronunciata questa frase, Rascellini s, mosse e s1 av– \1ieinò verso di me fissan– domi, serio, negli occhi. • Un'ultima domanda, dissi io. Quali sono i suoi progetti per roltretomba? • • Lei sta esagerando, giovano~to, ri• spose Rascellini. Non vorrà mica sapere cosa facevo prima di nascere? Mi lasci lavorare, dunque •. A queste parole, apparve il nano e. con un inchino, mi fece capire che il mae– s1ro voleva rimanere solo sulla s~na. Quando fui in Condo al teatro, poco prima che uscissi, mi volsi e udii Rascellini che scandiva ad afta voce a c;estesso: • Caro nonnino Amleto, al posto mio dove\·a nascere un altro e al posto dell'altro dovevo nascere io! Adesso sai cosa vuol dire: essere o non eo;;– sere. Sei contenlo? •. IPPOGRIFO nera~se. E' chiaro che !\fa. risa Mantovani da una materia così incandescen• te poteva ricavare un te– !-to assai più agile. più va~ rio. p!ù movimentato nel– la sua struttura esterna: ma in tal caso. pur ser• vendt> meglio la norma corrente dello spettacolo, avrebbe tradito l'insegna. mento profondo che sca– turisce dalle lettere stesse. avrebbe contaminato la loro purezza (che e ap– punto la purezza di una realtà umana straordina• riamente vicina al dominio onnipotente della morte). Lo spettacolo di :'.\1arisa Mantovani è statico. per– ché è fedele alle Ultime lettere da Stalingrado e ne conserva intatto il va• lore: i personaggi umani (in questo caso sarebbe meglio d:re gli e indh·i. dui >), che scrissero le di– ver$e lettere. sono stati portati sulla scena soltan• to per quell"arco dramma– tico reso strettamente in– dispensabile dalle partico– lari dimensioni dell'espres– sione te3trale. Ed il tono delle lettere effettivamen– te non subisce alcuna di• storsione. Con la stessa discrezio.. ne. alla quale ha chiesto ausilio per compiere la dif– ficile trascrizione. Marisa Mantovani ha preso an. che parte alla rappresen– tazione delle Ultime tette. re di. Stalingrado, che. con la regia di Giorgio Ban. dini. ha avuto luogo nel Ridotto del Teatro Eliseo. Si è riservata una parte che. come tutte le altre è piccola. perché il dramma ha un carattere corale. Nessuno dei soldati che scrivono e che appaiono IJN EXCIJRSIJS ESSENZIAl~E * DI ITALIAJ\TJTA' Al nobile spettacolo. che dimostra sott.o ogni aspet– to !"impegno morale da! quale è stato animato, han• no pres..-.,p:irte insieme con :'.\Iarisa :'.\fantovani anchè Paola Pi:cinato, Pietro Privitera. Carlo Enrici. l\larco Gu~lielmi. Aldo Barberito, ligo Cardea. Istria eDalmazia nella etteratura italiana I ~ La l~t~er ~ura italiana•. (J?et presenta~ioni :. il Pianto d lla Pola i fiorirono Sergio da Pola mento di' Benvenuto da lmola; primo in Italia al dovere di Le recenti vicende diploma- 1 tecruc1).: .m tre vC?lum.1 .eia- Croce VI vemva rappresentato e ~1chele d4::lla Vedova, lette- una copia è ora al Lou\tre è desistere da ogni campanih:.mo tiche per i beni culturali istria- scuna edmone, tuttJ editi da nel Trecento. Nello stesso se- rati e poeu; a Zara sorse una alla Marciana. A Capodi- e di fare l'unità del Paese. Di oi e dalmati che Ja Jugosla- Giuseppe Malipiero di Bologna. colo il Petrarca imitava da l'• Accademia degli Animosi• e stria, Panfilo Castaldi fece i lui va citata pure la vasta ope• via pretende • in restituzione. Senza. parlare .di tali volumi, Venezia. il Bcx.:caccio a passare v! troviai:no umani~ti ~el polso primi esperimenti della stam- ra storica, archeologica ed eco– (non si capisce l'origine d,j che.g1à nel .P:imo anno son_o tl!l- penodo di.pa ~e nel.para- d.1~nJonto Costanzt, T1.deo Ac- pa: porta la data •Capodistria nomica. e vanno ricordati lo questo restitmre, trattandosi st3:t1 a~o~ta~1 lfl: 3:lcu~e, c1:nt1_-d1s~ terrestre 1stnano, già ~e- c1arym, T~odoi:o Pi:3-ndmo, J3:- 1461• la prima carta stampata Uomo libero (da cui l'Alfieri in gran par:tc di p~prieià pr.i- naia d1 hCC;Ie 1st1tutJ 1taham, scntto ~me .tale da Cassio• cobmo dei Mamen.ll; .a Sebem• in Italia. certamenie trasse ispirazione ~farisa Mantovani, riduttrice e interprete delle .. Ultime ~f1~~n~!ce~:cf:s~a~ 1 teii:~f!~~ ;~r!!! :0; 1 ;~~gn~lt~;,\~ re;~ 0 a~\ ~oc~~e~W~~=lreD~~~r~~= ~?oNiih~~:~~ 1 Gi~~~~~i ::Ri~~~= delaitu 1 ~r::iocin~~!~inn~es~ila~~ per il suo Della t,rar,nide} e le dell'ls1ria e della Dalmazia alla tera.tura. 1tahana ~ Tnes1e, m cesch1 scol?ert1 e 11lustrau pro- po; .a .spalato Il. Petr::tcca, 11 schierato nella g dispul~ Sulla Lettere .a~11er.1 cane, che per. la !ettere da Stalingrado • Sandro Xinchi. '.\lauro Car• bonoli. Leo Garavaglia. Giuseppe Luizzi e Piero De Santis. :!~~-let~~j~ it~rn~:ioNe~~::; ls~:~:em !~~:tz~:rono dap• Da:~e cri ~I p~~~~:re del 1308 fel~:ù llil l\t~;ran2. t1ocit;~~~: li!1g11a. con un trat.lat~ d1 pre• !~:a oe~t::~t~ec~n!p~~g1~~~~~ scritto una storia letteraria di prima autonome, poi romane Ma che la sponda orientale 11 Gnne1:> e il J?ella. V3:lle:. a gio, vide t ra ciul~on ~ 1 ~mero, zioni. Su dj lui Alessandro Ga• Trieste e dell'Istria; il profes- e quindi bizantine; in seguito dell'Adriatico fosse cultura!- Ra~s~ il De. D1v_ers1s, ~ _F1~: com~ A nd ":a Div~•. tSlnano, e \'ardo scrisse la Rmaldeide, cbe sor Praga testé scomparso ave- vi fiorirono liberi comuni. uno mente assai ben preparata di- sch1, ti Clono, il Regm1, d poeti come 11Rap1c10,colla sua offre n a ti . dro va pubblicato un'infinità di dei quali, Ra~sa in Dalmazia, mostrano il gran numero di Della C~'. E questa n~m è Histria. Del Muzio è pure un della u cult~ ssiill~m~i:tica co~tributi per la ~t_orialette• fu un J)n_?dig10 parago~ab.ilea scuole e ac~dcmie e biblio• c~c una. nSlret. ta.sc ~lta cti no· r,oema mitologico, Egida. E istriana. Le Accademie dei Ri• tana dalmata: Att1ho Tamaro Lucca: s1 mantenne md1pen· teche e arch1v1 (furono scoper- mi fra. 1 m(?ltJss~mt cbe 000 • quando dovunque trionfb iJ sorti a Capodistria degli /n– nei due grossi volumi in fran• dente come repubblica a sé, ti a Traù i 'manoscritti di Pe· rana d1 studt e ncerche quelle dramma pastorale ecco Otto• incati 3 Pirano e degli lntra- t~i;,a~. ~;;~.~a d~~lt;aneor!~ ~fn1J?'iss~\~~:~rv~~hu~~~ ~r;t:erk>d~·a~'i~anft1~~: 1 ~t~=~ te;:er :~~:~:re il periodo urna- niello de Beli! ~au;ore pure del f;:::i!~7{1 Jnn~~~\~~ r~~~\!nore~ m1 della letteratura l(?Caledelle notevolissimo: v~ nacque an~h~ P?distr!ano Pier. Paolo Verge· niscico, ri~orderemo. la frase poemetto satmco Lo scolaro) gione. li piranese Man:o Pe- U dramma si S\·olge in un rifugio, che nelreffica. ce costruzione scenica del• l'architetto Luigi Piccina. to ap·pare come la cupa e oppressiva ridotta di un fortino oltre la quale si svela. allo schiudersi d1 una ferrea serranda. il de. solato orizzonte delle ma. cerie di Stalingrado e\·a. nescenti e spettrali. come la foresta pietrificata d"un dominio di morte. i~;tet~~~t!: Bru;ib~i~:t~ ha u~; ~~~~~ ~:~~~~ 1 ·1~ 0 :ies 0 Jg:e:~ d~ ~ri~3o. 1 ailp;iar::hlt(~o~eed\i i:~:oe?,~~~~r: ~~f3 i r3J!~7:d~ :o,~r:,~e;:~ar,, ~u!i~vep::;~g; ~~7! 0 1;,~~d~~ 3 \~S:ceg~~ ~~= breve sto.na lette.rana ~striana, ritori il latino fu tenacissima· Pandolfi ha provato) e il primo Smith): • Vorrei esser nato nel (Ido. 11 caso più curioso è sen• dia e Romanticismo ~01~ 1 aJ~tC~mtt d~ldLu~i~i~ ~~n:is~~~sdcl~~ eè ?mp~~~ ~r;ttat':,10r:ft,:rg!~ 0 • lif!ra~?é~ ~~ù//pif/ 0 s!;~~~~ : u~"t;t :et:l~~b~on ~!~ ~~ ~i:cc:;~~ E _siamo all'Ottoc;nto, al Ri• del. Oua~n~ot!O, d~l .Tedesc:h.! mento di lu:'gua assai impor- s~udii~, da cui. dipende tutla la vecchio chi è nato prima, se• re, cbe· nel Marre, poema in sei sorgimento. ~:o~~ .ti.si. ~s!~~l:~~rcd~~l~ f~l';mfe;arl~to ~~~~~lfre c:'e~ ~!~tt~c~ d1lt~t:~~~~j\ ~:~: ~fL 1 dfar~' f.es~ ~r~~:ti s!h~/ p{g': ~nti (ne esis~ono solo due co• {ContinuaF~~~:~o s;~~-) cultura tnestina, is1nana e dal• gioni italiane. Quando poi gerio inoltre, segretario di Si· Tutto l'Umanesimo istriano e pie alla Marci~~: perchè non mata nella storia della let1era- Istria e Dalmazia dovettero gismondo, esportò l'Umanesimo dalmata è caratterizzato dallo farne una edizione per gh tura italia~a (eccello i nomi scegliere fra Impero e Venezia, in Austria, Ungheria e Boemia, slancio verso l'avvenire, cui ìJ • Scrittori d'Italia• del Later– del Vergeno, Il celebre urna- scelsero il dominio di questa, e a lui Leonardo Bruni dedicò passato è faro di luce: nessun za?) celebrò alla fine del secolo nista~. del. C:arli e ~ello Svevo sacrificaildo la libertà comuna· i Dialoghi ad Petrum Histrum. istriano e dalmata considerò le vittorie veneziane a Lèpan• (ne~h ult1m1 temp.1} non era le fieramente conservata spe- Enea Silvio Piccolomini fu gli studi umanistici come fine 10 rivelando una sensibilità ma! avvenuto: Perciò con mo!- cialmente da Capocl}stria, Pola vescovo di !rieste i:i:rima d'es- a se stessi. Ques.to J'.!0nsignifica néociassica a rovescio: non to mteresse si ~ appre_so quan: e Zara. E con Venezia esse con· sere Papa Pio II e vi promosse che, per esempio ,11 culto del . f . 11 1 realtà to, al Pn'.l:?0~lt~ scnv0!)O di d_ivisero tutta la storia succes- SC!,l0lee s~u.dii: Agostino Ger- cicei:onianesit!'o fosse . P.oco t~t~b 1 ~t~ I?~ f 0 ~~ d'alle- ~~;f~ ;rr 0 ~ 1 8n/n o~u:aSl L~ SIAii•inizio della nostra lettera· mrr;ig VJa 10 tign~a~t:-o oniri~ ~~~r~ :tif~~z: c~r:n~I ~?:: :iieca~aga~e. ~•ivendo il ,m. 0 .n- Volpi~lli. e .Fran~esco Semi nei t~ra. ecco che Trieste (l'unica vanni M~fp~ghini da R~venna, (da Pirano) e altri che nel '500 do. moderno con la sensibilità volumi mlltolat1. •.Le opere città della zona considerata a Capod1stna Sante dei, Pelle- furono al centro di polemiche antica! della letteratura 1tahana • (per che, eccettuati quattro anni, g_rini, Giovanni Giustiniani, pro e contro Cicerone nello E il secolo della scienza vide i licci class~ci)~ • Manuale della rimase sempre sotto il dominio Raffaele Zovenzoni, Francesco studio di Bologna. Santorio Santorio, capodistria- l~tte.rat"!ra. 1tal!ana .• ~~r quel- austriaco, ma - miracolo su: Zambeccari e vi fu fondata la A [sola d'Istria, poi, giù nel 00 fondatore della medicina ¼:c~e~~\~~~;~ 1 d~1~t;~:?~;~~~ ~~mdiaj;tt~a:et:~t~e) ~~ma'ìline~~a'fe~~!gndhe d~~~ c;~~ •~oa~j ;Je~a se~~fatiie~~e c:o!t~nJ~ m?de~.a, vide i~finit! p~ti italiana• (per i magistrali), all'Umbria con le sacre rap- visse sino alla fine del 700. A Commedia di Dante col com- rnestmi e dal~au ~lhneatt a celebrare av\'emment1 e perso– naggi: poco conta che il loro valore fosse scarso: importa lln ''accordo,, infelice I L 20 NOVEMBRE e 1'11 dicembre dell'anno ap. pena trascorso e La Fiera Letteraria > ha pub. blicato e ripubblicato la notizia d'un increscioso ,.accordo culturale> in base al quale la Jugoslavia entrerà tra breve in possesso di beni privati e pub– blici della Dalmazia, della Venezia Giulia e det– l'lstria, di un vero tesoro di italianità destinato ad arricchire il Museo di Zagabria, nel migliore dei casi, nel peggiore invece avviato al macero, come purtroppo già si e verificato per ingenti quantità di vecchi libri. e documenti. L'iniziativa della e Fiera> non ha a~uto eco, sino a questo momento, sia da sinistra eh.e da destra: al nostro giornale pare debba restare tristemente i.11 esclusiva nazionale il dovere di far conoscere gli estremi di un accordo infelice, per il quale beni privati sono trattati e scambiati da enti pubblici, quali sono gli Stati, con un'infrazione patente deUe norme giuridiche piiL comuni e intuitive. Ci giunge ora una nuova accorata lettera, da un altro anonimo istriano (di. cui conserviamo il ma. noscritto) in cui ci sono segnalati gti ultimi sviluppi della delicata questione. Ne pubblichiamo la parte centrale, augurandoci eh.e si tratti, stavolta come le due volte precedenti, di un lungo brutto sogno dat quale una preci.sa, chi.ara smentita ufficiale ci risvegli, una mattina o l'altra, riconciliandoci con la realtà e la legittimità. La lettera dice tra l'altro che in un recente in– contro a Venezia, tra Commi.ssioni incaricate di. sta. bilire l'accordo, e H Govern~ italiano ha promesso che beni culturali. dalmati e istriani irreperibili sa. ranno compensati con la cessione alla Jugoslavia di opere d'arte, documenti, ecc. insomma di. beni cui. turali dello Stato italiano. E la commissione ;ugo. slava venuta a Venezia ha chiesto molto e messo l'occhio su molto più ancora. Correva giorni fa la voce certamente falsa, ma 110n priva di ogni base, eh.e per essere stata eseguita a Isola d'Istria alla fine del sec. XIV, la Jugoslavia chiederebbe perfino La copia deHa Divina Commedia di Pietro Capenni: come si sa esistono, tra i codici più importanti della Commedia dantesca, due copie del Capenni col commento di Benvenuto da Imola, delle quali una e alla Marciana di Venezia e una al Louvre a Parigi. Ora anche Dante passerebbe alla Jugoslavia? e Commentano i veneziani: in base a Questo ac. cordo pseudoculturale, il Governo jugoslavo potreb. be çh.iedere opere delle Gallerie di Venezia, degli Uffìzi, ecc. in cambio di. opere d'arte dell'Istria (Vi. varini, Bellini, Carpaccio fra gli altri) eh.e oggi ,wn si. trovano. I Paradossalmente i commentatori hanno ra. gione ... >. Ci seinbra che il brano non abbia bisogno di altri commenti. invece molto il loro grandissi– mo numero che sia ad attesta· re la stretta dipendenza della cultura triestina e dalmata da quella italiana. Non vi furono avvenimen1i che interessassero l'Italia e non interessassero pu– re Istria e Dalmazia. Quando poi il Sarpi e il Palla,•icino scrissero le loro s1orie del Con– cilio di Trento, l'uno e l'altro ~~v~\~re~c ~i.av~ ~!~ ~erl:= podistria, passò a Protestante– simo ed ebbe rapporti assai stretti e frequenti con Martin Lutero. E un dalmata, Giovan Francesco Biondi, del quale il Croce tessé altissimo elogio, fu tra i romanzieri uno dei mi· gliori del secolo: la trilogia Eromena, Doni.ella desterrada, Coraldo fu tradotta in tutte le lingue. II Biondi era di Lè- sina. · L'Arcadia ebbe colonie a Trieste, in Istria e in Dalma– zia, e sarebbe interessante seri. veme la storia: arcadismo e antiarcadismo furono in guer• ra sulla sponda orientale adria– tica come non lo furono nella penisola italiana, finché il Rin– novamento assorbl ogni dispu• ta. Allora Gian Rinaldo Carli istriano scrisse sul •Caffè. il famoso articolo D~lla patria degli italia,ri, richiamando per Joyce lary (Continua da pag. 3) protagonisti questo ci sembra il libro dove i·autore ha trovato accenti più adeguati ed origiooli per dare vita ai fantasmi della sua fantasia. Sarà l\Ionday, la cuoca pro– cace e sensuale di • Hersel! Surprised. e Thomss Wìl· cher, il maturo avvoooto di provincia tormentato da scru– poli religiosi ma incline a mettere le mani addosso alle cameriere, sono due personaggi di alto rilievo me Gulley Jimson, il pittore amante di Sara prima é dopo 18 sua permanenza nella villa di Tolbrook do\·e essa è al ser– vizio di Thomes Wilcher è come artista più vicino all'am· mo di Joyce Cary Per lo spirito che lo anima e la sua profonda con– vinzione cli essere l'arte la suprema espressione C:elruomo, non per _il carattere e gli eventi' esteriori della sua esi– stenza di ribelle anarchico, di scapigliato impenitente. Gulley Jimson raffigura il pittore nella concezione che della funzione dell'artista nella società e iei suoi diritti si ebbe verso la fine dell'Ottocento ed all'inizio del No– vecento ai tempi di Renoir. van Gogh. :\lanet e Cézanlle ed enehe più tardi fintanto che le condizioni econom1· che, sociali e politiche dell'Europa oermisero esistenze s.travaga":ti e capricciose d! bohème. Nel suo fervore per 1 arte ed 11 suo assoluto disprezzo delle convenzioni sociali. nel suo dista~o dalle contingenze materiali e la libertà che senza alcune esitazione come una cosa ovvia si prende riguardo ai beni altrui Gulley Jimson ricorda la ribalda bohéme di un'altra epoca quando la libertà in· div~~u_ale me~.o procl~meta ad alta voce da tutti i partiti pol!bC'l era ptu eCfettiva nella vita quotidiana. All'inizio di e The Horse's Moulh a Gulley Jimson è appena uscito di prigione dove ha fatto un breve sog· giorno per appropriazione indebita ed è in condizioni di totale impecuniosità. Solo lo preoccupa però il modo di P.rocurarsi un po' di denaro per poter dipingere. Nulla riesce ed abbatterlo, a stroncare la sua tenace volontà di creezio~e artistice.. Il romanzo narra le molteplici stra· "'.agenti avventure di Jimson In uno stile picaresco cui n lmguaggio fiorito del protagonista da un particolare ri– lievo. Gulley Jimson scrive la storia dell'ultima fase della sua movimentata esistenza perché oramai vecchio e finito non può più dipingere e mezzo paralizzato trascorre i giorni s':1 un letto d'ospedale. E' stato messo oramai fuori ~ombatt1mento ma non è un vinto. Il suo spirito rimane indomito. la solitudine non lo spaventa. GIACOMO ANTONINI

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