La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 2 - 8 gennaio 1961

Le richieste dJ giudizio cbe giornalmente d pervengono, troveranno risposta oelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •, • Scripla manent • e • La Fiera risponde• secoodo l'ordine cti arrivo. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti I 1l FIERA LETTERARIA I ORAH.JU UtLU Kl:.UALIIJ'\it 11-13 dal men:oledl al sabato i\tano,crtlll. toto e dlseirn1 non rtch:zsu non ~I re•lllulKono TEATRO A * NAJPOJLJ[ ~[O§'JC'JRE D' A\.H'JC'E A HOMA. * !!~m~ .. ~esso ~ara~~~~.!. Il mondo di Apollinaire teratura cattolica italiana precisa e minuziosa e so- dei nostri giorni, il nome rfi J/'"R/Q STEfi'Ai\JJ~E praltutlolervidamenteim- * di Diego Fabbri - il cin- ... l'W pegnata a dare a ogni quantenne drammaturgo Lo stesso giorno della «prima• romana, attore una statura morale romagnolo già nolo e ap· l'OJ>Cra di Diego Fabbri andava in scena che balzasse fuori da quel- Dopo l'esposizione di ~fa· tissc, di Braque e dei Futu– risti, l'Ente Premi Roma, ha allestito a Palazzo Barberini, una interessante mostra su Guillaumc Apollinaire che, in un certo senso, fu l'animato– re e la guida ideale di quasi tutte le avanguardie artisti· che succedutesi nei primi an– ni del secolo. La mostra, po– sta sollo il patronato del– l'Ambasciatore Palewski e realizzata con encomiabile cura da Giovanni Sangiorgi e dai suoi collabora1ori (ran• cesi e italiani, si avvale, ira l'altro, di un folto gruppo di opere d'arte e di documenti preziosi ed inediti, gelosa· mente cus1oditi finora nello studio del Poeta, inviati da M'!dame hcqueline Apolli· cli l,OltElV~A 'l'IU CCUJ ilall, cli Duchamp, di Dclau· nay, di Dufy, ru Derai_n, di Rousseau, di Se\.erini, d1 Bai-. la, di Gris, cli Larionov. di Picabia. di Vlaminck:, oltre alle numerose opere (disc· ~•. illustrarioni, dipinti) del· la sua musa prediletta, la dolce Maria Laurencio, oltre ai venti pezzi di Serge Férat (Serge Ji.strebzoff) che fece le sc.cne per le Mamellu tu Ti.rt.Jia.s e I quadri di stoffa di Sonia T erk Delaunay ( che adoperava quegli stessi col– lage.s per ri,cstire rintemo della sua lussuosa T albot e per 1 ~uoi ec.ccntnci abiti e simultanei •J. sono qui espo· sri i manoscritti, i libri e al· cuoi ogQ!etti che appanenoc· ro al poeta. Tra i cimeli piu commo\·enti sono il case.o bucato dalrobicc, i Upù che portò durante la guerra. le <aJepipe. le chitarre. prezzato per ,; Inquisizio· al • Mercadante • di apoli con grande sue- la fisica: voglio dire che ne>. ,;Processo di famiglia•. cesso di pubblico. si debbono proprio a En· ,; Processo a Gesù•. ,; La Siamo ora lieti di pubblicare cosa ne scrisse riquez e alla sua amorosa bugiarda•, ,; Veglia d'ar- Mario Stefanile l'indomani della prima na- fatica di regista certi ri- mi•• ,; Figli d'arte• ecc. - poletana. sultati. se cioè al di là ha indubbiamente un o Nel frattempo, sia a « La Cometa• che al della mimica e del tono ~~i:t~~z!in;i~l:rftcat\~n·~:; ~~~:;~:t~mte • seguitano le repliche e i ~!~~= d~ i~s!unuon,s!~r; la coraggiosa sincerita ____________________ tutta spirituale di chia• della sua tematica e per rire almeno in parte le la forza di suggestiva con- non saprei in alcun modo eterno ptocesso all'uomo ragioni ultime e stupende vinzione della sua dialet- districarmi e poiché a me che non sa trovare la di una battaglia cristiana. tica. spettatore come gli altri strada maestra della Gra- Indubbiamente anche que- Fabbri cioè, opera nella interessa soltanto l'intelli· zia se non attraverso er- sta volta Enriquez ha sa· viva e dolente sostanza di genza di un tema· che mi rori. colpe e peccati d'ogni puto vedere il dramma di un antico e irresolubile \'iene offerto come rap- sorta. Fabbri da un'angolazione conflitto fra il Bene e il presentazione artistica, di- ?\'on farò torto ai miei che a tutti e sembrata la .!\lale collocando i suoi rò che Fabbri mi pare uno lettori raccontando di bel più giusta. Con Enriquez personaggi a 11' apice di dei più persuasivi difen- nuovo che cosa siano le hanno validamente inteso una · interiore battaglia sori della fede cristiana pagine de ,; La leggenda questo non facile testo i tra le opposte forze, di che abbia oggi la lettera- del Grande Inquisitore• bravissimi attori de 11 a qua dal Paradiso ma an· tura al punto che ad ac- ma dovrò pur dire che Compagnia. Stabile della che di là dalrinferno. non cettarlo possono essere in esse hanno determinato in Città di ·apoli. in un facile limbo tutta- molti e di convinzioni an· Fabbri una singolare in- Carlo Giuffrè ha ratto via nel quale potrebbero che dh·erse da quelJe che telligenza della verit;i di molto bene nella parte di adagiarsi con neghittosa in lui fiamme_ergiano e Dostojewskj che ne < [ Dmitri. trovando. una bel· indifferenza. Fabbri, vo· splendono in una luce di fratelli Karamazoff ~ non la misura scenica nel dise- glio dire. si distingue da \'erità. volle soltanto scrivere la gno del suo difficile per- molti altri scrittori catto· Come s'è visto nell'elen· cronaca di una famiglia sonaggio: Gianfranco Om· lici. anche stranieri. pro- co delle sue opere teatrali russa di una piccola città buen. nella parte del Pro· prio per questa sua con- ricorre assai spesso. fin dal di provincia ma volle ap- curatore Generale: Luigi tinua inquietudine, della titolo. la parola ,; Proces· punto suggerire la sua Cimara. in quella di avvo- quale getta riflessi e ba- so•· nel senso che assi· certezza in una 'bontà del- cato difensore: Giuliana gliori sui personaggi dei stiamo sempre a un dibat- l'uomo raggiungibile sol· Lojodice in quella di Ka· suoi drammi: i quali tutti. timento pressoche giudi- tanto attra,·erso una pro- tja: Lia Angeleri in quel- in.fine, si dibattono nella ziario durante il quale da fonda e cristiana solida- la di Gruscenka: Glauco assenza di Dio alla ricerca una parte vi è ~ • .m imputa- riet3. Al di là della storia Maiuri nel ruolo di Ivan di Dio. Questo mi pare il to e dall"altra un tribu· di una cosi violenta ostt-- e Enrico O-Amato in quel- significato più profondo nale chiamato a giudicar- lita fra il ,·ecchio Fedor lo di Alioscia hanno ben dell'opera teatrale di Die- lo. a emettere cioè un giu· Karamazoff e i suoi figli meritato i calorosi applau· go Fabbri e questo mi dizio di innocenza o di legittimi Dmitri. Ivan e si dello sceltissimo pub- pare che spieghi subito colpevolezza. La novità nel Alesa e il figlio illegittimo blico e le numerose chia· anche le ragioni formali procediJJ1ent 0 teatrale di Smerdiakoff (e ricordiamo mate. del suo procedimento tea· Fabbri consiste nel fatto tutti il groviglio di fo!.lie Molto belle le scene di . trale, cosi assiduamente che noi spettatori siamo sessuali. di orgqgli e di Cesare ~t. Cristini che turbato dalla smania di tutti imputati. cioè siamo pregiudizi. di crudeltà e hanno dato suggestiva am- µromuo\'ere un continuo complici di colui che è di scetticismo. di bassezze bientazione al dramma. na1re. • Tu marches 1•ers Auteuil, tu veu.:c aller cl1ez. toi à pied I Dormir parmi tes fétiches d'Océan e de Gumée I Jts sont des Clirists d'une autre foi ed d'une atllre croyance / Ce sont /es Cliris1s inférieurs des obscures espérance.s ... •· Questi feticci, i quadri de– gli amici pittori, i libri e i numerosi cimeli dei quali Apollinaire: ama,•a circondar– si, accolgono il visitatore del· l'anraente rassegna. Cosicché pare quasi di ag11irarsi nella casa ideale che lo scrittore avrebbe voluto avere. piena di libri, di opere d'arte, di 011geni preziosi e familiari. porto ser~o dei suoi 1an1i amici: « Je souhaite da,u ma maison I Une /emme ayant sa raison / Un chat passam panni le.s livre.s / Des amis en 1oute saison I Sans le– squels je ne peux pas v1vre •· La grande casa che in effetti non ebbe mai o ebbe troppo tardi, sballottato neU'infanzia da Roma (dove nacque il 26 agosto 1880). a Nizza e a i\fo· naco (doYc s1udiò nel catto– licissimo Collegio S. Charles), Aix !es Bains, a Lione e, i~fine, a Parigi dove visse Imo al 1907 in coabitazione con la madre, l'autoritaria .\fadame Kostrowiuky. Biso– gna arrivare al 1912 per tro· \aria, dopo un lungo soggior· no presso l'amico Dclaunay. finalmcnlc da solo, installato in quel suo celebre quarto piano, sotto i letti, al nume– ro 202 del boulevard Saint· Gennaio, che abitcra anche dopo il ritorno da1 fronte, fino alla morte prematura, awenuta il 9 novembre 1918. Ma della leggenda, della ,·i1a e dell'opera letteraria di Apollinaire altri parleranno qui, sulle colonne della Fiera. A me basti ricordare, sulla scorta di questa documenta– tissima esposizione, l'apporto decisirn che egli diede allo sviluppo dell'arte contempo– ranea. Seguendo la tradizione in· staurata da Baudclaire e da– gli alici poeti del XIX seco– lo, di un sodalizio tra lette• rati cd artisti, Apollinaire fu un po' il paladino delle a,·an• guardie parigine. Gli articoli pubblicati, a partire dal 1902, sull'Européen, ce lo mostra– no sopratuuo appassionato di ogni novità e l){;:mpreahe· no da pregiudizi. arfche se nei primi tempi appare an· cara legato al gusto tradi- 7Jonale. come testimonia un suo studio sul « Museo ger· manico di Nuremberg •· Que- !~f ms~:t:1~\·ed~~a cu~~~~ profonda e articolatissima, lo spinge ad entusiasmarsi per i fauves, con i quali entra in conta110 fin dal 190t, e a sco– prire e a rivelare il Doga– niere Rousseau, che seguirà per tutta la vita procaccian· dogli numerosi acquirenti. quali il suo caro amico Serge Férat e la di lui sorella la baronessa Oe1tingcn, e ac· processo nel quale non messo sotto accusa: ma e di violenze che culmi– solo i personaggi sulla net tempo stesso siamo nano neu· uccisione de 1 ---------------------, compagner:ì fino al riposo scena ma tutti gli spet- anche complici dei giudi· vecchio libertino da parte tatari sono coinvolti. quan- ci in quanto giudici noi di Smerdiakoff e nell'ae- do non riescono. nell'amo· stessi. E· appunto in que· cusa che di questo orni· re, a superare la loro con· sta terribile situazione cidio subisce Dmitri) c·è dizione di terribile soli- - una ambiguità cristia· insomma una continua al- ludine. na. si direbbe - che sta lusione a certi spiragli di Se ruomo è solo. ci dice la forza pili notevole e luce che lottano dispera- Fabbri. esso è perduto anche più suggestiva del tamente con le tenebre: nelle spire del ~ale per- teatro di Fabbri: e non veramenie ,; il cuore del- ché la solitudine altro non importa se poi tale pro- l'uomo è il campo di bat· è se non incomunicabilità. cedimento diventi piutto· taglia dove lottano Dio e cioè assenza d'amore. pri- sto macchinoso e quindi il diavolo•. vazione di quella luce che povero di interesse per lo Kel dramma che Fabbri soltanto Cristo e la sua spet.tatore non impegnato. ha tratto da questa storia rh,elazione possono offrire Detto questo - e mi che si srotola sotto gJi oc· anche al più perfido dei pare,·a necessario per pre- chi degli spettatori attra· peccatori. Ma per capire sentare in qualche modo. verso le destimonianze• si questa propria solitudine sia pure approssimativo. avverte soprattutto lo sfar- e per dare battaglia alle la personalità drammatica zo di capire ancora una forze del Male. cioè per di Fabbri - sembrera volta che cosa sia il signi- accostarsi al Bene e sen- forse più chiaro darsi ra- ficato autentico oltre che tirlo almeno come un lon- ,!?ione di questo dramma artistico della ,; Leggenda tano miraggio di premio, in tre ,; udienze.. che è del Grande Inquisitore• non si può percorrere una •il ,; Processo Karamazoff.. (cioè di quel racconto che strada facile ma occorre presentato ieri sera al uno dei Karamazoff. Ivan. combattere. E qui Fabbri Teatro Mercadante in pri- ha scritto e che viene letto è l"erede più diretto di ma assoluta: un dramma ad Alesa): e a me pare Pascal. in questa conce· che da una parte prende che al di là del risultato zione ,; armata,. della fe· an·io. spunti e movimen- teatrale. indubbiamente di de religiosa. in questa ri· ti da quelle immortali non facile acquisizione, cerca continua del Bene, pa.~ine çhe si contengono Fabbri sia pienamente riu- in questa ,;rissa cristiana• nella ,;Le,i?genda del Gran- scito nel suo intento. senza la quale la Grazia de Inquisitore• dei e Fra~ Basterebbe il discorsO non potrebbe operare. Non te Ili Karamazoff,. di Do- tenuto da I Procuratore voglio - è ovvio - la- stojewskj e dall'altra ri· Generale nel terzo atto sciarmi invischiare da sol· propone. proprio in ter- per offrire una plausibile tili e capziosi elementi mini procedurali già altre chiave a ogni spettatore ... teologici dentro i quali ,·olte impiegati. un nuovo. La regia di Franco En· (Contlnu~ pag. 5) sedia, prende un'altra pila di libri e la depone per terra. Gradualmente, fa · posto nella seconda (i.la alla macchina da scrivere. I.A prende e la colloca nello spazio prepa– rato. Poz, utiliz.z~ndo i libri deposti per ~~d;':;, ;';;~':::el'~e,7~acd;;i"abiu~~~nctfu d;~~~ clre tutlo sia come prima. Ma sulla scrivama è rimasta la prima pila di libri tolta dal· l'armadio. Cl.AMORl GIOVANILl DAU'ESTERNO BUSSANO Il Parroco su.ssulta. Si guarda attorno, ossen•a ancora una volta l'effetto dei propri PnAAR~~o~. A~?a~i~ra: BUSSANO PlU' FORTE PARROCO (forte): Avanti! Si apre la e_orta. Entra Perrotta. PERROTTA: Disturbo? Il Parroco apre le braccia, ma pare più. rassegnato che cordiale. PARROCO: Prego. PERROTTA: Mi scusi se non mi sono fallo annunziare. PARROCO: Qui, nessuno si fa annunz.iarc ... tutti entrano liberamente. PERROTTA: E' appunto l'idea che mi son fatta ... ma lei non teme che quakuno pos– sa abusare di una casa cosi aperta ... che se è la casa di Dio? PARROCO (freddamente): La casa di Dio è di là. Qui abito io. PE:'.RROTTA: Re\'erendo non sia duro con me. Non credo di meritare ... PARROCO: Che.cosa vuole? Perché è venu10 fin qui? PERROTTA: A insistere perchc \·enga da me, alle dicianno,·e. Mi creda, é indi· spensabilc. PARROCO: Proprio? PERROTIA: Mi permetterei di msi5tere? Il Parroco, rm attimo sopra pertsiero. PARROCO: Ci sarò ... ora la prego: ho da fare. · Dall'esterno clamori giovanili. PERROTTA: I ragazzi? . . PARROCO: Li ho già Lroppo tr.ascurall. o~gi. Ferrotta, fin da quando è e_ntralo, esamrna attentamente la stanz.a, e sr muove _qua. e là. Si trqva a(lesso vicino alla .scrivama. Mentre parla, prende in mano il libro che sia in cima alla pila or ora deposta dal Parroco. Lo guarda, vi soffia sopra. Ne sof· leva una nube di polvere. Squadra rinsieme della scn·vania. Va a sedere al pos10 del prete. PERROTTA (prendendo ~empo per. ~s~er– vare): Fortunati ragazzi!... star v1cm1 a una persona come lei... a un santo ... PARROCO (seccamente): Non usi qu~!a pa– rola ... riferita a me. è una bestemr~ua. P.P. scrivania. Un'improma spreca m !ue:~ :o al video. Si deve capire. beue cne e quella della macchina da scri\,ere. PERROITA: Lei dovrebbe frequentare le ca• mere di sicurezza, per sentire le vere be– stemmie ... Volevo dire che in tempi come i nostri,. l'esempio di un santo guerriero ... PARROCO: Si11nor Commissario, le ripeto che non son disposto a tollerare discorsi irriverenti ... PERROTTA (sempre calmo, e anclre nel to– no, rispettoso): Il fatto è che io, nel suo campo commetto errori (allusivo} ~ome lei, nel mio, se fosse costretto ad m, 1 a– derlo ... Non lo farò più: anzi glielo metto per iscritto. La macchina? PARROCO: Che macchina? PERROTfA: La macchina da scrivere ... (sor– ride) per battere un regolare impegno, fanni perdonare ... p~~~~:gT~fi1re'u:d:;t~. libri, aspettan- do che venga una rispostn alla sua ricltie– s1a « della macclrina •• ma d prete tace. CLAMORI GIOVANILI. Perrotta addita i libri della scrivania e quelli che sono sopra l'armadio. PERROTTA: Quanti libri ... libri dappertutto. PARROCO: Non ho dove metterli. Per-rotta si alz.a. PERROTIA: Mi scusi... i ragazzi raspeua• no... Reverendo. verrà? PARROCO (pe,tsieroso): Verrò. PERROTI'A (svagato): 'el frattempo, veda se può mettere insieme qualche elemento che ci aiuti... Esu dalla s1anza. CORTILE DELLA PARROCCHIA: J,r mez.:..o, un campo di pallacanestro as– sai misero. Sz capisce che se lo sono co– struilo i ragazzi che sta,1110 giocando. CLAMORI GJOVANltL l VOCE DI RAGAZZO: Passa! Il VOCE: A me ... a me! FISCHIETTO DELL'ARBITRO. II gifloco si arresta. Tutti corrono verso il punto donde. sard panwo !''I • per~o,'!11.e •. I ragaui, di età vaname dat se_tte.at ~1c101- to anni, ma con prevale11z.a der p1ccolt, son diversamerue vestiti ed equipaggiati. Alcum in calwucini e maglietla, altri vestiti da passeggio, ma senz.a giacca. CUMQRI_ Son vicini un ragau.o c.l1issimo, un po' goffo e ridicolo nel perfetto eqmpagg1am':-t1- to da giocatore, e l'arbitro, che. è 1l bam_bm~ più piccolo di tulli, sperduto m un paio d, pantaloni immensi e quasi affogato dentro un maglione con il collo tilto, certa~nente non suo. Si comporta con grande serietà e con cipiglio autorevole. A spinte .e _colpi dì {i.schietto, mette a, posto d grand1gho11e che sta protestando. Tutti lo rispettano. FISCHIETTO IMPERIOSO_ Il Parroco e Perrotta slam10 attraversando il campo di giuoco. . . . Passa dinanzi a loro w1 gwvmeuo, che e eterno con quei candidi versi che ben si addicono ad epi– taffio del più candido dei pi11ori: • Gentil Rousseau, w nous entends, / Nous u sa· luous, / ,Delatmay, sa /emme, Monsieur Que1 1 al et moi, / LAisse passer nos bagages en /rmrchise à la porte du ciel! I Nous t'apportons des pin– ceau.:c, des couleurs, des toiles ... •· « Processo Karamazov • al Mcrcadante di Napoli. scena; Raffaele Giangrande e Glauco Malori Sulla Nel 1904 Apollinairc cono– sce Picasso, presentatogli da Ma~ Jacobs, presso la sta· zione S. Lazare, e un anno dopo scrive su LA Piume il suo primo articolo sul pit· tare spagnolo. Un articolo acutissimo nel quale mc11e in luce la singolarità del disegno di Picasso che e tulio fugge, trasforma e penetra•· Nel 1907, pur rimanendo un po' perplesso di fronte alla bom– ba delle Demoiselles d'Avi• gnon, non rinnega la por– tata ri"oluzionaria del cubi· smo e, difatti. nel 1908, pre· sen1a la prima esposizione di Braque da Kahneweiler. Nel '13 esce, presso Figuière, US pei,itres cubistes, Méditatìons esthétiq1,es, uno dei tesli fondamentali dell'arte mo– derna, nel quale con spirito profetico scrive tra l'altro: • Ci si incammina verso una arte intieramente nuova, che starà alla pittura come la mu· sica sta alla letteratura. Sarà una pillura pura ... che è ora solo agli inizi e non è anco– ra cosl astratta come vor- Adunanza di condominio andato a riprendere la palla uscita dalle righe. Lo si vede appena, tanto che basti a dargli un'età ( 16-17 anni). GIOVAi.'JETTO: Buongiorno, dottor Perrotta! PERROTIA (al Parroco): Chi è? PARROCO (quasi ira sé): E' Ugo, il fra-,· tel10 del dottor Gigli... una delle sue vit– time innocenti... PERROTTA (con stupore): Vittima ... mia? Il Parroco gli si pianta davanti. Supplica, ma con voce ferma, risoluta: PARROCO: La pregò... la scongiuro... Lei non sa quanto male può fare ... Rinunzi a proseguire l'indagine ... Addita il giovinetto che sta giocando. ... Mi creda, penso soprattutto a Ugo. Si pente di aver detto troppo. Palesemente, tenia di fondare la supplica su altri argo– menti; in cui, tuttavia, crede. ... non sia le.i a provocare la frana. Perrotta o.sserva il Parroco cor. simpatia. PERROTIA: Ma è proprio il contrario che cerco. Perché non vuol capire. reverendo? Il Parroco è confuso. PARROCO: Perché ... perché son certo che i suoi condomini aspirano ad un compro– messo. Temo che lei faccia perdere a cia– scuno di loro i1 senso deUa propria colpa, con la spietata esibizione delle colpe altrui. ...Non c'è aria di pentimento intorno a quel suo tavolo, signor Commissario. Perrolla lo considera, pensieroso. PERROTI'A: Credevo che si dovesSe pensa– re sopratulto allo scandalo pubblico. PARROCO (sordamente): Oponet ut scan– dala eveniant.- (si riprende) No, non mi ascolti. Sono troppo turbato. Faccia di sua testa. Ma sia prudente, ecco! Ed ora mi scusi, debbo andare._ PERROTIA: Dimenticavo ... Viene spesso qui, il professor Curti? PARROCO: li professor Curti? ... mai. pur- troppo ... mai ... PERROTIA: E... nessun altro dei condo- mini? PARROCO (dopo un'e.sitaz.ione): Gigli, qual– che volta ... la Contessa._ Lei ha già indovi– nato: sono il suo confessore,_ Arrivederla! PERROTIA: A più tardi! Si allontanano in direz.io- ui opposte. li Parroco va verso i ragaz.z.i. PARROCO: Basta! ... fine!... basta! basta ... ragazzi I Bisogna prepararsi per la fun– zione. APPARTAMENTO DELLA CONTESSA: LA Contessa è seduta sul divano. Sia te– lefonando: ascolta a lungo al ricevitore. Qualcuno F. C. le tiene amorosamente l'al· tra mano. CONTESSA: 'o. non posso accettare... E' una decisione ingiusta ... Lui ha capito per– fettamente, e non accetta uemmcno lui... (supplichevole) Prendiamo tempo... pen• siamoci ancora ... possiamo trovare un'al- tra strada ... abbiamo aspettalo tanto ... Ma il panito ... ascolta ... pronto! ... pronto ... Resta con il microfono in mano e piange. Carrello indietro a scoprire colui elle le tiene la mano. E' Gigli, e/re ora le cinge affelluosamente le spalle. LA Contessa gli reclina il capo sul petto. CONTESSA: ...Ha deciso ... non intende ra– gioni. GIGLIO (con tenerez.za ): Dovresti esserne lieta. CONTESSA: Sono lie1a... lo sono ... ma ,•cdi nQO posso perdonarmi... la colpa è mia. Io ho insistito per averti qui, vicino a mc. Ora lui non ci pcns:i., ma quando avrà perduto tutto ... come è possibile che non ricordi, che non accusi? ROVINIO DI COCCI O CRISTALLI SUL PAVIME TO DEL PlANO DI SOPRA. l due si volgono a guardare il soffitto. Gigli sorride. GIGLI: Senti!... come nella norte di Capo d'anno ... vita nuova! li orofessore fa cocci per noi... Allegria! Alleg'.ria! La stringe più forte con vera allegrez.:a. LA Contessa scuote il capo e si a.,;ci11gale lacrime. PIANO SUPERIORE_ L'appartame,1to del professore. Il s110stu– dio, ingombro delle cose più strane. Stru– memi di {i.sica, soprattutto di elettricità: è un vero laboratorio. IL PROFESSORE E CARW, il figlio di Perrotta, sono in ginoccltio sul pavimento, e stanno raccogliendo cocci.. Mentre raccolgo– no, tendono l'orecclrio ad. u.na voce. FONTANA (F.C.): Perché rimandare? VOCE DI MAURI (F.C.): Perché perdere al- tro tempo? VOCE DI PERROTTA: Rimandiamo al po– meriggio ... va bene, alle diciannove? D'ac– cordo. Non perderemo tempo. Intanto, io compirò altre indagini. Il reverendo ha forse in mente qualcosa. Gli altri possono ... riesaminare con c:i.lma qualche partico– la.re. . .ripescare qualche ricordo. Un po' di riflessione farà bene a tutti. Il professore si alza, va ad un tavolo. P.P. registratore in azione. E· di tipo di- verso da tutti quelli che si conoscono. Basso, schiacciato, poco voluminoso. Deve stupire il rapporto tra la perfezione della voce ri– prodolla e le dimensioni dell'apparecclrio. LA mano del professore entra in campo, spinge un bottone: le bobine si arrestano. PROFESSORE: Magnifico! Il professore colloca il registratore nella rcbbc essere•· Sempre nt-1 1913 batleu.a con il termine di e Orfismo• il Urico croma· 1ismo di Dclaunay e scrh·e la sua c.clcbrc PoCSia Les Ferri· tres per il cataloa:o della mo.– stra del pittore alla Sturm di Berlino: .-... Du rouge au veri tout le jaune se meun I Paris Vancouver Hyères \1a.rntenon New York et le Autilfes / LA fenélre s'ouvre comme une orange / Le b~u fruii de la lumière •· Poco do– po si occupa del dinamismo astratto di Larionov e del· la Gontcharo,a che definisce Rayonni.sme e nel 1917 forgia il nuovo termine di e Surrea– lismo•· Questi saldi legami che Apolhnairc a.. ·eva stabi· lito tra la pittura e la poe· sia lo portano anche ad mte– ressarsi dei futurismi e si \"eda a questo proposito, nel bel catologo della mostra, le importanti testimonianze di Soffici e di Severini che chia– riscono i rapporti intercorsi tra gli artisti italiani e il poeta. Tuttavia più dei futu– risti Apollinaire sosterrà la pit_tura metafisica di De Chi· rie.o, il pittore • p1u stupe· facente nel suo tempo•. e.o· ~~~:re~~~ :ri:~c ~; deme •· Di Dc Chirico, alla mostra, e esposto l'aJiuo– nante Ritratto premonitore, mentre Jl piltorc, ogiJ ahimé così mutato, non ha sentito il bisogno cli affiancare alle testimonianze, vccclue e nuo– \C di Soffici, di Carrà, di \fagnclli, di Severini, di Pa– pini. di Savinio, di L:'nga• retti. una sola sua riga di omaggio per il grande amico e protettore, né di rettificare quan10 su di lui aveva scrit– to nella sua cinica autobio– grafia . L'atmosfera fer1ilc che ca ratterizzò la ,ita pari1Pna dei primi anni del secolo. rivh-e nella commo..-ente e stimolante mostra di Palazzo Barbcrioi e lo spirito di Apol• linaire. quest'uomo singolare • che più di ogni altro ha incarnato l'a\'\·entura intcl– lclluale moderna • vi e ben rievocato. Oltre ai quadri e aJ disegni di Picasso, di \lo– digliani, di Braque, di Cha- E' insomma come entrare da una porta SCjlreta in que– sto glorioso passato. Il pac;,– s.ato di Apolhnaire. delle sue donne. dei suoi amici im· mortali, che, qui, ci rivelano spc5.50 aspetti inconsueti: volti nuovi. piu \Cri e na– scosti, e i dubbi e le diffi– coltà che es.si ebbero nel realizza.re quella loro stagio– ne cli grandi ccnezu.. IL FII :u ni,;1,'1,;t SETTl:\l;:\~;t * la fontana della vergine * <li GIAX l.l'/GI R01\'DJ Uno dei film che più eb– bero successo la scorsa pri· ma"cra al Festh·al di Cannes fu senza dubbio ques1a Fon· tana della vergine ( tit. ong. LA sorgente) che giunge in queste se1timane natalizie su– gli schenni romani solo in parte spurgata delle sue tcr• ribili asperità dramma!ichc. L'ha diretta ln11mar Berg– man, che continua ad essere il più rigoroso, lucido e in– teressante regista del cinema svedese contemporaneo: ne abbiamo altre volte ammira– to lo stile metà realista metà espressionista con cui parti· va verso alte avvcnlure filo· sofiche e figurative, avido di esprimere contraddizioni e tormenti, tragedie e sofisti– cherie in un clima in cui, anche quando manca\•a la poesia, era sempre presente, vh•ida e smagliante, la cui· tura. della faida med~vak, si fa giustizia da solo uccidendo a sua \"Olla i tre omicidi. Poi. per fa~i perdonare da Dio il sangue \'CTSalo, prome11e di edificare una chiesa su1 luogo do\·e la figJia è morto. E a testimonianza dcU'otte· nuto perdono una sorgente d·acqua viva scaturisce im– provvisamente dal luogo do-– ve giace ancora il cadavere della ragazza. lcgua di fronte alla purezza dell'atmosfera in cui avviene il miracolo della sorgente. Ln ,·ero soffio d'aria fresca in tanta temòilc arsura. Da ricordare, per un esem– pio, quella traversata del bo– sco che la fanciulla ignara compie con tanta gra21a alla tremula luce dell'alba, qudla sua vestizione appena alzata. quel suo scontro con i tre bruti - delicatamente inge– nuo e ancora i.-clato daJ can– dore - e poi quc.lJa silcn• ZlOsa e Lrucc preparazione della faida che suo padre or– ganizza con un cerimoniale quasi ieratico che sembra fis_sato_ da secoli in regole m1stenosc e solenni. e quella lunga notte che precede la ,·cadetta, la fatalità con cu.i si compie io quella luce fred– da e illividita. Questa volta il suo stile ha toccato i vertici di un rea· lismo cupo e violento come raramente gli avevamo visto raggiungere ed è arrivato ad esprimerci una kggendaria pagina medievale con un cli· ma poetico che, pure acceso dalle torve fiamme delJa tra– gedia, riesce anche ad essere delicato e terso. come un ciclo di primavera. Bcrgman, rendendo visiva questa ballata (in cui, inten– diamoci, non c'è nulla di lie· to, né di musicale), ha dato prova di una essenzialità .du· ra e quasi selvaggia, come non aveva raggiuma nem– meno nel Seumro S1grllo; ha messo da parte quasi com– pletamente i dialoghi, ha adoperato di sfuggita le mu· siche e ha mosso i suoi per– sonaggi in uno spettrale e quasi macabro silenzio m cui la partenza della ragazza al• l'alb<!, per il peUegnoaggio, la VlO!enza nella foresta e. dopo. la sanguinosa vendetta del padre, nascono solo dalla forza quasi paurosa delle im– magini e dal clima teso. an– sioso. quasi livido che da qu,este scaturisce. .Aggiungete a questo un se– guito di immagini in bianco e nero che obbedisce rigoro– samente alle migliori tradi– zioni figurative del cinema scandinavo e aggiuogcteo an– che una recitazione che. •SO· prattutto in Max von Sìdov 11 padre, e in Brigitta Pet~ tcrson. la ragazza. sa piegarsi alle pili dure e concrete esi· genze della scuola realista. L'azione del film si rifà a una antica ballata e ci rac– conta la vicenda dolorosa di una fanciulla che, mentre si reca in pellegrinaggio a un santuario della Madonna. vie– ne aggredita, violata e uccisa da tre viandanti. Il padre non tarda a scoprire gli au– tori del misfatto e, secondo le consuetudini quasi rituali Uno dei motivi dominanti del racconto ~ il contrasto fra superstiti riti pagani (il culto di Odino, ad esempio) e il Cristianesimo: questo con• trasto, e, soprattutto, il peso negath'O e quasi diabolico che assume nella ,·1ccnda quel paganesimo che ancora alligna in molti cuon. ag– giungono alla fa\·ola un sa– pore anche pili barbarico di mistero e di magia che. alla fine, come i fantasmi al can• to del gallo, si risolve e si di· LA /omana della vergine; forse, non è il miglior film di Bcrgman perché, nono.– stante queste prttiosc e drammatiche altezze. è spes• so un po' chiuso, nafTilti\-a• mente, e di respiro limitato (almeno C'Omc sviluppo del· l'azione), ma rimarrà di cer– to ~a deUe sue opere pili forti e nello stesso tempo più rarefatte: degna, comun– que, della più seria consi– derazione. custodia. Riconosciamo la borsa che egli ha tenuto dinanz.i a sé, sul tavolo d1 Perrotta durante l'adunanza. ' CARLO: Onnai è perfettamente a punto. Carlo si alz.a e va a deporre I cocci in un ce.stino. • PROFESSORE: Ho ragione a sostenere che la teoria può condurre a tutto? Con un minimo segnale in entrata, abbiamo oue– nuto un'enorme po1enza in uscita ... CARLO: Posso prenderlo ;:>ermezz'ora? PROFESSORE: Che vuoi fame? CARLO: Voglio registrare a distanza la pre– dica del Parroco ... da otto metri. PROFESSORE: Ne ho bisogno per l'adu– nanza. CARLO: Glielo riporto fra un'ora. Il professore riapre la borsa e, 1rat10 fuori il registralOre, cambia le bobiJ,e. PROFESSORE: Quanta strada abbiamo fat– ta in soli otto mesi! CARLO: Ha funzionato subito benissimo. PROFESSORE: Non come ora ... adesso non c'è, non se ne trova, come questo. E puoi ~;~~1roE~chèe ~oTi ~ ~~n a~•~~i~ casa, troverai la chiave al solito posto. CARLO: Dovrà cambiare il nastro? p~~r1;-::~: 0 7~? Quanto durano le prediche CARLO (rimproverandolo): Professore! PROFESSORE: Per me, sono tutti idoli... ma riconosco che il tuo è dei mi11Liori. Quanto ciarla, di solito? CARLO: Un quarto d'ora, venti minuti... PROFESSORE: Non c'è bisogno di cambiare. Ba"Sterà anche per la nostra adunanza di condominio (ride). La faccia che faranno alla fine! Non volevano il verbale!... Una borsa, una semplice comunissima borsa ... e 1.1!1~ serratura. Giri a destra. si apre; a s1rustra, capta ... capta. .. capta .... E' allegrissimo, fancùdlesco. ...questo non è un microfono è l'orecchio di Dio! Non dimenticare che poni un tesoro. CARLO: Stia tranquiUo. PROFESSORE: Sto tranquillissimo ... Sei un tesoro anche tu. Se i giovani fossero tutti C'Ome te, le scienze avrebbero ben altro avvenire ... ciao! Carlo saluta con la mano ed esce. Il pro· fc.s.sore resta a Ira /fica.re . SCALE DEL CONDOMINIO. sfa~;~o n:fe,;';i~r:_e.Iocemente. A una Sl'Olta, PERROTTA: Dove vai? C1~: 'on lo so.~ forse al cinema, più PERROTTA: Un altro giallo? ~~Ri811t ~~~!tirai il cranio di scioc- chezze! CARLO: Le filtro. Perrotta adocchia La borui.. P'i~Or!JA: Ma._ la borsa.... non è del pro-– Carlo, per un_ attimo, cerca la risposta, C~RLO: ~1. ••• m1 ha ore:gato di lasciargliela tn pornnena. PERROITA: E perché CARLO: Non lo so. M.i ha detto: lasciala dal paniere:. Ciao! ~cappa grù per le scale. Perrotta si mcam– mma. Sale pensieroso. Giunge quas: dinaro alla telecamera che lo ritr~ frontalmeme E' come iusiUato da un'idea. Torna indie-· 1ro. Scende veloce. ATRIO E PORTINERIA DEL CO\"D0- .1IINlO. . li portiere sta spolverando. P~J1aEri~~: Torna a spasso_ signor Com– Perroua entra in campo. PERROTIA: Fammi il piacere ... sono rima– sto senza sigarelte ... le solite. Porge al portiere de.I danaro. PORTIE~E: Subito, signor Commissario. Il por~1ere esce. Perrotta aspetta che si allontani, poi rapidamente esplora la gua.r• diola. Non trova quello che cerca. Entra nella stan:.a vicina. PASSI SULLE SCALE. Il professore si affaccia alla guardiola. PROFESSORE: Beppino! Beppino!_. r on ci sono mai questi ponìeri ! Ma verranno i ponieri•robot ! Aspella un allimo. Si allontana fret1oloso. Perrotta_ esce circospello. E' aggrondato. Passeggia nervosamente, pettsando. Tonia il portiere, glj porge le sigarette, poi il resto. Perroua gli fa segno d1 tenerselo. PERROTIA: Hai visto mio figlio? PORTIERE: E' uscito poco fa. PERROTTA: T! ha lasciato._ qualcosa? PORTIERE: 1cnte. Doveva lasciarmi qual- cosa per lei? PERROTIA: Non per mc. PORTIERE: Niente... niente per nessuno. Passai:ado mi ha detto: e Se ,·ed.i Luciano ... sono m parrocchia ... l'aspetto là•· PERROITA: Chi è Luciano? PO~TIERE: U figlio dell'interno due ... del signor Fontana. Perrolla si avvia, C!)mincia a salire. Si fenna, S'I volge al portiere, ma non lo inter– roga: sembra commetare un'enumera:.ione. PERROT"TA: Maura non ba figli._ PORTIER~: No ... J?é moglie. ne figli... nes• sl:'no. V1\·e solo m mc220 a un lllucc.hìo d1 ma~mo~... quadri... poh·c.rc_. che donna c1 resisterebbe? ... PERROT"TA: Ciao! POR1:1ERE· Agli ordini, signor Commis• sano. sa:eR::~:te c~,:~;;~~s;:~~ie.S1 arresta, pen· FINE DEL PRIMO TEMPO Al prossimo numero la pubbllcaz.ione del li lempo

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