la Fiera Letteraria - XV - n. 50 - 11 dicembre 1960

Domenica 11 dicembre 1960 L~ FIERA LETTERARIA UNA COLLANA LIBRARJA DEDICATA A LUJGI SALVINl * Romanticismo bnl!!aro * di IJ'ALTER llAllRO 11.Ient~ formarsi di una classe 5~tellett_ualc, nata agli albon de~!Ottocento, come sovrapposmone ru modelli cultu– rali greci, m:1 anc~e ~on .~a _propria o'rigi~a!e impron1a, ?lDSCgu~tc a quell ansia di md1pendenza e dt hbertà di cui 1 b~gan perceI?iron'? tr.1 i. primi l'esigenza, polrebbc pun– tuahzzare me~ho _di qualsiasi altro fatto storico e cul– tura1c la nascita d1 una vera e propria letteratura bulgara. ~1entre !1-cl resto d'Europa andava sviluppandosi e conso– hdando~1 _la cul~~ra romantic::i, che assumeva via via le carattenstit;he. ~1u congeniali ai gruppi etnici presso cui penetrava, il hp1co intellettuale bulgaro già si sentiva orien– tato _v~rs'? ~a scelta_ derm:~cratica, spintovi e stimolato da CC?nd121on_1 m~mbent1 ed tmmcdiate, che gli imponevano t dt ergersi a d_ifesa della modesta ch;ttà contadina, piuttosto che r annullarsi pass~ndo ali<!-più P1:0~redita cultura greca. Nello s_tcsso _amb1_cntcdCJ .a:>ntadtm, d'allrondc, già csi– ste\·ano d1ffonm cett econom1c1. ma soltanto in seno alle classi meno abbienti gli intellettuali rivoluzionari avreb– bero potuto trovare il terreno favore\'ole per l'affermarsi deJle loro idee. . Chi~sa. da o~ni parte ~a potenze ansiose di conQuista, unped1ta m ogm suo slancio verso il progresso e la libertà d~l. co~formismo. interessato di buona parte delle classi d.n:iaent1, dar1n~ggiata pe!1ino da quei fatti militari e ooli– t1c1c~.e rest.1tu_l \·ano la hbertà alla Grecia e ai paesi vicini. per I 10~spn~1 d.el potere 011omano; ,·elenosa spina nel fianco d1 op:m s vtlup oo del traffico e della cultura nazio– nale. la .Dulgaria dell'epoca del «Ris\·eglio a fu costretta a segnare il passo proprio al tempo in cui, in tante altre ~ontrade europee, andav:mo concretandosi l'inquietudine e !I fe ~..-~re di idee. e di iniziat~YC:,avviato dal ,movimento 1t.lu~ m1sta. Desta m\'ecc meraviglia il fatto che, in condi- 7.lOn t cosl sf:.wo~li. la febbrile attività di questo popolo a~·essc potuto già f!l~nifcstarsi. in quei tempi di sopraff..1- ~one uman~ e pohuca, sotto forma di prodigiose inizia- 11ye cconom1che, sociali e culturali, tendenti a ridar Jinfa v1t_ale ad. un onranismo già tanto indebolito dall'a\'..-e.rsit~ dei tempi, desobtamente arretrato e separato per cinque "iecoli dal resto d'Europa. Lo stesso stupore pro\'erà il lettore itali::mo, ora che una lodevole iniziativa. dell'editore romano Camcci. in collaborazione con l'A.T.B.. ha pcnncso;o la nubblicazione di una Collana libraria intitolala a Lui~i Salvini_. il map:giorc studioso di lingua e letteratura bul– gara, immaturamente scomparso. L'uomo Salvini Nato a Milano r11 febbraio 1911, il prof. Luiai Salvini compì giovanissimo i primi viaggi di studio nell'Oriente Europeo, che lo portarono in Bulgaria, Estonia, Cecoslovac– chia, Finlandia, Ungheria. Ostacolato all'inizio dai genitori, con gli scarsi mezzi a disposizione, egli si sottopose ad un intenso e duro lavoro per apJ?rofondire gli studi e approntare le traduzioni e gli articoli, che dovevano servire anC"be a rendergli economkamente possibile l'effettuazione e la prosecuzione di tali studi e dei numerosi viaggi ad essi strettamente connessi. Con.st:guita la maturità, intra– prese numerosi viaggi, per tenere a ritmo accelerato corsi e conferenze in località spesso molto distanti tra loro della Finlandia, della Polonia, della Jugoslavia, ovunque appor– tatore di alta e raffinata cultura. Fu nominato nel 19l3 lettore all'Università di Helsinki e Turk,i in Finlandia, ove gettò le basi dell'organizzazione per la diffusione della cul– tura italiana nei più lontani paesi del Nord 'Europa, ed ebbe cos\ inizio quel fertile la\'orlo organiu.ativo, \'Olto al raggiungi.mento di quell'ideale che egli tanto auspicava e sosteneva: l'affratellamento fra i popoli. Logorato dal lavoro e dal dt!ro clima nordico, Salvini contrasse una grave malat– tia renale, che non gli impedì tuttavia, dopo un doloroso intervento chirurgico, di riprendere la sua febbrile attività: lettore d'italiano in Finlandia dal 1933 al 1935, conferenziere in lingua bulgara, polacca e jugoslava, dinanzi a folti gruppi di studenti, cui illustrava gli aspetti più salienti della cultura italiana. li suo successo personate nello svol– gimento di conferenze, corsi di lingua, riunioni, a cui partecipava gran parte del mondo accademico, letterario ed artistico, servì a rasserenare lo spirito e i sentimenti di tanti jugoslavi, che lo sviluP.po degli avvenimenti politici :rbir: ~~t~~~~~~es~~e1ì:ae~r~~~l iitu-~ 0 f:alra~~ Luigi Salvlnl realistica nazionale, anzi la rinsanguarono in senso europeo, n~ll'intento di interpretare la realtà umana del proprio paese, d1 far muovere nella fantasia personaigi facilmente ricono– scibili nella vita quotidiana, di individuare nelle consuetudini contadine l'aspetto fondamentale e tipico della spiritualità bulgara. I racconti, i romanzi e i drammi di Jordan Jovkov sono ~ppunto uno dei primi esempi di creazione letteraria maturata nell'esperienza modernista, eppure armonicamente legata alla tradizione. « 11 podere alla frontiera a, il romanzo di Jovkov pub– blicato nella « Collana Salvini a, nella traduz.ione di Lavinia Picchio, è forse l'opera in cui meglio e con la n,aggior forza affior-...no certi aspetti sociali della campagna dobrugiana e del mondo rurale di frontiera. Al centro della vicenda c'è la crisi della grande proprietà, nel pieno svolgimento di una lotta tragica: quella che sfociò in Bulgaria nelle giornate di sangue del settembre 1923. Il concetto di patria, unito alla terra. .anzi materiato di essa. si concreta e si esprime nella frontiera che ritorna con ritmica insistenza. E' alla linea quasi invisibile del confine che gli uomini stanno in guardia: per essa affrontano la morte, sereni; su di essa, anche quando fu distrutta con la \,joJenza, come immagine di un do,·ere, sono dalle profondità stesse dell'infinito e dell'istinto, veglia Balkan, rinnovando nell'animo dei contadini il sentimento di fedeltà al confine scomparso, all'estremo lembo di terra. Arricchito da numerose illustrazicni di Guttuso, un volume della Collana è stato dedicato ad una delle opere più singo– lari della moderna letteratura bulgara, e forse europea: il poema «Settembre a di Geo Mi.lev, il poeta che diede final– mente un più concreto significato alla involuzione letteraria bulgara. Temperamento tipico dell'atmosfera degli «anni venti a, Geo -Milev riassunse i tentativi e le più vive speranze dell'avanguardia intellettuale: nato a Stara•Z."\gora, nella Bulgaria del Sud, morl giovanissimo nel 1925, dopo essere stato arre.~tato e fatto scomparire in circostanze misteriose. Fervente propagatore dell'espressionismo tedesco. solo nel 1923 subl una crisi violenta, di fronte alle tra~che lotte che andava sostenendo il suo popolo e sulle pagine della batta– gliera ri,-ista « Plamak a egli espose con foga impetuosa le prooosizioni di quell'arte di cui era ormai il teorico e il bardo. n tema ispiratore del poema è l'insurrezione del set– tembre 1923 da parte degli operai e dei contadini: la prima rivolta antifascista, non solo nella storia della Bulgaria, ma di tutta l'Europa. * Letteratura interessante, quella della piccola Bulgaria, ?CTt:h~ nata in dialettica col proprio tempo e per l'impegno realistico che l'ha caratterizzata ftn dai suoi albori: per questo va accolta con soddisfazione l'iniziativa di pubblicare le traduzioni di Luigi Sal,•ini, che della spiritualità bulgara è stato il più fine interprete e il maggior conoscitore. " G Jr.lULL Jl .A\. l\\1l E JH.][CA\ N ][ ,, * Con Bayniond Cha,idler bordi della letteratiirci • ai Vi sono due modi di teiu1erc Raymond ChandJer. U pruno è quello di centinaia di mi– gliaia di lettori nel mondo intero che divorano un giallo in un brevissimo limite di tempo senza badare a nulla seguendo l'inchiesta della po– li2ia o le gesta dei band.ili di episodio in episodio col fiato sospeso fino all'ultima pagina gj:~~~io h~~o ~~ii~. ;~; la gran moltitudine dei let– tori più ro22i è stato e rima– ne tuttora uno dei tanti au– tori di gialli americani che garantisce forti emozioni. Per i lettori più scallriti egli è uno dei rari che possa di– strarre in un modo intelligen– te, senza cioè .ricorrere a mez– zi grossolani ad orribili inve– rosimiglianze ad eccessi di pessimo gusto. Essi riconosco– no in Ra\'Olood ChandJer un maestro del genere. La seconda maniera di leg– gere Chandler è di avvicinar– lo con tutt'altro spirito se– guendo con attenzione le tra– me alquanto complicate e vio– lente dei romanzi e racconti senza però perdere di vista il Jnodo in cui le presenta, il linguaggio che adopera la scaltra maniera di procedere il quadro generale che riesce a creare attorno ai prot.ago– nisti della vicenda. In questo senso Raymond Chandler va considerato oramai non sol- ~~~!~~~o c~as~~~t~;!cta! 11~ quanto diversa da quella tra– dizionale del giallo britanni– co - ma assieme a Dashiell Hammett che lo precedette su questa strada un autentico narratore capace di ritrarre attra,-erso lo s\'olgersi di una vicenda violenta carica di san– gue e di delitti ma sempre mantenuta entro i limiti della verosimiglianza un quadro vi– vace di alcuni aspetti salienti della vita americana. Il parere di Gide Non s'intende ora rifare la storia del giallo o giustifi– carne l'esistenza. E' facile di– mostrare che nei grandi ro– manzieri inglesi, russi o fran– cesi dell'Ottocento il ricorso ad elementi di cronaca nera nella costruzione della trama romanzesca era frequente. I massimi romanzieri: Do– stojevs.k:y,Balzac, Dicke ns non furono alieni dal da.re ai let– tori forti emozi oni. Essi e molti altri narratori di gran– de e meritata fama con loro cercarono di presentare la so- ~~~~ i~;!rt!~r!z/d~e T~ e degli ambienti. li dramma secondo loro poteva e dove\'a * di GIACOltlO ANTOi'\I.n nascere molto spesso dal con– trasto fra la virtù o l'appa– renza della virtù ed il vizio o quanto per ragioni di c.on – fonnismo sociale o m orale \'eniva considerato tale. Più tardi invece \"Olcndo appro– fondire gli st.ati d'animo ren– dere più sottili le analisi più raffinata ed elegante la pre– sentazione il quadro si re– s1rinsc, elementi più crudi e violenti vennero eliminati ed il giallo puro nacque proprio come contrasto. Tuttavia UDO dei più alti ed ascoltati maestri della let– teratura raffinata, uno dei più intransigenti difensori dell'ar– te letteraria: André Gide non esitò ad esprimere la sua am– mirazione per scrittori quali Gco~cs Simenon in Francia e Dash1ell Hammett in America ammettendo implicitamente l'interesse ed il valore di una sottospecie narraliva che al– cuni specie da noi, dove tanto rimane ancora da scoprire e da fare in questo settore, ten– dono tuttora a sottovalutare se non a disprezzare prefe– rendo un bell'esen:izio calli– grafico di divagazioni e stati d'animo ad un racconto soli– damente costruito. Georges Simenon ha da allora dimo– strato di poter essere un nar– ratore di grande ingegno an– che in romanzi dove non vi è alcun intreccio poliziesco e solo lo stato d'animo conta. Al lato opposto William Faulkner, uno dei tre massi– mi romanzieri americani del• la prima melà del Novecento, ricorre frequentemente a vi– cende grondanti di sangue e non scevre di orrori. Dashiell Hammett rimane con Nnthanael West lo scrit– tore che meglio ha saputo rendere certj aspetti sordidi lugubri sgradevoli ma indub– biamente caratteristici della esistenza in una grande me– tropoli moderna come New York nella seconda e terza decade del nostro secolo. Raymond ChandJer in un pe– riodo successh-o ha fatto lo ~~ak.r di~ ea:ro7aa s~'::. minata città di Los Angeles, il cui sviluppo è abbastanza recente e la regione che la circonda scendendo fino a San Diego ed al confine mes– sicano. Nei romanzi di Ray– mond Chandler: Tlte High Window, The Big Sleep, The Little Si.ster, Tlie Lt:mg Good– bye si trova soltanto un de– tennlnato lato della Califor– nia, quello che direttamente od indirctt:unente si accosta al vizio ed al delitto, ma pur– troppo si tratta di un lato assai rappresentativo se le cronache dei quotidiani e dei settimanali del mondo intero ne parlano senza lunghe in– terruzioni. Gli sguardi -ranno subito ad Hollywood, la Mecca del ci- rl\"arc col rapido di Wa- ~h~~d=~: ~i~nT; i~int:i~,j~! f~~~e~~'~ fantasia degli ingenui. Ma lDs tografia ma non gli vengono Angeles non è soltanto Ho!- da1e spiegazioni. Ciò lo an– lywood come Roma non è noia molto. Alla stazione rie– solo Via Veneto coll'ambiente sce subito ad individuare la cinematografico - giornalisti- donna ad osservarla senza che co - mondano che vi fa capo. se ne accorga, quindi a sc- ~jf cf.iu! ~~ oal~A::~~ t~laDi~~~ll'ir~~~ ~d essa è un enorme calderone della California e di Il col– dove gli clementi più diversi l'automobile di un conoscente, come origine importati di re- certo Mitchell, per Esmeral– cente ed ancora grezzi si mc- da una cittadina balneare sul– scolano tentando di amalga- la costa del Pacifico. Qui ma– rnarsi di creare un tipo nuo- novrando con astuzia riesce a ,·o. In una società informe ed scoprire che la bella Betty in istato di formazione come Mayfield ha un misterioso questa coll'accecante luce del passato, desidera nascondersi cinema da un lato e la rapace ed è ricattata da Mitchell, ~~~~gnf J;r1~~1~ "tt1~~i ~a1fe 0~~~~0~:. ~~;r,:fi: dine, il vizio ed il delitto nei tenta allora di avvicinare Bet- ~~~~G~~ orrendi aspetti è ine- ;/i ~~~:J~ ~ 1 !.'!':::hn~ fi 0 ~~ Raymond Chandler a\·endo leggerla ma tutto finisce con questa realtà dinanzi aa:li oc- una colluttazione durante la chi ed una rara facoltà per quale tramortito con un col– ritrarla si è messo al la\'Oro po al capo Marlowe perde di senza grandi pretese ma non vista la donna ed il suo pre– senza una cultura letteraria sunto amante. :. E:ii ~~·e~~~ t~;'~td:!~ An~;~a~r "la~ W~o a~~ scri,·ere soltanto dei racconti porto all'a\fvocato Umney chiedendo con insistenza di essere messo al corrente del– le raç!oni dell'incarico. Um– ney nfìuta categoricamente .e Marlowc irritato gli restitw– scc ~li assegni rice\'uti c.om4:' cau?Jone rinunciando. Fin qw tutto fila; ma si è appena ad un ten.o del libro e da que– sto momento per un leuon:: esigente di gialli le cose s1 guastano. Marlowe ritorna per conto proprio ad Esme– ralda invischiandosi in una strana avventura un po' per curiosità ed un po' p.....-ché si è incapricciato di Betty May– field. Per un uomo come lui con ,·ent'anni di esperienza professionale alJe spalle la sua condotta è irrilante per il let- :r-:ir:sigfi~h\~llo~:~:nd~ ~~w; quale si trova coinvolto lo è altrettanto; essa non presen– ta alcun interesse e non con– duce ad alcuna soluzione_ Raymond Chandler avrebbe potuto rispondere che questo è spesso il caso nella vita. E' vero ed è anche vero che la cosa è ammissibile in un romanzo che abbia altre qua– lità letterarie ed altri intenti, ma in un giallo no. per il tempo e l'ambiente do- ,·e viveva.. Lo dichiara espli– citamente nella « lntroduzio- AHT.HsTI llTAI.....X.8.N I polizieschi distraenti e tipici I Afu;d:r. 1ll:i~d:f 1 ~ ~~~':f * per un dono innato di nar~ ~~ 0 ~n"a'lm~~~ 0 ~~,,~ 7;~ G1· anni· Poggesch1· nuato a coltivare ha fatto di più. I suoi romanzi e raccon- ti non sono scomparsi in bre– ve tempo, come avviene gene– ralmente coi gialli, fiori di una sola stagione presto di– menticati e, per i loro eccessi la mancanza di stile di ,·eri– si.ll_liglianza, divenuti illeggi– bili non appena il ~sto è mu– tato; essi sono nmasti e si sono affermati proprio come quelli di Dashiell Hammett in precedenza. I libri di Raymond Chan– dler hanno due caratteristi– che di stile: come narrazione essi sono sempre imperniati su Philip Marlo\1.-e,un in\'e– stigatore privato di Los An- t geles,. .giovane, simpatico, spregiudicato, pronto ad in– cassare i colpi ed anche a renderli, coraggioso onesto I con un codice morale abba– stanza elastico, curioso di na– tura che narra le storie in prima persona senza com– mentarle mo tentando di trar– ne implicite lezioni di por– tata generale. La seconda par– t.~col.arità è il linguaggio. Il dialogo che si avvicina quan- ~ ~~b~/~?~~~:tcf~I~ Jaresco di Los Angeles vi ha uno speciale rilievo. In que– sto Raymond ChandJer inae– stro di gialli a guardarlo at– tentamente si av\'era quasi un I l da lui organizzata e nell'affluenza al regolare corso di lezioni da lui tenuto presso l'Università di Lubiana. Per la prima volta, dalla formazione della Jugoslavia, un italiano pote\·a S\'olgcre da solo, spostandosi continuamente tra centri distanti svariate centinaia di chilometri, un'opera di dif– fusione culturale italiana. Questo l'uomo, che la morte ha stroncato nel pieno fcn.·ore creativo il 5 giugno 1957, scrittore e traduttore forbito, bulgarista di rara competenza, la cui sensibilità e ,:a.pacità intefl)retativa hanno reso con incomparabile. espressione la forza c le immagini di infiniti scrittori slavi. -----------------------------------------, ~~~n:~=ti~u~ Pier Paolo Pasolini Giuseppe Testori ed altri intenti a de– formare l'italiano considerato * La Collana. sorta nel nome di chi la ideò e organizzò negli .1nni più duri della fatale malattia, si propone di offrire al lettore italiano, attraverso una selezione nuova e accurata delle opere più significative dei paesi meno noti, gli autentici valori della letteratura e dell'arte, nelle tra– duzioni dirette dal testo e dalla lingua originale, con ampie introduzioni, notizie bibliograficbe e illustrazioni inedite. li dramma e La nuora a di Aleksandar Hagihristov, il romanzo « li podere alla frontiera a di Jordan Jovkov, il poema. «Settembre a di Geo Milev. una raccolta di canti popolari e • Brani e Liriche a di Hristo Botev, il maegior poeta risorgimc.-ntale bulgaro, sono i cinque volumi già comparsi nelle librerie: cui hanno fatto sesruito recentemente « La nuora di Jurtalan a un romanzo di Gcorgi Karasla,-ov, e due antologie della lirica bulgara. Produzione ricca e qua– lificata. che già permette una panoramica esauriente dello s,·olgimento della letteratura· bulgara. che ha avuto la sua fonte di stimolo in quella \·asta con~erie di canti t)()polari, che rappresentano un po' il retaggio spirituale di questo popolo. Due poeti francesi Pur inquadrandosi nella comune tendenza delle lette– rature ottocentesche, il fenomeno della poesia popolare assume per i bulgari un significato tutto particolare. La stessa dominazione straniera aveva gettato le basi per lo S\'iluppo e la diffusione di un ricco folclore, non contami– nato da elementi di cultura nazionale dotta. Ancor prima di presentare le proprie opere contemporanee l'intcllet- 1ualità bulgara infatti rivelò alle civiltà europee più pro– gredite, il frutto maturo di una spiritualità genuinamente popolare. rispondente alle più essenziali proposizioni del romanticismo. Questi can1i si distinguono per la ricchezza dei temi, per il livello artistico con cui sono scolpite e delineate le svariate e difformi figure di cui abbondano. La vita della famiglia, ad esempio, è descritta nei rap– porti tra i vari membri e nelle diverse circostanze della loro esisten7.a: canti amorosi e pietosi della madre per il proprio figlio, della sorella per il fratello; e accanto a auesti «Canti dei costumi •, ..-e ne sono altri che potremmo definire storici ed eroici. i.rr cui la vita popolare viene trat– teggiata nelle sue più ti pich e espressioni. Romanticismo ritardato I poeti bulgari, gli scrittori,. i. dramma.turghi della gen~– razione romantica furono tultl unpegnat1 nella lotta poli– tica in un'azione' diretta che servl a differenziarli dai più anziani pionieri della cultura nazionale, per cui si può affermare senz'altro che il romanticismo bulgaro ebbe la caratteristica di una continuità, anche oltre i limiti di tempo che quel movimento ebbe nel. resto d'Europa. « Romanticismo ritardato a è stato defimto, ma con l'ag– giunta e il contribu10 di quel socio_logismo po~itivisti~_o. di cui i nuovi ideali andavano ormai nutrendosi. li du-etlo rapporto insomma « patriottismo-letteratura a, più che da origini letterarie, tr:isse giustificazione dall'impegno diretto e spesso tragico dei Jetter.ui alla lotta di liberazione, nena quale trovarono una ricca sorgente ~ ispirazione. II mag– ~or poeta dell'ottoct>nto b1;1lgaro Hn_sto ~tev f~ _appunto la più efficace espressione d1 questo bmom10, I~ cui influenz~ è ancora percettibile su tutta una corr:ente 1~porta1;te d1 poeti. da Javorov a Vaptza"?v, da Pen.c10 Slae1k.ov .~1 c1:1n~ temporanei. ato e vissuto m ~no ~e1 .1;1omentt p1u tnsu della storia bulgara, al tempo m cui p1u aspra e pesante si faceva l'oppressione straniera, mentre andnv~no pren– dendo vitalità i moti liberali in tutta Europa, Hnsto Botev è passato sulla terra natia come un soffio ristoratore, auten• tico eroe romantico. che la fantasia popolare ha poi serbato nell'alone leggendario del mito. Gli intellettuali che si affermarono all'indomani di quella jruerra liberatrice, che era stato il sogno irrealizzato di Vasil Levski di Cintulov, di Botev e di tanti altri poeti ri,·olu– zionari, espressero una cultura di• transizi ,ne~ causa del cao~ politico del momento, ma al temi>?. stesso SJ resero_ g:i.ranu della continuità di una forte trad1Z1one nanonalc. m senso popolare. Ivan Vazov tr:1 questi fu certo il più efficace e il più rapprescntath·o, tanto che il gusto letterario e la morale di tulla quell'età presero il nome di «Vazovismo a, un modo cio~ di concepire e di realizzare l'opera letteraria, sotto lo_ stimolo d~ll'istinto, più che dell'ingegno teorico. Sostenuti da qu<"stc esperienze, gli scrittori del primo novecent~, _pur opponendosi al Vazovismo, non abbandonarono la tradizione * di A. BEVILACQUA In questo numero della nostra rubri– ca, presentiamo due significativi rap– presentanti della giovane poesia euro– pea.. Philippe Jacottet è nato a Moudon (Vaud) nel 1925. Laureatosi in lettere, si è dato prestissimo a lavori di edi– toria e di traduzione, a Parigi, negli anni tra il '46 e il '53, fino a che non si è trasferito, e definitivamente, in Provenza. E' venuto spesso in Italia, a Roma e a Firenze, in special modo. La sua affermazione in campo europeo é iniziata al tempo della su.a coUaborc– zione alla e Nouvelle Revue Françai– se "· -Ha collaborato, tra. l'altro, a e Bot– teghe Oscure" e ha. tTadotto liriche del Tasso, di Leopardi., di Foscolo, di Un– garetti, di Montale e di Luzi. Le ~ue opere più rappresentative sono: • L'Ef– froie et autres poésie1,. (Go.Himard, 1954), e La. p-romenade sous les arbres > (M ermod, 1957) e « Ulgnorant > (Galli– mard, 1958). n lungo studio sui testi della poesia. italiana ha indubbiamente contribuito a 1"endere personale in un certo modo la scrittura di Jacottet. Si nota, infatti, nei suoi versi, una. tene– rezza contemplativa e un mod'J di ren– dere visivamente le situazioni, che ti manifestano direttamente acquuìte dal patrimonio italiano dell'ultimo Otto· cento e, anche, del nostro secolo. Po– tremmo tare i nomi di Pascoli e, tra i più recenti, qu.eilo di LtU'\ Gilbert TroUiet, « Prix Guillaume Apollinaire 1957 >, segue un indirizzo essenzialmente diverso da quello di Jacottet. Non più l'immagin• presa nel suo valore assoluto e simboUco, ma l'immagine strettamente collegata. e, diremmo, impastata -l ripensamento teorico, costituisce la molla della sua poesia. Si pensi, su questo piano, a li– bri quali: e La Vie Extrem.: a, e Itiné– raire de la Morta, « Unisson "• e La benne fortune a, « La colline"· n nome di Trolliet è noto anche per la colla– borazione che il poeta tenne (e tiene tuttora) con e Les Cahien du Sud• e e Le Mercure de France> e per la fon– dazione di una rivista come e La Rai– son d'Etre •, alla quale collaborarono Jules Supervieille, PieTTe Jean Jouve e Max Jacob. Trolliet, come dicevamo sopra, vede la sua materia lirica in una prospettiva in Slns0 lato avveni– ristica, legata ad un'implicita negazio– ne di troppo in.erti valori tl"adizlonali. Per lui non si potrebbero fare nomi di poeti italiani o, comunque, non fran– cesi, per l'impostazione di un raccordo. Il mondo di Trollie", infatti, ha. una si– gla non immediatamente tocalizzabil.e, ·Philippe Jacottet * L' I ruitteso Io non mi oppongo con troppa decisione al demonio: Io lavoro e, e.lzando a volte gli occhi dal mio Tavolo, vedo la luna prima che :faccia giorno. Quanto rimane d1 quella luce invernale? Esco nella più piccola ora del mattino. La neve empie io spazio, lontenisslmo, L'erbe. si piega ed un muto saluto, Laggiù Si !a chiaro ciò in cui non si sperava più. Gilbert Trolliet * Penelope Cos'è necessario? Un quadre.lo d'aria che vibra, una spiga solitaria, Alveari per frusciare nell'aria più grande, un solo Testimone (il giorno), un solo ricovero: i miei occhi Dove la vita s'eterna a forza di sorrisi! Bisogna tessere l'anima del tempo, o mio intelletto Cosl attento a non cedere alla stanchezze ... bisogna Che ancore. non passi nulla: un'ombra annullerebbe Quest'ora esaltata come la risacca con cui ml inebria li mere lonteno. Attendere, e gridarlo per me sola! Io sono L'allegrezza delle api fitte, Lo sciame che fruscia ,lo stormo che tarla. Le solitudine sorda che lamenta. Che cosa cl occorre? A chi chiederlo? E chi Pronuncierà le parole che un'allegrezza incontenfbil,i Spanderà dall'apice degli astri giù, fino nel mare? Venge la notte, identificata nella costanza Da un sogno intessuto di memoria - e domanl In margine el Giorno, creeremo un vincolo più forte. .CTXiduzione di Alberto Bevilacq,ua) t~le1~:C ~~ilr:: d1 R!~ L. · ~agcfu~~Jflb~ io t~~ Gianni Poga:esch l: «Autoritratto,. o di Milano con una speciale fa~~ 1 d~n~.:;eJni 1 edefi!rt: !avita. Occorre tener presente che The Big Sleep è del 1939 e Raymond Chand.Jer nQll h;i, mai tenuto a dare una spe– ciale importanza letteraria a cotesta sua abilità a ritrarre gli idiotismi del linguaggio ~~~~~ ~n ~~:::.i eh~ : Francia altri lo hanno prece– duto su questa strada da louis-Ferclinand ~lin e' ad Hcnry M.iller tanto per ciu.me due discutibili quanto si vuo– le sotto altri aspetti ma ge– nuini spontanei non ricercati o rifatti su altri nel loro mo– do di esprimersi. Una terza particolarità dei libri di Ray– mond Chandler cui si è già occenna10 è la facoltà di crea– re un intreccio intricato ed appassionante ricco di impre– visti e di scene fortemente colorite pur rimanendo rig<r rosamen1e entro i limiti della logica e la verisimiglianza, sia pure quelle di una cronaca nera molto fosca. Gianni Poggescl1i è iesuila da venticinque anni. D1 ld da questi venticinque anni c'è il suo lontano retroterra: clte comincia a Bologna, citta na– tale, dove ha cxm1piuto gli studi fino alla laurea in legge, rimasta sapientemente imlli– litz.ata, e anche le prime espe– rienze di pittura sotto la gui· da di Bertocclti. Era del gruppo da cui nacque la nvi– stina L'Orto. Il Frontespizio gli dedicò un numero poco prima clte egli scomparisse, a trent'anni, per farsi gesmta. Questo suo relrote"a lon• tano, che fu un vero ingresso nell'esile vita arti.stico del de– cennio antegue"a, sopravvive adesso nella memon·a di po– citi: ma fruttò a Poggesclti la stima di amici come Bar– tolini e Morandi, che segui– tarono a tenergli dierro an– che durante i lunghi anni del suo silenzio. L'ingresso nel– l'Ordine religioso fu una rot– tura completa col passalo: eppure era un passato cosl innocente/ Per mollo tempo non dipinse più, e prosegul la sua esperienza spirituale in una direzione del tutto di- F versa, con tanta sofferenz.a e uori ~~1il~!J14~:. S'::?o" ~~liau/,?i~i d l " • ll dieci anni ha ripreso, dopo a gia O " un po' di disegni • di schiui, . Dopo un prolungato silenzio ~~ama r~:~~::it~n~::o:p':r~h~ dn;u~~~tiz~ Ji~ 0 eg1;a~ ~~ ~~";f[,~'/e~'f;;:;s:,S':;~i~ fin di vita Raymond Chandler è riuscito mai a esitare. è ritornalo con Playback Tuttavia a chi guardi i suoi (Hamish Hamilton edit. Lon- quadri quelle lunghe pause, don) ed i lettori rimasti col che pur conducono a disccm– ricordo di Tlre Long Good- tinuita palesi, non danno in bye, uno dei suoi romanzi più alcun modo la sensazione del– complessi e meritevoli si sono la pittura del dilettante per geuati sul nuovo libro. I mo!- quanto abile ed esperto. Que– tissimi avvezzi a leggerlo sto accade perclti, pur dedi– semplicemente come un cc- can~o il suo tempo agli altri cellen1e autore di gialli ri- e ri~eryando a si solo ritagli marranno forse un po' delusi. mmmu, Poggesclti non ha ri– Per la prima volta Raymond preso a dipingere per ritro– Chandler ed il suo protago- vare un antico e prestigioso nista Philip Marlowe danno passatempo, ma per chiarire evidenti segni di stanchezza. a !e ~tesso la parte più ini– L'uno e l'altro sembrano a,·e- ,mtabile della sua vocazione. re invecchiati parecchio nel Per questo, Poggeschi a cui frattempo ed essere oramai chicchessia può rubare tutto desiderosi di smetlere: Philip il tempo possibile, quando si Marlowe di investigare delitti mette a dipingere cava fuori ed infrazioni alla legge di ogni proprio da quelle sue giornate l~~n~ C~~~Yerdi dial~~ :rgam:P~:~~/=~~t~~.ca- vere le sue storie. A vedere un'esposizione di In Playback infatti l'intrec- Sl40iquadri si ha l'impressio– cio, in netto contrasto cogli ne che egli debba cominciare altri romanzi e racconti di sempre da capo: gli manca Raymond Chandler, è stirac- quella capaciti! di abbando– chiato inconcludente e poco narsi al mestiere, cJre un po' convincente; accettabile in un ~ una tentazione, ma pilò es- lità~ ~ri ab!!~t~u~f~ sere pure una nece.ssitd per è per un . Il di! tt laonta",,:rca"."p",•,csh°l'1,•ffc•o's',i d"aol: sai grave. 'Ì~t~ ~mincla 0 n~~ " malmente.: P~ilip . Mar.lowc :~~1: cht c~ms:~~j~•p:r'tan le~:; una mattina, V1ene mca.ncato cose e non di sé e non vuole da un no.t~ RV'\1?C3t0 di Los imitare se stes~o. si trova :t:,~.~C: ~o:::i~es~:~e~ u~~ I ~~nà~:S:iJ:odi~~-a un nu~ t A differenza di quel che è accaduto a un poeta, Clemen– te Rebora, la cui fisionomia ~ per più lati affine a quella di Poggeschi, i • soggetti a del– la sua arte raramente sono sacri. S'è detto tuttavia che egli continua senza interrom– persi un attimo ad essere p;ete mentre dipinge: che an– zi trova nella pil_lural'e.spres– srone dei lati più ri.suvati e intimi della sua anima sacer– dotale. Egli sa soprattutto fennare sul le cos e uno sguar– do casto e di.sc :relo,in modo da . coglier e in sieme, senza urli e senza strepito, la vi– t·cua del loro sapore natu– rale e il segreto della loro vocazione cristiana. E' chiaro che i riferimenti e le aff(nira di Poggeschi, cosl come si presentano oggi, di– con le sue preferenze di adul– to e non le occasionali dipen– denze del principiante, Remc,– tament~, '!elio sfondo, il mae– stro pnnc,pale n·mane sempre Morandi: ma al rispetto so– lmne con cui Morandi celebra la gloria delle case umili e comuni, Poggeschi preferisce ( e pare S1rano a dirsi da chi ::r~t~a 1 ri::le:1: 0 e lib~~i/J~i umori bartoliniana, che gli ccn5.enle d'_at:costarsiagli og– geu, con 1101a candidi.ssima e di esprimersi senui timidez.u o ripensa.menti. Il segno di Poggeschi è ecce.z.ionalmente sicuro. Negli ultimi anni, dileguate le remote parentele che lo ~e,~:::ia alaB:::~k //~ conversazione con Rouaull l'interlocutore che nessun ar~ ti.sia sincero. e meno che mai ~r~~~?'Ji!z::o ~i~:eda~ vero amtalo Poggesclti a de– fi!1ir meglio la sua parte di pillare: clte ancora una volta è _la parte del prete, sia pure d, freme ai laico cristiano Rounult. Il laico può ben rac– contare, con irruenza polemi– ca,.1?w1lando sui valori pro– fetta della sua vocazione di battezz.ato, la verita quotidia– na della Pamsia, e l?rocla– mare che il giudizio divino è re.altd presente non solo spe– ranza avvenire. Poggesclti co– "!e prf:le, ~ cl1iamato a :na_g– g1or nserbo, e quindi anche ad. una misura migliore: una nnsura di rispetto s~a esclusioni e non solo d1 com– mozione, di responsa'•ilita in– tera e non solo di sincerità. Egli è soli~o di portare il peso delle cosc,enze che 8,li stanno inlomo, e in esse :l sopran– naturale non appare coi co– lori c:!i fuoco, dell'Apocali.sse, ma s, svela invece mediante la serenittl tra le lacrime e gli atti di carita sincera e di r,ronla cordialitd. SAVERIO CORRADINO

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