la Fiera Letteraria - XV - n. 50 - 11 dicembre 1960

LAFIERA LETTERAR '.Anno XV - N. 50 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DELLE SCJENZ Domenica 11 dicembre 1960 SI PUBBLièA LA DOMENICA QUESTO NUMERO L. 100 IJIIH:ZJUNE. A..MMlNlSl'RAZlUNE: Roma • V1a di Porta C.:asteUo. 13. Tele.1oo.1: Kedu.ione 655.487 Amm1aistraz.iooe 655158 . PUBBU<.:l'l'A': Amm1n.uitraz.ione: e LA t'l.E1i.A L~!"'i'Ek.AJUA • • V1a dJ t--orui Ca.steUo, 1::S Koma J.'AKlt l'A: L.. 150 81 millimetro · A RRONAMF.NTl: Annuo L 4 ()(X) Sem~l!"e L. 2.150 • Tnm~trto L. 1 100 Estero· Annuo L.. 7 000 . Cnpla uretratl L 150 Spedlzion• lD conto corrente oomle (Gruppo fl, ~nto corrent.e ~le o I r.:1142fl JN lllORTl!, DELLO SCRITTORE AMERICANO * L'OPERA Dl UN FILOSOFOARTISTA * Richard Wrigbt Il diritto nella Bibbia Alla Jugoslavi i "beni culturali della Venezia G uli La nascita d:. Richard Whioht scrittore avvenne nel parlicclnre ambiente deH'Ameri.ca Ì'Tlprovvisa– mc-nte impaurita e 11eu– rot:ca degli. anni attorno a! 192n, l'a nno deLla g ran– de crist economi.ca. Sul principio. eg li no n s i di– stinse dall'ondata di natu– rali.sii che irruppe nella let– tere americane, dimostran– do e rappresentando una crisi di mentalità., una cre– pa del costume. Solo in seguito doveva difje,-en– ~-iarsi e rivelare una. più distinta personalità.. Erano appena nate le e preoccupazioni sociali • e già erano cominciate le ade– sioni in m.aua degli inteJ– lcttuaJi al comunismo: WTi– ght segui il corao storico, venne alla letteratura come un uomo di protesta, un velleitario, fatalmente por– tato ad abbracciare di lì a poco l'ideologia comunista. non tanto o non solo per adesione ragionata quanto per reazione emotiva. espl~ .viva. alla vecchia America e ai suoi prepiudizi. Rkhard Wrigbt recipe d'una naTTativa e Non avremmo mai pen– sato di provare tanta com– mozione durante la let– tura di un libro di diritto. Sarà opportuno dir sùbi– to che la commozione era causata in noi dalla stra– ordinarietà dell'incontro, e non in quanto si trattava di una lettura stravagante (come avrebbe detto Gior– gio Pasquali), ma in quan– to l'autore ci offriva pa– recchie tra le più belle pagine che avessimo letto da parecchi anni a questa parte. Il diritto nella Bib– bia di Nicola Jaeger (Edi– zioni Pro Civitate Chri– stiana - Assisi) non è sol– tanto una squisita. rara e profonda opera di ricerca. in un camPo troppo tra– scurato della cultura giu· ridica (di questa afferma– zione non siamo noi i re– sponsabili: chiunque può trovare i giudizi di insigni specialisti allegati al volu– me): è, soprattutto, l'ope– ra di uno scrittore artista e di un filosofo, che sa rivolgersi a tutti, secondo i più diversi gradi di pre- quindi d'una .1toria. anche perché sin dall'inizio fu un puro. un onesto inteorale, divenuto scrittore per esa– sperazione. per una voca– =ione di missionario socia- EmilyDickinson le. di vendicatore dei /to- relli oppressi. Non sfruttò uno moda ma .1e ne .vervì per un compito di umani- tà. al quale avrebbe dedi- cato la vita. Cli strumenti del naturalifmo più violen- to divennero i suoi stru- menti stili.stici perché ri- sposero e.sattamente ed im– mediatamente a quel che voleva dire coi libri. valo– rizzavano la sua carica po- lemica. In aecondo luopo. occorre aggiungere, Wright non e-ra un intellettuale: era un istintivo, un genia- PIETRO CIMATII * La rosa Un sèpalo, un petalo e una spina Nel mattino d'estate. Un filo luccicante di rugiada, Un'ape o due, Un soffio d'aria lieve, Tra gli alberi un capriolo. E io sono la rosa! (Traduzione di Emma Calabria) * di VLA.DDIIRO CA.JOLI parazione, mentre appro-– fondisce un esame tecnico. Per la verità, codesto esa– me implica l'origine mede– sima della civiltà medi– terranea, approfondisce Je ragioni divine e quelle umane della Bibbia, giun– ge alle radici etiche del– l'uomo. e risale, per linJe \~h-e. alle foglie oggi non troppo \·erdi ma rabbrivi– denti alla tempesta eterna della storia, dal medesimo albero. ]aeger, epigono dei tempi aurei Non è difficile inten– dere che tma materia cosi presente in ciascuno di noi, diremmo quasi per depositi ancestrali, è ap– punto la più ricca che pOS– sa o((rirsi ad un pensato-– re; ma, come sopra dice– vamo (e cOn l'intento pre– ciso d'invogliare alla let– tura), si tratta di una ric– chezza che vuol es s e re attivata dal signore che sappia spenderla e distri– buirla, come Nicola Jaeger, epigono dei tempi aurei, nei quali la cultura non temeva le gnndi sintesi, le affrontava come un do-– vere preminente, le offri– va. ben oltre i limiti della spe,cializazione, a chiunque volesse respirare quanto più ossigeno gli era possi– bile, da ogni cielo della ~~~'1:Z:~r~ia s~i ri~J:~ rione, che oggi, tempo di specializzazione arida e ri– stretta. soltanto il ricerca– tore morale salva l'unità dell'uomo nella propria storia, dando in tal modo un senso all'eredità passi– va ed attiva. che è poi la unica giustificazione del vero studio e della ,-era ricerca. Ricevere e tra– smettere: interpretare per il miglior uso. Ma, si cre– da, queste caratteristiche del libro dello J aeger non sono soltanto una logica conseguenza del fatto che egli si occupa della Bib– bia: sono di lui, l'autore, caratteristiche cbe il Car– nelutti definisce e fervore– aWato spirituale>, parole sufficienti a definirlo, a c0ndizione che si sottinten– da la loro capacità di tra– smettersi ai lettori. Un lettore del nostro stampo, naturalmente pre– ferirà i capitoli introdutti– vi. Basti la citazione dei titoli. a dir la somma di interessi generali, comuni a tutti gli uomini di cul– tura, che sono in essi trat– tati, sfiorati o approfon– diti, ma sempre sollecitati a vivere net nostro spiri– to. e La Bibbia nella sto– ria del diritto >, e Funzio– ne del diritto biblico> so– no, appunto, le pagine in cui troviamo considerazi~ ni come la seguente: JIL LJIBRO DI CUI SJ[ * JP.8\RJL.à Buttata a mare • l'arte pura•, tutta una. genera– zione di giovani abbandonò con esso parecchi .scrupoli artistici. in quegli anni cao– tici: in.sieme. però, allargò di parecchio il campo di a.:ione e d'intervento dello scrittore. No.sceva il •natu– ralismo~. grezzo. spesso vol– gare, brutale, .sciatto. del quale Wright fu, con Cald– weU, un portavoce. Cer<l· tutta una realtà di cui pli artisti non si erano fino ad alloro occupati, una realtà di ntiseria. di fame. di per– secuzioni razziali, di pre– giudizi, da ouervnrc e doct,– menrau sulla pagina. E quesra documentazione non poteva avvenire secondo il vecchio .stile, rispeuoaa del– lo tradizione: a contenuti nuovi dovevano corri..tpon– dere stile nuovo. .scrittori nuovi. Richard \VTight fu di questi . Il suo p rimo roman– zo di succes.vo, Paura. è un • giallo » vio lento nel quale l'autore tiene costantemen– te e quasi osses.rivamet1te l'obiettivo $U primi piani di violente, miserie, ingiusti– zie .1ocioli. Passione lettera1•ia e ... ogni volta che ci ac– cingiamo a dettare o an– che semplicemente a in– terpretare con qualche au– torità una norma, il solo pensiero che essa impone o imporrà in ogni caso una costrizione al bene più es– senziale e più alto del– J"uomo: la libertà>, do-– vremmo avere, dice lo Jae– ger, una e sensazione di trepidazione e di sgomen– to•· Non è chi non senta che in queste parole non è soltanto la rappresenta– zione di un dramma di categoria (il dramma par– ticolarissimo dei giudici coscienti), ma l'essenza medesima dell'uomo, posto dalla storia e della vita sociale nella coodizione di indfarsi, giudicando: il dramma di un dubbio, che non avrà mai fine. Si ve– da. in altre parti del capi– tolo, la consistenza preci– sa, giuridica del dubbio, quando lo Jaeger dimostra la mutevolezza della nor– ma, ovvero la trasmutazio– ne interpretativa che av– viene nella coscienza del– l'uomo che voglia servir– sene, quando la norma re– sta quasi tragicamente fis– sata nei suoi termini pri· mi, mentre l'uomo cambia ton i tempi, con le espe-– rienze, con le convinzioni non più rispondenti a quel– le del primo legislatore. Ma Wright non è succu– be d'una moda della denun– cia velleitaria. da tempi di crisi: anzi egli acqui.sta mano a mono risalto e di– venta quindi .scrittore nel pieno se11.so del termine perché ci si d eve accorge– re che. con gli strumenti. del naturalismo ( questo tnrdivo erede zoliano) egli porro alla narrativa un nuovo pe-rsonaogio, un nuo– vo mondo: quello del Ne· oro. La realtà americnna. che già aveva avuti inter– preli d'eccezio11e quali Fit:– gerald, Dos Passos. He– mingway e Faulkner. era una realtd imperfetta. una • realtà bianca». \Vrig.ltt operò con vigore. con rab– bia quasi. finferimento del nepro. non più come ele– mento di folclore ma come umanità renle e dolente. nel contesto d 0 una società unilaterale, in pratica di una società schiavista. \Vri– ght ebbe il coraggio di di– re e di dimostrare che fra gli americani neri e bian– chi e,-a in corso una dispu– ta .sulla namra stessa della realtà. Da qui lo vitalità e l'importanza della fua ope- La 11io,;nezza di un ne~ro I dubbi, i fastidi, gli sco– ramenti e le delusioni, i pas– sivi di gestion~. del • lettore di professione • sono esposti con garbata ironia nella pre– messa che Paolo Milano ha posto in apertura alla rac– colta di un folto gruppo delle sue note di critica leueraria apparse nel corso di questi ultimi tre anni in un impor– tante settimanaJe romano. Il libro che ba visto la luce in i~ù5~efli 0 ~ ~= ~;:~~ Il lellore d1 professione. La critica letteraria esiste pro– babilmente da quando esiste poesia, cioè forse fin dalle origini di qualunque civiltà umana, ma la professione del recensore è assai J?iù recen– te; essa, come scnve il Mi– lano, è vecchia di poco J?iù che due secoli, di origine ìlluministica e strettamente legata alla credenza (e forse anche al mito) della demo– craticità della Ragione. e molto opportunamen1e c~li ci ricorda che gli Illuministi coltivarono la critica militan– te come una vera passione civile, • e furono maestri del genere, tuttora ineguagliati •· Nel corso di questi due se– coli il mestiere dell'informa– tore letterario si è \'enuto abbinando a quello dell'in– formatore politico, e nelle sue migliori espressioni non ha e-creato di discostarsi ap– punlo da quei mode.Ui illu– ministici. Chi scrive è del parere (e credo sia d'accor– do aJtresì Paolo Milano) che una cena decadenza del • ge• Testimoniava per lui la nere. sia sopravvenuta quan· aua vita. la giovinez::a mi- do nel recensore la passione sera ed errabonda che re- civile dell'infonnatore ha ce– Slava (e resta tuttora) la duto di fronte a una pas– giovincz.:a di migliaia di ~l~ilt~u~ 0 eni:n!e~te~";ri~ 11: poveri negri >>. Insomma. fmor esthet1cus, quando in- egli rivendicò al 11egro uno somma il suo mestiere, cioè anima., u,1 destino: e Ra- la critica letteraria, è di\·e– gazzo negro. la sua dram- nuto una vera e propria cri– matica impre.1sionarire ou- tica di poetiche, che ha di- robiogra/ia. pur nei limiti f{2 1 ~~f~c:e ~~~~/fn° 1 ~r, ~~~"~a,!!;~cvo~i~u:e,n~o unè a:~ suoi problemi sono re.si oggi tro pronde $UCCesso di pub- ~i~~:~~e~oci~sacuft~: blico. Ormai \Vrihg! aveva ra e ,·erso la letteratura in auunto la figura delfinrer- particolare. d ~ 11? mafgi<?r prete civile d'una classe I parte _degh editon e dei di- s/ru!ta!a. be~saglio di tabù ~t~~i'l~!lla O 0 c;\iodfct!m~ raz:1ah e da uno sfr~t!a- anche da una certa confu· mento econom.1co-polU1co sione di lingue ra,•orita da che nuHa avevano a che taluni ideologi. Ma questo è vedere con la co.vtituzione un altro problema. democratica e lo steuo spi- Il vero problema del • let- rito libernle americano. tore di professione io che sia E' ora di apgiunpere che f!masto fcdel~ alla s~a. fun- \Vri~ht ai dis!inse dai coe- ~~~~ nf.ro! ~ 1~t~~,:~:~fodi ranci naturalisti. oltre che informatore informato, come per il fatto. già notevole. giustamen1e afferma il Mi– di avere imposto la figura lano, risiede nel fa1to che morale d,e;_Negro com.e par- • l'editoria è dh'eotata un'in- * di FERDll\A.l\DO VJBDli dustria potente e altresì nel– la pletora delle stampe che si rovesciano nelle librerie, nelle edicole e che in non piccola parte gli editori av– viano sino alle magioni dei critici o alle redazioni dei ~~ 0 ~~~ ~~l ~~i~! :~: ner dietro a tutto e talora perfino registrare in modo puro e semplice le pubbli– cazioni ricevute. Ma il cri– tico (o il cronista letterario che sia) non è una pura astrazione: è un uomo come gli altri, che ba amici e ne– mici. antipati~ e simpatie, che nella maggior parte dei casi abbina alla sua profes– sione di lettore un'altra at– tività o lavoro, quasi sem- F~nt~naJf:s~~~~~~eli w~ bri che in alcune epoche del– l'anno si accresce sul suo tavolo, la sua prima tortur.l è quella della scelta, scelta che egli vorrebbe compiere a seconda dei suoi gusti e del– le sue simpatie; ma non sem– pre si riesce a resistere aJla tentazione di cercare nel mucchio un libro di taJe brevità c facilità di let– tura, o un autore talmente congeniale da rendere assai più facilitato il suo compito. Altre volte invee.e (ma a chi scrive accade assai di ra– do, e così, credo, a Paolo Milano) la scelta è dettata da spirito polemico, sia che sia occasione di una stron– catura, sia che essa pennet'– ta al recensore di mettere a punto aJcune idee che gli stanno a cuore. Tuttavia il recensore è messo quasi sem– pre a dura prova dalla ple– tora delle soUecita.z.ioni che riceve, taJora melliflue, talora vagamente indirette, ma con un fondo ricattatorio, talora ~"os!st~p~o clial ~~~ti)~ ~~fo1! ra~~~es!n~tt:!~~~ censiti assume l'aspetto pres– soché di una rivendicazione sindacale, o quella di una ri– valsa sul concorrente già re– censito; e quante volte non ci accade che a lettura ul– timata di un libro ci si renda conto di aver perduto ore e a volte giorru preziosi; e <l~J~\:ltlib~ ~~e ~ll~a;~ scriuore tra i più rappre– sentativi. non ci s i a\"'ede di essere al ser.; z.io di una let• teratura che \;,•e di rendita e di fama usurpate, di nostre acquiescenti stanchezze. • La figura del buon critico - ri- corda assai aiustamente Pao– lo Milano - è definita anche dai suoi silenzi •· Come non essere d'accordo con lui sul– la difficoltà di mantenerlo specialmente nei confronti di taluni avvenimenti Jeue– rari, aJtrettanto rumorosi quanto vuoti? Ma quante vol– te ancor.i (non so se questo accada anche al Milano) ri– leagendoci a qualche mese di distanza, non ci si rende conto di aver ceduto a per– suasori occulti che noo sono soltanto il gioco della pub– blicità editoriale e il molto parlare che si fa di un certo libro o magari le affinità l?.:~~~~~ ~~ l'~~~p~~ mille impalpabili sollecitazio– ni di una società leuerarfa e di un'industria culturale? li fatto è che, divenuta ap- ftnJ~,• =~: 0 ~v~~~la~~el; propria professione, il criti– co o cronista letterario che sia, ha perduto in gran pane quel margine di dilettantismo che un tempo caratte.rizzaxa la sua funzione. Dilettantismo viene in questo caso da di– letto; ncJla fattispecie iJ di– vertimento di scoprire un li– bro o uno sc.ri1torc, o maga– ri un filone di idee, o una ben dosata biz.arreri~ ma questo sempre nel clima di una cultura e di una civiltà letteraria. NeU'ottanta per cento dei casi. invece, il re– censore di giornale oggi non è più un informatore, ma colui che sottopone un libro o uno scrittore alle contro– pro,·e di uno schema estetico o .estetico-ideologico per Io più assai rigido. Dopo Cro– ce (e oserei dire anche dopo Gramsci)· la noslra critica militante è una critica di poetiche militanti, e non fa che passarsi da una mano .all'altra i rilanci delle a,·an– guardie Jetterarie, che si rin– corrono dalla Voce in poi nelle nostre lettere. Ma que– sto è un altro e più lungo discorso. Tornando a1 libro di Paolo Milano dirb che uno dei segreti che rendono la sua lettura cosl agevole e attraente, e nello stesso tem– po assai utile sul piano di un'informazione concreta per il lettore, è quello dell'aver saputo conservare il Milano stesso un ceno margine di quel dilettantismo, di cui di- ~~~o ~~zi.;i!~: ~3à°t~tlcit~on~ da dh·ertimento. E' un margine, occorre dir– lo subito, che possono per- mettersi con successo solo quei critici che dispongono di una solida cultura uma– nistica e una tranquilla base di conoscenze, di letture, e assai più che da un vero e proprio sçb,ema estetico e ideologico, SODO serviti da una salutare diffidenza per tutti gli schemi estetici per certe esigenze ideologiche, senza con questo affidarsi a quella sorta di qualunqui· smo del gusto che è un altro dato negativo di certa criti– ca. Il rigore e l'implicita po• !emica della critica di Milano si nascondono dietro il suo garbo di neo-illuminista, nu– trito di classici e di quelli che I sono i succhi vitali delle let– terature anglosassoni, di cui il Milano stesso è un sot– tile specialista, e della criti– ca letteraria militante an– glosassone è facile scoprire (segue ~agina 2) E. quanto al fatto mede– simo della legislazione, si veda l'ampiezza del tema, nei termini usati d a 1 lo Jaeger: e ogni componente della società. noto o ano– nimo. deve essere incluso fra gli autori del diritto, p e r c h é contribuisce in qualche modo, con qualun– que contratto o negozio che gli occorra porre in essere, ad attribuire un certo significato all'una o all'altra norma>. cm E' JUITCO della FIERA LETTERARIA SI ABBO A alla FIERA LETTERARIA L'edicola piùvicinapuò essere sfornita: l'abbo– namento vi raggiunge ovunque, puntuale, sicuro L"abbonamento annnale costa L. 4.000. Semestrale L. 2.150. Trimestrale L. 1.100. 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Altrove: e Non è neces– sario prendere in esame tutti gli ordinamenti giu– ridici che si sono presen• tali nella storia. e neppu– re occorre risalire molto addietro negli anni, per convincersi che nella mas– sima parte di essi le esi– genze ... della libertà e del– l'eguaglianza, han n o sl trovato un grado notevole di attuazione... ma entro l'ambito di una sola por– zione - non sempre la più numerosa, ma sicura– mente la più influente - dei membri della comuni– tà (...). S ONO in questi giorni a Veoez:ia .alcuni de!egati del Govern.o jugoslavo. incaricati de.ile trattative pa– la consegna alla Jugos.lavia de.1 e beni culturali io messi in salvo dall•tstria e dalla Dalmazia durante l'ultimo conf'.itto. Il nos"..ro Governo ha già firmato i preliminari d>un accordo che CODSCllte il tirasferime:nto ,in Jugoslavia di mata-iale a."'Ch.eologico. scientifico. ar– chivi.stico e librario già rooser'Vato nei Musei di Zara e dell'Istcia. nell'lstituto Speleologieo cli Postu:nia. nell'Istituto Biologico di Ro1.;gno e nella Biblioteca COIDSO'l"'Ziale di Pola. Si tratta di numerosi preziosi og– getti. rinvenuti in decenni cli lavoro dagli studiosi italiani. talvolta in campagne di scavo finanziate sotto jl Governo austriaco da Società private e da privati cittadini. successivamente deposita:.i in musei dello Stato, e del patr imonio della Società istriana di a."'Cheo– logia e storia patr.ia. depositato presso il Museo e la Biblioteca di P o la. _ 'el prea:mbo:o dell'accordo si rico– nosce esplici+..ameate il carattere privato di detta So– cietà. la quale viene tuttavia spogliata di buooa parte dei suoi beni con il pretesto che le sue collezioni archeo– logiche e librarie vennero nel 1923 affidate per la cu– stodia ad Enti pubblici. Un riferimento personale In tutti questi casi il potere è ristreUo al ceto dominante e le leggi, dettate o inspirate da es– so, assicurano una posi– zione di libertà e di egua– glianza reciproca e l'osser– vanza di certe regole di giustizia solo fra i com– ponenti del ceto atesso– perché (tutti gli altri) non sarebbero neppure in gra– do di svolgere da sé nep– pure i propri interessi a causa della loro infe.rto– rità intellettuale, morale e fisica, al pari dei minori di età o dei minorati psi– chici>. (Non ci si creda presuntuosi Se rammentia– mo che, per aver detto molto meno ne.i nostri cFi– gli di Medea•, ci toccò su– bire da un illustre gior– nalista, e scrittore che d'altronde stimiamo una lavata di capo me~ora- L'adesione alle pretese jugoslave cl sembra tanto pjù grave. in quanto da parte jugoslava 9000 detenuti. senza speranz:i di ricon..segna ai proprietari. beni priva~ (!:ibri e materiale artistico e documentario) sequestt'ati a cittadini italiani esuli in Italia dORo la guerra., mentre buona parte delle raocolte del Museo di Capo– cbstria (in zona B. formalm ente non annessa alla Jugo– slavia) sooo state traspo!'". a.te per la conservazione al M.w.eo di Zagabria. e sostituite e in loco • con r.J)l"Odu– zio ni fotografiche! La consegn.a dei • beni cultUC'ali io ora immioeote sottrarrà. alla cc::,m-ultazJone degli stu– dio6i altro materiale documentario. danne.ggerà una beDemerita società privata di s:udi, giunta al suo 76° anno di vi!.3 e alla pubblicazione ciel 60- volume dei suoi e Atti e Memorie >, la qua!e si è trasferita in seguito all'esodo degli italiani della Venezia Gl'Ulia a Venezia, e - ciò che è peggio - ostacole:-à ancora di più le possibilità di conoscere la vera anima dell'Istria. Dopo che sul n.. 47 appar vero. tr adotti da cm. onimo, i • Canti deil'a-ntico popolo i.stria.no •• qualcuno chic.se se fosse ma.i po.s.sibile che, come l'an onimo ci xri ve va. gU archivi e le opere d'arte istriane, proprietd di ,o– cietd private e docum nti in.sostituibili per lo studio e la conoKenza di quef.t• regione, se /oue mai J)OUiòile che pa.gsa.ssero di pe!1· per un remp lice etto potitico. ,JaU'Itai.~ ~ Jugoddvla.. de_uiu. a.te aUe colì'.uio," (U Zagabria oppure, aeoondo un'u.sanza purtroppo riacon.– trata., al macero. E' ftat o possibile. L 'anonimo ci ha in.via.to, e noi abbiamo immediatamen.te po.gga.to a comporre. l a noti– zia. dell'imminente e a .ocordo • p er la. ceaione aUa Jugo– alavia. dei ben.i culturali della Venezia. GiuUa.. /onero di proprietà pubblica o privat4.. E' una. tri.ste notizia., una. nuova occa.aiO'ne per dolerci del destino della. e italionitd di confine •• d.i tempo in tempo roggetta a. tradimenti. a razzie, nel gioco un po' folle ciepli accordi politici. (segue ~gfna 2) Ma non c'è proprio più nulla. da fare. nulla. da ien.• CQ:re, da. contrapporre? T.8\CCUINO DELLO SVAGll.TO * La rnotop0D1pa * di GIORGIO CAPRONI Si chiama. credo, cimitao di Santo Spi– rito, a Sant'Orsola. Vi si giunge da una Palermo popolare e aJlegra, tutta vita e minimi traffici e car– rozzelle da quattro soldi, e a un certo punto ~';en~ ab~::a~: a li\'cUo, molto di (re- BiSOl[Ila.aver pazienza, molta pazienza, e aspettare ti treno che lento passa e lenta– mente scompare, e infine le sbarre bianche e rosse si rialzano, e la via è libera aJ ca– vallino !}ero che ci conduce in quel ridente - sl, ndente - Giardino dei Moni. C'è davanti al canccJlo nero del piccolo camposanto u:ia piatz etta circolare, quasi c:3?1peslre .e s1l~ z1o.sa . punteggiata di que– g_h alberdli nam che si \'edono soltanto nel meridi~nc, ~ io so già da quaJe fioraia rccanm_ (~m.é S(?ltanto col pensiero, date I~ ccntma1~ d1 chtlomctri, e le migliaia di hre, che m.1sep_arano da quel •mio• luogo) per noleggiare 11 bussolo vuoto di conserva di pomod?ri dove metter l'acqua, e per comprare il ma.120 di 7inie o di crisantemi o di garofani, a seconda della tasca e del- laT~ 0 .ef'!NtSCE. troneggia in nero su u~ mass1cc1a tomba massonica, ma è una scntta che non fa per nulla rabbrividire cosl ostcnta_ta e visibile fin dalla piazzetta: . Tutto tinuce... ~ tutto mi fa pensare, P.1utto;sto. e propno per questa frase e in· c1sa . m un marmo•• che giustappunto si tratti del medesimo cimit~ro dove Antonio Pizzuto, nelle ultime due pagine d'uno dei più bei romanzi d'amore e di pietà (l'Autore mi pe~~ni) cb'~o abbia mai letto, fa capi– tare B1b1 per 1I suo ultimo incontro con la Signorina Rosina. Il sole del mattino fa splendere l'oro e il miele delle rocce tra le quali scorre sot– to le Mad?nie, l'Oreto, ed è lo stesso' sole che,. gremito d'un cinguettio fitto fitto e quasi assurdo d'uettlli, fa risplendere an– che le due to_nde e rosse cupolette moresche sperct:ute t:3 1 campi verdi, e le due bianche la~1di sull una delle quali è se.ritto il nome e ti, cogn?me di mi~ madre, Anna Picchi, sull altra. ~ nome e ti cognome di mio pa– d!'C, Attilio, • gcnO\-esi • entrambi nati a !-,h-orno e che. per una curiosa storia che mtercssa soltai:ito loro e me, loro figlio. si tro~'a.Do sepolh Il. nel miele di quel sole e di quelle rocce, dove la mano. di cosl lon– tano, non può giungere concreta a deporre un fiore concreto. Ma io conos,co egualmente a palmo a palmo quel cimitero (quel Giardino), nono– stante la grande distanza. e devo dire an– che che in quel cimitero, oltre le care tombe che ho detto, ~o un amore, al quale più d'una \"Olta m1 sorprendo di tornar col pensier~, di fui:10 naturalmente, nelle pau– se brevi del m10 quotidiano lavoro di mi– nutante e di utente. della Vita. A San1'0rsola (a Sanio Spirito). tra quel fitto cin&Uettio d'uccelli e in quel sole sul- l'oro e sul miele delle rocce sotto le Ma– donie e sull'Ore10, ~ la tomba d'una gio– ,•inetta di cui conosco nome e cognome e nient'aJtro, la quale ( • Ah io non credea Jl~~(kl &~~tocs~;~ °m: 0 fu~;J ~~! delle più Krandi - più dolci - emozioni che mai il mio povero cuore abbia provato. Cosa volete farci se io sono un essere 1 enero, nonostante la dura mascella e se mi commuove e m'~la il destino d'Wl'ani– ma rimast3 per l'eterno ventenne! Quella Fanciulla, proprio come se cl fos• se Ilaria, è !à, ilare nelle sue lacrime, pe.t ra~l~1irare. (d1 questo mi piace illudermi) i ~1et. esuh ç;c,mtori e per dare a tutto il ~1m1t~ro Oet ch_e. dico soltanto il cognome, ~o:;:r~a~essma) tant'aria di gioiosa (di Tanto l'amo, che perfino so a memoria i ;~a ~e c!!n~~fa:composc per lei. già Q1_1ale debol~ siepe fu l'amord Gumta all'ulti~ carro, una can...,nu: umanamente clu.usa assorda. il sole sul silenzio fluviale - accorda al nome velato dalla breUJJ il tenue afrore ~:i~';ti) ~jo Pf:f:o.d'b~e ert:J::': deU aria - ~ltre la fronte cui al balcone arrossato d1 febbre re..sse il vento passional~ il suo ve.1pro. E gid dal fieno cele.1u, alla pianura incombe ù lento rogo sui pnmi - quel mutuo clamore che l'api ~r~ditarono all'accento ormai coim'OIIO sul carro al sereno. E sono probabilmente gli stessi versi chissà, che ~iorno e notte (col Sole, con J~ ½una) scandisce monotona in quel cimitero IAutopompa o _Molopo~pa che sia, la qua– le, senza un minuto d mterruzione piantata n. nella.sua aJta torre in mezzo a Quel Giar- ~~~luW~t1a~t~ ~tt~~~Ii/a=~~:t~ s~ante Oreto ( Pumf Tumfe, Tumfe Prun() ro~di;o1:~~i:1~ ~i~il) Ri~~ d_ellEternità, mentre le due smunte ragaz.– Ztne. tutt~ \:Stile di nero ma con una gran \-O~ha di 5tl(?Car~addosso (gioia e ludibrio ~:.a.!~~i \ 0 ~crim~ 1 ~be ~~et~1·1:i~C...e~ lacnme nostre. per dieci misere lire d stendono la mano e c'implorano affincb6 ~ettiamo_ loro (mentre: gli ud:em con~ tmuano a cinguettare, e continua la Moto– pompa a pompare la sua Eternità} di rcci- ~ 1o~::Cgn~hc;> 1 ~bbi!~ri~ ~~~d~ued~~ I~ nostra _reale djstanta e la nostra' reale ,1gha':Che:1a ?. m15t:ria peggiore d'ogni aJ- ~r; :~:rfi~~ 1=ed1~ co~c~~re a posare (Ah, quale debole siepe fu l'amore!).

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