la Fiera Letteraria - XV - n. 50 - 11 dicembre 1960

Le t1chieste di giudizio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubrlche • Verba VC>4 lant •, • Scripta manent • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine cli arrivo. Si prega pertanto di astenersi dal solleciti [ i.A- FIERA LETTERARIA I ~AKIU OEL.LA REDALJUNI! 11•13 daJ mercoledl al sabato Manoscritti. foto e dlsegnl non rtchfa.sU non st re9tltu1scono J[L JFJ[L~1[ DELL.8\. §ETTJ[:J\\'.1(.8\NA * "AVEVA DUE PISTOLE CON GLl OCCHl BCA CHC E NERI,, ALL'ELISEO * Il gobbo Il commediografo Dario Fo è ancora sulle barricate * di GIAi~ LlJIGI RQfllDI Anche a quelli che non v::issero a Roma nell'imme– diato dopoguerra è abba– s1anza nota Il.a iii:gura di un bandito ooprannominato crl gobbo del Quarbicciolo•. Era un singolare !perSOnaggio, nato e vissuto in una delle più popolose borigate iroma– ne, U Quart:i'cciolo, appunto: sorpreso giovanissimo dalla guerra, non aveva potuto, ovviamente, andare ootto le armi, ma durante l'ocx:u– paz:ione tedesca di Roma si era ritrovato già in età da imbracciare un fucile e non aveva esitato a fal'tlo, nelle file della Resistenza; con metcxii un po' personali. però, sbrigativi, disinvolti ohe gli valsero un'espulsio– ne dalle brigale partigiane. La resistenza, però, con– tinuò a farla da solo, con sistemi che già si avvicina– vano al banditismo e quan– do Roma fu liberata non depose il mitra: aveve im- . parato a maneggiarlo trop– po bene, e restò perciò sul piede di guerra, questa vol– ta contro la legge restaura– ta. Diivenne bandito, compi non poche .gesta efferate, riunì attorno a sé una vere e propr,ia banda di cr,imi– nali e finì tragicamente in pochi mesi in seguito a uno scontro con la polizia. Ma– linconico esempio dì come i tempi possono traviare al male un'indole che forse in origine era anche generosa e appassionala. Su questo tatto di cronaca e, soprattutto, su questo personag.g:io così contraddi– torio por_tato dagli eventi a subire una tanto vistosa evoluzione psicologica, Car– lo Lizzani ha costruito il film che, dopo non poohe difficoltà di censura. esce a Roma questa 6ettiinena. Un film, diciamolo subito, pervaso da atrocità, violen– ze e orrori che forse avrem– mo preferito non vedere più sullo schermo, ma un film di degnissima fattura e per– vaso anche da un suo in– negabile, onesto intento polemico. Perché, infatti, H cigob• bo• è diventato quello che è diventalo, quali sono sta– te ae cause, sociali, storiche, umane, psicologiche che hanno trasformato in ban– dito ,un giovanotto agli ini– zi solo desideroso di difen– dere fa sua città dallo stra- quasi senza avvedersene, a compiere gesti assuròi e in– controllati, bravate di dub– bio gusto, violenze quasi ìgnobìli. Pur accogliendo nel iproprio animo, sulla scia di certi antichi banditi italiani o di certi gangsters americani di ieri., sentimen– ti umanitari e ,generosi nei con.fronti dei poveri, dei de– boli, dei bisognosi. Questa figura domina tut– to il film, con i suoi im– peti truci, le sue <ree..Zioni spesso impensate e sempre violentissime, i suoi torvi ripiegamenti su se stesso, la sua incapacità di perdo– nare, la sua istintività sen– za remora alcuna. Le si po– t.rebbe rimproverare un ec– cesso di pittoresco e una indulgenza spesso vistosa per le coloriture più s.:,"'Ta– devoli, le assenze totali di sfumature e mezzi toni. le ~teriorizzazioni immediate e senza pipensamentl, ma a studiaTla bene e a seguirla con pazienza nel viluppo drammati-co che l'ha al cen– tro ci si accorge che non è grezza e 6Uperliciale e. so– pr-attutto, c:ne non è così e:ementare come sembra o perché frutto di un abboz– zo frettoloso: no, è studiata con CU'ra, esaminata con at– tenzione, costrui.ta con me– ticolosità l)Sicologica, pro– prio perché ci appaia cosi ,rnda e scarna, dura ed ele– mer.tare, contradditorie e senza pieghe pUT nella non indif:ferente comp·lessità dei mctlvi che la riducono cosi. Un'analisi di carattere, perciò. che convince e che in taluni momenti anche conquista. Non solo per la sicurezza con cui è stata predisposta prima, sulla carta, ma anche per U rigo– re con cui, dopo, Lizz.ani regista i'ha visivamente ri– solta con :il linguaggio del– le immagini, affidandola ad un ritmo volutamente os– sessivo e affannoso e fa– cendola sapientemente sca– turire (come la dialettica del personaggio esigeva) non soltanto dallo studio intimo della figura cen– trale, ma anche da quello, corale. della cornice che lo circonda, dell'ambiente che lo determina, dell'epoca in cll'i. vive e morrà. • In questo studio Lizzanl ha forse dato il meglio del- !e sue doti di l"egista anche se gJ i si debbono rivolgere * forse due rimproveri di Uno spettacolo com e non eccessiva originalità: il • J. quello presentato nel Tea- di GIOVANNI CALENDOLI primo riguarda l'attenzione tro Eliseo, Aveva due pi- grazione di vari linguaggi con cui ha tcf;ct3t~ per :t°;;ri~°:Iet!u~~:hh!:f::c:~ scenici. U teatro italiano. certe scene co e !Ve e.n- è autore. regista e ,·nter- ponostante lo sforzo com- che per il particolare clima piuto in anni vicinì O lon- psicologico che circon<ia il ;,rete. assume indubbia- tani da vari animatori (per Protagonista. il cinema mente nel teatro italiano esempio, A.G. Bragaglia), americano sui gangsters, so- i. un significato di rottura è rimasto ad una imposta- prattutto là dove le imma- ancora oggi. zione aulica. accademica e gini si fanno dure e scat- •--- · V'è anzitutto un gusto letteraria: generalmente lo tanti e .i:1 respiro del rac- deUa contaminazione di spettacolo vi è concepito conto si affida ad una ten- vari mezzi espressivi (re- quasi esclusivamente come sione drammatica costruita citazione, mimo, canto, bai- recitazione di un testo. secondo tutti gli schemi più letto). cioè il senso dello In secondo luogo Dario noti della stLSPertse hol1y- Luciano Ori: •Composizione• (Cassapanca - Roma) sfruttamento e della inte- Fo, spilungone sgrazìato woodiana;ilsecondonguar- 1-------------------------------- con irrimediabili difetti di da invece la compiacenza dizione. secondo questa con cui si è lasciato sug- JIOSTRE n~ A ll,T E A ROillA stessa concezione sarebbe gestionare dalle deplorevoli un individuo negato a re- inclinazioni al morboso e * citare, perché naturalmen-'- all'atroce largamente dif- te incapace di assumere fuse in certo cinema italia- nobili atteggiamenti e di nod;oggi:luidlsolltocosl Calo""'' Hoehme,Samona""' torrure convenientemente s bri ed austero, cosi at- una battuta. Ed invec è tento alla realtà del perso- un attore, dotato di una naggio e cosi poco indul- propria personalità. carico gente per i temi deteriori, di forza comunicativa, che non ha esitato qui a dar * ha saputo volgere i propri libero sfogo a tutti quei difetti - come sempre ac- particolari sgradevoli, 0 cli LQllEflfZA TRIJCC/11 cade in tutti ~li artisti - turipi O violenti. che domi- ad una conclusione positi- nano oggi incontrasti in Alla Pogliani. Aldo Calò ne la \'ariegata luminosità di scansato il vuoto e insidioso va. E.' un interpret~ che non pochi fihns della co- espone un folto e sclez.io - grossi pezzi di cristallo. Tut- baratro delle tele monocrome non rico rd a un eliche, che &iddelta nouveUe vague ita- nato gruppo di sculture, 1avia, a ben guardare, il pro- (insidia che oggi ancora riaf- non rinvia lo spettatore ad liana. eseguite negli ultimi due an- blema estetico res1a identico, fiera nel • quadro giallo :a), un modello di comune co- ni. Nelle opere del '58, Calò sebbene, or.1, sia l'elemento attraverso la creazione di noscenza. E riesce a susci- Diletti questi, per fortu- innesta su levigati element.i emotivo a dominare: c'è solo ipnotici • soli. neri e bianchì. tare un preciso interesse. na, e il primo e il secondo, di marmo, leJDO e alabastro, più unità nell'antinomia, più Il fascino di un:i siffatta Di queste lezioni v· è in parte riscattati da uno ~m~~C:~n s~~C:· b~~~ ~~~~tfnaz~on:~~:i°~to"~!~ ~l:~~Ì: esr~a~~:i ~rif;:r-J~f; gran bisogno. E infatti da ~~t che,t an:e q~?do è più mossi, spesso baroc- lò do\'rà badare a tenere riesce a conferire alle sue mi- vari anni esse si ripetono. 1 uenza . 0 a ~ 1 no~ cheggianti. Questa antino- sempre vivi, oe!Ja sua opera, steriose e ossessive immagi- senza che però accada so– propri, riesce a imporsi mia, questa voluta contrad- questi opposti poli che con- ni, che potrebbero, però, ri- stanzialmente n u 11 a di sempre con felice persona- dizione di stile, ques10 con- ve~odo potrebbero deviar- velarsi concretamente esatte nuovo. Sulla med~ima li– lità, soprattutto in quelle tinuato sdoppiamento che si ne li n:iturale equilibrio, fa- agli occhi di uno scienziato. nea o press'a poco si sono pagine in cui ancora una verifica tnel COl'J)o dib una ~f;ddfN·eJ:.~t~{; la sterile ~~~~ie s;:c,~~~ ;';;,~i: mossi i e Gobbi•, Franco volte ci mostra di seg:uire, !~k,sa ~ ~~~~ ~i.it ~o~pirft~~~ n pericolo di Calò è, infat- bili rotte dei suoi astri, per- Parenti. Giustino Durano con più maturate esperlen- le, chiaramente simbolico, ti, il virtuosismo; egli non è ché il suo mondo non si fer- e 10 st esso Dario Fo. il ze tecniche. la vecchla ma di pregnante attualità, ma un • barbaro• nordico, ma mi al campo della mera in- quale con questo spettaco– sempre viva lezione del no- una corrispondenza precisa, un civilissimo mediterraneo, tuizione. Ma abbiamo fiducia lo, come si sa. non è alla stro neorealismo, con la ~~;~e r::ifd~1;~~~~a un~ ~~~ta~ n~ll: g·ii~ ~~~1!~i~ ~nna luJ~u!' vs~f topla:;1JXiai1 sua prima prova. asciuttezzal d~!t 51:2e i nd a- quella dell'estremo Salento cità può diventare facilmente della nostra giovane pittura. -l\~a td~r ~-ti tent~tivi ~~~~ 1 d~lleil ~:a~ ;e~~~~ 1:ié'ìi•~~a~telnne~ 1~ classicismo e la dialettica ba- ~\ ~eure 0 ~~la 1 ~:es~i!~! gini, dl fel"Vore onesto e mai tri termini mi pare di ri- ~~/~f ~~~i ~~~Jgile Allre mostre: La Feluca insistilo di certe descrizio- trovare in queste sculture presenta la prima personale ni ambientali. di Calò il ricordo del con- della pittrice turca Nevia, la trasto tra la secca nettezza Will Grohmann, Crispolti e quale dimostra uno spiccato Tutto sommato, cosi. e delle roccie di Capo Leuca lo scultore Karl Bobek, seri- amore del colore, al punto da nonostante queste riserve, e il ricco groviglio delle vono lunghe e densissime pa- esserne talvolta dominata. Un film degno di nota. Per piante grasse, tra 1a esatla ra~: ~r &~~1ii~b~~f- r,e 1 s~~tfut~o~7n1 I~gJ~tu~ :~~oe a~cheG~:~.:~~ ~~=o:e l~~!~e.!u~inu~: l'Attko. Il pittore tedesco co- risooprirsi nel profondo, di nelle vesti del protagonista: ~ell~a 1 ~il~ 1 ~!~~astf~~j ~~Ti~:e.sudi~~:;ii~~~ ;ltlniJessti~ioa~~~eI:i~:~~. una interpretazione a volle quc] limpido mare apeno e ~';!a'I~c~~ :ri:::.as~.bi:~~~ ~ kesp~rn~mo i1~tratto forse più intellet.tuale che g!i J?Wchitid'~Jiche~i di uli_- quali spesso s'inseriscono pie- ma vio~!'i~gdél g~t~epe~~ non istintiva, ma etficacis- VI, 10 a, 1 agnumi coli episodi figurali a itera- 1e la massima liberazione e– sima ad esprimerci non so- piF°ti dcjèvei:iti e corrosi ~I zione monodica. L'effetto non motiva. Nell'incisiooe la pit– to l'evoluzione di. quel ca- ~~:,· pur' ~: 1 o~~ali~e d1 è pri,,o di armonia anche se ~ 0 ·cree ri 00 tro 0 vtroa.lli 0 n~. ecile,=e= m 0 aga– rattere, ma anche fo sue Calò la costante contamina- meccanico. Tuttavia non mi ,.. ,..- I: segrete contraddizioni. ziooe tra una remota ed urna- pare che Hoehme inventi nul- ,;porta al gusto atavico di un rottura, dello sperimenta– lismo e non delia costru– zione. Al suo primo appa– ri re, circa una decina di anni addietro, questo tipo di spettacolo colpì appun– to per la sua forza pole– mica e gli si perdonarono le incertezze. le approssi– mazioni, quel timbro go– liardico che esso talvolta denunciava. Non aveva in– fatti importanza. L'essenziale era intra– prendere una strada nuo– va, che altre culture tea– trali già percorrevano da tempo ottenendo notevoli risultati così sul piano del– lo spettacolo come sul pia– no della creazione poetica. Ferma dunque rimanen– do la necessità di questa azione di rottura. che pur– troppo nel teatro italiano è sempre attuale. non si può non rilevare che or– mai si segna il passo. In- ~ic~~~a1~~raft' a:~~zs~:r (Solo. in avanscoperta. vi si è avventurato Alberto Perrini: ma bisogna anche dire che sulle scene ita– liane la sua fortwrn non è stata pari ai suoi me– riti). Ed anche la nuova commedia di Dario Fo. con(,;ontata con i suoi pre– cedenti esperimenti. non presenta una vera volontà di approfondìmento d e i temi già trattati e di per– fezionamento dei modi già svolti. Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri, pur portando l'intui– zione di un clima di spet– tacolo svincolato dai pre– giudizi accademici. rivela lacune, arbitri, fratture. superficialità che lo àn- corano al livello del ten– tativo: un tentativo che ha tutti gli inconvenienti della ripetizione. In tal modo il vero pun– to di forza dello spettacolo risulta la partecipazione di Dario Fo attore: ma lo sperimentalismo sfiora il limite del cmatadorismo•. E bisogna riconoscere che Dario Fo. per il suo e tempismo• comico, per roriginalità deUe sue so– luzioni, per la forza inci– siva della sua recitazione di umore sferzante. è un interprete eapace di riem– pire il palcoscenico. rime– diando abilmente aJ!e de– ficienze del testo e degli altri attori. Lo spettacolo. che in principio ristagna. poi incomincia a lievitare gradualmente proprio per la sua presenza. Egli è il solo fra tutti c\}e riesca. per esempio. a dare un senso moderno alle for– mule della ,·ecchia farsa cinematografica alla Mack Sennet cosi abbondante– mente ripreSe io Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri. E queste formule nella rielaborazio– ne personale di Dario Fo divertono "eramente. Ma uno spettacolo, che pçmga in così viva luce la funzione indispensabile di un attore. si condanna au– tomaticamente. L'attore. evidentemente. lo sopra– vanza e lo schiaccia. E Dario Fo ha infatti pro– gredito notevolmente in questi anni; la sua matu– rità. di interprete è indub– bia: egli è fuori dallo spe– rimentalismo e noi \'Or– remmo che ne uscissero anche i suoi testi e i suoi spettacoli. niero? ll film risponde a ___________________ _ nistica classicità ed una ac- la di nuovo, egli tenta solo di simbolico arabesco, all'ornata cesa emotività esistenziale coordinare, anzi di incascl- immagine di mitiche figure. questi interrogativi con una ampiezza drammatica che, trascendendo presto il fatto reale cui si ispira e conser– vandolo solo come sempli– ce spunto narrativo, dà vita a una figura comples• sa e tormentata, travolta, da una per4e, dal clima riarso e confuso dell'occu– pazione tedesca e, poi, del primissimo dopoguerra sen– za freni e poche leggi, e, da un'altra parte, da un doloroso travaglio sentimen– tale, frutto di un amore incompreso e incorrisposto che spingerà il cgobbo•, L'Italianel mondo Recen1emente ha avuto luogo a Lucerna l'inaugurazione di una mostra di pittura italiana contemporanea orgilllizuta, nel quadro delle Settimane lntemazionali della Musica, daUa locale Associazione delle Belle Arti. Quest'ultima aveva già organizzato nel 1946 l'esposizione dell'Ambrosiana di cui il pro\'enlo fu :i suo tempo devoluto alla ricost~one deUa Biblioteca Ambrosiana, e nel 1947 la mostra dei ..Quaranta anni di Arte Italiana•· L'esposizione comprende circa 150 opere di 15 piltori italiani conlemporanei fra cui i più noti sono Morandi, Siconi e Licini; 1 le Gallerie che hanno im•iato la maggior parie delle opere sono quelle del J\Hlione e del Naviglio, di Milano. che trova la sua forma espres- lare, una certa pittura dì ge– siva di una componente ba- SIO, affidata, in gran parte, Elena Casali Ricchi ritorna rocca. all'inconscio. Queste estese al Vantaggio con numerose Tutto ciò prova come Calò, !rame, fuori dai problemi tele e disegni recenti che ne abbia saputo fare tesoro del- f:?e~~1:o e t~~t~ba~::ie~ riconfermano le non comuni ~a~~ 0 °Jiee d/ni~rl,~efi!~~~: proseguire per metri e me- ~~~i'f.a Pg!~~1f11R.i~c~~:Jt stica contemporanea (Moore, tri, derivano ancora dalle su- lige una pitturn di gusto e Brancusi, Arp, Cbadwick), perfici di Pollock, alle quali · ispirazione prettamente ita- ~~~~~anjf~ r~niu~~~u~pedi ~aiob;;r :.~~m1 !ef Mo:JJ~~ ~ n c~pj~~~. 1 t~n:~~11i:: uomo del Sud, con ben pre- 1915. Ma mentre la forte ca- ni. ln queste opere notiamo cisc tradizioni culturali ed ar- rica emozionale di Pollock un nuovo in1eresse per i con– tisticbe. Nelle opere più re- imponeva una chiusura al tenuti simbolici, quasi un bi– centi lo scultore sembra aver quadro, qui un freddo e con- sogno di conferire ai quadri voluto mitigare e rendere me- tiouo controllo, più tecnico un intenso si~ifica10 narra- no apparente il contrasto del- che critico, pennette a1 no- 1ivo e ideolog1co. Tuttavia la le sue • biforme•: oggi eili stro pittore (che in un certo ~aa~alf 1 ~~~ttik ~\~~uJe~ ~r:t~~:. !\ ~~~ 1~~~:::~c:x,: ~ ~~~tnl l~~s~~~a af l'analisi critica da] piacere l'infinito la sua produzione della pittura. In lei ragione e pittorica. Insomma, da buon istinto si equivalgono e di Grazioso David: e Cavalli • LIVIANA EDITRICE in PADOVA LE .N\.OSTR.E D'ARTE IN ITALIA * tedesco, Hoebme cerca di fa- ques10 perfetto equilibrio so– re il bilancio dei conti dis- no prova le sue tele, ad un ~~: d~r ~~~/P~n~tanri !~Faiè. ~~l~:ie. ias~~= guaio è che la pittura non giata di Ripetta • e e Frulla •· LIBRI ricevuti Collana di testi e documenti PIETRO BE~JBO, Pro,e della volgar lingua, a cura di Mario Mart~ pp. XVIII-224. L. 1500. Scultu,re del Chiarnipo L'Industria Marmi Vi– centini, in occasione della Mosbra Nazionale del Mar– mo, ha promosso una espo– sizione delle Antiche ScuJ– ture della Valle del Chiam– po situata nel cosidetto Vicariato di Arzignano. Precedentemente una ab– bondantissima serie di an– tiche e strane sculture era stata scoperta nei dodici comuni della Lessinia ve– ronese; e di esse Lan– franco Franzoni aveva ordinato una mostra al Museo di Castelvecchio, studiando il suggestivo ar– gomento in un volume pubblicato dalla Fondazio– ne Cini in Venezia. I pezzi ora esposti a Vi– cenza sono di numero lì– mitato ma ben scelti: son essi segni di possesso o di omaggio a divinità o a santi: pietre anonime ma che denunciano una storia ullrasecolare. Dice Gino Bario1i, profondo studi~so dell'argomento, nella in– teressante presentzione in catalogo: e Diciamo anti– che (queste pietre) per– ché, fenomeno degno di ogni attenzione da parte deirli studiosi del folclore. deil'arte e della storia, la ]oro antichità non ha tem– po e si presta a varie os– servazioni>. Pur essendo * di GIUSEPPE SCIORTINO esse nate fra il XV e il XX se<:olo, il Barioli parla di cose fzwri det tempo in quanto venute alla luce con certi tratti fondamen– tali che sono in ritardo sul– la scultura àei centri mag– giori e non rivelano dell~ distinte personalità. quasi a Compiere le creazioni fosse stato il popolo. Fra le opere esposte ci– tiamo una Orante resa as– sai suggestiva, nel suo chiuso rigore compositivo, dall'opera edace del tem– po; simbolismo ed espres– sionismo - sia pure in tutto o in parte involon– tari - danno una carica di emcacia a una colonnet– ta scoperta in contrada Scogli di Durio (lo sche– .ma viene ripetuto in una altra colonnetta rinvenuta in contrada Caliori di Dur– lo. anch'essa presente alla mostra di Vìcenza) ed al– raltra della contrada Sac– co di Crespadoro. Di una incomparabile dolcezza è !a tavoletta (si chiamano cosi le lastre incise quasi sempre di tufo) Madonna con Bambino; plasticamen– te solida è un'altra tavo– letta Madonna con Bambi– no e San Rocco; notevoli anche, specialmente dal punto di vista estetico, le tavolette Madonna con Bambino e S. Antonio, i santi S. Sebastiano e Roc– co ( e l'esecuzione appare disinvolta e tutta tesa ad ottenere con la contrap– posizione di piccole masse un gradevole ritmo com– positivo nel quale gli ele– menti di cultura si dilui– scono in senso della deco– razione che è proprio di tutte le pietre della Val– le • >; assai bella •la colon– netta trovata su un dorso in contrada Ferrari, la cui parte superiore è strana– mente a forma di pagoda. Una lapide commemoratì– va (qui ovviamente siamo al semplice documento) e una propiziatoria testimo– niano usanze che sono un po' di tuttì i tempi e di tutti i luoghi. · Artisticamentel interes– sante è un S. Rocco su ta– voletta: si tratt.a di una composizione che ha un largo respiro, graficamen– te incisa in modo da illu– dere e da espandere ilrn– lievo, e vi aleggia quel senso della morte che è immanente nella poetica popolare ., dice ottima- mente il Barioli. Presenta caratteristiche proprie la Grande Croce di Marana. Una vocazione alla sin– tesi distingue gli artisti popolari del Chiampo; e quindi continue semplifi– cazioni e deformazioni. Al– cuni elementi ripetuti (e sulle ripetizioni nella let– teratura e nell'arte popcr lare ha scritto con chia– rezza l'insigne studioso Giuseppe Cocchiara) testi– moniano la volontà d'in– serimento in una tradizio– ne, non per ripetet1la ma per arricchirla, documen– tando interessi propiziatori e vocazioni sacre, cioè la vita di un piccolo mondo reale e favoloso nello stes– so tempo. li progresso ha fatto sì che queste forme di arte popolare vadano scompa- rendo, come ovunque scompaiono le vecchie usanze s'infiacchiscono le tradizioni. I iempi nuovi sono decisamente livella– tori. Pertanto custodire e il– lustrare i documenti di una pur nobile tradizione è necessario ed è indice di civiltà e di vitalità. Difatti non muore l'albero le cui radici vengano amorosa– mente preservate. ha bisogno di ragionieri e anche quando i · conti di Hoehme tornano, in fondo, è per sancire la sua • ordi– nata bancarotta •· Lo scorso inverno, parlando della mostra di Samonà alla galleria Trastevere, notavo come il pittore fosse dei po– chi, almeno qui a Roma, ad .avvertire il bisogno di supe– rare l'estremo romanticismo– autre delJ'informaJe, e ag– giungevo: e Per Samonà è stato inevitabile l'incontro con Rotkko e Newman e con gli altri precursori dì una nuova pittura densa di ma- tfi1~so~ci~i~\5;:~ o.rc~ ~~ modo, è questa una delle due strade oggi apene all'arte non figurativa, (l'altra è quel– la di una nuova narrazione), ch'e da qualche tempo sem– bra subire un richiamo al– l'ordine, alla difficoltà, alla ragione preludio, mi pare, dì un maggiore ottimismo, di una salutare ricompaginazio– ne dell'uomo•- A meno dì un anno queste parole sembrano più chiare, quasi ovvie. Difat– ti, di giorno in giorno, assi– stiamo allo smanteUamento dell'informale ed anzi, tra pa– rentesi, a me pare che l'ope– razione di liquidazione si stia facendo fin troppo in frena, segno che oscure manovre di mercato stanno dietro al mu– tamento di indirizzo. Ma so– no, questi, problemi che non interessano Samonà, il quale ba operato sempre con acca– nimento in un'unica direzio– ne. Le sue ricerche, quasi isolate da noi. sono le stesse dì molti pittori anglosassoni (Cobeo, William Turnbull, Hoyland); ricerche difficili e affascinanti sebbene non pri- S':un~n~eri~~ /'nerp~e::°~ Introdotta calorosamente da Valerio Mariani An1onietta Lande espone alla Russo le sue singolari pitture su por– celJana, cotte a gran fuoco, una tecnica difficile e raffi– nata nella quale l'artista ba ~~~~trgrtuii~~~o~ ~~~~ sariamente piccolo, di queste lastre non impedisce alla Lande di dare ai suoi prttlo– si quadretti una loro ampiez– za ideale. Tra le cose più compiute ricordiamo e Radi– ci :a, l'opera più libera e ric– ca di valori cromatici. Renato Colombo: • Anche la tua tomba è bianca • Poesie - Edizioni • Cyn– thia • - Firenze - pagi– ne 152 • L 2.000. Giorgio Del Vecchio: • Le valli della morente ita– lianità • - Il • Ladino • al bivfo - Saggio - Felice Le Monnier - Firenze - pa– gine 48 • L 500. Adriana Jacobe.lU: • Strade d'Angeli e Poeti • - Poe– sie - Edizioni e Omnia • Roma - pagg. 68 • L 500. Adriana Jacobelli: • Collo- Dopo il patetico realismo dì qui con Ambra • - Uri- Spartaco Zianna, la Cassa- che - Edizioni • Omnia • panca presenta la raziocinan- Roma - pagg. 54 - L 500. ~Jag!tt~. t! ~r: 0~ 0 es1:1~ AntonJo · Pistaferrl : e Il tica dì questo giovane pittore ~~~ _d~l~ 0 :t}~ : g";;rteamdaa lifrr:,.~es~gnim~~~ Messina - pagg. 18 L 250. d'animo attraverso l'interven- Classe Unica - RaJ - Ra- to determinante della ragio- diot.elevisione Italiana To– ne: • Ucciderei la pittura se rino. mi togliesse la ragione :a, seri- Ugo Enrico Paoli: e L'Odis- ;:• ~g~~~~3~b1e3 !~~o~~: sea • - pagg. 130- L 300. sentazionc. Una lontana ori- Alberto Chiari: • L'opera di gine neoplastica (!'Ori dimo- Alessandro Manzoni • - stra nel suo scritto di far te- pagg. 210 - L 350. soro delle teorie etiche ed Attillo Frajese: e Il mondo la primo edi:.ione commentata di que- 81.opero fondamentale della n.01tra ,tarUl let– teraria. Il commenzo, a/fidato od uno ,pecia– li.tto, è attento e preci8o. 1oprattutto n.eUe 11ota::ioni liniui81iche. e rind.ke de&li ario– menti è un vero e proprio co.taloio •i&tem.a– fico delle ouert}G:ioni &ramtn4tkali e ,tili.stì– che fatte dal Bembo. GIOVAN 'I BOCCACCIO, Rime. Caccia di Diana, a cura di Vittore Branca, pp. XW40. L 2800. Per la primo oolta la 8illo&e completo delle poeiie di Giooonni Boccaccio. corredata do un commento storico e Ufterpretatioo quale solo il maigior srudio,o itoli.ono del grande scrittore fiorentino potevo offrire. FRANCESCO DE SANCTIS, Lezioni zurighe,i ,ul Petrarca e altri scritti, a cura di Sergio Roma– gnoli. pp. XXVIIl-148. L. 1200. Un momento intermedio, ma illuminante, della stesura del '°&&io 8ul Petrarca. cioC del.ropera deMJnctisiano metodolo&foamente più importante'. TORQUATO TASSO, Aminta, ed. critica con appa– rato a cura di B. T. Sozzi, pp. XX-128, L. 13Q0. Un'eccellente edi:ion.e che &ioverà ,e~ dubbio a quanti lavorano filolo&icamenle ai te8ti del Tauo e che confermo le ottime doti di uudioso e lo 1crupolo .fcientifico del So::i. f:b~~edi~u~~t~~i~i./ eh~~ ti ~~eri • - pagg. 150 ~~1~ ~as~ssriiFu:::i ~= Arnaldo Foschini: e Cono- Fuori collana realtà. Una realtà dì immagi- scere i nostri cibi • - pa- ~ :~~in~~es:~l~~j ~:;: Fe~:id~30 ni 1ci~atteo: E TZOMANDRUZZATO. Orazio lirico. traduzio- ~~~~afisici~ f~~~!~os:!edi e Cinema e costume. _ ne con testo latino in nota e un saggio conclu- queste tele. in un certo sen• ~;Jfiiolllo;gte!~: L'idea ~ivo. _358 pagine in formalo 24,2xl5, rilegato so, nuovamente di attualità, 10 lmitlm. Otto tavole, copertina e sopracoperta è la luce che viene dal colo- r ii)~pa • - pagg. 94 di l\'fario Pinton. Edizione numerata di 1270 re per lo più ben accordato copie. L. ~500. ~o~J!ID~reoct~\ni~~1!~ ::===Dt=re=u=:11:.W=nn,=·==,!.=~==~=•8;=•=11=,== Chiedere ìl cualogo delle pubblicazioni a Soldati e Radice sono i di.:e Stab. l'ipog:ranco U.~.S.1.::,.A. LIVIAI\'A EDITRICE. Padova, V;a Marula. 29/A ideali maestri dell'Ori.. Roma .. Via IV Novembre 149 ~-------------------.J

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