la Fiera Letteraria - XV - n. 45 - 6 novembre 1960

Pag. ~ BUTOR PRO E CO * TRO La scuola del rifiuto <.li Alla Jucc di un esame cri– tico delle lettere francesi dei nostri giorni. la ,·ecchia de– nuncia di Mauricc Blancbot (" La letteratura ,-a verso se stessa, ,·erso la sua essenza, che è la sparizione •l pare aver pcrdu10 gran parte <!el– la sua drammaticità ma tor– na d'attualìtà al teffipo stes– so la conclusione cui giunse Carlo Bo in un suo famoso saggio di qualche anno fa (Paragone - Marzo 1958), se– con~o il quale nel dopoguer– ra m Francia non si è più avuto un movimento let1era– rio puro, e quando qualcosa di nuo,·o si è tcn1a10 di crea– re, non si è andati mai al di là dell'accademia. Scomparsi Valérv. Gidc e Claudcl si è dissolta la ge– nerazione dei maestri? Tanto grande e sensibile era la dif– fercn1,a e cosl profonda la frattura tra due generazioni. che pure avevano in comu– ne il doloroso patrimonio di sanguinosi con0i1ti? Carlo Bo ha cercato una risposta al– trove, spostando l'indagine ,·crso una di\'crsa dirctti\•a, e l'ha lro\tata nella constata· 2ione che e quegli scri1tori meglio si ada1tavano.alle ra– gioni e alle esigenze del loro tempo•. * Jl'ALTÈH .JIAUftO tema dell'uomo che cammina, che cerca cercandosi, scopre senso e non-senso del mondo, un po' sulle piste di Leopold Bloom per le vie di Dublino nell'c Ulysses • di Joyce. è ti– pico della narroti,,a di Bu– tor, da Passage de Milau (1934) a questo Impiego (!el tempo ( 1957), a La mod1fi– catiou (1957). a La Geuie du lieu, un libro di saggi del 1958, a Réperaire un'interes– sante ra.ccolta di scri1ti cri- ~~!· i~hit~IÌ~i~;r; I~ig;~: tore •: • li viaggio è un con– tinuo inccnth·o a quella mo– dificazione interiore cui J'ar--– tista de\'e continu:tmcnlc so1- toporre se stesso e le pro– prie opere•. Ciò che permane dei ro· manzi di Butor è quindi un sentimento di esistenza, una coscienza di essere. La modi– fication riuscl ad imporci quel ritmo del treno che rre– na ed accelera e dh 1 iene \tÌa \'ia il ritmo stesso del lin– guaggio, e la pulsazione d'una , 1 ita e il respiro di una co– scienza. E' insomm:t un sen– timento che assume fattezze f~~~~j~· qdJi~~~a\gim~f~ , 1 icino al romanzo tradizio– nale, di cui egli eredita mo– venze, intonazioni, passaggi da Milano a Roma, non in luoghi indeterminati dell'esi- ~~:.a 'M'.!11 ~u!cNo :1~~~ ma solo il continuo cogliere se slcsso, il tenace scrutarsi attraverso un gioco vish·o cd atti\'o in perenne dispiega• :;~:::~a~·~nh':1:i° m~~\'!,~u!1 1 : la • recherche •• mentre Bu· tor tende alla ricerca dcl– i'• uso• del tempo. Siamo quindi un Po' al palo di partenza di tutta una poetica, che muo\'endo da questo romanzo, si espliche• rà poi attraverso forme e aucggìamcnli sempre più aberranti ed ambigui, pur do,·endo riconoscere ai Tro– pismi della Sarraute, che so– no del 1939, la priorità del singolare procedimento tec– nico che è alla base di tutti questi libri. Dove potra ap– prodare una narrativa di tal genere è difficile stabilire. specialmente quando si par– le da un programma chè im– pone di •ririutare• per cscri– \'ere•: abituati come siamo a ricercare sempre le cause sloriche dei fenomeni lette– rari, a calare le norme nella trama della storia, azzarde• remo l'ipotesi che la gran confusione dominante nel ro– manzo francese contempora– neo sia un po' lo specchiO di una crisi politica e sociale, che ha condollo la vecchia Francia sull'orlo del precipi– zio: quando ci si aUontana dall'uomo, e si perdono di vi– sta le più immanenti \'Crità, è segno che si è giunti ad un vicolo cieco. Per Butor e per gli altri del "nouveau roman,. si sia imJ)Onendo onnai una scelta decisiva, che non potrà essere al di foori della ricer· ca di quelle verità umane e poetiche. che fan da legame lcnace Ira il mondo d'oggi, con tulle le sue contraddi– zioni, e una tradizione dalla quale non si può rifuggire, pena l'cquh 1 oco, il dissolvi– mento. Cechov • in Italia * di DOUENICO RIGOJ'TI Cechov viene in halia una prima volta nel 1891 quando già, almeno nel suo paese, la gloria lo ba raggiunto, ed una seconda volta nel 1894: per l'esattezza a trentuno cd a trentaquattro anni. Sono ,•cri e propri pelle– grinaggi artistici quelli che compie? C'è in lui il dcsi• dcrio, il bisognQ di uscire dalla propria terra per am– pliare il suo orizzonte lette· rario. la sua visione spiri– tuale? Che cosa sa del no• ~lro paese. quali poeti e quali autori italiani hanno lasciato un solco in lui per ~~~ng~~l~i~a co~~s3~~l~~eQu~~j Leopardi, qualche verso del Foscolo, forse. ma non altro. L'Italia non è molto di più di una contrada che in un viaggio in Occidente non si può non includere nell'iti– nerario. Basta l'eco di sen– snz.ioni che lascia il sole me– diterraneo per richiamare qualunque turista. All'inizio del '91 l'editore Su,·orin, che lo a,·e,•a • lan– ciato•, im·i1a,·a Cecho,· a compiere un ,•iaggio in Eu– ropa. Cos\, senza troppo pensarci. egli lascia Mosca. Della tensione nervosa da cui da un po' di tempo è preso, della catth 1 a condi– zione finan1iaria in cui si trova la famiglia sembra non curarsi. E' appena uscito dal modesto. mondo di una borghesia pro\tinciale cd il successo dei suoi racconti sembra da~li un tantino al– la testa. Così al principio del mese di marzo dello stes– so anno, ha inizio il , 1 iaggio che per la prima volta lo metterà a con1at10 diretto con la civiltà occidentale. Lo choc dctcnninato da questo re~~~ ~~on~~a ef~!tiia sid; Vienna prima tappa del viaggio: • Fa uno strano ef– rcuo che qui si possa legge- re di tutto e discutere di qualunque argomento•· E' pur ,·ero che Vienna sta \'i– \'endo i suoi anni migliori. l'ultimo squarcio dcll'SOO galante e dorato, ma non va dimenticato che Cechov ha da pochi mesi soltanto ultimato l'estenuante viaggio attra\'erso la Siberia, do\'e ha toccato la penisola di Sakalin. co,·o di deportati, e do,·e ha soggiornato tre lunghi mesi, per cui l'im– pressione della città asbur– f~~~a.risulta anche più vio- li viaggio ha dunque un felice inizio. 11 tratto da Vienna a Venezia lo lascia però indifferente. Le Dolo· miti non gli dicono nulla; fa il paragone con le \'elle del Cat:caso e 1a ca1cna mon– tagnosa dell'isola di Ccylon ~Ì~~~o d~~;~~e.e ;i 1 a g~~ nezia è folgorato dalla vi– sione che gli si para improv– ,•isa. E' trasportato dalla atmosfera languida e so– gnante della città lagunare né più né meno di una rn– gazza sentimentale. Ne è af– fascinato. • Non ho mai vi– sto una città che si possa confrontare a Venezia•: cosl annota nel suo diario. E an• cora: e E' piena d'incamo, di luce, di gioia di vi\•ere •· Va in gondola, passeggia senza sosta, conquistato. Paga il ~d~f~o ci~tà.o~~~u~~~ede; descriverla al di foori dei suoi luoghi comuni per cui le lettere d1e spedisce agli amici in Russia risultano ba• nali per un ossen•atore come lui. • Rico,·cratcmi in ma– nicomio: gondole, Piazza San Marco, acqua, stelle. donne italiane. serenate notturne. mandolini a. e Non si ,·or– rebbe partire più di qui•· Sincerità momentanea que– sta. ché la sua anima colma di malinconia non potrebbe Un'lmmaglnc giovanile di Cccbo,• resistere staccala dalla sua 1erra. Poi, altre sensazioni: • quando si entra in una chiesa e si ascolta l'o~o, si prova il desiderio d1 di– ,·entare cattolici•· Sincerità anche questa o semplice pia– cere dell'esotismo, del pit– toresco piuttosto che pro– fonda esigenza dell'anima? Di Venezia vorrebbe cono– scere tutto. Visita le tombe di Cano,"3 e di Tiziano. • Qui non v'è disprezzo per l'arte come in Russia •, annota. Stupisce e meraviglia visi– tando le ,·etrerie di Murano. Poi, un Kiorno, sopraggiunge la prima\'era italiana coo i suoi alterni umori. Pio,·e. Me· no romantico di un sia pure mediocre poeta. Cechov sen– te che per una città come Venezia la piç,ggia è la fine. Diventa inquieto e incomin– cia a pensare ai suoi. Entra ai • Frati • e gli ripugna, primo urto al suo entusia– smo, che l'• Assunta• di Ti– ziano sia esposta fra tante tele insignificanti. Ripiegando al Sud, Cechov tocca Bologna e Firenze. Ap– pena si lascia sfiorare dal nostro Rinascimento, che non deve amare: qualche chiesa, qualche affresco. An– cora nell'ondata del mallem– Po raggiunge Roma. Visita ~~~~ ~~ 0 irL.at~~n~~s~1;)~ sua conoscenza della roma– nità ,del mondo latino e pa– pale, è scarsa. Invece di en– tusiasmarsi di fronte a tante memorie, gironzola per i quartieri eleganti come po– te\ta farlo un • dandy •· ln questo momento di superfi– cialità una cosa sola lo col– pisce: le cravatte, per la lo– ro fantasia c. diciamolo, per essere a buon mercato. Il 4 aprile è già a Napoli. A contatto, come a Venezia, con la natura si sente ri– conquistalo dal paesaggio ita– liano. L'impressione che il golfo gli desta è del medesi· mo genere di quella ripor• ~~c~nt~ 0 ~r ~~~r c~~nd~ acceso v'era nella "isione. Un ~iorno sale la collina di San Martino, un altro giorno è a Pompei, un altro ancora sale il Vesuvio. La aita lo ar– fatica ma lo esalta. A Na{'Oli lo raggiungono però le pnme difficoltà finanziarie. I Suvo– rin ,padre e figlio, spendono senza darsi pensiero perché Domenica 6 novembre 1960 sono ricchi, Cechov fa fatica a star loro dietro. Col pen– siero di non saper come far fronte ad un cosl dispendio• so "iaggio, lascia Napoli per la Costa Azzurra. li suo soggiorno in Italia è durato meno di qu indici giorni. tropPo poc.hi per conoscere il paese, la g ente. la ci\tiltà italiana. Si direbbe che ha a\tUIO una sensazione tattile, epidermica, quindi superfi– ciale e senza nessuna analisi proficua. Nei suoi appunti non c'è un solo accenno agli italiani, sia pure colletti\ta– mente considerati, nnzi se dobbiamo guardare meglio nel suo • carnet • di "iaggio, sembra non essere rimasto insensibile alle gra,:ie di due Giro d·1talia La hie a cli Cri to è ormai uperata ? Questo 11 tema del XV COn\tegnO Giovanile che la Pro Clvltate Chtistlann 6la organizzando dal 27 al 31 dicembre proiSlmo in Assisi per studenti universitari . giovani laureati e diplomati. • La Chiesa di Cristo. ogg1. con le moderne tecn.l· che e le conquiste della scienza. è ormai superata?• A questo Interrogativo ri– sponderanno teologt di chia– ra fama Filosofi. economisti. sclen– zlall. storlcl letterati e gtor• nallstl molto noti nell'am– biente culturale e unkerst– tario mtervcrranno per ap– portare all'interessante con– vegno Il contributo della loro 1estJmonlanZ.'\ e della loro esperienza. Piccolo Teatro cli Milano L'8 novembre 11 Piccolo Teatro di Milano inaugure– rà. svolgendo li proprio H. anno di vita. la propria 15. stagione. Il programma com– prende: L'egof.sta, 4 atU di Carlo Bertolazzl. Sehwevk. nella .1econda guerra nwn– diale, 1 prologo, 8 quadrt e !o~il~~lu~~to~t~r:chJi Pablo. 2 tempi di Sergio Ve– llttl, da cesare Pavese. no– vltA assoluta. a giugno. ncl– l'atrlo di Ansperto della Ba– slllca di s. Ambrogio. SOllO gli auspici dell'Ente Manl– !estaz.Iont Milanesi e In OOl· laborazlone con la PoU!onl– ea Ambrosiana Mangiate, gente, d'e.sto pane laudi drammatiche dei XIIl seco– lo. El nost Milan (la povera geme). 3 alti di Carlo Ber– tolazzi, nuovo allestimento. i~nzc, ma sono due olan• A ~ I a rva rei i di~~~ls~~~~z?ti~~tidr:i~tiodi i I < e osen ZR > autore da riscuotere, gli per• La Giuria dell"VIIT Premio mettono nuovamenle di mcl- Nazionale di Critica Lette– tersi in viaggio per l'Occi- rn.ria • Cosenza 1960• dopo dente. Questa ,·olla giunge in aver esammato con scrupo– ltalia sul calar dell'estate, Josa diligenza le opere pro– altro periodo ideale per ti- venJenU da tutte le parti trovare H nostro paese nelle d'Italta Nord-Centro•Sud-ed sue condizioni migliori. Bre- Insulare. ha assegnato un \'issimamente si renna a premJo di L. 300 000 ctrecen- Triestc, ma Venezia questa tomllal a Umbc-rto Marvardi. Ì~ltaP:ron s~~ra%~e~tonu!i La rivista Lo stesso Gidc, nella sua posizione giacobina e aper--– tamcntc innovatrice e rivolu– zionaria, non ruppe mai ì1 contatto, né recise il ftlo della tradizione. Oggi un muta– mento c'è stato e per giunia forte e stridente, se si pensa alla metamorfosi di un Mau– riac, che ha rollo senza in• duaio i ponti col passato e lasciando la comoda sponda della lc1tera1ura non ha a\'U· to paura di farsi giornalista: ma anche altre sintomatiche trasfonnazioni sono emerse. a chi le guardi con occhio at· tento: André Malrau,,:, che dal mordente impegno de • La condition humaine • è passato alle meditazioni sul– l'arte, e Jouandeau, che al– la morte di Gide a tutti pan•e il nUO\'Odelfino delle lettere francesi. 1 é pare fuor di po– sto ricordare certo neoreali– smo francese contemporaneo, che nella madrepatria sem– bra un Po' in ribasso. secon– do un'impressione tutta per– sonale che ho riportalo da un recente viaggio a Parigi, ma che da noi torna ora d'at– tualità, per l'ottima traduzio– ne italiana di·0restc Del B1.,10- no dell'opera' più no1e,·olc di tradizionali sono subito sot– tomessi a una sorta di criti– ca che li trasforma profon· damente, che poh-erizza l'uo• mo: a chiusura di libro si sa mtto su Lcon Dèlmont, ma poco o nulla sulla condizione umana. e questa è caratteri• stica che accomuna tutti que· sti scrit1ori i quali costrui· scono un ambiente, in\'en– tano caratteri, comunicano l'assurdità dei loro panora· mi, ma non riescono ad of• frire una chiara ed accclla– bile visione della \tita. Joyce e Faulkner a\'c,•ano evitato l'intreccio semplice. la nitida cronologia; lo scopo primo di questo neorealismo fran– cese sembra essere quello di sfuggire del tutto gli esseri umani. FESTA DEL,LA POESIA NELLA CJTTAUEL,LA DI REBELLATO * ~:~:~~~~i~ 1 ~c~pi~ re 0 ;io~ ((Prove» nate se non facendo piccoli E' pro.nono ad usci re H acquisti. ln\'ece di ripicg:\re ter.:o numero di • Prove di per il Sud, si limita a vaga- letteratura ~d arie", lo rtvi– bondare per le ci11à del Set· sto b1mn1role diretta da Ni– tentrione: Milano, Genova. A no Polumbo e pubblicato o Milano si compiace di pas- Rapallo. Nell'1ntlen1orio dd- ~~:~~l _B~~~.:l~'t:~~ t:! gine 402). Fin dal tempo di Ronsard e della Pleyade, i francesi hanno insistito nel fohdare scuole e accademie: appena un cer10 numero di scrittori sembra aver qualcosa in co– mune, si d!l loro un nome che dieci anni fa era esislen– zialismo, oggi viene definito neorealismo, anzi • école du rcfus • per usare una pitto– resca espressione ,:ii Bernard Pingaud: cosl Robbe·Grillet, Butor, la Sarraule, Claude Si– mon son finili tutti sotto la stessa etichct1a, allineali nel– lo stesso sscaffale, cammi– nano sulla stessa strada, mal– grado non sempre il loro pen- Aie;;'ro~~i~ddc1f:~~~a;ae~~e~ tela con Robbe-Grillet, Butor ebbe a dichiarare: • Robbe– Grillct crede al l'arte per l 'ar--– tc. Egli ccsclln amoros a.tl'h!n– te degli oggetti d'arte. Dei gingilli. Per mc il romanzo de,·c situarsi nel mondo del– la reallà, con le sue innume• revoli ramificazioni. La real– tà: ceco cfiè cosa mi affa– scina,· ecco quello che cerco•· Se dunque Robbe-Grillet è il teorico dell'arte sufficiente a se slessa, Butor;per lo me– no nelle apparenze, sembra assumere posizioni antitetiche e polemiche: sah·o poi a sot– tolineare ad ogni buona oc· casione la falsità formale del romanzo tradizionale: • Ce que nous raconte le roman– cier est invérifiable, et par consequcncc ce qu'il nous cn dit doit suffirc à luì donncr celle apparcncc de réalité ... C'cst pourquoi il est la do– maine phénoménologique par e,,:ccllcnce, le licu par c.,:cel– Jence où étudier,de quelle fa– çon la réalilé nous apparait ou pcut nous apparaitre: c'est J)Ourquoi le roman est le laboratoire du récit •· Più =~~z:er~clt~li~.n·bn~~~~~ meglio precisato il concet10 di romanzo teso verso una precisa tematica: • La narra• tiva è stata per me il mezzo per mellere insieme filosofia e poesia. La forma roman– zesca infaui mi interessa sol– tanto nella misura in cui essa possa essere insieme filosofia e poesia a. E' chiaro che, pur nella grande confusione stilistica e ideologica, Miche! Butor re– sta il più coerente e conse– guente della compagnia: egli ha trovato la formula sinte· tica fra la novità e un sog– getto convenzionale, dandole una solida struttura. I.A mo– dific.aticm è stato definito il più notevole di tutti i ,,iaggi letterari in treno e questo ,,1111111111111111111111111111111111111 o ~~ ~ :~ m rltrattl su misura d1 ; ~ ::; j scrittori ltaJJani a i~ ., ~ cura dl elio fillppo 11,1 I aecrocca - ootlzie 2 a Cl o biografiche - con- ~ < o! fcsslonJ - blbllo- 5~ grafie di poeti, gJ~ ~ ! narratori e e rl ti cl gj ...I ;s ::i <~ " O SODALIZIODEL LIBRO g ~ ~ ~~ E veniamo a L'impiego del tempo, fresco di stampa ' nella versione italiana; è un romanzo che porta la stessa data de L4 modification ma ~è stato scritto prima, e pre– senta alcune differenze e difformità con il libro che vinse il • Renaudot "" Se La modi/ication è. la storia d'un progetto avvenire che gioca tutto sul passato, sulla sem· plice possibilità d'essere evo– cato come passato, L'Emploi du Temps è il romanzo che alla fine non esiste che nella immaginazione dell'eroe, del protagonista, è insomma una sorta di • livre à \'enir •• per usare un titolo caro a Mau– rice Blanchot, un romanzo da farsi, in cui l'eroe-narra– tore Jacques Re,•el parte alla scoperta di una immaginaria città inglese, in cui sono simboleggiate e concentrate le peggiori caratteristiche delle cì11adine britanniche. Revel, smarrito dallo sbalzo di clima e dalla fra11ura del– le abitudini, scopre, o meglio immagina, la cinà sul bina– rio di un romanzo polizie• sco: sospetta la realtà nella finzione e vice\lersne crede di scorgere intorno a sé solo perfidia e pericoli. Ha cosl i.nizio una \'era e propria lolla feroce Ira uomo e città, una lotta atroce e OSSCS$iva. in cui il passato si intreccia al presente nella r ealtà cru– da di un diario, e.be è le· s1imonc solita.rio di una ve– rità sospettata nella finzione e di una finzione calata nella realtà. Rc,·el riuscirà a libe– rarsi da questo labirinto os– sessivo, solo quando lascerà la città e potrà confinarla in un passato pri,·o di ogni rivalsa sul presente. Non c'è confessione dei propri pen– sieri da parte del protagoni– sta, né di stati d'animo, nel– l'eliminazione programmatica di ogni elemento inlrospetti• vo e psicologico tradizionale, .Li\ Erba il '' Premio Cittadella,, ~~,~ri'; s~i!ioJ~ ''t~~and;~:~ ~~eT~i.1::ce'::!e~:rl~,r~~~i~;':~ ancora fresca di stucchi. e ria 8ellonc1 la rei;,ione che confessa di rimanere intimi- fa capo a Genotla ho dimo- Brulli tempi per i premi, specialmente per i premi di poesia (ma è Poi diverso negli altri settori?): le giurie sono in ebollizione, surriscal· date, basta un nulla per accenderle al fuoco della po– lemica. Nè mancano delle ,·ere e proprie inchieste sui premi in cui si agitano pro– blemi di fondo o si discute la fonnazione delle commis• sioni giudicatrici, si rivendi• ca e si accusa, si difondc e si oscura l'operato di giudici e candidati, in un'area che sembra quella dei lnbunali e non quella della conversa· zione. Le acque sono agitate come mai prima d'ora. ma non è da escludere che tra dimissioni e spettegolrunenti non si giunga a qualche ri– sulla10 positivo, ad un • chia– rimento• (già proposto su queste colonne), quale po– trebbe essere il rinno,·amen– to di qualche giuria (questa sembra sia l'aria che spira al • Chianciano • per esem– pio). o la istituzione di nuo,•i premi che potrebbero offu– scare la fama (la catth·a fu– ma) degli antichi. Una cosa è certa: da tanto bailamme, rodimenti di fe. gato e accuse con conse– guenti controaccuse, \'OCi grosse e semi querele, retli– fichc, letlcre raccomandate con ricc\t\lta di ritorno, am– missioni a mezza bocca e smentite da giostra, affiora la volontà di render pulita l'aria dei premi, e soprattut- 10 appare evidente (dal• Via– reggio• al •Cittadella•) che l'opera dei giovani autori (quelli appartenenti alla quarta o quinta generazione) viene presa in considerazione assai più che non si verifi– casse negli anni precedenti. cli ELIO F. ACCHOCCA dito di fronle al Duomo. strato, non sen:a .1orpresa, di diN,~:g::~ ~~~~ ~ C:odSi~Fa~ ::;p::::~~ar:~u~:l~er~~~·me~: Oggi un premio •Viareggio• di poesia può essere asse– gnato a Paolo Volponi o un premio •Cittadella• a Lucia– no Erba, senza suscitare le ' ire di nessuno, anzi il com– piacimeoto di quanti seguo• t':";~ 1 :re:~le 1fi~~l;:_ri~~~ 1 J~ re piccoli desideri che nel anche phi di altre zone. Pro– stagioni dell'anima. con ac- suo primo viaggio non poté ,,e ~ Ira di e.su. Na.sce con corgimcnti tecnici dì sicuro permettersi. Assiste alla rap- una formula nuot la. ha quaJ– cffeuo poetico; Francesco presentazione di un'operetta, che co.1ada dire e v11ore vi– Piselli, che a l ratti di Co- ;~\ a~i~~rco~:lJ~it;:~n\~ c~~ vere. Per Questo combatre ;;;: 0 im~:~~la deTT!'=~~à ;f:t~ro adila~~ ~id~~S:~ a~i ~! p~: i~e~~o~~aif~~l~~at. isolana) far.\ presto seguire • Delitto e castigo a. Gli pare r~~:~'i~ ~i i:~:~: ~~!~~a~~i no con rispetto la produzio• ne dei nuo,•i poeti, che poi sono nuovi soltanto per il gran pubblico mentre risultano, agli addct li ai la– vori, meritevoli di riconosci– mento per la dimostrala se– rietà del loro la,·oro. E' il caso, recentissimo, di Luciano Erba il cui volume di poesie Il male minore (edito nello •Specchio• di Arnoldo Mondadori) è stato premiato col mezzo milione del • Cittadella - EP.T. di Padova•· Questo premio, anz.i, è da vari anni il più conseguente nella scelta dei poeti: Risi. Cattafi, Erba... E ad esso possono guardare con fìdu· eia i gio,•ani autori. li me– rito ,,a naturalmente alla giuria, presieduta da Diego Valeri e composta da Bctoc– chi. Bo, Camerino, Fasolo, Longo, Mcsirca, Palazzeschi e Rebellato, ed a loro va anche il merito di non strombazzare ai quattro ven• ti le eventuali discussioni • interne• che precedono la assegnazione. Il verdetto ap– pare cos\ lin~re e pulito, senza capovolgimenti di fron- ~~~n s~d°disfait~i1~~~:I~ 10 e compiaciuli gli Enti promotori. Luciano Erba a Cittadella In rgaio critico su Mal· che il tono di recitazione dc- Caltancl • .1egretario d( Te<la– aAnn· . . 1 . gli attori italiani sia molto :ione). a Milano (Bartolo questi e a tanti a In au- più alto che non quello dei ~~~o d!i!:~lft~u~i ~~u~j russi. Bella prova di fiducia ~:~efi~. S~u';:07t~f. ~GJ~~~ Schciwiller: Dianella Selvati- ih~~d~di i~~s~~';zachdi ~~ ~g~~a~~nl:~~o)~I~. Cat:n~~ cod~fen~: segnal~la nl •Cit- dramma in tutto la sua es- (Seba!.tinno Addamo), a Cal– ia. e ~~ Q I ~u~: az:ino, au- senza russo. Giunge persino ranissetta <Leonardo Scla- ~~c~o,~pir;;~:• in~ ~or:;'~o;;; ~u:i;a~:e n~~c~~~ ~t;~~e~~ sci&) scoperta di sentimenti, di il sapore di una limonata•· l daltiloscntti di poesie e emozioni, di voci che dal· Facile all'entusiasmo? Non pro.,a vcrnno da una oiud al- l'interno salgono a far chìa• del tutto, se già aveva polu- l'altra, sono letti dai vari re– ra la vita: e Piero Draghi to apprezzare la Dusc a Pie- da1tori. Anche gli .1critti de– che con Licenza di caccia troburgo in una tragedia di gli stessi redattori, come gli conrenna qualità già ricono- Shakespeare. Ma ciò che lo al1Ti, sono pubblicati a mop– sciutegli con Casa d'esilio affascina è sopratutto Ja gioranza. e secondo la direr– tcc~n~• rm~~;niuoc ~~~o~i campagna lombarda, che gli titla enunciata nell'editoriale, ria ha rile\!ato e la novità anche un'occasione d'incontri esterne a quelle che sono rico rd a da vicino la sua ter• e fne11:viren:!casot~~esf~en;;~ ~ed:::~~~· ~~~i~d/~Ol~ll~;~~= immagini e stagioni segrete, raCechov giunae a Gcno,·a Nel : 4.sv~ I· ;::: (Let,.. grete articolazioni del reale, tore Rcbellato iJ \'Olume Giu- d~\~1a~~11aseègn:~1oes~~~t::" con l'anima allegra. Gli piace tere e Arte, F1renze. Dir. c. ~n~~~?maad dr:s:~~rii"~i seppe Vivia11i - Opera grafica incontri e dibattiti, discus• ~o~;; ~nsp\~~a ~~la q~j Oaiasso. Comitato d1 Dire– idee e di immagirti, e t.ra· ~~!~t~io~i:1i i~an~ e R~~ ~:ft'ài ~~~~a. i O ~rt~~i q~~i1{i po' di le\ta.ntino che c'è nel- ~~!ek.. Oi.a~~~~.' :: T~~1u~ ~u~vi:m~~~t~~:~ri~reri~c~ soli: novantalrè ta\tole in ri- iniziati quest'anno da Carlo ~h~a~o~e~~schl:C~o v~ci un inedito poetico di G. VI– poeta •· Erba, nell'apparente fo~~on:ri:i~t~~~i~n eca~:! !~~~cb~ut~:i~h~oriavo~~~ntc~i suoi biografi, una simile at- ~~ti •:n:~= « ~~:i artificio della sua parola, e logo e schede descrittive di poeti vincitori dopo Ja let- ~ot::;ra g! !j,~b~gli~g~~ 1 t 3 Mann vi.sto da Tecehi » R. ~~~:rs~i l~è c~~W~ct~~~= ;~:~~e 1 ~aiÌ•~~ti~~~~ un~~~~ 1t~~nf~i ~~rou;.~~~~!~!t1i sua teoria dell'anima del C:~:;1~ 1 j Sa~~re ~~-~ sione poetica, raggiunge una rarità bibliografica festa e non di inimicizie e ":' 0nd0 n~ • 11 gabbiano•· Un D. Glu.liana • Plet.ro Clmattl ~~:a,rn~t~n~~i u~~n~m~~~~~ Tra i presenti a Citladella, di rancori che suscitano po- ~?r;'~tctil ~~a a-:n!::g~~oi rivaluta l'amore d'antan ». nel giuoco dell'astrazione. L'.1 (E°~J~~1:o~1t~i f~r~.a~~: }~tit~~s~ dfid~ cdidfu~hl~ri~ ~~~~cnlll~e~~ ·/s~~~1ic~~ !~r~;:vt ~~~f! 10 • ~! ;~~za~ ti~ ~~si~:!,nt:'~i ~~1f: ii·~~fi~e v~~e,t;;i~ ~aenli°'st~~l~m!~anchn~~b:; è il cimitero più celebrato v.= f/~T~o,omb~e~J~_mGi.~G~rnmlucc,r_. cultura, tale da raggiungere danle di malinconia e di spe- mcn1e: il dialogo scioglie ~ccl:no nd S con unr3 sua Jet- ~ autenticità e compiutezza di ranza si libera nella visione riserve e annulla pre\tenzio- ra ura.d. e non osse irri- gna. C. Galasso. M. Gril- astvielem:m0pocms0iado-d,· c 0 0m1 aereg~ del pacsa5Zgio confidenziale; ni. Cittadella è anche que• ~~~;~i J:~:ao ~~~s~~i; ~~~: ~- ~ognnnerlall .. FF .. R!Meaclt• 0-. Luciano Troisio, che con lo. (La nebbia è altrove). m1gl10- nel nostro paese ~~Hiti~s;~~a ;iio~~~nrj~ ,------------------------" ______ ·__ F_._To~rr.:_'.:_'1 __ _ _ _ Un premio è una resta e non una corrida. Tale è ap– punto il premio • Cittadel• la•• ormai giunto alla nona edizione: la e festa della poc· sia•• con un pubblico inle– ressato ai futti dc!Ja lettera– tura. in una cornice sobria --------------------1 qual'è quella del •Liviano• mentale e transitoria come il passaggio d'una meteora: poesia di perspicace caden– za tra l'immagine immagina– ta e quella trascritta sulla pagina: da riconoscere ad ogni lettura pe.rcbè nulla vi è di concessione alle rcaole della • prima \tista a, del no– torio mnemonico: tutta ap– puntata in figurazioni ideali do,·e la prima tangente è l'apparenza e dove il più li– bero risultalo non può esse– re che il sostanziale presti– gio di un'assoluta ricerca verbale, tutt'altro che disper– dentesi nel facile gìuoco del· le allusioni, ma anzi all'al– lusione tendente per sua stessa natura, come ad un porto immaginario una vela altrettanto immaginata, ma egualmenle consistente e co• lorita e ricca di vento come una vela concreta. Da questo giuoco dialettico del • pare– re• e dcli'• essere• scatu– risce la finzione lirica di una poesia elaborala, non comu– ne, costruita nel segno di una fine ironia (ma più ap– parente, questa, che reale) che mi pare nasca alla base di una sostanziale frattura tra la razionalità e l'irrazio– nalità del mondo con1cm– Poraneo, e quindi della cul– tura contemporanea. Una poesia del • disagio •, quella che Erba ha raccoho ne Il male minore e già configu– rata nelle precedenti raccol– te di linea K, Il bel paese, Il prete di Ratauà, che però può mettere a disagio so1- tanlo i pigri di mente. Le Riviste tedesche Domenico Purificato: Figura di donna di Padova dove la cerimonia ~i°~~f~b::. i~~hc";~~~c:,i:! lità presenti e non pochi gli amici che sono venuti da Milano o da Roma a congra• tularsi col ,•incitore. Da Pa- ~t~~sl:n~C:t~ ~i~\ 1 :de~l~ Su~fe t~~u~Ua ~i~ 1 1al~~!~: neta vengono issate le ban– diere del comune, proprio in ~:!tff!flaai =~ri~ fra1n~ Rebcllato si riuniscono du– rante le giornate del premio tutti gli scrittori veneti e i numerosi autori (o quelli che stanno per divcn1arlo) di questo editore-poeta che in pocbi anni ha dato vita ad una allività sorprenden1e, ben noia ai lettori della Fiera. 11 nome di Luciano Erba è stato scelto da un'ultima •rosa• di concorrenti tra cui figuravano Francesco di Pil– la, Enzo Mazza, Lamberto Pignotti, Sergio Salvi, Dia– nella Selvatico Estense, Fran• cesco Tentori e Silvio Ramat. A quest'ultimo, già segnalato al • Cbianciano •• è stato as– segnato il premio • opera •prima• di centomila lire per la raccoltina LI! feste di una cittd edita da • Quartie– re• di Firenze. Segnalati gli altri. cll'opera di Luciano Erba (autore con Piero Chiara - come si ricorderà - della non dimenticata antologia Quarta Generazione) la giu- 1l premio •Cittadella• è U,1'importante rivista sviz– zera e/re si pubblica a Zurigo e elle è già alla 40. a1111ata: Schweitzer Monatshcrte. Es– sa si. divide bi due parti: la prima i dedicata alla poli– tica e alla ecouomia, la se– conda alla letteratura. Nel fascicolo di agosto un articolo di Denis de Rouge– mont: Originalité dc la cul– ture européenne comparée aux aulres culturcs. Molto spesso si sente dire elle una cultura europea non esiste: troppo dit,erenti tra loro sono i popoli europei. Ma ,ron sarebbero proprio le nostre molteplici differenze e la loro coesistenza nello spa– zio e ,1el tempo che denote– rebbero nel migliore dei modi l'onginalitd, l'unità della no- :i~: r::::ra:ar~J~~~ 0 .diversa; Mentre in antiche civiltd di carattere religioso l'unitd de– riva per tradizione da un grande principio formatore ed in quelle totalitarie con~ temporanee essa viene impo– sta co,i la fon.a. dal Potere· in noi Europei si armonhz.a: no i diversi temperamenti e tendenze che germogliano in Atene, Roma e Gerusalem– me e, ancora, nell'Oriente medite"aneo, nell'Iran e nel– l'India. Le. nostre origini si perdono, inoltre, nelle oscuri– tà del mondo celtico, del nwn- do germanico e persino di quello arabo. • Entre ces origines drver– ses, lrétérogtnes, se sont pro· duits au cours des siècles autant de co,iflits non e,icore résolus que de synthèses fi– condes, mais toujours provi– saires. .. De cet immense com• ple.xe de tensions ... nous vo– yon.s maintenant se digagi un résultat unique, incontestable. le dynamisme europécn. L'J:::!.uropeo non occupa che uu piccolo SC:.delle terre del globo eppure ha dato l'im– pro,ita al mondo i,itero. Egli per le sue origini culturali ed i suoi conflitti spirituali t condannato alla ricerca ~Ila i,n,enzione, all't.spansion~, alfa avventura perpetua. Ed ecco alcuni dei risultati dello straordinario ingegno europeo. L'enorme progresso delle scienze fisiche e natura• li, l'esplorazione dello spaz.io e del tempo: scoperre geogra– fiche, che hanno dato un con– tenuto concreto all'idea di universalitd e a Q!',~lladi çe– uere umano, stona e storio– grafia, ~ quin_di a.rcheoloria, etnologia, soetolag,a e psico– logia analtica. L'autore conclude: • Nous sommes sur le seuil périlleux de l'ère mondiale ..... U sort du monde dipend aujour– d'hui de l'Europe, qui a in– venté le monde dans la me.– sure e.xacte où elle a d6vou- vert le genre humain. Et le sort de l'Europe dépend de so,1 uuiou.. li nous faut fa1rc l'Europe, parcc qu'il fau1 faire le monde, cl que l'Europe scule peut le faire. Or clic doi1 d'abord ex.ister •. ' Nel • Merkur • d1 a:osto Ocr Mensch und die Arbei1 estratto dal libro • Tlte Hu~ man Ca11dition • di Hannalr Ar(;ndl (Tlte University of Clucago Pr~). che, tradotto, verrd. prossimamente pubb/1• caro m Germana col titolo • Vita activa oder vom ti'it1gen Uben • (\V. Kolzlhammer Ver– lag, StuttgartJ. Co,itro l'utopia di Marx e/re profetiuava l'epoca dell'eman– cipazione dell'uomo dal lavo– ro, si afferma l'inevitabilità di esso come espressione della fatale necessità della vita s!essa, di q_uestociclo biolo– g~co che. s!rmola e distrugge ( In termmt economici si dr• rebbe produce e co,rsuma} il tem~ vitale interposto tra la nasett~ e la morte. E per li– berarsi da questo peso impo– sto _da~lanecessitd di vita, gli ant1cl11 lo scaricarono in par• te, sugli schiavi. Ma aito fu il preuo che quei signori do– veuero pagare: m certo senso la loro s!essa vita o vitalitd, Perché vivere per l'uomo s1- f.::'%:i1/f~!,~a'J~g1f d~1~~ 1:::~ be per i mortali ima vita sen– za significato. T11ttavia, rl fenome,10 tutto moderno della meccam~az,o• ne promuove ed accelera m mamera sorprc.,1de11te rl n1- ;/,~1Cr~7,~tt;;•~·;~c;~~g~;~;~,i d uso si a,,viano ad esser trattati come aggetti di con– sumo,. quasi merce di scarto. 1ttent, però! Si sta perdttndo 1~ se,rso del necessario equi– librio tra lavoro e consumo. la gioia del ristoro dopo ave~ guadagnalo il parre col sudore deU~ fronte, Questa nostra gloriosa etd della tec11icapo– trebbe correre il riscluo dt ~ser rapita dal frenetico vor– {:fie.e d'mz'economia dissipa- FRANCESCO TORSELLA 11111111111111,,1111,1111,1111111111111 ~ di pro.slma pubbllcuton, ~ § ~ • ELSA.DE' GIORGt ~ ~ .. .,, ~ .,J l' INNOCENZA "_ "' ' ii3 0 ~ Copertina di Darlo Cccch1 ~ < O; Una .KOttame puversì• ~ i: - e t/J cdara sorto un ance- ~ ~ N ~ /100 vuo d1 bamhma,prr- ~ ~ ! :~a t!:1 ';;~~"';re::i:~Jib11t! 2 i 0 S O SODALIZIODEL LIBRO ~ ~ (J) .__ ______ ;: ~

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