la Fiera Letteraria - XV - n. 45 - 6 novembre 1960

,-- --·-·------------------, Le richieste di giudizio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo– lant •• e Scripta rnanenl • e • La Fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti I J;A FIERA LETTERARIA I ORAHIO UEI LA REDAZIONE! 11-13 dal mcrcoledl al 1abalo Manoscrllll. foto e disegni non rtch!estl non si re.,i;tltulscono A PROPOSITO DI DUESPETTACOLI DI NINOTARANTO All'ELISEO * JIJL JL UB 16~ O JO J[ O U ][ § ][ P A\ JH JL., A\. * Quando gli attori recitano nel nulla IJ na vita in villa * La prosa lirica e l'autobio· cli FERDli\"A[l/DQ 1/IRDIA italiana da più di un secolo grafismo narrativo. il mono- a questa parte. Un libro co- )fon da oggi il teatro italiano ha tagliato i pon– ti con la letteratura dram– matica italiana. Intendia– mo dire che non da oggi gli attori hanno perduto il senso di una consuetu– dine costante con gli scrit– tori per raccoglierne con– sigli e per sollecitarli a lo– ro volta a scrivere. Considerata in prospet– tiva. la letteratura dram– matica italiana di questi ultimi decenni si rivela come una letteratura con– cepita nella solitudine, per un teatro supposto ma non Tealmente esistente. copio– ni lanciati nel vuoto. che. di volta in volta. casual– mente hanno trovato in– terpreti di buona volontà. l\Ii fanno sorridere gli attori i quali confessano maliziosamente di aver trascorso le loro vacanze leggendo copioni senza aver trovato nulla di buo– no. Così. non troveranno mai nulla di buono. Non si tratta di questo. Si trat– ta di stabilire un'intesa intellettuale e morale, di c-reare un rapporto ·una– no e vero. di arrivare ad una collaborazione sostan– ziale, di creare una socie– tà, perc:hè il teatro come il cinema non può nascere se non da un sodalizio au– tentico. Di questo sodalizio or– mai non esistono neppure le premesse ed è naturale che a lungo andare ormai incomincino a soffrirne gli stessi attori. i quali ope– rano senza accorgersene in una e terra bruciata >, in una terra di nessuno. nel– ['attesa della e combina– zione> che faccia cadere nelle loro mani un copio– ne adatto alle loro possi– bilità. In tal modo attori no– tevoli, come Renzo Ricci. non ritornano in questa stagione alle ~ne pe~é non sanno che cosa reci– tare ed altri attori vi ri– tornano :on un repertorio che è inadeguato al gusto del momento e forse anche al loro temperamento o almeno allo sfruttamento ,più giusto delle loro qua– lità migliori. . Un caso del genere e quello di Nino Taranto. Attore di rivista acclama– to è passato alla prosa. Si~mo sicuri che egli non ha fatto il passo più lun– go della sua gamba e sia– mo anche sicuri che ma immissione di attori adu– si alle forme più libere e ,più spregiudicate deUa rivista possa essere gio– vevole al teatro di prosa italiano che è ancora chiu– so ne!le forme convenzio– nali di un passato ormai scontato. Ed appunto da un atto– re come Nino Taranto, che ha istinto, vitalità, estro, sensibilità, ci atten– devamo un intervento in– novatore nel senso della fantasia. uno svecchia– mento del consueto mo– dulo della commedia, ·.m impiego moderno dei va-lo– ri dialettali, insomma un contributo attivo L'attore nel primo dei suoi spettacoli dati nel Teatro Eliseo ba presenta– talo una :ommedia in tre atti di Titina De Filippo, Virata di bordo, e nel se– condo due commedie di Raffaele Viviani, La fi- gliata e n vicolo. . Premettiamo a p e r t t s verbi.s che abbiam0 la più alta stima di Titina De Filippo attrice. Essa è una delle grandi figure del teatro italiano e napoleta– no. Premettiamo che con– sideriamo J'opera di Raf– faele Viviani uno dei ca– pisaldi del realismo tea– trale italiano e che nelle sue manifestazioni più compiute la giudichia~o ancora teatralmente vi– vivissima e degna di es– sere riportata sulle scene anche per il suo valore p0lemico gttuale. Ma fatte queste :love– rose ' premesse, ci :hi.e– diamo come sia poss1b1le illudersi che lo spettat-0r4: di oggi sinceramente >! interessi a due spettacoli nei quali ;iano !'8ppre– -entati Virata di bordo, La figliata e Il vicolo, do– ve imperversa senza fre– ni il più stantio ..?d abu– sato bozzettismo ottocen- tesco. . Non sono neppure m causa i due registi Giaf! Domenico Giagni. uomo d1 ,rusto raffinatissimo, '? Vit-: torio Viviani, ,-1omo dt teatro nato che ha il tea– tro napOletano nel san– gue. E non è neppure in causa la validità delle opere in quanto tale, ma la concezione stessa di questi due spettacoli. I personaggi che esssi propongono appartengono al più vieto repertorio di un naturalismo dialettale di terza mano. Ed è chia– ro che Raffaele Viviani, nel suo tempo. questo na– turalismo si è sforzato di condurlo verso una pro– blematica sociale risentita e che quindi anche le sue opere meno resistenti con– servano sempre il valore di un documento. Così come è altrettanto chiaro che la commedia di Ti– tina De Filippo è sempli– cemente un caso di ri– tardo e di inesperienza letteraria sorprendente e persino commovente nel– la sua enormità. Nei due spettacoli. di Straforo. si salva soltanto li Vicolo. un atto unico in prosa. in versi. in mu– sica. dove Nino Taranto interpreta quattro per– sonaggi della vita popola– re napoletana. cioè quat– tro e macchiette >. Ma non s'è accorto Nino Taranto che in tal modo egli è ri– tornato dopo un lungo giro proprio alla rivista dalla quale intendeva uscire e ad una rivista e storica • e non attuale? La considerazione de– solante è che risultati di questo genere denunciano sopratutto come gli attori italiani in molti casi or– mai siano tagliati fuori dal territorio dove può sorgere ancora, se si ri– stabiliscano certe condi– zioni di rapporto e di in– tesa. una letteratura dram– matica viva. Si muovono nel nulla. anche quando sono intelligenti. sensibili, esperti come Nino Ta– ranto. Essi sono distanti le mil– le miglia dal gusto che, affermato dalla letteratura. dalle arti figurative. dalla problematica della vita moderna. è ormai dive– nuto comune e che deve essere rispettato o sem– mai .mperato: ma che in nessun caso può 1ssere ri– portato a posizioni già scontate da almeno cin– quanta.anni. Anche i valori dialettali hanno un loro posto ben preciso nella vita italiana di oggi: ma questi valori non consistono nel bozzet– tismo pittoresco e senti– mentale, che il simpatico attore na-poletano ci ha rpresentato nei suoi due primi spettacoli. Sopratutto il e tono > di questi due spettacoli suo– na falso: anche i momen– ti riusciti ed efficaci del– l'interpretazione di Nino Taranto. il quale natural– mente resta sempre l'at– tore che è ed ha le sue uscite felici. sono ricordi di altri tempi. frammenti preziosissimi ma destinati ormai al museo. GIOVANNI CALE~1DOLI Raphael M.aral: Figura logo interiore e la ricerca del nascimentale, comporta an- genere siffatto, nel quale la me Vira in villa reca con tempo perduto - per non zitutto in chi vi si eserciti commozione o il legame af- estrema discrezione la traccia parlare. naturalmente. del una certa inclinazione urna- fetti\"o possono sempre so- d.i .questi dat_i. ~irei anagra– più recente polinguis.mo neo- nistica assai più incline alla praffare Io scrittore. quando f1CJ.d~lla__ scnttr1~e E:danch1;, realista cosi spesso in fun- sintesi che all'analisi. ed an- si tratti dì memorialistica e assai PlU quelh, di una ci– zione di evocazioni o rievo- che un·assoluta padronanza minore. ovvero. quando si viltà e di una ~ultura_ all~ cazìoni di mondi personali le- di se stessi. cioè della propria tratti di quella maggiore, la quali ella appartiene; st puo gati all'esperienza dello scrit- materia. che è anche padro- magniloquenza. }a giustappo- aggiunger~ anchE: che ess~ tare - ci hanno tolto il gu- nanza di uno stile e in certo sizione di se stessi. l'urgenza app~to .e l_a nsultante . di sto della buona memorialisti- senso stile di vita. misura at- di crearsi una sorta di mo- una mclmaz1one umanistica ca tradizionale. quella memo- tenta del tempo, con la ri- numeno personale dinanzi ai nut~it.a di .buoni studi. di_una rialistica. maggiore o mino- nuncia nella maggior parte quali non sfugge nemmeno un tradmone intellettuale. d1 una re che sia. alla quale ci si dei casi ad ogni sua confusio- Saint Simon. Un eccellente raffin_ata cultura m?derna, m~ affida qua,si alla scoperta di ne. appiattimento e disinte- complesso nella memoriali- esso e_soprat!utto ~I !rutto_d1 un noi stesso segreto e an- graz.ione. o anche una capa- stìca minore è certo un libro una ':'lta s~1ale r_icca di m– tico. ma nello stesso tempo cità di adoperare i più sottili come quello di Clotilde Mar- co!1tn e dt esperienze. ill~– cordialmente aperto agli al- veleni. o di fare appello. an- ghieri Vita in villa, apparso m1~te da una saggezza tut •. a tri. e aperto senza inflngi- che attraverso l'ironia. agli di recente in una edizione p~rt1colare. da una .f~mm,– menti. anche se talvolta con affetti. alle care immagini. elegante presso !"editore Rie- mie salute dello spmto. E una punta di necessaria au- agli aspetti della vita che ci cardo Ricciardi. un esempla- una volta tanto occorre an– toapologi-a, specie quando chi sono più vicini e che accom- re cioè di quella memorialisti- notare come. t:a tan~a let,~e– scrive ha avuto qualche par- pagnano il nostro esistere. ca che ha avuto insuperabili rat1;1ra f~mmm1le ~~r1ca .d 1~– te nel maneg,E;io della cosa Direi che l'ironia. insieme modelli nei secoli migliori raz1on_al1smo sens1t1vo: 1~ 1~– pubblica. o comunque si è all'estrema discrezione - l'u- della nostra letteratura. se bro d1 Clotilde Margh1en rt– trovato testimoni di fatti im- na. del resto. in funzione del- non altro perché ad essa han- veli la de~tatura d~ un':nte:.li– portanti. Genere in gran par- l'altra -. è l'elemento neces- no atteso letterati raffinatis- ger.1z:araz1?~ale. d.1 un sottile te di origine umanistica e ri- sario per la riuscita di un simj come il Bembo o come spmto c~1hco. d1 una fede Leon Battista Alberti. come nella ragione. --------=_-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-=.-::_-::_-::_-::_-::_-::_-::_-::_-::_-=.-=.-=.-=.-=.-=.-::.-=.-=.-::.-=.-=.-=.-=.-::_-::_-::_-::_-::_-::_-::_-=.-=.-::_-=.-::_-=.-=.-=.-=.-::_-=.-::_-::_ il Galilei o come il Nobili del- Non si pensi tuttavia. dati ( ) l'ottocento. al quale ultimo i i precedenti sociali e intellet- \ LI~ lUOS'l'RIJJ D'AR'l'IJJ A R01UA capiloli della Marghierl mi tualidellascrittricecheilli· '- _ sembrano assai più congeniali bro sia il riverbero di una anche per affinità sociali e esperienzR mondana o il frut- R h l M if. • ll N Pi di costume. to di un aristocratico distac- •• a a " ova e· sa So assai poco di Clotilde co. tanto più fastidiosi quan- a r, n ae a ai u Marghieri e dei suoi prece- to più i[l talune persone di r '' ~;n';at'.of,".'il~'.ic;'~g;.ir:v:~~;~~s~'.aco~~~~:~i~t~o~ufis~f:~~: articoli in terze pagine di Raccontando umili quotidia- Non vorrei iniziare il mio · breve discorso su Antonietta Raphael Mafai, alla quale la • Nuova Pesa• ha dedicato una vasta e selezionata an– tologia di pitture e sculture dal 1928 ad oggi, inoltrando– mi nella zona pericolosa e dai così vaghi contorni, del– la scuola romana; né, tanto meno, vorrei insistere sulla vexata questio delle influen– ze di Scipione e Mafai sulla RaphaeJ e ,•iceversa. Del re– sto è ormai sufficientemente provato che il nome di Ra- ;':a~~ie~~~i~t~~~ c~m~;c 1 :: io. a quelli maggiori di Ma– fai e Scipione, come ben in– tuiva Roberto Longhi, fin dal 1929 - in un suo scritto ap– parso sulla Fiera Letteraria in occasione di una • sinda– cale,. a Palazzo Doria - bat– tezzando il sodalizio dei tre artisti • la scuola di via Ca– vour,. e definendo la Ra– phael, pur con le • debite distanze:., • una sorellina di latte dello Chagall •· Lituana di nascita, figlia * di LORE~ZA. TRt:CCIH del rabbino della Sinagoga di Kowno. ma di cultura in– glese, essendosi trasrerita an– cora fanciulla, con la ma– dre, a Londra, dove studiò musica diplomandosi alla Royal Academy of Music, Ra– phaCI giunse a Roma sul fi– nire del 1924, dopo un bre,·e soggiorno a Parigi. E da Ro– ma sarebbe forse ripartita presto se l'incont.rO con Ma– fai, conosciuto a quella Scuo– la del nudo che il pittore frequentava allora as5ieme a Scipione, non avesse dato un nuovo corso alla sua vita. E' dunque logico che Ra– pbael, appassionatasi alla pit– tura, si ispirasse ai due pit– tori; ma, d'altro canto. è an– che vero che, a sua volta, ella agl un po' da cataliz– zatore o, quanto meno, da stimolo indiretto, delle idee e delle ricerche di Scipione e di Mafai. Tanto più che nei tre era comune, anche se difforme, una tendenza all'evasione fatalistica, alla fuga nel tempo. Una evasio– ne che in RaphaCI ha un'ori– gine orientale e razziale ed è alimentata da uno spirito costituzionalmente ingenuo, che fa volgere la sua pittura verso il candore della favola che n.el mistico e polemico Scipione ha un movente ben diversamente drammatico e cosciente, d'ordine, alla pari, umano e morale, tale da in– fittire di simboli una accesa rappresentazione realistica. mentre nell'elegiaco Mafai prende spesso la via della contemplazione sentimentale, di un patetico ricorso alla memoria. tutta svolta nel segno della mobilità e dell'espressione, come dimostrano la !>ublime • mummia • del Cardinal De– cano, certi ritratti etruschi e pompeiani, i 1ormentati per– sonaggi, alla Greco, della Apocalisse e la luce stessa dei suoi quadri, quella esal– tante • luce unitaria:., di un rosso acceso, (il colore della Roma che egli meglio cono– sceva ed amava, annegata nei riflessi precari del tramonto), che sulla tela coordina e av– volge uomini. cose e perso– naggi. Al contrario il piccolo museo di RapbaCI è di mar– ca orientale, bizantineggiante, Jegato alla pittura di icone e difatti dove RaphaCl è più felicemente se stessa le sue figure hanno sempre un peso. una fissità da idolo sacro. Ma ~~liff~a d!1\C:s!ut~~l~~i~rifej temperamento di Raphati.l ci viene dalla sua scultura. E' noto che l'artista, certo con troppa severità di giudizio, considera la propria pittura solo un hobby, dichiarandosi preferibilmente scultrice. Tut– tavia, sia pure valutandola alla pari e come pittrice e come scultrice e pur preci– sando la indubbia unilà di visione che banno in lei le due espressioni, biso~a am– mettere che è specialmente nella plastica che RaphaCI ha dato e seguita a dare, il meglio di sé. Ella non è solo, di gran lunga, la più valida scultrice italiana con– temporanea, ma una delle personalità più persuasive della nostra plastica. E' nel– la scultura che la sua forza visionaria, la sua impetuosa estrosità, trovano il freno, il controllo di un ritmo chiuso. segreto, giustissimo, che in più casi ci rammenta l'antica statuaria dell'estremo orien– te. (Ritmo che talora difetta invece nelle pitture più re– centi, troppo volutamente di– vertite ed inclini ad un fol– klore di dubbio gusto). Ed è nella scultura che quelle can– dide, goffaggini formali che cosl spesso affiorano dal suo insaziato fondo infantile, tro– vano imprevedibili e ardite soluzioni di stile ed il mondo ingenuo e fiabesco, alla Rous– seau o alla Chagall, cede il passo ad una acuta capacità di intuizione psicologica. questa bella mostr3 ce lo conferma, che mistero, poesia ed entusiasmo si congiungo– no continuamente nella pro– duzione pittorica e plastica di Raphael e le sue opere ci invitano ogni volta a lun– ghe soste, a riflettere sulla forza dell'istinto, sulla natu– rale sapienza dell'ispirazione. sul fraJI:3nte fascino della autenticità. Dividerei in due gruppi le opere che Carlo Caroli pre– senta alla galleria Russo. L'uno, ancora legato ad un espressionismo troppo esube– ran1e ed esteriore, l'altro, al quare appartengono in gran parte i recenti quadri di sog– getto spagnolo, dove il pit– tore dà prova di un nuovo equilibrio. mostrandosi capa– ce di bloccare l'eruzione del suo sensuale colore al mo– men10 giusto. Seguendo la strada di que– sto tirannico colore-luce. di lontana origine napoletana aggiornata dalla lezione mal intesa di Van Gogh, Caroli sarebbe forse finito per ap– prodare alle inconlinenze cro– matiche di tipo Appel e com– pagni. Ora, invece, il pittore sembra aver trovato una sua misura: la materia ba recu– perato la via della forma. Corrida in Castiglia, Espada e Crocifissione sono quadri di alto valore pittorico e di forte suggestione. tali da far– ci ottimamente sperare per il futuro lavoro di Caroti. La estrosità di G.B. Vicari chi legge il Caffè, la corag– giosa e originalissima rivista da lui diretta, le conosce; ma sa benissimo che. al con– trario di tante improvvisa– zioni di oggi, esse hanno sem– pre un rigoroso fondamento nella cultura: per Vicari il gioco è, davvero, il supremo lusso dello spirito. quotidiani o su.Jle colonne di ne vicende accadute in una un importante settimanale sua casa di campagna, una politico-culturale. e non sem- sorta di buon ritiro alle pen– pre di divagazionj o di per- dici del Vesuvio Clotilde un premio. Oggi, proseguen- sanali memorie. bensl a vot- Marghieri non dimentica cer– do in questo suo secondo me- te acuti elzeviri critici attra- to il suo mondo e·1a sua ori– stierc, Vicari si è dedicato verso i quali traspare una in- gine. la sua cultura e i suoi alla incisione eseguendo una formazione della letteratura impegni di intellettuale e di serie sorprendente di colo- moderna e una preparazione signora della buona società. ~::is!i~~t~it~~;:Ìe~~a c6~~ umanistica solida e aperta nel ml sembra anzi di avvertire egli ama definirle, che han- tempo stesso agli apporti di nel suo libro come ella vi no anche un loro bra\"O, in- una cultura moderna. anima- ponga anzi l'accento. e non gegnosissimo mistero tecnico ta dalla conoscenza diretta {e senza un certo orgoglio bar– e che altri prenderebbero co- in alcuni casi anche dalla per- ghese (pur non na!'-condendo. me scoperte trascendentali, sanale consuetudine con essi} tra le righe. convincimenti per lui, nel senso più bello e di quelli che sono i migliori politici piuttosto inclinanti italiano della parola, conti- scrittori contemporanei fran- verso sinistra non estrema). ~i~a~~~dri:;i~. uEoc~~hee~i cesi e an&Josassoni. Napole- e non li dimentica anche se il nostro scrittore le ha mo· tana. (ma sposata con un im- ne vela le testimonianze con strate, l'altra sera, ad un nu- portante avvocaio romano) e una sua acuta ironìa; ma ha meroso pubblico, nella acco- di una famiglia cospicua per ragione G.B. Angioletti. vici– gliente • Legatoria di Via censo. sia nei capitoli raccolti no di villa e amico di lunga ~r~:e <;~;ec~d Al~ile s~:~~ ~~riit~~s!f ~~~:~tt!a i~~r~ i~~a. l~~~~~~pr!~az~~i;e. c~~ chi. Queste • carte decorate• di una educazione Uluminl- apre Il volume: ""Questi ca– ~~fou1!°~~~~roperes~;:da~;~ stica tradizionale nella parte pitali. pur tra le impennate. ed architelli. costituiscono un migliore di quella borghesia i rammarichi, i rimbrotti. so– piacevole ed inconsueto in- meridionale Je cui tradizioni no il segno della sopravvi– termezzo nell'uggia di tante e la cui cultura ha avuto un venza di un mondo cortese, mostre inutili e presuntuose. peso determinante nella vita delicatamente appassionato. ,111111111111111111,111,,, 11,,,,,,,, ,,,,, ,,,,,,, 11,,,,, ,,,,,,,, ,,,,, ,,,u, ,1111 ~not~~~::~~: ~~~f~ ~~~toe aJ~~ sentimenti. .. 11. Ed < • • M d e . Vorrei aggiungere a queste lZlOnI O eme aneSI ~ 1':.,'.,';~•· afi'r!siau~!ar 3 ~~/~~ài;_; Paolo Rossi Storia d'Italia dal 476 al I87ù (voi. I dal 476 al I500) pagg. 574 L. 6.(XXJ Alberto Asor Rosa La Novella occidentale dalle origini a oggi (voi. I} pagg. 571 L. 6.000 \'ittorin Tur Plancia Ammiraglio (voi. Il) pagg. 583 L. 4IXXI Giannetlo Boncìo,•anni Isabella d'Este, marchesa di pagg. 4SO L. 5./)()() Ferdinando Galiani Socrate immaginario pagg. /75 L. li)()(/ Pietro Chiari Mantova spiccata di narratrice anche se evita sempre la fonna e la struttura del racconto. come evita sempre dall"altro lato (e credo per una fedeltà non tanto al "genere.. della sua memorialistica. quanto alla stessa Jsplrazione che anim·a questi capitoli) ogni eccessi– va accentuazione lirica, an– che laddove affetti e ricordi chlamerebbero forse verso un clima d1 elegie. La narrazio– ne è invece nella cora1ità stessa di un mondo che la Marghieri mette in luce at– torno a questa sua casa di campagna. un mondo del qua– le la scrittrice estrae uno per uno personaggi e caratteri. Un disegno di Eugènc Ioncsco: [ dnoccrontl Si sa che uno dei mezzi di evasione, di fuga, oltre che di originale distinzione dal gusto fauve-cubista del tem– po fu per i tre artisti il ri– torno al museo, ad un musco, si badi però, animato da istanze umane e aggiornato da sentimenti privati, un mu– seo, cioè, lontano, · sia da quello retoricamente corale del Nove.cenlo, sia da quello emblematico e archeologico dei metafisici. Ma ancbe qui, anzi, soprattutto qui, appaio– no le sostanziali differenze tra Raphael e i suoi grandi compagni di strada. L'into– nazione museale di Scipione è prettamente mediterranea, Sta di fatto, comunque, e Già anni fa, quasi per scherzo, Vicari si era improv– visato pittore partecipando ad alcune mostre-premio riser– vate a scrittori e a giornali– sti. Rammento certi suoi biz– zarri « cavalli, cavallini e ca– vallucci • che vinsero. in quelle competizioni, più di Le memorie di Madama T olot pagg. 21JO L. 2/)()() · forse aggiungendone qualche aspetto. o elemento psicolo– gico. quasi conversando con i suoi ]ettari. Ne risulta una narrazfone a due piani che a volte s"incrociano l'uno con l'altro: uno è quello di una vita popolare ricca ed inten– sa che la Marghicri guarda con affetto sincero e talora con apprensione; l"altro è Il suo mondo familiare. borghe– se e intellettuale sul quale ella esercita più spesso un suo svagato. in apparenza. ma in realtà attentissimo humour. I JLIJBRI D" ARTE Le grandi mostre italiane Viaggi, Incontri, visite a mostre memorabili o di ri– lievo: ecco le e occasioni» che hanno fornito a Fran– cesco Sapori, romanziere e conferenziere, la materia per nove anni di conversa– zioni alla radio; una mate– ria trattata un pò alla vec· chia maniera, cioè più che idee nuove, eloquio forbi– to in cui il valore musica– le della nostra lingua vie– ne sottolineato quasi di– remmo con compiacimento Oa parola « frammezzo a pesi a numeri in contra– sto, 'anvanza spedita, rove– scia ogni ostacolo, alata co– me un genio alato e im– passibile come statua che ama e sfida il tempo»: una poetica chiara, _dopo tutto~. Ovviamente l'unpegno sti– listico nel senso preaccen– nato, porta Sapori a un par– lare in termini di super– lativa ammirazione; sicchè le ,sue pagine vanno con· dizionate alla consistenza estetica dell'artista tratta- * di GllJSEPPE SCIORT/1\'0 to od alla sua più o meno affascinante vicenda umana. Di Antonello da Messina - pittore d'una grandezza fuori classe - Sapori coglie l'aspetto che, senza :neno– mame l'universa-lità, lo rende caratteristicamente siciliano; di Giovanni Bel- lini egli ,afferma che •Con– verrebbe penetrare la san– ta sua ispirazione, nutrita di confacente perspice.cia e assistita da emozione -lnfaI– libiJe > (l'abbondante agget– tivare, qui come altrove, è proprio dell'oratoria clas– sica; teniamone conto per non fraintendere). Assai propria riteniamo, a proposito di Lorenzo Lot– to i'osservazione che ri– ~arda questo artista: e sembra far posto a due distinti pittolli; quello agi– tato, esuberante delle ta- vole per le chiese. che son quasi tutte sacre rappre– sentazioni e cor;iversazioni; l'altro, fermo, cauto, sei;– r.ato dei ritratti, quasi tut– ti virili, con lampi d'as– sorta femminea gentilez– za». Del Luini viene rile– vata la facoltà « più ad af– frescar muri che a compor– re pittura da caval!etto •; del Carava~io viene an– notato il modo di rendere protagonisti la luce e l'om– bra nel loro singolare .al– ternarsi; del Magnasco scrive Sapori: e Le sue composizioni obbediscono a un ordine architeLtonico bizza-rro: più evidente la convulsa perspicacia del suo estro fra religioso e magico, nelle scene d"albe– ri mossi dal vento, di ma– rosi irrompenti da ogni par.te a invadere le zone dei quadri> (esaltata an– che una mostra del Fon- tanesi a Reggio Emilia). Una mostra di Guido Reni a Bologna diventa argo– mento d'incondizionato elo– gio: e noi ricordiamo, di queJ:la mostra, il gran di– sordine con cui ereno pre– sentate le opere e le pre– senze spesso poco signifi– cative. In un certo senso fra Reni e Magnasco, fra Lotto e Caravaggio, fra An– tonello e il Luini. l'ottimo Sapori non stabilisce gra– dazioni. Certamente, In una buo– na encicloped la, di codesti autori si troverebbero no- tizie più empie e nei sag· gi ad essi dedicati dagli studiosi esami critici più pertinenti; ma né l'infor– mazione biLiiografica ne l'esame estetico erano nei propositi del conferenziere: si tratta piuttosto di diva– gazioni all'insegna di un ideale d'eleganza; divaga– zioni in cui alcuni dati di fatto, a proposito di una mostra, vengono inseriiti nel generoso periodare del– l'oratore. Era questo il com– pito di Sapol'i, ed egli lo ha assolto convenientemen– te. Le conferenze, che ver– tono sui più disparati ar– gomenti, riunite ora in vo– lume, documentano soprat– tutto un .amore, quasi di– remmo una passione., che le giustifica. Noi abbiamo annotato una delle tante parti della raccolta (Vita d'arte su on.– de corte, Ed. Rai, Torino, 1960), non rientrando il re– sto del volume nell'ambito delle nostre incombenze. Duca di M:addaloni e Marchese di Caecavone Epigrammi Pelle di Crudeli pagg. /05 L 2000 Brunello Vandano Satana (romanzo) pagg. 4()() L. l.5/JO Alberto Consiclio Cieli (romanzo) pagg. /f{) L. /.300 Giuseppe Jorlo L'uomo che incontrò la morte (romanzo) Le grandi pagg. 140 L. 900 Andrew O. Roeers Potenze del Top pagg. 3()() L. 25()(/ Secr,,.· Per queste opere, rilegatein tutta tela, m cofanetto, illu– strate con decine di tavole f.t. in bi.inco e nero e a co– lori la EdizioniModerneCanesi ha ottenuto al Pr~mio Viareggio 1960 la medaglia d'oro della Camera dei Deputati e la medaglia d'oro della S• Fiu,o jd Libro. Ma forse assai più che in narratori troppo impegnati sia nell'uno che nell'altro di questi due piani il lettore di domani potrà trovare più di un elemento vitale di quella che è la società italiana di oggi. con un suo riverbero popolare autoctono e un an– golo di visuale cosmopolita e intellettuale. Ma soprattut– to vi troverà una (elice pro– tagonista che è la casa di campagna di Clotilde Mar– ghieri, una casa che ella in questi suoi capitoli mi sem– bra abbia reso a sua imma– gine e simiglianza. Vi troverà insomma un ritratto di don– na itaHnna di questo mezzo secolo che lo riconcilierà non poco col nostro tempo, un "ritratto di signora,. nel qua– le il ritrattista stesso abbia tenuto a conservare un gesto e une espressione che si-a'lo ancora la testimonianza di una civiltà intellettuale e di un calore umano sopravv1~ suti nonostante tutto alla vol– garità di un secolo peggiore di noi. OH!.W tAli8RJ Direttore re,:oon~ahlle Stab. fipograhoo U.l! S.1.SA Roma .. Via IV Novembre ,149

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