la Fiera Letteraria - XV - n. 42 - 16 ottobre 1960

I Pag. ~ BW FIERA LETTERARIA Domenica 16 ottobre 1960 IL FILM: DELLA SETTI~:l.lJ.NA * PROBLEMI DELLA SCUOLA MODER.J~A a cura di SALVATORE CDlOLO L'impegno culturale * Filniologia di lngmar Bergman e pedagogia Quale forza interiore ren· de particolarmente \'Ì\'O e stimolante anche un film minore di lngmar Bergman, come Alle soglie della vita (~ara li\'et)? Non soltanto l'esemplare fluidità della sceneggiatura, tradotta in immagini di singolare nito– re; non soltanto la robusta tessitura del racconto che ·risulta da un contesto nel quale i valori del dialOi!:O e quelli della dinamica della inquadratura si integrano faun~=~~~~si~~tan;~ espressiva che esclude ogni forma deteriore di divismo. V'è qualche cosa dì più. Ed è la presenza organica, profondamente assimilata, di\·couta ormai fisiologica di una cultura spirituale con tutte le sue istanze, con tutte le sue risonanze vicine e lontane. Anche le cinematografie più e\'olute e più aggiornate, co– me è ad esempio quella francese, nelle loro opere più compiute e più corag– giose, suscitano sempre il sospetto che la cultura ,i sia stata assunta più me– diante una violenta ed oc– casiona1e acquisizione pole– mica che mediante una osmosi regolare. I film. del– la e Nouvelle Vague :.. pur quelli animati da un più vigoroso slancio creativo, sono affidati oltre un certo Jiinite ad un'intuizione fe– lice, ma felice anche nella sua irripetibile casualità. Una costante del cinema svedese, nelle sue manife– stazioni più valide, è al con– trario quello di ergersi con sicurezza sulle basi di una cultura. E lngmar Bergman dai suoi grandi predec.essori ha ereditato sopratutto questa forza. Lo si avverte appunto più chiaramente esaminando un ·film minore come Alle soglie della vila. Esistenzfaiismo, teoria del– l'atto gratuito, rifiuto dello impegno morale sono nella giovane cinematoirafia fran– cese pretesti immediati, li– nee di evasione brillante dal conformismo. ]dee e tendenze ideali so– stanzialmente non diverse appaiono nel film di lngmar Bergman in una prospetti– va culturale di ben più am– pia apertura storica, med.i– tatamente accettate e perciò illuminate non solo dai lam– pi di un estro polemico mo– mentaneo, ma anche dal co– lore di una coscienza ID(?– rale. Nel film Alle soglie della vita nòoUono, per una naturale combustione, i fer– menti di Ibsen e di Kier– kegaard, sebben.e. !!OD po_s: sano mai stabilil'Sl prec:1s1 riferimenti particolari. E', come si diceva, una questio– ne di presenza organica. di atmosfera. . la storia del film. che e della scrittrice svedese una Isaksson (lngmar Bergman in generale è invece il_sog– ~ettista e lo sceneggiatore dei suoi film), presenta tre donne dinanzi al problema della maternità. Una di es– sa, Cecilia Ellius, teme «;li portare a termine la g:raVl– danza, perché ha scarsa– mente difeso il nascitul;) contro le ostilità del man– to che non desidera diye-– nirc padre. Un'altra, Sana Andersson, è invece una spo– sa felice, che tttten.de C.OI :! ansiosa gioia il figlio e s.1 sottopone con lieta rasse– gnazione ai dolori .cl~! J>:3-~– La terza, infine. H1ord1s, e ::anie~; qu1;je a;;it~ di~ staccata quasi con un senso di repulsione; e, se potesse, si libererebbe rolentieri del peso della maternità che non si sente. capace di affron– tare, anche percht pensa che i genitori con i quali abita la scacceranno. Pur indagando nella psi- oologia delle tre donne con spietato realismo. cioè con amore alla realtà, il regista lngmar Be.rgman resta egualmente distante e dal pietismo e da un morboso scandalismo. Le sue descri– zioni delle doglie, le sue analisi delle isteriche e di– sperate ribellioni di HjOrdis. la sua attenta osservazione dei minuti aspetti della vita ditazione sul nlore del se– gno che l'esistenza lascia nell'anima umana; un'enne– sima variazione sull'autono– mia creativa della spiritua– lità della donna che non è schia,ra della società o del– ]'uomo, ma elemento vitale della realtà morale perché madre, perché custode delle • soglie della ,ita :.. GIOVA,.~ì CALE.NDOLI ~la d~~eca ~;:~ari~~:~ ,__________ , L'inftuenz.a del cinema sui giovani è un argomento che muo\"e ogni giorno di più l'interesse degli studiosi. La complessità del fenomeno ba attirato specialisti di ogni campo. Ognuno ha portato un contributo notevole per la messa a fuoco del pro– blema. Nonostante però questo convergere di forze, non si può dire di essere giunti a dei punti fermi: da molti psicologi e pedagogisti il ci– nema è considerato essen– zialmente negari,-o ai fin.i ma pere.hl l'errore di quei sondaggi è rutto nella scelta del materiale umano esami– nato, in gran paz te iià ta– rato e predisposto a mani· !est.azioni antisociali, per cui il cinema, in questo caso, non va considerato come elemen– to determinante, ma, tutt'al più, come stimolo o solleci– tatore di fenomeni in incu– bazione, e che si sarebbero comunque manifestati anche senza la soUecitazione deUa esperienza filmica. Per la Tarroni l'errore, nell'impo– stazione del problema, cosl come sino ad oggi è stato de– lineato dai progetti di legae suUa cinematograha per l'in– fanzia. consiste nel fatto che ci si è basati su di un fa1- tore puramente nc:gativo, e anche qui non si è appro– fondito l'aspetto psicologico (e le conseguenze pedagogi– che che ne derivano) di tale problema. L'inchiesta in esa– me, attuata con la collabo– razione di S. Paderni, soppe– risce in parte a queste de– ficienze. non scadono mai alla cro– naca bruta; ma sono stru– menti espressivi attraverso i quali si risale alla com– prensione di tre ani.me di– ,-ersamente tormentate e di– ,·ersamente tese alla con– quista del valore essenziale della vita. TI racconto si articola in una più vasta dialettica, iin– pegna subito le ragioni fon– damentali dell'esistenza. Cecilia Ellius è in fondo una donna che ha perduto il senso del rapporto sociale e della solidarietà umana e che si illude di poterlo ricostituire fisiologicamente, mettendo al mondo un figlio che la legherà nuovamente al marito. Stina Andersson è una donna che ba escluso il do– lore daU'orizz.onte della pro– pria ,,ita. E HjOrdis è una donna che non ha ancora iinparato ad assumere le proprie responsabilità. L'in– contro con la maternità sarà per esse l'esperienza che le condurrà verso la soluzione del proprio problema mo- raJe. Cecilia non riuscirà a portare a termine la gravi– danza e ritro,·erà egualmen– te una via d'intesa, spiri– tuale, con il marit'O. Stina, il cui figlio nascerà morto. comprenderà il dolore. E Hji:irdis si confiderà con la madre, ritornerà a casa e soprà trovare in sé la fidu– cia per continuare a vivere e per preparare anche la vita al nascituro. li film ha termine con una immagine sottilmente sugge– stiva: Hji:irdis lascia la cli– nica; alle sue spalle i bat– tenti a molla della porta si chiudono dopo un nen-oso ondeggi.amento. La tempe– sta si è placata per tutte e tre le donne; incomincia ora per esse l'esercizio di un impegno severo che as– sorbirà le loro energie mi– gliori. Questa orditura morale del film non è denunciata; ma risulta via via dalle al– lusive battute del dialogo, dal giuoco delle situazioni e dei movimenti, dalle espressioni delle tre attrici E,ra Dahlbeck, Ingrid Thu– lin e Bibi Andersson. nelle quali, prima ancora che una perizia tecnica, è il pos– sesso pieno del personaggio nella sua moralità fonda– mentale, nel suo problema umano. Anche in esse è la presenza di una gdtura. Alle soglie della vita non è un'opera che tenda allo spettacolo. La forma dell_o spettacolo vi è presupposta come mezzo espressivo di un mondo spirituale. Il procedimenl'O è inverso. E per questo soltanto alla fi– ne si rileva che il film si svolge interamente in po– chissimi ambienti (due o tre stanz.e della clinica), che i personaggi possono contarsi sulla punta delle di~ che non esistono musiche. Sono banditi i consueti ingredien– ti dello spettacolo con una austerità rigida Ma il film è eloquente per questa sua ricca sostanza, per questo suo peso di idee e di senti– menti, per questo retroterra culturale che lo sostiene in ogni immagine. Non è nna parola detta nel vuoto. E' la continua– zione di un lungo discorso che risale e 1Gerkegaard e a Ibsen: una ennesima me- Giovani pittori in mostra a Este Venlitrè piuori estensi ~:::: J~~~~ni:•au~~J°1~ ~S::~i~~o eu~':~ne( a~f: molti sostenitori di tale te- colato in una serie dì mani- ;~;o~~~~ ~p~: i~~~~ 1 ;-/,~1~;:n::::::U gomentaz:ioni che la sostan- di questo ~ del prossimo mt:- ziano. 1'.fa, d'altro canto, non se) ~r darsi convegno in si può rilevare la varietà di 1 '"Fatt~ 0 '::ct:;:~e:~a~his- ~~wu~ttiri~r;:;~t~ ~%~ simi, ancora attardati su ~ si. Uno dei più vistosi è sirioni di una poetica anti· quello di considerare il film quata, ottocentesca e talora come causa della delinquenza pe::fcno oleografica, i più di minoriJe. Tale opinione vie- essi., spa;ie i più giovani ne sostenuta come ,erità (quasi tutti sono giovani ta- scientifica con argomenti e luni giovanissimi), mostrano considerazioni che non reg- chiaramente, attraverso i pro-- gono ad una critica serra- pri dipinti, di avere intese ed ta. Si dà come scontato as.sorbite le istan.::.e innova- quello che de,·e essere di· 1rici dell'arte odierna. L'attrice Bfbi Andenon (a de stra) fn una scena df "Alle soglie della vita:. di Bergman mostrato. Exelina Tarroni -----------------------------------------1 to~inedJ1'Ist?t~t:,en%:.•p~~= TR.ADO'.ll'TI DA. HA.R.OLD NOR.SE * In brooklynese i sonetti di G. Gioacchino Belli Quarantasei sonelli di Gioacclùno Belli sono stati tradotti in americano da Harold N,irse (I). Si tratta di una notevole aggiunta alla già considerevolt: mole_ di traduzioni di poeti e narratori italiani sia co,11emporanei che dd passato. Il mestiere di tradurre ormai sta diventando in America un fatto comune. Si traducono Manzoni, Ippolito Nievo; si creano e monopoli:. per gli scn·ttori ~rni (Moravia so– prattutto); si accaparra i~ Lmnpt!dusa; .si. •st?OpTe:. Svevo_; si traduce. ultima tra le imprese, Pasoluu. Ci sono e borsi– sti:. (si tratta di elargizioni fatte da fondazioni o da un– prese editoriali) che si specialiuano in Quasimodo. oppure Ungaretti. · Questa vasta prodwjone trov~ il_suo pubblico che _legge forse con ugual diletto I.e. tradunom dal russo e dal gr.ap~ nese (fioritura miche di orientalisti, in.qu ~t(! dopog"frra); gli e accaparratori,. dal IOFo angolo l"}gwst1co _ conwwano a rifonùre il mercato con sempre nuovi prodotti, e dunque a stimola.re la e domanda :.. . Si direbbe davvero, l'americana, una affluent soaety, volta a consumi che esulano dall'essenziale, nella quale co– munque si è smarrito il concetto e la consuetudine della austeritd. In tal modo si fa però larga breccia nello • iso– lazionismo ,. culturale. In que.slo clima di grandi incontri si colloca il lavoro del Norse, ragguarde\,-ole per_ch~si tratta fiella prima traduzio– ne del Belli (in qualsiasi lmgua.). !'. g1ov~e autor~ è stat_o mosso almeno in parte, da spmto di emula.zjone ( gid D H.' Lawrence aveva tentato di tradurre Belli, ma senz.a successo) e soprattutto dal piacere di vedere fiori.re sotto la sua penna su ima illustre fal.sanga, una ltn~ che p.nor~ aveva germogliato poco letteraria.mente. I sonelll son.o tn/att1 tradolli nd dialetto natio d;1. ~ta, il brooklyne.se . E ~'llao ii q::{3:n'~t La°i!~~°tB~~~~li ptu~jo \J~l! versale, ecc. E, for~e per 'o!enire incontr_o ad esig~ . edi- =\=:;i 0 ul~~i ici f:~~~a ~"';~ 1 n"eit~~~~e~:-n: I.A traduzi.one ha. una andatura disuguale, poc}u sono 1 casi in cui il valore dell 'origino.le si pareggia a quello della traduzione. Anche dentro l'ambito di uno stesso sonetto si ravvisa a \:olte la stessa disuguaglianza: troveremo imma– gini che diventano meno o addirittura più incisi\le. più e forti:., dell'originale a scapito dell'insieme. In più, si perde un po' della. •cesellatura,. conferita nell'originale. dalla rima, alla quale Norse ha rinunciato. Il risultato, lutto sommato, è d'una specie di barocco americano (qualcosa k'::1fJ~/:/e~':f:hii t~asr:oc::';~a !:It,!~/:;;o~'/r,)~pi a Fra,1- A parte la bravura che comunque traspare in queste 'lra– du.z.ioni, resta sempre da chiarire fino a che punto il br0tr klyn.e.se si presti, a tradurre il mondo del Belli, se ~ sia uno strumento atto a rendert: il carattere romanesco. Val~ rizzata appare nella traduzione la. parte metafisica o sur– reale del Belli mentre è sacrificata la. sua • c:a.uolicità :.. LA scelta dei sonetli è anc.he stata dt:llata dalle ristret– te.ue del dialetto: tutto ci.ò che è •beato,. dev'essere eli– minato. Gli idilli non hanno posto nel repertorio brooklynese. pri~~rs:a!1o11a ~~in~ a ;:,~~~li n!a Jfn~a Jag~itaUdi poesie •vitalistiche.•• che. tradiscono nessi colla e beat lite– ratu.re :.. Afa la carica drammatica (che in certo modo lo accomuna al Belli) si palesa meglio nella ultima racccl.ta di poesie (di prossima pubblicazione). Sono poesie che con– tinuano ad essere e roventi:. ma in cui si staccano con mag– giore chiareua alcuni motivi che rompono con il generale clima e esistenzialista:., fino a potersi parlare d'una rifiori– lllra spontanea dell'espressionismo, o almeno d'un ricon– giungimento con questo filone. (Cosa che renderebbe ardua la traduzione in italiano del Norse, visto che i su.oi concetti, la sua tematica sono più legati alla sua lingua, dialetto o lingua che sia, che. non all'italiano). Uno sperimentalùmo a,nen·cano. Anche la scelta del Belli ad arche.tipo-ispiratore, con funzioni di grtl.{1de rilancio dialettale, lo starebbe a provare. (I) The &,,,um. Sonnu.s of G.G. Bdli, trans. by Harold Rorse. With a ptc:fac:e by Wm. Carols Wùliams and an inll"Od. by Alberto Mora\'iA. Publishcd by Jon.athan Wlll.wns, Higblands, 1960. VERA WIGOD gogia, Roma) con la sua in– chiesta ha portato un va· lido contributo per una più rigorosa impostazione del problema cinema-gio,·entù. Nella prefazione del vo– lume LuiJri Volpicelli, diret– tore dell'Istituto di Pedago– gia, facendo un'acuta sinte– si storica di quanto si è fat– to in Italia e fuori, dice giu• stamente che è una triste in– genuità addebitare al cine– ma il dilagare della delin– quenza giovanile del dopo– guerra: quando un uomo come Makarcnko, (son paro– le deJ Volpicclli) ci ha dimo– strato all'evidenza che per ricostruire la personalità bi– sogna ricostruire l'ambiente e muo\'erc dall'ambiente rico– struito. non si possono inter– pretare cosl estrinsecamente e moralisticamente problemi cosi gravi come quelli della delinquenza infantile. Clifford Shaw ha messo in luce come, in fondo, la de– linquenza infantile ed, in ge– nere. anche la delinquenza adulta, non possa essere ri– ferita nemmeno alla pover– tà. Non è, egli dice, questo o quel fattore in sé la causa di un fenomeno sociale cosl complesso, come la delin– quenza: ciascun fattore vi concorre in relazione alfin– siem.e, in rappono a rutti gli altri, talchè anch'egli, il so– ciologo americano, arriva al– le stesse conclusioni dell'eclu• catore bolscevico: che il pro– blema fondamentale è quello dell'ambiente, inteso nella sua profonda strutturalità etica e sociale. A conclusioni identiche ar– riva Evelina Tarroni attra– verso lo studio dei risultati della sua inchiesta. La stes– sa fa opportunamente nota· re che i risultati di cene in– chieste condotte all'estero, per comprovare l'interdipen– denza fra delinquenza e ci– nema non vanno considerati attendibili ai fini del proble- Nell'iinpostazione della ri• cerca la Tarroni ha tenuto presente i vari aspetti del problema, cioè, sia quello di– dattico. sia quello sociale, sia quello di natura più stret– tamente psicolùiico, cercando di crearsi gli strumenti di ricerca che potessero essere adeguati alle differenti esi- ~f1~ ~~fòda3:e.q:~t:~: • ri, uno dedicato ai problemi del film spettacolare, l'altro ai ,·ari aspetti della funzio· ne didattica del cinema, ed in fine si è preoccupata di raccogliere una notevole quantità di relazioni libere, tendenti a procurare una do– cumentazione esauriente su determinate esperienze filmi– che individuali. Nella raccolta del materia– le si ponevano due problemi : il primo riguardava l'età dei soggeni da esaminare, e 11 secondo le z..onee le località in cui la documentazione do– ,-eva essere raccolta. li pri• mo è stai.o risolto panendo da ragazzi di otto o nove an– ni per arrivare sino a quelli di sedici anni. Questi limiti di età si sono dimostrati suf– ficienti per cogliere la dina– mica dello sviluppo dal ca– ratteristico comportamento infantile di fronte allo scher– mo sino al comportamento dei ragazzi di sedici anni, che si può considerare vicino, per molti aspeni, a quello dello spettatore adulto. Per quanto riguarda il pro– blema della località, data la grande diversità di livello culturale e soci.aie, di tradi– zioni e di costumi tra il Nord. il Centro e il Sud d'Italia, la soluzione scelta fu quella di distribuire il materiale a un determinato numero di Provveditorati di din~rse regioni. O materiale raccolto dalla Tarroni ci fornisce una serie di dati, preziosi per lo stu– dio della psicologia deU'età ernlutiva. I.a rivelazione dei dati statistici consente di ar– rivare ad un'esatta delimita– zione della reale forza di at– trazione, esercitata dal cine– ma nei riguardi della gio– ventù italiana di oggi. I dati statistici sulla Ere-- Leone Tolstoi: carità e utopia * di i'UASSIJJO GRILLA:XDI quenza danno una media di quatlrO proiezioni al mese. L'uniforme configurarsi di questo fenomeno, anche nelle località più diverse, fanno pensare ad un costume pro– fondarneote radicato. In a:e– nerale, fa notare la Ta"rroni, i ragazzj italiani ,-anno al ci– nema durante i giorni festi– vL Si nota un lie,·e aumen– to della frequenza dei piccoli centri nell'Italia meridionale, proprio nelle zone, quindi, do,·e gli spettacoli cinemato– grafici sono meno frequenti. Ciò conferma l'autrice dell'in• chiesta nella cominzione che esista un determinato limite di saturazione .oltre il qua· le non c'è da temere che di– laghi la diffusione del Cine– ma Questo timore, esagerato da molti srudiosi. appare in• giustificato esaminando i da· ti dell'interesse generico dei giovani per il cinema. Tra le occupazioni, elencate dal que– stionario (leggere, giocare, sport, cinema, ec-c..) il cine– ma non si lrO\'a al primo po– sto: i grafici danno una quo– ta oscillante tra il terzo e il guano posto. in maniera uniforme, sia in relazione aJ sesso, che all'età o ai fatl'Ori ambientali e locali. fnteres· sante è Ja conclusione cui ar– ri,-a la Tarroni nei ria:uardi del rapporto tra interesse generico e frequenza: ccn– trariamente a quanto si po– trebbe pensare. i: confronto fra i dari relativi denuncia la mancanza assoluta di tale sospettato rapporto: ad una frequenza mensile più alta non corrisponde un maggior quoziente d'interesse generi– co. La frequenza è dunque in funzione di fattori estra• nei alJe caratteristiche psico– logiche individuali del sogget– to: essa è dovuta, o~. sol– tanto in parte alle condizioni economiche della famiglia, e in massima parte invece al fatto che i genitori (respon– sabili maggiori della scelta) concepiscono il cinema come uno s,-ago festh·o. ul1ll31men– te adatto per tutu, dimo– strando cosl di non sospet– tare neppure mmimamente che esso Possa essere uno fra i più delicati strumenti di formazione e di conquista ~e~a ~';un!~~~~~ ra~ ste considerazioni ci sembra– no inoppugnabili. Ancora più convincente ci appare la Tar– roni quando fa rilevare co– me il citato atteggiamento dei aenitori non debba esse– re interpretato sempre qua– le mancanza di senso di re– sponsabilità per l'educazione dei figli, ma piuttosto come ignoranza delle leggi psicolo– giche che regolano lo svilup– po della personalità giovanile. Esaminando i grafici della sca.Ja app~diamo molte co– se interessanti. e sopratrutto notiamo che sino a un certo limite di età la scelta dei films viene fatta esclusiva– mente dai genitori. senza che la scuola si preoccupi mini– mamente di influire su di essa. La cosa. considerata in superficie, può apparire piut– losto ovvia e di relativa im– portanza, ma, se si considera che tale scelta dei films, \<isti dai ragazzi, non avviene nep– pure secondo il più labile criterio pedagogico o psicolo– gico. ma. a lume di naso, salterà evidente la gravità della constatazione. Di solito i familiari, nello scea::lierc un ~o~ i~o 3 ro~e~c'!o~== Il VITA del TF.ATIRO [I Ad Ast.apovo, Ja piccola stazione ferroviaria della Russia Centrale, Lev Tol– stòj legò con la sua morte una popolarità mondiale, in virtù di un gesto av– ventato e dopotutto gra– tuito come fu quello di un vegliardo deciso a lasciare le proprietà di J asnaia Po– ljana per tentare di rag– giungere, povero in can– na. se dobbiamo stare aUe intenzioni, chè nulla .di scritto ci è pervenuto, ua collettività di tipo co– munistico nella immensità paurosa del Caucaso. Ma gli intellettuali de} seco– lo scorso avev-ono di que– ste ciebolezze. Basti pensa– re, passando dall'Orso al– la Balena, così come cer– ta pubblicistica moderna ama indicare rispettiva– mente la Russia e l' Ame– rica~ alle esperienze che in tal campo e per un pe– riodo non breve. condusse Nathaniel Hawthome, il quale da} lavoro manuale in una fattoria retta da criteri collettivistici non si peritò poi di passare alle esistevano erano quelli della ricchezza e della po.. vertà. Un rapporto equa– zionale che vedeva attra– verso un sottilissimo giuo– co di incognite, equivaler– si e nel contempo sommar– si i sontuosi saloni dorati, in cui nobili brilli e ga– lanti accendevano per scommessa i profumati si– gari con biglietti da miJle rubli e le catapecchie do– ve i , muzik > venivano di– vorati dagli insetti e dalla fame, dove il caso medio e non quello limite era rappresentato dalla lavan– daia morente gettata sulla fangosa neve della via per– chè non ha pagato l'affitto: non più di pochi e kopej– ki >,perla verità, ma suffi– cienti a dar vita a un epi– sodio che tentò la penna di Tolstòj, in vena di po· pulismo. dagogiche, e proseguito poi. come si com;ene ad uno scrittore, più con la penna che con l'azione pratica. Ma l'iter di questo pode– roso riformatore più vel– leitario che reale. anche se i suoi interventi giovarono concretamente, con il rica– vato di un romanzo. in fa– vore della setta dei Du– chobory, una specie di obiettori di coscienza avan· ti lettera. e dei poveri af– famati del governatoratt' di Samara che videro ces– sare le loro sofferenze per effetto di un .1rticolo del buon conte Lev n quale solle,·ò mezzo mondo in loro favore, l'iter di Tol– stòj è e resta socialmente in tma posizione più este– tica che sociale, più un bel gesto, per intenderci, che una azione concreta. Ne abbiamo la prova leggendo una buona parte delle sue opere, da poco apparse a cura di Eridano Bazzarel– li (e Racconti e novelle>, e Guerra e pace >. e Anna Karenina e racconti con.iu – gali >, e Resurrezione e ul– timi racconti,. - Ugo Mur. sia. Editore. Milano). dire nel 1862, il conte Tol– stòj acquistò, almeno per un certo periodo, quella luminosità interiore che doveva condurfo alla crea– zione di una poderosa tri. logia di capolavori,· in so– stanza alla rappresentazio– ne della propria anima. proiettata ortogonalmente nel disperatamente amato e nell'amaramente povero. non solo in senso materia· le. popolo russo. Quello che in campo estetico era il suo credo: quell'arte che doveva • trasportare dalla sfera della ragione alla sfera del sentimento la ve– rità secondo la quale iJ be– ne degli uomfoi sta nella loro unione >, si palesa, in. campo sociale, ed è questo per lui anche Io scopo del– l'arte intesa in senso cri– stiano, e la realizzazione dell'unità fraterna tra gli uomini,._ to volontario degli ultimi tempi, potente deus ex machina, Tolstòj porta se stesso e i suoi teoremi di perfezione sociale attra– verso le tre opere che più asicurano la sua gloria e che possono venir defini. te: !"Iliade, l'Odissea e la Eneide del popolo russo. E'• sempre luL il gene– roso e bojaro >. con la so– verchiante anche se in parte utopistica concezione politica ed economica, a dominare i suoi propri li– bri. Qualcuno deve aver scritto. e se non e vero lo diciamo noi, che il più grande, forse l'unico perso– naggio. la più vera crea– tura di Tolstòj è Tolstòj stesso. Egli è il soldato Pla– tòn Karatàev di e Guerra e Pace>, vera monade rap– presentativa ed irrevoca– bile del popolo russo. con– dotta quasi con postulati tipo Doxa. Egli e il Kon– stantin Le,~ d.i , Anna Karenina ,., tolstoiano ad oltranza nella sua dispera– ta ricerca di una e di tut– te le verita. Ma egli è so– prattutto ed intieramente nel personaggio indimenti– cabile e moderno del prin– cipe Nechljudov di ~ R~ surrezione >. cupazione moralistica. che. in parole po,ere si risolve nel– la maggiore o minore abbon– danza di contenuto e amoro– so ,. del film. Quando poi la scelta è fatta liberamente dai ragani, la situazione non è naturalmente migliore, poiché essi si trovano <li fronte ad un'organizzazione impostata su basi rigidamen,e commer– ciali. r cartelloni, le locan– dine, le fotografie, che ser- ~~~e ~glp ~ 0 'te= do-sopranuto conto della ca– rica di .. thrill • o di eroi– smo chiusi in tali mezzi pub– blicitari. I Ritorno del « lllarescalco » II Marcs~co di P~tro Areti~ rappre.s.e.:ntauna b~a nella felice .aura di un.a corte cinquecenc~. Con spinto bizzarro non difforme del re.sto _dallo sptn..1.0 d~la co~– media :uaner Lualdi si è autenllca.mmle divertilo . a .n– mette;e in scena quest'opera prima nel. T~tro Olu7!(JtCO di Vice:n:.a e poi nel Teatro S. Erasmo. d1 Milano ad 1~· gurai.i~ di una. st_agione clze sarà interamente dedicata agl}nlS:,.~~~~'/p~:::;:i-i 1 dello spettaçolo sono stt:µi Cantillf? PUotlo, Enresto Ctdindri. Luigi. Cunara, Espena Spe.ra,u, Al~ Pi:;::t~loe f~;~:e~;~~rtentissi!flO. pu l'abilità del regista e degli attori che si sono pro41s:at1;_ 1~ .soprat– tutto per la perenne vitalità del ce.sto. Gli uomuu. dt. t~tro han.no scatsa fiducia ndl'aihtalità della commedw. 1taluma. cinque.ceni~; ma hanno torto. Dapporto principe spod~tato Un'attrice di prosa garbaia ed elegante. lollf F1erro, t! la e partner,. di Cario Dapporto nella com!"edia musicale di Scarnicci e Tarabusi Il rampollo, cJre e stata rappre- sm;~~~a;::,is'faea:f:k Li:f::nd!i èM~!"'/,~incipe spodeflaIO, che invea di dedicarsi alla restaurazione del ~egnc 5.1~– in piaUl-'Oli avventure. In quest~ commedia 7!1-US1Cale I t.·an quadri, .sostanzialmente staccct11, sono legati soltan10 da un c~e: o':/;,,;::g_t1u::::U 0 al quale recita e CllJt!a a~e Marisa Del Frate ha creato una ntl(!Va e macch1e.tta' . ~ sostituzi.one dd s;,o vecchio :io Agostino: è Santtç;o P,p:– to~. una imita:ione di Angelo Musco. ì\iuova Avanguardia italiana Quattro alli unici, Ballata per f_og!i ~ buste ~i G~ Roberto Cavalli, La tazza di caffè di E_nnco _Fulchi_gnom e Beniamirw Joppolo, Il gallo sull~ c~llina _di AJana Ro5t! Be:aii ~Ji~ec~ ~t~~~ GJtf~m!u:, uso;i:/ol~taJi ~vanguardia italiana 1960 ,._ . I.A riunione dei testi era in reallà _ ;nuttosto casuale e st0 t 1 j 0 ~,d~ d~j[.! a:'n~~fa ~ 1 ~7~ nel senso defllJ ricaca di una nuo,.·a espressione ~>iOl';11le"!e?!'e agf!'e.ssn:~ che. spazi i moduli tradizionalment~. vis:ent1, e onnru sto!"': CtJmente superata.. Infatti !1essuno p1u st <?Pportealle novita e molti le attendono answsamente, ma utYano. , più comode poltrone di un Consolato o ~alle esperien– ze. ed anche Tolstòj le co– nobbe, di viaggi all'estero, non propriamente condotti sul piano dell'economia, pur se il taccuino di en– trambi gli scrittori si com– piace di annotare sapide frasi sulla avidità di que– sto e di queJ personaggio. A un certo punto Tol• stòj, ma prima di lui tra gli altri l'a\·eva fatto an– che Gogol. se vuol scrive– re e se, come diceva Ka– ramzin. vuol e scrivere co– me parla >, ossia , scrivere come vive• non può fare a meno di affrontare i pro. blemi di fondo della so– cietà russa (soltanto rus– sa?) di quei tempi, ove gli unici veri monumenti che Perchè questo è il bello, nel rampollo della nobi– lissima famigila dei Tol. stòj, che fin dai tempi di Pietro il Grande avevano bazzicato corti e teatri, propendendo più per la vi– ta brillante che per i fan– gosi campi ài battaglia, il bello e questa vocazione verso una nuova giustizia sociale, in un clima paleo– cristiano e nel contempo in possesso di tutte le sol– lecitazioni volte ai teore– mi più acuti della socio– logia e dell'economia. Un p0puJismo quello di Tol– stòj di natura tra estetica e pratica, iniziato quasi co– me un giuoco da giovin si. gnore, attraverso la crea– zione dei famosi e centri di studio> nella avita Jasnaia Poljana, e l'elaborazione di rivoluzionarie teorie~ Appena sposato, vale a PABLO PICASSO: •Toro-lump • (ceramica) Siamo lontani forse tan– to da un'arte quanto da una concezione sociale nuova ed importante per tutti, ma siamo già all'ap– prodo sicuro di una pietà sollecita che divide i beni e i problemi in se.nso in– versamente proporzionale ai fastigi della ricchezza e alle patenti di nobiltà. Demiurgo insonne e pode– roso, non invischiato an• cora in problemi di asset– to religioso e di interpre– tazione del Cristianesimo. come a un certo punto osò fare, e in una sostanzial– mente inutile abiura della sua posizione sociale. che in definitiva il ricco. il po· lente Tolstoj poteva mol– to più per sè e per gli al– tri del patetico, ma sostan– zialmente ioutile disereda- Primo o tra i primi in una società che combcia– va ad avvertire la falsità di una secolare posizione di privilegio, Tolstòj vede. nel prossimo, degli uomini di carne e di sangue: non dei puri teoremi marxisti, ma dei fratelli pei quali, al di là di ogni preoccu– pazione teorica. è lecito .;pendere ogni moneta di amore. bruciare i più sal– di egoismi. L'insegnamento sociale di Tolstòj è in que– sta <resurrezione:., io que– sta generosa utopia che è ancora alla portata di tutti. A questo punto parrebbe mollo logico, per risolvere ~ii:erof~~~J! 11 1 ~~·m~ ralisti, cioè proibire tutti i films per adulti, riservando ai ra~ ~l~ivamente quei filrns m cw agiscono ragazzi o pupazzi animati. Questo grossolano rimedio sarebbe peggiore del male. Anzitutto la Tarroni fa notare come sia ~~efi~fu=~~te e&li m:i~~~ l~enti amino i films in cui a~scono loro coetanei. Le nsposte al questionario di– !D-OStrano chiaramente come 1 _:3g:uzi si appassionino di p1u alle _stoi_ie degli adulti, e come CIÒsia per lo svilup– po della loro oersonalità Q1:1atcosa di più di una sem– plice preferenza • edonistica •. ,:a1<? . pref~ ci dice che s.uni:fi 1?5pe:nenzefilmiche so– !10 md1spe:nsabili al ragazzo, m Quanto lo aiutano a sco– prirsi, a capirsi. a formarsi. In sostanza la gioventù di oggi, ci dice E\'elina TarTOni, non segue una strada divcr• ~ da Quella percorsa dalla gioventù di qualunque altra epoca. Essa non e modellata (come s'indulge a credere) e non si lascia evidentemen– te modellare daJ cinema co– me da nessuna altra forza estranea alle· !egp che ne re– g~lano lo svolgimento inte• n_ore,__ma piuttosto mos-tra di u1tbzzare qualsiasi nuovo mezzo che le venga offerto per approfondire la scoper: ta del mondo esterno, e nel– lo st~ tempo per acquista– re COsctenza del proorio flV\f'I• do interiore.

RkJQdWJsaXNoZXIy