la Fiera Letteraria - XV - n. 42 - 16 ottobre 1960

LA FIERA LETTERARI ~no À'V •. 42 SETTIMANAL DELLE IJETTERE DEhhE ARTI E DEP,J:,E SCJENZE Domenica 16 ottobre 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO UMERO L. 100 DLREZIUNE. AMMINISTRAZIONE: Roma • Via dJ Porta Castello. 13. Telefoni: He<!az.ione 655.ffl . AmmlOJStrazJone 655.168 • PUBBLICI'l'A': Ammiruat.ru.J.one: , LA Fl.ERA LE'l"fERAKJ.A • Via dJ Porta Castello. IS . Boma fAftlFt"A: L. 150 aJ millimetro • A BBONAMENTl: Annuo L. 4.000 Semestre L. 2.150 . 1'rtmestl'@ L. 1.100 . Estero: Annuo L 7.000 Copi.a arretrata L t&O • Spedtz:ton• lD conto con-ente portale (Gruppo ai Ct-into OOrt"eflle post.al (! a. 1/!1426 (_► __ S_<O_H_I_'J_C_'JC_O_H_I_IN_:r_p_H_I_M_O_P_J1_A _ O__ ◄_) LETTERA DANEW YORK * Giuseppe Mazzullo: scuola it liana Guglielmo Petroni: L'amara vergogna Va!a~g~e Quando uscì il volume l\la ~adagnarsi il pane che Je più care non conte- per tutti noi. (noi. che ab• "i;!r.:'~".:::-:'~~~I d I hb f I n mondo è una prigione in qualche modo è neces- nevano l'unica o.sservazier biamo più o meno l.a tua "= ave\'0 già combinato ciò sario, perciò, nel 194.8, s'io ne che mi aspettavo. Non età e scriviamo) le parole che era inevitabile, tra la volevo continuare a rinun- fui deluso del tutto, anche che douevano e.ssere scrit– mia esistenza. il dopoguer- ciare a quel certo tipo di qualche coetaneo mi scris- te su di. noi. Tu hai "reso ra equivoco e quella pie- impegni che malamente mi se; ma solo Vasco seppe conto·•., da una posizione cola carica ideale che mi s'ad3ttavano, dovetti per dirmi la frase a cui tene- la più .sprovveduta, e for– ero fatta crescere in cuer un anno e più accettare un vo pili di tutti gli elogi se proprio per questo la re dalle mie personali lavoro faticoso e impensa- ed i consensL 'ella sua più m-0ralmente lucida, di. esperienze della Resisten• to. che si svolgeva dalle lettera Vasco espresse cer una generazione d'intellet– za. Non voglio scendere a 21 alle 4 del mattino. La- si il giudizio che mi ero tuaU•. >. Era una bella Jet.– troppi particolari; basti varavo nei depositi de.I- aspettato e l'unico a cui te- tera e l'ho conservata, ci dire che le ultime pagine l'Atac, l'azienda tranviaria nevo: < ... Tu. hai scritto sono anche considerazioni ~:!1ali!: :e•:r::oo~r°i!~~ ~~o R~:a; ve~t\en~ev~~ ----------. =b~f.!%~zz:1~oli t:~~u~~ sibilità di trovare anche sportelli che si trovano in QUASI UNA Rffilfl(A discutere mollo. durante ~';..il d~~~i;;.", 01 ~~:to gt ~f\u~:'.lo r!;.,.i;;:mde~ PER CHIAN(IANO ~.;"~-=~-om!r~a q~~~~ amici che meglio mi cono- tram che finivano il ser- * ed anche se mi pervenne scevano potevano fare ben vizio; i fattorini ci porta~ da uno solo dei miei coe- poco per me, molti anzi. vano l'incasso della gior- o tanei, mi bastò perchè era colmi di illusioni e di teo- nata. do\·evamo contarlo. pera prima tutto ciò che chiedevo, for- rie. di esaltale attese. non dividere il denaro in maz- se non senza una punta pote\·ano comprendere ed zetti e rotoli e fare i rela- f'l d'immodestia, ma non ha anzi spesso biasimavano tivi conti. Era un lavoro o seconda r importanza. quella che chiamerò, cosi assai duro, sotto i capan- • • • per dire, la mia ritrosia. noni assordanti dove le Durante il '\"iaggio com- Nell'interno: Tre lettere da Parigi; di Giacomo Antonlnl, Lucio Attlnelli e Walter Mauro. Due • storie• d.l Giorgio Ca– pronJ. Le ceramiche di Ph:auo. La • Festa d'Ottobre• a Mo– naco di Ba,'rfera, dl Gio– vanni Necco. In brookllncse I socdU del B<tli voci, lo stridore delle ro- Annunciammo nel nume- plicato da Roma a Lucca, Guglielmo Pct.ronl GIUSEPPE MAZZULLO: •Ragazza siciliana• (pietra) Un inedito di Ettore Serra. Recensioni • Rubriche - Va– rietà. taie, il rombo dei motori, ro scorso che l'opera prl- sul camion dove mi trovai mi rammentavano vaga- ma premiata a Cbiandano con due soldati ed un·al– men!e !e poche ore pas- doveva dte.oersl stampata tra persona che non rie– sate a Regina CoeH. nella (per esplicita dichiarazione sco a ricordare. un piccolo cupola centrale, prima di dell'autore all1ntemo del avvenimento lasciò una uscire definitivamente dal- volumetto) fuori dal limi- traccia as.sai profonda nei la prigione. I fattorini ti d1 tè.mpo previsti dallo miei ricordi. anche se tra– stanchi di una giornata di Statuto del Premio medesl- lasciai di scrfrerlo. Erava– lavoro, frettolosi di tor- mo. Per questo avanzam- mo a mezza strada tra Ci– nare a casa, di andare a mo il sospeito che il rico- vitavecchia e Tarquinia, letto con le proprie mo- nosd.mento fosse viziato al- c'era un gran sole ma fa– gli, (era la cosa che dice- l'orlgine. ceva freddo. sul camion vano di più) si affollava- Ci tocca stavolta rltoc- scoperto il vento ci tortu– no allo sportello bestem- care e compie.tare quella ra\·a. Dopo a"·er aperto la miando e insultando il cas- notizia giustamente intllo- mia valigia per estrarne siere impelagato tra chili lata allo scandalo (o qua- un pacchetto di sigarette '-"Oaltri sette, chiusi gli oc– chi e do"·eva sembrare che dormissi. I due soldati per molto temfX) controllarono la mia immobilità, poi, cert3.ffiente com·inti che fossi addormentato, apri– rono la valigia \enendosi le mani dietro la schie– na, ne trassero un pacchet– to di sigarette per uno e la richiusero con abile fur– th·ità. sospirando contenti ad operazione avvenuta. Io "·idi tutto, ricordo i mi– nimi particolari; rimasi di am-lire, dj lirette di car- si), ossia ricorrere ad una che offrii. dentro ne ave- (continua a pa,a:. 2) ta. di carta moneta d'ogni rettifica (o quasi). Effetti- ___________ _ JlL LIBRO DI CUI * §li. P AH.LA dimensione e tipo Celti ri- ~en~~or~~;: corda più questi particer si uomo», eslste in edizJo. lari della nostra "~ita di ne Carpeoa (lire 2800) da– allora?). 'on 50 chi fos- tata al maggio 1960 e dun– sero i colleghi degli altri que in piena regola rispet– sportelli, erano tanti e to al bando del < Cblancla– cambia\·ano spesso. no• e al riooooscimento Un'attesaristampa l racconti di ffiilcock AJ un.1:1: cen.&. ora, we- eh.e: le ~ stato daio. Ma sc- * di ALBERTO BEI.IL .-1CQlJ.4 Tra i nuovi scrittori che in questi ultimi anni sono stati aggiunti alle schiere della Letteratura (quella, s"intende, con la elle maiu– scola) J. Rodolio Wilcoc.k rappresenta un caso a par– te, piuttosto curioso e fuo– ri dall"ordinario. Anzitutto egli non appartiene a nes– suna delle a\·anguardie a]– Ja ribalta, ne. a quanto io sappia, e tra i cooptati di questo o quel gruppo piU o meno a sua volta legato a Wl ec;fitore o m~gari ~I– le pili importanti regola– trici mondane dell"Olim– po letterario, e tanto meno ancora sì fa il suo nome tra coloro che sono gli abituali sceneggiatori del cinema italiano. )fato a Buenos Aires una quaran– tina di anni or sono, con un mosaico internazionale di ascendenti diretti o in– diretti, egli vive in Italia (a Roma, precisamente) da qualche anno. forse dieci. dove collabora a riviste e giornali. Comunque il suo nome era già noto negli ambienti letterari assai più per i suoi scritti, di carattere saggistico che narrativo. e non di rado di una saggistica so– ciologica piutl05to che let– teraria. n volume di rac– conti 11 caos, apparso di recente presso l'editore Bompiani, è. se non \·ado errato. la sua opera pri– ma. a meno che non si \·oglia considerare tale un breve atto unico presen– tato tra i e Fogli d.album italiani > al Festh-al dei due :\Iondi di Spoleto. E' probabile che in una letteratara come quella italiana tutta fatta di let– teratura. il libro di J. Ro– òolfo Wikock possa diven– tare assai importante. e che lo sia in realtà. ma solo in ragione di quello che può essere una indi– cazione puramente lette– raria. Stanchi come siamo e sazi au·estremo delle nostre possibilità di sop– portazione di ogni neorea– lismo e di ogni sperimen– talismo, delle esplosioni dialettali e da discorren– do. non si può non rico– conoscere ai s u o i rac– conti un'indicazione nuova. quella di una fantasia nel– la qaale l'angoscia e l'iro– nia si danno la mano. e l'invenzione degli orrori più atroci spes.so nasconde la mano di un impenitente ed espertissimo giocatore di specchi. xe. occorre dirlo. manca nel sottofon– do di questa raccolta di racconti la testimonianza e l'inquietudine per gli in- * di FERIHNA.NDO l"IRDll cubi del nostro tempo. ma tuttavia trasposti e sarei per dire quasi al limite dell'evasione da quelli che sono i problemi essenziali della vita contempoianea. la della simbologia para– politica alla Orwell (il racconto che reca il· titolo <Vulcano•. quello che reca il titolo < Trenta re>), quella suggerita da analogie· col teatro della guerra fredda e partico– larmente con quello di Beckett e .con quello di Adamov, e via discorren– do. sono veramente auten– tiche, cioè corrispondono_ a vere. intime. irrefutabili testimonianze del mondo cosciente e subcosciente dello scrittore. un'esplosio– ne della sua più segreta ri– serTa d'interno, o altro. In altre parole. di fron– te a scrittori come il Wil– cock. si pone sempre il problema di una sincerità dello scrittore verso la sua materi2. Non mette in so– spetto salta.nto la bravura di Wilcock, ma soprattut– to l'estremo distacco col quale egli tratta la s~a materia senza che mai o quasi mai il lettore possa intravvedere un cedimen- to. la testimonianza di un orrore che risalga da una zona più fonda che non sia quella dell'intelligenza dello scrittore stesso. A volte si pensa che sia poo– sibile rintracciare daU sif– fatti. dietro talune defor– mazioni, o sotto certe sim– bologie come la laida Guendalina del raceonto e La festa dei nani > 1 o come la bellissima \·ergine CoDcetta che sotto le mani di colui Che vor– rebbe essère il s\10 sed.i.it – tore Si sgretola del raccon– to la beUa Concetta, come quella dell'isola che si sprofonda nelle acque del– l'oceano come nel rac– conto e Sommersione >, ma come sottrarsi a} riscontro con modelli letterari fa– cilmente reperibili in Poe, in Baudelaire. in Kafka, in racconti del surreali– smo? Quanto poi ad un racconto come e La notte di Aix > o come e n tem– pio della verità > sarebbe (continua a pag. 2) tro le nostre spalle. ogni guit:a ad esistere uo « Far– notte qualcuno accendeva si uomo» dello stesso Luigi una piccola radio sul ta- San::ano, stampato dalle volo del cassiere capo, nes- Edlzlonl Fuorimura, Tori- suno l"ascoltava, ma tene- no, per la cui datazione è va compagnia e, forse, l'autore stesso, ripetiamo– controbilanciava il rumo- lo, a indlcarcl un tempo an– re infernale del capanner teriore all'aprile del 1957, ne. Fu contando denaro. dunque fuori dal llmlti sta– facendo gli interminabili tutari del bando chiancla– conH. che dietro le mie nese. spalle udii il primo com- Uno solo è il titolo e due mento al mio libro allora sono le opere, in conclusio– allora uscito. Quando me ne, nella seconda delle qua– ne accorsi temetti che li la prima è interamente qualcuno dei presenti si compresa restando però lo rendesse conto che la ra- netta minoranza; almeno dio diceva qualche cosa quantitativa, rispetto al to– che mi riguardava; ma fu tale ottenuto. una preoccupazione assur- E quJ viene legittima la da, io solo sapevo di che doman d a; il • poemet-to U– si trattava e li, forse, io rico-filosoflco » del Sana– solo ricordavo, magari a no premlato a Chlandano fatica. il mio nome. ~•~=J'a1'"l,:t~o~= In seguito furono molti i spetto ad una sua parte co– comrne.nti a n mondo è stitulsce novità (come noi una prigione, forse troppi; pensiamo) oppure no (co– ma più che gli articoli mi me ha opinato l'autore con– interessavano le lettere correndo espUdtamente per che mi giunge\'ano da va- l'Opera Prima e all'insapu– rie parti. Notai che mi per- ta del giudici, natu:ral– venh-ano soltanto da per- mente?). sone della generazione Detto questo, per noi Jo maggiore alla mia o da increscioso incidente è giovani, ed anche in con• chJuso: tranne che non sia seguenza di questo dovet- lo stesso San.ano a ti.aprir– ti rendermi conto che an- lo per tutelare U suo Dome. Continuando la sua. serie di ristampe dlUlicate. ad alami tra i più significativi narra– to'"} italiani contemPoranei, lo Milore Manda.don (per la cui gentile concessione. pztb- f!i°/:t'":Zi~~opa~erc:/m/d'tz nostra rubrica) si appresta a mettere in vetrina il mondo è una prigione: ù romanzo che impose definitivamente. la personalità letteraria di Gt-<– glielmo Petroni. Seguiranno nel prossimo anno, la n·stam: pa de e 1A casa si muove • e un nuovo libro dello scrit– tore. IOSC3nO(Petroni è nato a Lucca il 30 ottobre del 1911). L'U111.iativa di Mondadori viene a n~tlere in piena e in giusta luce l'opera com– pitta di un narr~tt,rt tht, pur avendo sempre conser– \.'ato wta sua posi;;.ione iuna– na di ritegno e di pudore è riuscito nondimento ad in'ci– dere a fondo sulla linea so– stan_zial,:della nostra le.ttera– tur~ dt:l dopoguerra. Si può an=i dtre. che quello di Pe– troni è un fenomeno parlfro– lare. In tempi come I nostri cioè, cosl pronti ad ampliar; le situ~ioni degne di nota e a sovraccaricare. - a volte in un modo persino urtanre - le dosi, ~ avvenuto un fatto che pare d'al1ri tempi. Uno scrittore, ciM., è arn,·ato - i,1 virtù di un pa:.iente e me– ditato lavoro - a portare P.R.I~E RAPPRESENTAZIONI A R.O~A * una sua. nota sostanziale in un certo quadro del nostro costume culturale, se.n.;:are.– Cl!' .danno a quell'aJ .mosfe.ra dt n.serbo da cui oggi si te.n– d~ - s_P«ie da parte dei pi.ù g1ovam - ad evadere come da. un ceppo temibile.. e li mondo è una prigion<- • ha una. sua pr_opria storia, per ce.rt1 aspetti persino tormen– tata, e di questa sroria Pe.tro– ni si l fatto commentatore in una nota che sard stampala t~ appendice alla nuova edi– z.rone 1n.andadoriana. Da que– sta nota, da cui abbiamo .scel– to i due brani. apprendiamo tra l'altro, che il libro ha un~ sua data, diciamo cosl, pri– \'ala. e li manoscritto fu il mio regalo di nou.e. alla PucL • - scriv~ Pél«mi - e Ci sposammo il 2() settembre 1945, pe,rcilJ questa è la sua data. Tuttavia potrebbe ave+ re poca importan:.a che sra del '45 invea che del '49: AJioJ:, a~;,e /~~"fa ci~~ non era ancora finita e lo spario al.le illusioni. era cer– tamente più vasto del soli– to. Come si poteva mai. con tanto entusiasmo in • giro con tanh· programmi, non' essere travolti, almeno un poco? Evidentemente lo si poteva e magari lo si dove– va~ malgrado tutto. Possibile (continua a pag. 2) Molto spesso infatti lo stesso simbolo di una no– stra condizione umana e eluso dall'elegante gioco della fantasia e sotto la nar-– razione si avverte persino un compiacimento dello scrittore per le spavento– se situazioni e per le tre– menl1e agoni~ dei suoi per– sonaggi. Non è difficile scoprire. appunto per que– sto. troppa letteratura in agguato dietro le quinte di questi racconti, e una let– teratura, per giunta nella quale è in gran parte il segreto di certo fascino. al quale difficilmente riesce a sottrarsi il loro -lettore. Il grande arco dei prece– denti illustri o meno illu– stri di questa letteratura va infatti, dal romanzo < nero> inglese e francese del 700 (e sarebbe qui di prammatica la citazione del dh-in Marchese) ai suoi epigoni britannici e americani deu·soo, di cui P0e è forse il maggiOT no– me (ma quanto orrore tut– tavia non si nasconde in taluni racconti dell'Haw– thome?), e per venire a tempi a noi assai pili "·i– cini. superando talune de– generazioni del roman phi.– losophe, come non render– ci conto di quanto il Wil- La commedia musicale, 1;1enere minore, si riscatta con ''Un mandarino per Teo,, ~~!nddoe:~r~att:C,~ ee i!~ fine a scrittori come Kafka e come Borges? Il fatto è che pz:oprio in questi scrittori dell'or– rore il dato biografieo e psicologico è assai impor– tante per determinare sino a che punto l'ossessione e l'e"·oc3zione di un orrore radicato nel fondo più se– greto dell'anima dj cia– scuno di noi. sia o non sia letteratura. Si pensi a quella che e la componen– te illuministica quasi sem– pre presente in questi rac– conti del Wilcock (il de– forme fiJo!:ofo del racconto Il Caos che dà il titolo al y-olurne. che. nella consta– tazione che la tendenza di h1tte le cose è il caso e il disordine, crea un suo caos organizzando una sorta di fantastica kerm~ do\·e tutti i rapporti umani ven– gono capovolti e distorti), a quella che è la compo– nente sadica (l'orrenda morte• che dae orribili na– ni inOiggono al bel fan– ciullo. che essi stessi han– no gettato tra le braccia della loro padrona), quel- qu~tic~~:~:~~~ ~:i ';;at~ 0 Si~=ii:o~t:. di G I O I' A I' 11 I CA L E 1 1 D O L I to in Italia una dignità-non costituisce una nuova pro- soltanto in un senso forma- va del loro sforzo continuo le ed esteriore come spet- di conferire unità ad un ge- tacolo; ma anche in un sen- nere che è nato sotto il se- so più sostanz.iale come ge• gno del frammentismo e nere creativo. de.ll 'eu;rogeneità. E chi non Un maggiore impegno abbia preclusioni preventi- nella stesura dei testi. un ve verso i generi considera- gusto più vigile nella eta- ti tradizionalmente minori borazione delle coreografie. da una mentalità aulica. uno studio più accurato dell'impianto scenografico, una ricerca costante della recitazione non rivolta esclusivamente all'effetto immediato si sono accom– pagnati anche air esigenza di trovare un centro di gravità di tutti questi ele– menti. di ricondurli ad un fine che non fosse soltanto quello del divertimento del– lo spettatore. Due promotori attivissi– mi di questo riscatto del.la commedia musicale. che in Italia anche per il tramite degli atto:-i deriva diretta– mente dalla cosiddetta • ri– vista-J1, sono stati e sono Garillei e Giovannint una coppia ormai notissima. La loro ultima comme– dia musicale. Un Mandari- non può esimersi dall'ap– prezzare la loro fatica. Una fatica che è certamente non lieve perché mira a com– porre in un'architettura or– ganica fattori assai diver– si: attori che provengono in parte dall'avanspettaco– lo. in parte dal teatro di prosa. in parte dal cinema o dalla danza; compositori abituati alla misura della canzone; coreografi e bal– lerine. che sentono lo sfar– zo tipico della .-rivista» co– me un punto di arrivo. e. infine. un gergo - quello appunto dei «couplet» e degli « sketch • - che ha limiti fortissimi e ehe non si presta facilmente ad un discorso disteso. ma scivo– la per forza di inerzia ver- Bonuccl e Chiari nella commedia musicale e Un mandarino per Teo• so la breve scena in sé con• elusa. A dimostrazione dei ri– sultati ottenuti da Garinei e Giovannini bisogna an– zitutto riconoscere che la loro ultima commedia mu– sicale ba un tema preciso ed un tema anche nobile condotto con un vivo desi~ derio di coerenza fino alle sue estreme conclusioni. Teo, un ragazzo scape– s;rato che tenta la via del cinema. ma che per il mo– mento si occupa come com– parsa, riceve proprio a Ci– necittà uno strano invito da due sconosciuti. Essi gli sottopongono un campanel– lo: se egli avrà il coraggio dj premerlo. in Cina mo– rirà un Mandarino e lo la– scerà erede delle sue so– stanze. Dopo una breve ter– gh-ersazione Teo preme il campanello e a distanza di pochi gìorni da un Manda– rino cine!e a lui ignoto fino a quel momento riceve una "istosa eredità. In un pri· mo tempo Teo si abbando– na lietamente alle dissolu– tezze e assaggia i piaceri (continu-;-; pag. 2) * di ALEX PENN i'.\LW YORK. ottobre. - O– gni anno i lamenti sull'ab– bassamento qualitativo della produzione editori.aie si fan– no più alti mentre la produ– zione stessa cresce. I ùOri si diffondono sempre di più e l'industria editoriale, pur non essendo una delle più prospe– re degli Stati Uniti ha di mollo consolidato le sue po– sizioni rispetto agli ano.i tra– scorsl Sono gli stessi orga– ni ufflciall come Publuhers' Weekl1,1, che deplorano U boom librario P vorrebbero si stampasse di meno e me– glio. E dei rest0 non soltan– to da noi questo accade: Lo ..organo del com.merda li– brario,,. in lnghiltern. The. Bookseller, fa seguire alle statistiche annuali documen– tanti l'incremento della pro– duzione - e ·delle esporta– zioni - scoraggiati commen– ti. e quando accade. come l'anno scorso. che rattidtà editoriale subisca un calo (nel 19~. per gli sc:iopert dei tipografi. la produziooe di DUO'-'i libri scese al 90S ri– spetto all'anno precedente), sono grida di giubilo_ * .. ll grande incremento del– la produzione librarla. - si è chiesto un autorevole e– sperta editonale, Ben Bueb-– scb. - indica "·enmente un !ne.re.mento del lh·ello culb.1· raJe? Nella sovraproduzione non c·è lo stesso pericolo cbe nella sovrapopolazloneL Una corueguenza dell'espansione della nostra cultura doVTebbe essere la diminuzione di nuo– vi libri- ... Ma questa posizione, un po' :mobin;c_ ~ t;ui~u ragione~o– Je come ~orrebbe apparire? Per esempio. se bon. uscisse– ro tutti quei romanzi di ter~ zo e quan·ordine che artic– cbi.scono I loro autori ed edi– tori. che formano l'ossab.lra delle collezioni tascabili che riempiono t drugs-tores con le loro copertine audaci ftno ai limiti della censura. dai tito– li risonanti e provocanti: se questo fiume di avventure t-,– roticbe. poliziesche e comun– que .. thrilling•. tosse im– provvisamente tnterrotto, forse I romanzi di Beming– "'ay. di Faulkner. di Ellison di Bellow, sarebbero migliori di quanto siano? ll direttore d\ina casa editrice qual è la McGraw-BUL CUrtls G. Be– njamin, si pone questa do– manda. Ln un recente artico– la de1b. Saturaau Revieio, e ne formula delle altre: ..For– se. se la pubblicazione de.De opere dì equh•oci sperimen– tafutl fosse dimezzata .mi– gliorerebbero le opere de.i WHde. dei Saroyan. del Mac Leish? Oppure le pubblica– zioni degli scrittori dJ terzo ordine fan sl che alcuni di costoro divengano scrittori di second'ordine. e ancora che alcuni dalla seconda catego– ria passino alla prima? Co– munque. stampando meno ro– manzi si tnigliorerebbe la qualità delle opere di poesia, di storia. di biografia: o quel. la del profluvio di opere scientiflcbe e tecnologlcbe? .. Le. domande del BanJamlzi appa!ono eloquenti. benché aocb esse un po' tendenziose. I •lamentatori•. fon;e. non intendono tanto protesta.re contro la prosperità dell'in– d!)6trfa editoriale. quanto su ciò che essa slgnlca in termi– ni di livello culturale medio· essa è ll sintomo d'una situa~ zione, è il prodotto d'una cul– ~ra che fabbrica ciò di cui ha blSOg:no;per essi quei cento 0 duecento scrittori di quel ge– nere, ma che dietro a essi ci sono folle sempre maggiori che li richiedono. se ne nu– trono e H creano col loro hl• sogno di evasione a buon mercato. di emoz.ioni che le SC'".JOtanO. * Il Benjamin. dopo avere posto quelle sue domande •ovvie ... risponde a tutte di no ed aggiunge: ..Quasi ogni autore. buono o cattivo che sia. profes.sionista o a mezzo sen'lzio. svolge il suo lavo– ro individuallstlcamente. dan~ do quello che ritiene U me– glio di sé. curandosi poco o nulla del miglioramento che da lui può derivare alla ca– tecona a cui appartiene o al genere a cui si dedica. Dal canto suo. un critico serio ~~: ~r;:;U:~~ac~, ~~ tielle che gli scrittori .segua– no i coru.lgli loro offerti dai critici Fanno quello che pen– sano di dover fa.~. non quel• lo che secondo il parere di altri doYrebbero fare ... Allora la responsabilità ne.i confronti del pubblico. visto che gli scrittori .seguono la propria strada. ricadrebbe sull"editore e sui suol consu– lenti. i quali. as:rumecdosi u compito di guidare U pubbU~ 't

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