la Fiera Letteraria - XV - n. 38 - 18 settembre 1960

Pa,;. A, L.-ls MA()( H II\"A DELLA l"ERITA' * Dimtni come parli etidirò chi sei * di ELIO TALARICQ Uno deglì equivoci più grossi, forse il più grosso. di natura es.tetica, è quello - che si tramanda di padre in figlio. di maestro m discepolo - relativo all'incauto quanto arbitrario suggerimento di e scri– ,-ere come si parla>. Da molti tale consiglio è stato preso troppo alla lettera perché, si dice, sarebbe urgente colmare il distacco fra lingua parlata e lingua letteraria: fino al punto da gettarsi a capofilto nel gergo, 1tel dialetto. nell'espressione popolaresca. Anche il cinema, specie da noi. da qualche tempo sci.afa oel vernacolo: vuoi mettere, insi'Stono, I'irnme– dia1.ezza di certo tipico vivo dialogare (napoletano, toscano. veneto). a confr..-,nto con la retorica dei libri? E' d'obbligo citar Goldoni, rargot francese, lo slang americano, Gorki. Hemingw·ay: senza tener conto di un fatto. per noi molto importante: che ravvocatino. cioè, dal suo dialetto trasse accent.i preziosi portandolo a un livello di artistka raffina– tezza: che, per quant0 rig:iarda l'argot, lo trovi in un romanzo poliziesco del bravissimo George Si– menon, invano lo cercl-\eresti in Flaubert: che i classici americani. Poe 1IelviUe Hawthorne, scrissero sempre in lingua: che la prosa efficace di Gcrki è meno efficace della prosa letteraria di Tolstoi: e che il famoso dialogo alla Hemingway esiste soltanto nell'invenzione del suo autore. Strano che, in certi casi, si dimentichi sempre Manzoni: nelle cui pagine. oseremmo dire, non s'avverte il e distacco> lamen– tato. A ogni modo l'equivoco C'Ontinua. anzi diven_ta •empre più grave: il successo di qualche compagma, di qualche commedia. di qualche drammaturgo dia– lettale induce gli scrittori di teatro a lasciare la strada maestra per perdersi in viuzze e vicoletti di dubbia estrazione: i romanzi~ri indulgono all'invito della maniera forte. della frase rubata ai conversari di periferia: e. presumend.s così di irrobustire la lingua, di renderla più viva, pili vivace, le stanno rapidamente scavando la fossa. E' logieo, infatti. che una lingua la propria forza debba trovarla in se. senz.a dannosi accatti a destra e a manca da cui. prima o poi. finirebbe con ]'essere fiaccata: ciò non significa immobilismo: tanto è vero che, da trenta anni in qua, si scrive e si parla !n modo diverso: metamorfosi ce ne sono state, inJ'\ltrazioni. apporti nuovi. un più moderno e secco periodare. magan afflussi di linfa vernacola: a ehi si deve questo aggiornamento? A coloro che parlano o a coloro che scrivono? Qui non si tratta di sapere chi sia nato prima, se l'uovo o la gal1ina: è ovvia la risposta, tutto il lavoro di selet:ione lo fa, e non può farlo, altri che lo scrittore. * Se non andiamo errati, in tutta l.t sua vasta produzione, D'An.11unz:io ha coi,.iato soltanto una parola, velivolo, che ha saputo resistere alla prov~ del tempo: e non che il Poeta non tacesse altn tentativi di rinverdire, di rinvigorire la prosa nar– rativa. Sempre se la memoria ci conforta, nelle Faville del maglio si legge, a un certo punto, stu.tare la candela (di evidente derivazior1,e meridionale), rlmasto. però, lettera morta. L'apporto, infatti, degli scrittori - grandi o piccoli che siano - non è mai arbitrario né mai fine a se stesso; ma rispande. al contrario, a un'esigem:a profondamente sentita. Altre parole fanno il cammino inverso: si prenda, per esempio, e tardona>: un agg..?ttivo che trent'anni fa veniva adoperato solo dai romi:i.ni quando volevano indicare una donna ancor valida e bella anche se ncn più giovane: a un certo momento qualche scrittore di medio calibro s'entusiasmò di questa parola, cosi precisa e corposa ne~ definir.e eta. bel– lezza malinconico tramonto, la mise tra 1 fern del mestiere, le offrì cittadinanza nel suo voc~bolario: il gioco era fatto, l'osmosi avvenuta. E'. ~h1aro _ cl_le il fenomeno accade lentamente. quasi 1nsens1b1l– mente: nessuno oggi direbbe più, parlando con una persona di riguardo: e Vuol dirmi Ella s"io le chieggo troppo?> o altre frasi del genere; ma nessuno, scrivendo, oserebbe servirsi del ger~o di coloro che e gettonano la madre> quando voghono telefonarle, o vanno in e corribile >, quando noi crediamo, invece, che vadano soltanto in automobile. Parlare bene, duDque, per scrivere bene: c'è anche gente che si meraviglia quando, a teatro, sente dire e codesto> invece di e questo,.: né se ne rende conto l'uomo della strada, perché spesso questo e quello per lui pari sono: il nostro non è un invito all 1 oratoria, né alla retorica, che Dio ce ne scampi e liberi: semmai a una maggiore e più curata pre• cisione di linguaggio. Ci sono vari modi di parlare a cui, secondo molti. dovrebbero coITispondere altrettanti modi di scrivere: un pa.stoo'-e, dicono, si espI"lll1e senza CWObio assai diversamente da come si espr.tme una persona colta: e quasi quasi si pret.ende?'ebbe. ascol– tando La figli<i di Jorio, di udire in bocca ad A.ligi frasi e parole del dialetto abr~: il facch_ino, dicono. parli da faoclrino, lo SCleru:1ato da SCJ.eo – ziato. l'uomo di lettere da. uomo di lettere. Qui l'equivoco. da estetico che era, _ diventa an~ tecnico: perché si pensa a una lingua. a stir~t1, compartimenti stagni, add:lrl1tturra claSSJsta: dun– m.i come parili e ti dirò chi sei: pe1 resto. chE: vuol dire parlar bene? Una not1ss1ma attrice dt prosa, Edith Evans, tenne molti ar1:ru fa, ~ Londr~, un'applaudita conferenza sulla ma~u d~l lmguaggu::' inglese. Miss Evans confessò dapprima l amore, quasi una passione irresistibile, che e~sa aveva sempre avuto per i suoni e per la forma ~nte delle par?Ie anche più umili della lingua materna. n. suo mag~ior difetto come attrice esordiente era di appo~1are troppo su certe parole particolam:1ente espressive. e di compiacersi troppo nel pronunciarle. Ma la ~agta delle parole era per lei troppo forte: esse la m.can: tavano talmente che soltanto a poco a poco nusC\ a liberarsi di questa abitudine di pronunc~arle con troppo lentezza per meglio ass~porarle. D altr~mde Edith Evans pensava che la ltngua. stessa di u~ popolo ba una possente_ forz~ educatrice e c~e ~g_m educazione dovrebbe pnma d1 tutto cercare d1 ut1l1z:– z'arla insegnando ad afferrare il sens? più_ pr~fondo di ogni parola, le sue sfumature p~rt1_colar1, l effetto e la scintilla di poesia che si :p_uo ncav:are adope– randola nel suo significato p1u proprio e nella cornice pili adatta. Altro che scrivere come ~ì parla! come parla chi, poi? Il ricercato_ ~ lo .~c1atto, se medesimo O gli altri, l'attore o il pohtico, I 1_nsegnante 0 l'artista? Sorgono cosi in.finiti proble.1:11, _la solu– zione non può essere che una: quell~. md1cata da Miss Evans: imparare bene il senso p1u profondo e più preciso d'ogni parola d:uso corrente. . Arrivati a questo punto c1 sembra: davvero_ che il consiglio e scrivere come Si parla > s1 debba r1~u~re con fermezza da dliunque abbia appena un m1D.1mo di gusto: né sono consentiti abbandoni verbali che involgariscono la nostra cultura. In que~o sen~o, ~ in questo senso solo, è• vero il pz:c,yer~10 e d1mm1 come parli e ti dirò chi sei>: per~e il ris~tto dell~ propria li.Jigua signific~ rispett~ dt se steSSl e degh altri, al di fuori e al d1 sopra di qualunque casta. LA PIERA LETTERARIA Domenica 18 settembre 1960 J[JL ,, JL.llJBHO Dll CUJ[ §J[ * Le banibole di Pizz11to Si domandava di recen– te Carlo Bo in un articolo 1 apparso sulla terza pagina della St4mpa.. se esista ;m– cora ì1 letto:r'e di romanzi, e un lettore che sappia ce– dere al senso della lavol:a:. senza riserve,· pronto ad entrare :r,eJ dialogo fra i personagg.i e le cose, spet.- L':mtogr-afo di Pizzetti a Vaughan MUSICA E FILOLOGTA * Verdi e Puccini riveduti e corretti Deni.s Vaughan.. diretiore d'orchestra au.strehano. tta :m– scitato clamore tra gli anibaen.h mustcaH 1tatiani sottDpo– n.-endo ad una vivace crittea fil.olo,gica i testi corrnti dette opere di Verdi e Puccmi. Lo scopo della sua campaana sa– rebbe quello di. pervenire alla stampa di edizioni cnucne dei melodramm~. 'l'iconducendoli alla loro purezza ortalna– na. scevri di eaentuali erron, aggiunte o sviste contenute nelle ed1z1oni d1 cui si ~rvono i direttori d'orchestra. Che ci sta bisogno d'una ru11.s1one dei testi musicali non solo tta!tnnt ma su piano mo•diale. i generalmente ricono• sa~uto. Berho:. 81:et lo nchtederebbero. Il pomo dçlla dt– .scof"dia sta però qm: .si dovrebbero mettere a. di.spos1z1one degli .studiosi i facsimili delle edizioni manoscritte ongtnal1 (che è quanto è già. stato fotti' dalla Casa Ricordi per ~I Fa1staff e il Requiem di Verdi) oppure, come vorrebbe il Vougoha~ stampare edizioni critiche in cui siano annotate le revisioni fatte d4llo ste.sso compositore o .suecesswomente dai direttori d'orchestra? L'edizione crrtico comporta.. però, 11otevoli ditl'lcoltd eco– nomiche. Vauphan. propone l'aiuto tecraco d'un. comitato in– ternoz,onale che stabili.!ea i oriterl second<> i quali le cpere verrebbero revisionate: e infine propone aiuti finanziari da parte di Fondanoni ed Enti culturali. Suo scopo non sono edizioni numericamente limitate, ad mo di .studiosi, mo. ad– dirittura partiture epurate ad u.so dei musicisti e degh ap– pas51onati. Una. irtiziativa di qu.e.sto aeaere non •trova pl?T6 consett:z:iente la Casa Ricordi. che sarebbe inaeee pronta. ad aecingeni alici stampa. di 'Urte.:rt • Tldretti, in quanto a nu– mero di copie. Per i musicologi infatti, la questione i,ert,e sulla oppor– tunità di porgere al pubblico_ melod!3mf!1i : ripristinati'. La questione e .strettamente ~stettca. C'e c1u dt.ssente .dai Vau– ghan., il quale, peraltro. 1n un<>.spettaoolç, a Regpto Em1ha due anni fa, ha presentato una 'TraU'iata • filologicamente ineccepibile. Sencnché i manoscritti di molte opere mus1cah sono detenute da ca.se editrici che non li n~cìano dietro 1tna .semplice richiesta. E questo intralcia it lavoro di pu1'1..!tl come Voug,han.. In un. anicolo che de.tte rtmz10 a-na sua e.roctata. pubbh– ooto dalia Rivista La Scale, Vaughan segnalò bel\ 27.000 can di. le.sa fedeltà. rispetto alla edt.?T.onemanoscritta dd Falstaff. Es.si riguardano la cosi- detta • dinamica ... dell'()J)era. U forte e il piano. le ., legature"'· ecc. Da allora lo stampa peno• dica an'estero e in Itdtia St occupò della vicenda. L'ultimo i~:~~ :c:::;,:s~~enr1:r:;::it:r~l~t1I'i~~~r1~u:~: v:r~~~t: il redattore musicale del g1omale chiamava 1n cawa. add•nl– tura 11 Ministro /t1ed1Cf. Ora, per .sottrarre la duputa ad un dimensionamento pohtico. e nello .ste.sso tempo per mante– nere desto l'interesse nena sua campagna, Vaughan si rt.fd alle lettere di adesione raccotte da lui presso i suoi iHu.str1 collephi, lettere che riescono meglio di qualunque altra testi– monianza o argomentazionee centrare il problema.. VERA WYGOD trlore prima che giudice e sperimentatore >, e aggiun– .geva ohe se negli- ultimi vent'anni gli scrittori ban– no sce11o la sii,ada del provvisorio. dei tentativi e dei programmi. lo banno fatto anche perehe i let– tori sono indecim'abili, &S– seB.do divenuti massa e e non hanno desiderio di storia > e per conseguQD.%a bisognerebbe chiedersi ehi si sia stancato prima. • lo scrittore,. di raccontare storie che risch.iavano di apparire soltanto conven– zionali. o il lettOl'e di ac– cetta.re per buone storie che sen1bravano g::-at.uite e alla fine inutili >. In so– stanza in queste due al– tema'tdve si racchiude il problema dello .spe:-imen– talismo narrativo contem– poraneo. cioè il problema &i un narrare unidimensio– nale, che perdendo il senso dello spazio e del tempo. perde altresi quello della storia e diventa qua.si esclusivamente un'evoca– zione di immagini e di sensazioni. di is:tati d'animo e di ilhmllnazionì della memoria. Il pili delle volte il r.:ar.atore (usurpando in questo non ptecola parte d; quello che è l'ufficio del poeta, lirico) tende a crea– re una comunicazione di– retta col lettore. costrin– gendolo quasi ;;.d evocarsi nel racconto, ad affondare la sua memoria nella me– moria dello scrittore, a rl– percor:rere nel S\l'0 cammi– no l'iter tenebrieo.stu.m del– la sua più umbratile espe– rienza; e non Cef'tO senza raglone cosi spesso fl ncì!!"– ratore d'oggi ha per sog– getto della sua ne.Nazione un'esperienza come quella ~~ l~~! :u;r~~ esperienza peraltro aMai simile da uomo a uomo. e p.ro !ungabile sino alla fine della propria vecciriezza. La lunga morte di un'in– fanzia o di un'adolescenu. e probabilmente della sua propria in:tanzia e della sua propria adolescenza. è il tema del nuovo romanzo di Antomo Plzzuto Si ripa.ra– na bambole, che ha visto la luce di recen-te nella. e Collana Narratori > di– retta da Romano Bi!ench.i e da Mario Lw:i per gli editori Lerlci. una collana fortunata che nello scorso anno pubblicò dello stesso au•tore l'altro romanzo e.p– P3I"SO rotto il suo nome (la presentazione editoria– le di quMl'ulti:mo pa:rla di alcun:i romanz:.i del Piauto sotto pseudonimo e di sue traduzioni di classici latini e greci, tra i qua.li Cice– rone e Pl.atone e anche di opere di Kant). Sign.orina Rosina, di oui s,i scrisse a suo tempo su qu~te co– lonne, e che rivelò il Piz- :ruto stesso. Si parlò .i:llora Bibliografie dei poeti (continua~ pa~ 3) José Paulo Moreira st~~ :u'&:/tt:"P~!s A dJ,e,n:~~ sono nporrati alcuni giu,titi di onporta,ui poso11a/ità delta_ cul– tura brasiliana, come i prJeN Au· fu.sto Frcduico Schmtdt, Jc,rge_dc R~1!"o/ ;e;ie}~tt!u§~~:w ~-r;t#;:, Strgio Buarque de Holandt1., Aao; ni.u Pilho e Ruggero Jacobbr., :::tleEr:;~edmu",o;t1.e:fre1:#: ro:: sias dd 1949 e Dois Poemas dd 1951. Tali giudizi, tutti ea.lorosanr.c,tte posmvi, c:i dàmto la misura della umsicferazione ras:g1unta 111 patria da questo gi:ovan.e poeta che sa inne.stare sulla più ra(f"UUJta se11- s1b11ità e su una cultura splen– dtdamerite interf?JM::.tt1.U1, l'affcrma– :::io1tcdi una adulta e spirituale virilità e un anoluro dommio dei mcw d'espressione, Jost Pauto Afordra d4 F,,nsu:a ! nato a Rio de Jundro nel 1921. cd ha insegnato filosofia nella stes– sa Unfocrsitil Cattolica Jm·e si è laurC1Jto in diritto. Marcos Konder Reis ,,.rato il 15 dicc1t1bre del 1921 a ltaja, (stmo di Santa Catarina) e qwnd1 appena trentottenne., Afar– cos Kondei- Reis ha tià al .suo attivo ben ono libri dì versi: Tempo e Milagrc, /#; David, 1946: :~~rr~~; l 1 e~~1:~ 19:S; Praia Brava, 1950; A Hcrança, 1951; A Casa dc L~ TVfla fecondità e una. precocità e.o.sì t1picamc11tc tropu:iaJe won po– tevano non destare f'111zeresscdella crizica ehc, co"corde, ha riccmo– sduto nel poeta una delle VOCf più promettenti della sua 1cne– rat.ione. Dopo tr1cr compiuto i suoi studi nel collegio di s. A111cn10di Blu– memiu e nel Collegio &rntista di. ::"';:!#;~) K:'1~~ R=· n:'uaf:fe anno dopo (1944) eonse;un>a la la.urea it1 ingcgncna. Nello stile di Afareos Kc,-.du Reis confluisco,10 un po' tutte· te esperiU1U della scuola moderni– sta brasiliana, ma la per.~onalltà che pare aver esercttato una lf:as:- giare i11flucn::Astdla ;Ula 1-Sptra– t.iOPIC è qudla di Murillo Mcn.des. Nonostante la rt1.ffrnata ard'iteUD delle immagini e la spregiudicata conuttosftd delle espressioni, il poeta non ha quasi mai rinun– ciato al cento e anicola i suoi \-"Usi in una rMil'flbilc e 11rus1ca– tiss1ma varietd di ritmi. Geir Campos Gcir Nuffer Campos è 11ato a S~o Jost Cafçado (E.spirito ~anto) il 28 fcbbraù, dd /924. Compiuti i prir,ci studi nd Collegio Pedro 11 e ottou,to un d1Ploma di pilota nella Scuola di Afar1na Mcreanttte, navigò pu conto del Uoyd Bra– siliano sino alla frne della II &u,cr– ra mondiale. Dedicatosi suecessi– cammte ad altre attn>ttà (impie– gato in una compagnia mobiliarta, f:'~r:e1i~Zr!:!e/i ,~:':::rt'7:"~i una fabbtir;a di insetticidi, pro– fessore th gi1111asw, giornalista, traduttore, segretario dell'Ispetto– re Regionale dcll'l .B.G.B. nello Stato di Rio, funlionarW del dipartitna1to giuridico dell'impr~a Orquima, capo dd scrvizW di tc– lavoni pubbliche del Sllf.dacato Naùtmale delle Imprese Editoriali di Libri e Pubblica::.io11i cul1t1ral1), complctd contemporaneamente un corso di studi classici al !:Ollcgw Pllnio Lene di Niuroi, ter.td &li studi giuridici ndla Facolril th Diritto dl Rio de Janeiro e il corso di lettere anglo-germaniche della Facoltà Na;,Umale d.i Fi.1o– sofia. l,a. stessa l"6fluletct.:.a dimostra– ta nd campo professionale e ac– cademico s, riflette nella sua at– tiviti! letteraria incred1bitmcntc tu– multUOS4 e feconda, data la l'.ncor giovane ctll del poeta. Oltre a collaborare intensamente a ll(lrie rubriche radiofoniche., a giornali e a n·vutc, tonda nel '51, col poeta Thìaio dc Afelio, le Edit.loni di Poesia Hrpocampo. Pubbli,ea frat– tanto le proprie ~ie nd "'Olum1: ~;~ t~5Ì: ~~•dc' 9 !;et~~1~~ Canto claro, 1957; Ledo Ivo • Lodo in questo giovane con1- par;no: I.a sua imm.agma.:ione, lo s1UJ audacia, la sua fortA d'ar– t«co, il suo gusto per lt1. \lio– lcnta opposf;:.ione del quotidiane a1 sopran11aturalc. Egli è marcato a fuoco dalla vocazu,nc •· Il demo giudizio di Mun1o ~f;;!~e q:n~::::'Jo:Ctu;J:mo~p~ ti principali ddla persono.1ità di questo poeta che Alvaro Lins dc– ~nis<:e e il pili completo e pode– roso rapprt..sC1tante • della sua generanone. Jjfo/vo dj ,::i~ri :;:;:a~~°';';j 1924 a Ma.ed6, nello stato di A.la – g6aj. Dopo i primi studi a A/a– cef6 e a Recife, si trasfcri.sec a ~ris::~. '4\ru ,:~:,ar:n,i il t!T~o;~ neAd-9:~o l'elenco dei suoi libri di poe.sta (Udo Ivo è an.cke (IUtore ':aJ!:r(1:f.,tag:t~at~~ }n~ri: Acontecimento do Soncto (191/H), Ode ao Crcpt1scolo (1948}, Cintico (1949), Ode à Noite (19:,(}J, Ode i~:tri~ ~~J~ro ~:gu;~ (1955). José Paulo Paes Nato a Taquaritinga, icello Stato di San Paolo, >tel l11gtlodd 19Z6, è nel Para111d eltc Jost Paulo Paes si è incamminato sulla .svada dd- ~c1kri1:ist~O":,!~: • aie gc";~ quim •· Le sue opere di poesia .fono raccolte in due volwni: O Aluno dd 19'1 e O Homcm ao Vento del IW. Walmir Ayala Na5~ a Porto A.legre, 114 &c"– naio del 1933 e nella stessa cùtd studio. sino al sca:mdo anno di Filosofia (1955), epoca in cui pub– blica il suo primo libro di poe.,1a Facc Dispeua. Nel gennaio dd /956 si trasferisce a Rio de Ja– neiro e rtel 1957 pubbUeo Estfl ~1,~~!,!iob?ir!d s!~: pe::a~ (premi.ato in U!_I concorso istft,'!10 dalla compagnia teatrale Tmua– CelH-Autran) e la commedia pa btl.mbini Peripéciasna Lua (primo premio della PrefetturlJ del Di– stretto Fcdt:rmJ. Collabora ai seguctftl giornali: e- JoTnlll do Bra5il •• e Didrio Ca– rioca •• e Revista ùùtura •• • PoUia da Afmthd •· * di FERDINA.i"DO ,·moJA di lui come di una esco– perta > non dissimile da quella di Svevo. il che è \'ero solo su u.~ cede pla– no umano: la vieenda del Pizruto è simile a quella dello ;5crittore triestino per la lunga pazienza con la qua,e, èiet:'o una profes– sione bene indiffEt'I"ente alle ragioni delParte e della Ietteratu:-a - quella del commerciante per lo Sve– vo. il Pìzruto invece è sta– to, sino a qualche anno or s.<m.o un alto flm.z:ionario di polizia - i due scrittori hanno saputo tener fede a una ~azioi,e non dilet– fan~a. come sepì'e te– nervi fede. dietro la levi– gata cifra mondana e nobiliare. anche il Tornasi di Lampedusa; e ìn modo assai simile sia nel1o Svevo che nel Piuruto, come pu:-e nel Tornasi si avverte im– pregnato il fondo della loro hpi:-azione. il tema della senilità, nel senso di una analisi della proprfa maturatione. di un abban– dono al flusso dei ricordi e dei rammarichi. e nello stesso tempo di un ·acuita sensibilità al do!ore e a.l piaeee. p: -emes.sa per il r.t,$giungimento di cna con.sape\<oJe seren,."là · nella quale si assommano tutte le esperiel\Ze.. quella lungo fine dell'infanz:ia e della adolescenz:a che è in so– stanza un vero e proprio appressamento alla morte. Si può parlare di un e caso Svevo > o di un e caso l'ornasi >, il che è ~i improprio per il Piz– :ruto. Di estrazione e di educazione rruttel-europea. lo Sve-..-o as:sorbiva e cen– vogliava nella sua a.ppas· sionat.a volontà di esse.re uno scrittore tta:liano, tut– ta una oultm-a analitico– psicologica, nanativamen– te tradot.ta . che non aveva toccato ancora l'lta~la e di fronte alla quale quasi tutta la cultura letterarie italiana si trovava a•tierno agli anni venti presse<:hé impreparata (ben pochi italiani in quegli Almi ave– vano letto Joyce. Proust. Kafka e Freud: non si di· mentiehi del resto la posi– z:io:n, nephva verso que– st'ultimo Jello stesso C.-o– ce), e Ja scoperta di Svevo fu. in sost,anza, 1a sco– perta. di una lettera.tura. dl quel narrare eioè e seiua .stori'e >, :ù'percorrendo la strada delle sen.sazioni-Ti– cordo, e.be oggi a,ppare quasi come l'unieo modo di nMrare. il che si deve quasi esclUS1vamente al!a rottnra sveviana (un di– scwso a Pa-:-te sarebbe ne· cessa.Mo per Pirandello. di fronte al ~aie la critica italiana 1: 1.on riesce ìlneora .i. Liberarsi di quello che è il mito del pizandellismo, cioè del grottesco pseurlo filosofico della rel.nività del giucliz'io e della inco– municabilità umana) degli schemi narrativi ottocente– schi, dalla quale si pnò d~re si df,paria tutto il sue– ce5Sil\-O spe.r-imenta:ismo. Quanto a! Tam.asi, ci sem– bra importante i! e caso> di uno scrittore che p:-op:-10 sul tema mitteleuropeo– s~viano della senilità. cicè dello scritto:-e che ri· pe:-corre (sia pure attra– verso un suo alter ego) il tortuoso cammino dena sua e~•?':ienza. ricostruisce un tempo e uno sp.:.z:i~ ben determin-a-ti offrendo alla vicenda del suo romanzo - come nella narrativa ot– tocentesca - una precisa dimensione storica. Come dicevo non si può r,a:-l32"e di un e caso • Piz:– zuto. cioè di una funzione di rottura e sperimentale :a della sua arte di narratore. in quanto essa non esce. sia pure possedendo earatieri molto personali. da quelli che sono i canoni essen– ziali di una narrativa già da lunghi decenni speci– meatale, ci08 di una na=– rativa della memona. del– l'analisi psicolog1ca. della rottura dei limit1 spazio– tempo. Pizxuto (beninteso il Piuuto che conosciamo) vi è dentro, come - tanto per offirire un .ìUtorevo1e esempio - vi era dentro quasi del tutto AJva:ro. e questo suo secondo ro– manzo ne e la prova. forse assai più che non Signori– na Rosina. Anche in Si– gnorina. Ro:irta.. sia pure oggettivando il dramma in un pe:-sonaggìo" forse quasi del tutto (natu:-a1men:e è un'ipotesi) distinto dalla su.a persona, lo sc:rittore ri– perconeva i labirinti an– gosciosi di una lunghissima morte dell'infanzia diluita nell'e!'iistenza del geome– tra·bu....-ocr;.te B'ibl. etéma– mente contesa alla sua amante. alla sua famiglia regolare. alla ricerca di una sua coru;istenza. in– fanz:ia simbolizz.a-ta nella spettrale z:ia Rosina. mo– rente e morta. e nel suo letto e nel suo feret.'"'O. lu– gub-re immag!ne di un Mezzogiorno p-locolo·bor– ghese carico di antiche an– gosce; e tuttavia. sia pure ath"averso una prosa tutta disintegrata e aderente al mutuo riscontro delle sen– saz:ion:i e dei pensieri. co- Luciano Budigna l Sfuma in rosa la fascia cilestrina da negre forme intervallata. Venere ormai sola, più su, dove la linea verde dell'orizzonte si fa azzurra, in sé equilibra tutta la distesa, bianca che muta in cenere, del mare. Della pietra focaia poca polvere rimane ormai sulla pagina bianca. Il Respiro di dormienti empie le stanze; nella strada, che un povero nevischio ha imbiancato, si smorza lentamente il fragore di un camion_ Vince a stento con la sua luce questo tenue lume la pigra alba invernale: a lungo il giorno seco trascinerà buio e torpore, lotterà coi fantasmi della notte prima che la realtà divenga vera. me <5i cPC"eva affiorava nel romanzo un sia pur larvale dtstacro da' cemm:no della esperienza dello sc:rit-..ore. o almeno da quella diretta traskmdE>ndosi. come è de.I re5to naturale t.utta la sel– va degli echi e delle im– magini evocate. Ma quale parentela può avvertire il lettore tra il Bibi del primo romanzo del Piuuto, e il Poti. eroe e protagoniS'a di questo Si riparano bambole? L"irn– pacciato edil.e di Stato di Sio,norina Rosina è preso e isolato da!lo sc:-ittore in un spa7.io del!a sua esi– :.enz.a. Pofi. inve..-e è pTeso nel momento stesso che un p:-imo barlume di coscien– za si manifesta in lui. la coscienza di un !anciullo dt'lla borghesia intellet– tuale palermitana. con un mitico nonno p:-<!lfes.sore univer.sitario. un padre av– vocato. una mad:-e poetes– sa. E nel romanzo Poti ri– fieti:e tutta la sua e car– rie:-a • di un pe,l"SO?laggio siffatto. nel complesso sv;– iuppo deg!i affetti. dei sen– timenti. delle sensa:cioni. delle immagini. del co– sciente e del subcosciente. Laddove in• Bibi la coscien– za dello scrittore rivela semir.e una prospettiva ironica tesa talora sino al grottesco. in Pofi. l' L--on.ia dello scrittore opera su un piano tutto interiore. è la traslucida indicazione de11a sua presenza. ma anche di una presenza straordina· riamente v1gile nella resa di un strazio interno. di una i)1età per i suoi ricordi e per i suoi persooa,gzi. che si insinuano per ogni dove in una fit.ia narrazio– ne. ma assai più flessibile che non quella di Signo– rina Rosina. e nella quale opera sc-pratutto questo <=egnodi amara ironia del Pizzuto verso 11 suo mondo. il paradiso perduto dell'in– fanzia e dell'adolescenza di Pofi. la malinconia di un tempo inim:itabi~e i..--rime– diabHmente perduto e ri– costruibile solo attraverso le labili .intcrm.ittenz:e del cuo:-e. in uno spaz:io-tempo senza dimensione. ed an– che l'inferno altrettanto perdu1:o di una maturità nella quale il Pizz:uto cele– bra quasi in se stesso le 1ontane esequie dell'infan– zia di questo suo alter ego che è l'incante\.-ole fan– ciullo Pofi. sepolto nel Po– fi burocrate-padre-amante. maggior fratello. forse. del Bibi di Signorina Rosina. Incontrocon WilliamC. Williams ( continua da pag. I) scritte lascerebbero sup– porre. L'uomo che abbiamo av– vicinato non è un'ombra o un rudere, ma U1!I. lottatore che rifiuta di arrendersi. E' di buon ceppo, iJ dottot' Williams, e ha ereditato la caparbia durez:r;a del pa– dre britanniço jnsieme alla rieca vitalità della madre ibero-americana. Chi ct'e· de alle mitotogie etniche potrà dfre che in lui si assomma.no le qualità es– senz:iali della stirpe nordi– ca e di quella latina, ri– temprate in America. Wil– liams, ehe ormai di rado lascia la citt<à ove risiede. era venuto in aereo da Rutherford il 27 luglio, accompagnato da un ami– co intimo. il prof. Thirl– wall del City ColleJ;te di New York, che sta prepa– rando una biografia uffi– ciale del p0eta. La moglie Flossie. compagna insepa– rabile di un'intera vita. era rimasta a casa. L'occasione del ?!aggie!> era data dalla conferenza che la signora Mary Ellen Solt di Bloo– mington aveva annunciato per quella sera; tema del– la conferenza. la poesia di Witliam Carlos Wnliams. Mary Ellen Solt ha in can~ tiere anche lei una biogra– fia critica di Williams. e non fa parte del monde accademico. ma appunto per questo si batte appa.5- sionatamente contro chiun– CJtle, j)rofeSSore, celebri\à. o meno, osi mettere tn dubbio il valore del ruo idolo. Ne11a sna conversa– zione essa mise in riHevo l'apporto di Willìams alla poesia ìnunagista e ogget– tivista, le sue relazioni con Louis Zukofsky, la sua battaglia contro le idee di Eliot, la sua insistenza sul– la necessità di e parlar americano > in poesia. Il contraddittorio fu acceso, poiché nel!' uditorio non mancavano, accanto ai par– tigiani della posizione, di– ciamo così, e antilettera– ria >, gli avversari dèlla estetica di Williams, inte– gralmente accettata dalla combattiva conferenziera con tutti gli estremismi connessi. Williams ascoltò attentamente. da I sedi1e accanto al nostro, mentre i vari dueUanti ricapito– lavano ll!.ella loro discussio– ne il dialettico svol~r•i di mezze secolo di poesia e letteratura. Di particolare valore le osservaziQni di Mary Ellen Solt sulla me– trica di Williams, che evita la classica cadenza giam– bica della poesia inglese per puntare su ritmi accett· tuali. La lotta contro i giambi è un punto fenno della dogmatica personale di Williams. il quale. ve– nendo ad ascoltare l'indo– mani una nostra lezione su Robert Lowell. mostrò in– teresse s1ncero, ma deplo– rò in LoweU l'ostinata ade– sione al ritmo giambico. pur apprezz:ando il fuoco apoealittico delle sue im– magini. (Ciò sebbene Lo– well. nelle sue ultime com– posizioni. si sia andato chiaramente disancorando dai metri chiusi e dalla Vef'Si.ficazione tradizionale dell'opera che gli ha valso unanime riconesciment.o}. E in quanto alla polemica anti-eliotiana, non ci sfug– ge l'affinità di un poema come Paterson con certi aspetti della W'aste Lan.d e dei Quartetti. Non abbia– mo mancato di far rilevare aU-amica Solt che esiste una cerniera fra l'c euro· peista > esoterico Eliot e l'c americanista> antilette– rario WiUi~ms, e cioè Ezra Pound, eos1 come in alcune poesie wiJliamsiane eh e abbiamo patuto discutere personalmente con l'auto– re. Si delinea una vivace conversazione oon a I t r i scrittori americani. vicini a Williams per un verso e lontani da lui per un al– tro. perché sostenitori di un'estetica raffinata: Wal– Jace Stevens e Marianne .Moore. Ciè \.13le sopratutto per la poesia The Vfs.it, che l' autore ritiene di aver indirizzato idealmente al– l'amica poetessa di Brook– lY:1· Al di_ là delle pole– ~iche contingenti. è possi– bile cogliere nei suO'j nessi • i1_1cruieti !I farsi della p0e– s1a amencana. un pr<tcesso tutt'altro che omogeneo. ma appassionante n e 11 e sue tensioni. La reputazio– ne critica di Williams e tuttora Instabile. poiehé autorità del calibro di Al– Uen Tate lo ripudiano in blocco. mentre lettori più propizi. come R.P. Black– mur. manifestano un certo disagio nei confronti delle asperità formali che paio- no incrinare parte dell'ope– ra williamsiana. Pound in– vece. notoriamente drasti· co nei suoi giudizi. ha reiteratamente ot'OClamato la sua stima per il poeta di Rutherford, e Wallace Stevens, nella sua prefa– zione ai Collected Poems del 1934, nonché in altro breve scritto ora ristam– pato in Opus Posthumou.,, ebbe a dichiararsi in favo– re. pur con qualche 'Strana riserva. Stevens vede Wìl– li-ams come il poeta del– l'antipoetico, e questo non garba a \Villiams. In real– tà, a parte le differenr:e stilistiche e filosofiche. \Vil– liams ha scritto varie cose riportabili all'atteggiamen– to di Stevens, e cioè poesie sulla poesia. menti-e Ste– \7ens per parte sua cerca spesso di sfondare il dia– framma delle costruz:ioni inteUettuali ed estetiche per attin,gere la realtà an– teriore a ogni interpreta– zione della mente umana. L'immediatezz;a che costi– tuisce il pregio dei versi di Williams (e della sua pro– sa) gli ha valso altri am– miratori, come Yvor Win– ters, e. di recente. parti– giani faz:iosi come Karl Shapiro che. nel libro In Defen..se of lgnorance, cer– ca di erigere un mito Wil– li_ams come esempio di poe– sia e nativa,._ e antintellet– tuaJe>. cromantica:1o. contro le pretese perversioni cul– turali del quartetto Eliot" Pound- Yeats- Steveos. In vista di qÙanlo s'è detto, tale atteigiamento di Sha– pi ro, a parte la sua neces– sità di un gesto personale per rinnovarsi come poeta. sembra insostenibile, tanto più che per corroborarlo egli non esita ad alterare i dati di fatto. e rimpro– vera per esempio al cena– colo e esoterico,. di aver osteggialo l'arte di W'il– lìams e F'rost. mentre tutti san n o che fu proprio Pound a dare il primo so· stej?no critico a Robert Frosl nel lontano 1913, quando Frost era un igno– to esule in Inghilterra. Ri– flessi di tale equivoco pc– lemico comparvero quella sera nella discussione che seguì alJa conferenza. ma giovarono ad animarla più che intorbidirla. E in sede di prassi poetica attuale. è significativo il fatto che la poesia di Williams, insieme a quella di Pound. costi– tuisca un addentellato di- ~:~~e~f:n:/~C:t f~ 1/~f; ma generazione. erronea– mente antologizzati fra i e beatniks > nel recente vo– lume The New American Poerry della Grave Press: Denise Levertov, Robert Dunran e Robert Creeley, mentre Charles OLson ha formulato un'estetica del e projective verse > o verso dinamico. attuabile nella e composir:ione in campo magnetico>, su 11 a base dell'esempio di Williams. Cosi come la sua poesia :!~~~h~~~~ ~:m~~~~i~~ cui troppi versege-iatori in America indulgono a sti– lemi letterari da serra. la personalità di Williams è fatta per.cattivargli chiun– que apprezzi le doti della franchezza. Nel suo caso. l'immagine dell'uomo con– ferma l'immagine suscitata dalla lettura della poesia. A colazione in casa Solt. il 28 luglio, Williams, scal– dato dal sole di luglio e da quello dell'amicizia. ri– trovò d'un tratto l'antica enerli(ia e fu quello che en sempre stato: un con– versatore inesauribile, fo– coso. arJ?uto. un pagano adoratore della vita (soe– c!e se incarnata nella gra– ~1a e nella potenza della donna). un credente nella poesia che trasforma le pa– role comuni nel bagliore improvviso dell'avvento li– rico. Williams vive le sue ricche memorie senza cur– va rsi sotto il loro peso: è notevole l'intensità con cui ricorda i confratelli scom– parsi. come Hart Crane o Stevens, o quelli che, pur non scomparendo dal suo cuore, vivono ormai e in un altro mondo,._ cctme Ez:ra Pound. o infine i nuovi. quelli che tentano di pren– dergli di mano la fiaccola. · Ma quella fiaccola non gli sarà tolta di mano che dalla morte. Williams con– t\nua a scrivere: ìl penul– timo numero della Hudson Review contiene una serie di nuove liriche sue. ispi– rate alla pittura di Brue– l?'hel. e quando l'atteso stu– dio critico di Hugh Kenner sull'opera williamsiana comparirà. mollo probabil– mente quell'opera sarà an– cora in divenire. GLAUCO CAMBON

RkJQdWJsaXNoZXIy