la Fiera Letteraria - XV - n. 38 - 18 settembre 1960

Domenica 18 settembre 1960 Elegia n. 10 11ani care che amai. Mani che lène sfiorò il mio bacio sugli alabastrini polpastrelli, sui polsi, sulle vene, frulli d'ali d 1 uccelli su violini; sempre aperte su fiori e su bambini. di gesti di perdono e amore piene; mani create a creare destini in cielo, in mare, sulle calde arene. Mani, ad amarvi ho passato la vita. Era la rosa a coglier, delle dita che la coglievan, l'agile carezza. Se paion dormir non le destate. :ti.Iani adorate 1 che fonda amarezza vedervi in croce, fredde, abbandonate. D,l.\f'l AS UOT,t L'angelo e il lume C'era un lume sul tavolo della camera da pranzo. Necessariamente era notte, su quel tavolo, sulla madre, sul lavoro a uncinetto, sul bambino triste che studiava. E sulla notte, là fuori, mentre Joao Mancini. Cel. Fabricio e il padre giocavano, pioveva. Insetti desolati (li vedo ancor oggi) svolazzavano attorno al crudele abat.jour. Il sillabario era liquido come un fiume. Necessariamente qualcuno mi svegliò, Dev'essere stata mia madre. E necessariamente Devo aver dormito. Dormito il mio sonno di [bambino povero, mentre papà, là fuori, nella notte piovosa. giocava, e mamma, nella pioggia, svenuta (le formiche le passeggiavano sulla bocca [fredda) sulla tomba del fratello morto del bambino [povero, in quella notte, giaceva, tra uova di pidocchi e ali di fiori appassiti e tristi. Ma gli angeli, i nani e i folletti, mentre il bambino povero dormiva, erano scesi sulla tavola e scherzavano attorno al [lume, solitario nella stanza. più grande di tutto il [mondo. ElJGEl'IO D4 SILI/A ll.4.UOS Naufragio Sotto ai gabbiani lunari i tuoi seni dalla polvere dell'onde albeggiano - gigli perduti - su un gregge di spiagge. E a fior dell'acque il tuo ventre - promessa estinta - dipana gemiti di schiuma fredda grondanti tenebre e sale. Sì, quanta morta speranza, notturna come la luna! Uhi Troia fuit Nelle lande ove fu Troia mi trovai pensoso un giorno: - Troia, Troia, dove sei, ché di te traccia non vedo? Verdi campi, verdi mari, tutto verde attorno a te; ma ov'é il letto di verbene con la bella addormentata e il suo corpo denudato dalla notte dei fantasmi' Cosce, l'onde mi ricordano; - Troia, Troia, dove sei? Dove sei che non ti trovo? Dov'è il forte del tuo grernbo? E le mura del tuo petto? Troia, Troia! Dove, dove? Verdi campi, verdi mari dal tranquillo promontorio; le sirene del passato. son sfumate nell'abisso con un giglio tra le labbra e un trifoglio tra le dita. ,t c11ra rli A nlon ,t ngelo ("hiocchio Diaegni di Lui;:i Bat•fo. ini LA FIERA LETTERARIA • La tra poesia brasiliana Thanatos Eros e JOAO CABRAL Canzone Ai miei piedi acque nascevano che apprendevo a navigare e da cui vedevo al cielo un profilo vaporare (fisso un grido di bambino nel crepuscolo lunare). Ai miei piedi acque nascevano ove andaYa a galleggiare un vascello e ove meccaniche mani uscivano a cercare me, sdraiato in una strada, me, perduto nell'andare. A Vicente do Rego Io vidi i tuoi miti animali domestici: una motocicletta, un gatto e un cane. Studiai con te un aliante, volante macchina, incerta e fragile. Bevvi dell'alcool che fabbricasti, servito a volte in una tazza. Ma soprattutto mi spaventaronc .le tue sorprese. Ed è per questo che quando a me qualcuno chiede il tuo mestiere non dico mai che sei pittore o professore (parole povere che nulla dicono delle sorprese). Rispondo sempre: e E' un inventore; sta all'aria aperta con squadra e regola. finestra aperta sopra il mattino• J. PAlJLO MOREIRA I leoni D'oro, sì, d,oro e di fiamme la lunga attesa del deserto li impazienta (ma ogni gesto abbozz~rà appena una [negazione). Stelle. Sono mille e mille incastonate nell'abisso, [frecce nel fianco della notte che sordamente sanguina, [notturna luce sui leoni che bighellonano indolenti come gli estremi simula:cri di un impero caduto nella sconfitta e nell'oblio. Da sabbiosi [recessi il sibilo di una vipera fustiga le parole perdute. Bosco prossimo al mare a Uao Pinheiro Guimarae3 Giù, per l'antica sabbia delle dune, scendeva la scorciatoia, verso la laguna, tra arbusti ad ogni passo più alti e forti, fino ad ergersi in una lieve volta sopra il mio Il sole - ecco che era mattina - sc·agliava le sue chiare lance, [sguardo. ferendo l'umido verde silenzioso, e nella luce e nell'ombra alcune farfalline svolazzavano fragili e perfette, tali e quali alla vita. Luigi Bartolini: e La ch·etta • DOMII\GOS CARf!ALHO DA SILf!A l\lessaggio Lontano, assai lontano, ci contempla un paese. Un paese di silicio e argilla, d'acqua salata e di sole. dove non arrivano pesci, non soggiornano corvi. Dove i naufraghi affogano nell'incendio del giorno solitario ed eterno. Lontano, assai lontano, dove la sabbia riflette le squame della luna, dove soltanto i morti vanno a baciare la spiaggia, Jà, noi staremo un giorno• Nelle impassibili grotte ha da regnare il vuoto. La nostra voce seccherà come uno sterpo, come un arido stelo di paglia. Là, noi staremo, amica, e in otri di olio ardente entreremo nel mondo minerale. E allora la terra fiorirà. E dal tuo corpo germineranno gardenie e rondinelle e il mondo risorgerà dall'abolizione della morte. Anti-Kipling Se crescerai sinuoso, come, tra snelli alberi, si snoda la liana, figlio mio, o se in una pozzanghera - melmosa pianta - prospererai, ch'hai di fango abbondanza, guarda l'azzurro cielo ed al resto non dare la minima importanza. Sarai sciacallo od aquila. La terra non se ne scandalizza e il sole non discrimina abbastanza tra le vette e i pantani. Ti macchierai dei peccati più insani ed io ti assolverò. Niente può compromettere o far degna la vita, ché verità e virtù splrano in solitudine in quell'tùtima stanza dove neppure i venni ed i topi hanno più la minima importanza Starai con Cristo, senza Cristo o contro Cristo ed avrai il tuo daffare in un mondo assaltato dalle colombe del male, dai lupi del bene, le tigri della pace, gli agnelli della guerra Ed amerai qualcuno che un giorno tradirà la confidenza che avrai riposta in lui. Ma potrai vendicarti insidiando la moglie a tuo fratello, o tua sorella stessa. E per buona quietanza commetterai altri incesti senza alcuna importanza. Se sarai freddo e assente - e anche ciò non importa - e brillerà il tuo sole, dietro quelJlapparenza splendida scoprirai la tua immagine morta e a niente più darai la minima importanza. Ma se sarai partecipe, soffrirél4 morirai, esecrando la vita (sola ricchezza ch'hai avuta a oltranza) tuo padre, tua madre ed il mondo che t'hanno nauseato dal forcipe all'inutile agonia, nell'ora estrema ti ripeterai che tutto quanto non aveva, in fondo, la minima importanza Pas:. 3 LIIARCOS JHJ,\iDER HEIS L'elmo E' verde e freddo, bello e pallido, uccello bronzeo nel silenzio della sala già buia. Ricorda il cantico del ferro e il patio armato di un torneo nell'antico maniero. Blasone d'inclito guerriero, duro e piantato sulla tavola. Eredità lasciata tenta il futuro re, di fuoco e piume fulgida corona, metallica speranza. GEIR C.4..IIPOS Lompito Mordere il frutto amaro e non sputare ma che la gente sappia quanto è amaro; adempiere all'impegno disonesto, spiegarlo a tutti quanti e non mancare; patire il falso schema. dirlo questo, esporlo agli altri, ma non disertare; chiarire che son cose transitorie ... E quando in cuore agli uomini brillasse la certezza che tutto ha da mutare, allora confidare loro il piano di un mondo giusto, giovane ed umano. LEDO 1110 La sera O brezza che nasci in noi tra la scala e il pavimento, che fanfara non comporta la fiamma del tuo lamento? La consonanza non spia - luce agll occhi degli amanti ormai sazi di incontrarsi - l'occidente degli istanti. Finestra, reminiscenza di porte che si serrarono. Al capo No Oltre lo sguardo mio che non ingombra limite, come, a terra, chiara ombra, albero, non ti vedo alla foresta. Del regno vegetale non mi resta nulla. Dove saresti è una metafora che mi conduce al Capo No, semaforo di suono e segno issato sul paesaggio, se serba il cielo tra le nubi il viaggio che - aperte - tacciono le carte nautiche. JOSE' PAlJLO PAES Bine per Fats Waller Il negro morde il suo piano nera pantera di seta morde il negro il pianoforte pantera di seta nera. Muta presenza di sangue di corpo, gemito, danza. Un triste elefante pesta una tastiera lunare. Ahi, che pesta un elefante quella tastiera lunare. Palmeti, luna africana sciacallo e grido nell,aria. Macina quell'uomo grasso le lunghe dita d'avorio. Quell'uomo grasso castiga le dita di lungo avorio. Tristezza di antico tempo che batte come un tamburo. Come tamburo che piange stanco tamburo, la morte di tamburo di ombra lenta. Singhiozza, grasso elefante. gemi, pantera di seta. WAL!Ullf. AJ'ALA Canzone d'amore Amo la terra che m'ama e la larva che m'ama perché di me pregusta il futuro banchetto. Oh, ma amaro sarò, come la statua che tutto ha presenziato ed è morta infeconda- Amo il sole che m'ama e la verde salsedine poiché ho questo dolore d'affogato negli occhi, la terra che mi ama, ma non s'apre ad [accogliermi nelle viscere sue; che importa in fondo? Resterò tutto esposto alle mosche, sull'erba, o mi scaverò un letto nel suo grembo profondo. Amo il cero serbato e questo fazzoletto perché occulti nel tempo il mio sdegno di [morto; quest'amaro sorriso a definirmi il sonno: navigare senz'acqua ... giardiniere senz'arte! Brevi bibliografie dei poeti Luigi BartollnJ: « Donne al mc reato a Mauro :Mota Mauro Ramos da Mota e Albu• querqiu è d p,ù .,_ anz.= • dei :lti 19"-lf~n~h;eg~: ::e inf:,~!: altri scnuori e poe.li della pru:e– denle e della srassa generazione, l. r1a1Oa Recife. A R«if« /re– quemò il Ginniu10. A Rtt:1fe compi tutti gli studi del corso ucon– d4.rio. A Recife, nel 19II, si lallrd> in diritto. A Recife n.siu1e tuttora dividoldori tra due dtsm1te atti• vitd: ,pulla scoliut1ca e quella g{omaltst1ca; t".Sercita mfa,ri la profeuu:,ne di in.segnante di stona e quella di redattore del .,_ lhano di PernDmbuco •· La poesUZ. di Mauro Mota e ~;s,:_ ~~tl~a :~~a to:;:~i?:~~ tu.so• americana: il SOrw!tlO(tutte in so,ietti )e ,rouss1me clcgias), la bdllata in ottoriarl rimati, ecc., ma "°" à pcirna.ssuma. s•i p1ut– tcuto pcirlato - e cori r-agiGne - d.i e rMlismo magico •: umi SUI• :ola,re sorta d.i rMlismo eh.e per- muurtbbe al Mota, suw:ndosi di elemenu qu.011diam con1mgentl particolari ,di tx,struire un suo clima tutto fluttuante di simboli, :~t.~~ion,, di incantate trasfigu• Dantas Mota D1 appou,. un an11Op1u giowme di Mamo Alata, Josi Frcmklin Mas.sena de Dm1tiu Mota à ,ro1O a Vlla de Carvalhos (Comarca di Ai.muoca) il 22 mar,.o del 1913. St:::rnei Gr:nas~~i~Mi~t:i~:: ltanhandu., si è laureato in gru. nspruden:.a ncll'Universitd d1 M1• rias Gerais. I .suoi versi sono raccolti m Planiac dos Monos. Elegia do P,is dos Gcrais. X..'<VSonctos e Anjo dc Capote. Domingos Carvalho Splc:dido tcmperamot1O di poc• ta è quello di Dommgos Carvalho da Silva. Nella sua produuane non mancano pagine di IOl4 forta sangu11na e umana. di rUUJ fan• ta.na robusta e drammalica CM non è davvero frequente incon• :rare riel tono più volentieri e.san• sue e sofistu:Dto della recente pocs1a briudrana.. Nato a San Paolo rw!l 1915, vr>– mmgos Can>alho da Sllva ha 1n qut".Stacutà tx,,npiuto rutti i suoi studi, c:onsegucndo nel l~II 14 laurea us lee-ge. Sin dal banchi scoliullci, si ('W dire, s'è oo::upato d1 letteratura. pubbl:ctmdo libri • collab.>rando ìnunsamente a qiwtidiani e pe• nodici di cultura. Nel 1'#46 ha tradotto · re Venti poesie d'amor.: Ne~a ~d :1t5br!'-\1/,/~/! Introduzione allo studio del ritmo nclJa poesia modernista. Prcsiden• te della Commu.slOne dr lt:lfeta• rura dd Cons1elio Statale di Cul– tura ha raa:olto nel 195'.I tuue lt Voci femminili della p0e3ia brasiliana. in un'cmtolog&a prece• duta da un dotto saggio cntico - .storico. I suoi volumi di poesia sono Bem-Amada llipia (194J), Rosa E.xtiota (IH-5, Pnia Oculta (1949), Gira&M>l de Outono (1952), l'ocmu E.scolhidos (1956), A Fenix Reu;t• taria (1959). Eugenio Da Silva Ramos rij1:;o ~'ti':ota :a 1~,.!io ~t;_ ri1aiut:7a Manuel Ba11de1ra u,io dd p1/A ma1uri poe,t1 aella suo ge.nuavone. Nato appunto a San. Paolo il 11 ottobre del 1919, qu, f~ tutti 1 suor studi, smo alla laurea tn giurtsprudotui conseguita nel /<UJ. nc:i !::: f~~~!r~ ~!'or;:~ bio Prado della A.ssoaatioru Bra• .n/Uffla di Scrittori, .setione di &m '"""'· Dinae, sempre a San Pao«, ta e Revtsta Braslltira de Poc.s14 •· Joao Cabra! lo&, Cabrai, nato a fl.«i(e il 9 etntlQIO del 1911), SI aftaocut fMT la pnnui volta alla ribalta della poesia brasiliana nel 1941 c:ort il \.'0/ume Pedra do Sooo; ma solo nel 1945, tx,n O Engcnheiro. si mseruct: di {'Ttpotenui nel ,w.ppo post•modtrnuta. Nella pou14. di ~Ut".Stoperiodo iJ Cabrai trad1.Ke l'1n)'lue,u.a t".SU"– citata .su dr lan dall'arruco Mu,llo J.lmdcs, il e-rande poc.ta ,urreal1- s1a e barocco della acuravone del '30: la lettane a.strattista t m essa però deca11tata '" un ~ merna:t ngore di ronne • di volunu che lt conlensa un i:tulen– tic,a l1mptdeu.o. funz.ronale. l"au• stero pompa .Spagnollf....<a: e mnuua d_d Mendes si .stempera poc nel labral '" un ver.so artr.colato d.,!r1- trO un respiro meno sp1e;ato • modulato sui ritmi del de.litioso fole.lare nordestuw. (contln~ pag. 4)

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