la Fiera Letteraria - XV - n. 38 - 18 settembre 1960

LAFIERA LETTERAR '.•fnno XV - N. 38 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 18 settembre 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO NLJMgRo L. 100 DlR~ZlUNE:, AMMIN'lSTRAZ1UNE: Roma - Via dJ Porta CasteiJo. 13. Telefoni: Redazione 655487. AmnùolStraz1uoe 6!">5151:l PU88LlCl'1A': Am.rnimstraziooe: e LA n.KttA LC:.rJ'E.HAIHA • Vts dJ Poru Castello. 13 K.oma J.'AKffYA: L. 150 al millimetro - ARRONAMF.NT1: Annuo L. 4000 Seme$t;e L. 2.150. Trimestre L. 1.100 Estern: Annuo L 1000 C"p,a arretrata L. 150 Spedtz:ton,. lD ronto co~rtte onctale ([;n,ppo tll 0-,nto N'lrren~ ~\Aie n 11'3142A VECCHI E l\'UOVI CARATTERI * CONCLUSA LA XXI MOSTRA JNTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFJCA A VENEZIA Teòfrasto è moderno * di VLADI.JIIRO CAJOLI Non seguiterò citando in pa.raUelo il testo greco. Ce n'è almeno due ediZioni recenti e facilmente acces– sibi.tì: di Giorgio Pasquali, edita: da Sanso11.i;di Eu.ge– n.io Levi, da Longanesi. Fa a.L mio ca.so , meglio che t-radurre. trasferire in atti moderni lo spirito antico. E cosi vedo it medesimo protagonis-ta che si fa por– tare dal fattorino la. scioc– chezzuola comperata sotto c.ua , e paga eon assegni a-n.Me i conti che non su– perano le tre cifre. Eroi quotidiani * Le tre opere più significative della Mostra rivelano una comune struttura e denunciano una -medesima richiesta dello spettatore di oggi * corrispondenza di GIOVANNI CALENDOI.J Tre film, ta i 14 pre– sentati alla mostra interna– zionale d'arte cinematogra– fica veneziana. hanno mag– giormente attratto l'atten– zione degli spettatori. dei critici e dei giudici: ~no l'italiano Rocco e i suoi fra– telH di Luchino Visconti. il giapponese Non. c'è amore più. grande di Masaki Ko– bayasi ed n francese Il pas– saggio del Reno di André Cayatte. Alcuni elementi sono co– muni alle tre opere. che pur appaiono cosi diverse nella loro ispirazione e nella loro concezione stilistica. Sono anz.itutto tre siorie di uomini comuni: una fa· miglia di. emigrati lucani nel 1 film di Visconti; un gio– vane impiegato che cerca dì sottrarsi al servizio mili– tare nel film di Kobayasi; un pasticciere ed un giorna– lista nel film di Cayatte. I t.re registi si propongono di stug;gire ad una visione ma– gniloquente dell'eroe, ten– dono alla scoperta dell'uo– mo qualsiasi e dei suoi sen· timenti dinanzi alla trage- dia contemporanea. E' questo uno dei grandi orientamenti del cinema di oggi: l'origine del suo svi– luppo può essere ricercata da una parte nel neoreali– smo italiano è da un'altra parte nei film americani che più direttamente ne hanno subito l'influenza. co– me Marty. GH eroi di statura eccel– sa si sono lentamente sgre– tolati. Uno dei due prota– gOt'listi del film di André Cayatte. il pasticciere Ro– ger. è in tal senso esempla- rire, pur .sotto le vesti di– messe. una dimensione sta– tuari-a ai suoi personagg:i. Simone e Rocco. i due con– tadinl lucani che in Rocco e i suoi fratem acquistano maggior rilievo, sono due pugili e per il carattere esterno del loro tempera– ment.o sono due creature ecceziona.li: l'uno tutto vol– to alla rnalvagi{à e l'altro invece tut'to volto • alla bontà. L'episodio centrale del film è tratto da n ponte deUa Ghisolfa di Giovanni Testori: nel racconto dello scrittore milacese ne sono protagonisti due fratelli. l'u– no dei quali ha mantenuto l'aJrt.To perché potesse riu– scire a diventare un can– tante di varjetà. Sono due (continua a pag. 2) Una scena di • Rocco e t tratelll • dJ Luchlno Vi.sconti, il grande sconfitto del Festiva'!' Un li.bri.ccino vecchio d,· ventidue seeoU. Leggo ler. ta.mente, socchiudo gti or chi e vedo. Gonte eh.e co· 1t.0sco, che incontro ogni giorno. Io medesimo sono in qualche pagina, ma. non posso van.tarm.ene. Ap-ro c.: ca.so . L'ambizione piccino.– Che cos'era, duemila anni fa? .... una. brama volgare di essere onorati.. e l'am bizioso un. tale che, in.vi - tato a un banchetto, si dc un gran à.a fare per poter sedere accanto" al padrone di casa '"· Fossi un. editon., vorrei che Maccari o Bo~ toli illustrassero queste pa.– gin.e. Co,c. tipi d'oggi, s'i,~– tende: uomini e donne ,,.. guerra per strapparsi •ti sotto quella certa sedia. Immagine anche la bauu– ta: .. At vanitoso 110,,. lo far sape"l"e - che sedP del– l'onore è nel sedere :o: dico, a mo' d'omaggio imitativo, che Dio mi perdoni. un,i battuta a metà strada fra Maccari-Bartoli e '1'eofra– sto, appunto il gre..:o au– tore dei CaratterL ·reofra– Sto pacato, tollerat1te, !to– nari.o; filosofo Stk'.'cessore di Aristetele, am,ota de– bolezze umane e difetti. Cose da nulla, una per una.; eppure, tutte ins,eme, af– folla.te in un unico quadro che sia poi La tti.a §'iorna.– ta, capisci com~ possano dar l' imp-rovvi.su scatto di in.sofferenza, quasi il biso- Non ha J)<'1Ce, dice Teo– frasto, se non è servito dal •moretto'", che potrebbe essere a<nche oggi I.a. stes– sa cos<1, se, buon per il moro, non tir<1Ssein Africa il vento che sappiamo.' Ma la mammana in zinale di vela marinara schioccante ttd ogn.i passo, o in cresta e pizzi bia.n.chi la futura vincitrice di un. concorso a miss, il vanitoso le vuote; e, poco male ohe le voglia, giacché spesso son utili in questo Mediterra1ieo più ricco di fi~li che di pesci, ma le mostra, le esibi.ce , le spara agli ocehi del vi– cinato livido di gelosia. 'l'Ei'tlPO DI CONVEGNI SUI PROBl,hl'tll DELl,A ••ITT'tJRA * . gno di vendetta. che aguzza l'estro di Bartol.i e di Mac– cari (sapessimo-dire noi in– segn.antt, scrittori. autori d.i originati televisivi.si . con– gressisti per lo studio det costume, noi tutti insieme. quanto dicono i due, con. i loro disegni a volte ter– -ribHi). Teofrasto no, non. si spat:Ìentisce. Cataloga piante ed uomin.i, e come non se la prenderebbe con L'ortica per gli effetti ur– ticanti, così studia ìt rusti– co, Lo sgarbato, il superbo. Anzi, ho· it sospetto che in lui il filosofo se§'retamen– te cedesse, al semplicista. Sapeva che perjino l'ortica è benefica, diuretica nel– l'infuso ben fatto; e forse volle dimostrare che gl'in– fusi di cMattere di. pos~o"– prendere per cura. Se no, ,,e~h.é è!Vt'ebbe scritto? Di• cono: per annotare. Dico· no: eonosceva troppo bene gli uomini, perché potesse amarli. Mi appeno a Bar– tali e a .Maccari: si può osservare con tan.ta atten– zione, se non c'è amore? Un semplici.sta disamora– to può dar cicuta invece che cicoria; e un filosofo senza il filo, di qual sofi'a sarà manager, della Loren.? Fof"Se Teofrasto rimpian– geva i grandi caratteri e le passioni forti, magari i vizi tragici, tali da sugge– nre le pagine di filosofia che ne fossero il correttivo e L'antidoto. Purtroppo, vedev<1 soltanto i vizi pie-– cini, i rifiuti di' una demo– crazia a.utodigerita$i in co– procrazia: che eosa poteva fare se non -rappresentarli come li vedeva:' lasciando che altri decidesse se. tl't democ-razia.,.Le fogne, fogne restando, jossero da lascia– re sotto gh ecchi e il Tta.so di tutti, che è poi un. modo da erborista di sperare ehe i fetori valgano Là dove ogni argome,ito fall.isce. C'è molto di cambiato, venti secoli dopo? Del va– nitoso p1ccir1O, Teofrasto diceva: ~ ...se il figlio giun– to ai sedici annt deve de– dicare una ciocca di ca.pelli ~,:~~ia 1 ~~i~~~ ':1te'i'f/.~~ che è un partirsi da Gel.a o da Bolzano, per battez– zare cresimare o sposare i figli a Roma. in San Pie– tro: caso raro oggt. ma per ragion.i logistiche; non dt– verso. nello spl-Tito, dalla a.mbiÌ-ione che 1 sacramenti suddetti siano somministra– ti da u1t'Eminenza, un Mon– signore, con. L'ingiusto a.v– vilimento del parroco. ehe ci metterebbe tanta ea.nti: e qualche preghi.era a~– proprnrta al podre e at ft· gli: lui che li conosce be· ne. Ma il vanitoso. direb– be il solito M'ino. • Unto o sposato - da. Sua Emi· 1tenza - eoJt. Dio oool prendersi - pitL confi· denza ,._ E la gabbia dell'uccelli– no? (non. la invento, é in , Teofrasto) rara, preziosa co– me la bestiola. che, si capi– sce, ha da esser unica. Un tale, perché n-essuno potesse dire: • Ce l'ho anch'io•• ad ogni vbita di ri!7uardo fic-– cava aU'uccelCino un.a coda policroma di nail-on; e non si seppe se La bestia mori perchè H nailon lo caricava d'elett"Mcitd incongruo o ec– cessiva rispetto al suo -pro- (continua";- pag. 2) Una scena de '"n passaggio del Reno ,. di André Cayatte, CONTINUA LA NOSTRA INCHIESTA Problemi del traduttore * di ITAl,Q A. CHIIJSA/1 1 0 n problema dei traduttOTi e delle t.ra – dutioni ha già trovato, su queste colon– ne, un dibattimento arguto e vivace. con ottimi interventi e proposte da non di– mentieare. Ha cominciato Ervinio Pocar rispolverando una vecchia idea settecen– tesc-a, qaella d; Istituire dei premi per le migliori tradm:ioni; poi sono entrati in li~ diversi altri, deplorando le nostre comuni miserie e laneianfio i nostri desi– derata. Se ne son sentite di belle, di bel– lissime: persino viaggi finanziati dall'edi– tore, si son richiesti, per docurm!:11tarsi megllo, dall'esterno e dall'interno, sui luo– ghi e sull'atmosfera dei 1.ibri stranieri che dovremmo tradurre. Meraviglioso sogno, che qualche editore intelligente e punti– glioso dovrebbe realizzare, per smentire coi fatti il nostro assoluto scetticismo in proposito. Il mio intervento, ormai, giunge tardi· vo. e credo quasi inutile. Non mi pare op– portuno ripetere tutti i guaì che afflig– gono la nostra vita né decantare le bel– lezze e il pregio dei lavoro che facciamo. traducendo eose che lo meritino (ci sareb– be da parlare delle boiate che traduciamo, a volte, perchè cosi ha voluto la scelta editOTiale. senza convinzione da parte nostra né gmore né appettto né curiosità né lede: l'inferno del tradutn:ore. né più n« meno. che auguro solo alle anime più brave; m.!!. non è il caso di soffermarci nemmeno su questo). Ciò che vorrei dire, in parte ripetend9 cose già scritte da me e da a--Jtrl in occasioni precedenti, è che sarebbe bene .invece di stilare lunghi ar– ticoli di esaltazione e di condanna. molto be-Ili a leggersi e pi-eni di sacrosante ve– rità ma, alla fin fine, lascianti le cose nel v-ego. sarebbe bene, ripeto, formulare con secchezza enumerativa alcuni punti in cui ci par bene concentrare le nostre ri– chieste di miglioramento, morale e mate– riale. Ed eeeo ciò che aVTei da proporre io. Miglioramenti morali da concedere ai traduttori: a) u.Tt maggior rilievo dato al toro no– me e alla lcrro fatica. da parte dell'editore e del recensore (non dimentichiamoci di quest'ultimo. spesso troppa distratto nei nostri riguardJ o incline a giudizi affTetta– ti e volanti). Il nome di chi traduce deve sempre apparire sul trontesplzlo, non al– tTove; dev'essere citato, insieme ~on 9-ue!– lo delrautore. in tutti I cataloghi e I de– pliant.5 della Casa editrice. dedica~i sia all"intera produ:,;ione che a una singola collana O a un determinato volutn? ecc; bJ migliori condi.doni di lavoro oft';te a chi traduce: e qui ci riferiamo soprat.– tutto al tempo. che spesso @ misurato col contagocce, a scadenze tiranniche. col ri~ sultato che il tr.itjuttore lavora in stato d1 anioscia. o, quel che è peggio, tira via alla caTlona, badando a realizzare quel poco guadagno a scapito dell'esattezza e dell'eleganza della sua opera. Si richiede, inoltre, che !"editore faciliti ai massimo la fatica del traduttore. mettendo a disposi– zione, qoando sia necessario, tutto ciò di cui può disporre: lfbri. consulenti specia– lizzati, dattilografe, ecc. Non si pensi a un'utopia: in molti casi ciò avviene già. a) Compensi più lauti. Diamo atto che alcuni editori - ne vogliamo citare uno solo, come esempio: Mondadori - da qualche anno dimostrano un nuovo modo di vedere le cose, in questo campo, pa– gando le traduzioni in maniern. più equa, in modo di dare a chi traduce l'impres– sione di essere una persona umana. non una mera macchinetta a gettone: cosa mol– to importante, di notevole incidenza anche sul rendimento lavorativo. Ma ciò, pur– t-roppo. non si può dire di tutti, e ancor oggi, per tradurre fior di autori. d'ogni secolo, con un impegno e una prepara– zione che possono essere soltanto i1 risul– tato di lunghi anni di studio e di lavoro, si sentono offrire compensi che sono semplicemente una vergogna e un discre– l:lito per l'editore. sia anche illustre e festeggiato come un padre della patria. AvvillTe cosi un Lavoro Intellettuale, una attività che molti definiscono ccreativa•, anche se su11e orme di un testo altrui~ si– gnifica smerciare libri con gli stessi crite– ri che se fossero bottoni o aringhe affu– micate; b) pa.rtecipazion.€ <47li utili derivanti dal proprio lavoro. Punto fondament-a.le , su cui si batte da anni, che è di lampante equità, ma che non si riesce ancora ~ far accettare al « datore di lavOTO·•-Non e che si domandi l'impossibile. ma un piccolo 1 per cento sul prezzo di copertina non è davvero una ;>retesa esorbitante. se è vero - come è vero - che la bontà o meno di una traduzione può procurare una diversa fortuna a un libro straniero. E per ora fermiamoci qui. Ci sarebbero altri traguardi (quello, ad esempio di un contratto per ogni edizione, con nuovo contratto e nuovo compenso qua.Qdo tl li· bro si ristampa, come sì usa. mi dicono, in Iugoslavia), e bisognerebbe anche insi– stere su altre concessioni morali (quella, ad esempio, di un ma~2:ior rispetto stili– stico alla torma scelta dal traduttore, ri– ducendo al mini.mo gli spesso pesanti e arbitrari interventi redazionali dell'edi– tore): ma, ripeto, per ora limitiamoci a questo programma minimo. L'A.I.T.l. {As– sociazione Ita!iana Tr-aòuttori e Interpre– ti) si balte da anni. in collegamento col la Federazione Internazionale dei Tradut– tori. per far sì che sì giunga a una più ~o– disfacente regolamenbazione dei nostri rapporti di lavoro. L'astratto in difesa La r~azione dei sostenitori dell'arte in senso classico sta smorzando molte velleità Gkia:ni fa, in un moto– scafo che solcarva il Canal Grande, clistogliendv Io ... sguardo dai sontuosi pa– re. Egli è wnile oon soltan– to per la modestia della sua pTofessione, ma anche per la poveI°tà del suo fisico e per l'esteriore angustia del– le sue aspir~zioni; veramen– te un piccolo uomc,. La sua aspirazione più profonda. quella alla quale adegua con una. logica elementare tutta la sua esistenza. è n desiderio di trovarsi U dove può essere effettivamente utile al prossimo. ad un prossimo estremamante vi– cino e circoscritto. una ra– gazza conosciuta durante la prigionia. Coni!roDrtat:i con Rog«. pe1"Sino i cantadini lucani di Visconti e 1-'impiegatuc– cio cli Kobayasi appaiono statuari. Luchino Visconti, soprat– tutto, si è lasciato vincere dalla tentazione di confe- lazzi C'h.e merlettano le due sponde, siamo .stati attratti d.a. un cartello iil quale av– vertiva che dalla prossima -settimana sarebbe stata soppressa la fermata ai Giardini: il che voleva dire che la Biennale del- 1' Arte è prossima. a cruu– de:re i battenti. A chiudere i battenti con un pas-sivo certameo,te più grosso del– l'attivo, avendo spinto Gi– no aJ.l'est.remo li:m.1te il fat– to modale. poco o punto .preoccupata che la moda artistica. non ha mai nulla avuto a che fare ccn l'arle autentica. I oatti.vi effetti d"un tale settario procedere in sene alla nostra massima espo– sizione, H abbiamo anche visti nel:le mostre di pro– vincia. dle sono state uno scialo d 'Wonnale. alno al ridicolo. Mentre l'opposi– zione a 1.lllC stato di cose senza dubbio preoccupa:nte è stata pronta e continua ad essere sempre più ener– gica da parte di quegli ambienti e di quegli uom.i- 1----------· l l'.ID. di cultura i quali - an– W. Carlos Williams * che se per un momento hanno cedtrto alla sug,ge– st.ione delle «.?'affinate stra– vaganze• - sono po.i sem– pre in grado di distinguere l'toniliante e noioso con– formismo dalle espressioni o.rig::in.ali, le poetiche più o di GLAUCO CAl\{BON =~~~l~ti: ~! A Btoom ington, Indiana, .dove tenevamo questa e.sta– te corsi speciali di lette– ratura nel quadro della Sch.ool of Letters, ci è capitato incontrare perso– nalmente William Carlos Williams, il settantasetten– ne poeta che sino a qual– che anno fa esercitava la prof9Ssione di medie<> nella cittadina di Rutherford, New Jersey. I segni fisioi dell'età e dell'attacco di paralisi recentemente su– perato erano evidenti, e per chi lo ricorda come era due o tre anni addie– tro, quasi ancora nel pieno delle sue forze, quel tre– molio delle mani. quella forzata lentezza nel passo, quell'assoluto dipendere dalla continua presenza di un accompagnatore furo– no una cosa penosa. Si può concepire un Williams at– tempato, non certo un Wil– liams senile o paralitico. Ma età e malattia non ri– sparmiano né i medici né i poeti. non ascoltano l'anti– ra protesta del sanJ?Ue ... D'altra parie l'immagine che di sé ci ha lasciato in quei j!'.iomi il vecchio pio– niere della poesia ameri– cana è più vivida di gu:m– to le condizioni fisiche de- (contlnu;--; pag. 4) · ubbidisca a tm.a dialettica non arbitraria. Difatti in un convegno di studiosi e di artisti - te– nutosi recentemente in Romagb.a e in cui, con col– pevo.le leggerei:za, at.ttenti– ci pensatori sono s.tati messi. accanto a per.sone inesistenti come critici di arte o come pittori - è sbto affern>ato (da SpiTi– to) che il passato non può essere sacrificato. e: sia per– chè esso ha generato il pre– sente. e non può perciò non continuare a vivere ne.I fondo di ogni coscienza, sia perchè anche i musei fanno paM.e della vi'ta e valgono ad arricch:it:la e a ispirarJa ::o; e torse più espliciiamente (da parte del dott. Genovese) ci è sembrata posta la questio– ne. fn diretto riferimento al cosidetto astrattimlo:. e: Si è parlato, in genere. di arte astr a14a s,ur a e si dice che il raggiungimento di una tale arte è per elimi– nare da essa gli elementi non pittorici. tutto ciò di impuro che in essa c'è. Si dice am:ora di più. E cioè che con tale purezza s'in– tende determinare l'es...s:.en– za dell'arte. Questa affer– mazione rappresenta un errore concettuale che ~ una tara nella problema– tica dèll'-a..s:<T'attìsmo, in * di GllJSEPPE SCIORTl!l'O quanto, identi.:ficando l'es– .senz.a dell'arte con l'al'ie stessa. 6i crea di essa un mito •· Il linguaggio 'noo. SMà forbito, ma le :idee ci sembrano abba6tanza giu– ste. Nello ~ convegno il pro!. Laz. z.ari.ni ha accen– nato a una e: natura indif– ferente • e perciò solo in grado di -paTl.are e: al mon– do att;rt.aven;o un poeta. un artista •; ma quando lo stuiMoso bolognese tenta di avvalorare n luogo co– mune della musica che pe,– se stessa non ha figure, che cerca di esprimere ~enti– menti. passioni. suoni, e che perciò « può &ssece benissimo dle ci sia una musica dei colori e delle U– ri.ee, in modo che essa. ottenuta attraverso combi– na2:ioni di colori e di li– nee, possa avere una sua esµressiv-i.tà che non ha bi– sogno di rifarsi al natu– rale per rx,ter avere un sign.icate •, allora cade in tm equivoco. Grosso equi- I voeo al quale banno rea– gito il Borsari ( e: El para- gone che il prof. Lazzarini - egli ha detto - ha fatto con la mnsk:a non sembn1 opportuno, in quanto nella musiç:a non c'è l'oggetto dell'arte. Quindi non si può paragonare la musica con la pittura •) e un al– tro tr..a. t congressisti.. il quale ha sottolineato: e Ri– chiamo l'attenzione su quanto si è detto a propo– stto della musica. Si è det– to che, se la musica pro– cede per astra:,;ione, per analogia.. la piilrura può procedere anch'essa peT astrazione. Questa è una analogia sba.gl ..iata. Se noi, per esempio, prendi-amo un cieco, ~ dispone i colO!°i casualmente, cioè non darà l'opera pittorica. Lo stesso. invece. potrà com.porre della valida musica. Gli or– gani percettivi interessati .sono differenti: neJJ"un ca– so è interessata la vista, nell'altro l'udi?<>>. Cbncetti cosi sempUci hanno potuto spesso, non sappiamo quanto ingenuamente. es– sena trtiintesa, generando tut,ta una serie di superfi.- QUA!iòI UN'Ji!!:N'TOLOGia * Poeti brasiliani post-modernisti * di A. AN6El,0 CHIOCCHIQ Una deUe de~ntzi01t1 piu. equ11tbrate e complete della poesia post-m.odern,sta tn B,-a.sile è la seguente eh LJo– mingos Carvalh.o da StLva: • La generanon.e del ·45 e co– mtmto: da u.n. gruppo d1 grandi nomi - ciascuno dei quali. padrone di tm·esp-ressio– ne dimn.ta - un.ltl da vane preoccupazioni comuni,, eh.e p0s.10no essere -riassunte Tteua conquista di una poe.!ta eQm– Ltbrato ma non convenzio-na1e. libera da eecessi veroatt m.a attenta al problema detta n– cerca delle parole, scntta in. hnouaggio letterario ma "°"' accademica. interessata all"itt· corporazton.e (seni-a cadere 1n u.n tono prosastico) degtt ele– menti quot1diani al contesto poetico, esente da -reg1onaU– smi e, finalmente, libera da pucon.cetti contro le /onne trachno1'ali o contro I I verso Libero... E' sin t-roppo evidente tn. queste righe la presa a, po– siri011e polemica nei Confnm– ti dello poesia modernuro · prodotta dalla grande genera– zione del '22. eui molti dei giovani del 45 '10n. s1 coKteTt– tatl.O di succedere. pre/erendo opp.orles,. Inutile osservare che senza gli • ecces51 veroa- h ... senza il ... tonc prosastt- co ... senza i ... reoionaUsmt ... poesia m.odernt.Sta,quella. pos~ ntodern1.rta non si potrebbe permettere il Lusso ai essere eqmhbrata, ma no1t conven– z1o-na1e, letteraria, ma non. ac– eodem,ca, ece.; piutt(ISt.o, o "on esisterebbe. o sarebbe ap– pu.nto convene-ionate. accade– mica, ecc.: continuerebbe in– somma a riechegpiare stertt– mente i flautati moauli stm– botisti o a n.pt &mare nevro– tico:mente i aelidi sim.u.lacn parnassiani.. Ma non c'i: te:ri sen:a anti– tesi, e ii buono di certa poe– sia Mtt.siliana do:t •45 in poi è proprio nella sintesi eh.e st e "l'iorgaui.zzata t1'a vaion nvo– luzionari e valori con.tro-rwo– fuzionan. Altro del post-modern.tsm.o non. si può dire. E' nel vero 1t C.:arval11.0 do. Silva quando, al– ludendo ane p,-eoc4upaztom comuni ai poeti. del '45, pre– etsa che si tratta per6 dt figu.– re dllUa ooce inconjondib1l– mente personale, come ci pare nsulti evidente dalle tradu– tfoni che propomamo au·at– tenz1one del pubblico itattano A pag. 3: Breve rassegna di poesia brasiliana Illustrata con disegni di Bartol!nl ciali poeti,ehe. di sciocche disquisii:ion,i sul corpo in– forme e disumano di UDa non.-arte sp:rvaldamente po– stulata come unica e va– lida esp:ressicme artistica del nostro tempo. Un altTo Congresso dl Estetica. la eui risonanza è stata internazionale. si è tenut.o la scorsa settimana nella greca Epidau..--o. Ad esso banno partecii ,a.to studiosi di molti paesi. da– tli Stati Uniti alla R~ia. dall'Italia. al Giappone e all'India. Rileviamo dalle notizie dì stampa che not.a fondamentale del Cong:res– so è stata. la lotta !ira • modern.i5ti > e « classici– std '"· Mario M. Rossi eoro– menta: e E' strano consta– tare che dopo tanti anni di tacile vittoria. di brion– fo conclamato da parte de– g.ll a.rti.sti moderni, astrrat- ~~l esJ:::~t;\;r2l1b~~ la veem@nte reazione con– tro essi da parte dei soste– nitori dell'arte ip senso classico li abbia ricacciati su posizioni difensive •· L'op1905izione all'accade– mia astratta si fa. dunque. sempre più intensa e pi\l. decisa; come abbiamo detto. i più responsabili studiosi - davanti al feno– meno di un ritorno alla barba.rie ammantata di pseudo-ra.ffinatezze <!leca– dentist:icbe - sentono il b~o d'tnterve.nire con tutrto il peso della loro C0.1- tura non dilettantistica, armati d'un.a dialettica che, per farsi valere. ncm. ha bisogno di ripiegare sul– l'eristica. Nel convegno italiano - in cui era evi– dente l'ingenuo presuppo– sto di glorificare l'astratti– smo - a wi. certo punto si è cercato di spiegare e in parte di giustificare lo astrattismo; nel convegoo greco si è s1:ati aggressivi e viole11ti nel nega:re alla produzione astratta ogni diritto a presentarsi come arte, giungendo - se non. erriamo - a una identifi– cazione tra Il bello di na~ tura e il bello artistico, identfficazion.e che fu de"lla .mtica arte greca ma che non ci sembra PoSSa tor– nare ad essere dell'arte moderna. Comunque sia ch.laro che chi semina vento non può raccogllere che tern.– pesta. Gli astrattisti, in questo &iuta.ti dagli inte– ressi di un'Qrraniz.zazione internuionale, hanno finito col negare ogni diritto di convivem:.a agli ar,ttsti òi tendenze diveru:; ed ove sono riusciti a impadronir– si del timone hanno fatto fuon quasi t.utti i"li altri. ~n. ~rogante cecità: dagli mv1ti e dai premi ùella Biennale di Vene:,;ia. dai prernj dell'ultimo Michetti. senza i ... ·precon.cettì.,,.• aeua 1 ecce.tera. Per questo, pur ,_ _; _______ __i non essendo insensibili

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