la Fiera Letteraria - XV - n. 31 - 31 luglio 1960

t~ FIERA LETTERARIA RASSEGNA DI STORIA A CURA DI GIORGIO DI GIOV.ÀNJ';l ,,. Sull' "Opus" di Sanguineti La morte di Federico Chahod storico dell'idea d'Europa l,a noti::.ia della morte di Federico Cllabod, sebbene s i sapesse clre le sue condit.io – ~ di salute fossero precarie , m nessrm modo pote,·a es– sere sconJata. l,a sua alta e dinamica figura, quell'intrin– seca energia che promm1a1·a d!J tu.tti i suoi atti, quella v1olaz1one anche fisica elle lo faceva 4:mergere ovunque: era!' tutti elememi che giam– mai potevano con.sentire oscuri presagi. E im·ece se n'è andato nel pieno della sua maturità intellettuale - 11011 t1,·eva ancora sessant'anni - lasciando wi accorato ricor– do della sua gagliarda e ini– mitabile attivittl di studioso. Di questi tempi, in cui mol– ti docenti u,iiversitari rele– gano il loro magi.stero ai margini di un'attività etero– clita e compasita, Federico Chabod, prima che la malat– tia e un di/Jicile atto opera– torio non ne fiaccassero le for::e fisiche, dava ima co~ stante ed esemplare dimo– stra:.ionc di onestà profes– sionale. II suo mondo era la Scuola e ad essa ri,-olge– va ogni suo pe11siero. E Poi– chi la sua eccezionale bra– vura gli aveva valso molte– plici ed importanli incarichi didattici e crdturali, sembra– va che egli stesso fosse di– venuto un'i.stittttione.. Teneva la cattedra di Sto– ria modenza alla Facoltà di leuere dell'Unfrersittl di Ro– ma e, presso la stessa, diri– geva la Scuola di Storia me– dievale. e moderna. A ripro- 1•a, poi, della drtil ,;on cui aveva saputo intimamente col– legare la storiografia con la fiolosofia, come dire ripen– sare la storia secondo cate– gorie mentali, era stato chia– mato da Benedetto Croce a rirsi, a lince scarne e inci– sive, quel processo secolare clie sulle rol'i11e dell'an1ica liberlà comunale aveva con– dotto al trio11fo dello Stato principesco, assoluto». (L"ctà del Rinascimento in Cin– quant'anni di vita lntcllettua– ~iso/taliana: Napoli, ES!. 1A necessità di riferirsi al· la realtà stonca sarebbe sta– to anche un concetto ,•alido per lo studio della clfettfra solidità interna dei grandi Stati princiJH!.SClii. E in/atti lo Chabod, rivolgendo in tal senso le sue ricerche, dol'e,•a giungere alla conclttsione che le cause della catastrofe ita– liana erano dovute non già alle armi merce,zarie, secondo la tradi:;ionale acce::.ione, ben– sì alla mancanza di unità morale, alla deficien:.a di spi– rito p1tbblico, all'asseni.a di una classe dirigente nei vari Stati della peni.sola. Arriva,·a così, per lo storico, il mo– mento, ora clte in terra ita– liana i protagonisti eran Francia Spagna Impero ,di ri– ferire lo studio della realtà italiana alla politica inlerna– ::.ionale delle grandi patente. (Lo Stato di Milano nelrim– pero di Carlo V; I, Roma, /934). E in effetti lo Chabod. fors'anche per la esperienza acquisi1a alla e Scr1.ola slori– ca • del Volpe, cominciò a scoprire. i legami clte lega– vano l'Italia alfEuropa, al– largando, in tal modo, ti si– gnificato della storia italiana. Ta,ito più che, avvalendosi di documenti di arclrivi stra– nieri, co,itribuiva ad appron– tare quella più scaltra euri– stica, di cui di n a poco ci si sarebbe serviti per la re- reggere, in Napoli, dopa la ,---------– fine prematura detrOmodeo, l'Istituto italiano per gli stu– di storici. 1A sua attfrità do– cente era, come si ,·ede, in– le,isa: eppure, trasferendosi di continuo da Roma a Na– poli e vice1,ersa, sape"a esse– re sempre al suo posto di re– spo,uabilità. E trovm•a an– cora tanta ri.s~n•a di volontà. da altendere alla dire:.ione ddl' Istituto storico italiano (come presidente della Gim,– ta ce.nlrale aveva organh::a– to il Congresso irtten11nior1a– le di sltldi storici che si ter– rà, tra non molto, a Stoc– colma) e, fino a ltltto il '58, della Rivista storica italiana, già a,perta dai suoi irandi maestri, l'Egidi e il Volpe, allargandone sempre più gli interessi sul piano della cr,1- tura inten,azionale. la sua solida preparazione r~ol°j}i~~É:{d~'.'i.sff a sa::.sos~~i concreto ,id/a storia, appreso dal Volpe., l' interprera::Jone ideale dei fatti umani e le riflessioni sui problemi teo– retici della storia, che gli venivano dallo storicismo crociano e meineckiano, si può dire, avevano /atto di lui uno stampa raro di sto– rico. No,1 sappiamo, però, quanto i suoi studenti del– l'Uni,,ersild di Roma foS$CrO coscienti dei suoi ecce::.ionali meriti scientifici, Ma se per poco rmnmentiamo certe proteste imbecilli di discen– ti che qualche anno fa wt quotidiano del mattino si a/– frettò ad ospitare per rinfo– colare una polemica polilica contro il pro/. Chabod. scam– biato per il sen. CJ1abod, al– lora al centro delle vicende delle elezioni amministrative ~j~~~:~a''gf,e d::~en;::~pr~ofi Supervielle (contlnu~ pag. 3) quando una persona sensi– bile non capisce una delle mi.e poesie. Concludo che I.a colpa dev'essere mia e giro e rigiro in tutti i sensi quella poesia per ve– dere dov·e l'errore. Quan– do ho voluto dire una co– sa e non un ·a1t.ra. desidero che sia colt o esa ttamente il mio pensi.ero. Questa modesta dichia– razione mi fa pensare alla gentile umiltà che spirava dalla persona stessa di Su– ~rvielle. Qtiando egli en– trava in un salotto, pare– va scusarsi di esser tanto alto e magro. Ora che ha Jasciato questo mondo, prendono un altro suono certe sue parole: Il mio gran. corpo stanco ... E ap– pare patetico quel bisogno che egli aveva di riferirsi spesso, con un sorriso, alla configurazione dell'umana ossatura sotto la pelte. Lui che non !ona\·a la voce per parlare de11e cose tri– sti. ha pur intitolato n Corpo tragico una raccolta di ,·ersi e in una p<>esia compresa in un altro volu– me (Gravitazione) ha scritto questo colce lamen– to nel suo miglior stile, che è !atto di gravità e di leggerezza: Nulla con– sente a morire - di ciò che ha conosciuto H vivere - e il pizi debole sospiro - sogna ancora che so- vi.sia,~ del nostro Risorgi– menlo. Ma i suo,.- com,:!e.ssi inte– ressi dovevano portarlo ad affro,1tare anche problemi religiosi. E certamente, tra ~! ~t~~ci Ri;::m:! ~cuJ::[;"; fu uno dei pii, co,uapci10li, come riconobbe il padre /e– din. Egli, in/atti, ponendosi decisamente contro l'idea set– tecentesca di frattura tra Ri– nascimento e Rifon11a, era riuscito, forse meglio di al– tri, a scorgere la preiston·a e il dramma d'un movimento riformatore italiano. Quella capacità, che possedeva in larga misura, di comporre la sintesi di un /atto ston'co, dopo avenre a,iali:.::.ato i vari compo11e11ti,ç_lipermeneva di Jocali::.zare 11 umro delle questioni. A questo propo_sito (Cfr. Per la s1orfa religiosa dello Staio di Milano duran– te il dominio di Carlo V; Bologna, 1938, pp. 84-85) si ,·eda con quanta fine::.:;.a sep– pe roglierc, nel clima rovi– noso della serviti, italiana del '5()(}, la conncssio,1e della pro– testa reli1iosa e delta prote– sta politica, entrambe acco– mtmate in 1111medesimo sta– to d'animo di ribellione e di ang<Jscia. peD';/pr/':;::é l~ ;,:~tr: J:C~ sua co,1cezione storiografica è ue L'idea Europa (Rassegna d·1talia. aprile-maggio 19-17, rifusione par:.1ale ciel Corso di storia moderna [A.Ace. /9-13-~J. Milano, 1944). Q11.i lo .storico, ras:gitmgendo la piena co,uape,•ole:.::.a dei suoi me::.z.i, atti,1ge1·a alla sfera degli ideali etico-politici: la sua storia dfrer1t\·a storia di idee e si librm·a i11 alte e ampie ,,olutc. Si Ql'l•erte l'in– flusso del Croce (della Storia d'Europa) e del suo maestro berlinese. il Meinecke (L'idea della ragion di Stato), in quel suggestfro ricercare ed esal– tare lo svolgime,110 dello spi– rito europeo. Il quale trO\·a la sua esvression.e definita nel Settece,ito, nell'idea d'Eu– ropa, intesa come corpa po– lirico ed economico unitario, come esprit de société e so– ciété des csprits. Certo, al fondo di codesta i11terpreta– :.ione d01·e1tero agitarsi se11- timenti o/fesi, clte 11011poco contribuirono ad alimentare la problematica dello storico. Quell'•individualita• superin– dividuale , che il Meinecke denunz.iò come sfrenala na– tura deg li Stati, e che l'ulti– mo co,rfiitto conftrmò tra– gicamente, Ila fatto sl r;;/Je lo Cliqbod, per un bisogno prc– senle del suo spirito, contrap– ponesse a un'Europa regolata dalle ferree leggi della so– pra/fazione, della strenuous life, fideale della coopera– zione e della comunità spi– rituale. dei popoli europei del 700. E' evidente clte il conct.lto d'Europa - della solidarietà degli Stati - non avrebbe tardato ad e.ssere applicato agli studi di politica. estera, se non altro come reazione all'imp ostazione che ad essi ave.va dato il Volpe (di cui Clrabo d è stato discepolo) co– me ricerca degli i.stinti ag– gressil'i delle nazioni: sebbe– ne, d'altro canto, dallo stesso Volpe, lo Chabod :m1.!ua.ssc quell'antipatia per i criteri della storia diplbmatica. pura. I.A Storia della politica este– ra italiana dal 1870 al 1896, /, Le premesse ( Bari, I.Ater– ::a, 1951) è un esempio ma– gistrale di come la storia di– plomatica possa tradursi ,iel– la storia civile e politica o meglio storia etico-politica. GIORGIO DI CIOVANNI (continua da pag. 1) q111!, inseguila dal mercante e dall'artista, persino dal filo– sofo e dal teologo. Lo spe– rimentalismo finaliu.a10 s·ar– tacca. al moderno, ue sparti– sce la velocità e ne eviden::.,a l'inconsisten::.a anche, forse soprallutto, per quanto ri– guarda questa caccia illuso– ria. Il modernismo è uno spasmodico « originalismo •• da che s'è costituito: e origi– nalità per originalitll vuole imporre questa poesia quale criterio per una sua valuta– ::.ione, ossia moden,ismo in quanto modenrismo, indipe11- dememe11te da ogni altra ~~~:r~~1~~~~a. ~f c~~~~nr:~= iione. Nd dispre;z.o del passato c'è una paura del passo.lo (che il fuwrismo vole va bru– ciare in biblioteca e in pina– coteca, per non aver più a confrontarsi). E nel rifiuto tracotante d'ogni criterio di \'alma::ione al livello del gu– sto elaboralo dai millenni, dell'amor di Pociia che vù,.e nel semplice cuore dell'uomo, c'è una debole:::.a, una insi– cure~ di fondo; c'è un'altra paura. 1A semplicità è di/fi– cilissima: lo sperimematore professionista non se lo dice ma lo sa, è it suo tarlo. Ogni semplice argome,itare del resto gli /a paura: egli rifiuta la semplicità non sol– tanto nel modo di /are poesia ma anche nel modo di giudi– carla e farla giudicare: la mo alloccltire dalle dicliiara– :.ioni, dalle inten:.ioni che ,•o- fi;t:::io iu,1::rsi /;Jt~r~~ s!~~ storico per giudicare secondo il mome,ito storico e 110n se– condo coscienza e gusto per– sonali, naturali, ci facciamo mtimidir- dalle esibizioni. dalle apparenze, dagli artifi– ci; ancora una 1-olta si de.ve dire clte rim,eghiamo trop– po spesso e vole,iticri la 1·0- ce. dell'angelo eterno, dell'in– ,iocen:.a. Abbiamo perduto og,,i fede, ecco tutto. Per– ciò abbiamo perso il cora,:– gio di smasclterare il diabo– lico, di la11ciare ortaglie con– tro l'istrione, di credere in– somma in 11oistessi. •L'esem– pio piti. rivolu:.ionario della poesia sperime,uale •!: do– vremmo ritrovare. l'imzocen::a tragica della SJhignauaia. Che sig,iifica • piu ril'olu:.io– nario • se non piiì degenera– to, più folle 1 pitì. assurdo? Siamo nel sempre più speri– mentale, la rrouola è vorti– cosa, non si 1·ede più. la ma– teria di cui è falla, è pura /orma. 1A fascetta ,·anta, astuta e ridicola, il massimo dell'originalità e della com– plicazio11e, il minimo possi– bile di sostanza e di sempli– citd. E non è meme: bisog11a leggere i ri.s\'olti di coperti– na di q11.estodocume,ito spe– rimemale che riportano gli elogi della consorteria spe– rime,italista. Una ·vera festa in famiglia!. • • semplicitd smomerebbe quel- Un esempio nommato n– ~o e questo, .farebbe crollare stara dopo troppo lungo ti .Cf.:-Stellodt ~arve. I.A. se,_n- cammino d'un di.scorso gene– PJ'Cttà . che cluede • perclze •,, raie, sia pure sullo speri- ~de ::::1; .: a.c:;:r scg,1:? ••tu:~ ;i~~~li.s~no inclr!111f:t't/' 0de!~; ';<!Cedell ang_elo.eten~o,. del- essere considerato e valutato I um~enz'! mdutnttttbile, è per mettere sacrosanti pum7 ne,mca d, questo ,iolo~uari- sugli i. L'esempio, a portata ~:.~ia::~t~ocl~~';eer!~~!:i'e,:i~~~j: ~~e:::i;',':ia1i ~~=:~~ar1~:,~ gmale q11_as1 per "'! suo pec- guineti, sul cui Opus metri- ~;;fa,0"J;;'t1~ 1~:1~ a~:, ~~~ ~~~,i <J:i':'va::'ri !':~i ~u1";; Eppure. sarebbe be~lo e/re I U1ciano A11ceschi) sta la fa– prodolll d~lla ptt~ura e scelta a,•anti incriminata, 1~;~~ro .P;i~:4fcatisp;;~ttd~i d~lll:fiuiiJif, 1 ei/c;eJ~i t/frri: f'!ncwllr, da, semph~t di SI?I- srolto, parla e parla di rtto. Tanto modernismo g,o- ., esplicita inten:.ione morale• ~~mp'ifci~~'~;;:tJ:t1~:f_ in s:::!~ ~o ~i dta:c;:s~~~fon~1~gu!~';. ~chera 'ft mte,idrton, deglt nologo » e di • angoscia let- 1g11oran11cl_te _non accette- teraria », di •mosaico» e di reb_bero m~:u ~r an!1~1etterlo, • scelte stilistiche sul terre– d_e1 poveri dt sp!rrto che no Jra,ioso di tutte le avan– "!znega_no .la loro .t~nocem.a, guardie, di ttali i decaden– dt lt!ltt glt a~·,·eu_tr::.i "! pro- ti.smi anarchici e borghesi di ,,a dr modenut~, 1 qu!Jl' lzan- questo meuo secolo», per no creduto d, capire che assicurarci ove dubitassimo solo . a_mmeltemlp l'incom-. che dietro e 11el "labor'' (di pre,uzb_rle. e costrmgendo 0CI!' Sanguineti) c'i; il futurismo e :f;:rszs:~;:tt::~~~a~~as~u:~~~ ~fio:,re1nyi~,1: 0 r;,!;11~~yc: ~: il re nudo della novella di prosa sperimemale di Ken- Andersen, solo a queste con- neth Patchen .... dizioni possano essere mo- Né può esserci il pericolo denti. Quanto modernismo è che tutti questi amenati ci il. re nu_d(! che un ~ccordo siano per caso, per affi.nità dt unbecdl1tà conformi.sta ap- elettiva diciamo e fatale ro– plaude per le sue belle vesti! me spesso accade qu;,ndo Un bimbo, come nella fiaba, la modernitd d'un poeta è che dicesse: •ma il re è ~m- •."atur_ale.•: no, wtti questi do!•• farebbe crollare l as- s1g,ion c1 sta,ino per espli– surdo _ ÙIC!J"te;si,!10 .. Ma nel cita volontà del poetante, tes– ~daggu~ dr.cltJ g1ud_1ca le ma- sere d'un nwsaico dunque nr/e.stazzom simboliche della non poco lambiccato e ambi– modernità è compresa per t.ioso. Lo sperimentalismo di ob bligo p reventiva la sconfi.t- mestiere. - è questa un'altra ta de.ll 'innocen::.a, del bimbo sua caratteristica - risolve il di natu ra. Mai come o,;gi problema dell'originalità ca– l'intelligenza s'è rivelata dta- povolgendo il concetto tra– bolica e stllpida. E tutto dizionale, né potrebbe essere Io spcime,ttali.smo (e i suoi altrimenti considerando il marescialli critici) è est-rema- s110 stato di risoluzione in mettle • intelligeme •· avanti; diclJiarando l'origi– Quanti idioti son pro,ui a nalità dell'imita:._ione _scoper– pagare tributi pur d'essere la, programmatica: mcontro registrati tra gli e intelli- al fine dello. SJH!rmrematore genti•, armatati nelle tmp- fH:[/ett_o:. arnv_are. ad e.sser_e pe d'assalto del futuro. Si P~tt originale d ogm altro ori– può star certi clzc una fa- 1: 111 '!/e carpendo la sua origi– scetta editoriale elle sen::a "f?lità, te,idere _q~lQle_ fine uf– me::.z.i termbli proclami una tl!ftO '!d. una ongmal1tà irrag– poesia e l'esempio piiì rivolu- gi_ungrb,Ie,che non ~ssa ser– Vonario della poesia speri- ''!re !1, nessuna ullenore ori– mentale •• non mancherà di gma_llla. Ed è questa la sua far fremere i paralitici volon- follia. . tari del se,uo comtme. lnta~ito clte siamo nello Siamo già in troppi ca– duti nella rag,iatela diaboli– ca, facciamo sempre me,io atten::ione a do1·e mettiamo i passi e i giudizi: ci lascia- ese,,~p10, parlando d'uno sperimentatore esplicito e programmatico, irra•ersibile. e ulterionnente incormttibi– bile, veniamo ad un e.sem• pio della sua poesia scelta a suo insegnamento trovò in– lelligente risponden4a. Certo, tssò ricltieda•a, com'A do– veroso che sia, un'impegnata adesione. da parte dei giO\'a– ni, che è presumere troppa di voler ri.scontrare in peri.o– di di lassi.smo scolastico co– me son quelli e/te corriamo. -------------------------------. caso,_per impar:.ialità. Apria– mo ti libro a pag. 73, versi /-/0, e leggiamo: spira. M. L B. to~ 1 cC;i'i: /h!~~~~:i, nelle sue riarche, riguarda il Rinascimento. In verità egli af(ro11tava i problemi connessi a quell'età partendo dal Machiavelli (Del • Prin– cipe• di Niccolb Machiavel– li; Milano-Roma-Napoli, /926,· Machia\·elli; in Enciclopedia italiana, XX I) nella scia dei nuovi criteri metodologi.ci im– posti, contr o l'interpreta zio– ne risoriimentale, sopraJtut– to dal Genlile e, in ge,iere, dai filosofi, per una rivalu– ta:;ione del Rinascimento non più consideralo sotto la spe– cie della decadenza culturale e artistica, ma, al contrario, come inesauribile sorgente del pensiero moderno. Lo Clzabod, tuttavia, anche se riconosceva le ragioni di ta– le indirizzo, pertinente del resto a capire un"epoca che fu e.sso1.1.ialmente movimen– to d'i!J.t_e, no,i esitò ad av– ,,ertire il pericolo del dottri– narismo puro, allorché si fos– se voluto insistere nel disso- -~t:i,,:~f:1~ied~11':'1i1/:::it~:; condi:.ioni storiche dell'epo– ca. Come, in/arri, era acca– duto all'Ercole che, tulio preso dalla ricostruzione lo– gica del pensiero macltia11el– liano, non s'era accorto del– l'arbitrarietà di voler accre– ditare l'e.si.stem:a di un pre– sùnlo Staio moderno nel passato italiano: e, .<otto un al1ro punJo di vista, al Russo, clie del Machiavelli aveva fatto un arti.sta-eroe della tecnica politica alla Burc– kluudt. Rie/riamandosi. così, senza trascurare peraltro le esigenze dei filosofi, alla con– cezione risorgimentale del nesso tra cultura e vita po– litica e articolandola con l'altr~ crocimr.a della interdi– pendenza tra idea e società, teoria e P.ratica, lo. Chabod si trovò in 1:rado di avanza– re una .<ua persouale inter– pretazione che, storici::.z.a,i– dolo, tendeva e a far del .M~– chiavelli, aulore del rnnc1: r:r~s:::ir~:i: J:t,~rca~,a:~ ff''!J/xl 0 edffl~4l)/a ai'':!:.;~: !i7ei suo pensiero ntfe.uersi e cliia- Invito al chiarimento deHa poesia contemporanea l) La poesia prima della guerra era più e,·asione che presenza. più anima che cor– po, più metafisica che fisica, più eternità che contingen~. più immobilità che mo\•1- mento, più passato che pre– sente, più infanzia che ma– turità, più diario che storia, più psicologia che sociologi~. più paesaggio che figura: ctb naturalmente nella conside– razione che te generalizza– zioni sono sempre pericolose.. Ora la situ3.Zione. senza a:~– neralizzare ad oltranza, ~ quasi rovesciala. La chiave di volta del capo\'olgimento potrebbe essere più o meno agevolmente indh;duata nel– le complesse soUec.it3.Zioni socio-culturali scaturite nel periodo che comprende la re– sistenza e i primi anni del dopoguerra. Resta da dire tuttavia che l'inversione di rotta non deve intendersi in senso stretta– mente deterministico. Per un esatto inquadramento del fe– nomeno non va sottovalutata l'influenza che in quegli anni, e nei successivi, ebbero le tradurioni, prima sporadiche. e poi sempre più regola~. di poeti come Maiakowsk1, Audcn, Brecht; va d'altroodc rilevata nel dialettico gioco estetico' del dolce e dell'utile, la contemporanea stanche~ di produttori e consumaton di versi nei confronti di una poesia soltanto dolce, o co– munque utile perché dolce. Oggi che la poesia è, o in– tende di essere. dolce perclti utile, ci si pub_ domanda~ come il poeta s1 prefigge d1 essere utile al suo lettore. Si sa come sono andate le cose nell'immediato dopo– guerra. allorchè si ricorse alla formula dell'impegno prevalentemente politico: ora le cose sono avvi.ate di"-er– samente. L'opera del poeta, non più volta a far concor- Lamberto Pignott.i rcnza al politico, sul suo campo di competenza, aspira ad avere un più vasto carat– tere culturale. Non c'è biso– gno di luoghi comuni, anche se bellissimi e rimessi a nuo– ,·o; c'è bisogno di franchezza e di coraggio; c'è bisogno di comunicare. Solo tentando di parlare da uomo a uomo si può pensare di scri\'cre poesia negli anni 60. Pub essere obbiettato che è inutile scri,•ere per comu– nicare, per educare_, perché in un paese come il nostro a\·ente una passività cultu– rale di 10 milioni di abitanti, in un paese che fa concor– renza all'Afghanistan per 1;:i sc;:irsa densità delle librerie, coloro che leggeranno i poeti continueranno ad essere i lo– ro amici compiacenti e. i loro nemici interessati. E' vero che il poeta attualmente (ma più per colpa della non-orga– nizzazione culturale, che sua) non ha quasi mai la possi– bilità di arrivare a farsi leg– gere da un pubblico consi– derevole, ma è altres\ vero che egli scrive consapevol– mente per un pubblico po– tenzialmente \ 1 asto. La situazione può essere così sintetizzata: a) esiste il consumatore potenziale della poesia; b) il poeta si preoc– cupa di soddisfare le esigenze di tale consumatore. (Per una più tangibile esplicazione si pub pensare a un produt- 1orc di scarpe che intenda lanciare il suo prodotto in un paese i cui abitanti vanno scalz.i). A mettere in rela– zione i due termini possono inte.ITenire svariati fattori, la maggior parte dei quali è purtroppo e.sterna all.'attivit~ poetica o pa_rapoe~ca.. ~t tratta cli fatton peruoenu m genere all'area politico-socio– logica, quali Potrebbero esse– re ad esempio az.ioai gover– native volte ad e.stirpare lo analfabetismo, o ad aumenta– re il numero delle biblioteche, o a rafforzare l'influenza e il prestigio dei mezzi di dif– fusione culturale, ecc. Ma anche il poeta stesso. a prescindere dalla qualifica di produttore di versi, può fare opera di propagazione: il semplice atto di dare alle stampe i suoi manoscritti, e ancor più il proporre, di– rettamente o indirettamente, una lettera della sua opera, pur non essendo di per sé sufficienti alla diffusione su più \'asta scala della poesia, favorisc.ono e possono affret– tare tale traguardo. • La con– tinua diffusione di un'idea•• scri\'e Gorz, • fa anch'essa parte delle condizioni della sua realizzazione. Essa non è condizione sufficiente; ma pub essere una condizione co-detenninante; essa assen– te la riunione di tutte le altre coodizioni pub rima– nere insufficiente•· 2) Un discorso di poche righe su 11 a critica attuale deve limitarsi a constatare che essa non sta facendosi a immagine e somiglianza della poesia che le è coe– tanea. La maggior parte dei critici imbastisce ancora il suo discorso in maniera po– co rigorosa e note\·olmente anacronistica. Il discorso più o meno ingegnoso, imbottito di preziose analogie, riferi– menti culturali, citazioni eru– dite, divagazioni sottili, pub essere piacevole, ma non è, metodologicamente parlan– do, critica. LAMBERTO PIGNOTII post tantum 1_1ccking, post tantum pettmg (obscu– rum) putid'uh ! / caput; compiut'ah! (iterato, amo-– re, turgore!) placenta; (d~Ue parti del corpo!) / ( d1s1ensibili ! dislensibi– le!) :. la pallida vedi; et nascitur! la celestiale / sala del parto;• anim'ch! distillatio); una rovina è (oh tenoo!) il giorno! / sortitur; is (carnis); et sexum ! emerge la nera (oh defaecatio) testa!; / rossa la testa! grida!; ex uno homine; respira! oh! tekne! tot;:i hace / (la violacea!) animarum; (la testa!) redundantia; re– dundans ! / ( ...) gli ab– bracciamenti, ricordi? quel ventun giugno (in erezione!) in piazza / Chanou.'\:, la sera; il San• deman SC; (i nostri ca– pelli!); semen illud! (G.5 numero I) / numero 769173 A. corporale!; quell' obscoenasque qua– squae; la saliva!; il tutto trascritto nella spe– ranza, men.tre mi sorprendo a tirare un sospiro di sol– lievo perché non Ilo mai tanlo faricato alla macchina da scrivere, di non aver tra– scurato un punt'e virgola, uu dittongo, un sospiro escla– mativo, tutto ciò che fa di mi testo sperimentale. una macchina perfetta e auto– noma. Solo il senso manca. Ma n– ca solo la giu.slificaz.io ,re dello scialo 1·e rbale, del co n– torcimen10 formale, non tan– to il j,ure legiuimo • cosa vuol dire?• quanto l'• a clic serve?•, • a cllD •· Oppure l'uomo ha bisogno di mo-– stri? Ma qualcosa in cambio di questo deficit si melle in tuIla evidenza: cioè una disperazione di oscurità, di misteriosità, che non è. di– vertimento, anche se. non è più lavoro; e una regres– sione, camuffata e ancor pitl scoperta, al godimento da collegiale dell'espressio– ne scotlCia, del riferimento dell'irriferibile tribale (la pa– rola • orina • e. i suoi deri– vati verbali irrorano le pa– gine di questo Opus me– tricum), quasi una concen- tra::.1011e malata. morbosa. sugli organi e i prodotti ,li escre:.ione, in w1 naturali– smo paranoico. ca;•i~fg"~f" :ite.st: ·:~us 1 ~~~~ .s1rum di foll e rimanen:.a po1mdiana, al quale appar– teniono i dieci versi tra– scritti, è 1m parto; come in Tlzomas, viene subito alla memoria, ma con be,i di– versa viStlQle: Id un se,iti– menlo tragico, seppure con– fuso, della vita che inizia t:,,:~rcr~~~ca~~ ~ ';n 1~~h~i: mo del rit1lQle clinico, con assaporamenti esclamativi, - che traducono dubbi bri– vidi - delle sosta11z.e fuo– ruucite e, indietro it1 una memoria maniaca, con com– piaciute descri::ioni della causa prima di tanto parto, complete di indiri:.:.o, di ubi– cazio,1e della camera d'alber– go e di precisazioni sul ri– tuale erotico, il tutto a di– sposizione dell'alie11istn, e de– gli amici del e Verri •· Ma qui si stanno facendo co,uiderationi e..rtralettera– rie: l'opera di Sang11.i11eti, per Alfredo Giuliani, e ciltri teorici dello sperime,itali– smo che la giudica,io natu– ralmente sotto il puro profilo letterario - ed ecco w1a ter:.a astu:.ia - è • tulio con– trapptmto ». • la sit11a1>si "seriale" abolisce I rapporti normali, tonali. oome nel paesas;g,o morale del mono– loio e abolita la prospettfra (sia classica o impressioni– sta); il linguaggio babelico dell'avanguardia moderna sta lii immediato conlallo 0011 la grave musicalitil del latino medievale, liritua colta e ro– municativa, civile e metafi– sica, intelligibile universale e morta. Ancora: le formule tlelicatamellle mtrospettive dei neoplatonici di Cambrid– ge (tm Rinascimento subli– mato) contrappu,1ta110 la fu– ria psicanalitica. La ,·isione della coscie,i:.a avviene per gm.stappasi::iotii ,•erticali, 110,z po,ie 11.11 ori:.:.011te, ma uno spa:,io oggeuuale in perpe– tua metamorfosi ... • eccetera eccetera, scrive appunto il Giuliani nel risvolto, sulla opera precedente a questo Opur, dandoci un'esaurie,ile spie.ga: :.ione, illtmzina11doci compiut amente sul suo au– tore e s1dl'ava,1guardia ri– voluzionaria cui appartiene. Pasolini ne! seguito del ri– svolto vede in Sang11.i11eti • un tipico prodotto del neo– sperimemalismo post-ermeti– co • e ava,ui di questo clua– ro passo, con • furemissimo pastiche italiano post-mo11- talia110 » e e accanito ra:.io– nali:.z.are •· Per Giorgio Bàr– beri Squarotti infine si trat– ta di e un'a,·anguardia clte ,iega se stessa nell'atto stesso di sperimentare le forme piri. clamorose ed cccez.ronali, clte compie la cri1ica degli stn,– menti ,iel punto szesso in cui li usa». Una fil:.a di de– finizioni sollilissime: e clte altro si può dire, di più e in– telligente., sottile, esaurie,ite e comprensibilmente incom- ~~:::::bf~~:cr~~0fù trionfai- Si può e de.ve dire questo: e/re , critic i val gono il loro poeta, che Babele fa Babele, elle i problem iridicoli e as– surdi hanno tenuto occupalo il Medioevo, cltc si so110 scritti migliaia di libri, sui sogni, clre il trionfo della critica ambi– ziosa e l'opera in cui 11011 essendoci nulla si può met– tere nuto. se11za tema di smentite, che la parola è di– ventata uno strumento cosi sottile che riesce ormai a pe– netrare traverso i mur i, e scomparire, che: ipate.si , da– te ad un le.Jterato filologo cri– tia, un bratw di carta scrit– ta e: tesi, vedrete che egli può i1tdiffere11temente usarla per pulirci la penna o per fame 1111 libro, e avendo tem– po una biblioteca. Non è. pii', il testo che co,ita. Il testo è suf/icien1e che •e.si.sta». 1A pa: .z.ia letteraria di oggi e di ieri è /a tta di un pauroso deficit d i umorismo, di 11a- 1 wralez.za , di semplicità, comepn.sa to da mt pauroso e mostruoso seulimenlo di im– portanza della letteratura dei ::;t !:,!e7da:C~ea~r,{:·a s::~'f~ punto: egli è calcolato al millimetro dai suoi critici m1 • neo-sperimentali.sta post– ermetico • delicatamente in– lrospettivo, uo,t dunque uu semplice poeta, che almeno secondo natura non è. tas– sabile a cartellino, è solo e tmdamente poeta; è. una creatura cn·tica e uon tm creatore; un collct.ioui.sta passivo di cartellini seg,r.ale– tici, uno fra i tami dispera– ti e scaltri apprendisti stre– go,ii della più malintesa mo– deniirà, ai quali non si chie– de più chi sono e a elle ser– vono, che si regi.strano come sono, e servono una culrura e una critica di soprastmttu– ra; ed è wr.a cucitrice in bianco di sto/fa altrui, un grossi.sta dell'assurdo, compi– latore d'una guida turistica del paese di nessuno, chimi– co di escrementi m versi sciolti. lA sua mente non ha settori, funzioni di.stime, di– stinti depositi di memoria: è. una mente liquida, piena di • un formicolmite liquor se– mfoale • (Giuliani) dilagato dalla sede sua propria. Ma forse, poiché ruuo è possibile, è ,mo studenle an– cora sorpreso d'essere stato preso sul serio, scoperto a impasticciare foglietti cogli e.scrementi fonici d'una co– uoscen..:a linguistica allo sta– to di caos, e che ride sotto sotto del tiro clte s'è trova– to inopinatamente a giocare all'avanguardia, agli mnici del • Verri. e. ora al SOllOScril– to, e/re Il.aperduto più di ima gioniata tra provare di leg– gente e decifrarne l'opus monstrum e darne conro agli amici del vero. Da questo punto, rome un serpe si morde la coda, l'ar– ticolo ritorna alfinizio, rica– pitola il di.scorso fenerafe: l'esempio Sanguineti annega in esso, in esso trova morte e sp~gai.ionc. Tutte le follie e i velleitarismi e la patolo– gia dello sperimen1alismo ol– tranzista sono ti gas di que– sto pallone gonfiato. P. C. Domenica 31 luglio 1960 BI B LI o 'r E e A « Ragazza di Budapest » di Carlo Schreioer Il romanzo di Carlo Schrei– ner apparso di recente pres- so l'editore Carucci. Raga:.za di Budapest non è soltanto uale: ,·anno ricordali. in tal senso, i suoi saggi s11.Gau– guin e su Picasso, mentre nel libro Segno e lmmaiine (di imminente i,11.bblica:.1one presso il Saggiatore. coli.• la Cultura •) eeli raggiun ge w,a nuovissima. forse ri\ ·olttt.io – naria, mterpreta:;ione dell'In– formale. A Cesare Brandi i stato conferito nel 1959, dal– l'Accademia dei Lincei. it premio Feltrinelli di Storia dell'Arte. Tre raCCCJlte(Poe– sia, Voce sola, Elegie) ri11!1~– sco110 il meglio delle sue Im– e/te fino al 1941. Questo breve saggio è de– dicato a Jan Van E,·ck, al Masaccio, a Caravaggio e a Bruegltel (o, meglio, o un loro aspetto particolare). Ce– sare Brandi lza la rubrico d1 Storia dell'Arte su • Il Cor– riere della Sera•· * ELENA CROCE: • Lo spcc- . chio della biografia », De Luca Editore, Roma. 1960. La seguente dichiarazione può essere un po' il diftico esplicativo di questo sapiente e aggressfro saggio. • Dire che foi,era et ri,·ela grà tutto l'cs.<en:.iale (di uno scrittore) rion sil(11ifica porre al bando l"arte della biografia. Cile an::.i la ricerca del biografo può portare dei mwvi contributi alla conoscen::.a dell'opera stessa• E' nel ,,ero la Elena (Cra,·eriJ Croce con questa difesa della forma letteraria biografica? Certamente. :5ì. Pcrcl1è però l'attuale sta~ro· ne culturale 11011 ne fa,·ori.<ce la formula? Il quesito po– trebbe autori::..::.are implica– t.ioru molto pii, petrose, ad– dirittura su tutta l'attuale si111a:.ione culturale. clte po– trebbero c:mdurlo iu un do– minio pii, spinoso ancora. Una se~nala::.ione merita anche la Collana in cui il libro è stato in.<erilo, una 11uo1·aColla11a delle Edi:,ioni De Luca (del caro e com– pianto Luit!i De U,ca J. E' une Collana diretta dalla Croce stessa e da Maria Tambrano. Finora Ira dato i seguenti altri ,·olumi: e Il sentime11to della pittura• di Ramòn Ga\"a, • li partito d'azione• di Tom,Ho Carim. GIUSEPPE TEDESCHI la testimonianza di una grande tragedia contempora– nea come quella dca:li un– gheresi e deg li altri p opoli dcli' Europa Oricnt:i.lc che hanno perduto insh:me alla libertà quella possibilità di felice s,·iluppo democratico che le \'icissitudini di una guerra in gran parte combat– tuta nel loro territorio face– vano sperare, ma anche al di fuori di ogni impostazione politica (che l'autore non porta mai a gra\·are sull'au– tcnlicità della sua storia), C notc,·ole per la profonda ade– renza a quelli che sono i drammi indh·iduali dei <uoi personaggi. Drammi indi,·i– duali che nascono in gr.m parte dagli sconvolgimenti dell'epoca, ma che altrcsi rientrano in una sfera pro– fonda di affetti e di contrasti umanissimi. A parte una j:io· \·ane donna ungherese, d1sc– gna10 con estrema finezza di intuito psicologico e con sot– tile intelligenza di quelli che -------------------– sono i profondi segreti di una delicata e complessa ani• ma femminile. che il prota– gonist;:i ricerca lungamente come un irraggiun;ibilc gP,:· ~fJ!d/e;ll~uo n!~!fon~ ~~ suo misterioso ::.igillo, l'arte di un narratore consumato si ri\·ela nello Schreiner nel de– lineare il carattere. la figu– ra, le ,·icende del ,;uo prota– gonista. Fekcs nella terra dei suoi a\'i, e in quelli dei per– ~<maggi minori della ,·ice.oda, emblematit:i di situazioni so– ciali e morali del nostro tempo Né minore interc::,sc desta l'awenturosit:\ della ,•icenda che appunto si S\'Olge suUo sfondo di questa Europa co– sì ricca di contraddizioni e di amare ,;cende. Lo Schrei– nel ricsec a dosare con ma– no assai esperia le varie fa– si del racconto e i contrasti che si S\;Juppano in lungo periodo di tempo: paesaggi marini, città chiuse nel loro dr.1mma, persecuzioni politi– che, generose c cor.1ggiose imprese di uomini e di don– ne. Tullo questo con·un pro– fondo e ,·h·o senso di uma– nità e con piena con-.ape,·o– lezza della propria materia. Carlo _Schreiner ,·i si ri,·cla non soltanto come un narra– tore ricco di sensibilità e di esperienza, ma anche un pro– satore assai espertO e accu– rato. Ben pochi, pensiamo. di fronte a una materia cos\ ricca di C\'enti, a, 1 rcbbero re– sistito alla retorica dcll'awcn– tura per l'a\'vcntura o peggio alla retorica politica: lo Schreiner si è lasciato gui• dare invece dalla sua misura e dalla sua sensibilità di ar– tista. Per questo, il ,;uo ro– manzo, nei limiti di una nar– rath•a destinata a un pubbli– co di lettori assai vasto e senza leuerarie sofistic;:iz.ioni, ci sembra tra i più riusciti di questi u!lìmi anni. FERDJNAN'D0 VIRDIA ... CON I PRIMITIVI DELLE MENTAWAY di Aurelio Cannizzaro (ed. I.S.M.E. - Pagg. 300 - L. iOO). Quando un libro raggiunge la IV edizione in quattro me– si (è in corso la V) cd è edito da una Casa che non ha un'organizzazione pubblicita– ria come si deve e s1ampa solo libri missionari; se si consideri che il libro non si trO\'a nelle librerie, e quindi nelle edicole di giornali, ma bisogna richiederlo diretta– mente. bisogna proprio pen– sare çhc si tratti di un best Renzo Laurano * Hemissione a se stesso Remissione a se stesso Gra\·e a! creato un·annonia è, nell'aria un sentore. non so. un avviso quasi di canto che tu devi immaginare. Certo si era levato. E dalle cose e dagli uomini. e a stento errò. Torna,·a dai miraggi ai residui. E il tutto è rado. Sconsolata penuria che ci accori ... Quasi un a stento intra\·edere assempri. e('ln!orti ove affiguri, e a uno stupore tardo. inerme. mi offri o a una scoperta remissione in te mia, penuria. E ho poco pure. e come ma è vano. e alle sue !oci lascia anche uno stupore. Eterno C un mai appieno nulla. Oh làsciati a sognare nonostante. Ogni buona pausa. suone, cordiale dove cogli. a te persuada supposti attimi eli~ii e un bel mancato agli uomini finale a una inquieta non t"arroghi domanda. Ascolta i ritmi gravi e radi che SC3le d·indolenza smemorato. e per le arie. han come amache. Posa in ogni lor sillaba, e da inconsci accordi a·a1tra spera, o decaduti. remoto in te rinasci. Prendi campi senza un termine o \"aghi. ove sentieri sono ma alla memoria dissipB.ti. . Come nasca la luna. e se un leggicro sonito crei. domanda in un estremo empito e ratto. Senza una risposta inesausto sii, o Eterno. Ascolta i ritmi dai penetràli della vita, accedano a te: sii d'ogni giorno. Ascolta i ritmi J?ravi e radi che scale d·indolenza smemorato, e per le 3rie, han come amache concade molli (o anche a quel modo. e al mare di .Marmara. che i caicchi o le bilance o altre dei Turchi gondole. e 13 immote stando. o in una accalmia e a pena o che ne onduli. scalmi estuano al caldo e alla bonaccia). Ma anche al rado miraggi accorda e alle ombre ... Come ai Turchi nei caicchi ampia una calma ~quallida, eppure li infatua. li stuta. remissione. cosi in te mi hai. Careggiami sconsolata p-enuria che ci accori. sellcr dell'editoria missionaria. 1-------------------- Di solito, in libri del gene– re, per quanto pregevoli. si ri– sente. e nello stile e nell'ar– gomento, quel non so che di particolarmente non gradito a certi strati di lettori. Nel ,·o– lume di Padre Cannizzaro tro– \'lamo la semplicità dello stile narrath 1 o ..,dei più consumati scrittori, l'interesse della ,et– tura per le argomentazioni trattate ed una fonle inesau– ribile di notizie e cognizioni etnografiche sull'ullimo po– polo di primitivi che esista ancora sul globo terracqueo. Le Mentaway sono un grup– po di isole. ad ovest di Su– matra. abitate da uomini bianchi che vivono nello sta– to più primiti\!O. L'A. ha fat– to un tuffo (e noi con lui) nella preistoria. Ha vissuto tre anni con loro, port:mdovi la fede di Cristo e la civinà: il fuoco e la ruota; l'agricol– tura e la medicina, e quindi l'organizzazione di 1u11i i set– tori dell;:i \'lta familiare e so– ciale. Usi e costumi. libero amo– re e famiglia. società e com– men:::isono gli argomenti trat– tali con tan1a appropriazione di li.nguaggio, nel volume che si legge d'un fiato, come un libro giallo per gli appassio– nati di quel genere di lettura. FILIPPO GANGERE ... CESARE BRANDI: e Spazio italiano, ambiente fiammin– go•, 11 Saggiatore, Milano, l960, Lire 600. La storia dell'arte italiana 11a nella oersona di Cesare Brandi uno dei tre o quattro suoi più alti conoscitori. A ,,olere ridu"e, s, potrebbe dire che sono immediatamen– te: Cesare Brandi e Roberzo Lo11gl1i. Cesare. Brandi ~ nato a Siena (1906). vive a Roma. Ha scriuo una serie omwi cospicua di monografie e di studi romple.ssivi elle inte– ressano l'intero corso del– l'arte italimia rinascimentale e moderna: da Giovanni di Paolo e Duccio e. i Quattro– centisti Senesi a Rtttilio Ma– uetti e al Canaletto; dalla Pittura Riminese del Trecen– to e dal Tempio Maiale.stiano a Giorgio Morandi. Ma, arri– vato ai contempor anei, d i– venta wt critico internai.io - Diario poetico di Ma rio Pisani I Desiderii legati a1 mo come l'aquilone che la mano makerta del fanciullo trattiene. Creatura di fragile carta cadrai ·su11a siepe di spine, quando il vento vien meno. Qui non è tempo né spazio. II Anima mia sei brava al gioco dei trapezi rospesi al filo della vita. IlI Un lamento di pena cd il latrato lontano d'un cane disperso hanno rotto il filo Leso del silenzio notturno. Sorella m'é passato accanto il tuo candore e la tua esile mano ha sciolto In pianto la mia disperazione. Ho ripresa l'attesa. Nel riflesso verde della luce dei campi m'è venuto incontro la bianca pace IV d'un cimitero di ruerra: ho trovato, fratello un posto al mio nomade cuore in questo mondo. La solitudine mi sorride ansando come la bestia prona generata dalla notte. Il mio Giuda V è andato ad implccani al fico Ole un raggio di luna riaccenda la speranza!

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