la Fiera Letteraria - XV - n. 30 - 24 luglio 1960

RASSEGNA DEL TEATRO CATTOLICO 'A CURA DI WIGI CASTIGLIONE * Tirso deMolina TA. FIERA TF.TTFR<\RI<\. UN CO 'GRESSO I 1 TER 1 AZIO 'ALE EL CINQUA TESI IO DELLA SUA MORTE * Tolstoi a Jlenezia di Glì\O ì\OGARA Domenica 24 luglio 1960 "IL 1\110 VJLLAGGIO,, DJ ALBI O PLERRU * Itinerario d'unapoesia * di 11,tlllO Z.\1\'GAR.l Delle opere poetiche di Al– bino Pierro • li mio villag– gio. (Cappelli editore, 1959) può sembrare pe, la strut– tura ri1mica e per la chia– rezza dei motivi lirici, forse la raccolta che maggiormente si pone sulla linea della tra– dizione che da Leopardi a Saba. per intenderci, si è svolta traendo argomento da particolari rea1istici della vi– ta vissuta. Ceno, data la ve– rità degli aspetti più o meno definiti ed etichettati della letteratura no\•ec.entesca. è difficile non cogliere qualche reciproco rapporto di affini– tà nei numerosi libri di versi del nostro tempo, ricchi o poveri che siano d'ispirazio– ne e di contenuto artistico. Basta spesso isolare un'im– magine o un verso perché si avverta o si creda di poter avvertire l'eco di una voce conosciuta e si trovi una pa– rentela ideale. Cos\ leggendo queste poe– sie di Albino Pierro un let– tore provveduto di buona memoria può di tanto in tan– to pensare a motivi pascolia– ni e crepuscolari, ad atteg– giamenti del pensiero d'un Rebora o d'un Saba o d'un poeta dell'ultima leva. E P._O– trebbe estendere i suoi rife– rimenti alla poesia d'ollre confine. / I mio villaggio è dh;so in tre pani; però le lince dh'i– soric non solo non spezzano in frammenti il suo disegno complessivo ma a me sembra che sen·ano anzi a conferir– gli un aspetto di organica e armoniosa architettura. Pro– prio perché non si può parla– re di impressionismo auto– biografico o di facile abban– dono ai capricci della estrosa fantasia, disposto al pittore– sco e a.l figurath"O o alla sug– gestione musicale della pa· rola, la distinzione tematica non credo che pregiudichi l'unità dell'ispirazione. Giorgio Petrocchi nella sua bella prefazione dice che • la trepida. fraterna allettuosi– tà • del poeta è alimentata da • due sentimenti fonda– mentali e spesso com·e.rgenti, la famiglia e il paese•· A vere in figurazioni poetiche i1 suo stato d"animo Albmo Pierro non si vede nello specchio interiore con l'oc– chio di colui che si osserva, si analizza e nello stesso tem– po si vagheggia. Egli si os– serva e si accorge di essere stranamente diverso da quan– ti lo circ:ondano; il sentimen– to che ne scaturisce è quel– lo della consape\·olezza di non possedere come lo pos~ siede il suo prossimo un cuba consistam • di ordine mate– riale in un mondo regolato dalla contrattazione utilitaria e dal compromesso affaristi– co. In questa condizione di solitudine interiore e di ras– segnato contrasto, di pro– fonda sensibilità artistica e dì turbamento morale consi– ste quanto della sua umanità di poeta ci è dato rile\'are. Sembra che le immagini of– ferte dalla realtà quotidfana non debbano avere, mollo spesso, per lui la medesima consistenza delle immagini scolpite nello schermo della memoria. E le dimensioni di tempo e spazio, nella luce ora viva ora smorzata della sua geniale fantasia. ci sembra che mutino continuamente di prospettiva e di proporzione, estendendosi verso le zone misteriose del trascendente; ombre di luoghi lontani. im– magini di defunti e figure palpitanti di vita come ap– parizioni di sogno. Anche nelle relazioni più semplici della vita, quelle del padre con la figlia fanciulla, l'at– teggiamento morale di Albino Pierro acquista per la pro– spettiva del tempo interiore un suo modo di essere singo– larissimo: di allucinato scon– forto (per cui sembra che l'ombra del tempo coi suoi limiti nell'angoscia mortale si distenda come un invisibi– le peso sul poeta solitario) e subito dopo d'improvvisa illuminazione, come se un ge– neroso desiderio di consola- 2.ione e di carità \'enisse d'un tratto a sorreggerlo; la gioia del passato si ri\'erbera sul– la condizione attuale. il ricor– do del momento gioioso illu– mina d'i.mprov,.;so l'animo Una poesia di•Pierro * Una favola è morta Una favola è morta. ed eccomi. bersaglio di. innumerevoti legioni schierate per gli. esercizi di. tiro. Chi chiama con voce di. sonnambula? Non so rispondere: ricordo solo che qualcuno c'è stato a stendere un gran telone da carro funebre nella pioggia, e che un brivido denso segnò la nascita detl"'urlo. Ti fossi almeno mostrato> principio di negazione; ma tu preferisti l'invisibile strada dei morti, te ne i:enisti incappucciato in quel nero telone da camera ardente scomparisti. sul tappeto volante della mia fibra lucente. Ora? Freddo, orologi che battono a martello campane lente di funerali partenza. l..egg~ndo queste poesie di punM1mo amori! 5! ba l'impressione che i '"an momenti rie\·ocati abbiano un significato e un interesse di portata assai differente da quello che è facile osser\"are in altri scrittori. Si avvene ~ ~fon~;a dri~re e i~ 0 }~~= me stabili di linguaggio arti– suco qualcosa che può dile– guarsi o essere corrotto dal tempo. [I dramma umano di Albino Pierro a me sembra proprio questo. Egli . rie\·oca 1I pa!>Satodei rapporti con la sua bambina perché sa che le radici dell'amore si 1 rovano in esso e quanto più profon– de tanto più salde e sicure, almeno nel d~1derio. ~1a sa pure che l'anima gio·,ani– le si protende verso la vi– ta av,.·enire e si dis1rae in– seguendo le chi.mere della va– ga fantasia. Cosi il passato nmane a lungo \elato e sa– ranno solo le intermittenze del cuore a farlo risorgere in lei di tanto io tanto. Que– sto gruppo di canti per la figlia giO\'Ìnetta è un alter– narsi di ombre e di luci ge– nerate da tale condizione di spirito. In ogni parola pal– P.ita il desiderio di fermare 11 corso dei rapporti affettivi per la preoccupazione peren– ne di una perdita inevitabile o per lo meno di un illan– guidirsi fatale. li poeta ri– ,ede il palazzo antico in cui egli conduc:c,·a la figlia bam– bina. Ma lei non ba più biso– gno / che l'accompagni tre– ;,ido suo padre, / non pensa con mera\;gJia / che il tempo ba \'Citato pagina. Ma io sempre vi torno / e ancora stringo la sua maru– na / e come allora i frastuo– ni / banno silenzi di ne\'e. Questi rapporti di tenerezza creano ne!Ja prospettiva del tempo alcune immagini di mirabile bellezza per gli sfon– di di\·ersi in cui sono proie1- tati. li Poeta ,'i,·e sempre nel suo stato di tonnentosa irre– quietezza ed ecco apparirgli la figlia tutta lieta e festosa • nell'ansia di partire il gior– no dopo•· Tutta\ ia sebbene così festosa e cinguettante • nell'altra stanza•. nella sua immagine si ri.\"erbera. in modo non facilmente defini– bile, l'ombra della tnstezza paterna. In alcune liriche le cose amate dalla figlia, esseri animati o soltanto oggetti, si configurano come panenze magiche che creano un'atmo– sfera arcana di relazioni fan– tastiche e sentimentali tra padre e figlia. l due gatti bianchi immobili • come di gesso• • sopra il ta,·olo di noce>, in,ano prima cercati cd ora d'improwiso apparsi come per sortilegio, assumo– no un aspetto enigmatico, quasi simboli di una vita mi- ~~1o5;u~ s~~~~~~~e·~r! dell'addio, si muo,·ono lenti per la casa • come a fermare i passi a chi partiva•· La fl~ione armoniosa del ver- so ne accompagna la lentez– za dei movimenti o la fissità statuaria. Bisognerebbe ana- lizzare con indagine paziente i modi con cui il poeta rie– sce ad esprimere con parole pregne di commozione inten– sa e di profondo significato, senza verbosità di espansione la sua tenerezza affettfra quando immagina la figlia nell'atto di scendere nel sot– toscala della casa paterna con la lampadina dell'c occhio magico• per frugare e miste-- eh.e si portano lontano i miei. amici giovani e GesU. vecchi. riosa nei remoti / angoli un tempo visti da suo padre• (La lampadina) O mentre stringe al petto la kodak so– gnata, nel \;aggio in terra lucana ,·erso il paese dei non- traccia intorno al mio e.ssere innumerevoli cerchi di vento. questi due sentimenti corri– spondogo difatti le due prime pani. Nella terza parte ai te– mi della memoria si accorda– no medi1azioni di carattere uni\"ersale come in altre ope– re del poeta. Si sa cbe questi moti\'i li– rici della famiglia e del paese natale, e della fraterna e tre– pida affettuosità che ne deri– \'a, hanno riempito centinaia e centinaia di opere in \'ers.i e in prosa onnai da più di un secolo. Quante • memorie e lacrime• nella poesia borghe– se del secondo Ottocento, nei canzonieri del Prati e dcll'A– lcardi, del Bctteloni e del Pascoli e nella poesia no\·e– ccnlesca di novatori e di tra– dizionalisti! In genere si può dire che immaginazione e fantasia trovino dei continui ~i~t~~okri~~~i~ ~:tiCC:~: crelezza di particolari aufo– biogratici ; anche le impres– sioni più intense scoprono i legami evidenti con l'este– riorità della realtà rievocata. Per sfuggire a tale esteriorità materiale gli ermetici tenta– rono di distaccarsi daJla real– tà della comune esperienza seguendo procedimenti di natura letteraria. Che la loro tecnica di astruserie verbali del poeta sconsolato. Come le ombre dei morti, i fan– tasmi del passato insorgono con la medesima pienezza ,·itale del presente che sa– rebbe del resto eff1II1ero se non fosse destinalo a ri\;- \ere. Jn una lirica • La Santa 'otte • il poeta si \'edc • di là. dal muro• e un disperso•• chiuso nella sua solitudine ed ecco d'improvviso il coro di N3tale attraverso la radio irrompe nella stanza • come una \'entata / di fiori rossi e spilli alle finestre•; la bam– bina lo chiama ed Ciii accor– re anelante ni (La macchina foto– grafi<:a). Questa ultima lirica della kodak costituisce un esile nesso ideale fra la pri– ma pane (POC5ieper mia fi– glia) e la seconda (Ritorno nel tempo). Il poeta ritorna nel tempo: ri\'ede il sentie– ro della \'igna, l'arco di pie– tra nella grotta do,·e bam– bino • scavò nicchie nella ter– ra gialla•• ri\·ede la facciata della chiesa e rie\"Oca alcuni momenti della sua vita re– mota. Riappaiono trasfigu– rate nella luce velata del tem– po la nutrice • col secchio nelle scale• e la nonna • col ,·olto scabro• nell'ambiente caratteristico della cucina e Ci guardamnw m sllen=io poi nel giorno triste • rima– s't.ira quietato u '"·azto sopra a sto pieno e immenso del suo {111.au . sguardo•· Quel piccolo mon- ll tema del contrasto tra do antico riappare cinto di la cupeua solitaria dell'adul- misteriosa belleua. E vi as- to tormentato dalla sua an- sume un rilievo singolare, co- gosciosa irrequietezza mo- me un emblema mitico, la fa- raie e la felicità della bambi- scinosa immagine della ci- sterna. teJl'uhima pane le meditazioni liriche che chiu– dono il libro, S\'Olgendosi in gran pane den1r0 un oriz– zonte poetico senza confini, irradiano sui precedenti mo– tivi autobiografici un lume di spiritualità uni\·ersale. na vivente • in un magico re2"no rutto sole• è più che altro,·e reso con risalto in • La piccola valigia•. sebbe- ~,~~i,=~~e ~~~t~fju~~ razione della bambina inten– ta ad aprire e chiudere la sua. piccola valigia prima della MARIO ZANGAR.\ Anthony Bloomfield (Continua da pagina 3) potesse essere facilmente unitala con tentati\'i di va– riazione e di complicazione non occorre dimostrarlo. Quello che io ,·oglio mettere in rilievo è il fatto che anche gli ermetici, pur seguendo questa via e nonostante l'o- vuole un ribelle; può conser– stentato disprezzo per il da- vare questa illusione finché to realistico, hanno trattato è l'amante di Nora, una gio– temi autobiografici. vane signora di costumi In che cosa si differenzia I molto I.iberi madre di una dunque la poesia di Albino I delle ragazze poi coinvolte Pierro? Perché essa ha una nella torbida \'ÌCenda di sua inconfondibile originali- furti e di stravizi. Quando si tà sia in rapporto alla tradi- innamora di Mary Pillings, zione sia di fronte ai contem- figlia di uno dei notabili poranei? li Pierro, come al- della cittadina, intendendo di cuoi altri, ha mediato con sposarla aspira invece in un assidua passione sulla sua modo più o meno consapevo– pa.rticolare condizione urna- te ad una situazione sociale na. Ma questo suo bisogno stabile, comoda e rispetta– non deriva, come per gli al- bile. Che il padre di Mary ri– tri, dall'ambizione intellettua- sulti un vizioso disonorato le di fissare nella forma di un più di altri compromesso linguaggio poetico la propria dallo scandalo lo disorienta. esperienza morale, di osser- In fondo Rolly è un debole vare la propria intima realtà un ragazzo onesto e bene in– per tradurla in espressioni di formato che la malavita atti- quindi di un tema più voi te sfruttato in libri di na.rrativa per il quale Anthony Bloom– field non ha saputo trovare questa ,·olta accenti abba– stanza drammatici e convin– centi appunto perché perden– dosi in episodi secondari ed allungandosi in analisi degli stati d'animo di Rolly Gun– ther e Mary Pillings lascia fino all'ultimo la vicenda es– senziale cht! dà al romanLo il suo titolo in una irritante pe– nombra fatta di reticenze ed allusioni. , vai:a fantasia. Prima di riso!- ra solo in teoria.. Si tratta Pur non essendo quindi un romanzo riuscito • The Oelinquents • conferma però i doni di Anthony Bloomfield come narratore per il modo in cui sa evocare il clima triste ed uggioso della pro– ,tincia inglese G. A.

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