la Fiera Letteraria - XV - n. 30 - 24 luglio 1960

Le richieste cli giudizio che giornalmente d pervengono, troveranno risposta nelle apposite rubriche • Verba Vo.– Jaot •• • Scripta mancnt • e • La fiera risponde• secondo l'ordine di arrivo. Si prega pertanto di astenersi dai solleciti LETTERARIA Ul<ARJO DELLA REDAZIONE Jl · 13 daJ me.rcoledl al sabato f\1anoscrtttl. foto e disegni non rtchlcstl non si restituiscono PENSIERI DI ARTURO !tlARTINI * iltOSTRE J1E1\TEZIANE * MEDUSA Scultura, lingua morta La generazione dei trent'anni * * di GIJIDO PEROCCO di GllJSr.Pl'E SCIORTIJ~O La generazione dei pittori sui trent'anni in Italia è quella che oggi desta mag– gior interesse e sulla quale si appuntano già numerosi gli interrogativi per il dive– nire dell'arte: Si tratta, a guardar bene, di una • nuo– velle vague• con caratteristi– che comuni, per formazione ed apertura mentale, a1 di là di tante polemii:he, cadute ad una ad una nel breve 1tolg-eredi anni. umori dcl luogo, specie nel– la "ecchia Italia. ijli artisti traggono la linfa più imme– diata per la creazione del– l'opera d'arte. r diversi grup– pi nascono e si formano nella dialettica tra t'atth'ità poeti– ca dell'artista e queUa razio• nale della critica che vfre nella sua orbita, con quel fatale ril'ersarsi dell'una nel– l'altra, che è dh·enuto costu– me d'oggi. primordiale significato. Si è di fronte ad una lenta ger– minazione formale che co– struisce i pian.i e i \·olumi come elementi a sé stanti; ma tutto questo avviene, per contro. sotto l'urgenza d'una forza sentimentale di incon– fondibile carattere. Quali so– no le ralrioni di questo .. ri– torno • fi,rorativo? E' una vicenda, che al di là d'ogni polemica figurativa o astrat– ta, si collega all'ultimo gran– de tentati,-o europeo di co– struire con la forma di Cé– zanne, quello di Nicholas De Stael. TI temperamento arti– stico di Barbaro è composto però da clementi dh-e.rsi e contrastanti: in mezzo a que– sta stessa lucida ricerca fa balenare continuamente il nuire sanguigno dell'emo– zione. :A. cura di :Mario De ).fi– cheli. una galleria d"arte di Milano pubblica un uoto scritto di Arturo Mar– tini (già edito nel 1945 e ristampato ne] 1948). ag– giungendovi altri cinque piccoli pezzi: una risposta a un referendum sull'arte indetto da L'Ambrosiano (1938), un pensiero pub– blicato dal Regno (Assisi. 1942). un giudizio sull'arte (Il Regno, 1943), un te– sto poetico dedicato allo scitltore Viani (1946), u·u altro testo uscito sulla Il– lustrazi-0ne Italiana (1948): scritti che, unitamente al– le lettere raceolte in vo– lume da Giovanni Comis– so. rappresentano una te– stimonianza curiosa dei pensieri e dei sentimenti che occuparono il grande scultore. I pensieri di }tartini. se da un canto documentano l'acutezza del suo ingegno e le sue assillanti preoc– cupazioni d'artista, dallo altro respirano in un cli– ma spesso nebbioso e c-on– f~o; non nascono da una -persuasione estetica ma ubbidiscono a negazioni e ad affermazioni di natu– ra sentimentale e roman– tica: sono efftLSioni. Egli riconosce, per esempio, che le varie arti si muovono in un clima di assoluta li– bertà rappresentativa. ma conclude: e Ora. se nesFun confine delimita il domi– nio delle arti. perché la scultura non può fare un porno?•. Donde la scher– zosa risposta di ì\fassimo Campigli: e Fa una bana– na: vedrai che acquisterà espressione>. Pregiudiz.lo ci sembra credere che il ritmo - celemento fondamentale di un·opera d'arte• - cneUa scultura è imposto dal sog· getto dove preesiste alla forma>; mentre è vero che al pretesto di natura l'artista - pittore. sculto– re o poeta - dà un suo inconfondibile ritmo nel quale prendono viva for– ma le immagini. Martini si vorrebbe battere contro la e scultura•: invece la sua. a guardarci bene. è un'ovvia lotta. contro la statuaria commemorativa a cui, però. tende pervi– cacemente di ridurre tutta la scultura; lotta eontro la scultura che. generalmente parlando, avrebbe fatto il suo tempo. Se la pittara si giova di sempre nuovi aceordi cromatici (avver– siamo un'idea fissa di Mar– tini ), la scultura usufmisce di sempre nuovi e magici ritmi, anche quand"essa si limita alla rappre~entazio– ne dell'uomo: l'uomo. que– sto sconosciuto che ogni autentico artista vede a suo modo. Difatti - dopo Marlini - abbiamo avuto scultori com e Fazzini. Greco, Manzù, Marini e Mascherini che hanno por– tato internazionalmente in primo piano la scul t--J.ra italiana, senza ridurla a succube della moda astrat– ta o informale. Neghiamo. pai. che in L"IB RI ricev_uti scultura le forme non esi– stano e come possibilità creative, perché debbono eonformarsi a proporzioni stabilite,; come se un so– netto non possa essere ope– ra d·arte perché racchiuso in un preordinato schema compositivo. Un'altra idea fissa di )Iartini è che nelle e ope– re• non si debba sentire la e presenza deirartista • e che debbono essere e uni– \·ersali • in quanto e ano– nime•· La stat:.ia sarebbe e troppo umana per rag– giungere l'anonimo>. e La arte - aggiunge - non e un fenomeno inventivo deU'anista. ma del natu– rale disfarsi della sua so– stanza•. Qui la confusio– ne si muta in arbitrio: si predica la possibilità di un'arte che non abbia ar– tista: si nega all'arte la prerogativa. se non erria· mo. di rivelarci singole personalità. E l'equivoco tocca il suo culmine allor– ché .si .scamLia il .significa– to di anonimo con quello di universale: e non si tie– ne alcun conto del fatto che e universale, !"opera d"arte lo è in quanto si po· ne come tale: un postulato che paò cOme non può av– \'erarsi: quando si avvera abbiamo Fidia o :-.Jichelan– gelo. quando non si av\·e– ra abbiamo - che so io - CifarieUo o Consacra. E si avverrà solo allorché - al contrario di quanto affer– ma ~tartini - l'artista rie– sce a liberarsi di ogni im– paccio estrinseco per rea– lizzare in pienezza assolu– ta l'empito della sua pode– rosa fantasia. e L'arte - riesce a dirlo, fra le cori– traddizioni. lo stesso Mar– tini - è un discorso spon– taneo. misterioso ma fata– le. come lo svolgersi della nascita nel grembo mater– no: una facoltà naturale eterna che stupisce per la semplicità di ripetersi nel tempo c0me il filo d·erba >. Gli aforismi di )tartini. se mai. denunciano uno stato d"animo, sono uno sfogo a volte alogico e a volte, come abbiamo detto. romantico. Se nella scultu– ra a Juì contemporanea egli scopre dei lati negati– vi (fare indefinito. a cro– ste, dare dei frammenti. eccetera). vuol dire che non è da escludere la pos– sibilità che vi possano es– sere dei lati posith·i: il verso della medaglia è la· le in quanto esiste il ro– vescio. i1 bianco è tale per– ché c·e il nero. ogni tesi ha la sua antitesi. Un'altra domanda (« Perché, se piut– tura e sc-..1Jtura sono due mondi di pari grandezza. questa è schiava del pas– sato mentre quella è in continuo divenire?>) rive– la l"assenza di ogni riscon– tro realistico e un atteg– giamento sentimentale più che una deduzione rigoro· samente dialettica. Pittura e scultura ugualmente pos– sono c0me non passano es– sere e schiave del passa– to>: tutto dipende dalla presenza o dall'assenza di personalità da parte del ta.le o del tal altro che di– pinge o scolpisce. Un'altra annotazione. e poi basta. Dice ).Jartìni: -e Come può essere arte la scultura. se una luce acci– dentale basta a mutarla e a disperderla come un '-----------1 gruppo di nubi?>. A un Giuseppe Raimondi: Lo scrittoio - Saggi • Il Sag– giatore - Milano - pagg. 312 - I.. J.600. Enrico Emanuelli: Una let– tera dal de.serto - Racconto - li Saggiatore - Milano pa– &ine 64 - L 500. Thomas Mann: Il poz.:.o dd ~ato - Prologo da • Giu– seppe e i suoi fratelli • - Il Saggiatore - Milano - pa– gine 80 - L 500. Abram Terz: Compagni, entra la Corte - Romanzo - JI Saggiatore - !\'filano pagine 96 F~ ~illca: Preparativi di 11oue in campagna - Rac– conto - Il Saggiatore - Mi– lano - pagg. 56 - L 500. Niccolò Tommaseo: Il sup– plizio d'un Italiano a Corfù • Il Saggiatore - Milano pagg. 62 - L. 500. Margret Wittmer: Fermo go~tl~rMil:no·- ~!:~. 0 316 - I.. 2.200. Aldo Vallone: Aspetti ddla poesia italiana conlempora– nea - Saggi - Nistri-Lischi - Pisa - pagg. 250 - L 1.200. Antonio Secentista: P~auto o della Poesia drammatl.Cfl - a cura di Giovanni Bat.t1sta Pigni - Nistri-Llschi - Pisa • pagg. 86 - I.. 500. Vittorio Gabrieli: Tom Pai– ne cittadino del mond-0 - Opere Nuove - Roma - pa– gine 66 - L 300. quadro non in buona luce - rispondiamo - succede la stessa cosa che alla scul· tura: una sinfonia di Bee– thoven non orchestrata be– ne diventa insopportabile; Le Ricordanze di Leopardi, lette male, possono anche !ar ridere. Quindi la do– manda di l\fartini non ha nessuna logica. il proble– ma è inconsistente. Oltre a qualche aforisma interessante, ci sembrano senza dubbio vivi e intelli– genti alcuni pensieri degli scritti aggiunti. Alla do– manda: e Che senso ha pe[ Lei la Tr;adizione? >. Mar– tini risponde: e Questa do– •manda mj riesce tanto buf· fa. COme se un bambino mi chiedesse che senso ha per me mia madre•· Al· tro pensiero interessante: ,e Con Cristo nasce per noi l'espressione, cioè l'antite– si dell'olimpicità greca>. A proposito dell'arte di soggetto sacro, '.\fartini scrive ancora: e E' il cri– stianesimo un mondo nel quale rappresento, v-iven· dolo, la parte più viva di me, il dolore di mia ma· dre e nel figliol prodigo me stesso. Avanti al tema religioso gli artisti diven– gono loro stessi personag· gi del dramma sacro, sen– za fatica nuovamente rac· contano la loro storia>. Bello. ad onta di qualche astrattezza. lo scritto dal titolo H trucco di Miche– langelo, dove si accenna all'episodio di quel tale che. morendo. non volle baciare un Cristo qualsia– si ma un Cristo di Dona– tello. Dopo la pubblicazione delle lettere, questi scr~tti di Martini (presentati in discutibile veste editoria– le) integrano la sua per– sonalità in quanto uomo di liberi sensi. pronto alle afTermazlonj più sballate o agli esiti dialettici o p<>E.– tici più impensatamente si$Tliflcatid. Sono una te– stimonianza e. sotto certi aspetti, dei documenti: più che a giustificare o chiari– re J"arUsta. essi riescono a farci conoscere l'uomo con le sue intemperanze. i suoi chiodi fissi e i suoi singo– lari momenti di estro. Si ten_~a conto del fatto che. dopo a\•er sepolto la scultura. )tartini nel 1948 ebbe a confessare a :Mar– dersteig: e La statuaria è morta. la sc-.iltura \-ive •: c<?nciò esprimendo. sia pu– re· in extremis, il suo vero pensiero. fuori di ogni at– teggiamento oolemico e contraddittorio·. GIUSEPPE SCJORTINO Se Alfred Barr e James Tbrall Soby, che hanno pre-– parato la Mostra delle opere italiane moderne in America. rifacessero ora, a distanza di dodici anni, il viaggio in Ita– lia per conoscere la più gio– vane pittura italiana, si ac· corgerebbe.ro che i gruppi più vitali di artisti banno il loro naturale centro in alcune delle nostre città: a Milano un gruppo di artisti in cui è individuabile una carica espressionistica figurativa od astratta non aliena dall'io• flusso tedesco; a Tori.no con l'impronta d'una certa ele- 1:mza d'antica ascendenza viennese, mediata attraverso Casor:Hi: a Roma con una chiara tendenza intellettuali– stica in opposizione alla l'Cn– tata sentimentale de 11 a • Scuola romana•: a Bologna con una ispirazione al natu– ralismo patetico, un po' sen– suale, proprio della terra emiliana; a Venezia, infine, con alcuni precisi caratteri che si possono definire nella mostra, che ha luogo in que– sti giorni in Sala Kapoleoni– o 3 Venezia, di sette artisti \·eneziani. Fa paura, oggi come oggi, parlare di «città • e di terre di\·erse: eppure anche dagli La tendenza estetica comu– ne dei sette pittori \'eneziani sui trent'anni. che ora espon– gono in Sala apolconica. !!~nJ~urat~ulJ~;fr;r:;i~li~ freudiano e da un esasperato esistenzialismo: perfino Gian– quinto, che è il più \'lolento nell'emozione, si compiace di presentare alcuni alberi di fiori. ove la bella materia vh·e nel suo prezioso in- canto. • Dalla generazione di Gino Rossi. che idealmente è mae– stro di tutti. a quella di que– s1i sette pittori. possiamo tro\'are una «costante> nel– l'amore per la limpidett:i •e la profondità del colore: pre– dilezione che costituisce una misura anche nell'espressio– ne, naturalmente lirica od elegiaca. improntata ad an– tica aristocrazia del colore sulla gamma di alcune note fondamentali. Sa,·erio Barbaro è \tjcioo alla pittura francese con quell'equilibrio che la di– stingue rispetto agli espres– sionisti nordici: c"è in lui una de,·ozione per la pittura classicamente intesa, che su– pera ogni realismo e porta il segno d'una astrazione continua sulla forma nel suo Anche per comprendere Renato Borsato, per altra ,'la, dobbiamo rifarci a Ni– cholas De Stael. e.eme {!:iu– stamente disse qualche anno fa Je.,_n Albe.rt Cartier. Il quadro nasce e si afferma come un'idea luminosa. e si trasfi~ra spontaneamente nel gioco delle forme più eJe– mentari in una estrema sem– plicità di concezione. Con una visione tipicamente ,-e– nda Borsata riesce ad in– carnare • l'ideale più bello • degli Impressionisti, superan– done il naturalismo e le vec– chie regole ottiche. per cui la percezione dell'immagine dhiene naturalmente libera e facile, lontana da ogni fatto illustrati\·o. in un trascolo– rire continuo di luci e di ombre che consen•ano la lie– vità e la trasparenza dell'ap– pari.rione impro\'\'isa. Me– diante una analisi precisa si ,------------------------------- potrebbe rinvenire nella sua pittura cosi auo\-a e cosl fresca il senso composith·o dettato dal Cubismo. la li– bcrti.'t .di fantasia suggerita dai fam·es. la preziosità del• la più aerea pittura astratta: eppure tutto si mescola nel gioco e nell'irruenza. dell'im– maginazione senza alcuna esitazione. c:on la sicurezza che scaturisce da una ,·i– sione pittorica tra le più originali della nostra arte. Roberto MellJ: e Natura morta• Il temperamento più indi– pendente del gruppo è quel– lo di Giorgio Dario Paolucci: in lui la scomposizione. la ,'lolenza del segno e la ten– sione cromatica si fondono in un personalissimo furore. che si alterna a momenti di pensosa meditazione. A guar– dar bene la pittura di Gior– gio Paoluc:ci ha un suo tim– bro particolare, specie per le qualità cromatiche di pro– fonda risonanza che più di tutte ricordano quelle di Gino Rossi, mentre il :segno per l'urgenza ,>isionaria del suo tracciato è rapido e sen– sibilissimo. La. visione pitto– rica ha un sottofondo di contemplazione e di incanta– mento per il colore puro tra le venature nere della linea. che ha un ritmo tutto suo. irrazionale e concitato. Il suo stile \iene dall'unione di questi due elementi, io ap– parenza così diversi, cd in• ,·~ è unita.rio quant'altri mai, anche quando l'artista si lascia prendere dalla ver– ve inventh-a nell'inseguire appassionatamente nuo\'e im– magini fiabesche in cui la tipica grafia si stempera gioiosamente con la materia cromatica. PROBLEJJI DEL TE.UPO * 1 cattolici e la società. * di FRANCESCO GRISI Cesco Magnolato alla Bien• nale del 1954 otteneva. assie– me a Paolo Manaresi, il pri– mo premio per l'incisione italiana. Si tratta di uno dei grafici più potenti della gio– vane generazione, ed è im• portante notare subito che egli ha ottenuto questo rico– noscimento senza induliere nell'ironia o lasciarsi andare al sentimento o a tormen– tarsi in virtuosismi di pa– zienza orientale. Cesco Ma– gnolato sa im·entarc anche nella tecnica, con quel senso di ribellione alle compassate regole della tradizione che in altri anni fu proprio di Ar– turo Martini: acquaforte. acquatinta, puntasecca si uniscono e si dissocia.no ; le loro caraueristiche, di solito gelosamente inquadrate in un unico settore, sono por– tate ad una tensione e ad Giunto onnai alla II Edi– zione e al 17. migliaio il li– bro di Fausto Fonzi • I Cat– tolici e la società italiana do– po l'unità • (Universale Stu– d.ium), è giusto riconoscere il successo che la pubblica– zione ha ormai raggiunto dalla data nella quale uscl la prima edizione: gennaio 1953. Un successo meritato e pie- namente giustificato tenendo conto di due fattori che compongono l'intelaiatura del volume: un primo di ordine sistematico-organizzativo, un secondo di valore sintetico che l'autore cerca di rag– giungere tra storia naziona– le e movimento cattolico. U primo fattore bab.a su– Dito agli occhi del lettore scorrendo semplicemente la architettura del libro nell'io· dice: i capitoli sono infatti 6 e vanno da • L'unità d'Ita– lia• alla •Conciliazione>, at– traverso • L'Indipendenza del Pontefice•. • I Cattolici tran– sigenti•• .. Il movimento cat– tolico•. • La crisi dello Stato Liberale•· Con il primo ca· pitolo l'autore pone le pre– messe poliliche•etiche-religio– se per intendere il conllitto che turba • il giovane regno • dal 1871 al 1929: con il se· condo la posizione rigida della Gerarchia della Chiesa c. in particolare, l'atteggia– mento di Pio IX e la costi– tuzione della • Società Catto– lica Italiana per la difesa della libertà della Chiesa in Italia•; con il terzo capitolo l'autore cerca di capire l'at– teggiamento di Leone XIII e del contrasto tra i Cattolici e transigenti • e i cattolici « zelanti •; con il quarto lo sviluppo del movimento cat– tolico attraverso • L'Opera dei Congressi • e la tenden– za. e sociale-cristiana•• a\•al- lata e incoraggiata dalla pa– rola del Pontefice, che si pro– nunciò il 15 maggio 1891 con la nota Enciclica •Rerum No– varum •; con il quinto la crisi dello Stato liberale die– tro l'azione delle masse so– cialiste e del mo\'imento dei cattolici ed infine con il se– sto le difficoltà incontrate per giungere alla conciliazio– ne tra lo Stato italiano e la Santa Sede. I 6 capitoli rispondono pie– namente ad una architettura armonica e sono gerarchica– mente ordinali come è an– che facile rilevare dalla cro– nologia nella quale i fatti e i personaggi sono intravisti. E' da rilevare, inoltre, a proposito di questo elemento sistematico-organizzativo, la documentata bibliografia suf– ficientemente aggiornata nel– le ultime pagine del libro. Il secondo fattore - il teo– tatirn di sintesi tra la storia nazionale e movimento cat– tolico - è sempre tenuto presente dallo scrittore pre– occupato non solo di coglie– gliere la dinamica del mo– "imento cattolico ma di in– serirla nel più vasto impe– gno storico della vita nazio– nale. Anzi il movimento cat– tolico, nelle sue reazioni e nelle sue deliberazioni e nei suoi atteggiamenti. è spesso \'lsto in relazione allo svolgi– mento della vita politica e culturale della Nazione uni– taria perdendo, in tal modo, la sua autonomia. Comunque il tentativo è perseguito e, malgrado non possa dirsi sempre riuscito, l'autore si sforza di mettere in luce la unitarietà del rapporto se– guendo in qu~to anche gli studi più aggiornati (Magri, De Rosa, Spadolini ecc.). Il libro, comunque, si leg- ge con oiaccre e le numerose citazioni di cui è infarcitO non stancano. Servono, anzi., a rendere più interessante e vi\'a la materia trattata e da questo ne emerge un quadro pieno di dinamismo, di lot– te, di discussioni, di animi accesi. La. storia cosl non ri– mane in una fredda cornice di cifre e di ricordi ma pal– pita della ca.Ida febbre del– la passione. FRA.1'1:CESCO GRJSI Informazioni librarie BOMPIA I • LA LEGGE E I PROFITII • di C. Northcote Parkin– son - Collana e Cose d'oggi» - pagg. 220 - L 1.200. Un libro attuale come pochi e come pochi desti– nato a coinvolgere l'interesse di ogni singolo citta– dino nella sua qualità di contribuente. FELTRINELLI e UNA PRIGIONE DI J\.'EBBIA• di Ptero Spallettl - pagg. 196 - L 300. La storia di due amori tormentati nell'ossessione tra passato e presente. Un talento penetrante ed inda– gatore. MORCELLIANA e RIFLESSIONI SULL'AMER1CA • dt Jacques Marl– taln - pagg. 154 - L 500. Il mondo americano osservato con e imparziale• occhio europeo. La testimonianza di un grande filo– sofo contemporaneo, con impressioni e riflessioo.i ricche di significative indicazioni un potenziale cspressh-o che ha pochi raffronti n~l'arte incisoria d'oigi. Bisogna"a che egli superasse iJ limite figuratirn in un orizzonte meno fisico per dar libero corso alla fantasia come di– mostra di a,,er saputo fare nelle opere presentate per la prima ,·olta in questa mostra. In Giuseppe Gambino af– fiorano gli umori più diversi e più strani in un contesto pittorico, riconoscibile im– mediatamente anche da una sola pennellata: timidezza. affettuosità, ironia, scanzona– tura. Si tratta di clementi difficilissimi da accordare in un dipinto, eppure Giuseppe Gambino sa unirli insieme e fonderli armonicamente nei suoi strani personaggi, che sono portali di case. vecchi muri consunti, facciate di antichi palazzi ,·eneziani, pez– zi di manichino o di nature morte sperdute su campiture enormi. n pittore riesce ad esprimersi sul filo di un rac– conto unico per la sua ori– ginalità. in cui le cose sono ingrandite o rimpicciolite nei comuni rapporti per acco– gliere una partecipazione ora accorata. ora sentimentale ed ora ironica. Ole tutto que– sto di,•enga materia per una pittura \i\"3 ed attuale ba del miracoloso. soprattutto quan– do ci si accorge come ess."l nasca spontaneamenle, anche nei frammenti più impercet– tibili. in una tessitura cro– matica preziosa e felice. [I mondo pillorico di Ric– cardo Licata ci riporta alla « spiritualità • dell'arte di Kandinski. ad una tendenz.."l cioé a togliere Qi?.ni peso e misura alla materia, per cui l'immagine ,;cne concepita secondo le leggi della mu– sica, più che ouelle figura– th'e: una pittura dunque in cui si può parlare di melo– dia. annonia. ritmo e con– trappunto (« l'oeil ecoute •). L'occhio non ha una misura razionale, ma è portato a sentire l'ineffabile del lin– guaggio musicale. secondo un ordine, una disciplina cd un rapporto di spazi che obbe– discono ad un gusto preciso. severo, rigoroso nel fondo. Per essere più esatti ricor– diamo il fonnarsi grafico e pittorico di Licata, il pa- 7iente e misuratissimo cali– bra~ d'una forma nell'altra per accordi armonici che si attuano in una realtà chiara– mente definita; si tratta quindi di un mondo figura– ti\-o di calcolate dimensioni. o,·e nulla è lasciato al caso. Albeno Gianquinto ha pre– so una strada difficile: quel– la di raccontare. Nella e\·O– luzione della sua pittura il ~cconto appare sempre più nitido: dapprima il pittore scopri un certo taglio di pae– saj?gio che da,•a una tensione litica, di stato d'animo so– speso, poi l'oggetto della realtà quotidiana che ci cir– conda, dilatato nella sua vi– sione interna per improv\;SC impennate della fantasia. Op:– j?i l'ambizione lo spinge più in là nel c-oim-olgere dentro al racconto paesaggi esterni ed interni, abbagliati di luci mentali. in cui l'uomo si mi– sura in uno spazio creato dall'artista, come fece Pica.~– so da par suo. e nel fascio luminoso di questa ,·isione gli elementi fisici del rac• conto acquistano una nuova realtà. L'espressionismo dun• que si piega a dei nuo\tj oontenuti. libèrati dalle \'CC– chie retoriche: ogni cosa di- ::~ ~~~t,~~- ~h~ ~ compromettersi con gli uo• mini, i quali sono sentiti come parte della propria vi– ta, tanto intensamente sono colti in un momento di sof– feren1.a o di esalta.rione. Tutti insieme questi p:io– \'3Di dànno prova di credere ad alcune ben precise legg1 della pittura, con la certez– Z!1 che so_lo.attra,·erso queste sia posstbde continuare il loro colloquio di artisti con gli altri uomini. Le teorie ~~ùsuaf,~~ni;~b~\"J~~b~ no continuamente infrangere queste leggi per iniziare da un « anno zero•. quasi fosse possibile ricorrere ad un po– tere medianico. ln mezzo secolo cli estetiche molte idee si sono maturate, so-– prattutto nel problema della oonoscenza e di qui ancora si andrà avanti; ma la no– stra richiesta all'artista, per quanto densa di interrogativi sempre più vasti, è rimasta fonda.mentalmente la stessa. La realtà _è quella che è; anche se nsponde soltanto ad un ordine musicale, come quella di Licata: mentre la evasione verso l'inconscio ha limiti ben precisi per non divenire una • metafisica del– la materia• e non essere essa stessa • altra cosa•. che sfugge al campo del! 'arte perché non ne ammette le leggi e l'unità di linguaggio Questa possibilità di ama– re ancora un oggetto che cade nella cerchia dei no– stri sensi per esaltarlo nella sua immagine e saperne trar– re un fatto emotivo, come fecero Pie.uso e Rouault denuncia una ricerca che co– stituisce di per sé un atto di fede. E' significativo che que– sto passo venga compiuto da un gruppo di artisti tra i più aperti e sensibili che noi abbiamo in Italia, che fanno sentire tutto il peso della loro afferma.rione. nell'ansi– mare dell'arte d'oggi. GUIDO PEROCCO Colltzzont d1rttl4 da Elzo V:ttonm una lotta oscur, e slea.ll · tra la potenza m1stenosa chC" 1mpuina. il demno umano e cre,:ture sma..rntc nelle .allucma.nt1 p1eghr della. N1U quotidiana FRANZ t<AFIC DESCRIZIONE DI UNA BATTAGLIA zrad"z1ont d1Rodolfo P.u,lz t Er.,,mo Prx.11 sedici eccez1on :a.lì ra cconti m,1 ed1u in Italia insieme a una..ngorosa.. Keit.a dei g1.à f 4mosl nel mondo dello stesso autore :~ME.RIC:\ {Medu~.a) Il CASTELLO !Medusa/ DIARI (B.M.~1.) LETTERE A MILENA (B.C.M.) t ntll:i <oll.mi1. dr Il S.:gg,atorr Lt S1frrdnr LETTER.~ Al PADRE PREPARATI\"! DI NOZZE 1:--;C.~MPAGNA MOJ\.TDADORJ \itadello spettacolo I •NIBELUNGHI• A OSTIA. La trilogia dedicata da Fedenco Hebbel a I Nibelunghi e stata per la prima volta rappresentata nel Teatro antico di Ostia o:>n la regia di Flll&io Re-ndbelL Per e.uere recitato in una $Ola. serata, Il uasti.Ssìmo poema drammatico ha dovuto subire profonde amputaz1on1 e. n~riamente l'equUibrio d.ei suoi Won poettci t appan:o comprome.sso dalle. gra1'i mutila--ioni. Ne.Ue ampie architettua; della. sua opera Federico He.bbel si e sforzato di trasferire romanticamente. la solennitd e la continWtd della saga medievale ed una riduz.ione non può che ingenerare una fastid.w6a. sensazione dt fram– me-ntism-0. Allo spettacolo ha preso parte un gruppo di giovani attori. ci quali si è urtita p,er l'occasione anche Giovanna Scotto. che ha impersona«> Ute. GIULIETTA ETERODOSSA A VERONA n regista Franco Enriqu.ez nel cortile di Castelvecchio a Verona ha alluri.to u.na nuoca edWone. di Romeo e Giu– lietta. pe.r la quale. ha scelt-0 gli interpreti con assoluta indipendenza dalle indicazioni tradizionali e dalle consue– tudini trigenti nella scena italfana. Mercu...'io. al quale il regista ha ooluto conferire, come. testimonia un cronista. il carattere di una e specie di vitellone allegro e tragico». è .stato imper.sonato eia Gian Carlo Sbragia; Romeo da Gian Maria Volante e Giulietta dalla diciannovenne. attrice cinematograflca Carla Graui11a. che era apparsa in film di Alessandro 8l04etti <Amor~ e Chlacchiere). Carl-0 Liuani (E.sterina) Mario Came.rim (Primo amore). Mano Soldati tPoUca.rpo) e Mano Moni– celli CI solltJ. ignoti). La Giulietta. di Carla Gravina non ha impressionato f critici; ma in compenso ha con&into gli spettatori, anche perc/1è era stata presentata come una de.butt ,m.te sulla scena di prosa.. In realtd Carla Gravina aveva gi.d recitato un atto unico di Eugène lone:u:o, La lezione. i~ con Arnold-0 Fod in uno spettacolo del e Teatro Club• a Rom.a. SICILIA DEL RlSORGIMENTO ll mondo dello spettacolo italian,0 nou ha. alme-no finora. (sf attende il Garibaldi di Robert-0 RosseUiniJ, collaborato con ecce.ssivo entusiasmo all( celebrazioni del Ri.rorgtm.ento. 111 umt-a penuria d-i ini~ative una lieta .sorpresa ha su.settato il documentario di Aldo Franchi S!eilia del Ri- ~~~U,:;°J'Jll:P~':0 n!~f~~fa7tin~!f::~C:~pi"un: ::a= verso una larga messe iconografica pazientemente raccolta nel.le bibliotec~ e negli archivl dai quali in piit di un ca.so non era mai stata nuumata. I giornali e le stampe dell'epoca vi hanno gran pa.rù M Aldo Franchi. del quale ric.'o/"diamo un ait~o suggestivo documentano, Paladini in S!ctlla ha re.so o_i-ve quut.e a.nt ~ immagini, movime.n– ~u~I:~~- un g1uoco estroso. ma anc~ prudente di in- . G_U avoeni1?1enti che condu.s.se -ro alla liberazione della Stcilra sono ncordati con gusto. con mi..sura..con schie.t– tez.za . di infonnazio:ie .senza alcuna caduta in quella di– me.nStone oleografica. alla quale il Ri.rorgime.nto do&rebbe essere sottratto. ( Anzi quato dovTebbe essere U tema di un'autentica celebrazione popolare in un paese ammalato co17_te il nostro_. di iina banale retorica che S'pe3SO fa tùgli ero, altretta.ntt pupazzi rendendoli in.sopportabili). G. c. ANTONIO PIZZUTO SI RIPARANO BAMBOLE ll nuovo romanzo deU'a.uto-re di e Signorina Rosina • GIUSEPPE BUFALARJ' LA MASSERIA Il. più J?Dten~e .e poetico ritr.:Uto det SUd dai tempi d1 • Cnsto Sl e fermat-O a.d EboLi •. L'autore è un gi-Ovane in.segnante toscano che è stato assistente sociale in Lucania. LIDIJA AVIl.OVA CECHOV NELLA MIA VITA In un ma.gistrate racconto il delicato amore di una. donna. PATRlCIA HUTCHINS IL MONDO DI JAMES JOYCE un:esauriente introduzione all'opera del più grande scnt1ore dei nostri tempi, indispensabile ora che e imminente la pubblicazione di e tnysses ~. MARIO PICCHI ROMA DI GIORNO Salutato dalla. critica come un nuovo validissimo scrittore Picchi è stato segnatato al Premio Strega 1960 piazzandosi nella rosa dei finalisti.

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