la Fiera Letteraria - XV - n. 30 - 24 luglio 1960

LAFIERA LETT.ERA Anno XV - '· 30 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 24 luglio 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO 'UMERO L 100 Ol.Rt-2IONE. AMMLNLSTR.A.ZlUNE: Roma . Via di Porta (;astellò, 13. Telefoni: Heda~iooe 655.481 • AmmJwstr8.Zloae 655.lf ,8 . PUHliLH •. TlA': Amrnin1.St.rat.1one: • LA lf'lEKA Ll!:1"'.1"€.KAH.lA • • VL& dJ Porta t.:a.st.e..Uo, 13 • twma • l'AH.~'1'~~ L. 150 al millimetro _ A RRClNAMF:NTl: Annuo L. 4 000 Semest,e L. 2.150 . Trimestre L 1.100 • Estero: Annuo L 7.000 . Copia arretnta L. lM> . Spc!dlzton• tn conto oone-nte oolttale (Gruppo Ol C,,nto oon-ente ~Ule a. 1 1 I miracoli di Pienza· * Inventare gli apparati democratici che impongano l'arte tra le mète progressive *- di IILADI.IIIRO CAJOLI Il primo miracolo di Pienza è nell'atto di nasci– ta. Se Enea Silvio Piccolo– mini fosse nato altrove, Pienza non sarebbe; non, almeno, dov'è, che ci sta proprio bene. Da cinque– cento metri di altezza do• mina le vallate dell'Orcia e dell'Asso, ::.u un itinera- Al LETTORI Da questo numero, a pagina 2, iniziamo la pubblicazione degli indirizzi delle edicole dove è in vendita La Fiera Letteraria, nelle varie città d'Italia. rio di buongustai, perciò papa; naturalmente, se ne malati di fegato, a un pas- fa un altro, che giudica so da Chianciano. Ma la- senza simpatia il ghiribizzo sciamo stare i fegatosi sem- del Piccolomini, pensa che pre scontenU di tutto, che sia un errore, e dà l'ordine potrebbero inoltre accusar- di sospendere i lavori. n mi di aver dato consigli a denaro della cristianità de– dispetto, come si vedrà sul- ve avere un impiego più la fine. I sani che percor- produttivo. Discorso che rano la Cassia, a circa qua- convince, il medesimo forse ranta chilometri da Siena che, in una case lontana, svoltino al bivio di Monte- stanno facendo i nonni o i pulciano, e in poohi minu- genitori di Lutero. Ma an– ti saranno a Pienza. Ve- che dopo Lutero le cose drenno una città nata tut· non cambiano. Né lui né la ta ins!eme nel '400, secon- · sua dottrina arretreranno do un piano urbanistico d!nanzi ad errori che ap– prestabilito, per volere di paiono giustificali dalle. fe– un sol uomo e nel gusto di de. E, più tardi, la fede sa– un'epoca che vi è tutta rà un di più: tutto semb:a :~~~:tl~~• s~~pcr:~irla una ~~~~v!~~ia en~l!~ adu~~~~~ Una città in un fazzolet- superuomo, tacitament~, Pagine romane diGiorgio Vigolo • A. G. Bragaglla ,. di Bartoli to Nel 1458 Enea Silvio quando non palesemente ri: PiCcotomini fu eletto papa conosciuti dai pensatori e prese il nome di Pio U; moderni. E' MORTO UN GEi'vlALE UOMO DI TEATRO * un anno dopo, mise mano Duranti:! l'ago~ia d:t fe: ei lavori. Dov'era stato Co- scisma, Gtovanm Gentile mi verciano, villaggio nativo diceva: •E tu, ~o~o di cui– del pontefice, nel 1464 tura, non_ cap:sc1 .0e sol– Pienza era già al punto tanto i t1ranm edifu:ano i d'oggi: incompiuta e, in cer- capolavori?". Non. obiettai to senso, immaginaria. Per che _certe dernocraz_1e_ hann_o convincermi che esiste ci lase1ato monumenti imperi– son dovuto tornare, no~ lo turi, perché mi avre~be ri– avessi sognata in un'incon- sposto che democ~az:~ non scia aspirazione alla con- eran?, '!le. pupp1 di pa- L'avanguardia diBr gaglia sulla linea della tradizione Autobiotrrafia Il porto di Ripetta cretezza, nell'epOCEl dell'in- dront. Dtssi in~ece: •:'\ che imma!Ti nari,a Mi piace tenere su una parete della mia camera di formale. C'è, invece. Incom- prezzo?>. Lut 5 ?rrtdeva: ~ fronte al mio letto, antiche stampe di Roma di un inc1- piuta, eppur senza difetto. Era certo eh~ un giorno ~ 1 sore che fu anche mago e alchimista. su cui apro gli Sarà un privilegio dì quei sarei_ J?OSlo 11 proble~a. m Non mi ero mai accorto - come in questa strana occhi la mattina al ;>rimo passaggio dai sogni alla ~e- * di GIOl-'A1\I.H CALEl 1 DOLI tempi e di quei luoghi: in- tenmm_ meno econ0f!1_ 1 c 1 , 0 sera di settembre, nuvolosa e ventosa - che dall'ango- glia. spendendovi quel misterioso JX)tere che la retma fatti anche La giostra del ~enza mdulge~ a c_io ~e lo della Maddalena con vie delle Coppelle s[ vede una conserva solo per pochi minuti qusndo ci destiamo. Ora Poliziano, corregionale e 10 temP? ~asci st a 51 chla- infilata di vie, fino al cavalcavia di Sant'Agostino e. mi sveglio da qualche mese, sul Porto di Ripetta come contemporàneo di Pio U, è mava pietismo. Ma, .quel dietro di esso il largo verso Tor Sanguigna, e i Co- lo vide il mago incisore nel Settecento. Fabbriche e incompiuta, ma nessuno giorno, _per !l'e. 0 <:» 0 e ve:- ronari. chiese fanno ressa sulle due rampe che scendono al A.n.ton Giulio Bra_gaglia. nato a PigLio pres.so Fro– sinone settanta anni ad– dietro, è improvvisamente scomparso a Roma il 15 lu– glio. Da qualche tempo la sua esistenza appariva ac– quetata: divideva il tempo fra la critica teatrale e gli studi e solo saltuariamen– te. quando gli si offriva la occasione. ritornava alle scene per allestire uno spettacolo. l\la per almeno trenta :inni era stato 'Uno degli uomini più attivi, più irrequieti ed estrosi del teatro italiano, c0stituendo insieme con Renato Simo– ni e con Silvio D'Amico uno dei punti di riferimen– to essenziali della cultura teatrale militante. In questa triade. che riunisce e riassume in sé i diversi aspetti di un'epoca non ingloriosa. Renato Si– moni rappresentava l'illu– minato rispetto di una tra– dizione. Silvio D"Amico la esigenza di una cultura raffinata e moderajamen– te progressiva. Anton Giu– lio Bragaglia il ribellismo di un rinnovamento totale. La sua personalità si era formata tra il 1910 ed il 1920 nell'atmosfera incan– descente del Futurismo. del quale era stato uno dei primi seguaci. Compi i pri– mi esperimenti nel campo della fotografia e del fine– ma, studiando la possibi– Jità di rendere il movimen– to attraverso la sovraim– pressione delle immagini in un alone di l:..1ceche le legasse nella continuità del loro succedersi e portando negli studi di posa dove tn·onfava lo stile Liber– tv la scenografia futurista di Enrico Prampolini. Di quella sua lontana vigilia rimangono un \·olumetto Fotodinamismo del 1911 ed un film Perfido incanto del 1916. che sono tra i èxumer..ti più sorprenden– ti e più vivi di un periodo nel quale l'arte italiana. s\·egliandosi bruscamente da un tranquillo letargo provinciale. si inseri c~n una indubbia autonomia di espressioni in un vasto movimento europeo. Allora Anton GiuliO Bra– gaglfa si avvicinò al tea– tro. conoscendolo n e 11 a realtà tradizionale al fian– co di un maestro come Virgilio Talli e, insieme. nelle aspirazioni più ardite al fianco di autentici rivo– luzionari e o me Achille Ricciardi. che proprio al– lora immaginava ed espe– rimentava il suo e Teatro del colore>. ·ei 1922, dopo più che un decennio di intensa preparazione. gli interes~i di Anton Giulio Bragagha si rivolsero in maniera pre– dominante se non esclusiva verso la scena con la fon– dazione del Teatro degli Indipendenti. Ed il Teatro degli Indipendenti, creato rimpiange le stanze che n~to. Din3?2 1 81 miracoli d~ Questa singolare prospettiva a canocchiale, di strade fiume; e altre se ne vedono in .una prospettiva che chia- a Roma con mezzi di for- zioni più evidenti delle ri- mancano, forse perché il Pienza, mt rendo. conto di l'una dentro l'altra, come sfondi di chiostro su chi<;>stro risce e sfuma con un'ultima fuga di mura sull'acqua. tuna stille strutture sot- balte st raniere. Anton Giu- senso del finito che è in ever accantonato 11 proble: in un solo grande convento o castello - mi dà con un Una Roma immaginaria: percht, non vedendosi l'al- terranee delle tenne di lio Bragaglia offri i primi ognuna delle parti, dà già ma troppo incomodo. Poi senso di straordinaria vision~rletà il tuTbamento di ri- tra riva. sembra che questa fronteggi il ma.re come Settimio Severo. fu e ri- ~empi di t•na S<:enografia !'idee del tutto. Cosl Pien- mi accade qualcosa che vivere in una città d'altri tempi, già lungamente abitata a Venezia la Riva degli Schiavoni. Anche qui la chi~ mase la sua creatura più costruita con elementi sin- za: immaginaria quanto e debbo dire con ordine. Son da me. Questa sera. per esempio. scoprendo per la pri: di fronte al Porto di Ripetta s! chiama S. GÌrol:imo degli cara. perché in essa poté tetici e fo nd ata sulla sug- funzione urbana, è perletta qui, incantato da sublimi ma volta certamente in vita mia, la fantastica fuge di Schiavoni e la vicmanza delle acque mette una luce liberamente trasfondere le gestione delle luci: riportò come momento lirico, né ghiribizzi, e insieme intri- quelle strade - ho trasalito come 5e ricordassL in1..sitata sulle arch. !tettu.re , quasi il riflesso d'un'idea in sue qualità più genuine. :~~::.e t c~:~raafi:~J~ più né meno della poesia, gato dal pensiero che, dietro Ora che avanzo nell'età, queste impressioni di rico- cui si avv:va il rapporto fondamentale, la struttura inti– la sua irrequietezzr e la speti 3 colo di prosa: cercò che non la pensi nata dai gli architetti, i pittori, gli noscere con turbamento una città gi.à veduta, si fanno ma ~ originaria della ottà. Pietra e acqua. stabilità e sua volubilità inte lettua- . eh d d" perdigiorno, quando hai ca- scultori e i committenti, in me sempre più re.re : tToppo ho da fare coi ricordi mo"!me..'lto. ~:-,/ f 1 uos;is\~r~:;~r;:;i~~ ~~t~r;iasi !du:~~i~: t~di~ pilo che son invece giorni ~!on~~~ ch~n;a;:~e~en:~ ~~llp: ~a 0:~~~n;~d:~n c!~a~~:::: Jir:z1:~~~~. ~a~ r ganr: _Jtr!~~J~t ~~t~~n~u~~scin 1 ~ si;~a \·:aeg~ro~e~ 0 ~\~; desiderio di essere un ani- zionale. fossero in grado di ~~d~!~ ~;~s\t~ov~ !e:~:= capire e sen.ze godere. Cer• Ma nei primi anni della mia esistenza, quenclo la me- viene dal cuore dei monti e va al mare. libero luogo matore. la sua vis pol~:r ep~~~i:raereca~:ii~:m~~tei~~ rini comodi, cinquecent'en- co, mi arrovello. Dov'è, i~ moria era sgombra - girandovi sull'imbrunire. quel dove dèi e patrie si sciolgono per mescolarsi; e questo ca e il suo inesauri 1 e ni dopo. Ll per li, l'erede che cosa può consistere i sentimento ere in me frequentissimo e ml dava l'an- sc;cgliersi della terra è quasi la fluidità delle nazioni. estro improvvisatore. provvisazione e sopratutto di un momento lirico che riscatto dal sopruso.? D'ec- goscia. La stampa del mago ogni volta che la mattina torno A Roma. città di cena- GIOVA.:.~NJ CALENDOLl non è il suo, come si com- cordo, il Louvre o l'Henni- I miei sogni d'infanzia ne erano di continuo angu- a guardarla, mi presenta in termini nuovi questo tema coli conclusi. di conventi- (Conllnua-;-paglna 2) porta? Nel 1464 muore il tage, il Cremlino, San Pie- stiati. del fiume come un preordinarsi della terra ai fatti del- cole letterarie ed artisti- tro o l'Escu.riale si debbono Ricorderò sempre una bottega di strani arredi sacri l'uomo. come la prima e la più antica occasione della che l'una contro l'altra ar- accettare. qualunque sia il che m·epperiva sull'angolo di Tor Sanguigna coi Coro- città. Oppure (in quell'ambigua lucidità del risveglio): mate, il Teatro degli Indi- Barbanera letterario prezzo di co st o. E non mi nari e sempre vi batteva un fuoco fermo di tramonto e poiche è legge che il male della natura sia condizione pendenti fu fino al 1930 riferisco soltanto ai milioni invernale che faceva splendere, dietro i vetrj della mo- all'umano, come il male dell'uomo è condizione allo un centro di incontro li- Il nostro pronostico di già edite che hanno tota- di capi d'aglio o di rava- stra, oggetti d'oro ,pianete, pezze di porporf. Mi pareva spirituale, - il fiume è il punto dove più facilmente beramente aperto. un luo- una pioggia sul Calvino llzzato già tre premi, dei nelli che il tesoriere mette- che la strada, in quel rosso crepuscolo, fosse immerse. in la terra si ammala e corrompe. brulica dell'uomo che vi go accogliente di passag- a quota 150, riguardo allo quali il plù autorevole è va in conto el faraone. ma un"aria di battaglie e di patiboli: e gente vestita in !og- nidifica>. Cerco di considerare (mettendo a fuoco il iio ed una feconda fucina. • Strega a, è clamorosa- stato wt "1\lanotto", anche alle lagrime e al ge pittoresche e ternbili mi eamnunasse vtcmo. massimo di nota21oni intellettive e di senso. di illumi- Qui gli scrittori di un'in- mente fallito, per la im- sangue delle migliaia di Ma se mt volgo indietro e ripescare nelle più lonta- nazione mentale e di spessa apprensione delle materie} tera generazione, da Cor- provvisa irruzione dell'an- schiavi che lavoravano al- ne impressioni, ed oltre che nei sogni e nei ricordi, nei .. lo stretto, nudo. immediato rapporto della terra e della rado Alvaro a Riccardo ticiclone Pasoli.nJ che ba "Premio ChJanclano., per la piramide di Cheope. Ma racconti che spesso da bambino tacevo a me stesso carne, come due righe dello spettro nella loro vicinan• Bacchelli. da Alberto Sa- condotto il nembo dei vo- la poesia. se c'è un riscatto, in che quando mi portavano 0 spasso e io mi annoiavo, oppure za. Questa vicinanza è strettissima nei corpi seppelliti. vin io ad Orio \"ergani si ti sul Cassola. Quella che era una vo• cosa con-.lste? nella bel- ai miei coetanei, quante strane cronache ed avventure dove la differenza tende a risolversi e la carne a ritor- conciliarono con il teatro. Ma Barbanera è stato clferazione mlSlerlosa, st a lez:ze.? Dubito che oggi la vi ritrovo che non so donde e per quali vie siano giun- nare terra; mentre all'origine v'è il fatto oppo~o. della Qui fu gettato per la pri- oltremodo felice del capo- dl\'entando notizia ufficio- risposta sia ancora conte- te fino a me O se te abbia lette in qualche vecchio tomo terra che si fa carne: e lo di\·~nta specialmente nelle ma volta un ponte fra il volgimento avvenuto nel- sa: sembra dunque che nuta in quest'unica parola. delle biblioteche cardinalizie, 0 mi siano sto.te raccon- città che aggrediscono come vespai la terra nella sensi- teatro e la letteratura. Qui le sue stesse pre\1s!onl, e vincerà U cr1tico Giuseppe Basta la piazza princi- tate nei primissimi anni da qualche vecchio servitore. bile curva delle sue \·ene di fiumi. lntomo alla città, infine nacque una genera- si congratula con Cassala._ Ravegnani, appoggiatlSSi- pale di Pienza, con il Duo- Tutte queste impressioni finirono col confondersi e più che in altri punti del pianeta. lo sciame è intenso. zione nuova di scrittori da e con Pasolini. mo dal critico Francesco mo, la Casa dei Canonici, divenire dei miei ricordi personali ·col far parte della stizzito: la ruota di forze fa ressa per entrare nella terra. Antonio Aniante a )Iarce1- . ~ 0 1J~~:~~~e p'!!ira~:~ il Pale.zzo Vescovile, quello mia autobiografia. E' quella che io chiamo la mia auto- per sollevarla e architettarla, piano su piano, in ispazi lo Gallian. "Premio Viareggio,. per del volume concorrente Comunale, il Palazzo Am- biografia immaginarie In cui non so io stesso dove ciò e vie. e poi stanze e camere ove la e frequenza> dei Il teatro si disse degli la poesia. .. Ravegnani, e dittatore mannati e il Piccolomini, a che è accaduto corrisponda a ciò che è sognato o ciò che clndipendenti> per distin- Si parla sempr~ pm in- della situazione. farci inte nd ere quale caos è solo sognato possa corrispondere a qualche cosa di guersi dall'altro teatro, sistentemente de n giusto Non è certo ancora det- e bolgia debba essere stato, non meno reale e vissuto. che, sostenuto sopratutto della vita,. di Mario Luzl, to che I giovani non rag- negli anni della costruzio- Ne ho cominciato a raccogliere le pagine ne1 mio li- dal professionalismo tra- ndo quanto già pre ne, il cantiere di Pio II. Si bro e Le Notti Romane> cercando di cogliervi già la dizionale degli attori ed ~~t~ in questa rubrichet~ granellino qualche ti.ma~ vede bene che all'opera e parabole della mia vita che per vie sinuose si rlcongiun- ancora sordo ai pì-oblemi ta, quale \rincitore assolu- nenza. alle idee parteciparono cie- ge con il Presente e tocca la mi-a esistenza di oggi. Per- della moderna messa in to. lo, terra e, oso dire, anche ciò a chi mi domandasse se questa mia autobiografia è scena. tendeva principal- Ne "Il giusto della vita,. Buona estate a giudici e VlADIMIRO CAJOLI veramente finite ,dovrei rispondere come quel priglo- mente a1 successo commer- sono comprese tre raccolte concorrenti! niero che scriveva le sua vita in cereere e che fu libe- ciale. seguendo lè indica- (Continua 8 pagina 2 > rato da Don Chisc:iotte: Como pueck esta.r acabado, si -----------------------------------------1 aun ne està acabada mi vida? • / ', ,/,,, 1/4_' ~i– ~ ··- GIUSEPPE MARINI: • Chiane lano vecchla a Notturna/e Sol ch'io possa va.gare I.a notturna Roma per vie segrete e in me Ti.sgorga Lamemoria com'acqua di sotterra. Profonda ai passi miei vibra 1.a terra d'un ridestato senso ed ogni casa nel suo sonno di pietra odo parl.are com.e parlare in sogno odo i mendichi che nel portico dormono distesi in compagnia di morti. Un lume solo in questa valle altissima di chiese vacilla nella grotta tra gli avelli scolpiti; e suda il marmo umido come una fronte. Le nuvole discese sono ai sepolcri con la nebbia b01lsa che c1'1lle grate allaga !e cantine co! suo fiato di laghi e di vicine campagne: ed ecco le deserte strade traboccano di folla, un silenzioso fiume !e invade di spiriti: a sciami vengono giù nel soffi.o antelucano, riconoscendo Le materne pietre. A milioni ringOTgano in anguste straducole e milioni d'occhi, aperti nel buio. fanno il chiarore dell'alba. Da Canto Fermo ( 1930) con alcune. varianti Tra le carte inedite d, Giorgio Vigolo, eh.e siamo andati a trovare nella sua alta casa romana, non c·e Giorgio Vigolo che da scegliere. E aono poesie. prose, saggi. e un diano (anzi un "1deario .. J ampiuimo, il tutto ordinato con amore, sempre pronto per uscir di fucina e sem– pre ripreso. rielaborato, nac· carezzato con la µa=ien.:a det solitario che vwe solo dell'opera sua. tra le sue carte. Le pagine eh.e abbiamo acelto in3ieme allo scntto– re per questo numero del– la 'Fiera., aono un ideale proseguimento de ''Le notti romane", raccolta di raccon– ti appor.sa da poco con Bom– piani, e vogliono ripropor– re la più intere"ante figu– ra del Vigolo innamorato della sua antica c1ttd. del poeto di uno Roma barocca, m1.tteriosa e incantatnce. quasi sourapposta alla Ro– ma reale. moderna. eh.e si allarga e si diap~rde. corpi (cosi rari e distanziati fra loro nelle solitudini della campagna) viene ai nodi fitti di ignudi; e l'1mpli• caziooe delle !orze si avviticchia e scende a spirale nel piccolo e sempre più piccolo. come in cUnicoli molli~ nel caldo intimo buio della pergola di vene dove i grap– poli di uovi dormono. Ed e questo. nell'infinitamente piccolo, il vero regno delle madri che sta nella donna come suo interno firmamento: è la città introflessa, 1m– plicit.à di moltitudini, brulicante dt visi di là da venire, con profeti pensierosi e sibille negli spicchi della volta. U Porto di Ripett.a nella stampa dell'alchimista ag– gruma per me tutti questi sensi e valori in una imma– gine forte. in un segno: ed eccita nei ricettacoli della immaginazione larve e crisalidi che \."i stanno in letargo. [ nomi di città, di fiume, di ripa. di Porto, di scalinata, di chiesa~ risuscitano allora con la misteriosa violenza dei nomi originali come Giona dal ventre de.] pesce. Ognuna di queste figure ha qui la più remota anzianità metafisica e stacca il suo folgorante blaso:,e dal tempio stesso delle Idee; ma è passata attraverso tutta la vita. ha doppiato il Capo Nord e il Capo Sud dell'esistente;

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