la Fiera Letteraria - XV - n. 24 - 12 giugno 1960

FANTA!iòi~[f ;t. !ò<POLETO * Sol Festi\ aldr,iDue Hond·i * di SILl'.l,l',t SPIHITO pianoforte che potrebbero es– sere la conclusione di un allo crcati\•o. Ci fermiamo per ammirare. come si suole, un po' col naso in aria. Presso una finestra ìlluminata - una finestrn apcno, squadrata sc– ,·eramente - si profila im· prO\·..-isa una figura e si ,c– dono nello sfondo i ,·cechi tr.n; del soffitto di un palazzo antico. E' il Maestro Menotli che guarda la piazza e il Duomo. come se fossero il suo mondo o meglio l'Eden che ha creduto di raggiun– ~ere. Il quadro sparisce come nel Macbeth spari,·ano $!li scenari a scena aperta. Più lardi, naturalmente. "i ripen- 53 a quella ribalta ideale che è la piazza del Duomo di Spoleto, do..-e per un solo istante una sola persona. con il desiderio di prendere una boccata d'aria dopo a,·er suo– nato, ha contribuito incon– sapevolmcnle a creare un quadro, un·atmosfera. L'igna– ra fontanella ha ag giunto nel quadro la graz.ia melodica dell'acqua alla musica umana, cercata nd1'aria. e fermata nella realtà con il suono di un pianofor1c. t'A' FTER"A' tETTERARTi¼: Domenica 12 j?.iogno1960 RA EGi'IADEL TEATRO CATTOLICO A CL""RADI LUIGI CA TIGLIO~E Un'antologia di capolavori L·Eri ha dedicato il quarto ,·olume delle Spighe al Tea– tro fra11cese co11temporaneo di scrittori cattolici. li 1catro cattolico francese. che nella le1teratura cristia– na attuale occupa un posto cminenlc, non si esaurisce, cer10, negli otto capola,•ori, che il ,-olume presenta. I la– \-Ori presentati non sono sol– ta.n10 capola,-ori del teatro cattolico, ma, soprattutto, ca– pola,·ori del teatro francese. Xon misconosciamo il gran– de apporto del tealJ"O d'un Montherlant, d'un Camus, di un Sartre, d'un Anouilh. d'un Giradou.'<, d'un Salacrou. Ma ,-aaliamo sianificare che se ahri grandi ci sono al di fuori dell'ispirazione cattoli– ca, non sono cosi grandi da offuscare, come qualcuno ha scrilto, un Cla.udcl. un Mar– ce!, un Mauriac, un Pégu), un Bernanos. Anche il nos1ro tempo ba il suo siglo de oro del teatro cattolico. Valgano, in campo internazionale, tra tanti altri, i nomi di Betti, Fabbri, Eliot, Milosz, HochwaJdcr, Grecne, Timmennans, Andres, la\'e– n•. Booo e Obcy, mentre, co– me piccola. ma nlida testi– monianza del teatro francese questo splendido ,-o)ume del– l'Eri, unico fino ad oggi, co– me tale, ocll'cditoria italiana. P3ul Claudel. di cui il ,-o– lume riprende l'Annun.::io fatto a .Uaria e lA Scarpina di raso, cresciuto in un tem– po in cui un certo reformi- smo religioso sembra,·a aver canccll3to il moto di recu– pero del romanticismo, ha rotto una Sia.si che dura,a da due secoli. Eali è il ter– zo di quei poeti d'Europa che. rile,·ando del barocco le 1,!randicomponenti autcnliche e decist\'e e conducendone a 1ennine la stori3, s..-iatasi nella sradicata mara\"iglia della poetica m3rinistica e a.ITC:S3 al razionale del ~lo dei lumi, fanno dd romanti– cismo la conclu.!iione logica della riscopena del mondo e la meta raa&iunta d'un mi– chelangiolesco e shakespea– riano ricupero dello spiritua– le: Goethe con Fawt, }.fan– zoni con I Proniessr sposi. Claudel con La Scarpma di raso. La Scarpina di ra5o ripren· d_ee riassume i temi prin– cipali del teatro claudehano, quelli dell'impo.!>sihile amore di Partage d~ und1 e del– l'Eclumge, dcll3 conquista del mondo di Teu d'Or, della li– berazione della cristianità dell'Otage, del sacrificio nel– la gioia dell'Amronce. Claudcl ha profuso in qucs10 suo gra,1 teatro del .mondo (che c·e. infoui, un cer10 sapore calderoniano) tutto ciò che conteneva .a sua anima di poeta, d"esploratorc, d'apo– stolo. di sposo, d'innamora– to. <li padre, di cattolico. L'Am1un.;:io, piu semplice nella strutturazione. è un dramma d'una f~eua estrema. C'è in e~ la Cham- p3gne sogn3nte. le più nobili aspirazioni del popolo di Francia, la fede m~ie,-ale, I.i costruzione delle grandi cancdrali e quella rude fran– chezza ,contadina che insieme all'umile eroismo dei prota– gonisti conferisce al gemo claud<!'liano una luce straor– dinaria. Claudel. poeta della invi~i– blle onnipresente patt!mll.l di,·ina. accorse nell'epoca del– le grandi crisi mondiali. ap– por1ando,; il contributo d'una maieutica attuale in nst.a dell'unità ,;,-a del mondo. La lunga rapsodia di Pégu~._ Il \lisuro della carità di Cio– ,·a,ina d"Arco, è UIU diSlC$3 meditazione, do,·e gli eterni moti\'i si rincorrono mar1el· lanti come in una scom-oha 'ì'infonia, sotto lo '\gUardo pensoso e lucido d'un profe– ta biblico. I rito1 n.!lli, ora sopiti, ora nen-osi, ora flu.:n– li e trasparenti come riia– gnoli alpini, riscoprono sem– pre nuo, a sostanza. ,\ta non si esaurisce qui la potenza emoth-a di quest'ideale disce– polo <li Vietar Hugo. Ad ogni immagine fa eco un nuovo mondo, in cui gli elemenu es1emi sen-ono solo a '-0- .!>pingcre l'azi one dalla gesti– colazione alla profor.ia in1e– riorità deu·acquisto ch e, co– me da incanto fiorisce :.em– prc nella ,;1a eroica della pul7ella d'Orleans. di~rcrsa in Dio. '\cWAsmodeo di Mauriac si ritro, 3 lo stesso sentune,n– to I ragico della vita, la stessa impossibilità d'ouenerc la ~u~1ificazione ~n te propne torze, lo ste~so bisogno di re– denzione, la stessa lotta tra bene e male, che pullulano in Tlràèse Desq11eJroux, le \_~ud de npàes, 1A . Plra– ns,e,me. Que,.,1i mostn che wno I personaggi duri del teatro maunacch1ano sono però inconçcpibili al di fuori d"un3 ortodo~a 1sptranonc ca1tolica Il \fondo in ~::i è d'una ~~~;~a~i~~1ta~e @o~°lk.; di Gabriel .\1arccl. Diciamo filosofica e drammatica per– ché. come abbiamo scntto altre \"Olle. filosofia e dra.m– ma1u,via in \larcL'I sono in– -.cindibili. ~on è questa una O\'\CI"\ ario"'le inutile. ~essun altro drarnmatur;o e filosofo tc~mpio Sar1re1 e cosi coc· rcn1e e compatto come \lar– ccl, il cui tea1ro. elegante e uasparcntc, musicale e sti- ~~~~-i ~~~1~ga1!:1/~~ minciarc proprio da questo la,·oro che segna il suo ap– prodo cattolico. solo alla luce di quella fenomenologia csi– sten7i3le della speranza, che è l'anlitcsi dell'angoscia ·mc– lafi,.K:a d·un mondo ne~ato e 1agliato dal soprannaturale. ~on ~cmprc ci si aC'CQrgc c~c l'Umbria è una terra par– ticolare, o,c natura e civiltà si sono !use interiormente. per- dar luogo a uno stato d'animo indefinibile. in cui tutto è risolto, misticamente raccolto dalla terra per un cammJno ,-crso il ciclo. m– bra strano a dirlo, ma rUm– bria ~ la terra do,·c si desi– dcl"t'rcbbc morire - se si potiesse s«glicrc il luogo del– la propria monc - per ascol– tare prima del tempo le , oo dell'eterno. E' la terra do,·e la luce si stende sulle cose, soiritu3Ji.zzandolc e allonta– nandole alla ,;sta dcli 'uomo per riprcscntaraliclc come in un quadro d'armonia. Forse è proprio per questo che un Festfral in Umbria dhcnta una sin~larissima m:mifesta– rione d arte - si pensi anche alla &gra Musicale Umbra che sì s,·olgc a Perugia - e che il Festival dei due Mondi è un avvenimento fuori del comune. E' raro partecipare a un Fcsth•al che si presenti, come questo· com-egno d'ar1e spoletino. in un'unità cli stile e di bellezza; simposio in cui - tolla debitamente la ,·er– nice di una certa mondanit.à - si possa entrare come nel– l'css.cnz.a StCSS3 della ,;ra. Grazie anche alla purezza del– la terr.i umbra si è potuto dar ,;1a a un Festh-al cece– rionale che in qualsiasi altra parte del mondo sarebbe sta– to diverso e non avrebbe. ~unto quella fusione per– feua di vita e di ar1e che ha Forse sa1à stata quest'aria strana e lutta particolare. che sa di ,-crde e di azzurro, di notti e cli antico, che ci ha presentato sotto un aspetto del tutto nuo\'o per un tea– tro, il Caio Melisso, restau– rato per il Festh-al. Di solito i teatri vuoti, nonostante le luci. sono tristi o, per lo meno, poco accoglienti: un teatro acquista la sua ,·era ,;ta quando è gremito di pubblico. Chissà perché, il teatro spol("tino è bello an– che ,-uoto. Si entra e si ha la sensazione di a,·erc a,-anli a sé un quadro con pen– nellate ,·h-ide e luce perfeua: il piccolo tea1ro fiammante quasi non aspetta. il suo na– tuiale complemento umano, ma si impone allo s~ardo indiscreto di chi entra. a teatro ,-uoto per curiosare, come un gioiello. una minia– tura cui la fantasia può as· segnare ideali spettatori e inesistenti fantasmi di bel– lezza_ I\"TITO AL CHIARDIEì\ìO DELLA CO:\ìDIPORAl\""EA Il tema fondamentale del H1stero è la ,-olontà pura e offer1a di Gio,-anna. li suo deliberato andare alla morte, la. sua libera scelta della \'ia Crucis, la su a immolazione re.aie, qua.si rinno,-amcnto mistico d'un altro sacrificio con'liurnato su lontane terre ,-emi secoli prima. In n~'\Un 'opera egli ba ~pinto cosl lontano lo studio del mistero delle anime co– me nel \fondo III pe:.:.r, eh~. d'una tra.spare-17..aec::oeziona– le, racchiude tutta la paten– za del grande esistenzialista caltolico. ~~~~~gti~n~it<>° ~::l~~~: Questa specie di Kean ita– liano che dall'America do,·c vh·e. ha S3puto sce~liere una j:l::,i~t~~~rr~~e~ 1 ~:r~!!,t! pcramento dell'uomo moder– no che tutta, ia comprende i valori del pasS3to, e che. pur ,ivcndo in un mondo nuo,·o disancoralo dalle 1radizioni, ama la sua lerrn italiana nel– le caraltcristicbe più salienti cli tradizione e di ar1e. Chi conosce la musica dell'oper3 menotùana Amahl e i dsi– tatori notlllnti (Amahl w,d the Night Visitors} - poco no,a, ma molto significath·a - può comprendere il ,-alorc di una scclla che ha sorpreso non poche persone. Oucs1a mu~ica. ora accorata, ora ma– gie-a. che ci accompagna io un mondo di f:n·ota O\"C ;J protagonista Amaht è soltan- 10 un bimbo e si percepisce il rapporto intimo tra l'inno– cenza e il mistero, ci può far comprendere come il mi– s1icismo, sia pure un misti– cismo e'-tctiz:zante, possa sor– gere nelruomo di og~i. Forse la mgionc più Yera dell'incontro tra America e Europa, qui a Spoleto, in– contro di un Robbins nuo– ,;,;simo con un Oonizzctti quasi inedito. degli attualis– simi FoR,li d'Album (Album Lea,·es) con una Bohème la cui musica h:l il sapore di un romanticismo stemperato, sta soprattutto in un nasco – sto bisogno cli prcsenl3.TC il moderno d';n-anguardia fon – dendolo con il passalo al– l'ombra di una città antica. Non è soltanto il desiderio di cimentarsi in Italia per misurare la propria v3.lidità estetica di fronte a un pub– blico raffinalo, m::i anzi tutto il ,-olen;i prescnl3rc insieme a un reper1orio classico per ricercare un'atmosfera che altro,·t non c'è e che è de– positaria dell'antico: proprio per renderla testimone di noi e per accomunare gli sforzi di oggi con il patrimonio di ieri. Vecchie pietre. Esse sono impananti perché r_acchiu· ~~~o ~ro~1~_mpe~i r:u ,i~; deserte !;Ì sente ,·eramentc ~~!rife~ytùJ!a ~~o m~ soprattutto secoli di storia ~~~::: c'lt~as~~~!~ digi ;: Jore umano ciò che sembra ,·alido per lo più da un pun– to di ,;sta estetico. A,·ete ai notato come in certi m enti l'uomo possa ~rcepirc l'inten·ento d1 una ~Jiiia ::,~ui!c ~:: :~~! armonia di toni? Una regia che offre bellezza e stile a una determinala situazione? Forse qucsla regla è in ogni momento, di sempre; ma noi uomini difficilmenle abbiamo la facoltà di percepirla. So– no fortunati coloro che ixr disposi_zione na!urale o per educazione estetica sanno co– gliere nella vita di ogni giorno il segno di una arcana sce– n~rafi::i. Il riconoscimento di essa - peraltro raris:r;imo :-– è come uno stato di grana in cui l'uomo viene a tro– ,-arsi ad un tratto. senza saperlo; questo ~tato deter– mma un forte piacere csr1:– tico, poiché: tutto sembra d1- .sr,osto nell'aria per la mag– ~iore gioia e completezza de11·uomo. Là don~ inizia la diSCCS-! \"erso la piazza del Duomo ~1 Spoleto. in una Jcnta g~d,– nata che potrebbe conside– rarsi l'anfiteatro ideale per lo scenario souostante, si sco~e a sinistra l'abside romanica di S. Eufemia che di none si apre come una sinfonia di bellezze inenarrabili. EsS3 viene incontro come una sce– na stilisticamente perfetta. Ma questo è ancora ~i_fical'? dall'uomo con uno spinto di armonia che ci attrae, ~me ci attraggono le luci siste– mate con arte, i ,-cechi l~m– pioni e più di tutto la facaata del Duomo illuminata, alla cui dcstr.1 l'ombra ck!lla Roc– ca dell'Albomoz crea. con la sua presenza. un gioco bel– lissimo di chiaroscuri. E q~\!: sto ~ ancora umano: uomm1 di ieri e di oggi hanno col– laborato affinché tutto sia come ora risulta. Ma umano. in un oeno senso, non ~ più la successione di sfumature sottilissime. el silenzio di una notte, entrando nc11a piazza desert.., olla fine di tutti gli spettacoli. si sentono alcuni accordi di Fantasmi di belle1.ia a Spo· leto: ombre. spiriti le~geri come le parole alate di Sa1110 Frar.cesco. sfiorano questa terra, sfiorano le ,·ccchie pie– tre scure-bianche soltanto nelle notti di luna - le an– tiche forme di architettura, la valle. le montagne intorno. E noi uomini che siamo abi– tuati duran1e la nostra bre,·c giornata a discendere spesso nel vuoto, qui sentiamo di poter salire di tanto in tanto per ,·h-ere autenticamente. Si tratta di discendere e di salire: spesso in questa dialettica di cadute e di ..-oli si riassume il t.raxaglio e la gioia dell"uomo. Sono alcuni attimi di incommensurabile ,-alare a darci la misura del– l'importanza di certe manife– stazioni esteùche. E qui a Spoleto si rcsl3 rapiù e si sente tutto il valore dell'ini– ziazione al Bello che OiTIUOO può compiere per :se e per gli altri. SlLVA.'1A SPIRJTO LIBRI ricevuti L'c lm' l.to al chiarimento• rivolto dal la Fiera a tuttl i poeti, crttJcl, editori, e dunque anche lettori, di buona \'0loatà, che voles– sero Isolare e dlscuterc il senso di cUsagio che coglie i glo,,anJ, rispetto alla loro ,•ocazione e al loro mondo, come poeti e come uomini del tempo, ha sortito un effetto insperato, quanto a risposte che ci sono per– \"C.nute e ad altre che ci sono state annunciate. E' parso quasi che solo que– st'occasione s1 attendesse per iniziare la com"Crs:ione In parole di sentimenti al– Jo stato dJ latenza, di di– sponibilità. Tra le risposte che si so– no ammucchlate, crediamo opportuno, questa settima– na, pubblicarne tre, di gio– vani della vasta provincia italiana, un ,•ero cilindro di prestigiatore, tre ignoti che colgono qui l'occasio– ne di non essere più pro– prio tali, e tre lettori del Giuseppe Il primo pregio che a,"\·erte il lettore abituato allo studio dei classici è che la poesia contemporanea si è liberata d3gli schemi tradizionali. E sopratuno dalla rima e da quella musicalità del ,·erso che taJora quasi stordistt e distrae dal pensiero e dalla poesia. Si limita se mai a sfruttare il suono della pa– rola che accordandosi al si– gnificato, o a srumature di esso. riesce a riflellere più appieno il sentimento. Altro pregio rilevante e su– periore al precedente è di aver ridotto al minimo, o eli- sr!.-E-Lw-~-Pù-LI-,-v-,-,,-.-,-, .• ,,.,-,.._·• I ~nt~i:i t~'i~·u!i~. f ~~i~ = do - Liriche - La buona lte- ~;rtn~;;~1!imai~l;iZ~he ~!gg~l:~:ar.a 900. Bergamo • hanno a,-uto, purtroppo, cul– :\I.ATIEO BR~O RUBIXO: Io tori in ogni tempo e fino a sono del Sud - Poesie - Edi- pocc:\ =~ 3 a!~;:;odefini– t~~~a:.v:o~~e~e - tivamcnte al bando la non EXZO ~ITA: Croci bian- mai sufficiente deprecata e che - Poesie - Edizioni Pro- ~~1~~rari~~rica. E' poesia ::ti/f~e - XapoU - Resa più libera, l'ispirazio.. GABRIELE AMLETO PATlS- ne si esplica senza inutili re– S0: l ven1 della UQOnda _ strizioni e limiti esterni. P06ie _ Edizioni Pt>gaso _ La poesia di o~gi. inoltre, Mileno _ pagg. H. L. 300. rifleue maggiore interiorità, AMIXTORE FA N FA N I: spiritualità e religiosità in ge– Summula Soctale _ Editrice nere. E' più spontanea, più Studium - Roma - Pagg. pura.. Si prcoccup3, cioè, di 200 _ L. 600. fiss.arc l'essenziale, e,;tando FAUSTO MONTANARI: Il le distrazioni; quali potrebbe- mistero del peccato - Edi- ro essere le descrizioni o nar- triee Studium - Roma r.tzioni che sono principal- Pagg. 100 - L. 400. mcn1e fine a se stesse. Salta BINOREBEUATO EDITORE ~ovitù: E' imminente il primo co/ume di cerri di STEFA.1,IA GRAZIOLI LATUAVOCE DIIERI un originale diario d'amore tradotto in poesie .semplici e delicate * )IASARA YALGDIIGLI LAMIASCUOLA interenanti.5sima grandi Maestri opera di uno dei nostri più * ARTE SACRA B'ZANTINA SICILIA 68 quadricromie - 88 bianconeri - grafici assolutamente inediti a cura di GI EPPE V ALPiTINL sità di Palermo JOSE HER..'iA:t,DEZ dali biblio– dcffUni,·er- MARTIN FIERRO. irad. di Mario Todcsco - aggio introd. di Ye– nanzio Todesco Il bellissimo poema nazionale argentino che tutti gli appa.s&ionati di poesia e le persone colte do– vrebbero conoscere Tre lettori della «Fiera>> Giornale che limpidamen– te, con una pacatezza e una consapevolezza inatte– se per la )oro età, cl dico– no quel che pensano del– l'argomento oggetto di .tn– vlto•, tra confessione dl evidentJ apprcndlsU poctJ e palpitazione di amanti della Poesia in questo tempo (e nelle loro pro– ,incle) a tutt'altro inteso e rl..-olto. Pubblicare. gli lnten·en– ti di Giuseppe Cultrera, dl Llliana Lunan.l Rebcy e dl Mkhelangclo Salerno, cl sembra il miglior modo cli fare della noslra inchiesta sulla poesia contempora– nea una cosa viva, aperta, sollecita all'ascollo di tut– te le opinJonl, larghe e strette, autore\'oll e non. Essa mi sembra tuttavia li– mitata sia in confronto alla mole di produzione poetica sia come numero di studiosi. E' ,·ero che bi.sogna tener presente pure che la ,-arietà di indirizzi ed autori sfugge agli accostamenti, necessari per una critica sistematica, al.meno in un primo tempo. Forse una ddle cause che generano incomprensione. in– giuste {Jre\i:nzioni. inclitte– renze e talora a,"\·ersionc a molta produzione lirica con– temporanea è da attribuini ad alcune inconsulte pubbli– cazioni. \ ·i sono però ecce– zioni. slanno qui a brancolare nel buio alla ricerca. a riempire di ,·crsi le car1e, a implorare i:iudizi da critici cd editori. ma con scars3 fiducia e spe· =· Tra le più moderne raccol– te, ne ho Jetta solo una se– ria, chiara e limpida: "' Il Seme del Piangere• di Ca– proni. E' stata una pennel– lata d1 nuo\'o nel monotono pacsa~gio di una lirica sen– z~ personalità. E poi Capro– ni mi sembra il più e impe– gnalo• dei moderni. Per il resto, c"è piattezza e ,-uotezza. Si pubblica troppo e troppo facilmente. si indul– ~e alle mode, si è lontani dal tempo nostro. Ecco il diretto-base della poesia. i1aJiana d'oggi: essere lon1ana dai ,;tali problemi della spiritualità del proprio tempo. Il poeta de,·c vh·ere nel suo mondo. e non indifferente al– la ,;ta che lo circonda, in :~ 1 ~f!aTc~~~o j!l~i';!,~:~ e ~ella demolizione delle co– scienze. Croce dicc,':l che • nel mon– do c'è un cantuccio che si chiama leueratura •• ma que– sto e cantuccio• (che mi pare doncbbe costituire qualcosa dj assai più impor1ante e vi– tale), oggi, ,a .!>é!mpre più ti· midamente mettendosi in di– spa.r1e. Dovrebbe essere im– pegno serio dei letterati \'Cri g~~~1f~ue\fa ~;_~;\ :i le~J: ta che è la ere.azione ar1istì– ca, do,·rcbbc essere impegno '-"O~lan1e dqJli editori che sentono una • ,-ocaz 1one edi– toriale• di cerca.re ,-od ve– ramente nuo..-e. dovrebbe es– sere impegno massimo delle giurie dei premi letterari di una cena imponanza di lan– ciare o~i anno opere inedite che abbiano forza e \'igorc, ~{ ~~~zt~~~i.das~,~~ essere impegno. Ma è il so– lito discorso fatto al ,·en10 ! ~tlCHELANGELO SALERi.'iO studeme m lc.ttere Il ,·olume contiene ancora il ben nolo I D1alogl11delle Carm"1ita11e di Geo~ Ber– nanos. Lt.:JGI CASTIGU01'.1E La tragedia di Thierry MauJnier, Cio,·anna .·e i g11.•· 1 dici, è il capola,·oro d·un . ~~.,.~'!. pensatore che si hbera m ~ 1 · ' r--JA una creazione ~11ca. C10- "' . . ''!lnna e i giudici di ~.laul~ier, I - < ~-' s1s1ema1a sulla cresta duna ~ ·_ onda storica, interprete dei I -=· · tempi futuri, è l'anu1esi del- - la Saint Joan di G. B. Shaw, che tentando di sequestrare V E R B A l'eroina dal mondo r:i'"cla10, ;>ria fec:al~~nl;he ~j~~ f mondo immanentista e stari- V o LANT ci'lit3. 1A \fascliera e la Cra.;.ia dì Hcnri Gh&>n, in un primo temP? U Comedie.11 prtS a son 1eu, appanienc a quella serie di drammi e cli comm'--"– die, U Pauvre sous l'e.scaliu, Le.s Trois mirades de Sainle Ckile, Benrard de .\lenthon. che .segnano in un certo sen– so. l3 rinasci ta del teatr o po– polare (non patrona.le) cat– tolico francese. EUGEXIO ALTOM. Reggi.o Emilia - Delle tre c,1mposi– zioni 1 nviate. soltanto l'i.niz10 di • Tutta la none sosno .. m, pare che abbia una certa au– tentic:tà (..Quando tu ch1uo1 ~li occhi al bianco sonno - fi." duc::a i.n Dio è tut:o U tuo bel volto.... ), poi entra nel gra– tuito. nel molle.. Peceato. per– ché quC'i primi due versi so– no "eramente tx?llt. . Cultrera Aggiungo che quel senso di disagio, di cui si parla nello invito, che ·coglie molti gio– ,·ani alle prese con i pro– blemi e le finalità della. poe– sia contemporanea è do,-uto, anche, al fatto che nelle scuo– le medie_ superiori poco o nulla si studia di essa, dei suoi caratteri, dei suoi indi· rizz:L La scuola, per natura, C Jcnta nella su.a e,-oluzfone e la nostra, più che le altre, rimane ancora legata alla tra– dizione e poco sensibile alla ,;1a che attorno si S\'olge con ritmo celere. Una pane di colpa, quindi, de,·e anri– buirsi agli insegnanti delle ..-arie leucr.nure che, un po' per pigrizia mentale, un po' Liliana Luzzani Rehey li soggetto già elaborato da Rotrou, L')•stoire et la ,·ic du bienheuretu corps saillct Cénis, à XUII personnages, e da Lope de Vega, El m~jor upresoitante, o vida, rrmerte y martirio de San Gznès, ,;c– ne riproposto da Guéon, con squisita sensibilità moderna, scaltljta dalla frequentazione dei PIÙ grandi centri culturali del mondo, in maniera gc- RU. AN. Catania - Qualche qualllà mostra di a,·erla. ma anche non poca ingenuita. specialmente nel coghere ~ aspetti esterni degll affetu: .. Miei cari ~enitori. che vedo - a lungo chini in assidue fa– tiche.•- col tempo che ,•i !Ca– ,,._ ad una ad una. - su ta fronte belle. le sue rughe- - In questo caso avrebbe dovu– to f.l:" ::ttahare meglio la fi– gura dei suoi ~en:tor .. e cosl quella delle ~rclle nei ,·er-:..1 5f'i.':Ut'nll. Altnmenti otiam<r nel!'à:nbilo di una famiglia ..stra:,a Non le pare? i particolari inutili che pos– sono inten-omperla, sperderla o affie,·ohme la voce. Ne ri– sultano composizioni più con– cise che inducono maggior– mente 3 riflettere e a sentire in modo nuovo e più efficace. Forse mi sbaglio, ma lo scri.,-o perché ne sono per– suaso: Ja voce migliore e più ricca di spiritualità dei nostri tempi è la poesia. La quale in alcuni autori, anche se in composizioni bre,i, rag– giunge altezze che nulla han– no da im'l.diarc 3.lla migliore lirica dei secoli andati che noi offriamo allo studio dei giovani nelle nostre scuole. 'on cito nomi. E intendo parlare dcll3 poesia contem– poranea sia italiana che str.i– niera. Come tultc le cose degli uo– mini, anch'essa ha i suoi di– fetti. In alcuni. per esempio, lo ermeùsmo è accentuato notc– ,-olmente. L'enneti!;mo possiamo ap– provarlo come indirizzo pro,– ,;sorio che do,·rebbc esau– rirsi poi che ha raggiunto la sua originaria funzione. che è qu ella di rendere più con– ci.sa e meno manierata la fo rma. Tutta,·ia esso ba an– cora molti cultori. li fine dell'arte, che è quel– lo di estrinsecare aal i altri il nostro personale senti.re ,;ene per molrj a m an care.. Spesso alla fan1asia, anche dopo matura riflessione, non si offre quel e minimwn • da rui si possa partire per ri– ,;,•ere l'opera d'arte. E la poesia contemporanea do– ,TCppe parlare a noi non solo con maggiore efficacia, ma pure con più immedia– tezza. Inoltre insiste prevalente– mente, e fin troppo, sulla in– trospezione. Non sempre af– fronta problemi di mag~orc intcrcssc per la .società e di più ,-asto respiro. Talora semb ra poesia di anime ma– ki.te, quale si ha nci periodi di d ecadenza. . 'è credo che questo sia effetto di incapacità, ma piut– tosto ,·oluto di proposito. Così pure non ~ rnro il caso di incontrare poeti che amino ~!113J!~i ~~ng rie!°~ per se stesse quasi a meglio colpire il lettore. Quando poi a questo incon– ,·eniente si aggiun$!:eun culto esagerato per la forma e lo intento del poeta sembra prcva.lentcmeotc ad essa ri– ,-olto, si cade in un dannun– zianesimo deteriore. Altri, in– ,-cce, ,·anno di proposito al– l'ec:ccsso opposto. Alcuni cer– cano ,·olutamente di essere alogici. Ma è proprio necessario? La ..-era critica, degna del nome, che, libera, giudica con competenza e serenità esiste ed è all'altezza del compito. }o~~o~~ ~~o u~ir:en~~ poco sensibili. se non addi– rittura avversi, alla poesia contemporanea. Per legittima– re la loro posizione riescono a tro,•arc buoni argomenti. Da semi-profano e guar– dando dal di foori ho notato che nei premi di entit:l mo– desta. o limitati a regioni, pl"C\·ale il fa..-oriùsmo. Nei pii.I importanti i membri della giuria si orientano pre\'alcn– temente su nomi già noti. I giovani o i nuo,; non prc– scntaù, devono attendere e percorrere un e iter• lungo che talora li scoraggia. GIUSEPPE CULTRERA del Collegio A. Pennisi Acireale (CT) Michelangelo Salerno Voler essere poeti nell'Ita– lia d'oggi, è comprensibilis– simo: è l'ultima roccaforte dei Don Chisc.iotte del senti– mento, dei sognatori ad ogni costo. Ma, forse, (e questo non è tragico: solo un tan– tino amaro) nessuno più sen– te \"era.mente la poesia come impegno serio di \'ita, fatica nn;da o lic'"e. ma che costa e che, perché sia ,-era, richie– de sacrificio di notti, di stu– dio. e, quaJche ,-olta, di pane duro. In Italia. oggi, si pubbli– cano tanù graziosi ,-olumetti di poesia, senza. earauere e SCDl-3 storia. Ansia di pubblicare da par– te dei poeti vecchi o gio,·ani, sorridenti e compiacenti facce di editori che, per qualche soldino, pubblicano benefica– mente. Una poesia forte, ,·i..-a, che dica qualcosa ai • ,·cnticio que lettori• paganti non l'ho t.ro– ,·ata in questi ultimi tempi. Restiamo fermi aJ • La,-orarc stanca • di Pa,-ese. Crisi? 51. crisi cli anima e di ideali. La narrath·a, il ci– DCina, il teatro hanoo tentalo di darci qualcosa, ma in fon– do, ben poco ci hanno inse– gnato. E, intanto, i gio,·ani EDITRICE bene ■ttrcz:Dta, trn1- tmnale. apukma, aamlna m■- DOICrittl, poesie., ao,,"'t:lle, rom■.D­ d, aggi nrt, pubblk::a.ndo ~ I.andando lo open me.rltn'Oll, • condb:kml di partlc:olare favore. Scrtn~: L'APPRODO DEL SUU. ~ Teatro NU0\-0, ?9, NapolL Era fatale che w1 e invito al d1iari111ento • destasse, sfH!-– C1almente fra I gim·ani, il desiderio di La·are ,aia t.-~. per . quanto no,r sia facile mtali::..:.arc comp111tame.11te le raç10,u _del duagio • che co~ glre. i gtO\.'ant poeti. I paren, nccc.ssarlameme, so110 dfrer– si, anche perché, _spesso, 11011 SI concorda sul Slf1U{iCaloda attnbu:re ai tenmni. Bi.sognuebbe innaJci tutto stabilire dre cosa è la poesia e che cosa il poeta rappre– senta ne.I mondo di oggi. In– tanto, non esiste ,•era o falsa poesia: la poesia ~ o non è.. E se ~. 11011 può prescindere da quelli che sono i suoi mo– wmti anliclri ed unici. Lo spumo occasionale e il me:.:.o ~pressrvo mutano col umza– re degli C\·enti e delle cose, ma il principio, Il ,wcleo del– la poesia, i l suo l ie'\'lto uma– no, U suo imi.mo linguaggio, non possono ca mbiare. La poaia dii·a1ta allora traspo– s,~ottc inmredi.ata di un fat– to contigente su wi piano di assoluta li~rtà creativa e in– terpretatfra, e il colloquio e/re uu:,ia può aprire la stra– da a tutto rui mondo di sug– ienta belle::::.a. ptu) forse ri– susatare m chi l'ascolta im– magm1 di una ,-erità dime,1- ticata. Afa la condr.:.ione es- ::;;;J~ile èpe~1i!è '!ì'~t!i ~i~ srncero verso se stesso. Oggi, fra tanti poe.ti occa– sio11ali, 11011mancano g li abi– li, che sono I più fortunati, pe.rclté riescono, con un Ct!rto artificio, a fare leva sullo stato d'animo, sulla convin– .::iorrc di 1111 particolare mo– mento e di tuta particolare categ oria di perso11e. E' il ca.so della cosiddetta poesia socia le. Essa ,.-a alla ricerca dei lettori, parla per loro, si fa uu:itatrice e sost~gno, si pone sul loro stesso piano, diventa insouuna w1 me::o. E di poesia non Jr.a più che ti nome, pe.rcJté la poesia non sen.-e a spiegare i gro.ss, pro– ble,m, può solo aiutare a St,– perarlt, su w, p1a1to di l1be– ra:.10,re assoluca dall'odio, dalla lotta, dalle. pa.s.s1oni. C'è tanta buona prosa clte già si batte. per acmre o per te:ntar di nsolvere i problemi im– manenti dell'uomo. Che al– meno sia lasciato alla poesia il compito di muo,•ersi su un ntmo diverso, e di aiutare glt uon11ni a inconlrarsi, fi– nalmente, a guardarsi, sul p,auo della loro unic~ nerità-:_ la \'lta, sotto I SUOI aspeltt rnfina,. e la mone, con i mil– le prob~mi d1e comporta. Il disagio che coglie ù poe– ta è qui: uella dispe.rata ce.r– te::.:=adi imra,-edere almeno wr.a parte di quest'1uiica ve– ntà, e nell'impossibilità di renderla acccttabile, di farsi ascoltare. Ma in questo soi– so, ecco, scri,-ere di poesia dfrenta una nu:c.ssità, r:on tanto per la società (dte i·a ai·anti benissilno anch~ sen– .::apoesia) o per i lellori (che quasi non esistono) ma per il poeta stesso. E qui, anche, chiarita la figura del poeta e la sua po– si.::ionc nel nostro man.do, 11ellavita com'è oggi. Le tor- n d·a,'Ono sono crollate: il poeta è. uomo fra gli uomini, ma la sua solitudine, ti suo isolamen10 sono forse. più ~perati, perché no,i è ptµ lm a ,'Olerli. For.(e 11011gli mancano 1 me.::;i per arrn-are a • farsi conoscere•. .\la eglt sa che farsi conosct:re non i! lo stes– so che farsi ascoltare, e qual– che i-olla (i cast sono rari ma esistono} 11 gio,·an~ poe– ta si ritrae dal compromes– so, non per atteggiarsi a vit– tinr.a delle circostau:.c, e ncm1d1e per ostentare orgo– glto, ma solo percl,t sente che in un mondo affaristico e tmffaldmo spetta forse anco– ra e soltanto a lui !'e.strema se pur dolorosa fiere:..:,adi un ri/i.uto. E. perdu!, In fo,ido, crede nella sua ,·erità, elle non può essere barattata. Cosl egli fa. la sua strada: una strada d1 lunghe amare:- ~1• s~:itf,':fi!!'~,/:,~~:.::%i~ dal pensiero che è quella. p(!r lui, l'wzica strada possibile. LlLIA.'M LUZLL,, RE.BEY ni~h~n 7t~~1faccia con questo la,-oro al teatro in– tellettuale, arricchito da tut- 10 quello che sul teatro han dello E,·reino,· e Pirandello. Craig e Copeau. Scri1torc mo– desto, che fugge la simu– lazione e l'agitazione fittizia, che fu sempre probo e leale ,·erso la sua ar1e, non è ec– ccssh-o considerarlo, come uno degli auiori più rappre– sentati\; della sua gcnera- !~0nJie~~!~ut~ofii~ sàeisr mulato, questa lealtà nella espressione sono delle virtù rare e ingombranti, in un mestiere in cui i ,·alari falsi tx-nefiçi;mo trvpPQ spesso <li ~:C,~itt~JGti~~~:~ rinno,·are. non senza diffi– coltà, il teatro d'ispirazione cristiana e associare il desi– derio di ,-erità al senso del– l'Humour, che dà un profu– mo speciale alla sua fecon– dissima opera di dramma– turgo e poeta. A. TOMMA. Napoli - Ro– mantiche e passatiste lei ch1.1- ma le sue pagine. :-;"onha tor– to. Risentono Infatti di vec– chie letture e di un ceno di– dascalismo fuori moda. Lo so che la poe!ria non è una mo– da. ma qualeo~ di più pro– fondo cd anche più comples– so. ~ta ti linguaggio muta ed anche il verso deve corn– spondere a certi risultati del tempo. tl quale non è arb, - trar-io come si erede. ma ri• 1tponde a precise conquiste e Jeoper1e def:ll ultimi dccenm. Le piacerebbe una eua illu– minata con lum i a pet-r oho? Mi seu.."l"i per la banali.là det– l'esemp:o. ma i &Uo ! ,•e?'S.i !an– no la r.essa ìmpre!:!lone. HOFFlL.\..'\.N Arturo Checchl.: •Crocifissione• (acquaforte, 1919)

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