la Fiera Letteraria - XV - n. 24 - 12 giugno 1960

Le nchieste di giudmo ct}e giomalmenle Cl- penengono, tro-cranno rispcsla nelle apposhe rubriche • Verba Vo– lant •• e Scrip1a manent • e • La Fiera ri~ponde • secondo l'ordine di anivo. S1 prega pertanto cli as1:a~nt dai solleciti liA FIERA liffERARIA l UaAk.1O UELL\ RE.D\ZIO'\'E 11-13 daJ mercoled1 al sabalo ~1anoscrH1f, foto e dlse111i non rlchl~ti non si rcsttlul5COnO « IL PIT.. CLAS reo DE[ FRA:\'CES!. IL PIC' GR.-L\ì)E DEI CLAS ICI» * Ponssin al Lo1•vre . ~ I ":;'~ e' I Lingua ; dialetto * cli LQRE/IZA 7•nc;ccn1 PARIGI, maggio L ' ESPOSIZIO:-.."'E di Poussin. allestita al Louvre, è. senza àubbio, ran-enimento numero uno della stagione parigina. Un an·enimento destinato a dive~re memorabile se è \"e!"O,oome è \-ero, che da cinquant'anni a questa par.e non si e:-a vista a Par[gi ad eccezione, forse .de~ia granàe rasseg!la dei Pittori della Realtà in Francia nel xru Secolo, tenutasi nel 1934.,una mostra di pittura antica francese cosi esau– rien1e e di così alto Ih·el!o. Inoltre è la prima \"OHa che Poussin viene mostrato nella quasi totale pienez– Ul della sua opera. Ben cento\·enti quadri sono esposti al Louvre sui centoottanta conosc:ut: e atr..enti.ficati con sicurezza, a: q"Jali ia.·mo c :-ona numerosi disegni ed alcune SCU:ture.. A Q"Jesti posili\"i Ts.Ltati si è pervenuti graz!e ad una riuscita eo:.laborazione inter– nazionale. Infatti. a mostra, U cui allestimento è du.-ato quattro anni, è stata conce.rlata alla pari da Anthony B:.unL il più r-a,.,de speda.lista cont~ raneo di Poussin, attuale direttore de~l"I~ituto Cour– tauld di Londra da Gennain Bazin e da Charles SterlL~ Conse..... ·atore òe:3. Dipartimento di Pitture d~ Louwe. Infine tuUi i muse: del mondo. compresi la Gal!er!a Naziona!e di Londra e n Prado di Madrid. che mai prestano le lcr.o opere (i:1 Italia gli studiosi ~cordano ancora la gra·\"e laruna causata dall'assenza della Spagna alla rassegna del Seicento Europeo che ebbe luogo nell'inverno 'SEi-"57a Ro.-na), hanno in– viato i loro capo.lavori o. Parigi quasi per vincere l'antica ditt!àenza dei francesi contro que!lo che è pur sempre, fino alla esp!osione del glorioso Ottocento. - il loro più grande pittore. Inauguratasi alla vigilia del ,eyertice•, la mostra Poussin a\·eva. dunque, più di un \"alore sEtnbolico. E se U c;&un..'"U:h non è riuscito e la speranza, che aveva a\lvicinato in ogni pa:-te àe:la Terra gli uomini di buana \"Olontà. si è goffamente infranta come una bolla di sapone, questa espooiz.i:one di Po-.issin resta quasi un esempio concreto di come sfa più tacile rag– giungere accoro.i mondiali nel campo del.lo spirito e della cultura che non in quei.!o. assai meno puro. de.Ha politica. Poussin ha ...-:nto fina}mente !a d:.!!ide..--izadei suoi compatriotti? A leggere gH a, ·cou entusiastici dei crit:ci parrebbe di si; s!aremo ora a vedere, nei mesi f-uturi. l'affo!!amento del pubb::co neile 63:l:e del "L< >m-re.le reazioni àegli artisti, le blagues dei saloili e dei caffè. Certo mai, come oggi, la pittura è stata lontana da!l'o:rdine, dalla suprema razionalità, dalla vo)uttuosa <dilet.tazione> di Poussin, dal suo perfetto equilibr:o tra passione ed espressione. neppu..-e una tranquilla ospitaiità. I suoi coJe:zionisti principiali restarono difatti dei francesi: grossi bor– ghesi - banchieri. commercia.'lti - e pio::oli nobili mentre per le mutevoli situazioni politiche, spesso a1,.·verse ai francesi, il pittore ebbe p:ù noie tanto ohe andava semJ)Te vestito all'italiana per evitare le risse assai L"eQuenti in quegli anni t\U'boleoti. Ma Roma. tra il 1600 e il 1630, era la capitale mondiale delle arti e la pittura <li tutta Europa si dava appu:ita– mento al Babuino e a San Lorenzo in Lucina, pro– prio come ra pittura di tutto il mondo si darà, tre secoli dopo, appuntamento a Montmartre e a Mont• pamasse. Soprattutto a Roma. dove non si ha più il dubbio di essere prO\inciali e do\"e la sib.lazione è fe...,,'ida sebbene \"3.Tia~a e \'ariabiHssima, cia– scuno può dtpingere a suo modo, essere realista o classico o barocco a piacer suo, costruirsi, cioè, una propria <"COmmedia;. ln assoluta sicurezza. <r.E~ UDa grande gioia - scrive nel 164.9 Poussin - vn.·ere in un secolo nel qua;.e si svolgono dei così grandi avve– nimenti e rutta\·ia mettersi al coperto in qua!che piccolo ango!o per ossen•are la commedia a prop:io modo•. Una commedia la sua. non ancora cumana,. u..-ia commedia idea!e da erudito, nel!a quale la cro– naca del tempo è esclusa e, al !llaSS:mo si trasfornJa in allegoria storica e gli uomini e !e donne di tutti i giorni Co morbidi volti e p!gri corpi delle popolane ro..-nane idealizzate nei nobili profili, nel!e levigate membra delle sue \-eneri de!:.e sue ninfe!) dtventano gli eroici personaggi e le innumere\·o!i rompa.se de:Je sue im;,eccabill regie p:ttoriche. Pittore indubbiamente difficile per noi. a \·olte fin faticoso (Poussin, dice Bazin, lo si de\"e imparare co– me i1 gre,..--o), ma dilettevole per i suoi ·contemporanei in contatto con il mondo fa\·oloso dell'umanesimo. in famiHarità con !e nùtolog:e. facile per quegli uomini del Seicento, che ave\-anO anclie preferito quale Uvre de. chevet le Metamorfosi cli Ovidio e che e.si consola– \-ano con le Favole àalle angos,c!e causate dalla incei– tezza della Grazia•. Il significato simbo:ico àel?e opere di Pouss'.n è stato studiato e sono stati approfond:ti gli' inte:-essi C'Jlturali del pittore. le sue \-aste letture da Ar'..stot.ile. da Plutarco, da ,-i.rgilio, da Tito Lh1o, da Ovidio. dalla Bibbia, si è così vis1o che Poussin non si limi– ta\-a ad :.!lustrare quei rrot:. quegli episodi sacn e storie.i, ma 1i modifica\-a_ ne contamina\"a la trama, ne accentuava i simboli. Kon consigliamo, quindi. di seguire la via del contenuto, delle allegorie, dei signi– f:c3ti filosofici per meglio avvicinarsi al p}ttore. Del resto le cose migliori Poussin le crea propria quando aflenta il freno del corr'.rollo e !ascia più libero tmpe– to al1a passione. allora all'incomparabile regista, al .grande favoleggiatore. subentra il poeta Né dimen– t!chiamo che questo cRac:ne deHa pittura> sc:i\·e ~ mano òel 1665, nella sua celebre lettera a M. de Chambray che è un po' il suo testamento spirituale, di considerare rispirazio::1e come cil T"amoscello d'oro di Virgilio che non si può né trovare né cogUer-e se non arrioo per fatalità.». Poussi.Tt è un pittore est.."'e.'Da.-nenteunitar:o, s:i può quasi dire che egli non abb!a periodi, ma. pruttosto. delle continue fasi di perfeziona.>nento, S.a pure :n– terroHe àa imp!'0\-..1se cadute, dovute, pa."C, al :-:SO:-– gere del <mal france:5e> contratto intorno al 1629 e dle lo por'd> in vecchiaia. dO?O llld.ti rnalànni al!a semH>ara:isi. Fu questa infermità che gli impedi d: d.h-entare un abile decoratore e d!ede alfa sua mano una incertezza d1e nel disegno, lo spinge a quella sintesi plasHca, a quella concentrazi.one espressh--a che sarà poi, un po' il \"angelo del Cézanne d a maturità. Nessuna opera r'.mane di Poussin prima del suo ~- ·,t ... ,, 2 .. _.1~{1-,.,. ~_ .;: __ "' (4 • ...,..., _..,. , 1'1..lr --- ...... ,.,. ..... te ... r:..••:--_: 7.., -;:--_i~ ,l~.:,G,.A Poussin: Foglio di studio P,,luseo Condé, CbantiU:r) arrivo in ItaEa. Qui al LouYre, nel!e centoYenti te~e tutte dipin!e a Roma, tro\"iamo, via v:a, un profondo .interes:.--e per i veneziani (Twano. Veronese., Gio:rgione. ~lini) e per Ra!faello, Annibale Caracci, Domeni– chino e persino per Pietro da Cortona, mentre negli ultimi annl è più intenso l'amore per il paesa,ggio naturalistico, èel resto a?lora in gran voga. basti pensare al Lorenese e a quel Jean Dughet che visse a lungo nella casa di Pouss:in de! quale era il cognato. E' in questi paesa.,oogi cbe fanno da sfondo a delicate scene mitolog::cbe, che Poussin conquista uno spazio ideale in O.li a:!be.'"i, fontane, nubi, edifici, uom.:.ni, vivono in un eguale ra.m>orlo a.mos!er..co. Pou:ssin res:a, dun.que, il più c!ass:.co dei .francesi. anzi, dato il suo supernaz.ionalSrlo, il più granàe dei olas:s:ci, ma i:l }ui li temiine mant:ene un :apporto concreto con la natura anche se idealizzata, se con· trollata da una concezione quasi stoica delle bellezze e della forma. Far.se per questo suo b:s<>gno d? non credere, di non L"Tig:dirsi aUe tira::mie àella forma, dopo averla tanto ce..•,::afa, il Poussin r',mase a Roma per tutta la \·?:a, do\·e poté ,;\-ere in una perfetta ide.-itità fra fa\•ola e realtà, proprio come se tra– sc()!t"'eSSe i suol g:omi nella limp:èa e voluttuosa •camera ottica> dei propri quadri. LORE.:.'2..\TR CCHl Cineasti ad Assisi Indetto dalla Pro-Ci.vitate Christiana . .1:i è tenu10 nelU: Cittadella di As.sl-Si, domeni– ca Z9 mapgio. un conregno di cineasti_ \"i honno par'..eetpc– to un setkintina di pf'rsone fra produttori, distributori. sopger:isri. Tegisti. cuori, c:-i– hci. Tema del co:u;egno ero lo possibi:i1d di oroan~c:-e un fe.1:tit:oldi )'ilm.s cristicni. Che eo&a s'intende per ;'Hm cri.n.umo? Le ducu.ssio!'le è 1m– ~..a:a da don G1accnni Ros– si, preriden.te eù!:UaPro-Cir:– ta.te Christia:io.. e pre.siedu:a dall'on. Domenico .',fog,ri, sot- 10.1:egrerario al .\finis'..ero per il Tu:-ismo e lo Spettacolo. Ci si accordò, g,rosso modo. nel ritenere per ~m cristiani sia queUi eh.e trottano un sog– getto c:-i.sticno, quale può e.1- .1:ere la &ita di Cri.sto o di un .1:anto. sia quelli che trcp– pono moril'i ispira10:-i dc principi ed esigen.::e cri.stfone. nella "lvlaria Brasca,, * diGIOVA~~ICALE~DOLl La rappresentazione e la pubblicazione de Lo Maria Brasc.a di Gio\·an– ni Test or i (Feltrinelli editore. )filano, 1960. lire mille) ripropone. dal par– ticolare punlo di \'lSta èel teatro, il problema oggi \;\issimo dei rapporti fn la lingua e 11 <li3letto. Ci si chiede anzitutto quale sia il senso di qu"• sto riaffiorare di forme dialettali ed in quale di– rezione esso possa essere più compiu:.'.iffieni.e defin!· to dalla critica. Bisogna preliminarmen– te rile\·are che l'insorgere della forma dialeti.ale si accompagna sempre alla scoperta di un detennin3- to contenu!o umano socia• le psicologico. che a quel– la forma è s-trurturalmen– te e stori:ameme lega~o. Xe Lo .Maria Br!lS("Q, co– me nei romanzi di Pier Paolo Pasolini del resto. ù fenomeno appare imme-– diatamente e\"ldente. La coloritura milanese della lingua è determinata dal– la realtà stessa che lo scrittore rappresenta: il piccolo mondo operaio del– la periferia lombarda. For– ma e contenuto si p~n• tano strettamente uniti. Cioè il àhletto non si af– ferma come strumento or– ganico e autosu(fidente di comunicazione totale. ma come \·alore espressi\"O re– lath·o ad un particolare contenuto. ed infatti non è più che una coloritura della lingua. anche se una coloritura specialmente a:– cesa ed intensa. La Maria Brasca è una commedia scritta, nono– sta.'lte tutto. in lingua ita– liana. perché italiana e l'architettura si.ntattica e lessicale ed. aulica. e cul– ta >. è la sua ispirazione. il dialetto non tj è suòito per un impulso sponeta– neo, ma vi è assunto àal– l"all() in funzione di una prospettl\·a di introspezio– ne psicologica. La colori– tura dialettale non e u.-ia sopran-i\·e:iza popolare ed arcaica, ma una raffina– tezza \·oluta e studiata con una consape\·olez:za p~i– sa. Xon dh·erso era stato l'impiego che del di.aletto romanesco a\-e\·a fatto Diego Fabbri ne La bu- giarda. Opere come La .\laria. Brasca alfora non denun– ciano una rinnovata n:.a• Jità del dbletto in quanto tale. ma al contrario il mo– mento di J:efinlU\"a scom– posizione del dialetto nel– l'interno del più. comples– so e più atti,·o organismo linguistico. il quale. dopo essere rimasto chiuso per un ceno periodo in for– me c.he tende\"ano alla cri– s allizzazione. si apre dut– tilmente agli apporti dia– lei.tari. an~::ièo la forza di assimilarli. Il dialetto è onnai nella sua fase e ere– ditaria •. E come non ossen·are a questo proposito che il dialetto e impiegato non come uno st~ento spon– taneamea.te operante. ma come uno strumento ac– quisito da scnttori che per le loro origini regionali gli sono estranei? li ro– manesco è impiegato da Carlo Emilio Gadda lo~– bardo, da Pier Paolo Pa• solini friulano da Diego Fabbri romagnolv. Xel campo teatrale lo stesso fenomeno ha a\'Uto un·attra manifestaz.tone as– sai importante che è ge– neralmente sfuggita. ma che merita di essere indi– ca:a. Le compagnie dialet– tali siciliane. \·enete. ge– no\·esi. che in questi ul– timi decenni hanno reci– tato in tutta Italia, hanno sempre obbedito ad un p:incipio: hanno progre.s– sioamente e annacquato• it loro dialetto italianiz– zandolo a mano che ri al– lontanavano dalla loro re• gione di origine. E. facile dire che il principio è un puro e semplice espedien– te dettato d.a ragioni pra– tiche. L"espediente denun– cia una situazione ed. i1 suo senso: il dialetto ten– de alla lingua. ha perduto la sua autonomia. non si c.indi\·iàua>, ma si sfalda. E la lingua. a sua \·olla. lo assimila rindgor.andosi. S!imato ma non amato, dopo la :.i.mga professione di libertà che ha seguito l'inOWone accademica dei cpussinisti>, Poussin viene ora riproposto come un indiritto richiamo all'ordine, come un ideale ritorno - e forse c'è in ciò un rifiorire di nazionalismo - al cgran g-..isto• francese, aU;t sua tudda, cartesiana concezione estetica. Soprattutto da p:ù part; si tende a dimostrare che Poussin è il pad..-e <li tutta !a pit– tura francese e che. quindi, rinnegarlo sarebbe parti– coJarmen~ pericolosa perché proprio da lui, più che qualsiasi altro. de.--ivano non so!o Da\"id e Ingres, ma DelacroLx, Corot. Courbe~ ~fanel, Degas. Cézan.-ie. Gauguin e perfino Derain e Matisse. Certo per noi che non dobbiamo nut:-ire ~cuna rironoscenz.a per POUSS'.n, se non quella della sua iosca:tibile d~·ozio– ne ai nostro paese, questa comme.rna:raz:ione paterna– listico. suona un po' vuota. Del resto Poussin è, come lo era il più grande Rubens, e-un italiano•, in tal senso tm nostro giudizio è piuttosto rivolto a cercare gli avi di questo padre che non a riscoprire i suoi figli le_gittimi e illeg:tti.~i: per noi Pouss:n chiude più che aprire un epoca. C!ò non toglie che in questa mo:.--tra, ne!la quaJe per la prirna voaa è possjbile vedere in tutta ?a s-Ja ampiezza l'arco elegante e luminoso dell'arte pussiniana, venga!lo fuori de:Ue qualità nuove, del nuovi meriti che la pitt"...rra di Poussin non se:npre a prima \ista rivela H colore. ad esempio, dopo gli accurati restauri di molte tele. appare assai più chiaro e sensibile, e lo spiri:o ~assfco del pittore. per quanto sempre pronto alla stilizza– zione e alla iòeaJizzazlone fo:rma:e della bellezza, ad una continua composizione scenografica. o.ppare ca· pace specialmente nelle opere della senilità. di com– mozioni. di abbandoni, in una pa.--o1a. di cedere alla ispirazione. lno1tre questa mosb-a è serv:ta, grazie al monumentale ca!alogo cbe si avvale di una minuziosa biografia curata dallo Sterung. a farci entta..re ne.P.a difficile intimità del solitario pi:tore del Babu:oo. UNA NUOVA RUBRICA JD][ DA~IELE D~A~ZA Questi fenomeni ed al– tri consimili de-obono es– sere esaminati alla luce di una realtà rulric.a più \·a– sta. che è quella della for– mazione di una società ita– liana unnaria. Il processo unitario ha \"arie compo– nenti politiche ec::,nomiche culturali sociali ed. in lta– Ua. con la formaz1one del– lo Stato unitario. ha anno una sanzione giuridica in anticipo sullo S\iluppo del• le \·arie componentL La componente linguistica e ora non lontana dalla sua sua fase oonclush·a. anche perché nel suo interno agiscono alcune forze mol– to potenti e dotate di una capacità di pressione con– tinua. t.~na è costituita dalla radio e dalla tele-– \;sione. che in tutta Italia impongono quotidianamen– te un linguaggio unico ed incolore. smorzando e pa– rificando !e d"·erse colo– riture dialettali attra\·er– so un"opera di lenta ma implacabile erosione, "Il fu Mattia Pascal" s1,il piccolo sche,~n10 Una \•ita, quella di POlBiin. in un secolo di grandi person~ di forti passioni, di intensi contrast:, piut– tosto quaIDllque, se non proprio st)iadita: non la vita travolgente e fuori regola àel nostro Cara\"aggiO, né quella amara e sofferta di Rembrandt. né quella scintillante e gJ.oriO&adi Rubens, né quella pa~etica e privatissima di Vermeer. Una es:Stenza, in un certo senso, borghese ma:igrado ia comunione quotidiana con i miti. p:ena, sì, di nobili : de.al: ma, anche, non prh-a di risvolti segreti e passionali, che andrebbero ancor meglio app..-o(ond iti . Pouss:n nacq-.ie, nel giUc,"'DO del 159-t, a Les Anò.elys in Normandia, da una famiglia di: notabili andati m miseria. A diciotto anni, incoragg:ato all'arte da al– cuni pitto:! minori (Quentin Varin e Noel Jouve.ne:). parfa per Par:gi do\·e più che allo studio dE:l mao:e– .rismo della seconda scuola di Fontaineb1eau s'interes– -sa o.i maestri italiani (Raffae!lo, GiuHo Romano) ed alle sculture romane che ammira nei.la coUezione reale. Come si \"eàe ne.lla Parigi semi-rurale e ancora proYinciale del tempo, Pouss.in sogna\'"3 già Roma. ben comprendendo che l'affrettato passaggio dalla estetica gotica a queHa dei manierismo a\·ev-a impe• dito ai francesi una vera conoscenza del Rinasci– mento. Cosi, invece di unirsi come moiti giovani. al gruppo franco-fiammingo che nel quartiere di Saint Gerrnain de Prés a\·eva i1 suo quart:er generalt. PouS'Sin tenta di raggiungere Roma. Tuaavia, non si &a per quali incidenti e ?m_-:>edl.menti, un primo ten– tativo Io porta solo a Firenze ed un secondo viaggio pare si debba add:rith1ra arre:.--tare a Llone. )la ecco che., finalmente, nel 162-l il CavaHer :Marino che 3\"e\"a incontrato a Parigi, lo annuncia al Cardinale Bar– -~ n:poie dei Papa, con tennini enrusiastici: •Vedrete un g?O'\•-aneche ha una furia di d:avo!o•. Nicofa Poussin ba tren!.'anni quando giunge a Roma àopo una fruttuosa sosta di qualche mese a Venez:a. E a Roma v;vrà. tranne un soggiorno tra il 16-10 e_ i1 16~ a Parigì, dO\-e è chiamato per decorare la Gran?~. Galleria del Louvre, fino al!a morte, avvenuta !i'19 novembre del 1665. Questo amore di Poussin per l'Italia è per noi particolarmente commovente tanto più che a Ro."l'la il pittore non tro\lò né vera gloria, né riC'Cbez:za e Il problema di av1.-ici1:are opere di alto lfrello estetico e spirituale ad un pubblico ecce:.ionalmente numeroso e ,'f2rio nella sua composizione è uno dei più scabrosi che lo spellacolo televisfro debba risoh•ere in Italia. lA diffiooltd delle soluzioni dipende anche dal fallo che nel passaggio dall'Ouocemo al Novecento è tramontata irrimediabilmente una conce– zione e una tecnica della e ,,c,lgari~orte • seu.:.a che ne sia ancora sorto un'altra come quella unfrersalmente acceuata. Ogni e ,·otgari~:.ione • ~ r.ecessa.riamente una sempli.– fica:ione ed importa perciò ur.a serie di elimina;;ioni e di compromessi nei riguardi del– l'o~ra originale; ma è ap– p;mto la natura di queste eliminationi e di questi com– promessi dte cosrituisce la qu.alitd della e \.'Olgari;;:.a– :.ione •. La natura delle elimi11a::.io– rti e dei compromessi adot– tati, la loro risporrdai:a a cuti orio11amo11i del gusto contempora11eo, rende accet– tabile assai più di altri tellla– m-i del genere la e ,'Olgan.:.– ,:a.:ione • che d regista Da– n:ele D'An.:.aha compmto con • Il 110\·elliere•• aflrontancio nelh due prime puntate del– la nuova n1brica tele\"isfra due temi di difficoltà cre– scente, Safrotore Di Giacomo e Luigi Pirandello. hzfalli, se il mm,do del poeta napoletano presenta zu:a naturale possibilitd di so– lu;;ione spettacolare attraver– so tutti gli elemenli piuore– schi clze gli sono propri, ben più ardua era l'imJ?resa di ri– durre ai termini cii wio spe.,– tacolo grad~-ole e cullural– mo1te non offensivo il mondo morale dello scrittore sicilia– no quale appare a11ra\.·erso Il ru Mattia Pascal. E questa era ropera prescelta .\{oJ1i sono stati i compro– messi adottati dal re.~to. clze le cro'IUlC.Jtetele:\'isive pubblicate dalla stampa quo– tidiana ha11no g:..à sparsame:r.– te segnalati. Alla riduzione del Fu Mattia Pascal è stata premessa una rapida antolo– gia dei film italiani e stra– nieri tratti da ope.u piran– delliane. Sono stari inseriti con larghe:;;:,a e 1wn:eri • \'eri e propri di varietà, d1e non trc»·ar.o ,ma autentica Z,.usri– fica.done rtello spi.rito del ro- num.z.o.Nella prima parte so– pratutto il rt:cot:mto è stato condollo con un accen11tato ritmo di e suspense :o come mt film giallo alla Hitchcock. Ma la favola del ronum::.o - ed e ur.a fm,c,la esemplare per la fantasia pir011dellia11a - è stata resa rou solida ei'i– do1:.a nella su.a architellura for.domemale, pe.r merito di ur.a aalla e sotsibile. ridu– zione di Diego Fabbri.. li regi.sta Daniele D'An:a 1-.acompreso intelligentemen– te che di tale architettura. NOTJC.ZJCA.RJCO Di un'OJ>,era. che o. Romo gid era stata rappre– sentata. nello. sco1'3a stagira.e, Compagn: d: viaggio di Giovanni Guaita, Enzo Ferrieri nel suo Teatro del ConDegno ha offerto una nuova edizione sorpren– de-me perché particolarmente a.ccurota ed impron– tata ad un senso d.i acuta intelligen=a non scevra di intona__,.ioni ironiche. Interpreti deUo spettacolo sono sa:e Germana Paolieri e . }fari.sa Fabbri. Germana Paolieri c~ s1Huisce un esempio amm.iret.-ole di peneveron.::a; il tempo non passa tnutilmente per lei eh.e si sforza di approfondire e di affinare sempre più i suoi mez– zi espres-sit;i con. u:no ricerca costanu e appaS!io– nata della quale le deve e.,:ser-e dato merito. Mo• risa Pabbri è una giot.'<ffle attrice di notevolissime possibilità: è p~..sa e scattante nella sua recita– zione, tende sempre al gesto e aU'i.ntonazione es– sen=iale. * Elena zaresch.i, nella interpretazione di Andro-– maca di RaciJLe alla te!er,-isione, si è riconfermata attrice tragica. di ampio e sicuro respi.to e sopra– tmto a:trice intelligente e coraggiosa.. La poesia di Racine consente certamente al personaggio di Andromaca. di vi-ve-re ,otto tutti i cieli ed a tuue le temperature, Ma ciononostante, quando esplodono i primi calori estivi, quasto per– sonaggio non. e il più propi-"U> a su.scit.are u.na fa– vorevole disposi..."ion~ negli spettatori televisivi ita- doveva lasciare intatta la on'– ginaria suietd e roòuste.:.::.a ed ha ouenuio lo scopo sce– gliendo gli imerpreti in modo d:e aderissero olla sostmt:a piri. pura dei personaggi ed impo11e1tdo loro una recita– :;.ione intensa ma e.sse,1:.iale. U,:a gradt\-ole sorpresa, specialmente nella prima par– te della trasmissione, è stata qi,ella offerta da Serge Reg– giai1i che 1:el personaggio di Mattia Pascal recita,·a per I.a prima ,'Olta in italiano. lA sua di::;ior..e è stata ccmtenu- tissima. quasi timida in al– ami mon:a1ti (ma anclze in questo eccesso si ada1ta,-a ol– la natura del personaggio}, ed ho. assunto un singolare riliei-o perché è stata sanpre accompagnata da un giuoco espressù'O ,-igile e mobilissi– mo, rica:, di sfumature d1e er0110perfettamoite adeguate alla dimensione del piccolo schermo e perciò ogei'Olmer.· te leggibili. Accamo al Reg– giaJti Paola Borboni è stata una suocera, che 1.011 ha pw1tato (come pur sarebm TEA.TRA.LE liani., abituati alle facezie d1 celebri e presentatori ~. La livornese Diena Zareschi ha afjrontato la impresa con lo spirito polemico dei • maledetti i:osco– ni ;._ E con tale spirito, cosi raro negli attori italia– n-i che cercano quasi sempre nel personaggio una .1:tampella e un viatico, noi i:orremmo più $J>€SS'O vederla anche- sulle scene. * L'esuzte teotrole, se si eccettuano gli speuacoH aU'aperto che sono generalmente severissimi e col· ti.ssimi per antico uso italio:10, e generalmente cgial– la•, ci0'e dedicata al dramma poliziesco. E' una deUe curiose contraddi:ion.i del teatro: men.tre nelle locaWà climatiche i villeggianti si tra– stulla.no con Eschilo, con Sofocle, con Shakespeare e con Alfieri, i lavoratori rimo.sti in città si ango– sciano con i problemi polizieschi. Così e a Roma, anche quest'anno: i teatri l'uno dopo l'citro si sono tutti chiusi. Rimangono aperti il Ridotto dell'Eliseo e il Teatro delle Muse dove si roppresentano drammi gialli. Milano invece ha spettato la tradizione: la pri– ma compagnia estiva, che ha. 01"0 iniziato le recite avendo come registra Lucio ChiavarelU, presenterà un repertorio romantico. Nel primo spettacolo è sta– ta allestita una nuova rtduzione de La voce nella tempesta di Em.ily 81'onte dot.--uta a Da"io Piperno_ PTotagonisti ne sono Edmonda .4.ld.ini e Giuseppe Caldani. G. C. stato assai facùe} sulle pos– sibilitd di colore offerte dal singolare e carattere •, ma sulla natura drammatica e angosciosa del pers-0r.aggio. E in/ine _ Bice Valori hJJ Sl<– puto trarre dal personaggio della pianista medium alame 1:ote assurde parlicolarmnue gustose e sig11ificati1."e(de· mmciando quanto nel Fu Mattia Pascal. e/le è stato composto circa me.::.::..o secolo addietro, già ci sia dello spa– rito di lonesco, ad esempio). Gli oltri i11terpreti principali erano Luigi l'ai:nuccJU e .\la– ria Grazia Spina. /rt conclu.sim:e gli elen:er:ti nece.ssariamer11e ,e del"ianu • della trasmissione so1:o stati compensati con altretlami elementi che te1:dt\·ai,o inve– ce a mettere a fuOCQ il st– gnifica.to più pro /or.do della o;,era illustrata ed è stato mantenuto un equilibrio che, pur tra le elimina:iom ed i compromessi, ha consat1i10 di arrivare alla ,-erità del mondo pirandelliano. Quindi il risultato è apparso nella– mente positi\'O. Ed esso dimos1ra ci.e a11cJze le grandi opere. ~che le opere r1on (t1C1"li e problema- 1id1e, possono di'"·o,ire ma– teria di spe.rtacolo se è adot– lata la d,im·e esatta e se la e \"Olgari.UJl.:ione • è compiu– ta nel pioio e sincero risper– to del testo originale, Con la radio e la tele– ,·isione si e ancora in un campo 3SS3i \"icino e per alcune zone non dì\"erso da quello del teatro. \"o• gliamo dire (anzi ripe e– re) che l"inOuenza delle dh-erse forme di spettaco– lo ne) pro...---essodi forma– zione e di S\--iluppo della lingua italiana è stata no– te\·ole. sebbene sia gene– ralmente sotto\·alutata. E basti ricordare che le compagnie teatrali. attra– \"erso le maschere di di– \"ersa pro\·enienza regio– nale. sono state forse i pn– mi organismi nei quali i dialetti si sono incontrati per distinguersi. ma anche per confondersi e per fon– dersi. Con opere come La .Ma– ria Bro.sca u:ia realtà che era prima esilbta e cieca entra nelli vita della rair presentazio!le teatrale e porta con sé quegli ele– menti espresshi che nel~ rorganìsmo linguistico an– cora non si erano forma– ti per rappresentarla. GIOVAXXI CALENDOLI Lo spettacolo televisfro. in w, pa.ese. come rltalia do,·e w1 pubblico numeroso pre– senta purtroppo dislivelli cul– turali assai rilt:\·anti, non può essere elle alla fase, speri– mentale. LA rica-ca di ur.LJ e medietà ~ i.ntelle.ttuale è molto spesso 1111 1.-iaggio di scoperta in un terreno mina– to. e Il Nc»•elliere • è un espe- !========== rimento che merila di essere Ult:.GO tAliBlU seguito con ù più \-i1.'0 inie- Otrettore ~pensabile ,ess~ 1-~-,.-~-~~-~-~-w-e-~-u-~ G. C. Roma • Via rv 'ov-mbre 149 $5d(-eJv CAMPARI (~ CA;MPARI ~ CAMPARI ~

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