la Fiera Letteraria - XV - n. 23 - 5 giugno 1960

Domenica 5 pugno 1960 RA EG.YA Dl TOR/A A CURA DI GIORGIO DI GlOV A.Y,\'J * L'ultimo dei Leopoldini Umanità esuperumanità diCampan * .l\cU"opcra di l"C\isione, che 51 • \"a _compiendo del nostro Risoraimento, non più riguar– da!o SCCQndo schemi agi~– fio e mitologici, ma nella sua rcalù concreta. J' occhio è tornato a spostan.i di nuo,-o s~_Ja ~nda proibita dell'an– t.m~rg1mcnto per scoprir di ISABELLA Tl!.DESCO ~~~ ~~h-~~inl~i~~ do ~1_ at~uò, nella dialettica di poswom contrastanti il no– stro moto unitario. É" chia– ro che a questo scopo con– COfT'?DO3 far luce i pensieri e_ gh ~tteggiarnenti dei e tta– ~o~an • nelle Yarie regioni ll_al~an_c,. come .sentimento te– ~ttnrush_co, come testimo– nt3.llZa di remore consen-.uri– ci in ordine alla causa nazio– nale. ché in Italia - metterà conto ricordare - il gia.nsenismo si mosse di preferenza su un piano re,-isionistico della co– stitttzionc della Chiesa e mai pensò di influenza re demo cr.i.• tic:unente la ,;1:1 socia.le delle nazioni. L' ideaJe arnministrath-o di :'i~ 1 in C:a~t~f~tj ìllui:ninati d'Europa, e a.I qua– le il BaJdasseroni c.ostantc– !"ente si ispirò, fece sl che m Toscana, dopo il •.;s non si cadesse in una bruta~ rea– zione. Anzi, fra tutti gli Stati del.la penisola. il Granducato fu d i una tolleranza ch;lis– sima: Leopoldo II. come mi– sura estrema. in seguito alle turbolenze della piazza li\1Jr– nese. si limitò soltanto a far processare tl Gucrraz:zi che. condannato a ,-ari anni di de– tenzione, ben presto si ,;etc tramutare la pena in esilio. I! che mo! dire che le espc– nenze rifonnatrici di Leo– poldo I non erano stalc inu– tili quanto a un più moder– no e tollerante spirito pub– blico. E. a tal proposito, non si dimentichi che. in Tosca– na. m:inca.,-a l'elemento pri– mo della coazione, dal! l'esercito, che altro\'e, soprat– tutto ne.I Ka.poletano, SOSl1- tuendosj alla poli.z::ia,tenne il :-~~~ un costante stato Cosicché in,"tte di la.sciar– si prendere_ da.I panico, il Baldas.seroru. fedele ai suoi princlpi che com-enis.se ..ac– coglie.re un ben inteso pro– gress o, con le 00\;tà neoes.sa– riamaue conseguenti• senza per ciò • andar dietro a tutte le inno"a.zioni forestiere ol– tre il bisogno e fuori d 'op– portunità • e che fosse stol– to, a.ltresl, abbandonarsi a.i e rigori e ai sospetti di una. J>:Olizia \'CSS.3.torfa •• prefen nprcnderc una pill fatth-a azione amministrativa, sem– pre ne.I .solco de.Ila &rande ~~~nein ~= 1 'ifÌiald~~ seroni manifestasse larghi propositi. rutta,ia non a,·– \'Crtl che l'elemento nuo,--o della nazionalità la rendeva anacronistiC3. Tant'è \'Cl"O che una sua proposta di lqa d~li Stati italiani, ideata ne.I tSSI. e che la stori~a considera il ~iJe:Wf.J~al~t~~1fa°~~~~= razione, denunzia implicita– mente un bisogno cli compro– messo, di cui il Ba.ldasseroni non ebbe coscienza. Questi, infalli, riprendendo la po1iti- C3 liberistica dei Neri. dei Scrristori, dei Gianni, dei Ta– ,-anti, per la libertà dei com– merci e de.i traffici, non a,·– vcnl che il liberismo, già al tempo dd primo Leopoldo, er.i l'anticamera del liberali– smo. E certo all'onesto mi– nistro. allorché la federazio– Rassegna del Cinema Latino-Americano ne degli Stati italiani. con la A Santa .\fa,gherira Ligu– conseg uenza di una sorta. di rr, dal i al 15 giugno 1960, me.rc: :110comune, do,·é sfug- s-i un-à Ja prima • Rauegnc i~ ~~ q°r:!'u.l=ic!~ f~; :::io :.inema Lorina Ameri- una disposizione della stessa c:1 1 tà d,~1'a11~nifi~ii m~:!~ h~n:~,~:i~~~~ principi oonscl"'\'3tori italiani te aderito alla manif«ta..9Ìo- di premunirsi, sul piano in- ~~: c~,~~e~~b'!;. 8 (;!i;/:~ temazionale, contro l'Austria mala, Musico, Uruguay, ve- non potC\"3 non essere un se- ne:uda. gno ddla ormai diffusa con· Pu qu.anio riguarda la Ì~o:e ~l~tro= 1/~ Giuria lntema.zionale e.m: ~ della penisola postula,·ano, in composta da: Roberto Ros- ltalia, un orpnismo più am- ~c!!.~7~e. 'P(;~ rid ;~'eJ~c~'t:::. ~c:n:r::,~r>;tW. ~:~~ Carlos Cuenca., John GiUet, equi,-oc:o del Baldasseroni: la ~~. ~~::::&au:;~ffa~~~ar sua politica estera tendendo Per la Re1ros?(":ifra, dtdi– a con~lan:. in un sistema di ceta q•ut'onno alla Cine– equilibrio politico, la. SO\'Ta- matoarafia Argenhna, cono nilà degli Stati continua,-a a ,rati .scelti i seauenti film: muo,'Crsi a rnoto, e mclanco- • La fuaa. 1937 di Lui.s Sa– nicamente, nel quadro delle .slac,kj, • Pn.sonie-ros- de la leggi della ,. railon di Stato• 1ien-a • 1939 di Mario So_ffi– dd secolo prece.dente. ci, • La vuer-ra pcuch.o • 194.? GIORGIO DI GIOVA:~ , diLucctsde.,!are, tre g:i a!tri. e Oh a,'Crc un cielo nuo,-o, il tempo e lo spazio non csi– un cielo puro / Dal sangue stono, do ,·e sc:.orrc un'aura d'angioli ambigui / senza le immorta.le e arcana. zuccberine lacrime di ~la.ria La l) 0CSia di Campana na– / Un cielo metallico ardenle sce da un'an1:oscfa csisten· di ,-er1iginc / Senza i mi.l-- zia.le deri,-ata da un'esaspe– smi putridi dei poeti e delle rata coscienza dell'antinomia fanciulle / Che accolga il realtà - illusione. Antinomia respiro ,-erai,ne ,;oleato e soffert.a inizialmente in pre– sublimc della prateria / 00\-e \"3.lcnza nell'ambito dell'amo– il tramonto bruci in fiamma re e in seguito allargau ad fi~ofc ":u~ 1 ;:,~0~~~~ ~13 :5~~t:~.ricta~= infinita, intana; un cielo do- gon.at.a ad una • mascherar.a ,-e I Frati e po eti n on ab- grottesca melodrammatica•· bia.no fatto / La ta.na come i Di fro nte a lla constatazione ,-ermi •·- (Canti o rfici) . del ,. ma.le di ,;,-ere•• si E' un mondo capace di determina n el poeta un al· scrollarsi dalle spalle l'inuti- lontana.mento da esso, con le peso di tradizionalismi conseguente rifugiarsi in un scntimenuli e ambi&ui quel- mondo irreale creato dalla lo a cui Dino Campan.3 tende. fantasi3. Incomincia cosl il Un mondo fresco, giovane e ,;aWQ poetico di Campana, for1e . rinno,--ato dal trascor- per:squito in una direzione re.re ,;tale e purificatore. del astratta e arurchicamcnte e res piro ,-ergine ,;oleato e - indi,;du:ùista... Egli ~ iniziai– sublime della prateria •· mente tutto teso nella ,-o- li poeta lo ricercò procc- lontà di identificarsi con dendo in un pl"05tressh'O al- e: l'infinita maestà della na– lontanamento dalla rc3lù e tura ..; ed è pen--aso da u na chiudendosi infine nel solip- folgorazione d'infinito e.be gli sismo, perché la sua forza fa sentire • l'uomo nuo ,o fant3$tica lo tra,·olse ,-olgen- nascere•· Ma questa fusione dolo alle sfere del sublime: dell'umano col supenunano la sua umanità fu assorbita esiste in quanto ele-.-ars:idelle dalla sua superumanit:à nell:i f-acoll3 psichicbc ad un3 creazione di un SQiDO dove acmé delirante e di br'C\-e dunta; l'uomo, dopo a,-er percepito un attimo di eb– brezza, ritorna nella sua rca.Jt.à limitat.a e si sente cir– condato dai e profondi fru– scii del silcnrio •; e proiet– tando il suo io nelle rocce della \'crna lanciar.a contro il ciclo, sente fluire. il suo • sogno cat.astrofico • nei mi– steriosi fianchi della mon tagna. Ma le ..enormi rocce get– tate in cataste da una lem;c ,iolenta ..-e.rso il cielo•. a.t– tin~oo la pace nelle • ,-erdi seh·e, purificate da uno spi– rito di amore infinito•: in quest.a autocontemplazione della natura è riJ1esso il rie– piegamento Intimistico del poeta. Dopo la ,iolenta ten– sion e al ci elo, espressione dell' illimita.to, Ciii sco~ in se ste sso nella direzione. del sogno, il sublime che prima a,-e,.-a ricercato esternamen– te: e la m eta che a,e,,a pa– cific.a.to gli uni dell'ideale che a ,e,,-ano fatto strazio, a cui erano sacre pure supreme commozioni della mia ,ita •· Su questa direzione nniziale angoscia csislenziaJe. deter– minata dall'ansia soffcna. di ~u~,l~te:. 1~n:h-/i~ _Le. AfE:ntorie (18,jJ-1859) di G10,-anru Baldasseroni: Fi– renze, Le ~fo7:1IDcr,1959,stan– no ad offnro, ~r l'appunto, una _tranche de ,-ie di quel mosaico di statcrcm in cui era ridotta l'Iulfa prima del '«J. E' do,"U'OSOa,"'\-ertire su– bito che Questa fonte memo– ri~listi~. sinora inedita, la– sc1ataa dall'ultimo • Presi– dente del Consiglio,. del Grand_uC3to di Toscana. è "cu– rata, m moc:!o ~plare, da Renato Mon (storico assai compreso delle ,;C'Cnde mo– derne della sua terra: se ne ,'Cd.3. il be.I saggio sulla Lot- ~-~-a~ i;'ti~"tcff!\1~~= ruer, 1958) che. nell'introdu– z.ione che ,; ha apposta cre– di~ abbia suggerito per la pnm_a volta i criteri più ac– O?DO a compreoderc psic:olo– gt~tc la person::ùilà del mmistro leopoldino. Molte sono anche le note a pie' di pagina: non meno importan– ti per i riferimenti a uomini e cose dcli' ambiente regio– nale avanti il 2i aprile 18.59. Insomma, complessivame nte, una pubblicazione che si r.ac– comanda come un contributo sosr..anzfale per lo studio del nostro Risorgimento, ed t! tanto più efficace in quanto, sempre ncUa stessa collana di .. Studi e Documenti di Storia del Risorgimento •. di– retta dal Valcri e dal Sah a– torelli, C subito preceduta da quella del Diario ( /&59- JstlJ} di Marco Tabarrini, il colla– bora1ore di Rica.soli. Due do– cumenti, perci ò. che ci rap– prcseotano le s1es.se ,;cend!!, Il)~ i~ ~ia,·e di o pposte po– swom ideologiche. Scritto1~i in primo ·piano: Foglietti di Betocclii (continua da pag. 1) in se la giudica. E città cai sospiravo di giungere. ma che non tocca,·o che dOpo a,·erla meritata con un ultimo sforzo. e per andare a cen:an.; non al· tro che la locanda nota. e a buon prezzo. con la sua ta,·ola. e il suo letto. Che, poi, le Memorie del Baldasseroni ricoprano un:i importanza non secondaria, =ti ~~l~~i ~-!:~:: che s·aprh·ano alla forza interpretati~a. assai p i ù che descritth-a, d'un esi– stere semplice e da po– ,·er·uomo; insieme singo– lare. e popolare. e patrio. Tre aggetth·i che utili in varia misura, non p0trei mai disgiungere, parlan· do di poesia: perché nes– sun poeta degno di questo nome ne patrebbe rinne– gar uno per tenersi sola– mente agli altri. Sono ya– lori ch e in un poeta riaf– fior.mo sempre. per quanto ,· oglia risalire da essi alle più disperate tendenze del– la intenzione e della ispi· razione -personale. :\la il ricordo è rinato. ed ha ,·alore. perché si lega ad una notizia spirituale più precisa. Lassù. nella inde– terminatezza delle circo– stanze e degli aspetti. e insomma nel loro mistero. lassù il mio nudo pas· saggio senza testimoni mi si scopriva come singo– lare Iacolta di obbedienza e ,--oglia di lavoro: perche io passavo da Poggio al ,·ento proprio come il ,-en– to. insieme necessitato e libero e capriccioso. ,·i passa,·o difatti per neces– sità di lavoro, faticando sulla bicicletta per mig-lia e miglia di strada, e quel paggio mi racconta,·a pro– prio tutto di me. ma di li già si scoprh-a il punto d"arrh·o e d'alloggio. che era Siena. Ed era tuu·uno. per me, ,. i t a. fatica e premio. Xon parlo. mi pare. di una disposizione soltanto mia: ci siamo tro,·ati tutti allo stesso punto in cui. tra !"indecisione circostan– te. ci apparh-a. una deci– sione necessaria come una ,·irtù. Ed era. m'immagin o. un modo d'atJ -ronta.re la ,·ita aderendole co n quella stessa forza con cu:. mon· tato sulla mia bicicletta. stringe,·o giro per giro coi copertoni fruscianti il duro suolo a lente cun-e mon– tanti della strada di Pog– gio al ,-e.nto. E si Yede,·an s ui p oggi lontani fo ricche ,· il.le. lungo rArbia Ja fer- ti italiani, alla ,;gi_lfa del– l'unità , è dato dal fatto che es.se sono sl3te stampa.te sot– to gl i auspici della Società toscana di Storia patria. E la circostanza è da tener nel de– bito COOlo, per poco che si pong.i mente :llla serietà con cui codest.a istituzione. :iccct– tando il re1aggio della e Scuo- la erudita• persegue, in con– comilan.Za con le sue conso– relle delle ::due pani d"lt.a– lia, un ricco programma di rioerca e calalogazjone di fonti storiche. In ,-erità, questa testimo– nianza del Baldasscroni, per l'intelligenza e la panderazio– nc di cui è inaten:?.u. induce a riflettere. Intanto ripropo– ne, ancora una \'Olla, il pro– blema dei rapporti inconcilia– bili tra Riformismo e Risor• g:ime:oto, che ci pare tro,; ncll"azionc del ministro del Granduca una patente esem– plificazione. n Balda.sseroni, infatti, oltre i motivi affett]\; f!~~ 1 cfa'~ 1~i~ ti! A.h si! do,·remo pure tornare. un giorno. ragia· nando dj poesia, a trovare il modo di fare una città sola delle categorie este– tiche. e delle morali. e del– r imprescindibile esistere loro in un fascio stretto di forze e in quel tessuto della storia che si con– suma con le sue fibre che siamo noi: citta destino. come vede,-o Siena da Poggio al vento, aperta con sco.rci di torri tra oscurità di vicoli al cielo che in se la considera. e dt~ · e 10 :e~c 0 ~;i s~~~ mi quell'indistinto fen.·ore verso il destino cui ho dianzj accennato. E giunto al vento del poggio mi si diaccia,·a sulla (ronte il sudore. e imbocca-\·o la discesa tra siepi in quel punto inopinatamente alte e fitte: erano tutte cose di cui non ho mai parlato. :\la che ora fanno tutt·uno con quello che. so. che alla poesia ci passiamo sem• pre in mezzo. quantunque lo scoprirla non sia che a prezzo di grandi fatiche nascoste. e di profonda onestà. \-i passa,·o da fio– rentino ca.rica Ia mente di eleganze affermate d a i maestri della mia città. e contro Je quali era altret– tanto difficile l'accettarle senza subirne l'incanto dis– sipatore. e il combatterle senza un intimo danno: e pesticcia,·o nel mio cuore nuo,·o. nei miei bisogni nuo,.-i. neUe mie nuo,·e con,·ersaz.ioni quotidiane, per riuscire a ca,-ar dal pantano che m'era desti– nato, ancora una ,·olta. la figura di un uomo in cam– mino, e che non dimentica. ele-.-ata alla dignità nobiliare da l'ie1ro Leopoldo), er. por– tato, per istinto ed educazio· ne, a considerare gli esperi– menti amiati da Leopoldo I come il medio che potesse offrire J'aziooe di go,-crno. Di qui un estraneamento dalla realtà storica, dovuto a una duplice incomprensione: che il progresso degli Stati fos– se una ragione privata del so– \TanO, da attuarsi ciol! fuori del concorso popolare; e che rosse possibile ignorare, do- po l'appello murattiano al– l'unità e all'indipendenza. il diritto delle genti. Il fatto è che il Riformismo. dopo la Rh-oluzione, app:irfra esau– torato dall'azione dei princi– pi liberali democratici, susci– tatori del concetto di sona- Innocenza e colpa ~jtàpo~~~aie. deMfcché°ii fallimento delle aspirazioni del Baldasscroni può ancora ~~i ~1J!;1m~-oi': :fi~;~n~u~: ler considera.re il Risorgimen– to c ome filiaz ione diretta del Riformismo. De.I resto gl'ideali riformi– stici, essendo propri di un programma seuecente sco in senso europeo, do,"C\' 3.DO a c– c:cntuare, nel Baldasseroni, ll!l!Jl~ti~~d.;an~~ ~ rra l'altro, i principi della Ri– ,...,luziooe ~ sembra, ano lJ-!l intralcio aJ naturale sn>lgi– mento delle riforme deJ Set– tecento . Ora, che la Rirn!u– zio.ne, con certe sue ast:razlo– ni. a, -cssc creato d~;,ufoni e storture nella positività del mondo italiano non è da ne– gare; ma. d'altro canto, si può ragione-.-olmente J>:CllSa~ che l'halia po1csse umficarsi aJ cli fuori e malgrado quel– le esperienze ? Né per quan– to conce.me la realtà dd bi– so gn i è da s otto\'alutare l'in– fluenza che le credenze reli– giose ebbero sul pensiero po– litico del Balda.sse.roni. E' beo ,-ero. come sottilmente dice il ~.fori, che l'insegna– mento delJ'abate Matteo Sol– dati, allie..-o del giansenista Calle.li, irrobustì nel Baldas– scronj quel rigore moraJe che Io portò, nella pratica di go– ,-cmo. a combattere_ la rilas– satezza e la cornmone am– ministr.lth-e, derl\'anti dall'in– cli.tfercntismo morale delle leggi fisiocratiche; ma è al– trettanto \'ero, pensiamo, che ~s~a ri: ::e~e1 dia aC roni, questa sic:urameo .te con– tribul a poterwarc e co ntrar– n: sempre ~iù le ragioni ri– formistiche dello statista. Per- Ero nel mondo come in campagna e pensai: roli– taria. alta innocenza. abbi– mi: e tu, colpa tenebrosa. soggiad. Sprofondai nel– l'umiliazione. Tutto era di– menticato. Rinunziai a me stesso. Eppure amavo la mia colpa. nel profondo: la culla\·O miseramente. Era,--amo orfani. Usavamo nasconderci in un cantuc~ do idolatrico. Era,·amo corpo e canto. rifugiati nella notte. come l"usi– gnolo. ~a l'innocenza è solo canto: immagine libe– rata da t utie le soggezioni. discorso pie.no e concluso. prima dei fa tti. e di là dai fai-ti: !"innocenza non ha bisogno d"esempi. ma solo di canto. E" un ponte: e l"anno del giubileo. su per Io ponte>: e il pante è l'innocenza che sempre guadagna. Ha guadagnato l'erba d'oggi, che si sporge sul grosso muro che costeg– gia Ja strada. a ciuffi, ed è sparsa di margherite pri– maticce. Xata e im·erdita e fresca. il febbraio l"ar– ruffa: ed ha del seh-a.tico. in un luogo invece cosi eh-ile e consumato dagli uomini. :\la se non solo a guardarla anche lei si fa sola: e più sola e più seh·atica. e nella sua sel– vatichezza più innOC"ente. Le margheritine bianche. ma ancora chiuse in boe· cio. mi fanno confessare che rinnoce.nza e ~•umiltà cadono dal cielo come Dio \'UOle: la via lorda e bat– tuta. s-J.ila quale l'erba si sporge. mi fa dire che non c'è pure.zz.a e nO\·ita se.o• za un c<>n!ronto di sozze e stanche consuetudini. Tra. i ciuffi folti e arruffati e costellati di margherite c·e quel che son io. tutta la mia sorte: febbraio. un mese così tormentato già l'alle,·a. il muro la sor– regge e la costee-gia la da. e l'erba è quel poco che è. e il suo canto \Oria quasi senza che lei lo sap– pia. Yaria ed è uguale in– sieme. per la bre,·e durata della sua dta. E non è neppure la ca– renza di speranza che ci tormenta, ma la fame del– l'innocenza. Spesso ci do– mandiamo: - Potessimo tornare pa..-i! Potessimo sentire quel candido sol– lie,·o del nessun peso sulla coscienza! E sembra che non sia nemmeno più questione di credere: e che tornare al– l'innocenza signiflchj far tabula rasa d'ogni esigen– za. anche di quella di cre– dere. l!a non ... ; si può tornare: e senza innocenza. nello stato di colpa. occor– re sprofondarsi netrumi– liazione: ed umiliarsi e credere nascono a un par– to, Ulmare a zero e pro– cedere. lo stesso. Ed eero questa grande. infinita. profonda, incom• prensibile natura che ci sta da\·anti. e gli uomini. e i loro fatti, ecco la no– stra area C'()otinentale che ci si spalanca. Questo po– ter passare dalla contem– plazione alla libera affer- Pagine d'occasione * cli ALBERTO BEl 1 1LA( Ql/A Cc.rio Bt:occhi non è to.sccno di nascite (è naco, infatti. a Torino ~, 1899). ep– pure cii. un U)5COneStmo luminoso e ser .stan..-iale è nutrita non soltanto la nia penna di poeu,: e prosatore. ma anche lo sua pnsonalatà d.i uomo, d'inrellemzcle iruerito nel ciro dd nostro tempo. Ab– biamo parlato di -,os-ca-nesimo., e iJ ter– mine potrtbbe appari-re cago e aereo: bi.sogna aaoiunaere che esso comprende moire risorse psichiche. morali. insomma di care:tere, che btn giusutiecno la de– finl-""ione formula:e sul piano ese-m-p!ili~ carico. E" 1oscano. an Betocchi. quell'est-ro cosi pronto a inquadrare la sat:uc..-ione unu;.na in une luce di poesie. è toscano quel .suo buon seruo. nel g,udi.:io. che fa diventare fcmHiari le cose. spogiliandole di quelle soura..struuure !pere.si.rten..-iali che uan di modo ogai e riducendole a quella dimensione in eui i sentimenti .n lascia-no cogliere con sempli.dtd e ehia– re=a: è toscano. in'ine. nell'autore di - Realtà t ."ince il sogno ... , quelf impasto hngui.srico co.si mordeflte nel fonnulcre J"immaçine rom· essc ra dO-\Ctce -u,:ghcra .. :n poesia. Di giunQeTe a eiò. Betocehl ha troocto il modo proprio risiedendo e lungo in. To.scana. p rffl.S~te o Fire~-c. ha partecipato auu, a-rntn.te a tutto il mo– rimentato e fecondo c:ù battilo aùt•n:le che ha carc.ue- n:=:cto la m:>ria fiorentina del nostro me:::o secolo. dunque citando -Recltd t'ince il sogno .. (Firrn.;:e, ed. del Fronu.spi--io. J93Z: quin– d.i ralleechi. 1943): seguono: -.'\fatturino .. Oradu:ione del -rom.a~o • L"Elet:e Gtlle.s.. di André Laion. .\filano, ... Il Grappolo .... 1936): ... Alzre poesie ... , Finm=e, Vallec– dti. 1!139: ., ~Voti.zie di prosa e poe•ia "• Firni.=t. Vallecchi, l94i; ... Gn ponte ndlc pianura ... .\filcno. Schu:ar.=. 19S3: ... Poe– sie ... (1930-5"1}. Firen.=e. \"cllecchi. 1955; ... n rer:,,rale di Cn.!en.=c.-. J)Of'$i"'. l.Pttt>. , n Cntone .... 195.9; ... Cuo:-e di pr.mc– rt>rn ,._ prose e poesit>. Cmcde!la, Reb et– lato. 1959. )fa il merito principe~. Be-tocc:h.i l'ho auuto proprio nel far o:ss:uri;,tre s-ul piano dell'Cl$$Olute:=a ~ caratteri.stie~ d·indole che abbiamo enumttOio poco 1opro. cori dc permette-re. a.lta sua poesia. di U$CHe dai limiti di wi pur sugaesnoo regiona– lismo. per entra-re nella luce del mondo e delle es-perien=e culturali lctin.e. Se -icordiamo qui le opere firmate da Carlo Betocch.i è pe-r fissare un e-setto ord~ne cronologico, non certo per ricordare titoli di libri ci quali la critice ha dedicare ampia e .sen..sibi~auen..;onc. Cominceremo Son si può non ricordare, inoltre. che alla panie di BetocdU (nare nd dirne dtlla rit"ista cauoilca .. 11 Frontes-pi..-io .... di cui H poeta fu uno dt>i fondatori e principali collaboratori) fu assegnato. nel 1955, il ma.ssimo riconoscimento italiano in fatto di prema.: cioè i.I , P:-e-mio fia– -reggio ..,_ Per quan:o riauarda g1i auuah progetti di Betocch.i. lc.scicmo la parola al poera stesso: .. _ho già pronta una nuot:c rcceolta di l'l'erSt. mc. mi .sta altrertcnto e cuore un libro di prose che .sia un po· storia e diario e interpttt.c..-ione detle mia t:itc... tuttaria può darsi che questo libro. che ho pià. rcuolto. nnlti c.neo""O troppo ambi::ioso: e le dfrò allora che m.1 piaCt>reb be d.i f. lÙ (cnche- per questo ho molli nu; te-ric.li} /c·e un hbn!UO sulle ttcch.icia.. e se possibile eonsolatorio pe~ coloro che l'affrontano vacillando_.,._ E della oecchiaia ~tocchi porla an(:he in una .se.--ione della breve an:ologia cht qui p-resentiamo. Le prose si alternano elle poesie inedite. nel quadro di 1er gifeth che potremmo drfinire d"occc.sione. cpptmratz .sotto la s-pinla di un eszro la cui momentaneitd non impedisce, a Be– tocehi. di cppro/ondire i temi. e i sen.11~ men.li. con la su.e consueta chia-e.=a. con i! suo .solito, limpido .s~o della r1ta. n lettore r-i trocerd molto del migiio:-e Betocchi. non ri è alcun dubbio. ALBERTO BEVILACQUA rnaz.ione, atto sincero e profondo di fede, e grazia riee"'"l.lta. partenza da zero, e,tto t.hé cosa ci si chiede. Xe ,-o lgerci indietro né presunzione: purezza. In– nocenza. scaturigine ancor vh-a nello stato di pec– cato, eredità di peccato in cui triboliamo, innoce.nza senza superbia. tiffati nel– rumiliazione: nell'esistente umiliazione. nel limo la pazza dell'inesausta inno– cenza che dal fondo z.am· pilla. La nc-stra innocenza non è più limpida come quella dei primi specchi deHe prime età: la nostra innocenza è come la paz:za ne 11· aia del contadino, sta.~azzante di anatre: bassa acqua, acqua senza risorse. La sua risorsa è ne.U'umiltà. La nost.ra in– nocenza è nell 'u m illà. E ricominceranno i pal– piti. nel:I' acqua putrida. dell'umiliazione, dei primi organismi della vita vera: e rh-i,·remo la fresca fede nelle associ azioni infin ite– simali dei mierocos.mi. La speranza si nu trirà del profondo ballicuore delle pu.Uulanti infezioni. si li– bererà alla superficie in tenui mulinelli subacquei. in s:lenziosi gorgogli. Can• ta il fringuello sul saldo inclinato alla pozza. e ,-ola via. C"è. nell'aia de.l con– tadino, quest'acqua putri– da che prega inconsape .. ,-olmente. Se cerco la mia speran– za. non la trovo: perché non esistono speranze sin– golari, ma una sola. e per lutti. lJa se cerco la mia colpa. la trO\·o: essa torna sempre mia. impossibile rifiutarla. sottrarlesi. Pri– ma della colpa esiste,·a l'innocenza. :\ladre ama– tissima. innocenza. tu sei la vera storia: hai giudi– cato e compreso: hai inon– dato il mondo di te. Credo. perché macchialo com e sono, credo nell'innocenza. Diarietto invecchiando Eppure tu. vecchio, sem– bri dimentico: e suJ ber-– retto nero che ti sta in bilico sulla testa leggo: "Pio Rico,·ero". Vieni giù pel carrugio del paese li– gure fidandoti al baston– cello: curvo quello. curve le gambe, curvo il grop– pooe. Ma ilare qu.ardi noi che mangiamo alla tavola, presso allo sporto dell"oste-– ria. nel paese vecchio, e infili la parta. Passando dici: - Otantaoeu~e! e ,-ai per e un goto>. Tutto li. Tra noi c'è chi dice: - Speriamo di non ridur– ci a quell'età! Aftri ribat– te: - Ma non lo vedete d1e è felice! . la son parole. più che !dee, che salgono su dal chiasso di noi che man• giamo, ancora in gamba. Il vecchio che è entrato nef buio della bettola ba lasciato fuori il bianco del– l'aria di mezzod.1 1 e in fondo la banda turchina del mare. come appare dal bo~o. Né più incerta di quella la sua \·erità. L'a.T4i Sotlto tu: .u ~TG! d.c:.to - NOff ,10fbo asa ,'«Cli:o. A\Tal: sb<ql:.a:o di $lfflQ p-.cnla. Passa du l IÌOl'Clte t aznta. E noei ti farQ':nO dormire; i, ar.no d ballo, balla la ~: e tu ,.~ti e sc-.:r.rtr stonmrc, hl dcbol~ e inquù:o, una smar..o.. Oh l'oscillanlc ,'C:Cdli.:ia. la pul4 d:c ,,ola ndl'cna .u il Ion;,o 00n ,n,;no mautn;– IÌ .-aitila, e nulla ti ruta/ ... lli ricordo di quando andavo a ritrovare la mamma. a tempa d'estate. nella sua età ,·eneranda • che a\,e\.-a più di novan– t'anni, e non so più se è per la ragione precisa del• l'assistenza che Je dove,·o, o perché anch"io. stando seco. mi senth·o im· eoc.h.ia– re, io direi che passando con lej le giornate, non tanto ritrova\.-o i gioml an- tichi. quantunque sempre ne parlassimo. sibbene mi pare,·a d'essere lì ad im– parare per quelli che mi Si pre.para,·ano, e in una parola a im-eechiare. Ri– leggo oggi in un appunto di allora che q~to non mi deJude,·a pun4,. anzi mi conforta,-a.: e torna\-a a mera,·iglia con quel mo– do di ,·h-ere. e di saoer ,·h-ere. che lei mi aveva sempre insegnato, perch~ le sue 'r'irtù. la sua pietà. il suo amore. magari in· consapevolmente. non era– no mai statì altro che una sapiente dottrina. Se ìmpa._~e a im-ec– chiare - continuano i fo– glietti di allora - ,-olesse dire insignorirsi di qual– che saggezza. come ,·edo av,·enire in alcuni e van– tare da molti, non note– rei questo particolare ca– rattere dei nostri rapporti. Significa im·ece. come ap– prendo qui, continuare la fortuna del vh·ere. e con– tumare a impratichirsi del mondo così com· è, e con le deboli forze di c-..ti si "o da via disponendo. sem– pre meno. con l'in,·ecchia– meoto. Xon so se il mon– do. a quell'età, si impic– coli.sc.a: mi pare che !"im– portante sia. come vedo che a\"\-iene a mia madre, a,·ere nel mondo la fidu– cia che ci tocca di avere. qualunque sia. allo stesso modo che in ogni altra età della vita.. Davvero, come la retorica non serve a nulla! Vedo che la mam– ma mangia a briciole, di– gerisce a briciole, ed anche vh-e, si patrebbe dire. a briciole. Dicono che i ,-ec– chi sono come i bambini: il fatto è che i vecchj tor– nano sensibili a quel par– ticolare insegnamento che la vita porge da se stessa alle sue creature. D'altron– de, non è che della vita trascorsa. di quella che si usa chiamare l'esperienza. nei vecchi non rima.nga un albore.. o uno scora– mento. Xella mia mam– ma rimangono freschissi– me tutte le sorprese che la vita le ba offerto. In un certo suo modo di ria- nimarsi. di riacutizzare l'acchio sotto le ciglia socchiuse. quando sente la necessità di un suo ei,udi· zio su qualche fatto che la sua durezza d"orecchio le permette di afferrare nei nostri discorsi. c·e tut– ta una somma di sentenze. nel ,·h·o di una sensibilità che sembrerebbe rimasta ,·irginea.. ma non senza colpa. E il suo pudore di quando mi raccontò di come andarono le cOSe col babbo. e giunse alle nozze? n ,·iso le av,-am– pa,·a. ma di un colore come se il Yino dell'antica ,·ima d'amore rosse ri– dotto in un·ampollina d·eli· sire. trasparentissimo. di un prezioso rosato. Vedi. l propria a,,,-..c ç-..md'o SÌc:>ftdCS&.:m1~.:. r.011 Ji s-a cAc so~ si.o. allora rt:mort:, o tallu:. d'cltri ranpi_ Scu r.=.a non~ 4.t:.~• m.it. da tmufo d utosto, con qud ~ ribrillio eh~ ,iuo da p".ù 1'icu-,0 non .J4U.bbe pik quella: l [uisen:c r.,,.,,... ed un ,'«dlio fa bo-.z o ,-anrsi 4J:. ,'Olpe, pud:e la ~ùre/1# cJ-.e l [remore Riprendo dai foglietti se.ritti al tempo che anda– ,-o a trovare d'estate la mamma quest'altra noti– ziola. A ta\-Ola han detto una burlett a: la mamma ci ha r.so su. Ossen.·o che quan– do I a mamma ,·uol con: eludere su un fatto bur– lesco e un po· scandaloso, essa ha un modo di ridere che mostra tutta la vi\·a– cità del suo interesse. e insieme tutta la furbizia di un"anima che su quelle cose è già pas...<tatané con più scandalo né con meno. semplicemente sapendo che si tratt.a,·a di avi;enture umane, le quali non tolgon nulla alla sapienza e ai diritti dell'anima, che son tanto più forti. La reli· gione della mamma non è una sottrazione di beni alla \"ita. è una integra– zione di quei beni con quel tanto di più che la vita d'esperienza non po– trebbe metterci. Perciò. quando la mamma ride. :se il rictu.s del riso è mos– so dalla Yita. il suo com- ~~t~~ d'i~~~e~!~ più ilare. senz'essere af– fatto celeste. E' umano e arguto come chi sa che. in fondo. Se la \·ita com– pie delle burle. ha in se stessa qualcosa del bur– lato: la mamma ride. quin– di. come se camprendesse tutti i sottintesi. E li com– prende: ma quanti sanno che la reli~one conclude a tanta libertà? li tempo d rcpu.cc, e il culo l (,olo ffflCr.e d.i çuute rondini cAc il (,olo rr.lrec::cicno, pui,c,olos.amoue, come d-.: n:z c.act:ndo nella (..,,,,,, Cavalca. che a un certo punto non c0municano più.. perché non ce n"è più bisogno"! Lo stesso. penso, finirà per succedere a noi: saremo certi lo stesso che ci amiamo. e che pensiamo aUe stess,,, cose. Caro ••• 1 e intanto hai ,·oluto darti da farte per scri,·ermi su quei l.'lli miei versi: te ne rin~razio tanto. mi ha fat· to moltr- ;-!!~=-~ Sai che siamo semore deboli da q-.iel lato Anche quando sappiamo eh~ non s·è det– to proprio nulla. e il se· ireto è rimasto dentro. e o'."Dlai sarà d:fficile che esca :\Jeelio C05Ì. piutto– sto che fare i furbi. che ,-anno. (come si fa a Fi– renze. alle Cascine. per r. .\.scensione) 3 stuzzicare il buco tra l"erba per fare uscire fuori il griUo: e metterlo in gabbia: e far– lo cantare. Cri. cri, cri, canta anche di giorno. a Firenze. il po,·ero griUo. che do\-rebbe cantar di notte! La gente non lo sa che la poesia. in fondo. canta sem?re di notte: se si potesse intendere con ciò. come San Giovanni della Croce, la notte del· l'anima. 51 perde W1 po' d.: tar.;,o p,a 1,-... a sr ntron:1: e sicmo solr. Scmbnr sia ttaauo il momauo, ~ St dzcc: - ~lu:.mo pu [41Tl'w:rc. A.la pot a sr rn'Olta, e rJ hQqo a z,,u,uno s'ir:n.dur, e.Ile fu tu1:.o·_ put!:L10, pu Il ptatto d'arTn'O U.1- COl'lla, ~ "°"' sa s-a più, ora, qw:Ie tuoro na. Ma d-..c do fllU!$lO ad aliro (.p,m,o ,o,i cl ;r.ù ""• e che JOllanto c'l il la:to, la:to silOQO chr [iupctra. :\li c'è ,--oluto tanto tem– po per maturarmi ,-eccltio ed ora le cose che dev~ dire mi si concentrano in pochi giorni: la ,·ecchiaia. questa lunga età., questa lunga immagine. la più fiamminga e descritth·a delle immagini. rapida– mente raccorciata intorno a me come l'ombra sul mezzodì: spesso i ,·ecchi danno di sé questa imma– gine. rannicchiati su 11 a seggiola alla oorta di casa. ).la non temere. Xon dir più: - Ormai il tempo è J?iunto. Ormai le mattine si fanno più lunghe, ma tu le cogli prima che alla sorgente. Si e rapidamente raddrizzata la serpe mat· tutina. Guarda il bambi– no, come le dorme fidu– cioso tr, le spire. mentre la luce allieta tutti gli animali. ~la per te l'incan– tesimo è desto prima del– l'alba. ~~a correre tra le tue dita la vita del– l"a1ba con cui bai amoro– samen!.e goduto, fanne un qu::krJ nome perduto_ e a innocente rosario: e co- (rilro,,crfo, . mincia il mattino più pre– r.onmmo conz 4 , ~ ~- s:° pe_r fi.ni_rlo_più presto. Eh sii s'un<ec:d:-.4, e rnoma. pw :,,;on tt puoi pm svegliare . _ [,-era che a bruzzico. Sei ,--e<:chio: la nto cJu r-..a fu, nuo ~ un no. Sei soltanto più presto (terio_ per ,·ia. wi tarla d-.z 'o ,no,u!.a. E viot (fa UTL E i pauien s'inrr«dano, e,~ {roftdua. EnoriUQnOpiJl_noi;n=:o1 (p, ofcr.dt cùJi t!dl'ai.stat:A. cJti oom c (u,t ... ~ profoncusiru:. cz,r,pc, nd .suo lm4= Stralcio da una lettera ad un amico. Si, ci siamo incontrat!, insomma, .:ome sempre. e come spero sarà in Para– diso. nell'amore. Sai. quei \'ecchi della Tabaide, nel Conchwone lD \-cni intitolata • Di se nesso ai 60 anm • Ni, ,nc;;lto pofra fau dr pàl: ~ re.id du mi pcwta .i rnuna.pn, cu meno, cd m pi/l con/Offdvm1 col uiuo ~ tttl fUIO popolare ddb,. ,-ua,, .Umo sogno, FW so: et1 il • (s-apcn Pfl' uno, l rca.ttu ,b. pallr~ qudlo cJ,.z rn oc:, .ti.lmO: dr {dn'ltkn c0 d-,..c dabbiQffO ,:/1JJClOfflanU Pachi in es.sa l il uv1::i:e {l'IOn dd l'arte, dd!a wntL CARLo BETOCCHI una sublim;u:i~ luminosa ~~t!i ~s(k~~a.n~~la I~ atmo~rera inC3.Iltata 10 una atemporalità mitica, si scio– glie il piu alt~ cant~ d1 Cam– p.ln3.. quello m cut egli ua– sfiaura il suo Wt?ano _dolore in una .. immobilità di g10ia inesauribile•· Il duaJismo drammatico realtà - soçio. si ri.sohe ne.lrin\'Crarnento dd pnmo nel secondo demento. .S:ello e antico crepuscolo•• che tin– ge. e l'antica piazza dei tor– nei >, si compone C'OD un di– ste.<;o.sorriso il preludio della none med.iten=anea. che non e piu • infinita.mente occhiuta dev35.tazione •· In CSS3 la. lussuria e: siede imperiale•. ..bianca e torbida a lato dei lampioni ,"Crdi•· L'antinomia. di cui essa era una pane. e superata nella identita di un colore, il bianco, che ha la funzione di purificare la • febbre de la ,;ta • accosta.odola ai e bianchi sogni dei mattini •· La poesia di Campana nel– la sua J)Chizione iniziale e nel suo S\'olgersi è piena– mente partecipe dei più si– g:nitiC3ti,; elementi decaden– tistici. Senza rientrare asso– lutamente in una manier.t.. Senza ubbidire ai precetti rimbauldiani del • poètc \'0\-a.tlt • che e par un long, immense et raisonnè dére– gll!inent dc tous Ics .scns • raigiunge I' e lnconnu •· e L ·e– stetica che nei francesi fu .a,,-ertit a e c osciente. in Cam– pana rima.se in,"CCC disorga– nica. sbo cciata più dal tem– pera.mento che dalle id~•· (E.scobar: Circoli, dicembre 1937). Tutta,;a in questo suo decadentismo anarchico e fortemente indh;dualista c'C una disperata tensione uma– Jl3 a. ,;\'ere socialme.n1e, ten– sione che si esplica poi in un totale C3po,'Olgimc..nto, a causa del temperamento astra\to che tra\'ol~ ~i sua possibilita di aderire alla ,;ta. Inoltre la sua pazzia, se fonunatamentc non infir– mò il poeta. scom-olse 1·uomo I e lo troncò troppo prcmatu– ~cnte a soli trentratrè an– ni. impedendo ogni ul1eriore e,oluziooe. Ouo.ta umanil:l dt Ca.mpana e perciò maio e,,ick"Ilte della sua supcru– manità, ma pur id.::nt1flca– bilc. Di essa non si può che constatare l'esislenz:a, in quanto anelito potente. Xon se ne può tracciare. una li~ cli s,-iluppo perchC non -t traduce in atto. Rima~. p..:r i motl\; riferiti, allo stato di id~. E in questo ambilo si ch.ia.ri.sce il suo hlogcrmaoc– simo che iiustifica la dedica dei Canti orfici (apparsa sulla fgrrna .~~ehn~1~~ ratorc dei Gc.nnarj e la dida– scalia: Die tragod.ie des ~,:.– lot Germanen in lt al:en. Cito llllO squarcio di una lettera del poeta a Emilio Ceccbi, dalla ~e appare ~identc il sigruficato esc.lush-arncntc idealista della sua ammira– zione per la Germania.: c. Ora io clissi: Die uag&fie de.s ~~~nt":if':,~/nnefi!h~ conscn-ato la purezza morale del Germano (ideal e non rea– le) che è ·stata la cua.sa della loro morte 10 Ita lia . ~ la io diCC'\·ociò in senso impcna– list1co e idealistico, non na tu• ra.listico. (Ccrcu--o idealmente una patria oon a,'CDdone). n =~ Sci53~~~~p:: J>e:~ore.. Cos:1 io in,·oca,-o gm– slttla contro la brutalità se– colare elerialc e popolare •• Anche il mo,-imcnto mterven– tista a cui il poeta entusta– sticamcntc aderisce, quando scoppia la guerra, dimostra come la sua ammirazione per i Germani fosse a,-utsa dalle particolari contingenze del momento e come tosse orientata nel senso di una ,-a.lutazione astratta; nel pa.n– gcnnancsimo di Guglielmo II che era la realtà tedcsc:a dei momento, egli ammira\'3 la fierezza e l'arditezza dqh in– tenti; la rcùizzaz:ione. pratica oon era da lui considerata· il suo interesse punta,-a su1: lo spirito animatore. loolttt il filogennanesimo di Campana è coUcpto alla comin ziooc della purezza mo– ra.le del Germano. Questa com ;nz:ione si innesta 5ulla ad~iooc al pensciro nietz– scluano nell'ambito del di– stacco che il filosofo opera de.Jl'uomo dalla trascendcnz.3 teologica e soprannaturale rendendolo libero da ogni ,in~lo aa cui la sua perso– nalità potrebbe es2re soffo– çata e rendendolo sicuro neJla t.nte.rez:za d1 tutti i suoi moti intellettuali e sentimentali e padrone_ cli_orientarli secondo la convumone essenziale del suo io, quindi in una sfera di sincerità, di J)UTC'ZZ3 mo– raJe. ':-'cdcsione a questa c– sprcss.1ooe. del pensiero metz– .schi~ è chiaram ente testi– momata da una tra.se: ddla leue.i:;i al (cechi sopra citat:3: e Io I0\~\1J giustizia contro la brutahtà secolare clerica.ie e popolare •. con a .u sono identificati gli schemi tradi– zionali imposti all'uomo il quale, spesso, pur scntcn'do– senc scdocato e non accet– tandoli, li segue per debo– !czza o pigrizia, coslruendosi 10 tal caso la vita su posi– zioni ambigue e mccne. A t~l proposito nchiamo la aJl~"7 sui ,-ersi citati al– l 101.210 di QUCStOscritto: essi SO!l<)molto significativi della estgcnza campaniana cti una purezza assoluta e incontami– nata; la ribellione impetuosa a tutte le 1mf)OSiz:ioni è in funzione cli questa volontà di aflj,n~nto della sua ango– saa m una • fiamma vera • P~~ cli e forza nuova mfimta tntalta • (è la fona dell'u_omo libero e puro) m un_ aelo • _che accolga il re– sp_iro ,-ergme ,;01eo10 e su– bli.J:oedella prateria • (la p.ra– tena è 1a cornice più conge– niale all' uomo nuovo io quant? la sua infiIDta m~ cs.tà ~"f la libertà e la ISABELL\ TEDESCO

RkJQdWJsaXNoZXIy