la Fiera Letteraria - XV - n. 23 - 5 giugno 1960

Domenica 5 giugno 1960 Amore e morte nel romanzo americano * di GLAVCO C,-1.JIBO,\l che riassume in sé tutti ! rapporti affettivi. ha saputo servirsi di certe categorie freudiane per far luce sugli aspetti esisten– ziali della letteratura d'ol– tre Oceano .sulle sue ric– cheue e sulla sua JX)vertà. con un'energia di autentico scrittore che sente il polso dei tempi. P':'ofonda. per esempio. l'os....,;:ervWone che la figura dell'ebreo nella letteratura contemporanea ha assunto ,·alore centrale perché la condizione ebrai– ca - di esilio. sradicamen– to e rolitudine - è andata diventando sempre più la condizione generale del– Puomo d'Occìdente nelle grandi metropoli indu– striali. GUUCO CAMBON :C~ FIERA' LETTE-RA.RTA' Pai,:. 5 BIBLIOTECA STRA 'IERA DI PIETRO -CIMATT[ * 1 l lupo di F ronton Il ,·ecchio romanziere af- poi una cella di solitudne. Dal frescava grandi quadri di vi- palazzo del romanzo ottoccn– ta, folti di personaggi, di tesco alla stanza-cella dell'ul– eventi, buoni e catth·i, co- timo personaggio, di Kafka. di struh-a palazzi narr.itivi; il Camus, di Beckett, una stan– romanziere più moderno ha za piena solo di lui. della sua abolito la folla, l'intreccio solitudine: la dist31lZd è abis– f rastagliato, variopinto, i sale: e non l: neppure la ca– molti ,·isi e molti awenimen- mera borghese che nasconde. ti che diedero ad ogni letto- che ,·eia; ma che s,·ela, apcna re brh;di di,·ersi d'immede- e situata al centro del mon– simaziooe e di repulsa, ba do, una piaga di solitudine e spazzato ,;a il mondo e ha di disperazione nella coscien- imposto l'individuo solo. il za del mondo. La cella del- personaggio unico, un cam- l'uomo nudo. Questo perso-– pione d'umanità nel quale si naggio estremo è solo, ccon– impastano i segreti dell'auto- dannato a morte• e, come re e quelli del mondo, fino a nella febbre dell'ultim'ora. si produrre il • mostro> impla- svela, parla di sé. si confessa, cabile, che impaurisce, nel non tace uno iota della sua quale ognuno è costretto ad natura, non ha paura di nul– immedesimarsi e ognuno re- la, scandalizza perché non ta– pclle perché insieme assurdo ce nulla, implacabile, feroce e troppo ,·ero. Costui abita con se stesso in nome d'una una sola stanza (la stanza di ~ts~~l~:iu~~o 0 ta~k~ Barbusse, la stanza rea.1e di nei romanzi impane perso-– Proust), unico bene esterno naggi unici che incarnano to, miserabile vagabondo ri– messo a nuo\·o dal contatto con un'anima pura e senza sospetto. Nqnostante le ob!ezionl avanzate da un critico co– me ),!alrolm Cow!ey nel-la '"'New York Tì.mes Book Review • del 27 marzo u. s., il maSS.:ccìo studio di Les· lie Fiedler sulla narrativa statunitense, LOve and Dearh in the American NO– vel (.pubblicato dalla Casa Criterion Books di New ~or-k nel 1960), è da con· siderare un contributo pre– zioso e, sotto alcuni aspetti. quasi definitivo. Il Cowley (orientato in senso sociolo– gico) rimprovera al Fiedler l'app!icazione di categOn? freudiane allo studio della letteratura. e nel contempo trova da ridlre sul carattere piuttosto vago di tale ap– p:icazione. In linea gene– rale, le riserve del Cowley valgono contro qualsiasi interpretazione grettamen– te dottrinaria che riduca l'opera d'arte, o la perso– nalità del suo autore, o lo stesso panorama delle for– ze attive in un dato mo– mento della cultura uma– na. e sintomo clinico, igno– rando l'impulso formale della creazione che tende a superare, nell'espressio– ne compiuta. le turbolenze di fondo. Come abbiamo già avuto modo di osser– vare, i concetti !reudie:ni possono ,•iziare la critica letteraria in se.oso ideologi– co, determinando un par– tito preso che impoverisce anzichè arricchire la com– prensione estetica. Ma nel caso di Leslie Fiedler bi– sogna nconoscere che l'ap– porto frcud'ano ha agito fruttuosamente, mettendo a fuoco certi problemi ge– nerali che nessuno studto– so di letteratura. e dt let· tere.tura amertce.na soprat– tutto ,può permettersi d1 ignorare. Ma l'uomo di colore, pel– lerossa, negro o polinesiano che sia, simbolegg!e le for– ze primigenie della psiche. l'Inconscio di Freud le vi– ta deirlstinto che una so· cietà puritana non sa ac– cettare; donde l'ambivalen– za di paura - fascinazione che si proietta sulla razza di pelle scura, e che sptega de una parte gli episodi di Little Rock, dalraltra il mito rousseauviano del No– bile Selvaggio con cui si sogna un'evasione poetica dalle restrizioni delle so– cietà civile. L"uomo di co– lore appare di volta in volta come salvatore e de– monio; si pensi al Lucas Beaucbamp di Faulkner, e ai meticci di Absalom, Ab– salom! O e gotico america– no• è legato a questa mi– tologia etnica in cui l'ani– ma puritana esprime i suoi timori repressi e le sue aspirazioni profonde, e po– co importa che alruomo di colore si sostituisca talvoi– ta il rappresentante di una razza mediterranea, italia– no o ebreo che s!a. Così la tematica freudiana Si am– plia nel problema di natu– ra e civiltà, e del contrasto fra diverse culture. Questo è il valido contri.buto del– l'esegesi di Fiedler. e sa– rebbe arduo contestargli il merito di aver ind:cato nella vena e go~ce. > lo aspetto più genuino della letteratura americana; se· condo lui, le limitazioni socioculturali che hanno favorito il rigoglio della Paola Cafac:clolo: IUu.str.u:lone per l'Apocalisse di cui l'autore lo doti, che è questo simbolo, dai caratteri ---------------------------------------------------, ~u:~~\t~trroo:i~c~ L'av..-entura si conclude; un breve tentennamento. che pare coscienza, un po' di menzogna, che pare pietà, poi il nostro personaggio annoia– to rompe la fune che non a,·e,·a mai annodato 3ll'ani– ma della fanciulla, che ella in\'CCC s'era a,'\-oltolata al collo; e passa leggero ad al– tro amore. un'av..-entura im– prevista che lo tro,·a a far da terzo in un matrimonio sbagliato, l'utile intruso che raccoglie un frutto impensa– to; e la fanciulla sale alla sua tana, vede e fugge inor– ridita; poi torna terribile e ,,fra, disperata" e ancora in– credula, offre un perdono di cui il lupo non ha bisogno. una vita di cui il lupo non conosce e non vuol conosce– re il ..-alare; e prega. e ten– ta il suici.:iio, e il nostro per– sonaggio la guarda, pauroso delle conseguenze più che consape,-ole; e se ne ,-a, per sempre. a morire sola, nel fiume impassibile. giovane e Se il Fiedler si fosse 11- mitato a costruire una macchina terminologica di accatto, per poi mac:oorvt la sua materia ribelle, cl stringeremmo nelle spalle buttando il suo libro in un canto, oppure, in un acces– so di ferocia, lo getterem– m.J in faccia ai colleghi della Facoltà di Psicologia, a} grido di e Vica Croce!~, e V.i~ -Eliot! •• e A morte Edipo!•· Ci sembra invece che nnquieto critico. ame. ricano abbia qualcosa di importante da dire, e che lo dica tenendo presente la complessità del fatto let– terario. L'opera etluale s v il up p a org,anicamen– te gli spunti eterodossi di An End to Innocence, una raccolta di saggi vari ap– parsa nel 1955 e contestare narrativa e tenebro- sa • hanno anchilosato quella più schiettamente sentimentale; !"amore fra uomo e donna non trova in America espressioni ar– tistiche paragonabili a quelle che ci vengono dal– la letteratura europea. UN ARGOMENTO DI DISPUTE * SENZA FINE Inchiesta sul ro1nanzo italiano Sta per uscire per i tipi. di e Opere Nuove> U vo– lume di \Valter Mauro e Inchiesta sul romanzo iralia,w ~, cui hanno par– tecipato numerosi critici e scrittori italiani. Per gentile concessione deU'edi.tore, pubbUc1uamo l'ultimo capitolo del li– bro, in cui il nostro colla– boratore trae le conclusio– ni di tutta l'inchiest'a. • * Mai era capitato. attraver- so i secoli e Ja storia delle lettere. che un - genere - ve– nisse sottoposto a tante in– chieste e a tanti rimedi e sedativi. come sta accadendo oggi per il romanzo. La no– s;.ra inchiesta non è stata la prima. né sarà ce.rtamente l'ultima della serie. soprat– tutto per la tendenza che c·è nel mondo mode.mo ad ana– lizzare i fenomeni, anche culturali. col metro della pubblicistica spicciola e im– mediata In un suo saggio. pubblicato sul numero 2 di ...Europa letteraria,. Carlo Bernart ba lament.i.to che da tutte le inchieste «si ricava– no intermina~.li rotoli ales– sandrini. in cui ciascuno ag– giunge bellamente le sue ragioni • sotto quelle di un altro ... ma difficilmente qual– cuno le sue ragioni Je grida ...contro quelle di un altro•• in una sfida a petto a petto-. Ebbene. ci sembra che que– sta inchiesta abbia avuto proprio questa caratteristica: le ragioni « gridatE:,. sen– za intlngimenti e preoccupa– zioni di colpire. Resta ora da tirar Je somme, da stabi– li re fino a qual punto sia possibile procedere sulla via della chiarificazione. dopo dopo aver sgombrato il ter– reno degli ultimi ostaCQ).i * rii IJ'ALTER JIAliRO !a!e di ripensamento e di ravvedimento. risulta più age\·o1e per Jo studioso di questi fenomeni. risalire alle o:igini stesse del problema. nel tentativo. difficile se non impossibile. di sanare la frat– tura verificatasi tra critica e lettere, cioè tra recensore e .. best-seller •. Di L-onte ai -<casi letterari•• che deter– minano veri e propri mo– menti di infatuazione collet– tiva. é necessario fare il pun– to su una equivoca situazio– ne di malcostume. che o.nnai non riguarda più solt3nto l"ambiente letterario e }a cri– tica militante. ma investe problemi estremamente ur– genti ed immediati. che van– no affrontati senza sottintesi e compromessi. perehé ri– specchiano tutta una dispo– sizione sociale. E" chiaro che nei casi limite. riesce estre– mamente !acile risalire al– l'origine di un successo edi– toriale. di un tr.oruo. per la amara constatazione che molto raramente. in questo nostro modo d'oggi, gli otti– mi libri ottengono un succes– so folgorante. Si potrebbe parlare addirittu...-a di ... indu– stria del roman·zo ... se tale definizione non suonasse as– surda: eppure il cliché è sempre identico. a schema fisso. monotono. nella misura stessa in cui esploàe il suc– cesso di pubblico. ad ogni riprova Quarè il compito della critica di fronte a que– sti fenomeni di degenerazio– ne del gusto e del buon ~f~eo?dsue;~b\~:t~~é 3van_guard.ia. quindi. sul pia– no teoretico e su quello pra– tico. per un certo piglio ag– gre.ss ;.vo e polemico che ca– ratterizzò molte opere di quel tempo. impegnate con– tro rane tendente ad elu– de"' i problemi vi\•i e con– creti del paese e contro tllt– te le esperienze decadenti. Se nel cinema questo proces– so di trasformazione !u ra– pido e immediato. ciò :fu do– vuto alla mancanza quasi as– soluta deU-ostacolo tradi?io– nale. oltre che all"acquisizio– ne pre!asdsta di modelli co– me Pudovkin e Eisenstein.. In letteratura, il processo fu inevitabilmente più lento e irto di impedimen:i. come il cronachismo e la faticosa conquista di un linguaggio nuovo. Pereiò in letteratura si cominciò col documento. per passar poi all"esper.enza na~tivo-saggistica di Carlo Levi e giungere aJ definitivo approdo delle ..Terre del Sacramento,. di Francesco Jo,•ine. che seppe trovare nella prosa del Verga quel necessario e immanente ri– chiamo alla tradizione. rin– toco!ata da un superamento cosciente del -pessimismo !a– ra.list:ico ,erghlano. Clima questo e.be molti critici han– no definito pavesiano e ,•it– toriniano forse con troppa leggerezza: ma cui si richia– marono numerosi giovani scrittori del dopoguerra. nel– l'ansia di rompere con certa letteratura che non poteva più soddis.!are certe esigen– ze programmatiche, e di le– gare piuttosto con un filone tradizionale che il fascismo aveva volutamente trascura– to. Come si sia giunti a quel– la che è star.a definita la cri– si del neorealismo è processo fin troppo !acile: alla base c·è stato il disgregarsi lento e Inesorabile di quei presup– posti nati durante la Resi– stenza. troncati sul na...<:eere dall 0 in,01uzione della socie– tà italiana, ma anche un mu– ta..'""Si di esigenze che impo– sero ad un certo momento la soluzione di problemi più pressanti e incombenti. Alla luce del realismo nar– rath"o. assolutamente privo di qualsiasi contaminazione. è chiaramente percet".ibile anche l'equh·oco in cui. si ca– de spesso. quando si affron– ta lo spmoso e dibattuto problema del linguaggio e del dialetto. Quando si nega categoricamente quel proces– so di scambi tra lingua e dia– letto che è alla base della vi– talità di una lingua. si elude praticamente il fulcro del problema. e si considera. è ancora Bernari a soccorrerci. il dialetto come un fossile e la lingua come un cr'.stallo fisso. Di fronte a cene posi– zioni estremiste. a questa che si è esaminata e a11·a1rrache !a capo a :Mora,-ia e Paso– lini. risulta tacile al Piove– ne affermare che il proble– ma del rapporto Iinii:ua-dia– letto è solo un·operazione ·vernacola: ..,Esso !a parte della tendenza a trasformare la nostra letteratura in una specie di cottolengo delle a– nime e dei corpi ... Lingua e dialetto Si va travisando. insomma. il problema posto fin dal tempo del Verga, e mal com– preso dal Croce. che nel lin– guaggio verghi.ano esigeva ..una makgior skuretta e proprietà•· quando invee-e era evidente l'intento di sta– bilire il reciproco ricambio, per una conseguente vitalità espressiva, e soprattutto per !"esigenza. pià immediata che mai. di calarsi nella realtà del proprio tempo. ll dialetto possiede in sé la capacità viva e balzante di determi– nare la realtà· e quindi • la verità• di una sitllazione. ài un ambiente. Spe.!cSO di tutto un mondo: d·altro canto la lingua vive e si agita entro confini pià stabili e duraturi. proprio oerché meno sogget– ta a fatti esteriori in grado di contaminarla: è e\Tidente che solo dal reciproco !lusso e rillusso può derivare rar– rie<:himento non solo di un !at-..o linguistico. ma addirit~ tura di tlltla una letteratura. n caso del • Gattopaiùo • è Hpico ed esemplare. anche dal punto di vista linguisti– co: è una riprova dell"assur– dità di una posizione reazio- WALTER MAURO (continÙaa pag. 6) lirio). Beckett è giunto al limite ultimo, i suoi personaggi so– no idoli: Jean Froaton (!"au– tore de la ce.nere negli oc– chi - Garzanti) resta nei confini del ,·erosimile, il suo personaggio abita una stan– za d'affitto, è di media età, mediocre, squallido, ancora un personaggio credlbiJe. E' l'::iutore in una proiezione fe– rocemente peggiorata, inorri– dita: un intelletruale che si studia e si annota, si sca,-a dentro, lucido e maligno, cer– cando la verità di se stesso e in,·cntandosi continuamen– te. come per colmare un ,-uo– to, un personaggio dietro le cui reazioni sta un altro per– sonaggio, misterioso a lui e all"autore, sta il mostro. lo abisso. Quest ·uomo senza nome è attratto dalle donne, tutte: la sua solitudine non ha altri spiragli, il mostro non cono– sce altri appagamenti; e non ha lavoro, non ha ambizioni, ,·olontà, famiglfa: esce a not– te dalla sua tana e cerca la donna, sone dalla sua solitu– dine e vi rientr.:i quand'è ap– pagato, e l'oziosa solitudine lo ricarica, e torna la notte ed esce ancora, nel '\"ento, pi- f~;~~~: ~~.:a~t :r 0 ~ chi fili di ragno: una tana, un diario sul quale annota, not– te dopo notte, la confessione e l'im·enzione di se stesso, la sua ,·erità e le sue maschere, la sua solitudine ora impau– rita ed ora compiaciuta. ln– ,-aghitosi d'una studentessina, la segue per giorni e giorni, riesce a carpirle amicizia: è una sedicenne ricca e infeli– ce, una giovanetta che aspet– ta l'amore liberazione. Il no– stro personaggio, con un in– fernale dosaggio di gesti e di parole tolti dallo squallido repenorio della sua vita, rie– sce a trasformare l'amicizia in attaccamento, in amore, per lei almeno, l'agnella in– nocente, mentre null'altro è per il lupo lafontainiano, qui chuchait aventure, che il rag– giungimento lento e faticoso ma per questo ancora più prelibato, d'un obietth·o me– ditato freddamente, raggiun– to con paziente opera di smantellamento, di convinci– mento. E tanto ha fulsato la realtà della sua caccia, della sua av..-entura tra av..-enture, che egli stesso non sa, da un certo momento, che lupa sia P.UT sempre, e s'abbelli– sce e purifica, o crede, e ama, o çrçde, e vh-e \ln~ pu~ d'amore dimenticata o forse mai proYata, o crede di vi– verla, tanto preso nel vischio della sua seduzione, così im– pegnato prima a conquistare e poi a godere la conquista da trasformarsi in innamora- ~~Pi~~Jìa~~n:~ =tac';: pire, senza amore. Il diario annoterà questa morte, letta sui giornali, e sa– r.ì l'ultima mascherata: il nostro personaggio si scopre ora pietoso, impr'O'\•isamente buono, sinceramente addolo– rato; l'intellettuale veste di parole a lutto il mostro im– passibile, egoista. Ma il mo– stro rientra strisciando nel diario, l'egoismo ha già di– menticato, la solitudine si ri– chiude su una morte, su una vita uccisa per indifferenza, per crudele e forse irrespon– sabile cecità. lsabdla si è uccisa, decide il diario: e la ,;ta e la caccia continuano. e L3. cenere negli occhi ,. di Fronton è un romanzo nuo..-o (anche nella scrittura. a ra– pide pagine di un diario tutto mteriore ma aperto a bellis– sime descrizioni notturne di Bordeau.,:), e terribile, che fa male al cuore, e ai suo? se– greti, che rovescia tutto, ma– ligno, impietoso; rantiuomo solitario e '\"agabondo, intel– lettuale e mostro, messo a nudo nella sua ambiguità., nella sua presuntuosa c:ccità. le cui belle parole sono cene– re sugli occhi e strumenti di morte. PIETRO ClldATTI Associazione Cultura d'oggi nella scuola Si è costituita a Roma la Associa.done Cultura d'oggi nella scuola. Essa intende es– sere un punto .:!"incontro pe.r tutti coloro che aV'\·cnono il disagio della frattura - che si fa sempre più graxe - fra scuola e cultura ,;,-a, at– tuale, legata a problemi, ad autori, ad opere, a strumenti della ,;ta contemporanea.. li programma del sodalizio pre,·ede una serie di incontri, con opere ed autori contem– poranei, seguiti da conversa– zioni con il pubblico. Niente quindi conferenze, ma incon– tri umani, dove le opere e i loro autori da una parte, e la sensibilità e l'esperienza del pubblico dall'altra, do– vrebbero costituire i presup– posti per creare una più vh·a conoscenza della produzione artistica odierna nell'ambito della scuola. La prima manifestazione è stata fissata per mercoledì 1. giugno, alle ore 16, in via Santa Susanna 17. Sono stati presentati testi di Elio F. Ac– crocca, Pietro Cimatti. Uno Cure.i, Massimo Grillandi, Adriano Guerrini e Marino Piazzolla, a cura di Sah-atore Chiolo. le idee accreditate nell'ec– ca~mia. e sopratutto il mito uf:ftciale della super– stite cinnocenza > emertca– na. Nell'integrata prospet– tiva del libro testè apparso, l'eterodossia di quegli spunti perde il suo carat– tere unilateralmente po· lemico per approfondirsi fino a diventare analisi !e– nomenologica. Eros e Toa– natos sono due vecchie di– vinità, che presiedettero ella nascita della lettera– tura occidentale molto pri– ma di essere riscoperte da Sigmund Freud; e !'accuse. di contenutismo cade in gran parte per il Fiedler ove Si pensi che nella sua disamina eglj ha ben tenu– to conto di fattori storici e strutturali (cioè estetici). Dopo aver precisato l'origi– ne del romanzo moderno nella tradizione e senti– mentale• di Richardson e 'in quella e gotica • di Wal– pole, Mrs. Radcliffe e G. B. Lewis, egli ossen.r-e che in America Je condizioni so– ciali determinate dall'am– biente puritano e dall'as– senza iniziale di una mar– cata stratificazione classi– sta portarono al prevalere del romanzo gotico, di ter– rore, sul romanzo senti– mentale in cui la borghe– sia europea rispecchiava gli inizi della sua emanci- rucco di dati specifici, il libro di Fiedler si ag– giunge alle opere panora– miche di Matthiessen, di Parrington, di R. W. B. Lewis, di Chase, di Bewtey con una nota sua. Egli ba saputo individuare in ma– niera "';gorosa i rapporti f_l'Q espi:es,sione a.rt. :.stica .e vita sociale, mettendone a nudo il carattere dinami– co. essenzialmente proble– matico: mentre poi. qoon– do si fa ad esaminare par– titamente The Scarlet Let– ter, Moby Dick e. Huckle– berry Finn, dimostra una sensibilità lettera.ria di ptim'ordine. certo capace dì rivelarci in una luce nuova queste opere tanto discusse. I lati deboli sono da ravvL"'3re nell'incomple– ta valutazione di Henry Ja– mes e nell'assenza di una adeguata disamina stilisti– ca; al Fiedler interessa più la • struttura > che il « tes– suto > del romanzo. Inoltre., se la sua interpretazione d-i Ahab, Hester e Huck come altrettante varianti americane sulla figura di Faust (il • patto col dia– ,·olo » non è alt-o che la rivolta alle convenzioni ci– vili in ra,·ore dell'istinto puro) ha enorme valore di stimolazione per ogni cri– tico aperto. è lecito dire che qui !"interesse per l'ar– chetipo culturale ha preso la mano al Fiedler e ri– schia di creare equivoci. Fiedler è uomo di genio. e appunto per questo le sue affermazioni ,•anno atten– tamente vagliate. ~on ogni ribelle è un Faust. e il pic– colo Huck: Finn perde la propria consistenza 1)0€tica se lo si assimila a querom– bra suggestiva: Lione! Trilline lo ha forse capito meglio del vh-ace esegeta attuale, Resta comunque vero che le unilateralità di Fiedler sono vitali, perché provocano a ripensare tan– te cose già note. e che egli )iella confusione degli stili e delle poetiche. nella lotta intrapresa tra gli scrittori e i saggisti Del dilendere le proprie ragioni critiche, noµ è !acile districarsi. soprattut– to per que.trostentazione di crisi che traspare da ogni in– ten,ento. crisi naturalmente originata dalle più difformi condizioni del pensiero: non a torto Sergio Salmi, o-el suo intervento 3.ll' inchiesta di «~uovi Argomenti... ricor– dava che .. troppe volte re– vocazione della cri.si appare un modo comodo di eludere iJ problema affogandolo in un·apocalittica indetermina– tezza,._ Se aggiungeremo che questo clima di diffidenza è rintracciabile specialmente t.ra i critici. più che tra gli scrittori. allora alla r'..solu– zione del problema sarà ne– cessario portare il contributo di alcune ragioni di estrema importanza. Donde nasce in– somma certo disagio eviden– te della critica. tale da de– terminare quell"apocalittka atmosfera di crisi, che pare il comune denominatore di tutto un amb!ente ben iden– tificabile? Ora che sembra essersi un po· placata quella sorta di epidemia, da cui tu contagiato gran parte del pubblico per certa narrativa di facile successo, straniera e italiana. in una più distesa oltre tutto si t.-atta ai casi di coscienza e di sensibilità morale: poò inSomma il cri– tico seguir la corrente. e ve– nir meno a quello che è il suo prin-o e vero compito. di orientare l'opinione pubblica verso libri che sappiano di– stricarsi dalle angustie di una vicenda personale e transeunte. per spaziare nel puro clima dell"arte? La ri– flessione c.-itica. oggi, in tan– ti casi. corre il duplice ri– schio di venir travolta. di suonare astratta. rispetto allo stato d'animo del lettore. o di restare sacr:'.6cata a un comprensibile ossequio tri– butato al successo. nel suo valore di .. !atto• culturale o di costume. Tra le due ra– gioni di sfiducia della critica, le troppe idee che serpeg– giano nel romanzo contem– ,poraneo e il numero sempre crescente di romanzi di ogni genere. più o meno legati al– la mostruosa macchina della propaganda editoriale e del «colpo• Hbrario. è fin troppo facile propendere per la se– conda. spedalmente se si pensa alla frattura '\·erific:1- tasi nella critica stessa. nella diversa unità di misura im– piegata nel giudicare un ro– manzo. implicita r impossibilità di stabilire un·antinomia t.r3 ro– manzo realistico e romanzo di idee. Cos·è in fondo. que– sto realismo. per il quale ci si batte da anni. contro av– versari che son sempre gli stessi? Quale impegno può :n-ere insomma neUa vita let– terari3 di oggi. e di conse– guenza nei suoi inevitabili ri!leSSi umani. la concezione basata sul p:i.ncipio che .. rarte è una delle !orme del rispecchiamento dialettico del mondo esterno nella coscienza dell'uomo?•· Va detto subito che il concet– to di consape..-olezza dell'ar– te. contrapposto alla conce– zione kantiana e romantica nella fantasia inconsape,·ole. ha creato una tale inscindi– bilità tra la .struttura intel– lettuale di un·opera e la sua poesia. da eliminare sul na– scere ogni possibilità di di– scussione. Se poi a questo concetto di consapevolezza. uniamo quelli di storicità e di tipicità, apparirà chiara la deflniti\"a liquidazione di ogni possibile definizione psicologica dell'arte. Se la realtà non è che un processo 'dialettico e quindi sto:ico.~ il suo conseguente li!lesso arti– stico sarà necess:uiamente storico, perehé legato a fil doppio al momento e alle condizioni che lo determi– nano. Del resto. Gramsci ha puntualizzato meglio di ogni altro i termini del problema. affermando che ..}ottare per una nuova arte significhereb– be fottare per nuovo artisti ind.i'\iduali. ciò e.be è assur– do. poiché non si possono creare artificiosamente gli artisti,._ I termini della lot– -ta vanno quindi impiegati per una cultura. che sia in grado di stabilire una linea salda di continuità tra Ja tradizione e !"impegno dello intellettuale moderno. Per questi moti\.-!. proprio per la facoltà insita nel realismo di mantener vivo e balzante il filo di una tradizione che af– fonda le sué radici. d 0 àltron– de. nel terreno fertile di sti– moli del naturalismo france– se. non è possibile conside– rare .!Operata e fuori moda !"ipotesi di una narrativa realistica, Basterebbero le parole di Auerbacb. per con• ,·alidarne l'esigenza: ... Fin dai tempi del classicismo e dell'assolutismo irancese. non so!o la trattazione della realtà quotidiana era stata in sostanza molto più limita– ta e contegnosa. ma anche nella maniera di considerar– la si rinunciò per cosl dire al tragico e al problematico ... Un oggetto della realrà pra– tica poteva venir trattato in .forma comica. satirica. didat– tico-moralistica: certi oggetti di determinate zone del quo– tidiano contemporaneo giun– sero fino a un medio li\•ello stilistico del patetico: al di ]a di questo non si andò .... Appuno come reazione a que– sta condizione evasiva del– l"arte. nacque il moderno realismo letterario di Bal– zac. di Stendhal. di Thomas Mano: con l"impegno di a!– !rontare la tematica esisten– ziale quot::diana ln tutto il suo peso drammatico. al di fuori e al di sopra del • pro– desse et delectare ... nella vh·ida rappresentazione do– cumentata della nostra real– tà interiore. Rasse;:na delle riviste tedesche Gli interventi Nel suo inten.-ento Elemire Zolla ha dichiarato e.be per hti il romanzo tende a scio– gliersi nel mondo d·oggi in lirica o saggio: osservazione che può sostanzialmente :i.– spandere a verità. ma alla cui base cl sono appunto le mutate condizioni storiche e ambientali in cui si muovo• •pazione sociale. Cosl in scrittori com~ Charles Bro– ckeden Brown, Edgar Poe, Nathaniel Hawthome, Her· man Melville e Williem Faulkner, è la tradizione gotica che si fa valere, l'ar– chetipo di Thanatos. anche se in Hawlhorne Ja storie d 0 amore serba una posizio– ne di rilievo. Parrebbe co– munque, stando al Fiedler (e non solo a lui), che Ja sensibilità puritana tenda a reprimere o ignorare rerotismo schietto, per su· blimarlo in torme neutre. Nasce cosl la tradizione dell'amitié amoureu.se in· conscia o velata in senso omoe.roUco, preleribilmen– te fra individui di razze diverse: Natty Bumpo e Chingachgook, G o r d o D pym e o:rk Peters, Ishmeel ç Queequeg. Huck Finn e Jim, Ike McCaslin e Sam Fathers si rifugiano ai margini della civiltà {es– senzialmente matriarcale) per vivere il sogno dell'in– nocenz.a in un rapporto --------------------- 1 no i narratori d 0 oggi. Per dirla con Bernari. questo ge– nere va sparendo di giorno in giorno. nel senso che va perdendo sistematicamente una parte dei suoi caratteri tradizionali: segno questo dell'involuzione dei tempi e delle mutate esigenze di e.bi legge, ma anche per l'impe– gno del mondo nuovo di nu– trirsi di .. nuove !avole• di altre trasflgu.razioni del vero, che risultino pìù aderenti ai problemi dell"uomo. al suo perenne condizionarsi nella realtà del suo tempo. Harold Bradley: e Pertlifa • Può quindi definirsi ..cri– si .. quel .poco di ..movimen– ti ,.. che si verifica oggi nel romanzo e si può parlare di fine del realismo, come si va ripetendo da più parti? Per questo problema e per la sua arbitraria scissione in ro– manzo .. realista,.. e romanzo «di idee,.. proposta da Gui– do Piovene. ci soccorrono le rispOste chiarificatrici di Bernari e Cassala, più la prl– ma della seconda Nella scel– ta stessa dello scrittore rea– lista. il cui scopo è la ricer– ca della verità. una verità tipica, oggettiva. valida per tutti e per tutti i tempi, è Per chiarire ancor meglio il nostro pensiero. aggiungere– mo che nel vivo della lotta per una letteratura realistica. va inserita anche quella con– tro un tipo di realismo che, eludendo la storia. presuppo– ne una raffigurazione della realtà ln chia,·e essenzial– mente naturalistica. coinvol– gendo finanche il linguaggio in quest" impegno program– matico. che il tempo ha su– perato e che può sussistere e sopra\"\•kere solo in certi epigoni del neorealismo. Na– to come espressione della c:i– si 1940-1945 che sconvolse la società italiana, il neoreali– smo scelse come linea pro– grammatica. se cosl si può dire. quella morale e quelle ideologie alimentate dalla rivoluzione anti!asoista. in cui alla piena coscienza àel fallimento delle vecchie clas– si dirigenti si aggiungeva la consapevolez:za del ruolo che le masse avrebbero dovuto ricoprire nel mondo nuovo che andava nascendo proprio su quei resti. Movimento d1 e Sinn u,u1 Form >, la notis– sima ri,i.sta culturale che esce da 11 anni a Berlino, pubblica nel fascicolo 4--6 del 1960, una significativa poesia inedita di Benolt Brecht, e Gleichermas– ~n gefiiJ1rlich und nulz}icJ1 •• che ,·orrei tradurre. per i Jet· tori de e Ul fiera letteraria•· Parimenti pericoloso ed u.lile. e Ugualmente pericolosa ed utile è anche la creazione di luminose immagini. / In esse si forma il cosmo. / L"una ap– presso all'altra giacciono a vicenda condizionandosi / le = Tante cose dh·erse sen'Ono a far presentire un tutto. Lo spirito che opera, di ri,-erbe– ro gode il piacere del creare. Tutto gli appare ordinato, ché egli tu t t o ha ordinato. Cosl. ciò che non si annoniz– z.a col tutto, egli lo tralascia e lo chiama "li Poco". Oppu– re lì si plasma la storia. Di– nanzi agli occhj di tutti si al– ternano, le une alle altre, le situazioni. So Io poche leggi fondamentali che sempre ri– corrono - regolano gli av\"e– nimenti. Tali immagini sono utili fin– ché sen,ono .. Non oltre. Solo nella loua con altre immagi– ni, non più ugualmente utiliz– zabili, ma un tempo già utili, recano giovamento. Egualmente lottando con nuove situazioni gli uomini, non mai fatti esperti, lottano contemporaneamente con le vecchie immagini e ne creano di nuo,·e, per contrassegnare ciò che ormai è di,-enuto pos– sibile, e per mostr.u"e che è stato ormai eliminato ciò che doveva. ineluttabilmente scomparire. 1n grandi modelli essi mo– strano cosl a sé stessi come il Nuo,-o, che difficilmente si potrebbe rapprese..'"!tare, è già ope.ramc. Poiché ora questi nuovi mo– delli per lo più ripresi dai ,-ecchi paradigmi, si confor– mano ai precedenti, sembra– no falsi. Ma essi non lo sono. Falsi erano stati•· Non ho aYuto preoccupazio– ni di stile e di metro, dato che una peculia.rità delle liri– che brecthiane ~. appunto, il J or o andamento discorsh-o, quasi prosastico, tendente a sottolinea.re con chiarezza i motivi più salienti e maggior– mente vicini all'empito ispi– rath-o delrAutore. In un con– ciso saggio app::irso sul T em– po di Roma del li-2-'60, e Du– ra poesia di B. Brecht >, G. Ne cc o, indica con la solita stringata acutezza di critico consumato e sensibilissimo, i limiti ed i pregi indiscutibili delle liriche di questo Autore, per temperamento e ,·ocazio– ne m:iggiormente pon:ato, pe– rò, alla rappresentazione sce– nica di idee, passioni e senti– menti. Gli inevitabili equi,·oci di natura politica non sfalda– no minimamente la vivid:1 originalità della sua ane, ed egli res1a - per citare anco– ra il Necco - e: uno ZeitdicJ1- zer nel pieno senso della pa– rola, ,, a I e a dire legato, in ogni sua lirica, ai tem,pi cri– tici in cui ,isse •. In lui si ri– scontrano iracondia e dolcez– za. caparbietà e arrendevo– lezza, delicatezza e grossola– nilà ... ln fondo, B. Brecht fu un emotl'\'o: il suo pacifismo ~~. Y!ù ~ead~ionu:1~~!= lismo ma..rxista fu SOJ?ratlut– to fede in una ideologia poli– tica che potesse fa,-orire J'ele– Yazione materiale e morale del popolo, e garantire la pace_ Anche in questa lirica ine– dita si risconu-a il cliché. ti– pico della sensibilità breclh.ia – na, che si effonde in parole semplici e scabre, in concetti chiari, ribaditi da una pun– teggiatura appropriata che sottolinea c o n pause più o meno profonde la profondità del concetto. Kelle osservazio– ni in calce allo stesso numero della rivista, pag. 951, si leg– gono alcuni dati sulla poesia in questione: presumibilmen– te composta nel 1938; s ::ir à compresa nel novero delle li– riche inedite che usciranno nell'edizione del Surkamp Verlag di Francoforte sul Me– no nel corrente anno e ncl– l"Aufbau Verlag di Berlino. Inutile notare I" importanza della pubblicazione di una li– rica inedita del Brecht su una ri,ista del tono di Sinn und Fonn, fondata da Jobannes R. Becher, il Wscusso autore tedesco di cui è uscito in que– sti giorni, in edizione itali31la., !"unico romanzo da lui scrit– to. Nello stesso fascicolo ,; sono altri numerosi articoli, tra cui un saggio su e Le pa– role sono pietre • di C. L.,e,,; e alcune poesie tradotte di Quasi.modo. T o r n a n d o al Brecht, leggo lo stralcio di una sua composizione nel nu– mero di marzo di Konkret, un giornale di cultura e in– fonnazione politica edito da associazioni studentesche del– l"Unh-crsità di Amburgo, che tratta dispamti argomenti, sempre di interesse attuale e giornalistico. In questo nume– ro, ad esempio, si trova una • Lettera ad un esquimese > u-adotta dall'inglese: e L'altro uomo• tratto dalrOpera om– nia di H. Ma.on, una recen– sione su Loliu di Kabokov e ,·arietà. Dal passo riportato di Brecht, dal titolo e Un'ap– prensione •, traduco uno dei punti più significati\.;: e _.Io penso alla guerra. Natural– mente la mia av,-ersione non potrebbe esimermi dal mar– ciare con gli altri, ma, di,--er– samente da tutti gli altri. io non vedo neU' uomo contro cui spiano la mia arma un nemico, ma un po'\"ero dia,·o– lo. Non potrei credere che ab• bia intenzione di tubarmi mi– niere e giacimenti carbonife– ri, per la semplice ragione che non ne ho ... ,.. Torno adesso un po' indietro a pub– blicazioni del genna.io 1960: in e Die Kullur », edita mensil– mente a Monaco, in e Univer– sitas •• rivista di arte, scienza :nl~~~~tu~ ~~ 1 ~~~~ ~eo~ e Union >, organo di cultura e informazione, che esce a Ber– lino, vi sono, fra l'altro, ar– ticoli su A. Schwciczcr, per !"ottantacinquesimo com– pleanno del medico tedesco. ~a if:h~~~~• ài:c:: ~: ,-ersazione col l>ottor Sch– ,veitzer • del Padre belga D. Pire, Premio Nobel per la Pa– ce: e •• Je crois à l'aveni.r dc ce temps. Mais il fu.ut le fai– re ... •· Ecco i temi su cui ver– te la com·ersazione: l) Noi dobbiamo lottare con ogni forza contro i pregiudizi che d.i,;dono i singoli Paesi e i singoli uomini. 2) A.. Sch'\\-eit– zer combatte con tutte le sue forze contro le operazioni di ricerca atomica, a n c h e se queste dovessero senire a scopi scientifici. 3) A. Sch– weitzer crede ali' ideale del nostro movimento, il e monde du coeur • che con le nostre forze edifichiamo per costrui– re una civilizzazione umani– taria. 4) A. Schweitzer parlò dell"onnipotenza di Dio e del– l"amore che si deve portarGli. e li faut redevenir. par la Re– ligion, par la pensée, des Ctres humains qui ne se pcr– mettent plus de inhumanitCS collecth-es. 11 y a le Comm.u– nismc, dira-t-on. Mais la tou– te Puissancc de Dieu, la lais– sez vous dans I' armoir? 11 !aut a,·oir confiance en DieuL >. E inoltre continua A. Schweitzer: e li• profondo rispetto delta ,ita non con– cede al saggio di vh·ere solo per la scienza, anche se è uti– le all'umanità. Non concede aU'a.rtist:1 di vh-ere solo per !a ~ua arte,_ SJ?cl!ese cosl egli 1sp1ra molnssuru. Da noi tut– ti essa pretende che si sacri– fichi una pane della ,;13 al– raltra vita ...•. Sch~~i~:. t c~i !o~ i:~ tende allontanarsi dal mondo e da.i suoi problemi...•. (Cri– tica conclusiva ali' articolo • Grazie al Dottore della fo– resta ,·ergine•• nel numero di gennaio 1960 di Union). LIA FAVIA

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