la Fiera Letteraria - XV - n. 23 - 5 giugno 1960

Domenica 5 ~ngno 1960 POETI FRA CESI D' OGGl A CURADI DIEGO VALER[ * André Frénaud * A ria del venditore ambulante Niente aglio niente stringhe niente acqua di sante niente almanacchi niente pacchetti per le donne niente regoli e compassi lisci niente cavoli rossi niente veleni niente adulterii né ferri né -muschi niente stelle di mare o d'amore né semi dal polline burroso niente annunci di nasci.te nuove n mondo è vuoto più niente da vendere. Parigi O naviglio dormente che mi attendi di lontano a Parigi o mio anore e mia festa mio segreto riacceso nei tuoi occhi. O mia Senna stivata in acque di primavera O cimiteri innocenti di memoria o mia vita passata che verdeggi più colma eh non fossero i tuoi giorni splendenti di una volta La tua neve nella mia anima e i miei fiori o mantello per brillar nell'inverno dell'età mia le mie ferite sono colore del tuo cielo O Parigi le tue arene per domar le mie bestie i miei tori albeggianti nella notte e la mia morte calpestata e il mio sangue che spunta nei loro occhi e n mio riso O Parigi i tuoi ponti - nuovi pe1' varcare i miei abissi le tue due isOle i miei occhi oscillanti sul fl= le tue finestre della sera le mie attese lontane e le tue porte di albergo i miei ingressi nel mistero La tua prora o Montmartre e le tue torri per iruil.zare i miei rifiuti i tuoi rosoni per mirar,r la bellezza e le Halles al mattino e i gridi del giardino la tenerezza del giorno O Parigi mia mandorla azzurra..a.mara mia pensosa riserva fino alle pietre del tuo seno mie gramirulcee dolci i tuoi mercanti di col.ori alberi della mia voce viva e il tuo cielo putrescente e il mio elmo jncanta.to. Epitaffio Quando consegnerò la mia ardesia al Nulla uno dei prossimi giorni il Nulla non potrà ridermi in faccia Le mie cifre non son falsificate e fanno un puro zero Vieni figlio dirà coi suoi d,rnti freddi vieni nel s,rno di cui sei ben degno Ed io mi stenderò nella sua dolcezza.. André Frérulud è nato a Montceau-le1-Mfne1-Mine1 (Sa6M-et-Loire) nel 1907, ha. pubblicato nu-meroae ,-accolte di poerie: Les Rois-Meges 1943; Solcll irréduc– tible 1946; Poemes de Brandebourg 1948; Source en– tière 1952; ecc. Poeta dolorosamente umano; .rtTa.zt.ato dalla trita e colmo di un inguaribile amore della vita. Ha una ,ua forma, volutamente di.tacJ.onia.. un ,uo ritmo oipcroso, energico, un ,u.o tono cupo eppure luminoao. (trad. di Diego Valeri) t~ FTER~ LETTER~RT~ SCRITTORI VENRT.I: .a COXVEG:SO * Condannato l'usdel dialetto * di Gl1\;0 11·0GARA La sentenza è stata cstrc- Giovanni Com.isso, il quale mamente sc,-cra. il processo in più di un caso offre escm– ha avuto momenti di accesa pio felice di come una lingua polemica, si sono udite voci possa assorbire gli spi riti, i irritate. La riprovazione ~ succhi del dialetto, cii\- cnt.an– pan.a unanime, poicb~. no- do lini1J..auiO ori&ina1e senza nostante i ripetuti inviti di ·venir meno alla propria figu– Oiego Valeri che prcsicdc\'a ra unitaria, di come un dia– in aula, nessuno s'è IC\-nto a letto possa diventar linguag– fare opposizione.. D tema del- gio entro la lingua unitaria la prima giornata: • LlniU,3 e serbando l'ori&inario sapere. dialetto negli scrittori vene- E' stato lui, Comis.so, ad as– ti dell' 'SOO e del '900•. si sumersi il ruolo di pubblico ,ride subito che era soltanto accusatore in un processo che un pretesto, l'esca per il pro- non ha ,isto nemmeno un di– cesso all'uso del diaJetto (e Censore d'ufficio mentre ha in specie all'abuso del roma- avuto in Andre3 Zanzotto un nesco) nella narrati\'3 con- pubblico ministero tagliente, tempcranea. E pcicM Pa.so- di un'ironia spietata che ha lini non si è costituito, l'im· chiesto e ottenuto una con– putato è stato condannato in danna senza appe.Uo. A cbrgli contumacia. Glì stessi Manlio man fone sono intervenuti Dazzi e Ugo Fasolo che, pur Filippo Sacchi, !andatissimo dichiarandosi contrari agli contro e l'ibrido lingu3ggio •; esperimenti dialettali in co~ Valeri, citando il saggio di so, cercarono di. tro,·al"'iii Pomilio apparso od numero qualche attenuante, finirono due delle e Ragioni narrati– per unirsi a tutti gli altri nel ve• come dcfinitl\'o nel di– tirar la fune. Al capo oppcsto battito e DiaJetto e linguag– della fune, come s·~ detto, gio •; Carlo Bctocchi, ,-cncto non si ,·ede\'a nessuno. però onorario, ribadendo una pro- 13 fune tcne..,a, tiene e, al- pria precedente posizione fio– meno per ora, chi ci guada- reatina; Marcella Gorra, ru– gna (col minimo sforzo) è goni Stem, Bruno Mjgliorini proprio chi a Conegliano ba e, per lettera, Giuseppe Ber- discnato. Del resto, dalla ~%~/~al~ ~~~~~ terr.:t di Nievo e di S,'CY'Oe, S,-c,·o a Motta di Ll'\"CllZa, perchè no? di Fogazzaro (IPu· luogo do,-e egli pcrl in un sto per il modo in rui egli incidente automobilistico, de– ~~'3 a~ra~ ,~~~t:;J}~ dicandogli una stele da eri- Da,>id Herbe.rt I.awrence con la sorella Ada rercnte? E dalla terra di La condanna dell'uso del ------------------------------1 ~~~1:1~ ~~ti;:n:~~ POESIE D'OGNI TEMPO E PAESE * Invitoa g~ardar fuori * tli ELIO F- ACCROCCA Togliamo per un po· lo sguardo dal no:ni di casa no– stra. sempre cosl abbondanti. pUa contro pila. e ri,·olgia– molo al d1!uori con ar.enZ!o– ne, con cura. sia pure per trarne un sollievo del tutto pe.rsonale. almeno questo meritato. doPo tante letture di libri e libretti di autori nostrani sempre pronti alla guerra ed all'insofferenza.~ Ecco un esercizio che po– chi. pochissimi giO\'aDi poeti nostri mostrano di curare, mentre tanto gioverebbe ol– tre che alla conoscenza di– retta e alla preparazione cul– turale dei singoli. anche al diradarsi delle pres..<ioni e delle raccomandazioni sul po– vero banditore di turno. Apolhnalre non sollecita recensioni e neppure D. H. La\\·.tence. né Villon o Eu– ripide, e quanti altri antìchf e contemporanei che non ca– piterà mai (purtroppo) d'in– contrare per la strada. Son quegli autori che si tanno ri– cercare. preziosi come l'aria ftna. delicati.ssimi nell"entrar– ti a casa in punta di piedi, silenziosi eppure eloquenti nl!!lla loro lingua (ab. se po– tessimo intenderli tutti). di quanta ,·ita vi,.•i! Ma grati noi siamo anche ai tradut• tori del loro verso. alla loro generosa opera di .. neo-c."i– stotori .. che ci consentono di gustare un miele non atteso alla nostra mensa. ,..L'aria fina.... di questa sta– gione ci è dato di respirare a pieni polmoni nelle opere, alcune addirittura in!egrali, di poeti penetrati nella cul– tura di tutti i popoli. senza riserve. e la cui espansione letteraria è ormai acquisita. Conoscerli è un dovere. Ri– leggerli è un·occ•sione da ::aon !arsi sfugJire: se non al– tro per l'acquisto che se ne fa di dimensioni nuove, di indicazioni e direzioni che eomponano l"approfondimen– to - in noi stessi - di espe– rienze di vita e di interessi ebe allan,tano i limitati oriz– zonti della nostra ombra. Tra le recenti edizioni c•è da fare un'ampia scelta: un tesoretto da portarsi dietro in vacanza per tornarne arrlc– ehiti. di letture, come di jo– dio e ossigeno. de ancora una lapide - sia detto per incisio - nella ca– sa di via Torino (se non er– ro>. sulla quale si potrebbe– ro trascri\"ere i quattro ,·ersi che si leggono in apertura di Callig,rammes: , RaiLt qui Jig,ote.: ies nation.s - ,You.s ne somme.s que deu..x ou trois homme.s - Libre.s de tou.s Jien.s - Donnons-noU3 Ja main,. Altra opera completa sono tutte le poe3ie di D. H. La– wrence apparse in due volu– mi presso .. 1 classici conte:n– poranei stranieri" di A. Mon– dadori, tradotte da Piero ~ardi, squisito conoscitore di questo poeta inquieto e sp.."'t'.• giudicato che è sl il delicato cantore del mistero della vita ma anche - guardate a pa– gina 1117 - l'assertore di una società liberata dall'im– broglio: ...Ueeidete U danaro, banditelo doU'esi3ten..:a. - E' un istinto depravato. un re– conduo pemiero - che cor– rompe il cervello, il 3ongue, le ossa., i te3tiooli, l'anima. - Ficcatet:i bene 1n testa che la .societd der,e ba.sars-i su un principio dtfferente - da quello d'ad.esso. - Dobbiamo m::ere il corag,g,io della fidu– cia reciproca. - Dobbiamo avere la mode3tia della vita 3emplice. E J'in dit'idu o de– t:1eavere la sua ca.sa. 1l suo cibo e il suo foc o de l tutto gratuitamente - come un uc– cello,. Poesia come impeto. come presa di posizione. Dal sin– golo al gruppo. al movimen– to: dalle ragioni di un indi– viduo a queUe di una società. in fermento. di un'arte in– quieta e di tendenza. Poesia di esaltazione ch•ile. U cw spirito epico-Jirico ha dato \"ila a quella letteratura della Resistenza spagnola imper– niata stil nomi di Jiménez. Guildén. Rafael Alberti e di alt..'i. alle cui \"OCi si sono a~giunte quelle solida:! di Eluard, Arai;?on. Super-delle. Xe.ruda. Auden. Spender. Mae Xelce. Hugbes. Brecht. Erenburg ecc.: poel!ia di pas– sione, qual'è quella ampia~ mente raccolta nel Romance– ro della Resi.sten:a spagnola. da Dario Puccini (editore FeJt?inellO. Chi voglia im.·eec appro– fondire la conoscenza del movimento surrealista che tanta parte ha avuto (ed an- cora ba) nella coscienza let- ~ersioni di Gia:i Carlo Pozzi (Choplinesqu.e e altro, Edi– zioni della Rotonda. Berga– mo) da Lucrezio. Virgilio. Bart Crane. Radlguet, Cen– drars. Michaux. ecc.. e il quadro. non certo deftnitl\'o, è dato: un quadro dei più. re– centi cc.ristofori • (come ab– biamo osato chiamare i tra– duttori per l'immagine che cl viene spontanea dinanzi agli occhi quando li vediamo tra• ghettare nella nostra lingua il frutto della loro devozio– ne) per mezzo dei quali si può gustare U miele inatte• so. giunto anche sulle nostre mense. In Grecia di Caterina Vas– salini (con una premessa dl Ungaretti) e Dia.rio di Gr!!cia. di Laila Romano (entrambi editi da Rebellato) non sono traduz.ioni; come pure Noue• cento in Gttmonia di Lavi– nia Maz:rucchetti (A. Monda– dori editore): tuttavia all'in– segna ..del guardar fuori• rappresentano la trcdu_"lone del loro mondo culturale af– fettivo. dei loro interessi di .studl~e e di ammiratrici e di visitatrici di una parte dl mondo scoperta alla luce del– la letteratura presente. E" un modo di ..guardar fuori"" anche questo. o di ...guardar denfro ... che alla fine è la stessa cosa. ELIO F. ACCROCCA il primo atto del e CoD\·egno degli scrittori \'CDeti• orga– nizzato il 21 e 22 maggio dal Lions Club di Conegliano, la ridente e d'arie gentili cit– tadina della marca gioiosa, patria di G. B. Cima e gene– rosa di spiritosi vini, ,·erdiso, prosecco, raboso del Pia\'e, nonché di ritrovi gastrono– mici ai quali gli scrittori \'e- neti son sempre stati affe– zionati. Non per niente il convegno ha tenuto le sue riunioni nell'aula magna del– la Scuola di enologia, affre– scata prodigalmente di alle– gorie dionisiache. Nello scor– so ottobre lo stesso Lions, presieduto da Kino Dalla Zcntil, un medico amabilis– simo e di umanissima cultu– ra, prese l'iniziativa di una e table ronde• fra pc:,eti ita– liani e francesi (rimandiamo il lettore a quanto ne scrisse allora l'amico Accrocca). La riuscita fu tale che non po– te,·a non in\'ogliare Dalla Zcntil e i suoi collaboratori a un secondo esperimento. Il Veneto, e qui bastino alcuni nomi fra i tanti e i non an– cora citati, Pio\'eoe, Buzzati, Nardi, Dal Fabbro, No,-cnta, Quara.,tolli G3Dlbini, Stupa– rich, Cibotto, Parise, Came– rino, Palmieri, il Veneto dunque non si può dire ceno sproweduto di scrittori, ma, come ha rilevato Shio Guar– nicri, tracciando un realisti– co sconfonato panorama dell'organizzazione della cul– tura nella regione, non pos– siede una società lettera.ria. Gli scrittori, nella maggio– ranza, emigrano: Roma, Mi– lano; quelli che rimangono ,ri,-ono a sé, ignorandosi e spesso lasciandosi ignorare; si a,..,·crte il bisogno dell'in– contro, della solidarietà, tut– tavia né l'uno né l'altra si realizzano, per cui si ba una situazione monificantc della quale soffrono sopra tutto i Clo\"annl Clllo: • Paesag&fo • gio,-ani, sempre piO. delusi. Esistono grossi organismi culturali, ac:ccntrati in spe– cie a Venezia, ma essi (So– cietà europea di cultura, Cen– tro Cini. Biennale, Premi Marzotto ,ecc.) non rappre– sentano, secondo Guaroieri, una caratteristica \-cntta, po– trebbero stare indifferente– mente a Firenze o a Torino o a Napcli, e ili uomini che attendono al loro funziona– mento spesso non sono nem– meno dei ,·coeti. Esjstono le Università di Padova, Vene– zia e Trieste. che tutta\'ia non si innestano nella vita culturale, restano al di fuori della realtà e della pratica quotidiana della cultura. In che modo pcrrc rimedio a una condizione cosl statica e di isolamento, condizione che però la.scia intendere di pcs– scdere mezzi e qualità per essere fatta ,;..,a e atti,-a? Si pensi alla coraggiosa opero– sità di alcuni editori, 1 cri Pozza e RebeHato, i giovani di e Ca' Oiedo •, e lo stesso .-Zibaldone• triestino di Stu– paricb e della Pittoni; ai premi letterari Cittadella, Stradano\'a, Montebelluna; al– la ri\'ista udinese e lA Situa• .:ion~ • di Paolini. In che modo porvi rimedio? Dalla Zcntil ba dato mano alla campagna del Castel di Conegliano chiamando a rac– colta gli .scrittori veneti i Quali, accorrendo numerosi. hanno premiato 13 sua fidu– cia e dimostrato che in veri– tà c'è in loro il biso'1}o del– l'incontro. Cominciamo col conoscere.i, ha detto Uso Fa.– solo, perc.M la colpa dell'iso– lamento e della solitudine in cui siamo tenuti ~ principal– mente nostra: dall'incontro e dall'unione non trarremo che vantaggi, avremo una ,·occ e ~n~r:~=o~~ti ~~a~~~ con acx:coti patetici Pozza, Rebellato, Valeri, Comisso e infine, acc:lamando, i molti altri tra i quali (e ci scusi– no i dimenticati. che non sa– ranno pochi) Pullinj, Carlo Della Conc, Pompeati, la Quarctti e la Zangrandi, Ren– zo Rosso, Mazzotti, Mesirca, Coletti, Vianello, Kaldini. Paolini, Maffioli; e c'erano anche i pittori Zanc:anaro, Balest, Pi.n:inato, No,·cllo A questo punto, dalle mani di Fasolo è saltato fuori il progetto per 13 costituzione di una &xu,~ veneta degli ~t{i°r;;~~e{~~!rasot tosc.ritto tutti i present::., E' stato il secondo atto fruttuo– so e non previsto del con– vegno. Diego Valeri ba pro– posto che sia Conegliano la sede della società, il sindaco Da Broi e Dalla Zcntil con il Llons Club se ne sono detti lieti e onorati. Si farà fe ~~~li:~ ne g~l~:t~ di a,·er smosse le acque len– te dclla cultura Yeneta e spin– to gli scrittori ,-cneti uno nelle braccia dell'altro, col fa,-ore dei suoi vini genuini delta sua cucina casalinga: delle t~n-ole imbandite nelle coni delle osterie di paese e di un paesaggio che la ta– ,·olozza del Cima, come ci dimostra Luigi Coletti nella splendida monografia edita da Pozza, non pctc,-n meglio esaltare. GINO NOCARA Pag. 3 LA ?IIACCHL\'A DELLA VERITA' * La guerra continua * di 1<:LIOTAL\RICO Durante la guerra. fosse me-rito del terrore che veniva dal cielo o del costante pensiero della morte, gli uomini si .Tentivano più buoni, con se .Tteui e con gli ahri: tutti soldati, anche a mille c hilome tri dat fronie, e i soldati • scolpiti in quattro ver.si da Giuseppe Ungaretti: Si sta come - d'autunno - sugli alberi - le foglie. Abolita qualunque iniziativa gli uomini pensavano soltanto a se stessi e aUa loro preziosissima pelle: ce que lbomme a de plus profond est sa peau, aveva .scritto Gide. Poi ven ne l'euforia del dopoguerra, l'ansia di riguadagna.r e il tempo perduto, l'ambizione di poter deviare in mo do vantaggioso il proprio destino: le foglie secche di qualche anno prima. colme di nuova linfa e rinverdite dalla clorofilla, ebbero t·mu.s-iorn.? di una .seconda giovinezza e ritennero, forse in buona fede. di non poter mai più essere divelte dall'albero della vita. ;,.,·essuno .sembra accorgersi, invece, che la guerra continua: la guerra più antica e più tremenda. quella dell'uomo in lotta col tempo: e il tempo corrode le– pietre, pro.sciupa fiumi e mari, cancella ciDlltd, distrugge tesori d'arte e di scienza, noncurante di queUe piccole formiche che n d~nno tante arie e che, al pari delle vere formiche, vivono .si ripro– ducono lavorano e muoiono a ogni calar del .Tole. CM cos'è la paura di un t>ombardam e-nto di fTOnte alla paura di una morte improvui.sa, di una fulminante angina pe-ctoris, di un inf arto cardiac-o che ti colpi.sce come una pugnalata, quando me-no te l'aspetti? La maggior parte degli uomini .si com-– Portano come .se fossero immortaU: e la loro crudeltd net farsi largo a gomitate nella cita diventa cosi. ridicola da dare Le vertigini: basta guardarli app,ena. con un po' di di.stacco per conoince,-si ch'e.sri ri affannano inutilmente, be.stialmente, 3tupidame-nte. Arrivato alla .soglia dei qwirant'anni l'uomo, ge– neralmente, ha una. crisi di ango.scia cui tenta di reagire in vario modo, 3econdo il proprio carattere e le proprie energie interiori: tal.uni concludono a. queU'età la loro vita con un bilancio fallimen.tare e si ra ssegnano a considerarsi vecchi, .senzq più tpe• ran.ze e senza ambizioni: altri, e sono la grande mag g ioranza, superata la crisi nel volgere di pochi me.si. inventano La leggenda che la vita comincia a qua rant'anni. Una frattura, però, c'è stata: una vasta ferita che incide soprattutto net campo sentimen– tale: l'effltenza, divisa in due metà purtroppo a..uai div_er.se, acq~~ta .- '!ella seconda parte, la più de– te-nore. la p1U mt..Stenosa - un nuooo timbro e un nuovo ritmo: indu.Jge agli clementi concreti, ripudia i sog~! e la fantasia. Il ritmo diventa traoolgente. non ce paragone fra la calma dei giooani e l'offa~ noso dinamismo dei oecchi: motus in fine \·e1ocior, gli uomini di una certa etd sono tutti osse3sionati dal timore di non fare in tempo, di lasciare .sospt!sa la propria opera, di non lasciare una. tracci a del loro pa..ssaggio terreno. Più tardi. nvcicinando.si alla n_ièta final~: ~rd~ qualunque senso de lla prospet.. taca: e, gia in. vi.sta del traguardo, non ne hanno più_ coscienza, ipocritamente affermano - proprio em, i costruttori del. proprio de3tino - che l'aove. nire è nelle mani di Dio. Elettrizzati da.i nuooi. con– cetti delta gerontologia, anche i vegliardi si credono immort_ali: dicono, a settanta, a settnnt'aeinque anni: e Dovro pure pensare al mio avvenire•· Si dice che i fanciulli sono cattioi e di.e net corso dei loro giochi, .suelano a chi li osservi u' loro malvagio temperamento; ma, se 30no cattit;i lo sono per i.stin~o: gli uomini, _invece, lo_ .sono per 'ragiona.– menl?- Naturalmente si tratta dt un ragionamento sbagl_t~to: osse~te, .soltanto per un attimo, la gente ~e httg~ ~ via, il capufficio che vuole distruggere 1-l. propno dtpende-nte. l'uomo d'affari che rinuncia at più innocente svago, per la morbosa manla d'ac– <:1:'-m~lar quattri!1-i.. Sono tutte persone mature, vicine a, cinquant'anni: se tutto va bene, quanto pouono campare ancora? Non chiediamo che si facciano un esa~e. di coscienza, sarebbe chiedere troppo; ma è possibile che, guardando3i allo specchio, non si ac– corga'!o de_Ue devas~oni apportate dal. tempo al loro viso, ai loro occhi, ai loro mu..seoli? Com.e diceva A_ml.eto? Andate dalla più bella donn a di corte e ditele che tutto il suo bcUcuo n.on potrd prese-r– f!Grla.da tt~nta r0uina. Siam.o legati a un filo, e non e necessano essere vecchi pe-r temere la morte; ma n~meno temerla, quanto - in ogni ora della no3 tra gtornata - eucre pronti a fare il gran<!.? pa... s.so. Si obbietterd che, al lume di tali conofnzioni ta. vita corre iL rischio di arrestarsi:se tu.tti ri pr~ ~passero d_ella. morte, nessuno ri preoccuperebbe p1u _della _vita, !Wn ci sarebbe gusto a lavorare. a S~C7"!ficar~ per 1l progresso del mo ndo cioile. L'ob– b1enone e , ensa.ta. ma il di.scor.so che an.diamo fa – cendo, lungi dal l'essere pess imistico e demoral.iz. zante, vorrebbe recare conforto a chi ci seg ue Pr o-– prio ~~ché_~ vita del.l'uomo, dalla culla alta ~ba, non dà 11 !71"nu_mo se~'? di sicurezza: e proprio perch~ ogn~no di nm, dal piu ricco al più pooe-ro, dai Po– tenti della terra a, paria delta -'ocietà d41 genio all'ifi~ta, ~ll'arti.sta al bracctante, dal• prepotente al timido, e come una. foglia. secca in balì.a del vento ~corre adoperarci perché - quando tutto sard fi.. n.Uo_- Q~lch.e- C?O!a di 00$tro rimanga n.eUa me– mona degh uomint. La nostra fragilità dovrebbe rende-rei buoni e soprattutto sereni: que.sto il se. greto per es.sere felici. ELIOTALARICO Tutta l'opera. poetica dello autore di Alcools e Call1- orammes è offerta dall'edito– re Guanda (Poe.sie d1 Apol– Iinaire) per la traduzione. con testo 1. tronte. di Mario PasL L'ampia pre!azione di Sergio Sol.mi è la migliore introduzione al poeta che do– minò la scena letteraria t-ran– cese nei pruni anni del no– stro secolo. teraria trancese.. dispone di due opere significative e in– teressanti. entrambe pubbli– cate da Schwarz di Milano: UN DI CUI * NON SI P 1l. RL 1l. Anticonvenzionale. anima– tore di energie nuove, Apol– llnalre. nato a Roma. atten- La poe.sia. surreali.sta france– u curata da Benjamin Péret. un·antologia comprendente testi ( tradotti da Roberto Sa– ne.si e 'Dristan Sauvali/:el di "Fuga ~~~ 0 È1ua~C~: e r:ei:.: Non intendo qui di toglie- ria del Surreoii.smo in due re inchiostro alla valida pen– voiumi. rispettivamente dei na di :Ferdinando Vlrdia. Vo– periodi 1919-19-15. con testi- glio soltanto spendere quai– monlanze dello stesso tonda- che parola sul libro di un no– tare del movimento. A ndrè tissimo economista., che ~ an– Breton. U quale attraverso la che ricco di doti artistiche registrazione di conversai.io- e di studi umanisttcl Si trat– ni t enute alla RadiodUiusio- ta di un romanzo di Alberto ne ! rance.se illustra le origini de· Stefani PiO.che romanzo. e le v icende del Surrealismo. è un Itinerario dello spi.rito, e dal 1945 ai nostri giorni a uno spi.rito superiore, in un cura di Jean-Louis Bédouin periodo tragico della nostra che ne illwtra gli aspetti più vita nazionale. Niente odio. appariscenti di questi ultimi né amare zza: m a l'ansia di anni. toccare t verti.ci ov'è pace e Poeti francesi e ingle5l, silenzio. spagnoli. ungheresi. ai qua- n \"olume. riveduto e 50 el– ll in questa bre,·e rass.egna lito con raro cor aggio. rima~ vorremmo a~2iungere. per il ne un origina.le documento non minore interesse suscita- della nostra età cosl procel- ~~ fttr~~d~i;~~a{!, ;:~: Iosa (Fuga dal tempO. • Cap- \"erso la sensibilissi.ma ma.no pelli). di Camillo Sbarba ro (• Ai· Comincia col senso stuplto l'insegna del pesce d'oro•>, di una gran libertà perso– e. sempre presso lo ste.."-So nale, che solo in apparenza editore Vanni Scheiwiller: contrasta con La necessità di Catai. un'antologia di liriche Ì::~~~ eul:~~'.a~b~~ ;~~ tif:ed~~e n~fe di'i~ condannare a morte o alla vi- dal tempo" di Alberto de di ARTURO UilRPICA.TI nfese. libero liberissimo. La tresca gioia de.I suo spi– rito deriva anz.J tutto dalla eva.sione, prima materiale Ccammlna cammina per valli e montagne come nelle fa– vole delle nonne>. e poi spi– rituale, da tutte le pastoie, le conve.nz.iOnL le limitazioni, le buaie, le coercizioni della società politicamente oni:a– nlz:zata. Fa.sctsti? Antifascisti? Li– berali? Comunisti? Parole che a poco a poco. durante questo mistico distacco dalia realtà .sociale. perdono via:o– re. suono. slJcniftcato. Proprio lui. il dnanz1.ere. il politico. l'uomo economico non dà più. alcun senso e va– lore alle leggi che pur lo iln· pigliano co me un r agno nella rete da lui ste.uo intessuta. Vìta nuova, scarn ita. essen– ziale: quella delle cose dello spirito. cielo di cr;_rtallo. Per la s!ron<iatura generale sono da vedersi. in questa nuova e. dcllnlth.t redazione del li• bro. I capltoU del suol ricor– di di fanciullo (Il). e quello ov·è. Il racconto della povera giovinetta suicida CVI). La solitudine: ecco un dono a cui non aveva mal iUarda– to. a cuJ no n aveva mal ane– lato; e il sllenz.lo: un'altra beatitudine di cul n on sospet– tava l'ineffabile beneflclo. Silenzio e sogno! Poter v:f• gare senza ostacoli nei reamt della tant.asia. comporre e scompone mondi e sistemi. passioni e asp1raz:loni, senzA i nncoli spietati del tempo cotidiano, delle cure cotldlA· ne. delle ferree imposizioni dell'uomo organizzato nello ., Siato. per guidare ( oppn• mere?) e di!endere ( spes.so sopprimere'!) l'altro u omo . Lo scrittore.. o. meiz,lio. U pceta ritrova adunque un pa– radiso perduto, quello del mondo Interiore: e il ritrova Dio. - SI. tuggendo di gen– te in gente, di paese in pee~ se. invece di na9Cere in lui il ribelle sodale. l'anarc.hlco politicamente inteso, nuce un e\.·angelieo rivoluzionario che tro,·a unmenso compati– mento in sé per I propri compagnt d'umanità e si pla– ca. e posa la mente. in tuaa dalle cose credute troppo vl• ve e belle e concrete. net pensiero solenne e ristorato• re delle leggi di Dio. E QUe– sto Dio è il Cristo. Stefani sarto, anz.1nO Cl\."O a1 fl nl del– l"arte. Ma tutt' insle.me è un libro sincero e to nda.mental– mente puro: e però soccor– revole. E" un ln\'ito a ricor– darsi di ,,tagglare ogni tanto ne.1 p..--oprio mondo ideale. a veden·t i chiari segni di Dio. ,. a scoprirvi le ragioni della speranza, vale a dire le vere ragioni del nostro vivere t.er– reov. Approfondire cos1 li aensu deJla vita vuol di.re per Al– berto de' Stetant sv elarsene la legge. 5COlpinl davanti agli occhi !'essenza di quel– lo che oscuramente noi sen– tiamo e chiamiamo doone– :J'a quale lotta lnt,rtore per giungere a una slffatta lnter– pretuione dei poveri 1iornl e destlnJ umani. • - Sl. b1- sogna es.sere spietati verso se stessi. perché l'Uomo ~ cor– rotto dagli adatument:i e dal– l'abitudine delle Qiu,titka,..-io– nl ~. - Vero. Ma soltanto t santi giungono su queste \"et– te. Gli altri uomini operano solo di tntto In tratto qual– che lirica , /ug,a dal tempo•• che perb U risolleva dal fan. go soverehlante. e !one ?t salva. Donatella Valori: • ComposW one • nest ienollosa del quale lo ta di un penitenziario. stesso Pound presenta Cstes- 1 Anc.he se lo agguan\assero, so editore) L'fdeo0ramma et- quella tib,rtd non gliela to– nC.se come mezzo di poeria., glierebbero più. E' ormai una una • ars poetica• suggesti- I conquista socratica tutta sua: va quanfaltre mal e, pur tra l ceppi, egU sa• Si aggiunga una raccolta di rebbe, come ll fUoso!o ate- Anche i ricordi quando tn• sorgono. e spesso violenti co– me quelli dell'amore e della carne. pesano per un po· rul– l'anima, la lntorbjdLscono, ma. poi si sciolgono a guisa di nebulose tormaz:ionl sopra u.o D libro è di tipo spiccata• mente surreali.sta. ed è per– sonallssimo sia pe.r U proce– dimento audace e nuovo. sia per lo stùe netto e ptttore– sco. Quel don Giuseppe, al· l'inizio. è ai.tratto con un candore e con uo·attenzione bonaria. che ricorda certe ca– ste Hgure di preti del Pogaz.- 7.a.'"0. De Stetani è di Vero– na e Verona non ~ distante da Vicenza: gl'ln11wsl subltl da ragazzi si tanno sempre, anche inconsapevolme::te. sentire. Cl sono ritratti pst• cologid di donne, ln cui U narratore eccelle. e che tt !ermano per la loro esattez. za e potenza. DUetti non mancano, soprattutto quando il De' Stefanl insiste in uno s!ogti,o dialettico non ne<::es- ARTURO MARPIC.\Tl

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