la Fiera Letteraria - XV - n. 20 - 15 maggio 1960

Pag. 4 CA FIERA LETTERXRTA Domenica 15 m~e!rio 1960 La Grecia di ieri e di oggi nel panorama culturale europeo Un poemetto Una pagina i edita diKasanzakis A XOTTE prima d'andare a tetto mJ cogliev a un umore; seou,·o oo?lsonno lavorare il se.me; oe.Ua santa pace della oot~e lo ascolta,·o brucare com e baco da seta !e foglie del m10 cuore sforzandosi di tra– sformar-le 10 seta. le stelle salivano. tracciavano uo areo sopra la mia testa e scendevano a occidente. il tempo correva cer me acqua immortale. Sentivo la mia come un'arca. sopra,'lSSuta alla tormenta e al diluvio. ,-e.leggiare con fiducia e !ennez:ia. carica di ogni seme - ani– mali, uccelli. uomini. dèi. :l.Jobilitavo tutti f miei ricordi. ripercorrevo tutti i miei viaggi, richiamavo in mente tut:e le grandi anime alle quali a\---evoac-, reso un cero nella mia ,.;ta. facevo Ouire a ondate il mio sangue per alim«ltare il seme che c·era in me. e a..<petta,·o. Lo nutrivo di quel miele prezioso che ~ve\·o racco:to dur-...nte tutta la mia vita infi– landomi nei più p:-ofumati nei più ,+eJenosl fiori. Provai per la prima volta cosa vuol dire amore pa– terno. e quale fonte di eternità è il fq;lio. E siccome la perla è malattia e insieme capola\.'Oro dell'ostrica. senti\•o un turbamento e una !ebbre nel mio san– gue. ma insieme anche il m essaggi o segreto. che v h·a da profonde radici. di esse.re arrivato, di es– sere vicino al momento più critico; da questo seme. da questa unica prole sarebbe stata giudicata la di Jorgos Seferis Vaga,·o di notte nelle strette strade di Candia. e da ogni angolo mi ,-eoivano incontro remoti rjcor– dJ; X>COotra,·o me stes..,;:o fanciullo camminare soli– tario senza voler giocare con gli altri ragazzi. poi. - più tan:li. ado!escente andare a spasso tra le mura ,·e– nez!ane._ innalzate sopra il ma..'""e.nel c:-epu.scolo men– tre soUia una òolce arietta pregna dì salsedine e di gel.sommo àe1 giardini del quartiere. e d'odore di ra– gazze <:be ,mch'es...~ passegg1a,·ano e ridevano pren– deodOCt in giro perché troppa era la voglia che esse se.ntwano di farci ,-oltare a guarda:-e; ma 00 1 diSCtl-" te,·amo di D10 e_ se ranJma è immortale. E quando la luna era ump1da. profcnda. ero preso da un"ebrez– za am.maliat~ce; s'inebriavano con me }e porte e le tegole delle case - la p,etra. il legno, le fontane. i campanili Si spogli3vano de) loro greve corpo. s"al– leuerwano del peso che li opprimeva durante il giorno e la loro ao.ima scintillava nuda alla luce del– la luna. Vennero . prime piogge; il cielo"°s abbas...~ sulla ter.a. pre..c;ero fo:-za i semi nei solchi. soddisfattL La casa patema non mj pote\·a più contenere.. Fuggii so– lo. fuori della città. in riva al mare. nella casa ab– bandonata d'Un am?ro. La corte e.:a quadrata. cinla da alti muri. E dent=o c'erano due piante di limone. un cipre~ e a?etmi \·as: di basilico e di maggiora– na. Il portoncino ea pesante. !ano da tre strati d1 assi. come se f~e d'Un castello; la sua sbarra non la si pote\·a reggere per i! peso; bisognava mettere nit.la la fon.a deUe due braccia per toglierla.. Che feli cuà quando pote\·o fissarla e chttlde-:e la porta per restar so!o senza che nes...c:u.nopotesse metter pi~ de nel!a mfa solitudme. Quando entrerò o~ Para– diso - pensavo e guarda\·o con gratitudine alla sbar– ra - ti re~rò tor-te sotto il braccio per farti entra– re ron me nel Paradiso. Ah.:i reggeranno i ferri del lavoro; chi an'à la lancia con 1a quate ave .... -a com– battuto. chi la penna che gli era servita a scrivere. altro terrà per mano la donna amala; io terrò questa sbarra. Che gioia star so!o e sentJ;e fuori della tua soglia il mare gemere mrotre le prune piogge si scatenano sopra i !imoni e i c1pre1-s: del tuo cortile! E sentire proprio nel .:entro delle tue visce:-e roderti un seme! li seme giace\·a m me come una crisalide fascia– ta di una 5e0:za rigida e dura. immobile: ma sapevo che tn segreto. m silenzio. in questa crisalide muta. era ope:-ato giorno e notte un in.inter:"'Otto la,·orio pie– no di miste ro: si riemp:evano pian piaco le sue d.i– sanguale ,- e.ne. s'ammorbidivano le carni irrigidite: ora. ecco. ~p oterà :a scorza alle rue spalle e appa– riranno le premature. ncce e impo!enti ali. Un ,·er– me era adag;at o nelb cr1stalide e preso da una im– prov,·isa e dJ\ i.na ?azzia ,·ole\·a uscir- fuori farfalla. E 10 asco.ltavo le p:imt" pioi;ge. ascoltavo la terra screpolare e sorbire :I dnu\;o. ascolta,·o i ge..-ml del grano a~be,·er-arsi. gonfiare. cacciar fuo:-i un ~rde potente amo per aggrapparsi nella terra squarciarla e uscire tuori a di\·entare spiga e paoe per nutrire gU uomini e non Jasci.:1: perire Dio. Giorni indimenticabili di sacra concent::a:tione. Pio,·eva; le nuvo!e si squaglia,·ano. appariva il sole Jimpido: i fiori di limone erano sbocciati e riluce-– vano. ancora verdi. i sacri frutti di limone. Di notte - mia sorte. Passò l'autunno. entrò l'in,·erno. Girovagavo in– torno al m10 rifugio pe:- i campi seminati. contem– plavo la paz.ie.nza con la quale la terra rinvangata e ancora senza ge:-mog!i ccnse:-,·ava anch'essa U seme e aspetta\•a coa fiducia la prima\"era; anch'io pa– zienta\·o con essa: era come se avessi cambiato ses· so. come se anch'io f00--::; femmina come la terra e nutrissi iJ seme. la parola. aspettando. l\oo dime."lticherò mai questi segreti mesi del– l'attesa. Lo sto:-nire che faceva il fogliame del li– mone. un'ape che ron.z.a\·a. il mare c he m al u·e\13 pace e sempre gemeva è! bussava alla m.ia porta. un corvo che sfiorava il te:.:o della mia ca sa. mi f~ vano sentire do!ore e urla\·o. come se un dio avesse scuoiato il mio co:-po e Questo non potesse sopporta– re nemmooo J'alito del ,·ento. Quando finalmente non potetti più :-esi.ste:e. E:-ano \-enute le gicmate piene di sole • del- 1"Uccello di gennaio •. quel~e che lddio. per SU.a 6-ande bontà. ha lncast.aio n el cuore detrinvemo appositamente perché i po\- e.ri uccelli del mare. ras– s.:icurati. ~ano generare e d eporre !e loro uova sugli scogli. t;na mat1jn3 dunque. in una di queste giornate. mi tuffai nel mare. nuotai. mi riscaldai lLCCH ad asciugarmi al sole. Raramente nella mia vi– ta a\-e\·o sentito tanto !eggero O mio corpo. tan;o al gra l'anLma. R:tornai a. casa. presi !a penna. mi pieJai con un legger-, brh·iào sul!a er ta. Sc:rh·e,·o poi crocell2\-o. Xon t.ro\ ·avo !e paro!e ada::e: o:-a es...<.e rano opache e inanimate. o.a sfron– tatamente vivaci e a momenti astratte. senz.a co:po caldo. gonfie d'aria. Altre cose a,·evo intenzione di dire quando mi accingevo a sc:i\"'ere.. e alt-e mi tra.– scina\·ano a di:se le pa.--ole disordinate e sb:ig1iate. IJ tono era !.=oppo prepoten.:e e straripava dal model– lo nel qua1e l'a\-e,~o ("('l~tto: occupa,·a sfacciata– mente più spazio e tbnpc. muta,·a. :-imuta,.-a e oon po:e,·o fissarla la mia anima. '-li fe~mai. Ave,-o capito; non era ancora venuto il momento. XIKOS KASA,""2AKIS * U segmmti pagine di Ka-! me.si fa t staio pubblicato san::.akis, tra le sue rtltinre, in rradu:ione inglese da una appart01gono ad u,1 libro di casa dr uova York de– memon·e ancora inedito c;stando discu.ssionì e plausi parlano della nascita dd suo:negli ambienti intellettuali potma Odissea, eh.e pochi .non solo anilosassoni. !xikos Ka.u.nu.kis * Sderis è nato a Smirne ocl 1900.E' diplomatico. Ele– na è dd 'SJ. scritta durante un ,iaggio a Cipro, e ,; riaf– fiorano temi e cadenze che hanno fatto considerare Sc– feris poeta greco più impor· tante tra i d,·enti. Lo stesso poeta ha prescelto questa poesia a rappresentarlo in un'antologia di poesia uni– versale in preparazione pres• so l'editore Bcsietti di Roma. * Presenza della nuova Grecia postbellica nella letteratura l,"uituno dopoguerra ha n– velato una nuo,•a Grecia al– la cultu.-a europea. Se da una parte scnt:o:i italiani e d"al– tri paesi andaYano in Gre– cia. in pellegrinagg10 alla - culla della nostra civiltà .. e ,; scorgevano solo quello che loro preme\·a. distra:ti verso la realtà nuo,·a. para!lela– ::nente proprio questa realtà ignorata ma riflessa nei libri degli sct1ttori greci vi\•enti. emergen alla no stra cosci en– za attra,-e.rso la traduz.io= ie. Limitandoci al la sola Ita– lia. da dieci anni in qua \"i sono ~a:i traàotti narratorl come Venetls. Kasa:uakIS. mentre parallelamente ,-eni– \·ano pre...<e.ntati anche i poe– ti g.--eci.. s;:a in voluml sepa– rati <Ca-nfts in un accura• tissimo volumetto. ""AU'in– regna del ~ d"o:-o•. lli– lano 1956. pe:- opera di F. li Pontani; O. ElitiS. Roma 1952) sia in "ç"olumi antolo– gici. tra i quali uno ne.Ha collezione .. Fe!lice.. dell'e– ditore Guanda (a cura di :U. \"it:-i. Poesia greca del 900. Parma 1957 - mentre un'al– L-a antologia, Arodafnwa.. a cura dl B. La\"cii;ntru OSCi\~a nello stesso anno in Gr-ec.:.a.J. Sono tutti Ubri che senu la ln:ercess,one di nomi celebri della cultura nostra hanno J)OEto a cont.a~o diretto U lettore it.alia.Do con gli au o– rl greci. dandogli modo di documentarsi sufflc.ien:emen– :e. La cri:.:ca italia:ia ba fat– to U resto per la d:!!us:one di questi l!brt. :Ma anche con tutti i con– sensi aYUti p:-esso di coi. gli scrittori greci nor, han.no a– ,-uto raccoglie.nz.a che a ltri paesi banno loro .riservato. Pre ndiamo per ~pfo Xi– kos K.asanz.a.LS. Xel 1955 $0- no us citi due s uoi romanzi: Cr'Uto d& nuor a tn croce OJondado:i. • lledu.sa ..) e Zorbcb il greco C\la. '"telll edi– tore); sebbene il p::imo a.b– bi.a a,-uto anche una r'..stam-• pa nel 195i, in occasione del film Colui che dece monTe che J. Dassin ha tntto da ouesto romanw. il nome di Kasanu.kis non ha raggiunto la notorietà ot:e:iuta in altri paesL E .se è !acile dL--e che i suoi temi troppo legati al )Jedi.te.r.aneo non potevano ese.rcita..--e il loro fascino che eia è lmped1~ ad assur gere alla scala industriale da n.rt fattori fo:xiamentalmente e – cono mici: il libro areca non pub esse.re esportato nel ruo orizj na le p er O\'"\~iera.ioni di lingua: men:re d'altra pa;– te il consumo interno. per un popo!o che conta circa oao milioni di abitantL m g.an pa.r'-e ap;,artenen a1 cent .-i .:u.-ali. è es-.re:nameo· t.ehmi:.ato. A dispetto di que– su. situazione. durante ran– no scorso sono stati deposi• tati nella biblloteu centra· le d! Atene 2.166 opere di cui i due q~:· erano opere ?etterane. Alla limita~ r.cett;vità del merca:o libra_...i.orip..ra• no prm.,ide:ue r;:atali. so– p:-atu:to t::-amlte acqu.sto li– bro (una soV'\•e.nzione indi– retta ma efficace e dignito– sa>. Tall libri ,-engono poi produrt!,·amn,:e utilizzati con una accurata distrlbuz.io: :ie a istituti pubbl;ci e a bi blio– ~e popolari e circolantL potenziate sopratt-..1::0 601.to l'ultima go\·en::.o. di Ca.-a• manns. ---------------------------------------------------- al nordici Cl suoi primi tra~ Ma anche. U?l altro tn:co– ragg,iame::ito ha. ..-ou.o esse– re messo a se..-.,.-izio dtlla cultura da parte dello stato. mlr&llte, ques:o. al migliora· me::ito ar".:iStico delle opere letteratu.--e. Accanto al nume– rosi premi lenenti. finanZla• ti da istituz::on! va.rie e da industriali e a..-.natori. è sta– to indetto an.nualment"e. dal 1955 in poi. sempre per ini– ziati"ç"a dello stesso 1:0,·erno. un p.-emfo statale di lene.a• tura dertina:O a ,-arie cate– gorie. in modo che tutti i i;eneri a\"essero un equo in– coraggiamento: poesia. ro– mam.o. racconto. imp:-essloni di \"iaggio. sagg:stica. 1D que– sti concorsi ,-engono premia– te le opere migliori tra quel• le depositate ufficialmente e per legge alla biblioteca cenL-ale durante rannata precedente. lfeotte. in que– sti premi. sc:ittori già noti ,-engon 0 consacrati e l inan• riariamente !:os:enuU. alt.ri. . meno noti e giovani. so no scope.ti e proposti ad un vo.1b blico più ampio lfn,i letle1•a di Andre,L C,ilbo Andrea Catbo. il concitta– dino del Foscolo (Zante 1192 - Londra 1669) e suo segre– tario per qU3kbe anno. è nolo quasi esdush-amcote per questa su3 qualità. pres– so il pubblico italiano. Usci– to dalla "ita del Foscolo c:on una ronura che scandalizzò i foscolist, della fine dd se– colo scorso (ma si v~ Ja equilibrata _ spiegazione dei fatti nella bella e precisa biografia Ugo Foscolo, esule ira gli inglesi di E.R. Vin– oent, editore Le Monnier, Fi– rcntt 1954), fu perso d'cxx:hio dagli italiani. Quakbc anno più tardi. con due sue rac– c:olte in greco moderno, .stampate a Ginevra e a Parigi, nel 182-1 e nel 1826, entra,.1 gloriosamente ocll3 poesia neoclJenia conqui– stando un posto d'eccezione accanto ad un altro poeta ~ dc...,e mollo alla cultura italiana, Dionisio Solomòs, poco più gjo\"aDC di lui. Andrea Calbo linl la sua o lunga vita, tormentata dalle condizioni eenerali e dal suo carattere difficile, in ln_ghll– terra. Le sue spoglie rimase– ro U sepolte per quasi un secolo; ed ora per 1n.iziath-a del go,·emo esse SODO state portate in Grecia, per ritor– nare al suolo nath-o di Zan– te. Dopo una raccolta ccJe– b~ç,n~ a Londra, alla quale è stato presente l'ambascia– tore greco che non è altri che il poeta Scferis. ad Atene Ja bara è stata esposta oclla cattedrale.. d0"'e è stata ,isi– tata ufficialmente da un al– tro scrittore C. Tsatsos, mi– nistro alla presidenza del consiglio dei ministri. ln occasione di questo tra– sferimento delle spoglie di personaggi che tornano a \i\'CTC in queste pagine SODO Foscolo, ,·crso il quale Calbo sta,-a andando (lo a\"rebbe raggiunto a Zurij;O), Quirina Mcxenni Ma&iotu, :tmante e poi protettrice amoreo,-ole per tutta la ,ita dello stesso Fo- L'aulete (IDu.stru. di N. Gblkas per 1-odlssea di l{asam:akls) A cura di llf ario J! itti ciel Foscolo scolo (Ouirina a\"C'\--a pcoS3tO Kah·os si sono apenc deUc celebrazioni per il poeta. Ad esse \"Ogliamo prendere pane anche noi pubblicando una lettera assolutamente inedita dello stesso Calbo, scritta naturalmente in italiano, e che si tro,--a nella biblioteca Marucelliana di Fu-eme. I a mandare il ~ovane Calbo al poeta esule, finanziandolo anche per le spese di ,ia.g– gio). Anche gli altri perso– naggi sono familiari: Silvio è O\'\iamente Sil,io Pcllic:o; !lilano 27Haggio 1816 Carissima Sig[nor/a Quirina., • domenica mattine alle 10 giun.si qui. n viaggio fu felice per se medesimo; ma un. franca.e nego.-iante, con rune le çirtù di queste due qualità; un. militare di iO anni gelo.so di sua moglie bella come Ebe di Canoi:a, e di 21 anni m'hanno si potentemente se.e-, cato che nulla più. A Panna sono andato a vedere la s.amperia Bodoni, e la oedooo mi ha fcuto tante accoglienze ch'io stupiva. Ma erano le accoglienze del Duca di Choi.seul Ja. t.te a Sterne. Ra stampa.to molti greci cla.ssid e çoleva ch'io la lodaui e la lodai; ma degli autori italiani che onorò con que' bei caratteri e t:a tuttora onorando parlai diçeuamen.te e ne con– venne. fJ' molto amica di Pru. Ho baciato. e ribaciato U nostro Silllio; aureo Gio– oine! - Mi ha letto la suo Francesca, bella tTcgedia, come una bella sera di autunno - fatevela m4ndcre che ne trarrete grondi.ssimo d.ileuo. Mi ha introdotto da Alaci.e Brish.. e dalf Abate di Breme. n bl>ro non solamente non è arrivato ma né Siloio né r Abete honRO ma.i ricevuto lettera dc Fos{colo/ che ne por– la.s.se. Mercoledì mi meno in viaggio, e lunedì ipero à'e.ssere a Zurigo. n mio core fa il ciaggio e va innan...-i mo tengo semJ)Te la faccia &Oli.a a Firen:e, che chiude un.a uir-– ruo.so animo e ch'io amo, quanto l'amico che ora ab– braccerò. Addio. V.A. Andrea * Sia[nor/a Quirino. con tutta rttonomia. che ho fat.to e che farò; con tuuo che a Corriere non mi porti che fino a Coira., 40 miglia da Zurigho; ed io farò queste miglia a piedi - pur-e mi son trovato corto a denaro: ho tentato di oender quolcosa: ma bi.rogna.va. con quuti usurai che io aoessi t:endu.10 tutto il m io ba.ule e me.. per ave-r tanto do terminare il oiaggio. Mi son fotto dare dun– que da un certo Pompo$i sei Zecchini e gli ho fa.tto una Cambia.le sopra Fin.a-i poQdbile a vi.sta. Al Fin..."i poi ho seriUO che voi lo ritnborser-ete. Vi prego dun– que. quanto s0 e posso manda:e eot &ostro seruitore lo somma (~{e/tta) ol Fin.zi. appeno leggerete lo present.e,. perché non. abbia mercantilmen.te a prote– star~ ed abbiano mercantilmen.te ancora i sei :ec-– chini a di&enir dodici. - V. AD. S. A~ Calbo e l'abate di Breme è il noto personaggio che tanto con– tribul all"affermazìoae dd romanticismo in Itali3. Dopo aver finito la SU3 lettera 3lludcndo ad WJa g:ovane amata a Firenze, ed abban– donata, Calbo s'accorge di non a'\"Cr soldi sufficienti per raggiungere il Fosrolo e ag– giunge un fogliettino c:opcrlo di minuscola e fitta scrittu– ra, che si legge qui di se– guito, dopo la lettera (che copiamo quale è. SC02.3 c:or– reggerc nulla). dut"".ori sono gli svedesi). ques-.a ob::ez:±one è smentita dai ru~i editoriali e di c..-i ·ca ,·e...~mente scoocertan– ti conseglli:i in Fr--.ncia_ ln Europa. (nel contine.:i.– te) non potrà cer~ maj es– sere tradot:o e supinamente accettato l"eno:me poema O– dissea. dello stesso Kasa:iz.i– ku. che in\•ece in America e in Inghilterra ba destato un ,·:,·o interes...ce. poiché le macchinuioni intellettuali travesme di prlmitiVlti e– spre551,·a come qu~to poe– ma non possono incantare; slamo t.~ppo smalitiati.. I romanzi b.Jaa\--ia di Kasan.z.a– kis. che Horgaoo spontanea– mente dalla sua esperienza e dalla sua nostalgia per la Creta della sua infanzia. e che sfoc!oo i:l unJ: narra– zione mo\.-iinentata ed epka, come Ccpi:cn .\lichete (eò.:. tore Ma..-~o 195.s). hanno una poesia che :;.on pub pas– sare ina-n-ertita tra di noi. L"attività editoriale in Gre- Laura Cl.matti: Adolescenle Gli usignoli non ti lasciano dormire a Plalres •· Usignolo .. -erecondo nel respiro delle !ronde, tu che doni il refrigerio mùsico del bosco ai dwisi corpi e all'anima di quelli che sanno di non far ritorno: cieca voce che frughi nella memoria rabbuiata gesti e passi, non oserei dire baci. e l'amara smania dell'esasperata schia,·a. cGli usignoli non ti lasciano dormire a Platres >. Che sono le Platres? Chi conosce quest'isola? Ho passato la ,;ta ad ascoltare nomi mai sentiti [prima: luoghi nuo,·i. nuove follie di uomini o di dèi; la mia sorte che fluttua tra l'estrema spada d"un Aiace e un'altra Salamina mi ha condotto a questa ri\·a. La luna è sorta dal mare come Afrodite; ha coperto gli astri dell'Arciere, ora ,·a a cercare il Cuore dello Scorpione e tutto trasfigura. Do,-"'è la ,·erità? Ero anch"io un arciere nella guerra; il mio destino, quello d'un uomo che ha fallito. Usignolo poeta in una notte come questa sul lido di Proteo ti udirono le schia\"e di Sparta e intonarono il [lamento, e tra esse - chi l'anebbe detto? - Elena! Proprio lei che insegui,·amo per anni sullo Sca- lÌoandro. Era li, sull"orlo del deserto; la toccai. mi parlò: e • on è vero, non è vero > gridava. e Non son mai entrata nella prua azzurra e Non bo mai pestato la valorosa Troia >. Con profonda cintura. il sole nei capelli. e questa {statura che ba ombre e sorrisi onmque sugli omeri i fianchi le ginocchia; ,i,ida pelle e gli occhi dalle lunghe ciglia, era li. sulla sponda di un Delta. E a Troia? Nulla a Troia - un,illusione. Cosi ,·ollero gli dèi. E Paride giaceva con un'ombra come fosse c:rea– ltura vera; e noi ci siamo fatti ammazzare per Elena, dieci (anni. Gra\·e dolore era calato sopra la Grecia. Tanti corpi gettati nelle fauci del mare nelle fauci della terra; tante ,ite date alla mola, come iJ grano. E i fiumi facevano rigonfiare nel fango il sangue per una flessuosa mossa di lino, per una nuvola, un sussulto di farfalla, la piuma di cigno, per una tunica ,·uota, per Elena. E mio fratello? Usignolo usignolo usignolo, cos'è Dio? cosa non è Dio? e cosa è tra essi due? • Gli usignoli non ti lasciano dormire a Platres •. Uccello lacrimoso a Cipro lambita dal mare promessa a ricordarmi la patria, approdai solitario con questa fiaba, se è ,·ero che questa è fiaba, se è vero che gli uomini più non abboccheranno all'antica esca degli dèi; se è vero che qualche altro Teucro, anni dopo, o un Aiace o Priamo o Ecuba o qualche sconosciuto, anonimo, che tuttavia ha ,-isto uno Scamandro rigurgitare salme. non era predestinato a sentire messaggeri venuti a dire che tanto dolore tanta vita son.o caduti nell'abisso per una tunica vuota. per Elena. JORGOS SEFEJUS

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