la Fiera Letteraria - XV - n. 20 - 15 maggio 1960

LA FIERA LETTERAR Anno XY - N. 20 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTl E DELLE SCJENZE Domenica 15 maggio 1960 SI PllBRLICA LA 0O1\IE 'ICA ~,mo i. 100 lJIH~:ZlONE. AMMINISTRAZIONE: Roma • Via dl Pona Cast.e.ilo. 13. 'l'eleforu: .Kedaz.ione ~.487 • Amllllrustraziooe 655 168 • PUBHLll.'.J'lA': Ammlm.strauooe: • W\ l-'lt:KA LETTEttARlA • . Via dJ Porta t:aslello. 13 twma IAKI I- I-.--\ I.... !,..,O al millimetro · A RRONAMP.NTl: Annuo L. -t.000 . Semest-e L. 2.1&> • Tnmestre L 1.100 • Estero: Annuo L 1000 . Copia an-etrat.a L. I&> . SpedizJon• ID conto corrente oost.ale (Gruppo li I Cinto <"Orrente oo~u•~ n I ''.iH?t' / PER CARYL CHESSMAN * Lanostra pianta * cli Ll.1"0 CIJRCI ·el fondo della grazia, nel silenzio di Dio che tace e giudica, ritorna alla cenere, al Yento. Porta un poco di noi e della nostra vita responsabile. Ti siamo stati lungamente accanto nella tua morte amara profumata di pesco, atroce inganno di primavera. Siamo morti un poco nel tuo sorriso ultimo, la forza della tua eredità. Ma questo pianto, e la pena che ci rovista l'anim~ I1instabile bilancia che si è scossa d'ogni debito umano, tu non devi portar le ora con te nello spazio lucente della baia che sognasti da vivo, e vi ritorn.i diffuso come un polline. Devi lasciare queste cose a morderci eternamente, per il difetto dì pietà che brucia nella nostra compagine. Gridare in noi come nell'attimo che dicesti: è finita, e si corruppe la speranza in ombra. Ricorderemo il tuo coraggio di pensare e scrivere in bilico sul limite del tempo, la freschezza dell'anima sul suo passato e l'uomo che rinasce dalle proprie rovine ... L'uomo nuovo, diverso, che modellavi nella solitudine e quel tuo forte amore della ,;ta che fioriva in parola Tu, fratello della mia schiera, ma nel nero-inverno della tua morte prolungata E penso come crescevi in altra dimensione alla bellezza dell'ultimo viso. Questa è la nostra pianta che dà rigoglio dagli sterpi, mette sospiri e fronde. Ora sappiamo come può resistere e stormire in parola. Ora che getta su noi quest'ombra, schiude un'altra luce fra le ctita dei rami. Seri vevi nella tenebra perché l'uomo vivesse, l'uomo nuovo che coltivavi. E penso a me che scrive in libertà, mi dolgo liberamente, non so la mia ora. Scrivere, questa cosa che chiede tempo e luce di futuro. tu sei riuscito a compierla senza domani. Per cui ti portiamo accresciuti di te, resti a dolere nelle nostre giunture così imperfette. Libero. ctiffuso ormai nell'uomo per la fermezza della lunga prova. Sei tornato all'oceano della nostra coscienza, tu rinnovato in voce d'inquietudine a dirci ancora: non si può recidere senza ferirsi, non si può toccare la nostra pianta. Tu che ci hai insegnato il valore del monco addolorato istante per la testimonianza di un 'immagine. Ed ora so che perdemmo una lotta. ma sì allarga e grida l'energia del tuo passaggio nella nostra presenza; che sei fermo nella nostra unità dì figli dello spirito, sorgente di un pianto indi\isibile. a rinsaldarci in )agri.me comuni. Ques o è il nostro cemento e sei vissuto per ricordarlo. Solo per quell'attimo che ci raccolse intorno a te, sudando la tua agonìa. Potremo ringraziarti dì quel maggio dell'anima in cui tacque il giudizio e Dio passò nel brivido del mondo con la bilancia delle sue misure. Ci hai dato la tua pro\·a necessaria. l'utilità della tua ,·ìta breve. non \"i è sostanza vile,, lo grida\·a la tua fede neU-uomo e quella crescita della tua ctignità come di pianta per poca luce. Saremo più attenti al \·alto sconosciuto. se nasconda la promessa del tuo. Ricorderemo la lenta fioritura dei tuoi volti dì,·ersì, dalle linee dell'inasprita adolescenza aJl'tùtimo chiaro e \"i ri le che porgesti aJ sonno. D'una dolcezza che non si scolora. LLS:0 C "RCI ~EDAG1L ON][ AL1L"I'.il'AL ANA * Ennio Calabria: • Figura • Ma chi è questo J?iccolo ti~:°oete :.!n~:ttJ!11aunf!~: lerat\11"3. Italiana C.On~po– ranea? Ma eh.i è questo ma– leducato cbe senza bussare è entrato in casa nostra e senza chiedere permesso si è messo a ridere del nostro salotto in %1an~ ~~· rar~=:td~~ calzoni? Ci sembra di conoscerlo. ~la sl !: è il solito spa,Wdo, il solito ammazzasette, di tutti i tempL Uno di quelli che rimangono sempre alla opposizione. scontento di Dio e del mondo, pronto a usare la spada in ogni torneo, in ogni occasione, ca,-a.Jcando un ca,,a110 bianco, con lo stesso accanimento e la stessa irre– quietezza di caYalieri antichi. Non ,; è problema che non lo tenti, non ,'1 è argomento che non lo appassioni: vuole conoscere ogni cosa pronto sempre a dire male, a usare il punto polemic:o, ad essere scontento e a duellare per IL LIBRO DI C'OI §][ PARLA * I divertimenti di Bartolini E' assai probabile che di tutta la schiera di prosa– ton cosiddetti d'arte che ebbero nome nel periodo tra le due guerre ed in quelle successive e che fu– rono altresi diligentemente catalogati ed esemplati in florilegi ed antologie, e al– trettanto attentamente stu– diati in raccolte critiche che tuttora dettano legge, ben pochi saranno ricordati (se non dagli eruditi e dai lau– reandi in lettere che fa– ranno oggetto delle loro te– si il periodo e le sue ag– guerrite schiere di lettera– ti), ma tra costoro il nome di Luigi Bartolini è tra i più sicuri, tanto più che ai molti libri di prosa, alle estrose poesie. si aggiunge * di FERDl.l'A.l"DO l"IRDIA sua e:,--perienza d'uomo e di artista. ?i.fa soprattutto Barlolini è uno scrittore che si affi– da esclusivamente al suo estro personale, al gioco della fant..a.sia, al piacere di scrivere, al divertimento della scoperta. Come in tutti i marchegiani (si per– metta a uno di loro di scriverlo) in Bartolioi è un foodo di sensualità un pò grassa, corposa. 63I'ei per dire campestre se questa parola non si prestasse a equh,-oci, che diviene tut• tavia raffinatissima quan– do perviene alla superficie della pagina. E' la sensua– le paganità. sarei per dire la naturalità. dei natii bor– ghi selvaggi) che sono poi civilissimi e di una civHta antica e umanissima ivi compreso quello dileggiato da Leopardi). che in Bar– tolini prosato::-e e poeta si depura proprio a causa di quella sua attitudine al gioco e all'ironia senza tut– tavia perdere la freschez– za e la spontanea felicità iniziale. Si leggano le rat– colte di scritti in versi e in prosa apparsi ner bre– ve giro di un anno: 11 m.a.z– zeu.o, una sorta di brevia– rio di brevi prose, poesie, stesure liriche, spunti poe– tici e polemiche. foglietti e annotaziotù, apparso come primo w'"O!ume delle «Opere di Luigi Barlolinb presso l'editore :Mondadori; il se– condo ,·olume nella stessa serie e presso lo stesso edi– tore, apparso in questi giorni, una raccolta di rac– ocioli che reca per f!to~().,,' Le acque del Ba.sento; e poi ancora i diciannove rac– conti (La pettegola) che hanno visto la luce prP,c,"0 l'editore Cappelli nella collana c.L"tppocampo» ai– retta da Giuseppe Longo. Ai quali si può aggiungere altresì un affettuoso libret– to in onore, in gran parte, di cardarelli (Cardarelli e altri amici) apparso presso l'editore Giardini di Pisa. L'ispirazione di Bartollni è essenzialmente un'ispira• zione diaristica; di qui la sua perenne freschezza: ogni suo scritto nasce in· fatti da un'occasione che è in diretta corrispondenza con fatti, incontri e rifles– sioni che bannc, un rilievo immediato sia come arti· sta, sia come uomo che ha sempre qualcosa da dire su quanto gli accade intorno. Anche nelle sue prose più propriamente narrative lo scrittore è sempre al cen– tro: il mondo gli gira in• torno, gli uom.itù e le don– ne gli passano aocanto, città e campagne, strade e boschi, fiumi e paesi ca– dono sotto i suoi sguardi di implacabile ma divertito a ,-olle. a ,-olte commosso osservatore., cosicché tutta la wa opera di scrittare ~e un carattere di te– stimonian.z.a anche se 6i tratta di una testimonian– za talmente personale e soggettiv-a da di\'entare una testimonianza dell'uomo Bartolini visto natural.men• te da Bartolini, ossia come vuole vederlo Bartolini. E' la sorte di quella persona– lità egocentriche che non possono mai fare a meno di sentirsi fortemente ra• dicati nella realtà ma an– che un pò arbitri di essa, nel senso di una loro par– ticolare ricreazione della realtà. Un temperamento d'arti– sta. del resto. come quello di Bartob:.ù non può non esse– re un temperamento canar– chiço• n~l senw migliore della parola, quello di una assol-Jta liberta personale, e tutta'\o;a svilupparsi nel FERDINAllH>O VIRDIA (Contlnu.;-; pag. 6) 8CRITTORI IN il solito spavalclo * di 1'U,U\CESOO GRISI gusto e a ridurre soddisfatto l'an-crsario in briciole. A duellare con una serie di finte e di mosse che, a prima ,ista, sembrano imprecise, impacciate da no,·ellino e poi sempre più azzeccate fino a colpire nel segno con affondi d.inui e senza perdono. l\ato per essere spadaccioo di cor– te ba a\"uto l'ingrata ,·enrura di nascere nel nostro tempo - in un tempo in cui la spada all'apparenza è fuori uso - ma non accetta la sone: con il suo animo in– Yece della spada prende la penna e l'agna, la S\"entola, fischiato e acclamato, ponato in trionfo come ,ittorioso e disprezzato come un leb– broso. E combatte imperterrito. Contro chi? Contro quali ne– mici? C.Ombatte contro tutti. Non si saka nessuno. Kon si sal– ,-.mo i Regni o le Re~ubbli– cbe. i laici o i elencali, i fa.scisti e gli anti-fascisti, gli eroi e i \'igliacchi: tutti sono attaccati e tutti \"Uole ucci– dere, questo .. fanciullo ter– ribile'"'· incosciente e tran– quillo, adirato e sognatore, che non accetta nessuna tran– sazione, nessun compromesso, nessuna intesa. E c:ombatte da solo. Anzi è felice di es– sere solo a combattere: non ~~~n~~fi~i ~uan;~ seguirlo nelle sue imprese sembra che la sua prcoccu· pazione sia quella di scac– ciarlo, dJ allontanarlo: non \"Uole né amici né scn;tori, né capitani di ventura, né Sanci Panci. Vuole combat– tere solo affascinato dalla solitudine che ai suoi occhi si aliaJy.! man mano che rutti lo temono che tutti hanno ro:~_: !~fa soJi~~~ ~~- ~ quei mitici giganti che, nella solitudine della rocca. sono =~a1r~ùp~~n~j~!o~ tra canti e musica per le ,;e dcl borgo. Si afL1i:cfa -J.aPa finestra e osscn,a, scruta, in– daga, aguzza gli occhi, ,-cd.e e poi già oon la penna a colpire inesorabilmente. La storia no:1 lo conquista, non lo prende nel suo giro come fa c:on i capitani, con gli uomini politici, con gli altri che scri,-ono di cronaca: lui rimane fuori dalla storia. E proprio per questo non ha timore, non ha scrupolo per giudicare. Anzi può libera– mente giudicare proprio per– ché rimane fuori. Gli a,·,..eni– menti di cui la storia è tutti i giorni in1essut.a sono capiti ma restano là a fare scena– rio: sen·ono per spunto. per rendere conclusioni morali. per atteggiare le labbra ad un sorriw ironico e distac– cato. amaro e indefinibile. li fascismo. il suo so~re e il suo svilupparsi, la marcia su Roma e le camcie nere, la conquista d•ll"A.0.1. e l'en• trat.a in guerra, la liberazione, la democrazia. sono a,·veni– menti che non banno ,-alore in sé ma sola.mente in rela– zione al suo gusto, al suo piacere di giudicare, alla sua ironia: un gusto, un piacere. un'ironia le\'igati come un marmo di prezzo do,·e il mar– mista ba spalmato una cera speciale che non appiccica e non fa sci\c<,lare. Gli a,·venimcnti dal 1919 al 1943 sono narrati con ordine cronologico (.. ln piedi e se– duti,..) e il gigante sulla mon– tagna guarda e sorride con i suoi occhi neri. fondi, scin– tillanti ed elettrici. Il dopo– guerra 1918 è tutto qui: .. Le operaie non rinunciano alle calze di seta. La corTUZione dilaga, il disordine cresce. I farmacisti ,-cndono clande– stinamente la cocaina_ Chi metteri! un freno aI deca– dCJ'c della nostra società?• si domandano i vecchi inse– gnanti dcUe scuole medie che non banno ottenuto il caro– ,;ta. Le loro figlie, per giun– ta. soco .scappate di casa. .. Dove andremo a finire? ,.. si domandano 1c direttrici dei c:oUegi leggendo sulla Tribuna del ,--entun febbraio 1919 questa notizia: e Enrico Cav:icchioli ha ultimato la sua nuo\"a commedia in tre atti dal titolo: La danza del ven– tre, che ba per protagonista un eunuco». L' imprv.a fiumana nel e poeta che porta un alto coUetto e una craYatta di amoerro » e neUe lettrici del e Piace.re • che e gemono e sognano di \"edere morire al fronte i 1 oro fidanzati col sorriso sulle labbra »: nei .. ,"CCC:hi professori di liceo che giurano di passare senza esame gli allie\; asini, pur– ché panano ,·olontari »; nelle .. signore abbonate ai coOC"Crti dicono che la guerra è una grande rapsodia». D sorgere del fascismo (che scrive con la f minuscola) è legato alla psicologia bor· gbcse sfaccettata in cinque aspetti: i facinorosi (e in con– tinue rivalità personali, ieri anarchici. domani confidenti della questura, ~ indi,'i– dualisti, domani comunisti. contro Dic ma cristiani per– ché Cristo .. fu il primo so– cialista ••. lettori di opuscoli. carichi di debiti, eterni oziosi e inventori di qualche siste– ma per vincere alla roulette, vi.Yono in un perenne e con– fuso fanatismo,..); l'operaio crumiro (.. Si stima un eletto perché è un ca.ne fedele: g_lj ideali del padrone sono i suoi e si bea ad a.mare cose, persone e ideologie che non lo riguardano ,.. ) : il ..borgbe- fe1 ~!~!13 ~b.,.. ~u~~ nista di francobolli, organiz.– z:itorc dei boy-scouts, pos· sessore dei primi apparecchi rad.io . è un ottimista settario e crede che l"Italia non debba essere seconda a nessun'altra nazione,..) e negli studenti. - scrl\"c noi studenti. - (e Vissuti in un clima di "ar– dente passione" durante i lunghi quattro anni della guerra_ prime \ittime di queUa retorica che vent'anni più tardi do,-c,-a condurre molti nostn compagni a mo– rire in Africa ,.. l. I protagonisti del periodo della marcia su Roma sono PRIMO PIA o t.ratt~gia1i rapidamente e con pennellate umoJ"!,stiche che fanno pensare e riflette– re: come c:cni suoi schizzi che faCC'\.1quasi per giocare e che oggi fanno costume e indicano un gusto rafhnato e pronto: Don Sturzo .. il e.prete siciliano,.. che .. teme di appanrc reazionario • e che e è schia,·o della retori– ca socialista e è.ella tattica parlamcolare, ed ha la sot: tana e il naso lwq;o, per di più•; Facta e ooest"uomo, con due baffi bianchi, ignoto a tutti, incapace di uscire dalla tutela gjolittiana ,..; Mu.ssolini .. ha un carattere notevole. non per la tesa ,-o- ~~~- eh~ mo~~tri~~: chiude in sé aspetti opposti: slancio e paura, fcrmczz3 e incertena; è paletico e ,;o– leato, sentimentale e scetti· co, ingenuo e astuto » e e quJ che di ,;,•o esiste in Mussolini è il suo slancio plebeo: animatore del prole– tariato,.. e infine preasa il ritratto .. Egli ris:pecchia in maniera grossolana tutta la cultura delrultimo cinquan· tenni o: senza distinzione. egli ripete ed accomuna Nietzsche e Blanqui, Pareto e Bionde!, Sorel e Croce; passa dalruno a]J·altro, li confonde, li as– socia, li nega; crede a tutte te illusioni del secolo scorso ma imita Lenin. Trotzki, Ke– maJ Pascià e Hitler. A ,-otte azzecca, ma si pente; a ,-ohe intuisce, poi guasta ogni co– sa perché occede; a ,-olte fin– ge di capire Ma per la gran– de maggioranza degli itahani quest'uomo ha del portento– so: egli riesce a ridurre oani questione a una formula, a una fra.se . Ha imparato da Manini che agli italiani ba– stano tre parole: tre le ricor– dano. quattro no: Dio e ~ polo. Re e Du<::et Duce e Ita– lia, Italia e Impero,... l confronti e i contrasti sono visti con •i\"acità e con drammatica ironia: con !"i– ronia che nasconde il dram– matiro C"'.'ntenuto nella loH:t che colpisce a sangue, senza pietà.. Il contrasto lra Cro– ce e Gentile citando Adriano Tilgher nel e Bestione Trion· fante ,..come e Una commedia dei De Filippo, in un ritor– torcersi di casi personali, di pettegolezzi e maldicenze,.. e il confronto tra Hitler e Mus– solini immediato e preciso. e Chi è Hitler? Un uomo .sco– nosciuto fra ottanta milioni di uomini, un semplice pit– tore fallito. un ex disoccupa– to e.be esce dal mondo oscuro dc,z:li anonimi •· E dopo a'"cr duellato, dopo 3\"Cr battuto a destra e a manca, dopo a,-er usato la penna come una cla,.1 e la matita da disegno come una lama il gigame si riposa tri– ste. Ha distrutto rutto, ha ucciso. tutti i miti, ha negato tuno il mondo: i ,-aJori si sono sbricciolati uno per ,--o1- 1a. pezzo per pezzo, sotto la sua sfena e il deserto è cre– sciuto intorno alla su.a roo:::a.. La guerra è finita: Badoglio FRANCESCO GRISI (Continu;-;- pag. 2) Gianna Manzini: Le ali nun bastano Luigi Bartolini l'opera del pittore e del– l'acquafortista altrettanto notevoli che non quella del letterato. E rimarrà sopra– tutto perché, come Palaz– zeschi. che non affida la sua fama soltanto alla ec– cellenza del prosatore, ma anche a quella veramente esemplare del narratore. essendo tra tutti gli scrit– tori delle generazioni che provengono dalle avan• guardie fiorentine dei pri– mi decenni di questo se– colo il più Ubero dalle ipo– teche delle poetiche che da quelle avanguardie si sono imposte da un rilancio al– l'altro a tutto lo svilUP?O successivo deUa nostra lei· teratura, all'estrema libe.J'. tà della sua ispirazione corrisponde una sua parli· colarissima attitudine al– l'osservazione del mondo e della vita nella prospetti· Yd di un·ironia tanto più pungente quanto più as– sume !"apparenza di uno svagato ed estemporaneo commento quotidiano alla

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