la Fiera Letteraria - XV - n. 18 - 1 maggio 1960

Pag. 4 t·' FIERA LETTERARIA Domenica l mae!rio 1960 SCRITTORI IN PRIMO PIANO I Il libro e lo scrittore nell'area linguisticaolandese Giorg 1 io Vig"olo: Spettro solare * Xei meriggi d"agosto le ore colano lente. memori di una pace antica. in queste vie che da.I mattino con.ser\'ano !"ombra Ombra ò·est.a e. imben..ta di azzurri e luminosa come il più sereno im·emo: te.mpe~to specchio di quel pu– ro ~eleste che. il role. all'aperto. non ti la.scia ,·edere per il bar-baglio. ~elle strade ombrose e profonde si gode im·ece il timbro assoluto del tur– chino estfro che, qui al riparo, dh-enta una \'ibraz.ione tranquilla delle pietre e dei muri. Le due :-we degli alti pa– lazzi tolgono il troppo alla luce: e il cielo che di lassù dilu,·ìa. ,eramente inonda i selciati. C"è anche un po' di breu.a marina che., no>n si sa come. at– tra,terso la piana ro\·ente. abbia potuto arrh-are fino qui: in ceni momenti le tende s.i gonfiano e sbat ono come ,·ele di battelli, su un mare fresco di ,·ento e d'az::zurro cupo. Quj si sta proprio be.oc : e !"estate. in fondo alla mia st.L-ua. e a ttenuata in un f:!o. in un ri~fo appe..,_a di tutto quel cielo. colato in un spiraglio di grotta. Dalla finestra aperta. che in altre ore è meglio chiudere per i rumori della st..-ada, adesso, non entra suono. Tutto riposa nell"ora canicolare. Solo qualche grido. dal ·volo di quelle rondini mai stanche o dai giu.xhi dei ragazzi sulla ,·ia. ~fa in alcunt momenti. tra rondini e voci, si aprono impro~·,•isi ,-uoti come nemmeno di no:te. E il silenzio nella luce fa più prodigio. D'un tratto un ricordo che già da qualche minuto rnatura,·a in me. si li– bera infine niti.::li:s:si.."no. Questo silenzio !o lo riconosco: ritor– na a me identiro da un'infinita !onta• nanza dell'anima e del tempo. E' una dtta sp.'lrita ormai dalla terra che io sento risorgere tal"ita intorno a me e tremare nella luce. quasi lo spev tro di questo meri2gio: la città della mia infanzia, tutto il giorno cosi silen– ziosa.. ~on ,-·era:i 0 tramd, non mac– chine. allora: se le ruote di qualche raro legno s"udi\-ano sul selciato pareva Ricordi di giornata terrena an-ebbe rice,·uto qual– che riflesso da quel colore inte.n.."-0 e dorato. La ,·ita P3S$3 se=np>e cosi, protesa a immaginare il domaru. Ed è questa spinta del tempo suJJ"animo. che fa scorrere i nostri giorni come su un piano inclinato: è il ,·ento che c1 gon– fia Je ,·ele e ci fa na,igare negli anni. t:n bene sperato e non conosciuto mai, orla di luce il liinite di ogni sentimento terreno: e quando. disingannati dal ,·e– ro, si comincia a iotra;·edere un termi– ne all"es.i.st.enza. come di sera il profilo bruno dei monti sul sole calato. noi im– maginiamo che la luce duri dietro quei monti. sotto un sole che non declina. Se saremo ancora abbastanza fanciulli e poeti nel cuore, crederemo di poter anche noi raggiungere quella luc-e dopo d nostro tramonto. . la fanciulli, tutti siamo stati una ,-alta: e. fanciulli, ci mettevamo a so– gnare del nostro !uturo, come da uomi– ni poi si medita un aldilà. l!na sorta di incantala religione naturale santifica nell"infanzia i giorni aV\·enire: un fa. scio di raggi pio,·e dall'alto nello Stan• zino tetro dei castighi. nel grigio car. cere della scuola. li fanciullo si ferma allora a metà del suo compito: e quan– do resta col nso sulla palma. immobil.e. dinanzi al quaderno aperto e sembra sprofondarsi in un sogno - egli con– templa c:ome in nube l'uomo che sani. egli è il profeta di se rtesso. Il suo Dio è l"uomo che egli crede di dh·entare: il suo paradiso, la ,-ita: che s"immagina destinata. t,;na splendente apparizione di se stes._"-0 gli '1ene i.neon• tro da lontano. 3 cielo aperto, in una gloria di DU'\-ole. come la ,·isione dh-ina al santo eremita. E i suoi giuocbi. i suoi bizzarri tra1:estimenti sono ingenue liturgie. sono i misteri di quella reli– gione inronsape,·oJe: i suoi giocattoli hanno misteriose consacrazioni. Cosi i miei occhi trasfigura,-ano la scena vuota di quelle strade in un ma- . ' una citta * di A.LBt.:RTO BE'°•LA.CQCA Qonri app.ur.ii n.czr.-cttri di: GioTgio \"1- poJo (ap punti fi ,s:sa::i suoU C11:ti deU.'111- fcrc:-ia e supH 3fondi cari e ab1:Uali (IJ poei.a: i borphi cnt.ichi e assolati d, Roma. i ~ del ttm?O d1 G:oliUt. San. Pze– -1'o t-"I Vincoli. ecc...) upnmono im·ideale condi:ione di ~:=a. Un dr.e di giot,anile s~n:--i::c: aJ1men– tc:la in chicee di cUt'SG (t11ù11usa eroca– tira e di~m.o ~ag1ca di fatti. di cose. di inconui) i .st'rnp:-e .stcto b~ ci.t:o e nìe'ecbih nellG pM".sia d.i Vigolo. che della sua eittd. Roma.. ha eoitfooto qael vano deUo d.~~ nella memonc.. OCHnàd tn.te co n una pusor.ahu:me im– pronto esttti.oc. TTOt>po .rpeu o. forse, aflo:-chi 3i p,orla del Vigolo p«ta e ci sì so!11!'fTl1.(J suUe sue hriche con posuUe enriCM'. si so:-to– laat'c:no calo:, di -ipM"e srùatico. e-,u. deandoli in un c::mbito pan1mentt!' /or– mcle. e si bette rc.ece-nro sullo sule. eon– ~:-ato o sé., co-r.e ~uhato da ri:::l•ta:-e cl di Li del ~~aro sostan.=1c1e. .vc.::a dello woe,ticicl.itd e da ceni formulcri di comodo. quuta pon=ioM cntlco ~ ira le ~ giuste. per-chi pcK"hi, tTa gli scrit• tori italiani d"oggi. san-no darci. come Viqolo. resempio di uno stile nato come eond.i=ion.e sesi.:im.eatale (di r.:.t.ore mo– TCle). ed espTUSO r.illo pcgiru::; nella fun– =ione di eoJibro J>S1COloOio:> per le 1r.i• mcpi!'U e i person.cggi. E l'l011 è eM ciò si poua da:-e esch,– ri~ar.teme del V:polo poe:c; il d:.scoTSO. in/arti. porrtbbe u:e,-.dersi t1ndte d \"1· golo prosctoTe e. ancoT più. d \":gaio s,:ggista. In CO'rlClu.sione. si trct:a di una o--no di poTCicolore onutd: queU'o-tatà che porta lo scrittore cd i.nolrroni ..erra eac morcto di cn--~ c.t:110.sJe-:-e che si offrono che mura e case. si svegliassero di so– prassalto. Le sU'3de di questi quartieri. allora io aperta camp3gna. erano sem• pre cosi spopola!e e mute. :\Jj ri~rdo che da.i ,·iali lungo il fiume echeggia'\'a fin dentro le ,·ie il rullio monotono di certi trabalzanti carutti. carichi di ma– teriali da costruzione. c-he nelle ore cal• de si udh-ano paSiare. l"uno dopo faltro, trascinati da ,·ecchi e-avalli. Sapexano la strada a memoria: il carrettiere dor– miva supino suj S3cchi di calce e la ghiaia. Solo di giugno. per la festa d·armi. il quartiere. in poche ore prende,·a aria di rumorosa città. La folla a onde ,·e– niva dal ponte. i \"endltori porta,·ano sotto gli alberi bandierine. girelli di e.irta colorata, mazzi di palloncini. Il Re fra gli en·fra pas::$2\"3 come in ~ nim– bo, nel bagliore delle corazze d arg ento e de.i cimieri: il bian;:o rosso e , ·e.de S\·entola,·a alle finestre. le fanfare lu – stra\.-ano al sole. l!a subito dopo, le strade si rh"l.lOta• ,-ano. Sulle selci delle vie deserte. do,·e cresce,·a !"erba. torna,·a a riflettersi lo stupore del grande co):1egio, co1;1le alte mura dipinte d"3ranc1one canco. Era quello il più grosso edifkio_ del ~ntoz:· no, che dava il t\lno alle ne ad1acen~1; e ne rice,·e,-ano tutte una '7rta ana con,çen;,uale e. insieme, cu.nosamente magata alla fiamma di quelle mura rosse. ' Quanti mesi e :inni ha passato ad as– sorbire quel colore silenzioso che ora e sceso g:iù giù negli strati J?i ù ~ulti d~I mio ricoofo e me lo illwru.na d1 sotto m sù stranamente con un ri\·er be.ro fermo. °xell'et.a in cui la fantasia precorre a,;_ da gli anni e si sporge inna:1zi a figu– rarsi la rita, io non a,·e'"o spesso sott~ gli occhi _che la J~~ calda e strana d1 quei muri: mera,,glioso af_f~ me 1? rendevano i sogni e i des1den_ conl~': popolandolo di Joici figure e rmmag~• di gloria. E m"ùlude,·o che la mia c.-:;COTo con gli o cchi dd rcoc.=o ,-mo– del 30Je sai m.un . da U"I r:e-de dt foghe.. dc u11 nor.o udito clrcJ.bc. dalla luce. da un or i.::::o n:e ch,e fc p-nentire tns:en:.e miste: -io.se, da ccgheggiare b.rieam~te. A.mere cosi le d:a hc giorc10 essen– :ialmtmte ella panie di rigolo. la cui. pen,aa non ha quasi r~:.ito dei sacoe– ders1 dl'Ue ett,, ed la.e se;,uto mc.nteneni fo un hmbo no'"l ignaro, pnò. dello 1"'t'ci:ò più u'!"gente dei tempf, deUe oecc– sioni eonte.mpo~. RU:Ordc-e lo bibl'°9T'cia dello scntto– Te romeno è qucsi .s:r;>eri,'.uo. Xote. rcceoUe d1 ctni. di rcccmiti. &cg-gi fondc-nmttlli segnano numff'OSi lo ascesa di \7'(1010 alla più. P:ena afferma• ,:ione Jene~ria. • La ci.Ud dell'cn.r.w ., ,,. Ca~o Jermo •• ,, n sden..,o aeo:o •. • Li:nea delle ~ita •· , Cento del des:t– no •. 1 scg:Ti i:nr.-odumri cl Belli e c11o Holdert'.n. ha,mo richicmct.o fCUen:::tO"\e deUa critico pzù quahficcta, e1c meri:e– '"ebbt!To ceno uri nesc~ appro o--..dao e comp!esnoo. aJla luce dtgh cppor..i so-– stcn.. '"iali ch e Vig olo o:}n ella letu'ratura piit dei.no a r.oi. al la.coro d~ più g,.ocani. Altre ape-re iAedtte c.ttendono, nei c::c.s• uui ddlo scriuore, dì e.s.sere dou alle: .uompe. Ricordi.cm.o. tTC que:s:~ , L'ldec– rio •· cioè una ser"..e di qu.cdern:i fa cui Vigolo è cen.uto apputando commenti al1e .tue c:Hente e molteplici leu.aTe. e le. ree• colta delle .. Croni:::che mus1cch •. le::e u:tz17t.Gru:ilmen:e clic redi.o e: p:zbbhco:e nelle pc:gine de: • n lI on4o •· Soprn:Ut.:0 Jc pr:tr..a di queste d.ue: ope– n potrebbe es.sere di contnbur.o i:::Ua chiarifim..'"ion.e di molti probltmi u-.,;enci; per questo noi ci c:upuncmo c:icamente di eederla a.I più. presto s:cmJ)Qtc:. AI.BERTO BEVIl .ACQI.CA gico eremitaggio riove silenzio e solitu– dine apri\,clflO all'est.asi della fantasia le ,i.sioni della ,-ita beata_ E i beati era– no già per me i ragazzi più grandi, quelli che poterano uscire di casa sen– za es...<ere accompagnati. \"ercare il pon– te e spingersi a piacere loro nella città. Perciò quel ponte acquista\-a per m~ un ,·alore cosi d.c"C.ish-odi transito. dal noto all'ignoto. era all'incirca quello che le colonne d·E.rcote sono state per il genere umano. La città ,-era s:,rgeva per me al di là del fiume: di 13 comincia,·a ad assie– parsi la scura seh-a di chièse e di gran– di antichi palazzi. E come. nell"animo infantile. tempo e spazio si dilatano in una durata e in una estensione molto maggiore che ::i~ll'animo adulto, lun– ghissimi mesi mi sembravano i giorni che passavamo senza andan.; e incal– colabile distanza il :>re\·e cammino che me ne separa\'-a. Xei giorni di festa o in qualche po– meriggio. quando si cominciavano ad allungare le giornate, mio padre mi conduce,·a co:1 sé. E allora. per mano di lui che mi da\-a tranquillità e sicu– rezza. ecco che finalmente io m"arri– schia\·o all"aperto, come uno che inco– minei appena a nuota..re. ma ancora non si fidi di spingersi 3.1 largo da solo. Il Ho consen.·ato in fondo a me la pro– spetth·a vertiginosa che prende,·ano ai miei occhi di fanciullo le basiliche e le torri, ,·edute cosi dal basso di quella mia puerile statura. Quei bianchi getti di manni quelle trombe marine rimaste sospese nell"aria, mi pare,-ano sorgere m perpendicol~ ricadere a strapiombi che mi togliet""S– no il respiro. Tanto Si confà al facile ,·isibilio della fantasia infantile quel curioso S'pOStamento di "-isuale che pro,·iene dal guardare il mondo da sotto in sù, pochi palmi dal suolo: il rap. porto delle proporzio:li acquista ingran– dimenti stupen:li e p3urosi senza dire della no,·ità dell"occhio, da poco abituato a ,·edere. che ha mezzi limpidissimi ma non ancora perfettamente aggiustati alle dimensioni e alle distanze. L'occhio e la luce non si sono ancora separati. In antiche stampe deve g.l"irnmaginosi incisori a"·e,-ano una simile tendenza a inginganlire. mi capi!a oggi di ri'\ "ede.re la città in quelle prospettive faro lose: le piazze mi respirano immense: le corsie dei palaz:z.i affondano in fughe di mi– glia. mentre nel :.:telo delirano. tra nu– ,·ole e tetti. gli aghi delle guglie e i ghirigori delle cupole a spira. lnoltre. quella ,·irtù intensissima nel– l'occhio infantile. di personificare le cose. di crederle persone ,·1,·enti ed anzi visi che ti stanno guardando, face,·a si che le chiese ritte contro cielo con Je curiOSò? teste delle cupole, le nere occhiate delle finestre, le creste dai b:zz.3rri pinnacoli le orecchie e le c.Jma dei campanili. le gole degli scavati portali. io le senth-o di tron:e a m~ in ~ato; esse.."i im– perscrutabili e lapidèi. d'una misteriosa natura. \"lcina a quella dei mostri e dei draghi.· Il loro t.remare allo scro..c;;cio degli organi, il loro odore commisto di incenso e di muffita tunidità. ch"era come impastato nei marmi. prende,-ano per me lo spessore d 0 3tt.nòuti sensibili, che la ingenua immaginaz::one unifica.a. lii senti1:o fissare cd attrarre. Strano era entran;; dalla piena luce dei meriggi passare nei ,·isceri cli quei gran corpi petrosi, fbo a ri't""edere di lassù la città impiceiolita. dagli occhi delJa cupola. \.i si giunge,·a da intermi– nabili scale. fra corridoi di sagrestie. coll"ammattonato a spina cli pesce. Lungo le pareti sta,-a una sfilata di sepolcri, c:on busti cli conti e di principesse oppu– re ritratti o,-a.Ii a olio dalle grosse cor– nici dorate. Che visi a,·e,-ano an.ito quei morti e che fame cli ,'1,·ere! I capelli a grossi boccoli neri scende,-ano sulle spal– le. intorno a risi grassi e glabri con baffettini anche neri: labbron: tumidi come milze: occhi bovini con la sclero– tica striata di ,·enuzze e le tonde iridi marron cupe che mi ride,-ano quasi am– miccando con intenzioni non buone. Solo ora mi rendo conto del senso di quelle chiese., di certe rodne. E' come se il tempo d"improvviso si mettesse a fuggire a ritroso: e la grande spira del– l"orologio si rian-olgesse su se medesima. Forse nella ,oluttà si sperimenta una simile fuga. un t.a.le rimbalzo impazzito e fulmineo alle origini. La tensione tem– porale potrat:ta in avanti a battili di cuore. riprecipita alJ'in<iie::ro su se s4~· sa e su noi come \--Ortice di ebrezza. Forse l'arrendersi a tali impulsi non è che il soddisfacimento d'un bisogno di regressione: di ritorno a stadil ori– ginari, ma anche alle forz.e plasmatrici. alle sorgenti della creazione - poco più in qua del Divino. Ua tale punto di ,-ista una stessa late::ite, recondita ço-,. Iuttà si nasconde_nel senso dell'antico e del sacro, nella sensualità che ispirano le rovine e le ,·ecchie chiese: nell"odore di Roma UI t;na scalinata ripid3. erta che passa in un androne di case medievali. co.ndu. ce a questa piazza nascosta di San Pietro in Vincoli, in alto, col suo bel portico di cinque arcate a pieno sesto che guardano a ponente, ove nel fondo salgono sul cielo una snella torre e un palmizio. E' una parte silenziosa e strana della citta. una specie di isola. intorno a cui il fiume degli anni e dei mutamenti ha girato. senza penetrarvL senza sommergerla. In– columi dal tempo ci si sen e anche noi a 1:enirci e a gu3rdare come tutto ,; è rimasto immutato. Ecco, ora mi ricordo! Xella strada sot.tostante, ai piedi dell"ena scalinata. passava una delle prime linee tranviarie della città. con n!:!"ture bianche e rosse. Consen·o ancora una memoria singolare dei numeri di quelle Jbee. e il suono di quei numeri, niente ha più a che ,-edere con l'aritmetica. ma unicamente con la topografia poetica dei ricord.i. Il Due~ l'Uno. il Quattordici; insieme con le cifre stampate in nero sulle tabelle bi.anche, vedo strade e percorsi di una citta ado– rabile. bagnata da una luce di mattino d'estate. ,edo colori di abiti, figure. oc.– chi, intorno a me. A:icora più indeclina– bile e il potere e,·ocatfro. magico dei nomi ili certe fermate e cioè delle ,-ie in cui esse si facevano; nomi di santi o di ministri sabaudi (Sansil\·~..ro. QU::.ntinosella) che per la mia immagi· nazione a,-evano solo un valore di ri· chiami immaginari, tu ti imbevuti della visione e del colore della strada cui ap. partene\-ano. di LUCJ.t.\'.4. z~tXUCCOLI 1Ii ricordo che ai piNii della scali– nata. qui di sotto. il tram fermava. \"i era un fr azion amento importante della linea; e ,wi fi.ni ,·a il biglietto rosso. L'omi– no coi baffi. borsa di grosso cuoio e fi– schietto appesi al collo, grida,·a: - Sampietrincincoli! Qui tennina il bigUeuo 1'0$$0: - En infatti la fermata di San Pietro in \"incoli do1:e noi do– ,·e,·amo scendere per andare a ,·edere i.l l!osé. iminagiDe che non manca,·a di causarmi., dalle riproduzioni che già ne conoscevo, un particolare spa,·ento. Quanto più ,·olentieri a,·rei C:ODtinuato d ";aggio nel tram che era per me pia. cere mera,;gliosis:simo. lla. ahimé. il biglietto rosso era finito. bisogna'\"a scendere dalla ,·ettura, inerpicarsi sulla sealinata, traversare il buio androne de.i Borgia ed entrare nella chiesa. W ri. cordo il mio terrore che il vecchio gi– gantesco si alzasse e con una temòile zuccata spaccasse la ,·olta, facesse crol– lare ogni cosa. San Pietro in \"incoh! lo non s.ape,·o dan-ero che cosa mai quelle sillabe po– tessero significare; ma es..~ per me a,·e– .ano una ,-ibraz:io!le che anche oggi mi fa tra.secolare; n~l senso che mi sbalza da questo secolo. mi :-itrasferisce nel– l'Ottoeento, e fa risorgere in me una impressione mista di felicita e di dolore. U suono puro delle parole è cosi buon conduttore di inu:::lagi:ù nella memoria che in quelle sill3be io sento ancora tintinnare il cam~ello del tram. E l"omino che grida,·a fra i suoi baffi: e Sampierrinca-ncoli! > e troncava con quel grido la felicaà del mio ,·i.aggio. sta anche adesso dentro di me, in fondo a una gola di palazzoni del tempo di GioUtti, a intimarmi esoso la prescri• zione di un biglietto ros..co. che forse è scaduto anche nel ,-i.aggio della m:a ,·ita. GIORGIO VIGOLO Ne.,J1 ulltnu anr..i I n:p;,ortr fra la 04!tura olan.dLSe. e. quel~ la /ianunmia, fra i lataat1 e glt scrittori ddl.WUl e del· Tal tra. te r Fuunrruni,hi per ra,umi szariche e cncr~ dr altra natu ra soffrono d'un com; ;les.so d'utferiontil rùpa· to a gli Ol andesi) si .sono no– ta'Olmatle intouifia;.tL. • d· l"uJtt,,..o cc>m'l"if10 annua!c det ù.uuat1 di lingua olan.d.de, la e Confertntie der 1\'~land· u Wta en •• n'Oltosi ad An· \'IL !r.sa lo scorso ottobn, fure>– no ,eu CJe le. basi per una collabor~ tl.lti\·a. proficua, una soluf.ale fraldl.a:n:;2 fTa 1 letterati t!ei. due. Poe.si. E i n– sulla1.i si sono potuti ben ;;re– .sto constatare: (rc;-.te:rtlJ. sono SlQll a!, scambi d: cxmfutn– ~eri. di com e,ni di K:rittori., di Tapprese,11~ teatrali, di PToVDmmi culturali tde.· \°Ùi,'i e radiofcmici. .Ua rasprra;.ior.e detlr scnt– ton di lin~.ia olm-..dese, e se. n·t parlll10 a lun go a1 com'l"· gr.o di A m-er.sa. ruta qrH]la di lr'U\,-are la .s t.rcda peT far CO,~ tmdte. all'e.,su;ro la loro lntera1ur14 di nu.sctre ad •e.sporcarla• ùuornn:.a.. Problana di non fa:ik solu– ;J.one: proauarsi dei b:wru traduttori e: uu:ortlnue ed1.1r,– ri dupo.sti a lancuue. C!ll.Ori. ur gTtm pan,e: scor.oscuui e se.ppur ncchi d'inze.n.sse, ra– rammu hanno ur.a prot!u.;Jo-- 1:. ':1~ :s:~'::~ della moderr.a cunosit.a rn'Ol· r.a al~. ma,ari a .sotto;:rrodarri dd1.a laterc::tura purchl C-Gpcc:i di far colpo. * La Sttuati.or.e ùu :e.ma c!d ,nuc.ato librano m Belg io e. ur 0:.tmda è florida, ma pu q-..umIO concune ti pruno, \-O tatt.Lto conto che. la mazgio– Tan:::.a della popol.a=ione, com– prese. aJ1Ch,e: qudl.a fiammm· ga, senu. n:olto rmtfusso del– la cultura e lettu atzua fTtm· ud e di am.se ..,uen:a fini.sc ,t per r.on ùegere tù .sc:ntton di lt ngua olaruuse. .telo ,scopa dr sos:a,a,e ù hbro "4m· rnm;o. U1'1Q Ca.so Edttriu d1 Htliull 1-.a;;uso da poco 1D tni~ffa di pubblu:are. le. pn· ,r.e sai.e di e pocket.s books • (\.:h:ar,ue poc.W5J in e:d::.,or.e accuratr.ssuna, m ,-e.sie. al· traenze ( e a wi pre:::,:, n.1- turclmot lt oltre.n-.odo CJOl'1\e– ni.en.te J am r q-..u;l1 si proponi! d1 dri" :dgore libri dr ,-alare. duraturi, quanto di ni.egllO ùuomma può offnre Ja cullu– ra fimr.rr.ing:z, daIL: le.ueratu· ra cII erte figurCJn.•14 dalla musica al cir.em11, dalla .saen– ~ ail'ecor.onua, dtilla .s1ono– vaft.a al fol.cloTe. lA pnm3 suue dz otto volunu, u.scrla allo fm,e: dello SCOT.SO ottobre compre:ndn"O fra ra. uro una antologia cù liricl1e di Gutdo Ge:.dle f Broges lSJJ·l!l'l9 _. u,w d,e:i fr'.Ù t:Tandi poell di li.n• gua ol.ar.i!e..se, e wi TOrr...=n.=.o di Err.es.t Cla,e:.s t2J.chll,,i I I. dcl wolo e Oaar ù: de ,,..au ,vdronkai • , LA ruomo i c:nne.taz.01. Ck:e.s i tra r p-JJ. Le.tti autori ficnuningJu di og– a:i. uas:one. a Jol-.an Daisne (Gcnd 1911 ! e Gaord \fal– sdu;p f L,or..d,e:r_ul I I. Dr ques.ti ultin.J sor.o usati dn ,'Olwr.. i r.ella U:C01U1a une di • Poc:klls • pTe$D!lall ,n qu,t:· sti ,:iomi con festo~e ouuno– rue c:ncJ-..e ù1 Olanda e d-~ comprouh tra le. altre opere da p:u noti .\farr.u G11SDt (Amvsa 189' .}J e. Fdu Tun· me.rmau fl.ar lsstr-19-r. In ques ti Pce.si .si legge moltissimo: il dirr~ il Um– pe.ramer.to , gli oran di lm'<>– TO, un tr.d ubbio inle.n.s .s.e per , ,-aJon .sp-.rit.uab. un ben.es· .sue. .sociale li.,'iL!llato. :u1 u– nore di ,-ira saow, sono tutti ele.ment, cr..e fa\'Oriscono ra;,– plica=.ior..e e la le.ttura.. _Ad essi st aagi;mge le. possibz– hid di ccquuttre. con spua nur.i ma dei • t csca.bilt • dalla , este 011rcen.te , am oope.nme \'ÌYaci e buo,:a stc:mpa cJi,e: oJjror.o tDta ,~m,r..a di ar,o- n:ent: n-criatissvr.a St: l ~ :,ocUts • 'che m Olanda \-0:gortO \'Oldull ancJ-~ d.n pr:.:.za;J_J10l.i e dlZJ ta.bocxm e. o q-.usto propouro fl . son.o \U?fJt;aU prouste. urd:rzi;1e. da paru d,tr. libra:. d!KUSUO– ,u Q no,, fir;:Te ~ utte.n:l"J'lll goivnaln.'11 ha contnb-.aro nocn.'Olmeme alla d11f:4S:f')IU di dassr. a'. di opu,e: H:lu!,e:. ha ndlo ste.s.so 1cn;,o fl1l'<>– nto la O) l'nparsa d, ur.a ~ du:.,one. rn zono m.,nou. dt ,a– ale. ap;roccw. d: una lat.e.– rotwa - ,'Olendol.a ch.uvr.are oosr - non certo tn rrATs-.n:a. ma ur m.:.g!:one. r~ro. SoY.o imPTessu,ru dt ,,agg-.o. ripoT· tt:Re,S, rc.ccol1e umonstiche e. ,-otwm islnlltn."'i. r:ç,,vdcnl.I. ,·an cam;:,. dGlla (orogrcf;.t:. cl g-.arduuz,r.o, dm!t: peda,o– g;.a clla irovofia e . na dz.· c01do. Suuno °'"'"'Ull' tb r.on 60.geTare. n1u.e.:ndo_che. f orse rn ne.sswt Pt:e.U st nesce Q fare. tcn.1a _uadli~te. _pro;,c· gt2r..da al libro corr.e. rn ~· sto. A.m wdmmte tra la n:ne dt rr.or- ..o e ti princlp:a,o dt a;iri !e Sl festeggio la • Sau– mana dd hbro •· E.· &m ~– r:odo dz urcaJi\·e a ,etto ~trr..m tulle a il1l'OTe dd– fedaori.a e dqli scnltori. St rncor.i~cr.o m q~ta se.– raia tulti il.i scnttori, ~ qudlr pw • on:r • che rn.Teb– buo ,-oglia di .scu.sorn per la loro~ ma~ n°'1 hanr.o sa;:aio nnuna are c:1- run~to. Uuustn. dJ;: ,l.om: itu::i. gen1e dd bd ,nor.do , c om-– mer-cu:nti e: anr .str li fest,e:z– i:iar.o e la stmnpa di: van ril:ei.-o all"O'\."\·e:n.ime.r.10 ch,e: è consufualo il p:ù mon.:!ano della s:ta11or.e. Da quella sua, per otto gwmt.. bbro e 5Crirtore di– n~rtlc:no r protaeo,uslf. ddla scena ~..:h. Corqere.n:e, saate. la.tuo~ di nuio co– rattue., ant:r..e pu i più "°.o– ,·,mi, c:om.,,e,.,-u, pubblu:he. di· .KU.WOm jTo autori, rap;,re– se.nla.=ioru teatrcli. u:dutne fra U2 g'.o,fftlù suih lature --------------------·----------------. ;:refe:nte, st susseguorio, s: l!l- l.U7t,;tr.O. r.dle grc:n.i:. c.ome. r.Lle piccole citr.a dt tucte le pTO\.ncie dei Pae.s1 8.:.ssL Sello giom....ta di cluusuro ,:, a:nori, abbandonalo il loro .scrittoio, si fanno. con sim– patia:;. sonplidra. \"ouùtori. ddLz loro prr:x!u:. u,ne. U \,e– diamo nei van.dr mcgx::::uu ci0."C1ll.i a un banc o 51d qua· le sono esposti i loro b.bn. possuuno .srnngere!i la mano, esp~ le nostre u!.u .sul.– la loro opac e magan com– prare un \'Olume che OlUT– re.n-.o tu"r.cchilo d'un cu:o– grafo. Ala la propaiaru!Q per l'editoria non si e.scur'..s« q-..ci. D-.uttnu la e Surunmta • \'OlR(mO nusse m ,'IL!JUUla ed.1.– ;im-.i s'3fX:idi che 1.·aricmo oe,n i:m-.o. ·un ,iolw,:e. d ono 'ltct ~J pubblico.to ;,e.r lt. occ:asione. '"~ re gclalo a c:itiunq~ c.cq -..usti p er dn:: a m:1le lire d: libri oli:r.tùsi. O,...iesta ,'Olla i costtl U!IO d a tm l:m,:o racconto: • ~ .ta– lennu m • (L'uomo d•lla ccrr.e.– rll.ta } dd quale. non i reso noto fauto~ Il lettore i m· \.'l.Lc:Jo cd au!on'nulo rra i :4 norr..1 ehr.c.Dlt ndl·uz:una pa– g:na e. carri.spondentl ag!i .scri.Hori citL. hanno part«::– palO c:1 cor.corso del qw:1e il rac:con10 p:d,bbauo i u.scito \-inciton. \'iene. po,. ora et– no edita. m \"'l'.Ste on~ ed e:leeout1e. un.a num. a a ntolo– gia dt ;,oesuz, de.d :ca.ta alla gioventù: e n:essa ut ,: otdtto per poco ptù d1 CQU'O lue. Come sempre, anclze ù tian– leg".o d: t;lllSt'cmtO rfre.Ia m– tdligot:D e sensi.bili.La da parte dL:i compifuton. Sono il rilolo e Ot. rr~ \-:ul (USl • RA EG.YA DI LETTERAT .RA TEDE CA DI GIOVASSI ,YECCO Da Musil a Brecht 1..3 partecipa.rio ne ita liana alla letteratura tedcs.ca me• di.ante versioni e studi. oitici è sempre 'O\"a e solerte. For– se la nostra naziooe. in que– sta opera dh"lllg:iti\-a e aiti· ca, "raDtaun primato. lnticrc c:oUane cli autori tedeschi mo– ckrn.i o del passato escono re– golarmente presso le nostre &raneli case editrici da Moo· d.3dori a Garzanti, d3 Bon::.– piani a Sansoni, cWJ"U.T.E.T. ad Einaudi, a l.ocpnes:i Il t\"orddeuucha Rund/unk cli Hannovcr. ù:.,;tandomi a preparare per il prossimo maggio. una trasmissiooc so– pra La lezteratiuo 1,e:.d,e:.sca nd s«:olo XX m Italia, mi im;a, contemporaneamente, i s.w ai\ trasmessi sullo stesso ar• C! 0 e~eUTo~j\~~cll~ da essi ho potuto rilt!-.-are che l'ecx, suscitata d3&1,i scrittori dei 1>3csi tedeschi nel nostro è senz'altro più ,-asta. Per ri· coniare qud che mi ,;cnc, cosi a caso, in mente, dirò che la casa editrice Parenti ha pubblicato in questi a:ior– ni Addio: l'unico romanzo di Johannes R. Becber. che pres– so la casa editrice lA Locu.sta di ,-K'.CQZ:3 sono uscite 1c li· ricbe di Émst \\icchert, * La fonuna mcontr2ta anche in Italia dal romanzo fiume di Robcn Musi! L'uomo sen· :.a qWUilà ( di rui sono finora uscite presso Einaudi - ch'io sappia - solo la prim3 e la seconda pane) ha in– dotto lo stesso Editore a pubblicare - odia eccd· lente traduzion e di. Anita Rho e col titolo: / turbamen.ti dd gionmt: Tiirles s - il lu ngo racc:oot_o Oie l'~"'i.lTWltffl d~ Zog!ings Tiirlc.ss (pro– priamente: / duordini dd– l"all:ev-o Tiirle..s.s). Coo questo la,'Oro, uscito oel 1906, il Mu– sil inmò la sua artn;tà lct– tcn.ria, e non c·è dubbio che il suo fu il debutto di uno scrittore OOte\'Oli.ssimo. (Del Torless è uscita, oltreché la traduzione del Rho presso Einaudi, anche queU3 dcilo Zampa presso Lcrici). Ccnamente suagestionato da esperienze personali ,issa– te da adolesomtc e odia coo– turbantc atmosfera della se· ,-era Accademia militare di Weiss.kircbcn (che a,-e-.4 spe:z• zato, qualche tempo prima, le forze fisiche e spirituali an– che dcJ gio\'3.DCttO Rilke), r autore di Kl3gcnfurt ritrae qui con sprqiudic:atc:z::ta, che non conosoe eufemismi, ram– bic:nte ambiguo e crudele di un collegio militare absbur– gico. Una trama di oripilanti ,iceode sì direbbe quasi da e t~y-bo)"S • anie lutuam, cosutuisce la ,;ta quotidiana e-be si s,-olge. in questo con• ,;uo dO\--e_col ta,~rc del– l'agnostica dabb<=gginc. del· !"untuosa ipocrisia e dcll'ap.1- tica inerzia del direttore e de– gli insegnanti, gli allie"ri sfo– gano i loro istinti di proter• na e dissoto.tezza. che in taluni di questi coo– ,inori insor.ooo e si disfre• nano ,-ere forme di sadismo e masochismo. 1..3 lettura di certe pagine d.3_n"ero wrba ed agghiaco.a. Bcincbera: e Rei· ting ricattano il compa.goo Basini c:bc h3 commesso un piccolo t'urto e, sfruttando la :n~. ~ !:no~= alla loro libidine omosessuale e ad ogni a-cncre di SC\*izic. t:n complesso di infc:rionta para1i:zza la ,-olootà dd Basi– ni e dei più deboli che noo tentano pi.ù di rea~ La Jc,gc che impera entro le mu– ra del coUqio oscilla tra la ,iolcnz.a e l"omcrta.. In alcuni di questi allit!\; non sol.o spicca un·assoluta inscnstbih· u morale, ma già si delinea il proposito mcditalO di af· fermare il diritto della forza. Bcinebcrg. che ,-uolc innurn:: TOrless a panccipare ad una azione intesa • ad umiliare e opprimere, Basini, gli dice: e Se ognuno conlribui:sc:c: an– che un poco, cc n'C abbastan– za per farlo a pezzi. Già a mc piacciono questi mo,i– mcnti di massa•· E alluden– do alla eòc:a dci padri, ag– SJ,ungc: • Xoi siamo gio\*aili. un'altra gcncrazionc. e forse siam o d estinati a fare rose che es.si IIl3l hanno sognato m ,; u l oro•· Kon c'è: in queste dichiara– zioni di Beinebtti un remoto presagio dello spirito cli so– praffazione che CIJlCt'&Cl'à, al– ami decenni più tardi, presso wuo un popolo? Prescinden– do da quc:nc considerazioni. rilt!-.~ che l'esplosiooc di fe– roci passioni dcmcntari e in– controllabili i.stinti di sensua– lità è UD tema che ricorre abbastanza fregucote1DC1Jle nella letteratura austriaca da Anzcngrubcr al Billinger, al Bronoeo e persino aJ mite e gentile Ma."<MeU, del quale cito due raccooti: Barbara />iade:re:r e Oi,e:. Brille (Gli oc– chiali). L'ultimo narra un ro– seo e inopinato dramma che si S'\~lgc pure tra le pareti di un convitto, G.UCSta ,-olta in un istiwto di cieche. Tornando alla prima opera narrath-a del Musi!, .si puo scnz'aJltO a1Icnn:ue che ha gagliarde paii,ne le quab preannunciano L'uomo se:n.:a q-.ialità. LI TOrless e una bn:· ,-e storia ben raccolta nella unitarietà della sua suuttura. Artisticamente parlando bsa è certo meno matura e rafh. nata in confronto dell'am;>io romanzo posteriore, ma. ap– punto pcrcbc ancora DOD m– du1~ troppo alribridlsmo tra saQtismo e narrativa, es.ita il difetto principale del Musil. la cui t.una s.i diffuse sopratrut– to dopo la rcccn.s:ioneapparsa nel 19;9 nel Suppl.emen10 Ul· terario d.d Tur.~. do\"e lo scrittore austriaco era giudi– cato e il più &rande romanzie– re di liniUa tedesca nella pri• ma metà del ooslro secolo •· 10 non annettessi nlore al- 1 •aziooc,. riconobbi ad essa ~:\"\~l~ti. ~a~~ il suc:oess.o ditDostrò. ~usto cn~ terio sull'arte narrati,-a, e ml cootentai. con mia soddisfa· zione, di inserire ocl rac:CQD· to cute idee. Xon a,~ an– cora letto gran che. né a,-ao dannti a mc dei modelli •· I moddli furo&o, appunto. Proust e Jo,u che ~ti->– narono il Musil in ciò che in lui era gia proustian o e JO) • c:caoo, stimolarono, ci.OC , cer– te innate qualità positi, "C e oepti,<>c_ Xe dcrirarooo una maaiore dunilità stilistica. un·cs presshiù pi ù acc cnlllata od.la coloritura dd.le imma– gini e nella sf umatu ra od pensiero, una pi\1 stcura di· samina ntll·mtro:Spaionc. La sua potente fantasia è capa· ce di plasmare ngurc sculto– ree (cito qui. fra tutte, QlX'l– la di ~Ioo.sbrugger) c crea– re scene mirabdi ndla loro traspare nte allushità ai mi· stcrio.si procedimenti psic:o!o– R\ci (,- alga, anche qui. il solo esempio delle scbcrmaglie e dei dialopi che si STOl.gooo tn. lJlrich e la sorella Agatnc. i quali cedono lentamente al loro re incestuoso. coo– nestandolo con la sfida ai pregiudizi della morale cor– rc:Dtc, che pur sopra,--.i,-c at· tra\~rso certi loro involonta– ri ritegni e rinunoe); ID3 es• S3 abdica SO'\"'CDte dinanzi aJ cerebrale gusto ddJ"esercizio dialettico e ddla dilett.ante– sca clisquisiziooe che: oodca· gia tra 61osofia e arte. M usil .srcsso ~ustifica questo ibri– dismo, dic endo che • t·csi• stcnz.3 od.la ,-enu consta, per più de l cinq uanta per oento, non di azioni (Handlungen), ma di disscnaziooi (Abhand· hm5;CD)•· rea e etideote che :n~e<lm-ui~s·~ sa in SQlSO logico e noo in quello estetico di c:octtntc rappresentazione della rcaJta. GIO\f.\XXI SECCO (eo-,1. cl p~m.o nltT"lero) ~ I lesz e.gguv nen11 della rr.u.sa.1 sono sta.te racc:olte l:nù.e scntte m o cc::asior..e di fesi~ da poe1.i. di tuui i tempi.: ca Bloem a Achter~ da Xii– Jwjj a Rt:Jdaiko . da St artu a Vasali.s per no ,nma.me solo qwzlcuno. E ~r questo ,'m– tu:urquesùno arJti,~ t stc:Jo çreparato w1 dono c:n– cora per r laton: :m bd ~ lwnae: c:rr,i;,IUt:IO da illustra– .::,ior..z~ foto e npl"Od:oonz che "In 26 lettn-e • (ed i questo U tu.ol.o J rico.struuce la slo– na da rapporti c:he. nd e.or· .SO dei s.ecoit ..SO,IO murc :orsi /TQ ruor,zo ed ù libro, rifo- ddl~pot:r:: t:.-'!~ tenbt:rg e l.&.urou Jans:. Co– szu. U:CJA.x., ZAXI.CCCOU Di alcuni ci essi ( Bcinebc Reiting, Ho fmeicr, ecc:ett:.~ dice l'autore stcs.so che. quan• tunque e inte J.igcnt i e di buo– na famiglia. erano SO'\"'Cnte scatenati e srlnggi tino alla ,;01cnza ,. Musil s;;iep freu– dianamente aberrazioni ed ec– cessi. indicatdonc la causa cxcasio~ odle e condizioni special i d elfistituto. Ll do,--c Je gio ,o.ni fo~ so~d era• no tc: aute priponicrc dietro salde muraglie grigie, le fan– tasie si ricmpiTaoo di unma– gini rolutruose e disordinate., che face'\.mo perdere la testa a più di un allie-.~ >. Ceno è Fra il TOTles:se L'uon-.o sen· :.a qual1tà s· intttp0ngono il Jo:rc;:e cd il ProusL ~ell' ab– bozzo di un coiloi<> an·opcra narrati,'3 fondamentale,. uo– \-ato fra le cane lasciate dal– lo scrittore di KlaE:cnfun. si lqge: .. Mi ric ordo ancora del principio da o.ti mi la.sciai ~dare odia s tesu ra dd Tor• less: il principio della linea retta. del tratto più bre\"C che uni.sa: due punti. E,itarc im– magin i che non rontribuissc– ro in quaJcbe modo aJ concet– to, omcuere. anche se consi– ~ti importanti. pensieri ~ rolta che essi non si adeguassero, spontaneamente aJ ausus dell'azione. Benché Elena Schla:\i; Dipinto ad encausto (~usco Bredius dcll'Aja) 1

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