la Fiera Letteraria - XV - n. 18 - 1 maggio 1960

LA FIERA LETTERAR Anno :\-V • N. 18 SETTJ!t!ANALE DELLE LETTERE DELLE ARTJ E DELLE SCJENZE Domenica 1 maggio 1960 ·s, PUBBLICA LA om.IENICA QUESTO NUMERO L. 100 DlHl-:7.IUNE. AMMLNlSTRAZIUNE: H.oma . Via di Porta Castello. 13. Telefoni: Kedaiiooe 655.487 • Ammiatstraz1ooe 65!>.158 • PUBBUt:flA': Arnm1mstraz1one: , LA t'LEKA LE"l'TE.RAR.lA > • Vt.a dl Pona C.:.asteUo. LS Koma l'AtUn•·A: L. 150 si millimetro . ABBONAMENTI: Annuo L 4.000 Semest.'"e l.. 2..150. 'l'rlmest~ L l.l(X). Estero: Annuo L. 7000. Copia an-etrata L. 160 . Spedldonf" ln conto corrente postale (Gruppo (I) . Conto corrente postale n. 113I 426 ALLA RICERCA DI UN * UOVO EQUILIBRIO Il dovere dell'artista * di PIETRO CIJIATTI L A storia, leggevo da qualche parte. è fatta di sbandamenti, da si– nistra a deStTa e da destra a sinistra; è la registrazione di una enorme tempesta che Ja impaz::ire gii strumenti, sposta.ndoli violentemente. p<>Ttandoli a battere conrro i due limiri estremi della paurosa bonaccia e della massima violen=a. con rari momenti di equilibrio. Ma questo equilibrio è piU un sogno di filosofi che un a reallà sperimentata. più uno staro di passaggio tra due cri.si che una con– di:ione entro i limiti del– l'umano ottenibile. e che si possa fermare nel tempo. A una f0$e di de-pressione. di passivirà. sei,ue cicloni– camente la fase dell'esplo– sione. de!l'atrivitd .scatena– ta. dirompente _ e l'equi– librio è superato di corsa. follemente. senza che ci si po.ssa fermare. e il piU del– le volte senza sapere che esso è stato oltrepa.ssato. se non molto dopo. dalla di– sperazione dell'eccesso. dal bordo scatenato della crisi. all'altro capo da quello che aprì la catena di rea.:-ioni.. Intere epoche vivono nel– l.a tempesta. come la no– stra - epoche distrugçenti. capovolgenti, nelle quali la regola è l'irregolarità, la norma l'anormalità. l'ordine il di.sordine. E' un tempo di reazione. il nostro, a1meno nato come tale. e cosi or– mai codificazo, ma secondo una giustificazione che non giustifica pili,. secondo una necenitd che è divent.ata. i.steria ed impoten.:a. L'ul– tima verità è l'impossibilità di credere. giunti al Limite di distru...-ione delle stesse ipotesi di fede. all'ironia disperata. alla rivoluzione permanente come sicuro fi– lo d'Arianna nel dedalo del– la storia.. Parlare di cri.Si.. a questo punto. è giocare con le pa– role coprendosi i significati e le necessità. è lasciarsi convincere dal caos ad ac– cettarlo, salva solo la «buo– na coscienza» di averlo de– finiro. capito a parole. E p u ò bastare questo. per l'uomo di buona volontà che non cerca di giustificare ma dr uincere la sua condt=ione di " uomo in rivolta D or– mai solo per disperata con– suetudine ed i11capacità a reagiTe? Può bastare. come si dice, riconoscere c h e l'uomo moderno è alienato. e da questo conclude-re che la condi..?ione attuale è l'alie-nazione? E' giusto di– re che essendo il mondo alienalo l'artista. pe-rparte– cipare. per comunicare. de– ve alienarsi? Non è da alie– nati un simile discorso? La partecipa=ione dell' crrtista al suo mondo può avveni· re solo spartendone l'inca– pacità a reagire. ad essere • oltre • quella parvenza di fatalità storica che chiude la bocca e la mente ai pa– vidi? Tutto qui l'artista - sol o questa accettazione passiva. questo avallo. que– sta arresa umana e perso– nale travestita da parteci– pa=ione sociale? L'uomo in rivolta è corso all'eccesso delle sue inten– zioni, se ma.i ebbe i-nten.=io– ni:- e l'artista non avrebbe altra funz-ione oltre quella di dargli sempre più bri– glia, che inclinarlo sempre più incontro alla cara.stro– fe. suadendolo ad essere moderno proprio in quanto sbrigliatissimo. sfrenato. istericamente proteso a bru· ciarsi? L,'a-rtista non si pone più domande sulla sua funzio– ne - o sono domande dia.: bolicamente inutili, che ac– conténtano solo la sua vo– lontà di non rispondersi, la sua carezzata anarchia, la sua alienazione accolta an– ticipatamente come esodo dalla responsabilità. La co– siddetta funzjone sociale dell'artista. come oggi inte– sa. è una grande menzogna che passa per compito mo– rale. additata come esem– pio - ed è un esempio di abiura. di annegamento. Stabilita la no:ione. nega– tiva namrahnente. di • con– dizione umana ». la si è ac– Certata come soluzione, co– me prova e misura. l punti di partenza si sono scam– biati e cambiati per punti di arrivo: la diagnosi del male si è presa per la sua cura: il male steaso lo si è inteso come rimedio. Que– sta è impotenza, questa e vigliaccheria. è mancan.::a di buona volontà. L'artista non è chi accon.sente. co– me non mai oggi l'artista è colui che rifiuta, che pren– de posizione personale. ma– gari insociale o asociale. di rifiuto, che mette un suo punro fermo alla vicenda isterica. che cerca di dare Tagione di quel che. innanzi rutto. <1on si deve fare per partecipare. A questo pun– to. oggi proprio. un silenZio forre vale rurre le chiacchie– re vigliacche e consenzienti alla superficie dei problemi umani; una rinuncia oale tutte le partecipazioni alla d i s c es a. mascherate da spartizioni di resJ:)OrUdbilirti sociale; una solitudine vale wue le compagnie di stra– da e di salotto; una nega– zione vale tutti gli assensi camusi. che scattano come tassametri. L'artista vero e responsabile deve più che mai oggi esse-re il ripropo– nifore dcli' aristocra=ia dei valori. prima di tutto da– vanti a se stesso, alla sua vita di uomo. Tutto invita alla scesa. all'arresa. al compiacimento dei vizi col– lettivi. delle isterie pubbli– che. delle compiacenze pri– vate: e l'arti..sta vero e re– sponsabile. oggi. è colui che sa dire di no. che sa Tisco- pr-ire col .suo sacrificio il valore del rifiuto, della non– collabora.zione, non-pa-rteci– pazione, non-rivolta. L'equi– librio è ancora un ideale. iTTaggiu-ngibile magari nel– la p-ra tica ma ancora da proporsi proprio come idea– le peT commisurare ad es– so un'opera, una fa1ica. una vira.. Ad un mondo di debole:::– za l'artista non può e de-ve opporTe, con una qualche e vera utilità. che la fmza morale, la salute mentale. it sacrificio delle sue uma– ne, private bellez:e. PIETRO CL-\lATil Vlncenzb Clardo: Frutta. A p ag. 6 una galle.ria di disegni del pittore pugliese, presentati da Giuseppe Sciortlno POETI FRANCESI D'OGGI: A CURA DI DIEGO VALERI Jean Tardieu Dalla Sequenza maggiore e minore E' per me questo giorno? questi prati tremanti, questo sole negli occhi, questa ghiaia ancor [calda? queste imposte agitate, queste foglie slittanti, e il muro senza dramma e l'uccello che canta? L'animo volto ai rumore dei mare, che afferrare non posso, o verso quello spazio interdetto alle stelle di cui sento il ricordo, sento la voce il calore l'odore degli alberi felici, abbraccio un corpo misterioso, stringo le numi degli amici. A domani, bel giorno, a domani! Resta giovane, dormi sotto la riva. Porto con me la tua fiamma ancor vit:a. protetta dalle mie fedeli mani. In memoria del Signor Signore In un silenzio fitto il Signore e i! Signore conversano, ed è come non abbiamo dormito, non abbiamo mangiato. mai non abbiamo amato. Noi non siamo nessuno, niente è successo m.ai . (trad. di .DIEGO VALER!) Jean Tardi.cu è nato nel Giura l'anno 1903. Ha tradotto HOlderlin. Raccolte principali: Accent3 (1939). Le Temoin invisibile, .Mon.sieur, Monsieur, Une voi.:t sans personne, La première personne du singulier. La sua poesia è. ad ora ad ora ..s:rave e sarcastica. UNPANORAMA NELQUALE NESSUNO MANCA O E' DI TROPPO * Il"Novecento,, diEnrico Falqn * di FERRfJCCIO fJLIJ11 La se..-ie dei saggi di Fal– qui che esce nel terzo vo– lwne pubblicato di recente da Vallecch.J (gli altri due sono la e serie quarta» e la quinta) abbraccia il pe– riodo che apre il !alquiano Novecento, ed è ricca di nomi che vanno da Paru:ini a Raimondi. da Moretti a Vigolo e a Montano, da Ada Negri e da s.:.bi!la Aleramo a Bontempelli. Burzio. Mon· tano. Nella seconda serie è previsto il gruppo D'An– nunzio. Cecchi. Cardarelll. Ungaretti, oltre alla « prosa d'arte• e al • capitolo •; la terza si estenderà da Lisi e Angioletti a Gallian. Stu· parich. Tecchi. Pucc·n1. Si- 1one. e altri: la quarta in– centra autori della genera– z..ione. all'incirca. di Landol· 6. De AngeLis. Tobino. Pa– vese. Moravia; la quinta re– ca come sottotitolo « punti, appunti e spunti su storici. critici e antologisti :11;e la sesta. che dovrebbe anch'es· sa uscire !ra non molto. si rh·olge a generazioni o a libri più recenti. 6,10 alle notissime discussioni su Gadda o su Tornasi di Lam– pedusa. Falqui ba raccolto un lavoro svolto giorno per giorno nei confini di una economia strettamente e acutamente misurata; tal– ché non è difficile intrave– dere già nella scelta del nom.l e degli argomenti un primo sbozzo. al vivo. di quella sintesi storica e pa– noramica che è nei fini. ol– tre che dello storiografo. del critico militante. Quale tl significato. a sua volta storico. di un lavoro che ha raggiunto proporzioni e im– pegno considerevoli? La risposta implica un apprezzamento della parti– colare designazione critica che Falqui, quanto e più di ogni alLr-o, si è assunto. A guardare addietro nel suo stesso lavoro - comin– ciato con libri e raccolte da titoli indicativi come • Sin– tassi ». 111. Ricerche di stile» o « Ragguaglio sulla prosa d'arte » - appare chiaro (se non lo fosse già in mol– teplici modi) che le prin– cipali convinzioni del cri· tico erano nate dal ierreno d'az.ione della Ronda. E di– cendone il nome non si al– lude soltanto alla rivista cardarelliana ma a un <nri- 1 mu.s particolare verso le lettere; per cui. accanto al– rapertura tutta moderna. si coltivò il rigore organi– co delle scelte e l'accura– tezza sistematica dei giudi– zi. L'opinione del critico umanistico alla Serra era sorta da una posizione di allineamento al testo let– terario; di commento o • lettura ». La critica cli formazione crociana s'in– [ormava anz..i tutto a una ricognizione degli struma,ti estetici. Il rondista non vo– leva soltanto commentare; voleva e vuol giudicare. Ed essendo sfornito o incurao- te di t.m'attrezzatura este– tica.. si poneva e si pone personalmente al centro dell'avvenimento letterario come « addetto ai lavori o. per regolare di 11 gli ap– prezzamenti su uo indice compleSSO di gusto - come Cecch.i - o sulla base. co– me Falqui. di una moralità inerente all'impegno lette· rario. Classicismo della Ronda, è stato detto. Ma a diffe– renza dei classic:smi tradi– rionali, che posseggono del– le tavole della legge inalte– rabili - i Classici -. qui lo sc.ritto:--e aveva da rifarsi alla società letteraria da tinuità di Falqui, resta che ta prosa d'arte esercita una !unzione di controllo sulle scrittura d'oggidi. e tutto sta nel filtrarne nel tempo gli insegnamenti. E veniamo così ormai al lavoro del Falqui di questi giorni. Supporre. dunque, una revisione d·obietlivi. sareb– be perfettamente assurdo. Sarebbe assurdo. e incom– prensh·o. trascu:-are l'una o ra!tra [accia della meda– glia, rattitud:ne cioè di aperhL-a al nuovo e di rigo– re. di rife,imento ai prin– cipi. che può essere intesa anche solo a sfogliare gli indici degli scritti della Enrico Falqut nel.Ia sua casa romana cui era sorto. a pena di uscire dall'area del gioco. A sua volta il critico era tenuto a muovere dietro ai mutamenli cli clima stori– co. Chi, ad esempio. si ros– se fermato alla zona degli autoq rondisti non sarebbe stato in grado d'intendere uoa letteratura come quel– la attuale a fondo narrati– vo. E forse taluno si me– raviglierà della cont"!JlUità di gusto di un critico co– me Falqui; che. come si sa. ebbe a cominciare nel 1930 con un'antologia di scrit– to:--i •nuovi•· e nel '38 in– diViduò e antologi.,.. una corrente rimasta press'a po– co coi lj.neamenti inalterati dopo d'allora, quella della c. prosp d'arte'"· Ma a parte le esplicite p-roteste di coo- A pag. 4: Una pagina romana di Giorgio Vigolo presente serie prima di Novecento letterario. Nel panorama. come fu proget– tato e poi raccolto. nessuno manca o è di troppo. Le La vera parula se Nessuno con Niente prendesse a dialogare. L'un dice: Quando viene la morte, per ciascuno SULLE NUOVE COLLANE DE "IL VERRI,, * « voci • si distendono nei limiti di un'economia inec– cepibile e dosatissima. Le argomentazioni se g u o o o un'uguale metodica scrupo– losnà. E l'analisi. nell'in· sieme. si rivela di ta!e esattezza e precisione chia· ra di prospettive (tanto da far pensare a un'originaria discriminazione bibliogra– fica). di tale regolarità e coerenza di gusto e. final– mente. di esJX)sizionee di dettato. che malgrado la numerosità dei « vacabili » l'insieme si coagula in t..., corpus solido e preciso. che assume un volto singolare tra le analoghe raccolte ri· guardanti il Novecento. Se l'animo che ispira le pagine d~ Falqui !a pensare, come dicevamo. e un ·originaria norma bibliografica. lo stes– so spirito informa. poi. il con~oUo dei iTUPPi storici. • Ja sintesi degli argomenti in pro e contro. la selezif ne dej caratteri stilistici. Fai– qui crede, evidentemente. al valore del documento e s!rebbe difficile. in un pe– riodo di gusto fìJologico. dargli torto. Ma lo crede in b_ase a un giudizio prospet– tico del periodo; e quella letteratura viene ordinando con gerarchie spontanee. che rendono il farsi storico dej giudizi più che l'im– peto o. poniatno. la s:nprar– fazione delle opinio1.1 dei c~tici. * di PIEBRE EJHl.-lXUf<.L toi crediamo che la vera parola è libera e la stessa in ogni circostanza: dunque crediamo che nes– sun potere al mondo abbia i-1 diritto di piegare e di asservire questo. che è i:! nostro bene più prez.io– so· se U potere s'arroga QtJesto diritto, e perseguita la pa~ola, noi crediamo a quelli che muoiono per salvare la loro parola e non a quelli che mentono per sal· vare la loro vita. Ciò non sigrufica che ci sentiamo moralmente superiori a coloro che un lungo uso della [orza ba costretto a tacere o ha formato al silenzio. Nessuno di noi è cosi sicuro di se stesso da poter giudicare in anticipo del suo comportamento in ogni caso. E niente - soprattutto resperienza dell'ultimo quarto di secolo - ci permette di affermare che lo spirito to alitarlo risparmierà II nostro paese. No~ pOSSlamo da-re nessuna lezjone a nessu~o. Un sentt: mento diverso dalla buona coscienza o anima:. noi ci sentiamo intimamente solidali con quanti vegliano, combattano e soffrono. a cielo aperto e neUe cata– combe. per la· salvezza e la libertà dello spinto. Questa solidarietà d·amore non ci incita ~d accu– sare. ma ci mantiene aperti ad altro, attenti a tutU i significati della parola e del silenzio. è come se nessuno fosse esistito mai. Disceso ai luoghi bui, chi vi dice ch'io fui? Gli risponde il Signore: Dirò di più, Signore, oggi o mai, non mi consta se sono stato o no. I! tempo corre tanto che al momento in cui parlo (presente-indicativo) già no!'l. son più lo stesso. ch'ero un momento fa. E s'io parlo al presente, neppur questo m.i vale; sarebbe .meno male l'indicativo• niente• V ero, aggiunge il Signore, e a questo modo nuovo narrerò la mia vita. Tutti i ricordi a noi! Noi non siamo mai nati, mai non siamo cresciuti, non abbiamo sognato, Intervista con Luciano Anceschi Siamo lieti di pubblicare questa intervista con Luciano Anceschi sulla nuova inizia– tiva dell'EdiLricc Rusconi e Palazzi, diretta d3. Ance.schi stesso ed articolata in 3 col– lane, che affiancheranno la opera culturale de cli Verri•. I - Quali sono i principi che informano le collane da lei ideate e dirette? abbiamo chiesto ad AnuscltL Si può dire che il propo– sito di queste edi.z.ioni sia nato con il proposito stesso della rivista. Ogni rivista che si proponga di essere. come deve, e collaboraz.ione alla cultura • porta impli– cita in sé una casa editrice. toode naturalmente. ad al– largarsi in quaderni e pub– blicazioru. Per diverse ra– gioni solo ora. al quarto an– no di vita della rivista. si è giunti finalmente a dar co,– po a queste intenzioni. Di fatto. sj ha l'impressione che il lavoro della rivista dall'ipotesi del progetto sia passato alla realtà della si· tuazione. e d'altro canto so– lo ora Si è data la scelta dei collaboratori stabili. Sperando di non generare equivoci, credo si posia par· lare di un certo modo di seotire la letteratura, modo aperto, integrato, organico che articola l'idea di lette– ratura in tutte le sue ,ea· zioni. nel rispetto della fun– zione della critica, senza porre rotture tra passato e presente, nell'attenzione più viva a 11 e man.i!estaz.ioni contemporanee. Numeri co– me quello dedicato al Ba– rocco. al romanzo trancese contemporaneo. alla narra– tiva italiaaa contemporanea rappresentano nella nostra intenzione anche un modo di chiarire lo stato della nostra coscienza. Le edizio– ni non sono che lo svolgi– mento e l'ampliamento di questi propositi. ua altro volto della rivista. un suo modo di articolarsi; e devo a&gìungere che {sopratutto con i •Quaderni») voglio– no essere anche un modo di consentire ai giovani che si sono raccolti intorno al •Verri» di presentarsi con· "\,enientemct1te alla cri1ica e ai lettori. 2 - Quali sono le caratteri– stiche. della collana • Le Poe– ticlie. »? Si è detto che nel nostro tempo l'interesse per l'iàea della forma è spesso più vi– vo di quello per la forma dell'idea.. l1 paradosso na– sconde il rilievo di una vi– va attenzione contempora- Luciano Aoceschl nea per le poetiche. In ogni modo, in queslj ano.i si è vecuto sempre più metten– do in discussione la pretesa àelle estetiche filosofiche di risolvere una volt.a per sem– pre il problema dell'arte. e si è rivalutato il sign_jficato delle poetiche. e si è ridato loro importanza. Una collana che presen– ti - a cura di specialisti - I principali testi di poetica letteraria e artistica mi sembra consentanea agli sviluppi della cultura. e tale da attirare l'attenzione di 1 lettoq altf'ntl. La coUana riserba varie sorprese; e. intanto. si apre con Stile e Idea di Amold Schoenberg. Ritengo che tale libro non abbia bisogno di illustra· z1one. 3 - Quale il programma della • Biblioteca del Verri•? La • Biblioteca del Ver– ri 1t .raccoglie opere di sag– gistica critica e filosofica. di poesia. di narrativa che rappresentino nel modo più compiuto i propositi di in- (conllnua a pag. 2) ln tal modo il panorama letterario tende a sistemar– si per moto spontaneo nel· l'art~nanz.a di parer. e di– spa:-eri. f:1i argomentj e re– V1Sioni. d1 sguardi retrospet– uvi e di richiami. che fa il fascino maggiore di que– ste pagine dense e a loro modo varie. U « fronte » letterario cj si muove in– contro su:12.a perdere in rit– mo e fluidità; e dovunque è un'attenzione. una preoc– cupazione del critico. che qui ci invita a· sostare. al– U'Ove Ci nra invece per la manica. e ci prepara sen– za sorprese né disuguaglian– ze a entrare nej climi di cui il nostro accidentato mezzo secolo si compone. Vi è forse chi vorrà trar– ne. dal punto di vista del giudizio dei valori. w.1'im– pressione complessiva uni– forme. come di certi perio– di saturi di cultura e me– no di fantasia della nostra storia letteraria. Forse oon si trascurerà che Fa.lqui è stato studioso della prosa scientifica e di quella di– plomatica del Seicento. a

RkJQdWJsaXNoZXIy