la Fiera Letteraria - XV - n. 17 - 24 aprile 1960

I.\' JJORTE DI CH) .SCRl7TORE * Henny Jahn l'ossesso * b:ùta da un giorno all'altro, fu il dramma Pa.stor Ephraini .Uagnus (, II pastore E-~'-•), che ricc\"ette nel 1920 rim– portaotc e spesso polemico Premio Kleist e andb in sce– na a Berlino l'anno dopo, per la reg:1a. di Benult Brecht e Amolt Bronnen. Peccato non es.sere ancora al mondo. in quell'anno, perché ci sarebbe piaciuto ,edere rome si riuscì a met– tere in sc-ena quest'opera che, a nostro sapere. è una delle più spudorate e tremende del teatro mondiale. Vi basti dire che il protagonista. un pastore protestante, ama la propria sorella, dalla quale si fa tonurare cd e\"irarc per masochismo, quindi finisce per strozzarla, mentre .suo fratello, UD libertino che pro– \"3 di tutto un po', finirà condannato a mone per un delitto sessuale commesso contro una prostituta. :\la questo è un minimo e pudi– ro accenno, e ben altro si tro,"3, esplicitamente, in quel testo. Eppure, già allora, in cosl folli ecc:cssi, l'impronta di un ingegno gagliardo: un linguaggio sordo e opaco, ma forte, risentito, pieno di ca– rica; e personaggi che. pur nel loro im·erosimilc delirio. a,-e,"3.Do dei tratti umani, e si ricordano. Da questo al– l'ultimo dramma di Jahnn, un T11oma.sChallerton (1956) che ci dà, del poeta inglese settecente.sc.o, mono suicida, un ritratto in chia,-e pl"C\-a– lentemente sessuale e per– \"ersa, c'è tutto un teatro che, pili o meno. benché smorzando un poco i toni insopponabili del primo la– \"Oro, batte con la mono10- nia di un animale ingabbia– to sul tasto della carne, del– le sue voglie, delle sue ma– lattie e delle sue ine,;tabili amarezze.. Citiamo Die Kri>– mmg Richard lii. (< L'inco– ronazione di Ricx:ardo lJ 1 •, 1921). che fa dcl so,·rano in– glese un mostro che si ,·en– dica sugli altri de11e proprie insufficienze fisiche; Der Ar:1, sein \\'eib, sein Solm A 11ropo.«ito cle "Il mist,ro di Front-enac,, * * cli R'ALTER JJACRO unT'ìa,-~ero ~J~. ifo't~~d~ delle opere minori di uno scrittore approda spesso a ri– sultati interessanti oltre che ad utili scoperte. Del resto, è storicamente accenato che quasi sempre negli scritti di < secondo piano• di un au– tore, SODO contenuti i germi dei grandi libri che ,-erra.ano in seguito, quando la matu– rità artislic:3 e il tra,-aallo dello spìrito han ~unto l'approdo di una perfetta simbiosi. Talvolta gli scritti • minori .. si alternano alle iraDdi composizioni, oon CO· me C\-asionc o distrazione, ma quasi per obbedire all'esigen– za di reclinare in se stessi. a scrutarsi, magari ritornando ai temi e agli impulsi della fanciullezza, come a ,-oler fis– sare la realtà di un lontano tempo storico. ·ascono così quei bòri, in cui si torna con la memoria ai luoghi dell'ado– lescenza, dei primi conflitti. delle prime e meno pietose amarezze: e ne scaturiscono dclle confessioni chiarificatri- essere la materia della niia opera•- Questa confessione dello .scrittore è estremamen– te chiari6c:atricc. per inten– dere la natura della sua opera di narratore, ma soprattutto per stabilire il necessario le• game IT3 lcrra d'origine, esu– berante di profumi ,;olenti e dei colori acc:csi, tipi.ci del mcridion~ di Francia, e mon– do della fantasia che di con- ~~1t° c ri3t;1?1ira~j~ll;~~ri~ eppur son-cgtiati, di quella gente. * 5cinare oel mondo un cuore che non bo creato per il mondo; libero di cercare sul– la terra un nutrimento che non ti è destinato. libero di saziare una fame che non tro– , crà nulla che la satolli: tut· te le creature non la sa– zieranno e tu correrai innl.llo dall'una all'altra. Parlo a mc stesso. ripeté il fanciullo, so– DO come gli altri, in tutto si– mile agli altri •· Jl senso qua - si biblico di queste parole ,;cn come interrotto dalla ,;otcnza di un paesaggio ca– rioo di colori e di mito. di natura sensuale. Ma il mondo ~~rira::ci~Ja~~~tocf!tt; lenta acquisizione della sua umanità: e Y,·es alla finestra rccitan la preghiera della se– ra da,-anti alle ,-ettc confuse di Bourideys e alla luna er– rante. S'aspetta\"3 qualunque cosa, in,·oca,"3 la sofferenza. ma rifuggh-a. dall'onta di so– pran;,-cre per anni alla .sua ispirazione, di mantene.re con :,Or!:~~~~ e 'l"et~~pi:~ ~~~i ~t!u~~tom.ill~o~_i _________ e_en_..,,_1_ahnn _ _ ______ , ra~di~~\lJtoc~~ac gi~= e '\ientc impedirà mai che il peccato sia il moti,-o do– minante dello scrittore, che le passioni siano il pane e il vino della sua giornata- •· NcUa lotta perenne tra natu– rn umana e grazia illuminan• te. che di continuo si agita nella narratfra di questo scrit– tore, la febbrile e inquieta curiosità per le anime e per il mistero che le an-olge ba sempre costituito il moti,"O dominante. Si tratta quasi sempre di anime borghesi, perennemente tra,'3gliate dal– l'aoiore lCI'TCOO da una par- 1.e e dall'amore di,"ino dal– J'altra, pur dietro il ,·clo gri– gio di una condizione che sembrerebbe escludere ogni e,·ento drammatico. Questo uno ,;olento di sentimenti tro,-a la sua giustificazione nell'ambiente, nel paesaggio che lo scrittore ha scelto come sfondo delle ,;cende narrate, le Lande e la Gi– ronda, la campagna intorno a BordcaU:t, do,·e Mauriac è nato e do,-e si dipana la ,;. cenda di questo e Mistero di Frontcnac •• di ,ago sapore autobiografico. so questo dramma giorno per giorno in un diario che sa– rebbe stato pubblicato dopo una iuande guerra. Vi si sa– rebbe rassegnato non a\"cndo più scritto altro, da anni. QueIJc pagine au-oci gli an-eb– bero .sal\"ato la faccia, a,>reb– bero assicurato La sua glo– ria meglio delle sue poesie; a,·rebbero affascioato e tur– bato felicemente tutta una generazione di disperali.. Co– si, in quella notte di sem– tembre, ro~ Dio ,"CdC\-a uscire, da quel ragazzo so– gnante da\"anti ai pini addor– mentati, una strana concate– nazione di fatti; e l'adole– sccnie, che si crcdC\-a o.r-go– glioso, era ben lontano dal misurare l'estensione del suo potere, e non pensa,-a. che il destino di molti sarebbe sta– to di\"-crso in terra e in ciclo, se Y,-es Frontcnac non fosse mai nato•. DJFE:\"DE IL '·:\"on-EAU ROll~"-· * Robbe-Grillet a Roma * di GIUSEPPE ThDE.SCDI Nella attuale stagione let– teraria francese Alain Robbe Grillet ba un posto di primo piano. Le sue opere sono quelle che più hanno deter– minato polemiche in questi ultimi tempi. Da US Gornmes a Le l"oyeur, da 1A Jala,_uie all'ultimo Da11 Le l.Abyrintl1e, le sue opere e i suoi articoli hanno sempre assunto una posizione di punta estrema nelle lettere r rancesi di oggi. Quali sono i motivi che Rob– bc Grillet e il suo gruppo (Sarrauthe, Butor, Simon) JX)ngono in eddenza per pro– curarsi tanto interesse? Essi affermano che il ro– maJ120 è finito, che la narra– tiva tradizionale non riscuote più interesse. La narrari,-a tradizionale stanca, annoia, infastidisc:c. A suffragio di queste tesi, essi hanno scritto romanzi che capo\'olgono tut– te le strutture narrati,-e esi– stenti fino a oggi. Non esi– stono più trame, soggetti, cronologie. ambienti definiti, progressioni. Le polemiche sono state molte; intanto essi ,·endooo i loro libri, determi– nano interesse. L'Editore Einaudi ha pub– blicato in questi ultimi giorni, Ne.I IAbirinto d_j AJain Rob· be GrilleL Con l'occasione si è fauo ,-enire a Roma l'auto– re per tenere uoa conferenza– stampa sulle ideologie di que– sto < nou,-cau roman •- La conferenza è stata organizza– ta alla Galleria dell'Incontro, diretta da Benorotta. lisi psioologica. Perché le pas– sioni non si possono mai ana– lizzare in maniera obienh-a-•. E' chiaro che Robbe Grillct con i riferimenti alla tradi– zione Kafka-Proust-Yojce--~1i– chau.'\: è andato alla ricerca di componenti cix,etiche- del loro la,-oro. La sua accusa è più che altro alla forma della narrath-a tI'3.dizionaJe. La narrati,-a del • nou,-eau ro– man .. però, stando ai giudizi di molta critica, non ancora ba raggiunto questa perfezio– ne di fonna tanto ambita e conclamata. GIUSEPPE TEDESCHJ. stificazione di certi aueg:gia– menri e intonazioni. all'analisi più attenta di cene impennate. Questo discorso ,-ate pani– colanncntc per un libro di François Mauriac, • U miste– ro di Fronlenac •. scritto dal– l'autore nella sua stagione crcath-a più feconda e felice. quasi ,,olessc ooncedcrsi una vacanza nella sua carriera di testimonianza umana e cri• stiana, rifugiandosi neU'e-.·o– caz:ionc delle fole e dei cari ìoganni della gio,inezza. Kcl pubblicarlo, l'editore Longa– nesi ha reso un scn'lgio ai )ertori e agli studiosi deUo scrittore francese, poiché es– so fa,-orisce e stimola un di– scorso su uno tra gli scrittori più discussi del NO\-cceoto. e Io non ossero e non de– scri,-o, io ritro,-o, e ciò che ritro\"o è il mondo gianseni– sta e pieno di costrizione della mia infanzia pia, ango– sciata. ripiegata su se stessa, e la pro,;ncfa in cui era im– mersa_ Tullo è a,"'\·enuto co– me se in mc la porta fosse stata chiusa per sempre, a ,·ent'anni, su ciò che do,C\-a Robbe-Grillet alla Galleria dcll'lnconlro E' interessante notare che questo libro è stato scritto da ~lauriac nel 1933, l'anno cioè in cui lo scrittore entrò ufficialmente alla • Académic Française • e pronunciò quel famoso discorso e dc réccp– tion •• in onore del suo pre– decessore Eugéne Bricux, un uomo non troppo vicino alle ideologie di Mauriac: eppure lo scrittore cat101ico seppe pronunciare in qucll 'occ:asio– nc parole che a molti banno ricordato quanto egli stesso disse al capezzale di Gidc morente. Sono appunto questi episodi che servono a dare l'esatta misura dcli' uomo– _\lauriac, il cui cattolicesimo ha sempre cercato dei le– gami con l'uomo, nell'ansia. di comunicare coi propri si– mili, tah-olta denigrandoli, ma sempre difendendoli, da una posizione di prl\-ilegio che gli ,·cnh-a dalla facoltà sua di mettersi di fronte a Dio. <Ce qui dés.hooore l'hom– mc, cc n'est presque jam.ais son amour, fu.t•il le plus charncl, mais ce par quoi il le remplaoc. Il le remplace_ Jusqu'au jour ou il découvre en6n que cc.t amour usw,:,ait lui-me.mc una piace destinCC à un Aut.re•: in questa con– fessione c'è l'esigenza dcll'in– sosrirwòilità di Dio, ma al tempo stesso l'impossibilità. di sostituire l'uomo con altri miti. Pur nella finzione del rac– conto, è facile qui co&licrc il senso autobiografico che Mauriac intende dare alla na· scita in lui dell'elemento uma– no, della carica umana che lo ha sorretto per tutta la ,--i– ta: in certi episodi del libro. soprattutto in certi squarci che mettono a nudo le piew}le di un sentimento ancora ado– lescente, che ,-a sbocciando in un paesaggio ,;tale e caldo di affetti: • Sci libero di tra- * Facile profezia: dopo il ro– manzo e La Pharisienne •. u– scito nel 19-!0, François .\lau– riac, brncc:ato dalla Gestapo e continuamente attaccato dalla stampa filonazista. di Petain. tacque dignitosamen– te, ma la sua ,-oce ra facil– mente riconoscibile su tanti fogli della Resistmza france– se, do,-e andan stendendo gli appunti di quel e Cah.icr Noir •. che resta ancor oggi uno dei più aJti documenti umani che scrittore abbia )a– sciato, sopraltutto come te– stimonianza cristiana: poiché da ogni pagina trasparc rcsi– i;:enza insopprimibile < dc re– trou\-er Dicu dans Ics bom– mes •· di interrenirc nella Jot– ta dcll"uomo ron le armi e gli strumenti dell'uomo stesso: e D nous faut ,-aincrc cettc tcntation dc mépriser l'hom– mc. L'ad,·crsairc gagncra.it sur nous dans la mesure où nous céderions à cc mépris qui est le fondcment dc sa doctrine •- Tanti altri atteggiamenti del Mauriac di oW hanno la loro inattesa giustificazione nelle pagine di questo libro. che non rie..--oca solo i sogni del– la fanciullezza, ma anche la faticosa conquista di tutta una condizione umana: non ultima, la posizione intransi– gente di difesa. assunta nei confronti dei mo,-imcnti d'in– dipendenza dei popoli d'oltre– mare. riconfermata recente– mente qui a Roma. in una riunione di intellettuali negri, con un memorabile discorso. WALTER MAURO Domenica 24 aprìle 1960 John Bninc LETTERa oa. LO:-.DH.a * Juhn Braine finto "arrabbiato" * di Ll;IGI GROSSO Brainc. come è noto, è sta– to collocato da piu di un giornalista nella elastica ca– tegoria dei e Gio,.mi arrab– biati •· La ragione di ciò mi sfugg_c perché, a quarant'anni suonati. non mi è parso né particolarmente gio,"31lc né. minimamente arrabbiato. An– zi egli sostiene di non esse.rio mai stato. Con questo no:! ,--oglio dire che sia il tiJX) ronciliante, pieghC\"Olc. sem– pre pronto a smussare i con– trasti e a facilitare le cose. Tutt'altro. Sulla base dei due romanzi pubblicati fin'ora ero giunto, per esempio, ad alcune conclusioni: che pro– \"Cnissc dalla cosidetta • \\"Or– king class • la classe Ia,-ora– trice; che a,·esse conosciuto la povcnà; che ci fosse un notC\-ole elemento di requisi– toria sociale nella sua opera narrati,-a e che, sono sotto, sia Joe Lampton. il protago– nista di e La \ia dei quartieri alti •, sia Dick Con·~·. perso– naggio ccmrale di e Tbe \"o. di •. così affini da.J punto di ,;sta delle aspirazioni, delle ~~i:Ot~tr.::,~r= ailii~ che due aspetti dello stesso autore. E' ormai di dominio pubblico che John Braine. come Joe Lampton, era bi– bliotecario in una cittadina del Kord dell"lnghilterra che rassomiglia singolarmente a.I– la \\'arie\· di .. Room at thc Top•, e· il lun~ soggiorno in ospedale di Dick Con·cy, in • The \'odi • non può non richiamare l'attenzione del critico ad una angosciosa fa– se della ,;ta di Brainc. ne-gli anni intorno al 1950. allorché, giunto a Londra con poche sterline in tasca, cercò di campar.; come Free-Lance, e dopo un anno di stenti Y"enne rioo,·crato in ospedale do,·e rimase per la bellezza di 18 mesi. ~ta. Brainc non è molto incoraggiante e replica che le affinità ci sono anche oon tutti i!li altri personaggi dei suoi libri. persino con le don– ne. t;na \"Olla. Bernard Shaw raffreddò gli ardori di un suo aspirante biografo, osscn-an– do che tutti i grandi e\·cnti della sua ,;ta si erano s,-olti dentro la sua scatola cranica Braine mi cita Fitzgerald: angoletto accogliente, .sentt traccia di poesia. Ricordo co- it.tli!':o ~~ ;:1tcJff':~ dicesse di a,·cr tro,-ato nella • \ ·ia dei quartieri alti • una sensibilità assolutamente ec– cezionale per un inglese. Lo a,~-o notato anch'io e pro- r. tio per questo - forse sul– e tracce de1 famoso libro di Rebier, scritto intorno al 1930, • Gli Inglesi sono umani?• per il quale il popolino inglese era l'unica pane della popo– lazione capace di espanshità e di calore, di affetti. mentre le classi più elcntc, quasi co– stituissero un popolo di\"erso, non a,-e,-ano che freddezza. inibizioni e autocontrollo - proprio per questo a,·C\'Ocre– duto che Braine pro,'"Cl"'ÙSSe dalla cWorking dass•. La mia sensibilità - Cj!li risponde - non e per nulla cccczionale. Gli Inglesi sono un popolo terribilmente emoth"O ed espansh-o. Quella della fred– dezza è una leggenda confor– tata dagli esemni di Chcster– field e di Wellington e per– petuata dall"infima minoran– za educata nelle Public Scbools. Personalmente non ho il minimo dubbio che Nel– son. prima di morire a Tra– J aliµr dicesse .. Ki.ss me • (baciami) Hardy; non < K.i– sroet • (destino) Hardy. Era un cristiano non un mussul– mano. E lei sa quanto calore di affetti e quale ricchezza ~o er:ù°t?eJ~!I~~- r:'~: giunge lo scrittore. è un er– rore giudicare gli inglesi in pubblico. Giorni fa, cedendo a una delle nostre predilezioni più ghiotte, sfogliavamo quella mera,iglia di atlante storico uni\'crsale che è l'Atla.s :;.tr Wdtg~iclite, che una squa– dra di qualifiC3tissimi stu– diosi ba approntato per lo editore Wcstermann di Bra– unschweig e che 3\TemJllO una gran ,-oglia di soffermar– ci a esaltare, tanto le sue po– licrome cartine dei più di– ,--ersi paesi sotto le più di– ,-crse culture, le sue piante di città, di borgate, di con– venti e di templi, i suoi gra– fi.ci di battaglie., di sposta– menti etnici e di zone d'in– fluenza, pur nella .scrupolosa esattezza scientifica in cui è difficile cogliere in fallo i tedeschi, sanno sug~re a una fantasia che ormai si vede sbarrato il cammino da una troppo perfetta cono– scenza del mondo in cui ,i– ,iamo, e cui perciò non re– sta più altra direzione che la corsa ,~rso il passato. Ma non divaghiamo. Si sta,·a dunque fantasticando, pur con ocr.hio ,igile, su que11e carte così in,'itanti alla tra– .s.figul'az::ione fantastica, quan– do ci lomò in mente la ma– schera amara e tormentata, le sfuggenti sopracciglia mongoloidi, gli occhi opachi e un po' fissi, la larga bocc.a scimmiesca di Hans Henny hh.nn Jo seri nore germanico mono alla fine di settembre, e la sua immagine si so\·rap– pose, per strana ooincidenza, alla canina della sua terra amburghese, raffigurata non com'è oggi, ma secondo la posizione etnica e politica che a,•eya nell'alto Medioe\"O, intorno all'epoca di Carlo– magno. ~on so se è un pro– ccòimento legittimo (c'è chi lo ba usato per Pirandello. spieg3ndone la personaJita in ba.se alla geogralia, come quella di un sofista della Magna Grecia rinato alla fine dell'Onoceoto), ma sta di fatto che a ,·edere quelle terre al margine - e molto al margine - della chiltà occidenlale, ancora abbando– nate al soffio freddo delle precuJture nordiche e asia– tiche, popolate di genti dai nomi fonementc. suggesti– ,-amente barbarici. quali i Sassoni e i Lon~bardi, su quell'Elba che fu per moltis– simo tempo la linea est.rema della più est.rema propaggine nordorientale della civiltà eu– ropea, qualcosa, qualcosa sol– tanto ci pare\"a di capire dell'altrimcnti incomprensibi– le figura di questo scrittore, la cui tristezza ossessa e os– .scssh-a. la cui informe ma gagliardissima potenza, la cui fedeltà fanatica a un pro– blema centrale, con aperture cosmiche tanto grandiose quanto sfocate ci ricorda\-a– no appunto certi caratteri del gennanesimo primitivo, certe barbare note della mi– tologia pagana dei popoli te– deschi, così ru,·ersa, nella sua scabra tcrT'ibilità ass.ctata di sangue, di lealtà e di monc, dalla - almeno in superficie - più affabile e armoniosa mitologia grecolati.oa . Di più. io quest'uomo pur sempre del nostro tempo (era nato a Stcllingcn-Altooa nel 1894), una componente nuo,-a, as– suna a 11• assolutezza cd esclush'ltà di un mito: l'im– pulso sessuale. sferza crude1e che si abbatte su tutto e su <utti, e fa del mondo una foresta di demoni assetati di un piacer-e che, nelle sue forme più di,-erse e pen~rsc. non è strumento di gioia, ma padre di disgusto.- di soffe– renze atroci, preludio con– tinuo alla distruzione e alla ( < Il medico, sua moglie, suo figlio•, 1922), quadro di una famiglia imperniato su ogni sorta di abnormit.à ca.ma.li ; JJedec. (1926). donna barba– rica la cui effcrratczza na– sce tutta da un sangue ,·o– glioso e in.soddisfatto; .\'euer lii.becker Totentan:. (, Kuo– ,-a danza macabra di Lubec– C3 •. 1931). poema dramma– tico che canta il più nero e sconsolato pessimismo del– la carne; Annui, Reic:htum, Ml!l'l.SClz und Tier (• Po,-ertà e ricchezza, uomo e bestia •• J934). ritratto di un contadi– no disputato da due femmi– ne e straziato da un intimo confliuo tra sensualità e mi– sticismo. Questo, il teatro. Poi c'è la narrati,-a.. E in– nanzitutto Permdja ( 1929). lunghissimo romanzo che fe– ce scalpore e fu accostato, per atomismo di composi– zione e stranezza di montag– gio (tra l'altro. c'erano anche inserti musicali), alle epo– pee di Joyce e di Dòblin. Jahnn. qui, si scatenò più che mai. sia ne1la forma che ncl contenuto, superando an– che le banicre che a teatro SODO in\'alicabili. L'eroe del libro è un uomo che cresce in Xorvcgia, tra gli animali (si è fauo più volte. pe.r Jahnn, il nome del grande Hamsun, più o meno a pro– posito), fine.bo ! l'amore per una ragazza \'Ìcoe a cc.rcar– Io nel suo co,·o e lo t:ra.sci– na fra le fiamme della pas– sione più infernale, in meno al gran mondo, do\·c P<JSSC– rà di colpa in colpa, di di– sper.uione in disperazione. accumulando ricchezze senza fine e lasciando brandelli da per tutto. E, finalmente, la ultima opera, cosi sterminata che l'autore non ba saputo finirla: la trilogia romanze– sca Flzw o/me Ufer (, Fiu– me senza ri\"C •>. di cui SODO uscite le prime due pani, Da.s Hol::,sclzifl (e La na,-c di legno •• 193i) e Dii! Nieder– schrif t des Gwtov Anias Hom (, Le memorie di G. A. H.•, 19-$9).Kel primo, su un \ "a.sc: ello che na,;ga ,·erso un traguardo ignoto. ,;aggia un campionario di umanità disperata e pen-er– tita, pronta a tutte le a,·– ,·enture dello spirito e del .:orpo, che si concludono con l'assassinio di una fanciul– la; nel secondo, il fidanzato della fanciulla uccisa per– dona l'omicida, si lega a lui di un legame nefando e la triste coppia gira per mare • Il romanzo 1radizionale non può più esistere ,. ba di– chiarato Robbc GrilleL e Bal– zac, Flauben. Zola, sono sc.n– z'aJtro dei grandi romanzie– ri ma io penso che Balzac aJ giorno d'oggi non scrfrc– rcbbe più ciò che ba scrillo in quel tempo•· Ha conti– nuato: • Per mc la cosa es– senziale è la forma. Kel ro– manzo tradizionale in\"ece si mole il personaggio, la sua storia, l'intreccio•· --------------------~--------------------! • ~on sj può scri\"cre una L'improwisa comparsa di un narratore di classe che si afferma di colpo col suo primo romanzo ( et pour SOD coup d'éssai \"CUt un coup dc mait.rc) è ottimo materiale ad effetto per i giornali popo– lari. Il critico rimane scetti– co. Braine ronfcnna che si tratta effettivamente del suo pruno romanzo. ma con• cede l'esistenza di un prece– dente tirocinio: liriche in ,-a– rie ri,;ste letterarie ormai tramontale, racc.:onti per i quali non esiStC\"3 UD mer– cato in Gran Bretagna. Si sofferma particolanncnte, in t.ilc wnt 10, su W1a sua commedia e Descno in Male– sia.. rappresentata al Lit– tle Theatre di Bingley. nd 19.51, che fu probabilmente - egli dice - il più clamo– roso fiasco che la storia del– la scena ricordi. • Fatto sta che ,-alC\"3 ~ ... morte. * 13.hnn ebbe una ,;ta in– quieta, randagia, perseguita– ta. Geniale costruttore e 1-e– stauratore di organi, studio– so di antica musica sacra (un'alLra delle sue panico– larità: l'osmosi tra sesso e religione), fondò una specie di .sena tra mistica e musi– cale. la Ugrino-Gemeinde. che ebbe anche una casa editri– ce; poi, messo aJ bando co– me scrittore •degenerato• dal nazismo, riparò, nel 1933, in un'isola danese, dO\e si applicò a studiare gli ormo~i e ad al)e,.-ar cava.Jli. Fioche. tornato in Gcnnania dopo la guerra, si rista.bili ad Am– burgo e passò gli ultimi anni rispettato dalla cultura uf– fici.aie, che gli decretò a.oche alrune :iltt- distinzioni, ma piuno-.lo sfuggito e ignora– to dalla gran massa dei let– tori, molti dei quali a,·c,-a scandali2zato con le sue ope– re mentre un esiguo dr.lp – pc.'JJo di estimatori, non. :5?IO tedeschi (un gruppo di m– tellettuali polacchi lo pro– pose perfino per il Premio Nobel) lo esalta,,a come uno dci massimi sc.riaori vi-\-cnti. Che rosa a,-c,,a creato que– st'uomo che come pochi. forse, fu lontano dalla feli– cità. né mai s'illuse o \"OUc illudere gli altri• di a\'crla raggiunta? fJ suo primo grande suc– cesso, che Jo portò alla ri- e per term, sperimentando ebbrezze e orrori del nostro ..- .. .., pianeta. La terza n:trtl' Er1ilog <cEpilogo•), -•-•-, ....,1..•-1:, .. ~\I... e forse Jahnn non l'ha nem– meno finita di scri\'ere. * Singolare destino di una opera che rispecchia, me– glio di ogni a.Jtra, questo scrittore incapace di dar forma, di concludere, di purificare, di decantare qua– lunque impulso. Prosatore di genio. senza dubbio, pieno di forti intuizioni e di note grandiose, beo sue, ma tut– to sommato, artista troppo torbido per sopra"vivere, creatore di personaggi e di mondi che cadono continua– mente nell'informe e nel goffo, uomo che non ha tro– ,-ato neU'arte quello stru– mento di chiarificazione che a,-rebbe redento, in pane. anche lui dalla sua cupa tri– stezza di pessimista carnale. ITALO A. CHIUSA.\;O < Kes.suno crede più al ro– manzo tradizionale. Es.so non ha più possibilità di esistere. Ké aspe:tta,·a ceno che ar– ri,·assi io per C'\·oh-ersi. sa– rebbe successo ineluttabil– mente. Dopo Flaubert qual– siasi persona a,-rebbc potuto riscri\"cre Madame Bo\"an• ma non sarebbe stata Ja stes– sa cosa. E' la forma che con• ta, non il contenuto. Mi ban– no accusato di formalismo mentre io penso che formali– sta è eh.i rifà le cose già fatte senza nessuna ricerca di nuo– ,-o: non è il mio caso. Kon è ,-ero che uso parole diffi– cili, non c'è bisogno di ri– c:ocrere a nessun dizionario per leggere i miei libri. Se uso spesso la parola paralle– lepipedo è perché non esiste altra parola meno brutta per designare un oggetto di quel– la forma. Mi hanno dello "si \"cde che sei ingegnere perciò usi queste parole". Dicono ancora che non c'è crooolo– gia nei miei bòri. A che se.r– ,--c la cronologia? Kci miei li– bri essa non esiste: a un tale che l'ha cercata in un mio libro, ho detto che a,-e...-aavu– to tono di cercare qualoosa che non ,; era. Solo gli og– getti dC\-ono essere sempre presenti, ad essi de\"e essere accordata sempre una auen– zione. Mi dicono che nego l'uomo. bo ,-aiuto solo dire che non ci sarà più bisogno dell'uomo come personaggio (soggetto) e che il soggetto è il narra– tore e gli oggetti tullo ciò che gli sta di fronte: una sedia, un gesto, una parola, un al– tro uomo ecc. Penso solo che 1•uomo non è più la cbia\"c del mondo come ai tempi di Bal– zac. Non sono obictti\"O per– ché non è possibile rappre– sentare gli episodi come una macchina di ripresa. sono un uomo che racconta e rome tale sono soggctti\"O. Sono perciò anche nemico dell'ana- XELL' OPERA DI CH . tRLES DICKE.l'S * La poesia· degli affetti familiari L' singolare come DÌcken~ 11 quale mostro ::i. lutta la sua copio.sa produzione una a.s.sotuta liberi.a. 1mprered1- bile quasi, nella rappre.sen– ta.:ione dei suoi personaggi, dicenh inrece di una com- 1,ios,sa pertinen=a quando si tratta dt dùeg1.ore 1:1.ternt ed affetti /amdtan. CTe.ato– re ò1 u.n uniceno, Ulle è m rcalta il suo mondo, dore turto è arbitrario e dore .solo il pullulare da .tonobosco del~ lo: vita londinese dei suoi tempi, ho il dono di una pun– tu.ahtà fotografica, Dicken.s smu.ua le sue armi solo che si ata:icini al sacrario detla famigha, Freud dimostrereb– be che i! wbcon.sc: r.o regre– di.sce, in cerre ocea.sion..i, fino all"epoca delle ce:Ueitd atJet– th::e, degli struggimenti in– fantili. PuO e.s.sere anche cero. .,fa colui che, fon:ciuUo, arendo oouto il padre nello: 1erro pngione per debiton., era .1:toto costrcuo a I.arare bouighe u.sate. di lucido do .scarpe, nella Jabbrica di uno zio, non dimentica tanto Ja– cilmenle. Uomo /atto, 1l pen– .sie-ro è .tempre Ii. Allo .scano pane e ai miasmi dello sta– bilimento. Alle domeniche tra.scorse in prigione, accan– to al padre. tra i detenuti mi.terabifi, in una promiscui– tà dalla quale ce:rtcmenu: un. giorno .scaturiranno le sue figure migh.ori. Fagh è nato ira quelle mura e con lm it cecchio Dick. L'uma– n1ta /olle e percer.sa o buo– na ad oltranza, .ti ha QU0.$1 1l coraggio di dire: buono di uno bontà eh.e non e.slJ;t.e, è nato dalle delusioni e del– le .speran:-e di un fanciullo troppo sensibile ed infehce. 1.-e il giornali.tt.o a g-ron. succeuo e per d cero di ahusima lecatura quale fu. in. fondo Dickvu:, npudiò mai i $U.Oi ideali, anche se eg,!i .se n.e .servi, poich.è coin– ciòecono con qu.eUi della folla, per /ore denq-ro. Certo alcune sdolcinateue, riscon– trabili topraUutt.o nei Rac- * di 11. .tSSIJIO GRILLAXDI conii d1 Natale, che ora op– po:1ono nuocamente trodolli col tipi di Co.suii, i.J11dulgono più a t1n m.oro:.li.smodi ma– niera, che a un insegnamen– to cero e propno, na pure cll"ccqua dt rose. Troppo im– probabili per e.uere rere, ma in fondo Dickeru celeca creare delfe fiabe con ad– dentellatt olla realtd, SO"IO le fig-ure di Scrooge, di Tun 1l p1ccoltno, del miie Bob Crat– chit tracet ani-e lic:tercm, ai i.imiti d1 ogni o.ttend1bili14- Co.ta ha di reale un tipo come il cecchio Tobv, .sorta di uomo fanciullo, eh.e Sogna di cadere da un. campanilt:, solo per ritrocarsi impego– lato di nuovo 1n una bontd tre volte buona? O il pc.dre di Will;Gm. eh.e ripete monota– n.am.en :.e di avere ottanta.sette anni e che, nei momenti più tragici, ca a ricordA:rri di un.a cecchio partita di cricket giocata ai tempi dei sara– ceni. direbbe.ro in Siciha, con un amico? La real1G e che Dicken.t nar-ra per il gu– .sto di narrare, con una sorta di eompiac:imer..ro uteriore .eh.e :i.on si sa bene a cosa mi"¼ H n.on a .stupire il let– tore, cr-eondo ini-ralc:i e com– plk:1L.-ioni, dicaga_."1o~i che: rendono più saporo.s:o il n– tomo a.I filone principale. Il qt1ale filone, nei componi– menti maggiori, tende sem– pre con.sctam.e-nte o incon– sciamente alla rappruen10:– zione: delle gioie familiari, ri.ste o:ttracer-so un prisma che è .tempre a fuoco 1n que– .1:tadolce oue.uione. E qu.i è tutta o per lo meno iii gran pane la for– tuna di Dick.ens, nonost.onte i ndimenrion.omenti di Che– sterton.. di O.Sben suea. di Lord Cecil e, .te coghomo, d1 G<zbriele Soldini. L'entu.rio– smo di Stcimburr.e il qua.le niperficialmente lo elogiò oltre ogni merito. ha finito col nuocergli più che col giocargli. Dato che e ap– parso chiaro a chiunque che un paragone con Shakup,:a– re, anche se limttato alla figura dell'ebreo Fo,gi.n dd– l"Oliccr Ttci.tt con 11 Shy– loc.k de • li mercante di Venezta • lo! a.s.tolutcmen1e inaltendibife. Se a Fo:g1n non manca qualche attn– but-o d1 grand.ez -za, .rio pure nel senso dell'orrido e det laido, e.uo ~n ha null.o do spartire con Shylock. L'esa– speraro orgoglio deU' ebr4!0 sce.spiria:no, ben dice C~o:re rico Lodovici, i ai di .iopra dell'ava.n.zia steua, una pa.s– .sione a suo modo generosa che lo fa in ogni caso cit.·o ed uma"IO, tanto quanto il Fo:gin, che occulte i gioielli appare una marionetta, non conc1nto. di ciò che fa. Mo sntce-ro ed artendibife è Dickem ogni cOlta che tocca ti tema della famigh.a. Nel Circolo Picktcick.., la ce– docb Bardell .1:mette di es– sere una ma.cehieua quando presume, e la. .rua speranza non può che commuoversi, di usere .1:tata, sia pure in– diret.: .cmen.te , ehie.sta in mo– gli~ do:U-inetJabile fondatore del sodalizio, Così pure il Signor Piektcick mai ci ap– pare cosi s1mpat1eo come quando, tdentijicandM con il padre di Charle,-, vo in– giustame-nte in pngione per debiti e Ii o..ui.stc, turbcto e consapevole, a .tee-ne or-r-en– d.e o pietos-e com.e qu.eUa deUa morte del vecchio de- 1enuro. L"Olit-er Ttci.st, certo non. una de.li.e opere mighori di Dickcns, è retta da episodt come qtullo del piccolo Dick, il rnala:ino che ben.edice Oh– ciero me"'ltre questi fupge d<1U'ospi.zi.o.O d.alla scenG del protagonista che ca col fob– brican.t.e di bare nella sèom– be-rpa doce il òolore è tanto bene de.tcriuo da u.sere por– re o proll'rione di un ai,ro dolore che egli aL·eca da .sempre ne.l cuore. E se cn– che. OLit:iero, alla fine, ritro– ca famigha e po.t1z1one, non .ti pu.O d1menlico:re il buon vecch.w eh.e lo cura e lo di– fende, solro poi o:fargli sem– brare più crudo io compo– gnta d1 mise-rab1ii come ti FuTe.uo, Ba:es, Fapm e S1- ke.t. Il Dar-1de Copperfield Junior, tutto o quasi di e.stra– .rione autobiografica, i l'esal– tazione dei due ideah di D1c– ke'1S: la famiglia e il trionfo della bonta. I coniugi .'dico:1ebe-r .1:ono i genir-on deUo SC71uore, idea– li=.=ati più eh.e abbelliti. Dora è lo figura ddla moglie bo:m– b1na, della compagno dt m– fan.:i.a che n.on spO.te-rerno. ma che ca sta nel cuore. Da– c1de 1n realtà la spOsa mo solo per preparar.si, o prez– zo di una morie che dere euergli costata parecchie to– grime (qacndo faeeça monre un personaggio, Charl.e.s ne soffrir-o: in. modo fisico), a .s-posore Agnese ahra dolce figura sullo quale ogni fa– miglia doc-r-ebbe essere im• pe:rnfota. La pe1'sOno dello buona Peggottv e quella del– lo burbera, mo benefico zia Betsev Trottcood, co.stitu.1- scono il cont_roepunto di u.n in.temo fam1ghore ài una dolcezza più uniea che rara, anche se la mon.e, in es.sa, come accade nella vita, c1e– ne npe:tutamente o: m1e1t-re i buoni. I cattivi, all.a fine, come Uno:.h Reep, si ravçe– àeranno, magari facendo fin– ta di enere umili. La dome– stica Pe.ggottv che con.sola, da dietro la porta, Davide in ca.st: igo, è uno not4 di pouia che d1mosira m 01c– ken.s, in sommo grado, la facoltà di commuovere, uno struggente se"'I-Sodella fom,– glia, negato a .1:crittori, ma– gari più dot.ati come Doudet, Poe e Flaubert, ma meno capaci di ir-re:-ire, meno de– voti alla te:ierezn!. MASSIMO GRILIAXDI adeguata biografia di un buon romanziere: egli è trop– pe persone ah-erse•· Quando poi acoenno alla • po,-ert3. • di Joc. lo scrittore mi fa no– tare che il termine non è ap– plicabile a chi abbia da man– giare a sufficienza, panni in– dosso e un tetto sul capo e che tanto Joe quanto Dick appartengono ambedue ad una airl,ata classe media. Mi pare di capire insomma che non ~i tratti, in essi, di un conflitto con l'ordine sociale rostituito ma di t.)na lotta per il successo personale nella romicc accettata di tale or– dinamento. Xo, Brainc, per– lomeno nella ,;ta - e qual– cuno obbietterà ceno che il succcs..<o di • La ,ia dei quar– tieri ahi • lo ha cambiato, così rome il po,-cro arricchi– to diventa consen·atore - Bra.ine sollo questo panico– la.r-c contesto non è affatto < arrabbiato•· Accenno al– l'abisso tra la ,;ta a Dufton da un lato e a \\'arie-.· dall'al– tro: • Ah - esclam·a - lei non sa che cosa sia Duf– too ! •- Ma lo sapen> in\"cce. t:n giorno, tornando da \\Jnder– mcrc, un piccolo paradiso di a.eque. montagne e arie pure. nel • Lake District •. fui co– st.rcno, per un errore di tre– no, a tra.scorrere tre ore nel– la cittadina industriale di P. La stazione di mattoni rossi e neri era una mostruosità ,;uoriana, con tutto l'orrore che car.11terizza i ,-agiti delle cose meccaniche. Un cartel– lo con la scritta e Citv Cen– t.rc • mi pa.r.-c un'anèora di sa.h-ezza e fuggi.i ,--crso il centro della città. Fu il clas– sico salto dalla padella nella brace. In quelle poche ore di depressione, capii perché D. H. la\\TCnce ritenesse • Ani– me perdute • roloro che non riusci\"ano a strapparsi ad un luogo del genere, capii Joc Lampton, capjj • Room at the top ... Gli. spiego tutto ciò. e per la pnma rnlta lo ,-cdo quasi arrabbiato. < E' ingiusto che milioni di persone debbano essere costrette a ,;,-ere in luoghi così orribili •· Né lo scrittore scorge speranze per il futuro: critica le nuo,-e ar– chitetture, i grandi blocchi edilizi, le cosidette e New towns •, secondo lui paurose senza l'intimità di un vicolo chiuso, di una ,;uzza, di un Ma Io scnttore intclliaentc tro,-a alimento anche nelle più nere soonfit te. Con quale soddisfazione egli ricorda l'urto di piacere prQ\.ato nel rilevare. assistendo alla ,-cr– sionc cinematografica. de.Ila • \"ia dei quartieri alti•• che i dialoghi migliori, come q~elli fra l.ampton e il padre d1 Su.san, erano suoi, tolti di peso dal libro. Era pallido arrh-ando. orn dopo a\"CI"pre– so due tazze di caffè e un p.aio di aspirine sembra si senta meglio. La mano che poc'anzi gli trema,-a un tan– tino è ora fcnna. Kon fa mistero dei suoi metodi di laboratorio e me lo imma– gino all'opera. Ogni giorno. dalle IO del mattino alle 5 del pomeriggio. C"CROlanncntc. senza aspettare l'ispirazione che.. non sollecitata. non ,-er– rebbe mai. • Kon ho mai \-O– glia di scri,·ere fino al ter– nòilc momento in cui mi metto a ta,"Olino. Allora ma– ledico il mio mestiere. ,"Or– rei es.sere un falegname, un minatore. uno 5"pazzjno! ~on ho il barlume di un'idea. Poi, scritta la prima pagina ,-ado a,--anli. lentissimo e con gran– de fatica. Lo ,-edc alJ 'opera nella sua nuo..- -issi.ma casa di Bingle-.•. pagata da.I otuc:cesso di • La \;a dei Quartieri Alti • • Binglcy - egli dice - è i.; mta Wariev. Perc.M \\'arlC\~ è un simbolo e rapprcseDta tante a.Jtre belle cittadine S\.;pton. Ha.rogate. Rich: mond. Rickmanswonb_ •. Le Yoci della casa. della moglie ~1:~~~!n°1:~:para~. ili creano intorno un'auno– sfera affettuosa. di pace ma senza solitudine (che egli odia l un clima che ora, a Londra. sta per dettargli un nuo,"O romanzo sull'incanto della ,;ta coniugale. Questo per l'immediato fu– t1:1ro.Più tardi quando e sarò di\"Clltato un migliore scrit– tore • scri,-erà una gran.dc fa– ~"Olaper l'infanzia. Più tar– di. Pe. ora la sua fantasia - tiene a dircelo - si nu– tre di realtà quotidiana. LUIGI GROSSO

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