la Fiera Letteraria - XV - n. 17 - 24 aprile 1960

Domenìca 24 aprile 1960 L~ FTER~ LETTER~RI~ DALL' LTDIO LAVORO TEATRALE DEL- :\"uOYO "L.\DIORTALE,, * "Il Cardinale di Spag-na" * Personaggi della scena: Cisneros, Cardona CIS~EROS: Che cosa pensate di questo bello scherzo? CARDO~A: Che siete molto indulgente. CIS.: Ed io penso che quel J)'lveretto è moto coraggioso. Dopo tutto. pote,.·o farlo arrestare. CAR.: ln\-ec-e vi siete messo a ridere! CIS.: Ve l'ho detto. mi dfrerto a essere insultato. CAR.: Il che dimostra che non amate molto gli uomini. CIS.: Governo; e dunque servo gli uomini. Per– che mi sono messo a ridere? Perché sentivo di non soffrire per ciò che egli mi dice,.·a. Non soffro per gli uomini che m"insu1tano: soffro di coloro che m'indignano. Quest"intermezzo è stato oppor– ttmo. Vi ba mostrato c:0me gli affronti di cui vi parlavo non si sentano. quando si ba uno scopo. e non distolgono da esso. Sono come un vecchio albero becchettato dai picchi: non perde una bri– ciola della sua forza per questo. O come il fiume che i ragazzi crivellano di pietre e che seguita nel suo corso. So che donò sparire. ma non sarà do– mani. E non \·oglio che m"infastidiate con la morte: ho altro da fare che morire: faccende da sistemare. altro che prepararmi a morire-. La natura può. c0ntro di me; gli uomini non hanno mai patuto nulla di serio contro di me. La mia autorità è fondata su basi tanto solide. ed io ho preso tali pron-edimenti centro ciò che potesse scuoterla. che nulJa esiste che io non possa sopp0rtare con indifferenza. o intraprendere con successo. finché non avrò restituito al re i miei p0teri. Coloro che mi vogliono male mi fanno ridere, ma è difficile far)?lielo capire. Sappiate che faccio. quanto è ne– cessario per essere odiato. e che risalgo quand~ '\-oglio questa macchina di od.!o. La pers:"~a a cm parlate vive sempre sotto nunacce e nUene che questo gli consenta di vi,;ere: le minacce gli'im– pedi.scono di sonnecchiare. CAR.: (ironico) Sono convinto che basta la \·O– stra energia. la sera. per impedirvi. di dormire! ClS.: E' \·ero che non ho mai dormito ~to poco come ora. CAB.: La\·orate troppo. CIS.: Non la\TOro troppo. Se s<>no";ssuto fino a quest'età, è perché ho servito la religione e lo stato. Se non avessi servito la religione e lo stato sarei morto da vent'annl CAR.: Capisco bene che quando ci si alza ogni mattina. alle due si crede di dover essere esigenti nei confronti altrui. CIS.: Di notte non dormo affinche gli altri pos– sano dormire, all'ombra delle mie ,·eglie. CAR.: Ma vi sono alcun.i che si irritano perche attorno a voi si respira un"aria troppo forte. CIS.: Voi, per esempio. Dovrei confessare debo– lezze che non ho. per fan.; piacere? Parlo senza falsi pudori di questa mia forza. perché essa mi è stata data. Nessuno fuorché Iddio potrebbe far sorgere tanla forza da tanta stanchezza ... CAR.: Difatti a.ete il vi...~ stanco. CIS.: (con violenza) Lasciate stare il mio viso. CA,R.: La çornea dei n>Stri occhi è gialla. Guar- datevi nello specchio. CIS.: I.mmischiate\•i di ciò che è importante, non di ciò che non lo è. CAR: Io. ora. confesso una mia debolezza. ln quest'ora sono \-ulnerabile, e sapete perché? CIS.: Forse un raffreddore di testa? Coi primi he<idi di no\·entbre_. CAR: No, Monsignore: una figlioletta di diec.i anni. morta da poco. Ma questo l'a\·ete già dimen– ticato. Monsignore; e d"altronde. com'è naturale, non sapete che cose simili pQSSOno accadere. CIS.: Avete altri quattro figli da alle\"are af– finché servano lddio. CA.R.: Ho bisogno di una barriera di simpatia per proteggermi contro non so che ~ In mo– menti come questi si è come i moribondi, i quali hanno bisogno di essere tenuti per mano ... Vi ri– peto: mandatemi in qualche :t-.1ogodo\"e sia lon– tano dagJ'intrighi della corte e da ciò che essi di Henry de hanno di temibile. La gente di qui è orribile. I cortigiani del p0tere mi danno la nausea. CIS.: I cortigiani del potere sono \-ituperati: ma dopo si ricorre ad essL CAR.: Xon sono una pe:sona abile: mi piace comandare cinquecento uomini semplici, conten– tissimi di morire senza saper bene ~rchè. A corte. se uno sta in disparte dag1'intrighi è in pericolo perché è salo: se ci s•immischia è in pericolo a causa dei legami che comportano. Chi leva il capO \.-iene .schiacdato; chi l'abbassa è disprezzato. Chi serve male è punito dal principe: chi serve bene e punito daU"invidia. C'è tutto un gioco al quale sono rinto in anticipo: mi \·edo già come il re sulla scacchiera. quand"è matto, preso di mira da tutti i pezzi nemici. CIS: Ci si può sempre ca\·are dagl"impacci ine– stricabili. lo ne sono un esempio. ~olt.e eose che apparh·ano come grandi problemi non lo sono più quando ci si è dentro. CAR.: Sono sfuggito alla regina perché ella \·ive reclusa e non mi conosce. Dipendere dai ghiribizzi ò"una pazza onnipotente. e per di più catth·a e piena di odio. c0me le mogli degl"imperatori ro– mani._ Sappiamo che è capace di tutto. CIS.: Dio pone mano ai grandi e\"enti. e lascia gli altri all"arbitrio del caso. He.nry de Monthe.rlant CAR.: ~finuscolo e\-ento quale sono. "i chiedo di poter dirigere i miei casi. CI.S.: E \·ostra moglie? CAR.: Leonor s"è an·ezza all"idea di lasc.ia: re :.Uadrid. CIS.: Leonor è sempre fino al eolio nei romanzi dj cavalleria? CAR.: Leonor legge romanzi di cavalleria, come tutti. CIS.: Se Leonor desidera che la..-.c.iate Madrid, capisco che state .parlando seriamente. C..\R.: ~olto seriamente. (con esaltazione) Allon· tanatemi dalle beh-e: mandatemi coi miei soldati. Chiedo una cosa sola: essere dimenticato dal po– tere! Essere dimenticato dal patere! Poiché il po– tere non esiste, esiste l'abuso del potere e null"altro. Per quanto sia ingenuo, questo l"ho imparato. CIS.: Qui! CAR.: /con pn,de,\zaJ Dovunque ... CIS.: Bene: Luis, voi resterete a Madrid. CAR: Forse perché non ,·olete vergognani di me? CIS.: Perclté voglio alut.an.i contro la parte mal\"'agia d,j voi stesso, come de\·e fare chi vi ,1.101 bene. E io \; \"Oglio molto bene, ca:-o Lui!:, in ri· corda di \-Ostra madre ... CAR.: )li \''Olete bene per rico:-do di mia madre? ClS.: Per ricordo di \"OSlra madre, e per ,-oi stesso. Proprio perché vi voglio bene e perché siete della mfa famiglia agisco cosi: a causa dell'amore, che vi porto, a causa dei mie.i do\-eri \"erso \"oi, Afontherlant a causa deU-onore della fam:glia ed anche pe:-ché siamo parenti de\·o trattarvi piu severamente degli aJtrL CAR.: Riconosco la vostra carità. CIS.: (con gli occhi ardenti) La mia carila? Nelle Indie. in Africa. io ho dato la !ede a mi– gliaia di persone: ne ho fatto delle anime: questa è la carità mi pare. Esiste questa carità. che pOS· siedo. ed esiste l'amore di Dio. che possiedo: questo e molto amore. :\la Si tratta di altro. Voi temete il re. A ,--reste temuto la regina. se \i a,·es,se cono– sciuto. Ciò è indegno di voi e di noi. Essere padre di quattro bambini non è tutto; bisogna anche es– sere uomo. e non un ragazzo eQ.JDe loro. E non basta possedere il coraggio militare; bisogna anche avere il coraggio pri\·at o. Qu ando un ragazzo ba paura dell"acqua. lo si but.la dentro. CAR.: Ci sono ragazzi che \""'e.Dgonobuttati nel– l"acqua perché imparino a nuotare. e che affogano. Xon si può obbligare la gente ad a\·ere coraggio in una direzione che non è la loro: basta che se ne \·adano altro\·e. Xon ho paura degli uomini con l'armatura. ho paura degli uomini in abito di corte: capite quel che ,;·aglio dire? CIS.: Xon do\·ete essere ciò che siete, ma ciò che do\-reste essere. . C~: 1?oltre non si de\.·e costringere la gente in ogru ,p:ccola cosa. senza necessità \"era. \'oi \"olete che sia come voi: coraggioso in mezzo alle trappole di :\Iadrid e coraggioso nella guerra d"Afri– ca. Co_n1e,-oi sempre come \"Oi! Sempre voi come esempio! E" \·ero. d"altra parte: che si de\·e fare s~ non mettersi in mostra. quando ci si e arra.m– I)lcati in alto co:ne \-oi? Però, ora c:he ci penso. quando non a\·ete voluto affidare il comando della spediz..io~ di Orano a GO!zah-e, a cui sarebbe spet– tato cosi clamorosamente, soltanto perché non era gradito al re: è stata forse una pro,,a di coraggio? CIS.: Giudicate di COSe che non conoscete e che. seppu_--e le conosceste, non potreste capire. E poi, guardate-d dall'insolenza. Xon c"è nulla di più buffo di dti non è fatto -pe:- l'insolenza. e si sforza di essere insolente. per porsi al lh-eUo dell"insolente nato, come \-Orrebbe. CAR.: \"oi che disprezzate con tanta alleg:ia, sapete ehe gli Alba. gli I.n.fantado, gli Estive.!, in– somm~ i grandissimL.. CIS.: Dunque! CAR: ~o. questo non si può dire. CIS.: Ditelo, \"e l"ordino. CAR.: Per costoro, malgrado tutto e in fondo a t utto, voi si ete restato il fraticello d'Un tempo: vi di.sprezza.no. ClS.: :\li piace il loro disprez.z.o. CAR.: Che discorso! E' iJ c:0lmo dell'Umiltà. o il colmo dell'orgoglio? CIS.: Smettetela di oocupan; di ciò che sono. CAR.: Perché sopportate di udire dal \"ostro buffone. da quel ripugnante nano, ciò che non sopportate da me? Siete fiero d"avere ancora tanta insolenz.a.. ~a che importa, se cadrà d'un tratto? La partita è perduta lo sapete. Perché nitrire e caracollare. quando tutto finisce con la rassegna– zione? A che vale stringere con mano tanto fuma. quando la mano da un momento all'altro si aprirà? Perché essere implacabili. quando tra un attimo si sarà degni di pietà? Bisogna che le COSe abbiano un si~ato. La \-OS:tra energia è qualcosa che non ha più significato. Forse \i ,-edrete crollare da\"anti agli ocd1i interi blocclli di ciò che a~te impiegato una ,·ila per costruire. Non c"è '1a di uscita per voi, se non sul terribile. Cisneros ha come un fremito e cuole alzarsi., ma ci rie.tee con fatica. Ca.rdona gl~ s-'avl1icina per aiutarlo. n cardinale lo r,,ping, • ,i ri.z:4, tuttò uto. CIS.: Fino all'ultimo respiro avTò una ragion d"essere. ll nostro colloquio è finito. CAR.: Perdonatemi . .:\la mi a~ ferito. quando dcrve,~ate gu.ardan·i bene dal farlo. e lo sapevate. Sono un uomo sensibile. CIS.: Xon so che farmi degli uomini sensibili. Il cardinale &'aovia, oppoggicndosi. un Po<O all'orlo della tavola, finclui la co– &teggia.. Pa&&ando davanti a uno .spec– chio, getta un'occhiata /urtioa aUa sua immagi.ne che OÌ. è ri/lU$Cl. C ardona uce, con violenza. I Traduzioni di MARIO PICCID ! A..,-e.,-o già letto Le cardinal d'E&pagn~ e da poco l'ho riletto. Tra queste due let– ture è trascorso un mese: la seconda. ben– ché mi abbia profondamente avvinto. ml pare che l"abb5a fatto con minore durezza. con m:ooT'e r:gidez:za. portandomi a par– tecipare di più, con :nte:-esse più ca!oroso e profondo. Alcuni giudizi su"IlCardinale diSpagna,, c:ò è dovuto ai mutamenti c.~e l'au– tore ha apportato a!la sua opera? (Po;– cbé la seconda Jettura fu condotta su un e testo deflfr.tivo •). on ho avuto ra pos– s:bilità d! pa.""3gonare le due \·ers:onL :\fa non mi è parsio che le di11erenz.e tra esse possano sp:egare le differenze delJe mie reazront: le quali. c..'"'edo.sono d0\1.1te eaa s:raordinar:a ricchezza interiore d'un'ope• ra d,.-ammatica senza par"" ne!!a quale ~ ftlaurice no ten~to di \-edere la m~:ore opera di Heory de Moothe.:'"lant. e cer-tamente la più :mportante. e d'una importanza che si può misurare progressivamente. se è "--ero che essa ragg:unge e comprende per– fino il proh'ema del n~..ro destino. Sul piano teatra!e propriamente detto la maestr:a è da\-vero s--·uon:Hoar:a. Quanto più è contenuta e segreta, tanto più è efficace. Non è questo il luogo, ma avrei la tentazione di in:rap.-ende.~ uno ,tud:o de! dramma, de::.a sua tecn.."'Ca e def suo: personaggi deHa 10?'0 bdo!e. de!:le loro passioni. Ve ne 60no tre che noo posso diment:care: H oardmale, la re– gina. Giova.n!l'3 la Pazza; Luis Cardona. ni– pote del eard!DSle: i due uomini a causa de:}a tragfC::tà delle loro cont:raddlz.:onl interiori. la ~a G:O\ranna a causa d"un rigore che giunge fl"'lo all'estremo. Todo es Na.da.. e E.t:a \-ede l'ev':denza. perciò è pazza>. L"evidenza è la vanità. è U nulla di tu:to. e Ogni az::one che non Genevoix comp:o - dice la reg:na a 0:.soe!"OS- è registrata su un libro dagli angeli >. E Cisneros, l"onoipotente cardinale, r'".spcn· de: e S:gnora, :J monaco ch'io sono com• prende benissimo questo Unguagg!o; cre– detemi. lo capisco mojto singo!armenle e molto profondamente. Ma.- >. Questo e ma > è La ch:ave del dramma; per que– sto e ma> Cisneros muore. Quanto a Lu:s Cardon3. debole e co– raggioso, rurbo e· sincero, odioso e degno di p:età, egli appare a statura d"uomo. E' per suo mezzo. è g:-.;:zie a lui, che gli uo– rrxni che siamo noi h-o\·-ano spiagge più calme, riprendooo fiato in un clima teso, aspramente lwn:Doso, c:asUg1:ano. Forse è anche là che va cercato il se.ntimento più calOTOSO,meno so.f.!ocato. di cut parlavo a proposito della mia se– conda lettura. Queste e spiagge» sulle prime inavvertite, si p,ossono vedere in Cisneros; ed anche nella terribile, nella imp¼.acabile regina Gim•anna. Caxdona., tanto più vulnerabile in quanto ba per– duto una figlioletta di nove anni; O· sneros, l'uomo di S-..ato due volte tentato. due volte vaciJlante nel fondo di sé pri· ma d'essere atterrato da un re adole– scente; la regina Giovanna. rinchJusa nel ricordo deH'amore cbe ha dato: tutti e tre ci raggiungono oelia parte più pro– fonda e più segreta d! nol Credo che questa sia la vtrtù di que– sto dramma niclùlista ,altero e duro, nel qua!e sotte.n-aneamente corre O c:a?do sangue degli a.fretti umani, dell'amore e della pietà. M4URICE GE.'1EVOIX Segretar.o perpet,,,, della Académie Françalse. Louis Cognet Come quello di Angéline de Sa.int..Jean (in Porto-Royol), U dr"amma di Osneroo è un dramma dell'Assoluto. Es!st.e un mo– mento !n cui qualunque destino degno di questo oome è sfiorato dall'Assoluto e !n cui !"Assoluto esige una risposta.. Per Cisneros è l'incontro, attraverso la ngi– na Giovanna, col Dìo-1',ulla del mislid reno-!iamm~ e la riveiazio:ne del oul– la delle opere umane, della sua propria opera_ LOUIS COGXET José Maria Peman Nel ca.·•,:Hnale Cisneros Montbe.rlant ha visto realizzata al massimo çado l'os– servazione di Victor ,Hugo, che l'aveva a s:ua volta ricordata nel Malate.sta.: quasi tutti t grandi personaggi del Rf:lasd.men• to hanno due facce. Questo dualismo fu essenzialmente drammatico per un uomo come asneros, cbe ebbe la vocaziooe de! francescano e fu -te d"lln Potente regno. L'oPPoSizione fra il sandalo del r t Pair. 3 Jean Rostand con U neo-accademlco Montherlant, nel &:lomo della nom.lna Note di l\Iontherlant / L ~ooimento di CUnercu, quando lo regina ItabeHa gii annu~cia d.i averlo fatto nominare orctue.srot:o di Tol edo. - la prima dignità deUa Chte$0 dopo lo San:a S~e. - quel movimeni.o di tronca.re brwcamenle il co ..loq uio. 1 n d.itpregw deUe più rigoroie conuenien::.e. di ùuciare d 'un rrauo i: pa.la= o rea.le e tornar.sene al tuO monastero (la regina dece man.dare dei cat:aHeri ntl la UTcda. p er farlo toTnare. ma eg!i rifiuta la dignità ed è nece.u:ario un ordine e.spreuo del Papa, perchè accetti), qu.e.sro moçimenro. aUOTa, fu da c:1cuni bolla:o d"ipocTUia.. .\fa è fuor di dubbio che fu uno slancio tincero. e più che aincero. ir~t"J)T'imibile. Ci$-n.eTo.s era furibOndo. f'uribondo e e non d'accordo•· 11 Domine. non sum digma non è la rea. ...-ion e delù .110le anime cristiane: è quella di qualunque anima un. pò alta allorchè le ca.de a ddos.,o un onore o un potere. bramali o no . . \folto .spesso, lepg endo d i .s:oria. h o rrooo.tc quuta rea.--ione in. uomini che non erano euecialmenie religio.si: re. capi, gra ndi d 'ogni .so n.e. Di. un per.son.aggio inee:ntato della. Relè\·e d u ma tb. scri..ui: e Vide la glorio.. e chiu.te gli occhi (__) Alloro. nel cuore cùila .s-ua g!oria, .ai u-rui piccoliuimo (-J me ntre parole incredibili gii Ullioono alle labbra: e Sono troppo buoni Non lo mPT-10 l.,o " nrrnrgP • ;,. ~ d·.st)rp=:Q_ - la steua um.ilt4 che lo inV<Jdcva ogni volta che .si ientioo amaro. Ed allora. por- 1ando dopo ven:'anni la wa mancanza di gloria come una croce d'ombra.. .sepp e che di..tpre:=erebbe profondamente e tincttamt?nte l'ora deila .sua gloria e che da ea.sa ,ll()rgerebbe una no.sralgio. come oggi dal suo .solo nome, no.stO.:g:a della t:ita oi cu ro. no.stalgia d'aifec;o, no.st a.lgia di ,an1it4 •. Queste righe furono $CTÌHe ne.l J9I6. qaando avtVO t:ent' an.ni: tpa,ine la noatalglo deli"affet:o. che non ha mai mo:ro preoccu.paz.o il C01"dìnale CUnE'TO.s. ruuo que.sto brano gli ,i adatra . * e L'a.:ione e la. non·a....-ione ri ricong:" ungerar.no r.etl•e~ernità, auincendo.si eternamente •. Atrre.i far:o d ire qu .e.ste parole a C·. mero.s. quando si g iu.stific.a da.t.'<lnli alla regino. ,e non le aues.si gui ,crine, per mto con:.O. in Sen·ice tout.i!e. * Umanhà di Ci.sne; -os. - • .\fi pare che non badi e coìoro che lo serv-ono per da vero e con maogi.or lealtd. e badi piU: a coloro che ncn lo sert:ono _._ Ep,:sto!ario espaflol_ Crtas de lo secre.:ac-i05 del ca.-de:la.L Lenera CXXXI, p. 259. Sono oue,-· va.=ioni del #'gtetcrlo, è t:ero. Varacaldo dice che le contrarietà. piuttos:o del!a febbre. hanno nuociuto al ca-rdi~. Egli in.ritte: e Que.1:te ed oltre cose • .storie di giu.sll-;a, hanno farro male al cardmate e lo fanno star male>. Id- p. 131. Come Ca.rdona, anch'io cerco i punti. deboli di quaia pouenre ft(ltura. * Cisntto.s muore. f8 novembre. e. da una do:zina di giorni è .spacciato: il S ancora. ~t:ta. al .s-uo .segrecario _Yaraca.ldo. a proposi:o degli affari: am miret: o~e. o ~? Non cn::ebbe _/atto meglto a pregcre? E' quar.o un uni't:erao di[ fe.re- nte dal m.w., weallra dnnerutone deJ:a qule mi $fugge tutto. * <:"~~ è <!41't:a: n.ti a Cardona cor.ie: George.s Carrion davanti a suo figlio Gillo~ Lo t?iud!c.a dall aUo e oo rrebbe .s ott ometterlo. Poi. è lui a aollare (davanti a.U'in– ~~). ~me Georg:ea. in De:nain il !era jou:r. croHera dat:anti al pericolo. N?" VOQ"l!4dimo.strar nulla: George.s è un uomo più debole della .sua J)Q.uro e Cuneros e un uomo più debole deila fflO aen.,i.bihtà e della rua vecchiaia. E' uuto. * . Qua.ndo ri .sen!e Cardorta. pa.rlaTe della .rua leallci {faùa) ver'° il cardinale. e .st COR<Uce la lea.Jta. (vera) del cardinale veno Ferdina.ndo e Carlo . .ri è di1giutozL * . ~ata l'indole ~ Ci.mero.s ~ è impo.uibile. che la rw.a dure=a t: er.so H nipote de-net non dal amhre che quegh non I.o ama., l7l4 dal sentire che lo ama ... * C'è. J:>OC?. meri.!o a mostrar.si imperio.ri quando si possiedono i pieni poteri: a .J contro.no, ce mento a non far &en. rire U proprio peso. )!a Cùn.ero.s era imperio.so an che qu ando non ero nulla.: un prerucoio che re1i1iet:e ?e'T' .st'i anni al suo arcì· ve.sco~. dal /~do della pr igione dot:e coatui lo at:era .sepolto. E' intet"eua.nte euere tn..solenz, quando li è vin.li. * . Vi. ':"'o J)tt!OnE che l~_ggono Le _Ca:dinal d"Espag:oe e me nè parlano con .- imp a.ti.a: mo ~ redon.o c10 ..::he non e importanze e non 't:E'àonociò che è im - ~ n.te. Mi_ pare che co.s:oro non riano mai stati toooati da. nulla. di ciò CM è ~– ~ a .le neU am,en.cura umctna: e~ l'euenziale di que.s:a ari:entura pm-H un linguaggio .e : on .solo non ha alcuna. rbona.n=.a in loro, ma che eui non comprettdotio che ::° : ~ nemmeno sospetta.!'° .. Quando lo udranno. o io .so.s:pettero.nno? Alle. P'"'me dtu"';:°!t;:e ~~~~- morte. Nulla. è men certo. Ci.mero, dice: e La frivole=.a è C'è, n.el Maltre àe _Santiago_. u.na. rep iea dl Mariana che ha fa.tto ridere ouo· centottantadu e volte il . pu.b bhoo fra .ncue. nelle ottoeenzottantodue repliche di ~opera da.te in Franoa.;_ è qu.a.n.do Mariana. ia quale è povera e tta per dit:entare ncca., alla dom anda: e 1-? ~ no n t,"i fa J)(lUTa? > ri.sponde: e L"acceuerò come u_na prooa e mt sf°:-tta ~1 .ttiperarla •· Una. concezione tanto critriona iaolo l! - naM da.L retto degli uomini (.siano pure eri.stiani per batte.simo). eui ed li · 0 :;:r:~ (k 0 ~~i ~:ti.. Ii modo in cui_ pe~, in cui ,enio e cit·o ':nt ~f~ non mi dd imJ)CCcio ~ d';~'t:71° nel ouoto, '°. DtDO nel pieno. Que.st'i.aolomenro il più forte ed il migliore cÌei ieo':,:ted~~;':o:-nd:;::;.,~~-legame forrimmo, monaco e la J)Orpor a c ardlnaJlzla costi• t.u:isee già un con!lJ: t.to drammatico. Per esseri come 0.sneros si pone 6empre un problema appassionante: dO'\·e comiocla ia mia verità, do\"e la Ima menzog::ia. clù sono !o, 1n fondo? JOSE' ll1ARlA PE.\IA.'1 de.:l'.Ac.cademia Reale Spagnola Luis Sala Balust Senza dubbio Mcmtherlan~ a cui piace scrivere in si!enzio, è molto attaccato al tema deHa morte al mondo, dJ una po– sizione di rinuncia per incontrare la pu– rezza, il silenzio, Dio_ Agire? Perché? La azione ha forse un senso? D"altronde, ~ me dice Cisneros alla regina pazza: c.Yoi siete pura, signora, voi siete p -J.ra! E" facile esser purt quando non fii a gisce e quando non si vede nessuno>. LUIS SAL\ BALUST professore all1.Jniversità di sala.manca Henri Gouthier &.aria senza g10\-ani. <L,mma senza personaggi piacevoli: t,aaed!a senza e C.~ per ridere>, poiché quando 1odfo ba spirito, DOill è fo spirito della comme– dia._ Vi 60no tragedie del Dio nascosto; quel:e di Benry de Montherlant sono quelle dell'uomo nascosb> 60tlo Il proprio sguardo. 8=I GOUTHIER Dall'album difamiglia Montberlan ra.;azzo con la ~dre

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