la Fiera Letteraria - XV - n. 17 - 24 aprile 1960

Le richieste di giudizio che giornalmente ci pen"Cogono, tro,'CJ"3nn0 nsposta neUe apposite rubric:be • \'erba Vo– lant •. • Scripta manent • e • la Fiera risponde • secondo l'ordine di arrfro. S1 prega pertanto di astenersi dai solleciti [A FIERA LETTERARIA I ORARIO DELLA. REDAZIONE ll-13 dal merco!Ml al sabato ~an05crfttl, foto e disegni non rlc-hfes1i non JI ~titulscono JLE .i"-OS'.il'R.E IN ITALIA * Il Premio del Fiorino * di Gll-SEPPE SCJQRTIXO glia di e arrh·are a ze– ro ,. ma l'tmpegno co– stan e a superare e rinno– ,·are una tradfaione che fata!mente è destinata a d:.\•enire e mai a spegnersi. gersi qu:?sla ,-olta ai gio– ,-an.i. è riuscita a dare la documentata sensazione della serietà con cui essi la\"Orano: senza lasciarsi frastornare o irretire da quanti - tra gli apparte– nenti all3 generazione dei ,·ecchi - banno cambiato i loro primi modi per una moda altro\'e ormai agli epigoni. senza rispetto per se stessi e per !"illustre tradizione ài etti hanno abbandonato l"impegnatiç-a erecHtà. GIUSEPPE SCIORTLXO ·----~------.-,-.-7 Edouard Pignon: Batta.ge, FUacda.no 1959 JLE Al;\.O§TRE D'ARTE A. R.OA !;\. * , Con ",t,-feccltino se,.t•o ili due padroni., * Il ''Piccolo,, rii Mentre sc:rl\;amo, la com– ~ia milanese, terminati i sci giorni di recita a Oetroit, si è già spostata a Chicago e ,i allestisce un altro pe– riodo di rappresentazioni lungo il fortunato itinerario americano che l'ha ,;sta pas– saC"e di succ:csso in successo. La t:ipp3. di ~e'\\' York: fu, a detta di ,-ari amici oostri e degli stessi attori (oonché della stampa), b più memo– rabile, e trchler. che 3\"C\-:1 accompagn3to colà i suoi attori. tornò ceno in l talia col ricordo di un trionfo iniziale. A Oetroit il • Piccolo TC3- tro .. sostò sci giorni, dal 15 al 21 mar.ta con-ente. e * GL.4UCQ • lll America C,tJIBOX cui la Bonari. il ~lo:rctti, la La.u:arini snocciola\-ano le loro batlute in dialetto ,e– naiano o in itali:lllO uCCiciale. anricbc oscur.1.me il senso lo puri6ca,ano. lo porta,~ alla sua rh·ela.rionc dinam10. TI cFiorino~. che in die– ci anni di attfriti. ha ,.-o– fato tracciare uo panorama dell'arte italiana senza preeoneetu. ma dando pie– na ospi!.aht.à alle \-O:rie e spesso opposte tendenze e agli arttsti delle regioni che (come 1I ~teridione) ,·engono ::ssai spesso di– menticate. ha nella pre– sente edizione - che e la undicesilT'a - ospitato con tre opere ciascuno un gruppo di pittori italiani che non abbiano mai \in– to quel primo premio e che siano nati dopo il 31 dicembre 1919. Si tratta. quindi di una mostra di gio""a?li: ma di gioçani già provati in importanti com– petizioni e ai quali \·a riconosciuto iJ diritto di rappresenta.re la loro ge– nerazione. Xaturalmente. in una mos!ra cosi concepita il problema della scelta si presenta"·a quanto mai difficile: ed è umano che una comnussione compo– sta pre"-alentemente di to– sc.ani abbia scelto soprat– tutto artisti toscani: su 45 pitton invitati ben 2.3 so– no toscani. il che. pero. menoma senza dubbio il significato nazionale della mostra ed è indice di un campanilismo che non tro– va un serio riscontro nel– la situazione artistica ita– Jiana considerata per re– gioni. ).fe:-itre ci sembrano in– ,·entati i pregi di un Ca– labria o di un Sughi. dob– biam.J dare alto a France– sco Tabus....c::o del suo rag– giunto linguaggio in alme– no due dei tre quadri che presen:a: non possiamo non riconoscere che il pas– saggio di Armando De Ste::;_no dal f.igurau,·o allo astratteggi.une a\,.-iene prudentememe attra\-erso larghe stesure di colore che non distruggono il ri– ferimento all"oggetto. si.a pure portandolo in una atmosfera piuttosto vaga nelle sue ncercate pre– ziosità. Enzo Faraoni e Fernan– do Farulli.. tra i toscani presenti aJ Fiorino. ci sembrano i più rappresen– tativi: 11 primo per la lu– ce con cui riesce ad ani– mare oggetti e figure. una luce trasparente. ma– gica. ottenuta con un assi– duo la\·o:-o m profondità: il secondo per quel suo personali.iSimo modQ di trasfi~rare la realtà. im– pregnandol3 di una robu– stezza cromatica sostanzial– mente realistica anche se si giova di qualche partico– lare soluzione astratta. Dopo di loro. tra i tosca– ni. citeremo Silvio Loffre– do: per gli altri l'augurio che presto maturino. Edouard Pignon, Da, 1 idPorter, llassis Caniaris noi a,'Cmmo occasione di as– ~istcre alla recita di ,~ncr– d! I con una nutrita comi– ti,-a di colleghi e studenti dcll't,;nh-ersity of Michi2an. Al calare dd sipario sul tcrz'ano della commedia gol– doniana che costituisce il '"'pc:z:zo unico • di questa 1out'11Le estera. il pubblico dello hubert Tbealer scm– bra\"3 impazzito. Gli attori furono chiamati alla ribalta una decina di ,'Oltc, som– mersi da cateratte di applau– sL Annotiamo questi partico– lari non per rubare il me– stiere ai giornalisti di pro– fessione. ma per il siKtlific:no che assumono nella situazione specifica. n giro di recite americano ~ stato organiZ2210 da un gio,"3.De impresario. Jerry Hoffman, io collabora– zione col Sadlcr's \\'clls Tbeatcr di Londra, e se le altre sue iniziative a,-ranno il successo di qucsu si può ben prc\'Cderc che egli riu– scirà nel dichiarato intento di prendere il posto di Sol Hurok. il Gio,-e degli im– presari teatrali americani. Prima che io America. Arlec– chino sen'O d1 diu pa.droni ha saltabeccato sui palcosce– nici d'l.oghilterra e di Fran– cia, per non dir di numero– si altri Paesi: e poiché la A,-cr COlk.""'CPito la compli– cata commedia goldoniana come una pa.ntom1":0 J:l'lr– la1a. coonlinamio ri~ro~– meote ogni espressione ìndi– ,iduale a tale etfetto d'as– sieme. è il merito di Giotpo Strehler. Se gli attori non a,essero le qualità neces– sarie a sonirc un s\ com– plesso risultato. tutto sartb– bc naufragato nella fa~ grassa o Della meccanica di repcnorio: l:uzt, pu:oet te. tra,-estimcnti, equh'Oci. tra il patetico e il comico, a&ni· rioni capitali. colpi di sce:oa. Ma l'azione del regista si e fatta sentire, invisibile. in ogni momento. in ogni det– taglio della r.1pprcsentarionc: se gli attori (il :\!cretti in panico lare l hanno saputo dare il senso di una com– pleta spontaru-ltd. di un teatro che nasce\-a io quel momento. sotto gli occhi dd pubblico e con la su.a partecipazione. è perché tut– to er.i stato studiato in ,;sta di questo difficile effetto. Ci auguriamo che il famoso critico storico teatrale Eric BcntlC\' abbia as.sislito a una di quCSte recite goldoniane. perché cosi potra_ ri,-edeC"e ringencroso gmdino emesso contro il '"'Piccolo Teatro• nd suo \i,'3CC \-Olume In scarch of 1hea1er (In cerca del t.catrol. Cn uomo che aveva saputo capire la sici– lianità di Pirandello, la fon..a drammatica di Eduanio Dc FU.ippo, la ,italità dc.I teatro popol3.J"Cnapoletano, non dtr \"'C\"'3 boll3.J"Cdi snobismo in– tellettuale la meditata. Crut-– tuosa impresa di Sttthlcr. che in questo dopoguerra ha contribuito a tener ,;"; in Italia i raccordi con la cul– tura d'a\-anguardia C\.lrop,e3 ed americana. e a ,;poh-erarc i classici dalla patina acca– demica.. Eduard Piwum è. uno dei pochi artisti che non abbia mai al:a10 false barriere tra arte astra1ta e arte figwa– tn'd. Quando, nel '-$8, il Par– tito Comunista uii:::iò la bat– raglia contro l'arte nonfigu– ratfra~ definiti,. decadente e borgheu, e lanciò in Occi:– dt:nte la •bo~ibc• del •re4- lis,no socialista•, Pignon, pur militando n~le fila del Par– tito Conuuusta, ~ppe. re.n– srue a tulle le parole d'ordi– ne.. Anlrco operaio, figlio di un minatore, Pigrwn rimase, in/alti, a11.u:ea10 alla realtà e al mondo prol.e:tario p:ur rifi.J.llandosi di sonomeuue la pittura al contenuto, di cadere in una rappresenta– zim~ fotografica, lontana dal suo tanp,eramt!nto di ar– tista, alla pari, istinil\·o e intdletru.ale. Questo delrù:tdle.ttual.ismo nd.la passione t, fors-e, la cc– raneristica più tipica di Pi– gnon. Ordinato e premeditalo e, al Untpo stesso, impulsi- \.'O, il pittore fTtZnttSe sanbra trowu-e il proprio calore e la propria lt«rtd sintattica a posteriori; l'esaltazione pas- sionale e lirica dei suoi sogget- * cli LQREXZ,t TRlJCCHI trei Insieme ricordare anche , • legni .. di Lino della Ra– gione, esposti alla \fedusa - lasciano indilfttenti e un po' a1t11oiati,proprio come i pae– saggini, i ,wdrni, te. naltltt_ morte, d1 1an1i nosrn ìnut1h figurat!,i, riusando al. massi-_ mo a scandali.=are glt ultUm ru::.ior:ari con il fegcto in di– sordine. dri asrralli t una figi.ua :;ione e-."OQJtfra ed una astra:.ione ,:arrarfra}. t quella dell'ame– ricano Dtn-id Porter alf/n– contro. Porter, che da qual– ~ mese vfre e la\iora rn uno studio di Via Margutta, ha creato una serie di grandi tde (li forte carica espress,– ,-a. in in.JDLSOcromatismo, di raffinata •cucina• materica, ora legate alla realtd - ed è. spesso una real.lit storica ispi– rala dal suo soggiorno itali.a– no - ora proiellale nei mon– di cosmici, nd.le future rotte dell'uomo. 1 ei due casi Por– la rimane sa {damen.te con– cnJo, legato, ci~, con ù ~,– ,-elio e con i J>CtSi, alla vita, al.l'a::ior..e, in una parola, al– l'uomo. Nessuno sbandmr.atto surreale, nessur.a morbi.de .:.:.a onirica, nessun facile auto– matismo, in questa ptllura sen.:.a falsi abbandoni, rutta impeti, fanJasia, mestiere. lA mostra è presentata da una bdla pagina di Giordano Fal· :ani. Alla Tartan,ga, Vlassis Ca– niaris espone ur..a serie di quadri materici formati di le– gni, rui me1alliche, carta in– colla.la e colore. Se non cono– scessi le altre opere, assai p,."ù compiute e inlere.s.sanI.i, di questo serio e tutt'al1ro che sprov,:eduro giO'l·ane. pittore greco, tralascem di mx:enna– re oggi a questa sua mosrra di rransi.::ionL Gli sperimenta– lismi da'Ono almeno avere una giusti{ica:::ionl! espressi\-a che., purtroppo, Caniaris non sunpre raggiunge, malgrado l"onesrd d~ suoi Ulltnli. Dd re.sto fepoca degli e.spai.men– ti solitari e delle proteste in chia\.~ •dada• (una chiQ\·e onnai anuginila da non apri– re più nessi ma porta J è. da tempo tramontat<L Oggi ~– sre opere di Caniaris - e po- .Ua si badi a non far rncau– tamente scfrolare m questo mio discono, il non~ di Bur– ri. Burri nm1 è mai staro imo 5~m0Ualore, ma un crea– tore, uno dei più grandi della nostra epoca.. E proprio i pe– tardi bagna.ti di 1m1ti g:°0\-ani in oollU1i,·a e sterile prore- 5ta, (le ,·ere prore.sre ,-oglio– no I'a::.ione e non l'C\-asione), costituiscono una pro,·a di più di quanto la e.strema e coraggiosa l.e:ione di Burri fosu dit(icile e autentica. LORE.XZA TRGCCID DUE OPERE CO 'TE~IPORA. EE DALLA SCE ' * AL LIBRO ~1ufu~ i~~~i3:a m!i:r = delle nazioni straniere. specie anglosassoni. il calore dimo– strato da questi pubblici ai nostri affiatati attori assume ,-alore di tributo particolare alla loro arte csprcssh a. \'ari colleghi che non sanno una parola d'italiano ebbero ad attestarci la comunic.ath"3 _ irresistibile di una mimica concertata con scrupolosa attcnrionc. Le barriere lin· guistiche frappo~tc tra i popoli dalla storia crolla,-ano quella sera, sul pa]~ioo dello Shubcrt Theater. sono· lo slancio di una linaua più primith-a e duratura: la lin– KUa internazionale dei gesti, che i popoli meditrrranci sembrano possedere coo par– ticolare intimità. E gesto di\'Cllta,-ano le stesse parole: la rapidità pirotecnica con La ,;,-acit3 ddla Commedia dell.Artc è passata qui at– u-a,-crso due filui; la scrit– tura di Goldoni. che stabi– lizzò !"inquieta materia prima pon.ando il cano,"3ccio da una neutra disponibilità pri– mith-a a un delicato contrap– punlo di dialogo e azione Tutta,-ia !a mostra ha un certo mordente ed e. gio,·a chiarirlo, c-rganìu.a– ta con criteri obiettivi ri– guardo alJe tendenze: dal modiglianismo di Aldo :\°a'l.·aal surrealismo di Si– rio Midollini. dau·astrat– tismo hartungheggiante di Gualtiero Xati\-i all"insi– gnificante superficie mo– nocroma con un ghirigoro di ~ario Da,-ico: dalJe tras?3r~e dei veneziani Barbaro. Borsato e Dario Paolueci. al molle colora– re roseo dei napoletani Augu.:.--io De Rose e AJ– fons.> Po:Je (non meno si– gnilicati..--a sarebbe stata la preser...za di un Ruju): dalla preziosità coloristi– ca di Ugo Attardi e di :\IarceUo Muccini (tro,;a– mo nella mostra un·a'l.·a– riz.ia ingiustWcata ,~erso gli art.Lsti romani gio\·a– -ni i quali, da Cugurra a Yangelli, a\·rebbero po– tuto da soli occupare le sale del Fiorino e dare una visione indubbiamen– te adeguata del la\·oro della più gio, -a.ne genera– zione) aj più spericolati lombardi come Banchieri, Guerreschi e Treccani. Oìtre alla mostra dei e primi premi> del Fiori– no e di un gruppo cospi· cuo di opere donate (Bar– tolini. Breddo. Campigli. Cava.Ili, Colacicc.hi, Corsi, Guidi. Maccari. ~fafai, Morlotti. Semeghini, To– rnea, Zigaina. ecc.) è in– teressante la mostra di og– getti in pietre dure (mo– saici, sculture, candelieri, ce.ntrl da tavola) presenta-– ti dall'Opificio delle Pie– tre Dure e all'attenzione degli studiosi di cose fio– rentine >, riproponendosi e dopo circa 50 anni. di ri– pristinare una tecnica di la\·orazione con strumenti moderni capace di riesu– mare un campo di attività nel quale per il passato F'irenze tenne il primato •· ti è.spesso un.a l0t1a conq"i– sta che egli realiua attra,"t:T– so la IOtale presa di possu– SO del motivo dipinto. Pignon ha l'abitudine di sofferma,... si a lungo su un dato tema, (ieri Le Catalane, I Minatori, Giuseppe Dessì drammaturg~o corale ~~•~ }a dis~ % secoli ricupera l'immt!diatez– za d~li antichi impro,-..;s.,.– tori (cara a Gi.Ri Michc– lotti) proprio insistendo su un ulteriore raffinamento del– la forma diaIOR)co-mimica. Strchlcr ha stilizzato Goldo– ni, e con tanta ac::concua che l'elemento origio3rio del– la Commedia dell'Arte ne è \'Couto fuori intensificato an– ziché mortificato. t passeni, gli inchini, le mosse buffe o ritrose o sentimentali, sono tutti clementi calcol:.1ti di un balle.tto che assorbe nel pro– prio ritmo la parola. Si di– rebbe che Strehlcr abbi:,. an.110 l 'occh.io anche. al teatro delle marionette, in certi tocchi n-ehi che non stu,– gono all"osscn-atorc attento; e d'altra pane la pantomima ritmica di Arkcchino cilc conclude il second'atto. m una ridda di piatti atfeIT3ti a ,-olo. distribuiti, scambiati e riportati in cucina. fa pen– sare al Charlic Chaplin di Tempi Modt!nii. Riccardo Licata. torine– se di origine siciliana, ·va considerato uno dei gio– "·ani più rappresentati\-; fra quelli presenti a Fi– renze: il suo preciso sti– le non decade mai in sti– lismo, il suo dipingere astratto è sempre basato su composizioni di largo respiro paesaggistico; la :forma im·entata ed ela– borata. pur essendo quan– ~ mai essenzializzata, non e mai arbitraria, casuale o disfatta. Licata è un ar– tista di cosc.iente impianto (si è parlato. sia pure per approssimazione, di un suo naturali.imo) e teso a ren– dere in molti sensi leggi– bili le sue immagini; in lui non c·e la stupida ro- Anche quest'anno !a parte della mostra del Fiorino l'esposizione di un certo numero di bronzetti e di medaglie (fra gli espositori che meglio si prese:itano ricordiamo Biancmi. Biggi, Calò. CaJ– "·elli. Cappello, CastelH. t;go Guidi. Angelo C. :\fai– ne. ~lascherini, .M.azzullo. Perez. Tsrnntino); oltre a una selez.ione di dieci scuJ– tori svizzeri designati dal go"·emo eh-etico. La scel– ta degli S\izzeri, dovuta forse a ragioni piuttosto contingenti. è da Alberto Busignani - attento e spesso acuto compilatore del catalogo e delle note insente\; - giustificata come un modo per suppli– re e a u::1a.sorta di vuoto di informazione certamen– te assai meno sensibile in riguardo ad altre nazioni di più determinante cuJ• tura figu.rath·a >. Pur con le sue non lie– \"j manche\'olezze la mo– stra del Fiorino. nel rivoJ- J premi della -Quadriennale La Commission.e giudic.t:.tria per ras.se ,,-~ dei pror.i ddl'VJ/1 Q,..tadriomale., compost~ da ~aluio ,'!a:– riani ( Presidente.), Giuuppe Capogross,., 1:ericu. f~• Rauno Guuuso, Fraria.sco Almzro, Luciar.o M~. Carlo Pie.trangeli (membro designa.lo _dllUAmmittiStra– Vone. conumale.} e Fonun.atq Bdl~ luJ a.s.u.vuuo: aJruna,:.rmild,; . se.guen.ti pr~i: _Premio del ~to, per l'imporro di lire 2 milioni, ex _tU.qUO. al pcltore. Corra.e.o Cagli e al pi1tore. Carlo CorSL Premio della Presidenza dd Consiglio; ~ rimpo!"o di lire. z milioni, u "quo, al pi1tou Emuo .Uorlom e. allo $0.l.ltOU. Sandro ChucJu_ Premio del Comune di Roma per la pit~; pu l'imporro di lire J milione, al pr.ttore Carlo /..a'l.. Premio del Comune di Roma per la scu.ltura; per rimpono di lire J milione., allo scultore Mtu'Cdlo Ma– sche-rini.. Premio del Comune di Roma per la ~i~tur.1; pu_ lo importo di lire. 5(XJ nùJ.a. cl ptttore Emilio Sovun,,no. Prffllio del Comune di Roma per la scul~: ~ l'importo di lire 5(XJ mila. allo scultore M~o Negn.. Premio del Comune di Ro~a per la pittura_; per l'importo di liu 2SO mila, al ptltore R.mzo Vtsp1gna,u.. Premio del Comune di Roma per la ~~; per ru-?porto di lire 250 rr.ila, allo scultore. Vtttono Ta-– \:Ur.ari.. Premio del Comune di ~orna per !J bianco ~ ocro; pu l'importo di lire DI) mila, a Mano Calandri. Premio del Comune di Roma per il b~. e nero; ~r l'importo di li.re /51} mila.. a Luciar,D De. l lla. Premio del Comune di RoD13 per il_ b~ -~ ocro; per /'importo di lire J(X) rr.il.a..a Amomo Vtrdu.:.:.o. 1A commissione per il f>rD:jo P!Irlgi, ~posta da Cogr.at (Presidrnu), =u, Dorival, Pigon, M~ · Carli Ferra:rir.o ha a.ssegna.Lo il prenuo di liu ~~ 'pu la puiUTa., al pittore Do-..·a e il I!'~ di 1 miJior..e per la .scultura, allo scultore Brogz:uu... l Pescatori e oggi Le mari- ~~ ~:ll}.•f~1:~~ e Racr-onti drammolici > tin.aia di dise.gni preparaJori Giuseppe Dessi definisce cl~. di ,'Olta in ,'Olta, cari- ed intitola La Giustizia e ca di significati dranur..atid Qui non cè guerra, che. ed e.spre.ssfri. lA stili,:.:.a:;.ione rappresentati nelle scorse plastic.a e la es.alta,timie stagioni dal Teatro stabi- T:,fr~;;~,~~J:::';i/;~ le della Città di Torino. cano questa lunga, accanita, appaiono ora in un unico amorosa.. pre.54 dì poss~ \"Olume nella e Biblioteca del soggetto. di letteratura • diretta da Paolo Uccdl.o, tra gli an- Giorgio Bassanì e pubbli– tichi, e C~. Matisse, cala dall'F.ditore Feltri– Braque, Picasso, tra i mo- nelli. denti, sono stati gli ideali Ed infatti le due opere. ~'';i; dj 0 :;!':":..n/eJJ,f~ sebbene siano ricche di so- ha innestato sul.la sua "vile luzioni schiettamente tea- e schie1ta natura prol.etaria. tra.li (specialmente la pri- (Prolezaria, ma non popolare ma), hanno uno sviluppo come quella dd nostro GUJ- essenzial..-nente narrativo. ';::o ;J/:tar:1 Jf!tn:!~: Gli episodi e le annotazio- del mito i propri temi, gra- ni psicologiche talvolta :.;,e, appun10, a questa sua aculissune non s:i dispon– origine più anJica, pii, pr~ gono in una prospetth-a fonda}. scenica; ma si susseguono In questi giorni, w con- sem;1re in primo piano. comitan;.a con una ,·asta richiedendo non l'ascolto n-.ostra ape.no alla • Galuie di uno spettatore. ma l"at– de Frana,, Pignon ha rac- tenzione ài un lettore che =~elli !°'~~~t~ t: isoli la parola e si sotter– Tema degli acquarelli ~ il :1; ~~ dfe~U:\~!!~~ ~'::";:!:z'"u:G°::, 0 n~ J::~• tW: La Giustizia e Qui non c'è la Francia in alcuni paesi di gu.erra, pur cosi di,·ersi minatori, matJrt nei di.se- nel loro contenuto, presen- :;0 l a1~liO:e, m::Jì:• m°t::. tano tuttavia un altro ca– tura_ rattere comune più irn- «-Ccst un passe-temps, et portante nel quale c:onsi– c'est une gucrre. C'est le di- ste forse l'aspetto più ri– ,-crtisscmeot du mioeur, et levante di Giuseppe Dessi sa rude passi prcmiùc. drammaturgo. ;;es~ ~~~~:e=~ Ne La Giustizia è rap- con la sua prosa lia-i.taia, presentata la torbida e te– Hllffle Parmdin, mogbe ed nace solidarietà di un pae– e.seg~a del piltore, a ~ setto sardo contro gli ese– po.siJo del cmr.battimento dei cutOri della giustizia pub-– ralli. e mezlio non porrebbe. blica che tentano dJ far =,:: aù "°;:j;;e la a: Juc-e su un delitto a,~e– ddle pii.une, mischiato a nuto quindici anni prima. quello del sangue, ù tnO\.'t- .~ora la vecchia Lucia mento frer~ico dei ,'Olata.i, G:orri è stata t.ro\ .1< 1.ta oc– pausalo da te.si a1timi d'ar- cisa in un bosco di pini reslo, prima dd mortale cor- e di sughere. Sa.rebbe ba– po a corpo, descritti in que- stato collegare alcuni in- ~ ac:~~dta co;1 :t!:amf:;, dizi e alcune testimonian- di ~ 10 barocco-espressioni- ze per arrivare subito alla sta. Nei mM.gni della nue- conclusione che l'assassino ritura ndla campagna di Fi- non Poteva essere se non lacciano, da\·e spaso Pign,on il marito di una delle fi– sogziorna ospile del suo u glie della stessa Lucia. ~la 11{~'0 e amico Francesco del i testimoni fin daJ primo ~• 1:f::/:::14 in~=• , moment.:> sono stati tutti semplijica:jor.e di scrit!ura. reticenti ed e~ash-L Gli A ,'Olte i con1.admi, con i lo- indizi sono apparsi sotto ro lunthi forconi., sembrano una luce falsa e del de– -- guu~en cùl'~to. litto è stato accusato in– MOJ Pignon e ~alo COSI de- I vece un vicino di casa di f~Dtl,! 1 :1~ =,:,;, LuC:1a Giorri. Pie~ M~- di\.-ersissimo, ,"Cigono rn coru, che con la \: ~a mmu certi su:nogra{ici., con- aveo avuto qualche lite. ('ffl.lrarìssimi disegni di Mar- Le indag:n! sul c.r:rrtlne que.t. lnsomm4 anche Pignon dopo quindici anni. sono sembra at.-er ~'Oito, almeno riaperte perché una ra– ,mo sguardo di . mt.ere.sse a!: gazza. Domenica Sale, ha l'Oriente, _alla Cma fo~ ptu improvvisamente una ,i– clte a1 Giappone.. sione del delitto passato Un.a mostra assai anuale. per la felia ccnumporar.eilà di quadri tig-..mufri e di qua- e, invasata da questa ri– sione, annuncia con grida angosciose dj aver scope.r- * di GIOTA~-'i-1 CALE-'i-DOLI to l'as....,:,assiniocome se il cada\-ere della vecchia Cas– se ancora caldo. L'inno– cente Pietro Manconi e co– sì ripreso nelle spire del– l"amrnin!straz.ione giudizia– ria. La visione della ragaz– za ha una sua remota causa. La madre di Do– menica è stata cameriera nella casa dei llanconi. do\·e da anno una re.la • z.ione clandestina con il fratello minore di Pietro. Dalla casa è stata allon– tanata per punizione quan– do e rimasta incinta. n caso ha poi voluto che essa si sia presentata con la bimba appena nata. per chiedere giustizia e ripara– z.ione del disonore subito, a P:etro Manconi che }a– \-Orava in un suo campo. proprio nel momento in cui Lucia Giorri era uc– cisa nel lontano bosco di pini e di sughere. * Per allontanare ogni so- spetto dalla sua persona. Pietro :\lanconi a,·rebbe potuto invocare fin dal principio delle indagini la testimonianza della ma– dre di Domenica Sale; ma açrebbe don.1to ri"·elare anche Ja sporca storia di un amore ancillare svol la– si nell"intimit.à della sua famiglia. Aveva preferito tacere per orgoglio. atten– dendo invano che la ma– dre di Domenica Sa.le. amante di suo fratello. si presentasse spon taneamen– te ai giudici: ma questo non era a"-renuto. Dopo quindici anni, quando l'inchiesta è ripre– sa in segu.ito allo scandalo suscitato dalla ,-isione che ::~ ~~:ci~~: gtto di memor-~ !n:tan • la madre di Domenica Sa– le è morta ed è morto il fratello di Pietro )Janco– n.i. U de.litto quindi rie– merge dalle ombre del passato, avvolto dalle me– desime incertene che ne resero impossibile una im– medfata ricostruzione. Ed i t.b"timoni sono ancora una "~lta chiusi in se stes– si. decisi a intralciare il meccanismo di una giusti– zia che considerano incon– sapeçolmente imperfetta perché isola i fatti e le. colpe degli uomini. Pietro Manconi si dibatte ira i sospetti senza riuscire a sciogliersi interamente dal– r accusa che lo Jega ad un delitto passato del quale non è autore, ed alla fine soccombe in un conflitto a fuoco, !orse pagando la colpa di a,·er trattato du– ramente Ja madre di Do– menica Sale che gli chie– deva giustizia per il suo an1ore in.felice. La morte dì Pietro Man– coni impedisce definiU\-a– mente che il ,·ero nom!' dell"assassino sia scritto a chiare lettere negli incar– tamenti della istruttoria. La figura di Pietro :\lan– coni, che domina il dram– ma. non è rappresentata dall'interno; ma risulta piuttosto dalla definizione che ";a ,-ia ne offrono gli altri personaggi minori. la folla delle donnicciuole e dei contadini che mormo– rano sul delitto, che si sottraggono agli interroga– tori degli inquisitori, che si sforzano di dimenticare abilmente quanto 'l.isto e sentito. Lo stesso orgoglio di Pietro :\fanconi, quel– J"orgo,glio che gli vieta di in\. '003.re Ja testimonianza della madre di Domenica Sale. è più supposto che dimostrato. Ed il dramma è vivo soprattutto in que– sto animato contrappunto di voci secondarie, clle so– no tutte pOrtate in primo piano e che scoprono la trama sottile dei sentimen– ti d.i oscura solidarietà dai quali tutto il paese è unito nella paura della giustizia ufficiale. Dice un cootad:– no: e E' troppo pericoloso dire Je cOSe quando non c·è almeno altri due che dieono lo stesso. E se an– che ci sono, come si può esse...--esicuri all'ultimo mtr mento che non cambiano idea?> L'orizzonte di Qui non c'è guerra è più ristretto. La storia ba luogo in una ,,ecchia casa ar.stoc.ratica della Sardegna. Da sette anni il conte :\Iass.imo Scaroo attende che ritorni }"unico suo figliuolo. par– tito clandestinamente al tempo della guerra civile di Spagna per arrJolarsi eon i ri\·oluzionari.. E' una speranza assurda: il gio\'a• ne in .realtà è stato fuci– lato. Xessuno fra i parenti osa dirlo al padre.•cbe pe– rò già conosce la so:-te del figliuolo, pur senza a,-ere il coraggio di c:onlessarse– la apertamente. e che per- ciò si afCeziona timidamen– te a :\lanHo Spada. figlio naturale di un suo fratel– lo scomparso. e ad una J?,io– ,·ane popalana. Susanna. 1 nipoti legithmi del conte llassimo S ca r bo aspettano con pazienza la sua morte per imposses– sarsi della pingue eredità e \'edooo ma:volenLleri ri.ntromissione di ).lanho e di Susanna negli altari d1 famiglie.. Com·intosi che il ritorno del figlio dopo tan– to tempo è on:nai impossi– bile, iJ conte decide di sti– laN> un testamento con il quale probabilmente lasci:\ i suoi beni proprio a ~fan- 1:0 ed a Susanna . .)la ~lan– lio, che milita nelle file dei partigiani come para– cadutista è ucciso durantP un atterraggio. e Susanna. la quale ha neUe mani il testamento. non ha il co– raggio di opporsi alla for– za delle tradizioni. di con– segnare iJ prezioso docu– mento ad un notaio e di far \ralere la ,·olontà etP– rodossa dello scomparso. Essa affida alle fiamme la busta sigillata e si r.isse-– gna a \"t,·ere come popo– Jana.. mentre i parenti del conte ~assimo Scarbo prezxiono possesso della ·vecchia casa. ristabilendo il rispetto dei diritti tra– dizionali. * t:n pnmo moth-o comu- ne unisce le due opere ed è la ,-olonlà di illustrare nelle sue p1u oscure e pro– fonde radici la forza delle tradizioni che ostacolano i I progresso 1n una c.1V1ltà arretrala ed elementare Ne La Giu.s-iizia Giuseppe Dessi rappresenta il com– plesso di pregiudizi che rende inattuabile una con– cezione serena e obietti,·a della ammmistraz.1one g1u– dtz.iaria; in Qui non c'è gu.erra rappresenta la for– za della suddivisione ca– stale, la quale per 1nerz1a e per ancestrale terrore è sostenuta contro i dirit– ti dell'umana personalità persino da coloro che ne sono le vittime. ~fa il \e– ma dominante de La Giu– stizia e sent;to con mag– gior persuasione. e clrco-– scrillo con esattezza. e aµ– profood:rto senza di\"eTS~ ni. mentre in Qui non c'è guerra è spesso oifuscato dal ricorso di altri temi minori che ci>n quello do- minante non si integrano armonicamente e perciò r1- ~ultano scarsamente e,-i. dentL t:no di tali temi mi– nori è costituito dalla pre– senza della guerra. La \'"Ì– cenda si s\· ol.ge nel 1944.. Susanna ed un" alt.ra p0po– lana sua arnica. Rita. sono creatu..-e guastate e tor– mentate nella loro ,·ila in– teriore dalla guerra. come il conte '.\Iassimo Scarbo. Della guerra hanno subito le oHese più atroci nel cor– po e neU·animo. senza riu– sCire mai a toccare una rh-a di tranquillità. Per i nip0ti del conte '.\las.simo Scarbo. accaparratori di eredità in base ad un si– stema retrivo ed ata"·ico, non esiste guerra. cioè non esiste volontà di perfezio– namento. La guerra è dun• que e,·ocata quasi come un ._1mbolo di progresso. )la questa simbologia rimane appena accennata e per– tanto oscura. spostando senza una sufftciente ra– ~~e architettonica l'eqUi– libno del dramma. Xe La Giustizia. do,·e lo scenar.o è dato da un in– ero paese, questa maniera espresshTa risulta più pro– pria e più efficace: in Qu.L non c'è guerra appare me– no giustificata. perché la "·icenda ha un·estensione familiare e coinvolge pa– chi personaggi. sebbene tenda egualmente all'e,·o– caz.ione di un clima mora– le e sociale .. la cosi nel– l'una c<>me nell'altra ope– ra Giuseppe Dessi si rhiela soprattutto un drammatur– go corni.e e questo ci sem– bra appunto il suo caratte– re emine.nte di scrittore teatrale. In una letteratura. che per tradizione ormai ten– de quas:, esclus::..-arnente alla costruzione del perso– naggio ed alla sua intro– spezione. H ritorno ad un linguaggio coraJe costitui– sce un tentath-o di origi– nalità sorprendente. so– prattutto se si cons!dera che esso e applicato ad una materia di ,iç-a attua– lità e positivamente risolto in un'opera di architettura solida eome La Gtu.ui..-ia.. * Balletto dunque, ma bal- letto parlato e cantato; le canzooj popolari \-cncziam-. l'alte.maru.a di dialetti (,-cne– ziano, bolognese, toscano, to~) e lingua, la strat1- ficanooc di classi e il mo– saico di regioni che era (e in pane ancora è) l'Italia del Goldoni, com-ergono i.n Questa fonna cosi ardua a realizzarsi senza cadere nello spurio, nell'eterogeneo. L'Ita– lia stessa appare come una policromia arlocchinesca, co– me un'immagine di cultura irriducibile al grigio, al mo– notono; l'Italia è (ci s'in– tenda bene) Arletthino. Ma questa ,italità che irradia dalla maschera plebea SUl personaai, borghesi si con– C!'Cta alla fine in unimpres– s1one totaJe di grazia; è co– me se Mcnan: o Ha\·do !'~uro~~~~ i:tr~~ deci_na di anni fa. il 1tr rctl.l fu affiancato dallo stesso Strchlcr suJla scena di ,~a .Ro\-e.llo. a ,\hlano, in consnnile tcntati,-o; e di quella recita di Re Ce.n- 0 del Gozzi serbiamo piacc– ,-ole ricordo, per il contat– to che ~li attori riuscirono a.oche allora a stabilire col pubblico e, natunlmcnte con la tradizione popola~ delJ'impl"0\1isazionc comica. li confronto fra le due in– ten>rctazioni è però a tutto \'a.Dtanio dell'attuale, e ser– ,·e. a c:ompro,-arc il cam– mtno percorso da Strehler e ~alla. sua compaJD,ia in anru di la,-oro_ CUUCO CUCBoN EDITRJCE baat- al1":u:ata., tn:a– tamak a:pcriaua. tsam1m, ma,. nc.crltd, poak, DIWdk-, roman– d, AUI .....-1., pubbl:kando e. ~ M ~ Q:Wfl1not1. a CODdtdoal dJ ~ m~ ~: L'Al"PROOO DEL Sl..'D. l..a:nso Ttttrn KUOl'O, 2', ~poli. Per questo La Giustizia è un dramma moderno, che conserva i riflessi di una se,-erità antica: nei suoi momenti poeticamente più ,•h; denuncia I.a intatta sopra,-vi\'enz.a di un respi- DI.EGO FA.BBR.I roche è class!co. l;;;:,:- 0 -'aalt:-:lu=re=res=po:_,nu,;.:;;b CIOV '\'Sl LE..""00Lt :~. ~ec'!'T~~')\luffll~~ si~

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