la Fiera Letteraria - XV - n. 17 - 24 aprile 1960

Domenica 24 aprile 1960 LA FIERA LETTERARIA * SCRITTORI IN PR MO PIANO * EI~cole Patti: Rosina JPROBLE2'.'\.I DEL OIOR. -o * Critica e libertà: l'ambiente sociale * La famiglia nella quale era al ser– ,·izio Rosina, nati\·a di Antrodoco in Abruzzo, si compooe\·a di cinque per– scme. Abita\·ano a \'ia Flaminia çerso Ponte Milvio, in uno di quei palazzoni nuo,; a otto piani. che più che a pa– lazzi. somigliano ad armadi di legno compensato. La mattina Rosina scendeva per pren– dere il giornale e il jougourt per il si– gnorino. glieli porta,·a in camera. La stanza era piena di fumo rappreso. All'attaccapanni pendeva il cappotto con cappuccio e alamari dei marinai ameri– cani che egli porta,·a non per comodità n:é per economia ma per ragioni este– Uche. Non era infatti un cappotto di quelli che CO$lanO poco, ma era stato ricopiato su uno vero da un sarto alla moda con stoffa costi>sa. La signorina invece prendeva !.a spremuta di aran– cio o il pompelmo tagliato a metà con lo zucchero sopra: anzi un giorno lo arancio e un giorno il pompelmo. Era Rosina che do\·e\·a ricordarsi quando cade\la iJ giorno dell"arancio e quando quello del pompelmo. La signorina co– mincia\"a a telefonare alle dieci del mattino e andava a\·anti attaccata al telefono fino a mezzogiorno. Fino a quell'ora Rosina non pote,·a fare la ca– mera. A mezzogiorno la signorina si \"estiva e anda\·a a via Veneto dove la aspettavano i suoi amici. Certe volte gli amici veniv.'.lno fino a ,,ia Flaminia e suona\rano il clacso:1 dalla strada. JJ più assiduo era un rappresentante di automobili che \"eniva sempre con mac– chine dh·erse nuo\·issime. con la targa proV'---isoria di cartone. Porta\·a \·estiti Principe di Galles o di gabardine ed a\·e\·a quella distinzione che hanno sempre i \"enditori di automobili Si in– \·esth-a della sua parte e con le mac– chine che gli aUidavano solta.oto percbè le facesse vedere in giro. si comporta– \"a come un principe c:ipriccioso che non è mai contento e cambia continua– mente automobile; sbatteva gli spor– telli. portava i polsini della camicia rimboccati sulle maniche della giacca, faceva roteare fra le dita il portachia– \; di celluloide. Se però quakuno gli chiedeva informazioni sulla macchina lui le forniva premurosamente vantan– do il prodotto in un modo che rh·ela\·a. in maniera inequivocabile, il piazzista. Parlando con Rosina qu,mdo questa scende\·a per incarico della signorina a comunicargli qua1cosa, risponde\·a sen. za neanche guardarla come se anzicbè con una persona. stes.:;c parlando ad un apparecchio telefonico. U signorino era grassoccio e coccola– to dai genitori i quili a sol sentire il suo strascicato parlare romanesco, si riemph•ano di orgoglio. Portava i cal– zini cortissimi che linh·ano appena usciti dal collo della scarpa e lasciava– no nudi i polpac-::i bianchi e inerti da intellettuale. Era infatti un intellettua– le e si era imbrancato m un gruppo di aspiranti registi e sceneggiatori che la !ace\·ano cadere :nolto dall"alto in ma– teria di arte d.nematogra!ica. Coi loro cappottini corti corsi, i loro maglioni, le loro camicie a quadri, le loro zazza– rette essi adopera\"ano un"ironia staffi– lante \·erso eh.i ncin faceva parte del loro grnppo: si cstasia\·ano enormemen– te a certi particolari. al ricordo di cer– te e inquadrature>. Quando parla~-ano d1 queste cose era sempre sottinteso nei loro discorsi che il gustare quello che loro sta\·ano gustando era negato ad una fortissima maggioranza: e che alcune cose che essi capivano e assaporavano pote\·ano essere c:ip1te soltanto da po– che diecine di persone in Europa. Il so– spetto di potere essere dei cretini non li s.tiora\·a nemmeno. Certe \·olte gli amici venh·ano a ca– sa a chiacchier:ire e a fumare nella stanza del signorino. Rosina sen·h·a il caUè ed era mandata giù a comprare le sigarette e l"Umtd. Questo giornale veniva letto non per i suoi articoli po– litici ma per le critiche cinematografi– che. Rosina senth·a una sincera avver– sione per gli amici dz:l signorino che si sedevano sul letto, mettevano i piedi sul comodino dicendo ad alta \~oce in romanesco delle cose ralfinate che lei non capiva. Una \"Olta uno di l~ro si mise al piano, accenno una fuga di Bach poi ,·oltandosi \·erso gli amici disse: e Senti uo po' sta caciara! >. E vole\•a dire in tono dimess.:> e aotiletterario che quella musica era bellissima. Rosi– na a quella frase. isuntivamente senza sapere pe..rchè. senti di odiare quel giovane. U padre non si occupa\·a di questio– ni d"arte, gh bastava che se ne occu– passe il figlio. Imbottiglia\"a vini a Ma– rino e non disdegnava di caricare qual– che damigiana e qualche bar_ile sulla e 1100 > che poi serviva alla figlia per recarsi aJJe prime teatrali. Conserva\·a balli ~ spaghi in un'opposita scatola e scamifica\·a le bucce dei!li aranci già spremuti per la liglia per farsi deHe bibite lui. Non si curava di quello che face\·ano i figli e la moglie ma li ri– fomi~·a di denaro quando non pote\·a fame a meno. divenbndo pallido come un morto dal dispiacere. \ialetti in salita verso macchia Mada– ma. Si "·~evano da l:issù in lontanan– za le lampade del lungotevere che splendevano fredde. re una settimana. Quando Rosina rientrò la signora \"enne a cercarla in cucina. Era tutta truccata,. con la sigaretta in bocca. ir– ritata. Giungevano di là il chiacchierie– cio delle giocatrici di canasta e la voce molle di un uomo anriano che vole\'"3. fare lo spiritoso. La signora la sgridò prima per il ritardo. p.>l perchè lo sciac– quatore si era otturato a causa della ci– coria che la ragazza sbadata.mente vi a\·eva lasciato cadere dentro. L"indo– mani sarebbe stato chiamato lo stagna– ro per sturarlo e Ja spesa sarebbe stata detratta dal mens1le di Rosi na. La ra – gazza non sapeva che cosa risponde.re. di lJJIBERTQ .11.IRI .4.RDI La madre era soprattutto una orga– nizzatrice di can~--te. Gruppi di donne anz..iane e profumatissime con\·enh-ano giornalmente a casa sua riempiendo le stanze di un odore che a Rosina non piace\·a. Non si faceva in tempo a \..-UO– tare i portacenere tanto quelle signo– re anziane fuma\·ano. A\-e\·ano tutte le dita gialle e la voce roca. Fuma~·ano e gioca\·ano a canasta fino alle due di notte. Ogni tanto \"eni\·a con loro qual– che uomo. uno di quegli uomini messi sotto dalle donne che \·eogono palleg– giati da un ta\·olo all"altro. costretti a fare da riempith·o, a sostituire gioca– tori mancanti, incaricati di noiosissime incombenze; uomini (atti. coi capelli col riporto, che \•1\•ono in sottordine Ira le gonne femminili come ,·ecchi cani di casa. Rosina mezzo addormentata, sta– va in cucina in attesa che la chiamas– sero per portare caffè e bicchieri di acqua. In una stanza appartata c·era la non– na di ottantasette anni seduta su una poltrona, alla quale Rosina do\-eva leg– gere ad alta voce il giornale. La \·ec– chia do\·eva essere aiutata ad alzarsi dal letto per mettersi a sedere sulla poltrona e ad alzar,;;i dalla poltrona quando do\"e\"a tornare a letto. Rosina a\·eva \·cntidue anni. era bas– sa e grassoccia. porta\·::t i capelli attor– cigliati fittamente sullo tesla in forma di piccolo disco e a\·e\•a le gote costan– temente infuocate. Quando la domeni– ca usch·a per conto suo l"ascensore ri– maneva per parecchio tempo impregna– to di un odore dolciastro e pungente. Trascorreva i pome:iggi di domenica con certe sue amiche cameriere, al Lun– gote\·ere Flaminio. and3\•ano a1 cine– ma Stadium o si mette\·ano a sedere sui gradini del ponte nuovo. Di tanto in tanto Rosina 8\"e\·a appuntamenti con qualche gio\•anotto del quartiere e in questo caso anda\·a 3 passeggiare per i viali del Foro Italico. Una \"Olta andò con un garzone di parrucchiere che face\·a la permanente a tutte le domestiche della zona. Era una domenica di dicembre umida. col cielo coperto. 0.Jpo a\·crla condotta al cinema 11 parrucchie:-e- la portò per i \·iali del Foro. Anda\·ano succhiando un pacchetto di car:imelle comprate al bar. Il parrucchiere a\·e\·a i capelli ondula– ti, un cappotto a campana c<>lor melo– ne e le circondava la vita col braccio. lina leggera bruma p-esava sugli alberi e sulle statue del Foro che biancheg– giavano neUa penombra come fossero di sale. Nelroscurità ogni tanto si ve– devano altre coppie, altre cameriere un po' scarmigliate, amareggiate dalla no– stalgia e dalle ore di libertà che vola– \·ano. Passa\·a qualche ,IO.lardfa in bici– cletta. Il parrucchiere si fermò a par– lare a lungo con un agente suo amico. La ragazza aspettò pazientemente che lui finisse di parlare con l'agente che ave\·a l"impermeabile mtriso di nebbia e il fodero della pistola che odorava di cuoio bagnato, nell"umidità del parco. Salutato !"agente. proseguirono lungo Si sedettero sulla terra imbevuta di guazza; il parrucchiere cominciò a ba– ciarla, la bocca di lui sape\·a di salame e di sigaretta. R.>Sina senti che il n~– stito le si strappava e il dischetto in– trecciato dei capelli si scioglie\·a. Par– larono fitto a lungo. persero molto tem– po: il discorso prese una piega amara. Polemica; non si veniva a capo di nulla. Quando si alzarono per tornare in– dietro la ragazza s1 accorse che il \·e– stito era pieno di fango e rotto in mo– do quasi irreparabile. il prarucchiere anda\·a fischiettando di catth-o umore e camminava due p!lSSi avanti di lei La ragazza aveva i piedi gelati e un gran. de sconforto nell"anim<» sconforto per la vita che era sempre la stessa, per quel parrucchiere che non era niente per lei e mai sarebbe stato qualcosa e del quale non le importava nulla. per la casa che la atte.ndev3- per la signora che la a\lrebbe sgridata. per gli amici del signorino che sicuramente at"evano già sporcato la st..anz.a, per le spremute della signorina, per le amiche della si– gnora che certo erano già attorno al ta\·olo della canasta. per la vecchia che dal letto gridava sommes...qmente chie– dendo di essere aiutata. La sua libera uscita era già scaduta da un"ora. per uscire un"altra volta bisogna,·a aspetta- Quando Ja signora si accorse che Ro– sina a\·eva il ve~tìto infangato e la~ rato fu presa da una nuova ondata di furore e le dette uno schia.ffo. quindi. con la sigaretta in bocca. tornò subito di là coi suoi amici. La ragazza senti friggere la guancia. le si appannarono gli occhi di lagrime. corse nel suo stanzino senza finestra la cui unica apertura da\·a nello sgabuz.. zino delle provviste. si buttò sul letto a faccia in giù Più tardi, mentre di là contiouavano i clamori attorno al tavolo della cana– sta. la ragazza c:tprl la porta di casa, usci sul pianerottolo e si butt.ò di colpo nella tromba delle scale, dal settimo piano. Fu tro\·ata mort.3 un"ora dopo da un inquilino che nncasa\·a. ERCOLE PATII Un racconto di costume * di ALBERTO BE\'IL,\.C(}L\. Circa due anni fa, presentando pro– prio su queste pagine rm ritratto in minilltura di Ercole Patti, ci venfra di. affen,zare: • _J .1 mo ndo dei qUDTtieri alti non i 11Ji! ista.to il mondo di Patti, ':,of/:bfe'}!ra~'f::~ ,.~ f'fe~~;~':, ~Jt~ nato in Siciha. in w:a \."«chi.a casa cir– ecm.daJa da un ,:iardino di limoni, Pam ha sempre considerato, come suo mon– do ideale, quello isolano, p opolato di figure che'eali ha imparalo a co1wsc.ue. a giudic.are, a ,·~utare in cJu a,·e di p oe--– si.a nel corso dr un'Urfarr:ia e di un'a- ~::J~ifa :::f::,-0% ,s::'t'::~"J: if'},1:i,j non i stat a la Si. ci.lia ad u.sue trattata ~r prima, ben.si Roma. • Quartiui al– li,. e • Un amore _ a Roma• sono le pro-- 1--e più l--iva.ci dl questo alleggiamento psicologico app arortm,,ente inamgrnen- ::;;at~ ~mc:,~~~~~%a 'dfit:: = natt\.-a i stata troppo ricca di suor.o e Patti ha preferito lasciarla dfrenire più consa~-ole e di.stesa.. Patii cominciò a scrivue sulle pagine dei quotidiani (fu a • Il Tevere», poi a • I.A Ga:;:.etta del Popolo"• ecc..-). Propri.o per le colonne de • Il T n·e– re », lo scrittore siciliano ideò llna for– mula di d:.tvtro destrmna ad es.<Ut, in seftnto. oigetto di costante imitaritJ,te. Falli di cronaca ,·m erano assunti, orni volta, a pretesti di. na"a.done e di in– dagine psicolotica affidate in gr11n par- ~ aIJi\.-e!:fta;,°in•~ ::J::':ta,'5~~~ rubato della b:c:cletta, come l'autore di un crimine. Essi ,•enfra,10 inquadrali 111 qud/'amb1ente e ur quella seri.e di ragioni umane cl~ Patii - portato esclush'amen1e dal suo intuito - nte– nn-a più consoni, più es4tti. Anche il racconto cJi.e presentiamo rn questo numero della nostra rubrica, risente cl1iaramt!nte della singolare for– mula che abbiamo descritto. Da mi fal– lo di cronaca piuttosto comune, pur– troppo, ai gionu nostri, Patti risale ti· no olla figura completa ddla se n•e.Jta Rosina. cos1 compr~ça dal chiuso rr.on– do delle sue sobtudir:i, dei suo: sco n– forti. delle. sue amare~ sen:.a li~. Attua/ men te. Patti sta portando avan– ti un l.nt~ la,-oro. Fra pochi mesi, t>gli concluderd un curioso libro su Roma (,-i saranno descritti i trent'amu che lo scnllore ha trascorso nella ca– pitale, dal periodo fascista fino ai tem– pi nostri). Questa sin,olare carrellata fatta pra.1..icomente su di un arco di ma;::o secolo, sard posta in vetnna (il titolo non ~ ltt!,COTastato t~O'\,,·ato}dal~ l'edrtore Bomptanr. In seeruto 1 Patti si dedichud ad 11n roman::.o sicitUmo, un roman::.o sulla s1ta cena catanese, fi– nalmente. fotanto. il regista Dino Risi t: lo scrittore Ennio Flaiano stanno sce– nei~ando, per il produttore Cecclri Go– ri. • t'n omnre a Ro"'fa • · il fortunato libro elle Ercole Patti lta rt:etntemenre ridotto cmclit: P'f'r il reatro. Patti sì aspetta molto da questo suo intOtSO programma, e a ragione. Non gli man– cherd certo un atrento e intelligente seguito di pubblico. ALBERTO BEVTLACQUA La critica. essendo una prerogativa del}' u m ano giudicare per una scelta ed un orientamento. è atto intellettivo che presuppo– ne. perché si manifesti. una libertà intenore ed una esterna. Quella interiore è la li– bertà dal gusto, ossia da una indiscriminata sogget– tiva sensibWtà. mentre noi siamo abituati a chiamare gusto la sensibilità già educat.a da una cultura. che è condizione raziona– le della sua uni\~rsalità; Ja libertà esterna è la so– ciale. quella determinata dalle abitudini del costu– me, e di educazione in cui è incluso anche il 11\•ello di gusto nei confronti del– l'arte. La nostra società è per defuuJOne ~- a:ta cui superficie \·engono provvidenzialmente affac– ciandosi gli strati più bas– si e più tdascuroti dalla storia per una evoluzione che innalzi eguagliando gli uomini ad un comune \·a– lore di spirituale urna.nit.a. ).1a c0loro che rlatla pe– riferia o dalla campagna a....,;;cendono alla città per \·h-ere come i privilegiati borghesi. non h a n n o né una cultura. né un cOStu– me, né un"edueazione bor– ghese. per ciò che Ja pa– rola borghese può ancora significare di positivo: ma. anzi. con I"nnalfnbetismo, con la miseria economica. con !"ingenuità del cOStu– me sono facile preda della classe storicamente domi– nante. anche dentro la ga– na."l.Z...~ delle hbertà o:,st..;.tu• zionali che, se impedisce eccessi. permette senz'altro un predominio di tradizio– nale prhilegio che risale a1 presupposto della con– sistenza economica. E co– loro che da queste eondi– zioni saltano nell" ambito sociale d e 11 a borghesia. sempre e s0ltanto per me– riti economici. 3ccett.ano ed anzi inàu ri$COnO. in un neolitismo entusiasta, le consuetudini della classe alla quale appartengono da poco, importandovi un analfabetismo sp:: ritua.le spiccato. un nessun gu sto o un pessimo gusto ed una aJtrn costanZ3 verso le cose dello s;pirito ne-gattke al– meno quanto 1' agnostici– smo culturale ed artistico del \-ecchiO strato bor_e:he– se. Ed anehe ,;e le famiglie che si fregiano di un titolo nobiliare d'accatto o di an– tica data tendono a distin– guersi dai nUO\·i ricchi. ne- cessariamenle vi si mesco– lano per- rag:.one d'a!tart e \·i si aceomunano per Jo stesso intento di \"ita: la riC"Chezza. Ma se arte e cultura non hanno niente a che \"edere con la massa de-gli opera1 (po;.ché la ~ran par-– te degli industriali e lo Stato raramente ricordano il loro do\·ere di educarli all"arte e alla cultura). i quali nei loro acquisti cul– turali artfrano al ma.ssimo ai fumetti. poco o niente hanno da attendersi da borghesi di recente acqui– sto o di ottocentesca lra– diz:ooe. Né i::ngannino !e poche decine di mihonJ Jo anno che rari industriali dedicano a premi letterari o artistici. per farsi la pub– blicità in que1ta sottoclas-– se dei cosi detti inteltet– tuali da cui li riprendono con usura in un allu~ato smercio dei loro manufatti. Gli strati dell'attuale ci– \·iltà sono quindi costitui– ti da un sottofondo emer– gente di contadini e di operai non qualif;cati e di specializzati c~ n e 11a mas5a tendono soltanto a migliorare le loro precarie c0ndizloni economiche e non pOSSOoo dedicarsi. né sono preparati. all"educa– zione del loro spirito at– tra,-erso l'arte e la cultu·ra: e da un ceto borghese. in piena luce sociale, distinto in proprietari. industriali e mercanti da una parte. che mirand ad aumentar-e la -iaro ricche22a c0oside– rando arte e cultura o un lusso necessario. o una di– \·e~nte perdila di tempo. e dall"altra. d'intelJeltuali che U servono a stipendi rigorosamente d"esistenza. i quali. anche se preparati. non han no un margine economico né temporale da dedicare alla cultura e alJ"arte. In questa sottodasse del ceto borghese è da anno– verare il critico Jetterano o artistico che. per dedi– carsi alla c r i t i ca deve pr0\-Vedere alle sue e-si– ,.renz.e di \"ila con proventi di atthità similari ma non specifiche e legnto a que- ste. che a loro t"o:ta di– -pendono dal ceto Uldu– striaJe e mercantile. Ma poiche tale ceto non ama ne la cultura né l"arte per se. e quindi e indifferente alla cnlica o nel migliore dei casi l"a\"\"ersa per ra– gi-Oni$?eneraJi di pubblicità e di H:to economico. né ha tanto rispetto della ve– rità da sopportare consi– derazioni ritenute of.fensi– \·e alla sua tradizic,nale i~oran1a ed a1 suo pe5$i– mo gusto. il critico. alle prese c on le necessità e.si– stenr.al: appena ,odd ~at– t e da rimunerazioni i:- r.so– rie, tradisce. per sopra\·vi– \"Cre. la propria sensibilità ed il pro p r i o intelletto abdicando al giudizio cri– tico ed elogiando que-i pro– dotti letterari o a1t:slici che. per la loro \'iolenz.a tecnica. sba:ord:9cono una minoranza di pubblico i.m– prepa rato e acr• tico al quale è legato socialmente per rapporti economici. ri– badendo. in una Jar...-at.a schia\·itù. la disumanità della sua incoltura.. Xaturalmenle. c"è ancora una s(umatura di lettori o ammiratori intelligenti e d_i .buon gusto che prefe– rJ.SCel"opera d'art-e auten– tica per sue qualità di umana poesia. ma si \"a fa– cendo sempre più margi– nale. soffocata dalla mag– iioranza borghese. E allora solo quelle opere che atti– rano l"attenzione di questa mag~ioranza, ma che a ben considerare è una assoluta minoranza di spiritualità nel con front i di tutta la Comunità sociale. sono de– cantate dalla critica. E" co– si ~pieJZabHe la decadenz.a dell"arte e della cultura e n \·eloce succedersi delle mode artistiche e lettera– rie che. come il flusso e:-a– cllteo. dalla sen$azione non riescono a penetrare lo spi– rito di nessuno. F.d è per q-Jesto che la cri\ica OJ?J?i non ha più alcun \.-alor-e di selezione e di indirizzo. poiché il suo Inquinalo ,dudizlo l'ha fatta scadere nella stima dei mi~liori: e. nello stesso tempo, ha aperto. per il suo facilismo tecnicistico (magari espres– so con term:ru dJ'fidi~– s'mi ). per il suo inconsi– stente, impressionismo. le porte ai dilettanti e. pee– jtlo. ai confusionari i quali inOazlonano il cam'PQ del– la \-erità critica. abbassan– doio ed ll:l m-:!'rcato di \'"a– cue lodi e d: inutili ciane"t. CMBERTO llARVARDt RASSEGNA DEL 'Jl'El\l'I..PO PERDUTO A CURA DI RENATO GTA...:"T * La sHnazione • Domroica • diretto da Arnaldi. •Folla» diretto da Ez.io d'Errico. • Mercurio .o diretto da Alba de Cé:.-pe– des. non erano solo perio– dici o redazioni ma luoghi di riunione dov'era utile essere presenti. anche se non ti pubblicavano nulla. Bigiaretti. BelloIW. Gra– ziosi - ~attori -. o Col– tellacci e )tuC'Cinf e V~i– gnani illustratori sono nati Jà, a poche lire per ogni di9eguo pubblicato. Pu.nfi– cato era ancora un tuturo gran pittore; :\lafaJ conti– nuava a fare i quadri che anebbe dipinto Scipione. Capogrossi non u-eva In– ventato il suo aUabeto gra– fico ricco di spazi e di am– malianti colori piatti. Gen– tiJi.ni abitava ancora a Via Margutta e di sera riuni\"a gente per la partita di po– ker: Scordia. modesto dise– platore ed estroso colori– sta. Tamburi ancora • ro– mano• e alt:a grote. i giOC.a\·a coi soldi sul ta\-olo e il cottello in mano. o il mitra a tracolla. Gli ame– ricani erano i primi colle– zionìsti che affluissero agli studi. Luisl e Accrocca ooo– unua"·ano un lungo sciope– ro, sistemando nei vuoti at– th'1 la loro poesia del • Por– tonaccio •· Raffaella tene\•a i contatti !ra il mondo ester– no e suo marito Camillo Pe.llizzi, e la sua auto. una vecchia coraggiosa Ardita. cont;.0uava ad andare anche senza benzina, pnma che si decidesse a cederla al figlio di Mino Maccari. La guer– ra che Flajano a un certo pu.nto dichiarò. dal retro– bo:tega della Vetrina di Chiurazzi al Babuino. a Mi– lano e ai milanesi. !ece al– fluire impensieriti tutti 1 mertd.ionali dal Nord: a\"e– vano a\-uto paura che per reazione i lombardi facesse– ro daccapo la loro sesta e ultima crociata. e loro m~ ridionali rappresentavan o f saracJOi. i musulmani in.fe– deli restati però senza me z– zaluna. Era alla moda (arsi ve– dere; e guaJ agli assentL Chi non e:a presente era morto. e nella sua assenza.. anche se non ra,·esse volu- Piccola Roma del dopoguerra to. \"eniva seppellito. I più bei funerali si ebbero in quel tempo. Gianna lianzi– ni. la Bellonci. Falqul, Tec– chi. \-ecoero commemorati non dal solito Bellonci spe– cializz.ato oggi nella triste bisogna di nobile monatto letterario. ma all'Arlecchi– no. attra verso le letture in arme.no anllro d1 Ci.arietta. di Baldini. di Garinei non ancora associato a Giovan– nini o a Riva. E oon si fa– cevano ancor-a concorsi dJ canzonette ma si cantava dan-ero: • Scalinatella • era alla moda. Uno dopo l'al– tro colo:-o che s'erano al– lontanati da Roma face\la– no rito:no; a casa di Clelia Bellocchio sl ritrovavano per ballare la giga; P~llero e Rossellini non facevano U'.lCOra U cinema ma DC par-lavano. la • do!ce vita • a via Veneto non era inco– minciata e del Sofà delle delle Muse e de:la L:.~ r'.a di Rossetti non si parlava. Carda.-elli giocava in borsa e ripubblicava per la ventesima volta i suoi elzeviri sul • : liessagge.ro •· e )IJssiroli st cop iccfandosl le mani. poteva esclamare che nulla è più inedito del– la carta stampata. Di quella stagione tutta di speranze io tu.i, per quan– to possibile. il cronista mon– dano; era u:ia vera soddi– s!aziooe dire in !accia alla gente quel che ne peo.saro. anche se due numeri dopo Amaldi mi im,itava a let– tere di scusa: abita qui il ca\·alie:r Rossi. assassino! - No. - Bene. allora chJe– do scusa. Scrivere agl1 am.ic.i per indurli in tentazione e nel– la risposta dire co:na dei colleghi. era un sano sport praticato Xl massa. RENATO GIANl Una lettera di Giaui Caro Maccari. /ti tanta disordinata fre– .scli.e:: z.a <U • \.'O"ci ma non pos.so •• e • potrei rr..a nora ,-ogl zo •• e altn mo:ti dei quali pare disseminata la vi- ~e~li q°:~r~• C lfaU:~lt'::t~ ca non e.se.e. dal loro 2mpp,. e sza.;iona solo su giornali che osprtano indifjerent_e– men.Je i rise ntunenti d..i Peir– ce contro il marche.se Luci/e– ro o contro il su~n or En::.o Selvaggi, rei di non amare e di non co,:oscere 21..i ar.,ui •moderni•• o le piccole ire casalu:~ di qrr.iccioh ,·er– so il signor Tnllim - inca– pace costui, ancJu a parer del cronista, di \. 0 eder giusto perfino nei nomi dei ;,ttrori cJ:e occorrt> rndicare al r,ub– t,iico come e centrii!l ». o co– ,,-.e l>arg':esi; tUito !Jr.Jciaro au:Jte lui, Trillini, daJl,1 \.-O– glia d..i insegnare e dare no– u-• • r f<u pou:mr....u fcitt> s: r1,-1e~6 ,-uota, e d,,.,J~ p·o– pria mala infurnradDn.e. so- ~• dr;{l~m;,ll,ti~ ~_1 ~{ artt> e grammatu:.a., come lt.g– gm.do cuti suoi senili su • La Voce Repubblicana• l subito dato di capire). Tutta– ,-ia anclre. se la polemica on– tUggia fra Guttu.so inJ.en:ista– to da Bdlotrj, e Mafai che un.-ece ricono.sce che. nemme.- no l'arte come la na.lt1ra p1lÒ compiere salti r.wrtali, orr pure fra De Chirico e i gù>– ,·ani - i quali a"T"-bbuo ,-o– Iulo all'inaugunoone. della $UQ. mostra menugli i puuin a tura staccw1doli dal,e pa– reti. t!,o-.·e panni e \.-ell.uti di OC'Ca.srone 111 affitto atfin-olr– \."ano Il brutto sche.rzo della sua pillura, - la polemica e– sule, e fa sl eh.e se ne nutra gran parte della p-.ccola so– cietd arti.stico e letteraria lo– cale, dando esca alle parole ogni ... -olta che se ne parti anche fuori dei recinli dO\-·e ~01,ono le U1C,Oronazicmi e st co"a ù era,i premio; e conce.eh di restare vivi a nu– mero si arti.sii eh.e - stando alle ,~ di ,-uz Margulla - fuori d"-i discorsi non altro saprebbero costruire. Per ra– g:oni professionali parealu si danno al COrtmenl.O, alla po– lemica. fa«nd.tme. alto com– mercio, e fcmd.auto una e l'altra e ampliando un loro c!i.soreanico e spesso buflo dr.scorso lo r,ortano sulh. ri– viste, come - stando a Maz.– zacurati - fa Tori Scialoja su • .\fercurio,. garbatamenu, o, a vudt::.io d'altri, sen:a com- t::o°'ffasiJ1f0w'wfra ~ !;~ mif;liori umoristi, diu R... .\f. de Aneelis, nta urto ùle.ui– b17e; o come con serietd e a t– tenzione. fa invece sui. piatti de • _IABilancia,. Glugo Gal– lupp1, 101110 da far ,·enire rn mente tah-olta le belle com– posr::.iorusCOltUtztltt dtl l1uo. Chi l. al di fuori dalle po– lemzcJ1e t> sempre se ne turd Juori, l. Ge:nti.11111 costmlln'O im·ece, intorno a un suo mon– do minuto d'tllUmalelti e far– falle appimtate sulla parete, o rof11_io ,vdure frescJU!: ~ OntaffJ a Goya una volto, e ,ma ,'Olta a Hogarth e una ,·olla a Ensor; e Leonor Fi– ni più complicata di. lu, nella composi::.ione e più ricca ne:1 mot,vz dte posscr.o amccJu– re o in/arare im quadro; e ùon<udo Smisgalh, votato fin do raaa::::.oalla ol.impi.cird alta del. numeri. alla indif– fcrm.:_a per le cose a lui e- :,~~bl:• e ~1::r:::::ud a.:s: ~ un gran p«ta e di a,,u visto le muse, e d'essere infine d legislatore delle scn·tture bo– donia,1e, lo scopritore delle lapidi, D1 desidcn e remore, dJ a– ,uliti e confusione l. colmo rl • ritrallO • della pzccola so– aetd letteraria, il quale ,:on ;Jap~f;:: G!u~ ~~~ m<mella d_iValle Giulia, e pie– na propno di and111 confu– sionan, ma nemmeno da-e.si scartare tale pasonaUio dal– la cronaca corne fa. ogni \.'Ol– ta cJ1e ,-e l"incontri, Giorj?io Pro_$pe:ri, l eeo.to com'i a una SDletd m oral is tica imitala, di~ Bigiare.lii, n.ei gesti _e,~– tlz atte,riamenti d a Gior,io Viralo, a,i c.nto, e oh come, da·e invidiare la rotondlld placida, la su:ure=-::.a e t1 mor– dente da moralista locale clte lta d critico delf• Epo– ca•: t:i quel ritratto si fa abol.e:ndo m pieno le. me:::e ficurc ddl'atlualitd con.ton- ~~'i::':;,,f;='~dt~~:. <ioni col loro peuo, o spuli– .scono attraverso amici la poesia da pubblicare, l'arti– colo girato al ciclosrzle, la lo– ro opera • co,i preghiera d1 recensione•: in quanto dm·- ;::,r ~":• ,:J ~J:P ;~~ quinto pia.no con,e la rt.da– zw,ie di e Be lla •• aneliti e ~=":e;rifbi. 'ti: ilaltr<>;. sonaigio m~g:ore dove hsi– deri e con usione. e quasi complessi odo da incute:.– za si,lle proprie $picriole qr,alitd. .sono più palesi, i proprio rom.ico GiorRZOPro– speri, ambiscentt. a un.a Rlo– ria sinn'le perlomeno a quel– la dc. nom: • uflictaJi •• Ba!- ~1 i=ri r~ "~'C:::·s~ riposo; Bontempd/i sotto dd quale alla mmuua di Ra/e1eh per Elisabe:.ua tkporrebbt! ù Due disegni di Moravia Rmato GlanJ Orfeo Tamburi man.te/lo; Palma Bue,ardli al– la qu ale ha gwrato fe4dta e rupe.tto e.Jerni: Gtann.a Afan– ;ini_ '!,i cuz ogni fra:se a suo giudi;;,io i una posi:.,01,e ru,o– va, - e povero Gior(lo im·e- ~fat~es~ unJ/b/n:;:}; !;7:; risor~. - dice un suo amico cordiale - che qudla dJ at– taccarsi _al costume, un co– stum"- a pare cli.e l. un ,·e– stito ruato - secondo aflu- ---------- mo rm dolce spinte.Ilo reda– ;.,onale; egli ,'Onebbe affer– mare 1m ritratto del temPo. mo Poi, con rutta la sua pre– para:;,,one morale. e..scc dal gionr.ale per lOntJJr e sul ta– ,'Olo, depositando rn bd.la , i– sta paa:hi di lettere di a m– iralul4;.1oni che si porrebbe far spedire daRli ami.Cl. Coi saluti piu affabll.1 ecc .• tuo RENATO ClA.Xl La risposta di Daccari Caro Giarn. debbo leggere nel suo pr– bato rit.ratuoo dcll"auuale .o– cietà artistica romana un a– spiraziooe v-e.rso un cosnrn1e ~~ :i~uti? ~ :rett che quella società prendesse finalmente corpo e s·::.cccn- ~~a:~~~~~: la schiera dei mor.i.Jisti e dei riformatori? Le au(fUro se a tali intcrroptivi è da' darsi risposta a!Iermath-a. masutior fortuna di quella. toccata al co~te 9iacomo Leopardi. il CUI • DlSCOfSO sopra lo stato ~rcscnte dei cosutmi dcll'lt.a– h:a.m,. è runa.sto. dal momen– to che fu scritto. e cl~ dal 1824. letttta morta quanto ai res~lta'-!, ma insu~ta a. t1:1tt <>&il quale anahsi di una s1 tu:izionc da cui non si \ -e– d?oo vie d"uscita, e diail)OSi di un male che in ,-cna di pessimismo potremmo consi– derare: orma.i incurabile. lo che apparteni.o, a una delle b.Dte ge:nera.z.ionifallite alla prova e in ogni caso un po' stanche. non sono da,•– \"CI'O io JJ:.ldot caro Gian.i. <li darle do lumi che su questo 3!10mcnto !a possano indi· ~l't: ef:~'1n~1!:o ~= de dc~ satira e ddla carica– tura. sulle quali bo messo q,_uaJchc passettino a imita· none di chi in l3.l genere eb– be &ambe più lunghe e movi– menti piil liberi, DOO porta• no oel nostro paese molto lonrano: \"uole il destino che da noi tutto si tramuti ben presto in legaiadra accade– mia e io vana retorica. La nostra pi&Tma ha biso– gno d·una retorica qualsiasi l'Ul'CM tale da liberare da oani ~bilità effettiva. ~-l~~~lla~ anno f-a attra\-erso le trom– be e i tromboni quotidiani non celava se non un invito alla retorica - e quale re– torica! a\--cmmo la • cosdeo– z.a. rurale», la • coscienza ae– rea», • la coscienza onofrut– licola •: il contadino l"nia~ torc. l'ortolano céssa\~ano auto maticamente d'esser tali per d.h-enta.rc pe.nooaW di un 61.m Cincs e c:rc.t.ture dd– J' Ente Turistico. ~on ci si mcra,--ta,li ~rtanto se anche )"ambiente letterario ed ar– tistico risente di una .simile cattiva educazione; oé dd fastidio che ne ruulta; e ci si a_ppagh.id1 q\13..lchcbuona g;.ru~ ~he dim~~~~ ~::n: dato c:oa.licre nella sfrenata ~le~~illi . ~ifa~ n~)1~ estraneo un ce.no llPO d·a- 7.icnda fami l iare. assai fa· \~rito daJ • ca~itale •. e par– ticolarmente \'1goroso e ,;. tale in R oma. Appunto per protesta.re contro questa • e– cono1 IUa ». contro questa pic– cola industna. contro questo curioso artigianato, dò del lei aJl"amico Giam e propon– ~ a suo mezzo che se ne in– corani la pratica anche a costo di fondare un"apposita associazione. Ouanto a.lla funzione oieto– sa dcUa polemica come pre– testo alla s1tuaziooe di un diritto alla parola e all'esi– stcnu, si de\·e con\"cnirc. ca– ro Gian.i. che essa. non è ;rran male ~ non autorizzi i suoi beneficiarti, abbonati e professionisti ad acx:u.sarc d i sccuicismo e d "in diffcrcnti– sm? coloro che non \'l par– tec1paoo. E pok:b6 nel frasario del– la polemica artistica sono di recente apparsi i termini • dcstia ,. e e sinistra ,. UD tempo risen..iti alla top()gra– fia parl~ta~. sarebbe op- ~~ 1~1:4~ eh~~ fatl g1oco della ra&ion retorica a ~ d'una antinomia ben p1u unport3nte e sostanziale e.be l quella corrente fra • la\ "oro • e e parassitismo,. fra e oroduzione • e • sfrut~ tamento,.; antinomia che ~~~ ~~~= ta cultura.le. S ta .comunque indulirente nel giucUcarc1, caro Giani non trascurando l"attenuantè della catth a alimentazione e dc11e • tracce d"umido > che fionscono neHc pagtne dcl nostro libro personale. Suo aff. MIKO MACCAIU lioteca Gino Bianco ·

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