la Fiera Letteraria - XV - n. 14 - 3 aprile 1960

Pag. 4 UNPICCOLO V LUME POSTUMO, «GRATITUDINE» * 11 congedo diCarlo Antoni * cli GlJGLIEL.110 l'ETII.Q,H In ricordo di Carlo An– toni si è molto parlalo del– la sua mite dolcezza, della sua grande tolleranza, della capacità infinita di ascol– tare tutto e tu-ttl, di poter 5empre dare un consiglio ed una direttiva con tale s~rnplicilà, da dar l'impres– sione che t suoi interventi fossero semplicemente un segno di bontà e di rettitu– dine; 61 è per contro di– menticato spesso di aggiun– gere che iale chiara mitez– za, che la sua tolleranza delle opinioni altrui, erano frutto d'uno spirito così al– tamente coltivato e fedele ad una forza intellettuale inequivocabile, da farlo lln esempio forse unico d'un ferreo sentimento di tutto ciò che divide la verità dal– la menzogna. Nemmeno nel– le minime cose accettò compromesso o ambiguità; il contrario proprio degli uominJ ohe la società attua- 3e, abitualmente considera torli e possessori d'una ve– riU., perché seguono un comportamento che sosti– tuisce la forza qx>litica• a quella morale, la fede in beni astratti al post 0 della pratica fedele al bene illu– minato dalla sapienza. Antoni aveva il più alto rispetto per le opinioni al– trui, degli aHrui dìrittl. più che rispetto, quella totale comprensione che rende il sentimento politico tutt·uno col rapporto umano e col giudizio mora1e. Come non ricordare quel- 1a specie di solitudine in• tellettuale e di unicità che indusse. che induce tutt'og– gi molti a sottovalutare la sua funzione di maestro e la sua autonomia di pen– satore perché non accettò mai le possibilità della fa– cile dialettica. dell'oratoria morale che oggi danno lu– stro a molti intelletti di ben poco peso intellettuale e di dubbi principi ? Non sta a noi entrare In merito al pensiero storici– stico di Antoni. specialmen– te in questa nota che pren– de occasione dal pieçolo Vo– lume postumo. «GratiWdl– ne», pubblicato dall'editore Ricciardi e distribuito agli amici dalla moglie Mina C"è in questo libro qualche altra cosa che può farci ricordare l'uomo, l'amico Antoni nel suo più alto grado d1 purezza spirituale. senza indurci a parlare del suo pensiero e delle sue opere maggiori che altri hanno la possibilità. ed il dovere di esaminare. c·è in queste pagine una luci– dità di scrittura, una per– letta e moderna classicità d'espressione, ed un ina– spettato calore poetico. che da soli rappresentano un ri– tratto morale. lasciando al lettore un sentimento sola– re e sereno del valore di una vita •Gratitudine», che racco– glie alcuni scritti sparsi di Antonl, !u da lui stesso cu– rato per fasciare una testi– monianza diretta al mo– mento in cui la sua bella carriera d1 maestro si av– vicinava alla conclusione, quella accademica, beninte– so. Una testimonianza che commuove, non tanto per– ché l'uomo nel frattempo è inaspettatamente scompar– so, quanto per la bellezza rara che Ispira la prosa di queste pagine, bellezza lon– tana da ognt virtuosismo perché tutt'una con quella delle cose dette, siano ri– cordi dell'opera di un filo– sofo, sia che tracci un af– fascinante ritratto come queHo in memoria di Luigi ScaravelU; sia che compia un atto di !ede come in sco– perta della cc»cienza scrit– to cii cui saremmo 1 tentatl di riprodun-e qualche pas– so, ma vi rinunciamo per– ché abbiamo il dubbio che incorreremmo in un certo equivoco che Antonl non avrebbe tollerato e che la lettura Intera non permette. Perfino là dove riproduce alcuni documenti di una polemica non c'è un attimo od un solo aggettivo che forzi il pensiero; Antoni è l'unico 'Uomo che abbiamo conosciuto il quale. per esprimere anche in una di– scussione le proprie con– vinzioni, avrebbe sentito orrore a forzare con una parola polemica ciò che era la sua fede, perché essa correva da sé alle conclu– sioni perfette di chi, intel– lettualmente costruito su11e massime espressioni della storia umana, sentimental– mente è «amoroso• quanto quegli eletti che sanno di aver conquistato a caro prezzo Il dono del bene nel– la sapienza del vero pos– sibile. !\.la la sorpresa più com– movente ci viene da Antonl nelle brevi pagine autobio– grafiche, nei ricordi di guerra in cui la bellezza dell'espressione è cosi dol– cemente carica dì serenità e di naturaleu.a poetica da non lasciar posto al com– mento, se non quello già scritto in questi giorni da Laurenzi: «Nel congedarsi il filosofo si rivela poeta•. Chi avrebbe mai pensato che questo congedo occasio– nale sarebbe divenuto quel– lo de!initivo? Antoni ave– va ancora qualche cosa da dirci e la sua parola, il suo intervento, erano protezio– ne dei pochi. sostegno nel– l'ora pro1ungata della dolo– rQSa ambiguità in cui vi– viamo. GUGLIEL\10 PETRONI Una poesia di Paul Eluard * Carnai L'alba sorse all'improvviso Si rabbuiò sulle macerie Si sciolse !ra molli ombre Fra abiette cibarie Fra Tipugnantt segreti Dove sono i sogni e le risa Dov'è la frag:ranz.a della pelle Dov'è il moto perpetuo La ruota del sole e delle linfe Radld aromatiche Sèparano le carni corrotte Il cuore non è più i'imagine insigne L'alba non mrOra più il fango Essa è il veleno del caos Dove sono ie fiamme e il sudore Dove sono le lacrime e il sangue Dove sono lo sguardo e la voce Dov'è il grido di unione Comprend~ giace sotto 1 vermi sotto il ronzio in sordina delle mosche li cielo e la terra 61 stringono Nella distruzione dell'uomo Veder clrla:ro vuol dir solo tenebre Ombre di passanti che si affrettano Per ritrovare Ja loro ombra Intatti gonfi da scoppiare Del vecchio marcio di gente felice Che smentisce ogni carestia Che nega il male e le torture Tenebre lontani sono i carnefici E i loro complici riposano Sguardi ciechi fronti senz.a luce Gioielli che coprono un fetido buco Fiori di calcolo stelle basse Placido obliare sublime obliare Tesoro ammassato senza disgusto Da chi guadagna dalla disfatta Piccoli pro.fitti grandi rovine Tenebre ignorale dai vermi Genere preziosa nell'ampie tasche L'avvenire è attaccato al soldo Una vita facile vale la sua onta li freddo canta come un ladro E i delitti d'un tempo riscaldano Il carnefice giusti!icava la morte Esso economizzava il tempo E non temeva i fanciulli Ma sulla notte figlia dell\Jomo La rivincita dell'amore risplende L'alba è intessuta di limpidi fili Gli innocenti sono riapparsi Lievi d'aria pura bianchi di collera Forti dei loro diritti imperituri Forti ò'una terra senza difetti. (traduz. di Emma Calabria) t~ FTER~ LETTERARI~ .:Zf:4'W" -fil~ .. . J.J,~~~ Luigi Barloll.nl: 11,farina "~EL CERCHIO * FA.iUILIA.RE,, N nove poesie di Orelli * tli ELIO F. ACCROCCA valore. né fonico né sin– tattico. a scapito di altri. ma s'innesta nel periodo con la su-s.a misura e gra– zia e rigore di qualsiasi altro. aggettivo (raro). so– stantivo o verbo che sia. Anche questo mi pare un modo per distaccarsi da queUa linea montaliana– ermetica che in Orelli è stata sino ad ora rintrac– ciata;. anzi. semmai è jJ tono alquanto dimesso e qua e là discorsivo a p:-e– valere. riscontrabile ne e L'estate>: li. sorella dell'Emma e dell'Isa com.messa a 11 a Cooperativa, e quanta u– mana simpatia per lei e per il suo ambiente da parte del pceta e di chi legge ... bi. a.ranci. ,iole. larici. pini. sambuchi. issopo, ciliegi, abeti, mirtilli, ulivi, robi– nie, ecc. Fauna e !!ora - si guardi bene l'Orelli - che un poco invischiano la sua voce. la quale appare quasi ancorata e obbligata a un terreno che a lungo an– dare può nuocere. Nella recente raccolta tale peri– colo. ripeto. è ancora la– tente. non manifesto a prima vista, ma t.ra le qua– lità indiscutibili che o!!re la sua poesia è proprio quell'eccesso di nomi. che va sottolineato perché la pagina futura di Orelli si presenti nella sua luce mi– gliore: senza scolopendre e senza ombra di reciticci.. ELJO F. ACCROCCA Domenica 3 aprile 1960 APPU 'TI DI LETTURA INTORi'iO A DELL'ARCO * Unapoesiaromanesca * cli PIETll.O Cl.ll.-17'TI Le poesie di Mano del– l'Arco sono dal primo aprtr pagina offerte alla sorpresa, all'effetto: stanno a galla l!IUllapagina, nel breve giro dei ven;i nate e concluse; s~ volta pagina e la sorpresa s1 nnno\Oa, puntuale; e cosi via. Ogni libro d1 Dell'Arco. smilzo o corpulento, è un acquisto ,icuro, indiscut.1.b1le, ogni poesiola a posto, ogni verso e dentro d1 esso ogni parola sistemati, dico meglio 1.r.1castonati,con stupefacente sicurezza. con classica n1tt– dcz.za. Si pensa al la,·oro dcli' orafo, dell'intagliatore d1 pietre preziose per un mercato di intenditori. Parlo. naturalmente, come lettore, come degustatore 1n proprio d1 pa;ine dove il b:anco predomina sul nero il sùenzto vince sul clamor~ delle parole: os,ia le pagine di poesia {e ormai non s1 mtende più poesia se non breve, conclusa in un suo giro fulminato, disossata dal– rantiromantico ). La poesia di Dell'Arco. per me lettore. d_unque, è una sorpresa con– tinua: dopo un anno, ti apro un suo libro cd è nuovo, fresco, non si è consumato nel silenzio de 11 e letture esaunte, mi rituffo nelle sto– rielle del cigno, della fon– tana, del cuppolone, neile ,tonelle di Roma, e la sor– presa vecchia non e mai esistita. Dietro questo miracolo c·e un pericolo, naturalmente: le poesie di DeffArco _s1pos– !i:ono r1scopr1re ogm volta perché scorsero sotto gU oc– chi, ed ora r.scorrono. senza agg edire, attraverso gh oc– chi e il gusto, la memoria, ù s..ngue. C'C qualco,a, in questo mi– racolo, di effimero: i per– fetti campanellini delle sue rime suonano a sarpre!a ma non scavano dentro una gal– leria d1 suoni; .s.i .spengono 1n senere con la •battuta• che conclude OJilDipoesia. Il loro pericolo e lo sciogli– mento in superficie e, quan– do ci sia fatto un po' l'orec– chio, un sospetto d·~sere procurato meccanicamente. Se tendo l'orecch10, a\•\fer– to a ,·olte il bi'!biglio del mare profondo, che sento e debbo s-entire nella poesia vera, ma come allontanato, perduto: da qui un'altra 1m– mag1ne e.be ,·a bene per que– ste poesie, quella della con– cb.iglia, che illude un mare sonante nelle sue perfette "olute. Ecco, sono conchigiie ~~~,t~~;~~f.~~hi~lf e ~::~e;~ soprammobili della poe,;1a; ma sono queste. tengo a preci ... arlo, mie sensaz1on1. le quai! 'li legano inestr1cab1l– mente (ma come umana– mente) al piacere ~empre nnnovato del:a lettura. Del– l'Arco non stanca. non p:u– i<a. Gh sono legato da un piacere semplice, sorridente. Cos'è che s1 dimentica, che s: logora coi tempo? Tutto dò che !!ia nato per esperi– mento, da una \OOlonta non m s.ntono con la nece!>,;1tà. per un sopra,•anzo d1 oStfn– tazione, d1 ambizione. Del– J"Arco non dà ma1 questa 1mpre,~ione. Lavora, lavora ad ogni parola, ad ognt maz– zello dt parole, lima e lustra ogni paginetta con la ra– zienza e l"amore,•olezza del– l'artigiano malcontento: ma quel che vole,·a dire era ;;e– numo, era neceuar10; dopo si tratta per lui solo d1 dare compiutezza, di tornare sul– l'att1mo d'estro a vedere ~e anche in quell'attimo non c1 fosse un soffio cc:cess1vo di compiacenza . . . Conscio dei suoi lim1t1 e della sua ,·e– ntà. Dell'Arco lavora sul ro,•e!>c10 dell'ispirazione a \·eri ficaria, a nettarla: le ,ue poesiole escono sempre da un bagno d'onesta consape– volezza~ e perciò luccicano, stanno 10 pagma cosi hnde e pure. Non c•e nulla di trop– po e nulla di meno: le più, !!ono perfette. 1nappuntab1h, • poesie da sera •, r. questo non sapesse di accademia (da leggersi a "oce alta. amiche all'orecchio). In ,·erità, r.uel •sentimento del mare profondo• è un romanticismo, ,e ne può {are a meno, o meglio si de,·e ca– pire che esistono sentimenti, e dunque poesia, che stanno bene sulla terra, che non ne vogliono sapere di abissi. La • ,·erticalit3 ~ che s1 sente, che tira su, o giU, nelle pa– iine d'un poeta, testimonia d'un dramma irrisolto. d'una condizione smarrita.. stranie– ra alla terra. sbir:ottlta. Che male c'è nella impeccabile .sicurezza di Dell'Arco? E' nato a Roma, è romano. e Roma non ba romant1ci,;m1. abissi; ma ironia, calma. secoli, pazienza. Ironia, calma, pazienza che !!ono ~Ila poesia del nostro poeta. la quale è dunque un prodotto romano, una poe!<ia deila nta, deila gente, delle co~e che risponde ali antma d1 questa città ~enza paura. E da che estrae la sua poe– sia. Dell'Arco! Da co:.e 1 ep1- sod;. fiabe, ~ent1ment1 i;i'una 3toria popolare urbana, co– me ha gia fatto Triius.sa, come non ~1 puo non fare ?<e ~i è rom:;,n1. A Dcli Arco 1 temi ,-engono dalla mito– Jog1a romana popolare (non p:ebea, no: Roma non ha plebe). E lut li assume, gta la\·Ontt1 dai secoli dell'ironia tra,-te,·enna. h personahzza, 11 chrnde: ogni !'Ua p0es1a e una deftniz1one. una conclu– s11.,ne.Sembra un p~ta col– to. che r:eiabora t.,>mi e a.goment; pJ~1ar1; ma ba– Ha conoscere questa c1tta per '-a'.)ere cM I temi e gh argomenti n sono gia ralfi– nau, elaboratt a lungo e ironicamente: una poesia po– polare nel !Cosa del ,·o:gare. del grezzo, è stata qui con– 'IUmata da secoli e m1llenn1, non ce n è più. Delr:\rco e un poeta po– po1are nel sign:fi.cato genui– no. romano del termine; e lo pro,·a ,;oprattutto la sua t.ngua. che non :.arà parlata forse aJl'osteria sotto ca.sa ma è nata certo all'aria di Ronia, tra romani, impastata de:le loro parole, delle loro rantà e conc1s1one lesstcah, della loro splendida hngua indolente e corrosa. marmo tra I marmi d'un tempo che finisce. Dell'Arco per me sah•a addirittura, nelfopera sua. una lingua d1 Roma còlta sulla bocca d"un mon– do che fin1,ce, m,·aso e de– turpato dalla finta roman1la c_heha ti suo poeta in Paso– hn1, un pro\'lnc1ale a Roma. Quando usci Linea lom– barda ,·enne apprezzato, di Orelti. il molto sicuro e progredieote « artigiana– to ,._ 11 giudizio appena ac– cennato, di Anceschi. con– tinuava sottolineando di questo e lombardo della S\;zzera • il Umbro saldo netto e rapido del verso. e venivano offerte al lettore una dozzina di poesie. al– cune tratte da Né bianco. ne viola del 'H {edizione « La collana di Lugano » con una epistola in versi di Glanf.ranco Contini e a cura di Pino Bernascon.i). altre inedite passate nel 1 53 nella raccolta Poesie della Meriiliana di Milano. L'anno precedente Orelli aveva pubblicato Prima dell'anno nuovo (Leins e Vescovi. Bellinzona), e al– le traduz.ioni da Goethe, elogiatissime dalla critica. apparse nel '57 (Poe.sie scelte, Mantovani. imano) fa ora seguito la nuova raccolta Nel cerchio fami– Jia-re, il settimo numero di « Lunario ,. a cu:-a di Co– stanzo e Scheiwiller per le edizioni « Al:Pin..~gna del La dorma più veiu.sta - e.sce di casa col gauo. si pa.ssa le mani .sul viso. - dal fondo dei suoi occhi contempla i prati, i mon– ti. - 1,-0 nell'orlo, carezza Je smaglianti - peonie, le soppew. - Ma lavando in 1m'acqua. fredda e chiara - una servetta accende - baci d'amore nei suoi canti - e dopo il pianto ha più gioia di prima ...; e ancor più io e Nel dopopioggia > dove. dopo i due reiterativi ini– ziali («stanca stanca•· e a ire a tre > J e e oltre i cam– pi ove sfra..sca Videate ,. (questo si è un verbo che !a da centro all'immagine). la bambina con qualcosa in mano, e sorella dell'Em– ma ... e dell'Isa commessa alla Cooperativa,. entra nel discorso ,·estita adili– rittura dei panni di casa. senza fronzoli e senza pia– gnistei. sliricizzata come tutta l'ar!a ch'è d'attorno. eppure alta in quella sem– plicità.. pronta a restare personaggio. viva e auten– tica ti.gura di poesia perché colta nella non meno au– teot:ica e vera realtà del suo mondo. Questa ml pare la nuo– va snrada di Orelli. insi– diosa quanto si vuole per i continu1 pericoli d1 ca– der nel crepuscolarismo o nel manierismo sempre pe– rò abbastanza riscattabili in lui in ,irtù di quella sua risolta malinconia che !a presa sul panorama ti– pico. lacustre. ticinese, nel qual~ egli s'è formato e continua a vivere, meno lombardo però e più to– scano, dire.i. come appare chfaro da certe occasioni ch'egli non si lascia s!ug– gL"e di annotare: « Dicem– bre. a Prato • e già « Car– nevale a Prato • che leg– gemmo nel Reperco-rio di Falqui e prima ancora in Linea lomba1"da.. Ilteatro francese durante laResistenza L'occasione d'un confronto è sottilmente m\•1tante e a costo di spagmare da questo ret;oconto dt letture a,·,•e– nute rn1 sembra giusto esau– nrla. Il romanesco di Del– l'Arco è autentico; che sia la,·orato e lustrato in un laboratorio d'art1g1aoo e,·1- dentemente raffinato e scaltro. che sia m3omma un roma– ne,;co colto. può sembr;sre 11 suo ,·1z10 d'or1g1ne, men– tre e a mio a,·\·bo tl ~uo ma,cbio d·autent1c1ta. E' ro– mane.sco, tesumonia d1 una lingua, che s1 è fatta diven,a da parlata a scntta, da oste– ria a studio, come ogni lin– gua divenuta tale: le fon– tane e le bestie allusi,•e di Dell'Arco parlano una lingua umana, per dirla tutta. :\lcn– t.re il romano delle ao1mu..e di Pasolini non è lingua m.i.. ammesso che esista. gergo irrecuperabile. da registrare per conser,:argU (dari,li? J .. realtà... non potendo cu!– turalmente giusuficarsi; sem– pre per dirla tutta, gli uo– mini di Pasolini parl&.no uoa lingua non umana. non !Ol– tanto alienata ma non nata. ferina. pesce d'oro ,._ Questi gli approdi di Giorgio Orelli alla poesia, attuati al lume di un ri– gore e di un pudore di !ronte alla pagina già ri– conosciutigli e confermati– gli a mano a mano che quel suo e artigianato ,. veniva progredendo di li– bro in libro. Era un metodo dj lavoro abbastanza lineare. direi forse estremamente sem– pUce a chi avesse voluto individuarne !a natura: maturantesi in quell'aura lombarda che ad Anceschi aveva dato il modo di rag– gruppare nella sua e li– nea •. con quello di Orelli. i nomi 'di Sereni. Rebora. Risi. Modesti e Erba, ma più scopertamente vicino. tanto per in tenderci. al– l'autore di Frontiera che oon a quelli de L'esperien– =a e di Linea K. Cioè in Orelli si delineava - e oggi appare ancor più evi– dente - quel suo e discor– so razionale > da oonciliare e armonizzare e con gli abbandoni e gli slanci di un animo sensibile e affet– tuoso>, come ha indivi– duato Costanzo nei suoi Studi per una antologia: un ben diverso atteggia-– mento dall'irrazionale fu– mismo di un Risi o di un Erba, mentre mi pare lo– gico affiancare al nome dì Ecco il punto: provate a politicizzare quella figurina !emm.inile e renderete un catth·o servizio a lei e alla poesia Per questo motivo non m'interessano (e non mi hanno mai interessato) i personaggi altrettanto slinciz:zati ma immersi in una realtà !o.~ta e quin– di !alsi.ficat.a (e perciò im– poetica) che banno riem– pito le pagine di molti au– tori del dopoguerra. E' co– me a dire: date un co– lore palitico a certi vec– chi bevitori fini. ana-l!a– beti. e vi troverete tra le mani personaggi da propaganda. col bel risul– tato politico di far rivol– tare le ceneri di Gramsci. Quale autenticità invece nella e bombina • di Orel- L'insidia però è latente ln altre direzioni. L'ha no– tata Costanzo sebbene uni– lateralmente in quel ritrat– to critico di Orelli (il mi– gliore finora letto su que– sto poeta) apparso nel vo– lume degli Studi, c h e prende il titolo dalla pri– ma raccolta dell'autore ti– cinese: e in due o tre pa– gine c'è perfino una specie di zoo in m.tniatura: tassi. .scoiattoli. pe..>-n.ici. galli– nette, mannotte •. Ora, non per aumentare jJ recinto dello zoo.· ma agli esemplari della fauna già classificati da Costanz.o bisogna aggiungere per esattez::ta di catalogo i tac– chini di e Il lago •, le ca– pre di e Sera a Bedretto ,. la scolopendra della poesia omonima, le folaghe di « Frammento di un andan– ,te affettuoso ,. le lepri di e Carnevale a Prato•· e le nwnerose altre rappresen-– tame di !rancoUne. rondi– ni, gatti, aquile, camosci. vacche. gazze, nocciolaie, talpe. api. mosron.i e cor– vi. dissemina te un po' da per tutto, comr,:agnia pre– ziosa per le nostre solitu– dini, ma che possono riu– scire anche a tediare i no– stri necessari silenzi. Tanto più che nel prato ideale di Orelll e nel suo orto non difettano erbe e fiori e piante e frutta che pe:- una sorta di pignolesca classifi– cazione si possono qui alla :rin!usa catalogare: fieno, meli, peonie, conifere. sor- Orelll anche quello di Rer .--------------------– manò. e al raffronto ap– parirebbero certe concor– danze paesaggistiche e di soluzione nel rapporto tra immagine e linguaggio. Vo– glio dire una più distesa sens:bilizzazi0oe della pa– rola. del verso, i quali ra– ramente si raggrumano nel ghirigoro, nell'artificioso e nel divertimento letterario. rinveneoòosi tutt'al più esempi come « la madre– perla della jùarmonica. • o e ma in poco d'ora cangiò faccia il mondo • che san– no semmai di idillio con il vocabolo anz.i che di vero e proprio e sI.erile diver– timen t.o con la parola. là quale in Orelli non si adultera mai né acquisi– soe se non l'autentico ri– flesso che le è abituale. Il giuoco verbale. insomma. o l'astruseria. la ricercatezza spasmodica dell'o:-igioalità tanto cara a cei,ti altri e lombardi >, o e lombar– dìzzat.i >, non rientrano nel dominio di Orelli, che tie– ne invece ad una sua tra– dizionale eleganza non me– .no che ad un approfondi– mento continuo della sua natwa d'uomo. Nel verso - si noti - nessun vocabolo acquista Gennaro Piclnnl: Venditore di ricci dl mare * di ll'ALTER !IIAlJRQ Se il teatro fra.ncese, negii anni della Re.si.slen:.a,dovei– te superare ostacoli, che a– vrebbero scoraggiato uomi– ru anche meglio temprati al– la lotta, non poclze e trasa,– rabili furono le difficoltà, che dovette affrontare la nar– ratil'a cla11desti11a,cora1Zs:io– sarne11tc impe,nata nell'in– telllo di rest,wire di1t1Uta umana a chi l'a,•eva incon– sciame,ue smarrita. L'opera di ricostm:.ione ,,wrale ri– sultò estremamente faticosa: in un'atmosfera di dubbio, di mortificazione. di eot1ivo– co, si tratta,•a soprauutto di restaurare la coscienza e la consapevole;::.a dei ,·alari umani. La. poesia era di certo 11 genere letterario più adatto alla clandestinità, ,mche per– ché spesso la censura lascia– ,•a passare scritti che per ,m prosatore imprudente avreb– bero Sif!tific.ato prigione e morte; 11 linguaggio allusfro del poeta ben difficilmente pote,,a essere compreso dal- ~~~~~1~re b'!,,ve;~~ 1~a r,;:~: ideale di combattimento del– l'• iutelligence en guerre•· Nondimeno il ruolo tenu– io dalla prosa fra11cesc non può passar sotto silen: :i.o.se è ,•ero elle quell'astuzia e quegli accoriimenti elle usa– rono i poeti per eludere la sorveglianza ,1emica, no,1 a– vevano ragion d'essere in un genere letterario inevitabil– mente condannato alla clan– destinità; la stessa condi:.io– ne psicologica della pubbli– cazione illegale, sottoposta di continuo al rischio e al pericolo, tu tra ili elementi più fertili e positni. Sarebbe riuscilo quindi estremamente facile allo scrittore clande– stino trovare parole di odio e di vendeua: il me.s.sa2gio degli uomini di cu.Jlura ù1ci– tò mvece alla lotta inevita– bile. contro l'mvasore, ma con la coscien;;a di una mis– sione elevata, scevra da bas– sez:e. nella piena consape· vole:.za di raccogliere l'ere– dita di Alontai2ne. di Pasc'21. di Descartcs: nel momenlo stesso in cui espor1eva110la propria vita alla perseattio– ne, alla morie, alla tortura, ai campi di conce11tramento, gli scnttori france.si evitaro– no di cadere nel facile insul– to, ma espressero chiara– mente la convinzione che « per combattere la Germa– r.ra politica con tutte le for– ze, bisognava conservare il rispetto per una funzione di uno stato tedesco democra– tico nello svUuppo della ci– viltà:,_ Nella visione di 1m dopoguerra di pace e di col– labora:.ione tra 1?.li uomini liberi, si fece. strada la netta distin.z.imie tra Na.1.ismo e Germania, tra Hitler e popo– lo tedesco, sen::.a perdere di vista né attenuare la colpe.– vole:.za dei germanici, elle sul suolo conquistato a, ·e.va – ,·ano perduto la loro di1mitO. di upmini. E' questo l'atteg– giamento caratteristico di l!tllo wt gruppo di scrittori, come Maurice Dnum. elle. i11 e lA demiére brigade • vuol coglieu la condi:.ione suiri-. tuale di un gio,·ane allie,·o ufficiale che dal suo posro di ossen·a.ùone scorge di lonta- 110 gli artiglieri tedeschi in– tonw ad un tanrtone: ,·eden– doli così rimpiccioliti e in– distinti, il st10 odio cade re– pentinamenle: « Quelle for– me minuscole che corre,·a– no, saltellavano, sparivano Ira il fogliame turba,·ano il pensiero ... ,. Il tentatfro di scindere le responsabilità tra Cennama uff,.ciale e popolo re.desco tra– spare ancora in altre opere del periodo d'occupa:.ione: George Adam in « L'epee dans les Rems ,, afferma che i francesi dicono « ,1011,. uui– camenle a citto ciò che rap– presenta la ua.:;ione hitleria– na, ma questa repulsa non lta nulla a clte ,·. :de.re con l'atteggiamenlo dei francesi ,·erso il popolo tedesco; e François Vernet fa dire ad uno dei suoi eroi: • Ce qu' il [aut supprimer c'est Pc.lSle Fridolin, c'est la !taine,._ La opera di rzcostm:.ione di una Germa11iademocratica si ini– ::.ia prima della fine della guerra, proprio per evitare di cader nuovamente nei tra– gici e"ori del traltato di Ver– sailles. Questo senso. direi ariostesco, di generosa pieta ,·erso U nemico spietato, a ,·olle non riesce a sooraffare lo sdegno che provoca il comportamento dell'invasore: e François Mauriac, pur in– dtando i francesi a non la– sciarsi prendere dalla • faci– lité du mt!pris •• 110,1 può far a meno di giustificare il risentimento di twto un uo– polo, oppresso da una tre– menda macclnna di guerra, che si è assw1ta il traeico compito di « propager le d~i 1 fn;,~ 1 ~gi~a ,/::J:o, tip!~d Eluard ,mrabilmeute si11te– ti:.1.ò questa siwa::.ione mo– rale: « Le.s Allemands on! besoin d'J.rre nos e,u,emis ... Se per il tedesco in,·asore si pote,,•a parlare di sdegno. temperato dalla speran.:a di una redem:.ione furura. ,-erso i traditori e i collaboratori era inevitabile clze quel sen– timento si tramutasse in di– sprezzo. La Germania era la 11a.:.io11e. nemica fin dal r,ri- j}~~ g~~~o ,,::ci~,er;f:is,ffi~~f; dalla necessità di mostrare i denti al nemico che. del re– sto, in quei primi anni di guerra, non si era ancora rivelato cosl bmtale. e fero– ce: ma il e collaboratore,. è wi nemico acquisito, figlio della stessa terra dell'oppres– so, parlante. la stessa hn_2ua, con la stessa e.due.adone: inevitabile quindi essere cJf!:~~,~ol:, l ~o,~iit~~~ Miraclc.s,: « lo provo più odio per i collaboratori, eh~ pe.r i nuovi padroni che ven– gcmo in loro soccorso. In quef momenti di furore cieco io mi cltiedevo, ,:iuzrdartdo qaegli esseri ri,·ersi: non so– no anche questi dei murato– ri, degli operai, dei cor.todi– ni, dei taglialegna? Quei de– mo,U slermiJUUori ooteva1w di,·entare uomiut. lo li a,•rc, abbattuti sen:.a rimorso, ma uccideudoli m·rei loro reso wnanità, co,ue un inquisito– re rende al cielo le l'illime. Ma noi siamo degli esseri u– mani! 'oi abbiamo il dirit– to di ricorrere alla ,-endet– ta! • Malgrado q:,esta esplo– sione d1 nolen::.a, Andri Clramso11,questo ,·eccl,io · pa– cifista milita11te, non rinun– cia al suo ideale di (raterni– ta, elle riesce anzi a. trarre proprio dalla le:.,ionedel 19JD. l'atteggiamento di qut!.!>to scrittore, come quello di Sar– tie, è propno dell'intell!!t– tuale cosciente del suo do,·e– re di uomo e di patriota clic si rifiuta dì distruggere una parte importante della sua d11mità umana, inabissandosi neUa ,·olgare legge del ta– ,:lrone. Il problema dc, campi dt tortura, aflroutato troppo ~e– nerosamenie da Jean Jacques Dernard in « Le camo de la ::~~r, ,,~::~~:· , di~nz= t:a':J:; vacances ,, di Fra11cis Am– briére, che assis1endo da un campo di prigionia all'esodo della popola:.ione cfrile tede– ~ca dopa la disfatta, scrive: « Nessuna esplosione di cat– tiveria tra noi, appena tra t pii, duri, un se,uimento di ri- 1•i11cita; quella lenta marcia dolorosa d1 un pcpoJo ispira- 1·0 un rhoeuo clte spinge,·a alla pietà. Era la giusti:.ia che pa5sava ,. I.A testunonian:.a intonro ~::,',::,~~~:,getie~:~fr! :, sC::;: ~o ,•en.uta da scriUori catto– lici, il elle lascia cadere. il so~peJto di specula;:ione po– l1t1ca; pe.r quel che riguarda il problema dei rapporti tra 1 cattolici e la Resisten::a, c'è tutto un law,rio di clriarifi· c-a:ione. in Francia come m Italia, e il \'Olume edito dal– le • Presses Unfrersitaires de France,. su • ùs ide.es poli– tiques et sociales de la Resi– stence ,, richiama alla men– te « alcu11e tdee fondamen– tali, che a,1imar0110 i com– battenti nella lotta senza le quali quei sacrifici sarebbero stati compiuti invano»: idee sociali e politidte d1e, dallo stato potentiale di allora, stanno lentamente lrasmi• grondo nel campo oratico, atte a rappresentare w1 vali– do orientamento in questo 10 E:J:r~~~~o1ikltri~~:ra.prt.Ji- dente della gioventù calloli– ca, collaboratore di George :!t'"i~nt:noFrj~q~':r,irzf6 aut\·amente ai movimenti • Liberti,. e • Combat ,, fi– no a quando, neJ /9-'3, fu de– portato nel fami2erato cam– po di Dachau del quale in • Rue de la liberti » fa una de.scriz.tone vi,•a e balz.a,ae, sempre comunque so"erta ~~r~ 1 • 114 crz;ec~:n:ribur.:l:~la'i~ modo essenziale. alla \'erità storica, e offre al tempo stes– so tm pre:.ioso materiale a chi ,·a assumendosi l'arduo compito di raccontare questo tragico scorcio dì secolo. WALTER MAURO Come la fotografia cl dà tutto di un attore alla mo– da. non dandoci nulla. cosl il registratore di Pasolini c1 dà tutto del romano parlato dalla sua. personalissima. ple– be. non dandoci nulla. o me– glio il suo nulla. E' un espe– rimento di depravazione sol– lecitato da una moda depra– \fata.. Oggi non va di moda il patologico? E la lin;::ua dt>I– Ja borgata non è. a dargli tanto. che una malattia del linguaggio. Non sono tutti questi che appunti. com·è chiaro del re– sto. intorno a Dell.Areo. un poeta che vale ed ha un suo posticino m~llo scaffale de1 \'alori sommessi: da .. Ponte dell'Angeli.. do\"'è racchiusa la sua produzione diciamo del primo dopoguerra. a .. Ro– ma-. da .. Er cigno• Gd .. O– ma~gi0 a Esopo .. a ..Via del– l'Orso .. (patetica raccolta dt trepidazioni paterne per 11 figlioletto murato nell"inie~ satural. la sua pe~onalità s1 è precisata. la sua originalità è rimasta semplice e intatta. quasi persino lontana da que– sto tempo di esperimenti e di trombe. I suol campanelUnt suonano tanto delìcatamente. carillon della memoria. .. PIETRO ClMATTl LIBRI ricevuti ARTURO MARPICATI: Tri– bunale di Guerra - Roman– w - Casa Editrice Ceschi– na - Mllano - Pagg. 280 - L. 1000 COSTANTINO SAVONARO- LA: E l'onda ritorna - Romanzo - Casa Edi~ce Ceschina - ~mano - Pagg. 228 - L. 1000. GIANNI ANNONI: ll fronte d1 Chru.:sa/orte - Romanzo - Editrice Giglio d'Oro - Monza - Pagg. 206 - L. 800. NICOLA TERZAGm: St01'ia del teatro - Il teatro an– tico - RAI - Radio Televi– sione Italiana - Torino - Pagg, 250 - L. 400. PAOLO BREZZI: I comun, Medioevali nella storia d'Ita– lia - RA.I - Radio Televisione lt.allana - Pagg. 160 - L. 350 MARIO PASQUlNI: La S1- cur~ Sociale - Universale Stadium - Pagg. 116 - L. 300. ELENA SALA DI FELICE: Petrarca in Arcadia • Pa– lumbo - Pagg. 170 - L. 1000. DONATO GOFFREDO: Cn.sl dei calori - Fratelli Palombl ~dtoroo- Roma - Png-g. 200 LYLlA LOCE-MANOES: Pa– scoli educatore. - Saggio - Editrice M. Cirnnna - Roma - Pagg. 174 - L. 1000.

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