la Fiera Letteraria - XV - n. 14 - 3 aprile 1960

Domenica 3 aprile 1960 L~ FTER~ LETTERARI~ Pag. 3 lJn brano inedito di Saint-John Perse A Luigi De Luca che mi peTni.-ttPVa di tradurre poesia in ore d'ufficio. da NeJ:i ~meremo, una sera d'Autunno. s-..1,gllultimi rombi d uragano. quando il trias spesso dei golfi son•olati apre al SQle dei morti le sue fosse dj ca– trame blu. E l'ora obliqua, ~ull'ala di metallo. inchioda la sua prima sverza di luce con la stella di fuoco verde. Ed è uno zampillo di linfa verde all'altezza della nostra ala. E d'l,mproyviso. davanti a noi. sotto l'alta sbarra dJ tenebra. il paese tenero e chiaro delle nostre fi– glie. un coltello d'oro nel cuore! • c.... Avevamo appuntamento con la fine di una età. Ed eecoct qui. a labbra chJuse. tra voi. E il Vento è con noi ebbro d'uc principio amaro e torte come il vino d'edera: Non chiamato ad accordarsi. ma irritabile e che vi canta: io irriterò il midollo nelle vostra ossa ... (Quanto tu stretta ancora la misura di quel canto!) E l'esigenza in noj non sJ è affatto taciuta: e la credenza non è decresciuta. La nostra doglianza è so.1za aC('.'Omodamento. e la scadenza non sarà af– fatto rinviata. Vi chiederemo un conto d'uomini nuovi. d'uo– mini capaci nella gestlone umana. non nella pre– cessione degh equìoozi. L'ala stridente. sulle nostre rovine. vira già l'ora nuova. Ed e un sibilo nuovo!... Nessuno pensi. nes– suno pensi a disertare gli uomini della propria razza! Tutte le erbe d'Asia sul suolo bianco del let– terato non saprebbero stoglierci da questa attività nuova; né un profumo di fragola e d'alba nella notte verde delle Floride ... ». E voi. uomini del numero e della massa. non pesate gli uomini della mia razza. Sono vissuti più in alto di voi negli abissi dell'obbrobrio. Sono la spina nella vostra carne; la punta stessa della spada dello spirito. Hanno l'ape del linguaggio sul:la fronte. E sulla greve frase umana. intrisa di tanti idiomi. sono i soli a maneggiare la p.onda dell'accento. • ·- Torneremo una sera d'Autunno. coo questo gu– sto è"edera sulle labbra; con questo gusto di mangli e d'erbe e di fanghi al largo degli estuari. Come quel Drake. ci dicono. che pranzava solo in mare al suono delle trombe. porteremo ad Est un moto più !.argo per esser cresciuti sull'arco del golfi più vasti?·- · Torneremo col ~rso delle cose reversibili. con la marcia errante delle stagioni. con gli astri muo– ventisi sulle loro strade usuali; Le tre stel1e d'ogni mese succedmdosi ancora nel loro tramonto eliaco e la rivoluzione degli uomini aggravandosi a quef punto dell'anno in cui i pia– neti banno la propria esaltazione. E il Vento. ah! Il Vento con noi. nei nostn pro– getti e i nostri atti. sia il nostro garante! (Come l'Emissario d'altre eontrade. dal lato opposto delle grandi catene desertiche. Che ha corso e viaggiato a lungo per recare ger– moglio di fuoco nel suo papavero d1 ferro; o che avanza. gridando: semj nuovi per le vostre terre! Gluuppe Mazzullo: Fleura * J!e11ts * vigne nuove per le vostre vallicelle! E la gente del paese si alza sopra i propri mali). ...O sorvolando forse. prima di giorno. 1 poni ancora sotto i loro !uocbi verdi. ci abbisognerà. an– dando lungo le dogane silroti e le stazioni di smi• sta.mento. e poj pre:1dendo per i sobborghi. e il re– trocortlle e le rimesse. Cl abbisognerà. prima di giorno. aprirci una strada di straniero fino al13 porta di casa? quando non c'è nessuno ancora nelle vie per conteodere alle Par– che àel mattino L'ora in cui i morti senza sepoltura cercano I resti della spazzatura e le dottrine di scarto nei mucchi del cenciaiolo ... Ed è l"ora, o Mendicante! in cui sul1e strade ignote lo sciame dei sogni veq o falsi se ne va an– cora ad errare 11Jrlgo I fiumi e le spiagge. intorno alle grandi cilmore familiari disertate dalla gioia. E la visibilità di Mercurio è ancora vicina nella costellazione del Capricorno. e Marte forse alla sua più çande potenza sta. splendido e vasto. sulla Beauce. E i !etti dei guerrieri sono ancora vuoti per molto tempo. (Ci hanno fatto, essi dicono, predizioni: stiano in guardia per molto tempo contro il rinnovarsi delle stesse cose). • « _ Procellarie. oostre ciglia. nel fondo della vi– sione di tempesta. compitate lettera nuova nei grandi testi sparsi dove !urna l'indicibile? Voi che sapete. rive future, dove s'inscriveranno f nostri atti. in quali carni nuove si leveranno i nostri iddii. Serbateci un letto puro da ogni estinzione. ooa dimora libera da ogni cené're stanca._ Dai capi ultimi dell'esilio - un uomo ancora nel vento - tenendo cc.nsiglio con se stesso - io alzerò un'ultima ,·olta la mano. Domani. questo contJaente disormeggiato ... e die– tro a noi ancora tutta la scia d'anni e di ore. tutta la feccia d'uraganj invecchianti. Là noi andavamo tra gli uomini d"ogn1 razza. E avevamo molto vissuto. E avevamo molto errato. E leggevamo i popoli per nazioni. E dicevamo i fiumi sorvolati e le pianure fuggenti. e le città in– tere sui loro dischi c; filavano fra le dita - groodl ,·olture di conti e scivolate d'ala. --E come s'inclinava l'immensa curva verso la sua fine, a quella grande svolta dell'ora verso la sua riva e verso il suo ultimo porto. Ho visto ancora la Città alta sotto il fUbnine. la Città d'organi sotto il lampo come !ronda dei puri rami lucenti. e il doppio corno profetico cercante ancora la fronte delle folle. in fondo alle vie e sui docks ... E tali segni scoo memorabili - come la !o:-ca della sorte sulla fronte delle bestie fastidiose, o come l'alga biforcuta su! vaso sacro di pietra nera. IV ...Erano grandissimi venti sulla terra degli uo· minj - grandissimi vent! all'opera fra noi. Ché ei eantavano l'orrore di vivere. e ci canta• vano l'onore di vivere. ah! ci cantavano e Cj can– tavano suHa più alta vetta del pericolo. E sui flauti selvaggi della svootura cl conduce– vano. uomini nuovi, ai nostri modi nuo,·I. Erano grand.issL'!le forze all'opera. rulla strada degli uomin 1 - grandissime forze ,•alte sempre a un alto scopo Che ci tenevano fuori abitudine e fuori moda. fra gli uomini d'abitudine. ira gli uomin1 alla moda. E suUa pietra selvaggia della sventura ci spo– &liavano la terra ,·endemmiata per nuovj sponsali. E con lo stesso moto del1e grandi onde in ere· scita. che c1 prendevano una sera a certe onde d'alti– piano. a certe onde d'altomare, E ci alzavano. uomini nuovi. alla più alta vetta dell'istante. esse ci versavano una sera a certe rh·e. ci lasciavano. E la terra coo noi. e la foglia. e la spada - e il mondo do,·e s'apriva il passo un'ape nuova ... Così con lo stesso moto il nuotatore. che nuota rul dorso. cercando la tinta novità del cielo, alPirn– provviso tasta col piede l'orlo delle sabbie immobili. E il moto ancora l'abita e lo propaga, che adesso è solo memoria - munnure e soffi.o di grandezza all'elica dell'essere. E le malversazioni dell'anima sotto la carne lo tengono a lungo ansante - uo uomo ancora nella memoria del vento. un uomo ancora amante del vento, come di un vino ... Come un uomo che ha bevuto a una brocca di terra bianca: e l'attaccamento è ancora al suo labbro E la vescicaUone dell'anima sulla sua IX!.gua come un"intemperie. D gusto poroso dell'anima. sulla sua Ungua. come una piastra d'argilla ... O voi che l'Uragano rin.ll" esca, la forza viva e la Idea nuova rinfrescheranno il vostro letto cli vivi, l'odore fetido della sventura non infetterà più la biancheria delle vostre donne. Ripreso agli dei il vostro volto. al fuoco del~ tucJOe il vostro splendore. vol udrete. e l'Anno che passa. l'acclamazione delle cose da rinascere sul resti d'èlitre, di conchiglie. E voi potete Tirnettere al fuoco le erand1 lame color fegato sott'olio. Ne faremo ferri per arare. co– nosceremo ancora la terra aperta per l'amore. la terra moventesi sotto l'amore. con un moto più lento della pece. Canta. dolcezza. alrultimo palpito della sera e della brezza. come un placarsi di bestie esaudite. Ed è la fine stasera del grandissimo vento. La notte si ventila su altre cime. E la terra lontano ci raccoota i suoi mari. Gli dei. ebbri di vino. si smarriI:anno ancora sulla terra de&li uomini? E i nostri gr3llcil temi di nati· vità sarano discussj dai dotti? Messaggeq ancora se n'andranno presso le figlie della terra. e faranno loro ancora figlie da vestire per la delizia del poeta. E i nostri poemi anoora se n'andranno sulla strada àegli uomini. portando seme e frutto nella progenie degli uomini di un'altra età Una razza nuova fra gli uomini della mia razza. una razza nuova fra le figlie della mla razza. e il mio grido di vivo sulla strada degli uomini, di ,icino in vicino. e d'uomo in uomo. Fino alle rive lcntane dove la morte diserta!.- IV Quando la violenza E'bbe rinnovato il letto degli uomini sulla terra. Un veccluss.imo albero, pri\.'.'O cli foglie. riprese il filo delle sue massime-. E un altro albero di alta famiglia saliva già dalle grandi .Indie sotterrannee. Con la sua fo&Iia magnetica e il suo carico di frutti nuovi. (Traduzione di Romeo Lucchese) 1) Dal volume •Poesie Complete• di Saint•John Perse di prossima pubblicazione presso l'edi'tore Lerici. ~~L CENTE~ARIO DELLA * :'iASCITA DI DE"'EY • Pedagogiaamericana * di GL.4VCQ C.-t.unox li 20 ottobre 1959 ri– correva il centesimo an· niversario della nascita di John Dewey, il più in– !luente e longevo dei filo– sofi americani, esponente precipuo del naturalismo progmatico che si ricollega a \VilJiam James e Char– les Pei.rce. Questo cente– nario è stato celebrato con d i r fu se manifestazioni commemorath-e in tutta America e nel mondo oc– cidentale (in Italia fra l"altro si segnala un nu· mero speciale della Rivista dt Filosofia diretta da :,;i– cola Abbagnano); il Comitato per le onoran– ze, istituito in America per il 1959, è stato fiancheg– giato da un Comitato in– ternazionale che vantava nomi iUustri d'ogni parte del globo. Fra le pubbli– cazioni apparse in coneo– mitanza al centenario se– gnaleremo Issues in [jni· ve rsitu E du.cation (Proble– mi de.ll' jstruzione unh·er– sitaria. a cura di Cbarles Frankel. Harper. ::,,;ew York) e John Dewey's Challenge to Education (Lo stimolo di Dewey nel campo ech.1.cativo,di Oscar Handlin. Harper, i\ew York), mentre la e Saw.r– day Redew • ospitava, nel suo numero speciale del 21 novembre, articoli di va– ri studiosi e una dichia– razione colletti-va che fi– gura come mani!esto peda– gogico di un autorevole gruppo deweyano. alla quale seguirono vivaci rea· zioni in ogni senso. Dewey lasciò la sua traccia di do– oente e di scrittore in va– ri campi del pensiero filo– sofico, dalla logk:a alla 50ciologia e all'estetica, ma nelle circOStanzc attuali si vuol dare risalto so– prattutto alla sua figura di teorico dell'educazione. perché applicando alla pe– dagogia il criterio prag– matico della verità come ricerca sperimentale egli fini per rivoluzionare i si– stemi di insegnamento del– la scuola pubblica ameri– cana. Egli inaugurò cost quella prassi della cosid· detta e educazione pro– gressiva• ohe da due anni a questa parte, e cioè do– po le sorprese della scien– za nissa. viene accusata di aver infiacchito la tempra intellettuale delle ultime generazioni con l'eccessh·a. insistenza sulla psicologia behaviori:stica a danno del sapere oggettivo. U mani– festo, destinato a seguire una tappa nell'e'\.•oluz.ione del pensiero e della pras• :-i pedagogica negli Stati Uniti, è firmato da Joe Burnett della University or Illinois. Hobert W. Bums, f'ulbright Professor all'Università del Cile, Francis T. Villemain della Rutgers Unh·ersity, e vie– ne 'Presentato dal profes– sore George Geiger del– l'Antioch College. autore del.J'opera John Dewey in Perspective, come e pro– logo a una coerente filo– sofia dell'educazione•: pro– logo. cioè. derivabile dalla corretta interpretazione di Dewey, che non lasciò un sistema compiuto e inat· taccabile, ma solo un indi– rizzo da seguire. Sotto il titolo generale Dewey and Creative Education (De– wey e l'educazione crea– tiva) i firmatari presen– tano una tesi articolata in sei capoversi cosi concepi– ti: L'educazion€ nella so– cieta, L'intelligenza crea– tiva. L'esperienza creativa, L'indagine creativa, L'in– dividualità creativa. L'eti– ca creativa.. Affermando che molti seguaci deUa e progressh·e education , hanno svisato il ])e!lsiero di Dewey. essi ripudiano lo stesso termine e offro– no una reinterpretazione corretti\·a nella speranza di comprovare la validità dei criteri deweyani ai fini della crisi educativa che ad essi è stata ingtustamen· te imputata.. L"edl.lcazione non è funzione puramente accademica, ma sociale. e costituisce iJ mezzo preci- 1>UO per presen·are la democrazia rinnovandola dall'interno - giacche in una c0munità democratica nulla de,·e sottrarsi allo spiTito di critica e re,·i– sione. Le fonti dei valori sono nell"intelligenza uma– na, concepita. come pro· cesso o funzione rpragma• tica intesa a ordinare la realtà dell" esperienza in vista di determinati fini. Le teorie storiche ,tengono combattute perché e pre– scienti.fiche•. tendenti a invocare una tradizione yenerabile e un cancetto della mente quale entità nascosta, misteriosa, inve– rificabile. L'aspetto criti– co-inquisitivo e l'aspetto esteti co-qualitath ·o dell'at– tività menta.le confluiscono nella esp erienza creativa. di qualunque ttpO sia - scientifico, artistico. spe– cUlativo, pratico. Una com– ponente artistica è an– zi intrinseca all'operare umano, p0iché l'arte stes– sa è pragmaticamente !i• nalistica e costituisce il culmina-re de I conoscere umano. Con tale concetto unitario si controbattono le tendenze {rammentatri– ci insite nella nostra so– cietà spedalizzata. Fini e mezzi debbono integrarsi nel proc~o conoscitivo come in queUo educa th·o, e la critica radicale e.be i deweyani muovono alf a prassi educativa t:-ad:iz10-– naJe e appunto di aver scisso i due aspetti del co– noscere. il < che cosa • dal e come •. l'oggetto dal me· todo. riducendo l'attività didathca a una serie di domande e risposte mec– canicamente orientate sul– l'accumulazione dei dati ogiettivi. o· altra parte molti educatori cosiddetti cprogress1vi, hanno frain· teso Dew.ev riducendo il suo metodO a uno p5ico– logismo di acquiescenza nei confronti dello studen– te. quasi debbano essere viziati anziché guidati in senso creativo. L"indagine è una espe– rienza in sé, e va con· dotta in modo da eccitare e con,·ogiiare ereath·a– mente le attitudini degli scolari. mentre il meto– do tradizionale inJormati– ,·o tende a reprimere le forze basilari della men– te: curiosità e immagina– zione. Altro malinteso del- LA ~ACCHINA DELLA VERITÀ * r e educazione progressi– va•. in antitesi ai detta– mi di Dewey, è l' int.er- – pretaz.ione deU-accento so – ciale come orientamento lfrellatore che fa della scuola una specie ..di fab– brica, fomentatrice del conformismo societario e della mediocrita intellet· tuale. La scuola deve -pro– muo,·ere lo spirito di cri· tica e di ricerca. ed è ap– punto perche la filosofia deweyana autentica non rlconosce tabù di sorta che. stando a un poscritto di Villemain, essa ineon– tra l'ostilità di determinati iruppi o istituzioni ten– denti a Lmitare la portata di tale critica a favore di una conservazione ideolo– gica interessata. Se redu– cazione Si svolge in senso creativo. essa stimolerà nel cittadino la tendenza alla scelta etica. che s.i fonda sul .riconoscimento dei va– lori umani e non su ori– gini este rne all'uomo. I firmat.a.ri del manifesto di– ch iarano di non essere contro la religione. ma per ,l'esperienza religiosa del– la democrazia:. eome sin– tesi etico-estetica cappro– prl~~ ad una SOcietà plu– ralishca •· Non si può di· sconoscere, in queste idee deweyane rivedute e cor– rette, un soffio di aria fre– ~a. sopratutto per quel– l'msistere sul Concetto del– l'attività educativa come ,:,rocesso cli c ollaborazione creativa e sperimenta.le. D"altra parte. su bordinan· dola esplicitamente a un fine sociopolitico. si .rischia di introdttrre una limita– zione pericolosa. quasiché il sapere non fosse valore autonomo. ,perseguibile al di là di ogni contingenza storica, mentre poi abbiso• gnerebbe di accurata. defi• nizione il concetto di •edu· cazione t-r-adizionaJe. o e storica • che costituisce 13: bestia nera dei deweya– ru. E' proprio yero che l"idea di tradizione cul– turale sia del tutto inutile. retriva o funesta? Che si riduca a un dogmatico ac– cumulo di nozioni date. di fatti opachi? [l pregiudi– z_ioantistorico p0rta. a cer– ti svuotamenti spirituali di cui abbiamo -potuto ,per– sonalmente constatare la diffusione nella scuola americana. C'è un modo indipendente di interpre– tare la tradizione. ma nes– st1:1a civiltà l)UÒ negarla a priori se '\'t.lOle inserirsi nel ciclo vitale della sto-– ria umana. Nel recente ma– nifesto neodeweyano dob– biamo osserYare una di– scutibile tendenza all'in– terpretazione strumentale del sapere. collegata a un pericoloso dogmatismo scie.ntista che riduce la mente a oggetto misura– bile, negandone le dimen– sioni ulteriori. Esterioriz– zare cosi lo spirito umano s1gfinifica impoverirlo, far– ne una quantità manipo– labile, un dato di labora– torio - e sulla scorta di esperienze personali rac· colle in aula e nel corso di varie discussioni con colleghi americani di al– tre Facoltà. ci sembra di poter affermare che il cri– terio progmatico. Se an– ~tamente inteso. finisce per rubare l'ossigeno alla mente, favorendo l'elefan– tiasi del behaviorismo a tutto danno dell'orienta– mento umanistico. che non dovL"ebbe giustificarsi in base a valori pratici im– mediati. Nel contempo. ri– cortiando certe rigidezze della scuola italiana. ci au– gureremmo di veden,; en– trare uno spirito di spe– rimentalismo rinnovatore come quello di Dewev• Una scuola viva è funzi;; ne e condizione insieme di una società a-perla. Lagloriain regolacoi tempi di_ ELIO Quando Balzac viaggiava in Russia. l'arrivo della sua «1mitiva in uoa villa mise in subbuglio le signore: e la stessa padrona di casa. entusiastica. volle portare il grande vassoio dei rinfreschi. A un tratto. nell'udire che fra gli ospiti c'era Balzac, la signora lasciò cadere di colpo il vas....~io.« Questa è la vera gloria! » conclu– deva il romanziere: cioè la gloria. come in fondo l'arte. dev'essere un po' segreta. misteriosa: non smaccata e impudica. pubblicitaria. Adesso. invece. viviamo in modo strano: cinema. rotocalchi e televisiooe banno mutato i rapporti umani: fino al punto che il nome diminuisce sempre di valore - parliamo qui dei per– sonaggi celebri - mentre acquista grandissimo rilievo la loro effigie, il loro aspetto fisico. Una volta. almeno si racconta. sovTa.ni, tirocini e imperatori amavano mescolarsi al popolina - travestiti da povera gente - per conoscere umorl e malumori del propri sudditi; ma oggi un simile esperimento sarebbe condannato al· l'insuccesso. Fra riviste. piene zeppe di fotografie. cine– giornali. telegiornali eccetera. è impossibile - a ognuno cli noi - ignorare il volto e le moveaze di quelli che hanno !atto qualche cosa: il professore di filosofia. che passa la sua vita in biblioteca. probabil– mente non ha visto mai il profilo dl Hefdegger o di Kant; ma rivvisare Domenico Modugno, in un gruppo di mille sconosciuti. per lui sarebbe un gioco da bam– bini. Alle p:ime « fiere del libro». realizzate da noi molti anni fa. accadde un fenomeno curioso: alcuni degli scrittori più noti. e quindi più e letti», una volta rivelatisi al pubblico. ri.sc.h.iarono di perdere il pre– stigio faticosamente acquistato in un lungo tirocinio di lavoro: vendevano pochissime copie delle loro ope– re. gli stands più affollati erano quelli dove troneggia– vano fascinosi romanzieri in erba o elegantissime scrit– trici iCI boccio: si udl perfino una bella ragazza mor· morare - dopo un breve colloquio con Bruno Cico– gnani - e Adesso che l'ho visto e conosciuto non avrò più il coraggio di leggere un suo libro». Evidente– mente l'immagine che la ragazza s'era fatta di Bruno Cicognani. leggendo i suoi libri. non corrispondeva all'aspetto esteriore del romanziere: e di ciò la let– trice gliene faceva quasi una colpa. Questi pericoli. ormai. sono scomparsi; ma se ne affaccia un altro. anche più grave: che, cioè. la simpatia di un naso. di un paio di orecchie. di uno sguardo, possa detenni• nare - o. per lo meno. correggere - il giudizio su un'opera d'arte. Tanto i! vero che la letteratura. e il cinema e il teatro. tendcno sempre più a sconfinare nei campi del documento e della cronaca: con ogni probabilità Si tratta di un grossolano equivoco di na– tura estetica ma l'arte engagée. come Ci sembra che oggi si dica. vuole proprio proparci fatti. problemi e personaggi della vita d'oggi. dolce o amara che sia. non per trasfigurarli secondo l'interpretazione del– l'artista: bensl per tramandarcene la discutibile me• moria con mezzi a più PoSsibile reallstict. Le immagini. statiche o dinamiche, ferme o in mo· * T.4L.4RICO \>;mento, fotografie o cinefotogram,.11. danno ,~loce• mente la gloria: con altrettanta velocità decadono. sbiadiscono. ingialliscono. ritornano nel buìo donde vennero tratte: è un'effimera gloria. dunque. di cui sarebbe bene noo fidarsi. ~la il male del nostro secolo. si sa. è l'impazienza: quell'impazienza che vuol tra· durre i sogni in realtà prima del tempo. anche se pre· sto e bene raramente avviene o. meglio. s e ciò che presto si ha. presto si perde. Non ,- orrem.mo . con que– sùtltima !rase, aver inventato anche noi i l nostro pie· colo proverbio: tanto poca è la saggezza che cl ricono– sciamo da ioorridire al solo pensiero di simile pre– sunzione. Sta di fatto che le immagini. siano mobili o fisse. deperiscono con estrema rapidità e. insieme con loro. si disperde la gloriuz.za da esse apportate: lo sanno bene i dirigenti della televisione. in ogni parte del mondo. sempre alla ricerca di nuovi volti da sosti· tuire a quelli già «bruciati» dall'usura dello schermo: lo sappiamo anche noi se per caso ci mettiamo a sfo• gLiare qualche vecchio giornale illustrato o rivediamo un film di antica data: dov'è finito il tale. che cosa fa il talaltro. sembrava cosi importante, adesso non è nulla. La gente. però. se ne infischia e. al succes..~ sto– rico, preferisce il successo mondano: de,·e andare in fretta a ogni costo. in arte. in politica. in amore. negli affari. Gli amoq e Je guerre si fanno. non si dichia– rano più: l'umanità. cosi frenetica e impaziente. sem– bra malata di un male inguaribile: rico:-da quei tali. cli cui si favoleggia. che - sapendo di dover morire dentro un breve periodo di tempo. sei mesi. un an– no - dànno fondo alle loro sostanze. non prendcno niente su] serio, aspettano stoicamente rara del tra– passo. La mania del quattrini. per esempio. è un altro sin omo di questo male: Tagazzi di vent'anni oon vo– gliono adattarsi a discipline, a lunghi lavori. a este· nuantf apprendistati: tentano spesso la grande avven– tura del cinema, dello sport. dell'industria, del com– mercio: il più delle volte senza la minima prepara· • zione. cercando di tarsi largo a colpi di gomito. E se poi il malato non morisse? se la dia.gnosi fosse sba· gliata? All'epoca degU e lnclipende.nti lii Pietro Solari scrisse una commedia in cui il protagonista era riu– scito a impadronirsi del gomitolo della sua vita e po– teva tirarlo a suo piacimento: e tira. tira. tira. per l'ansia di vedere che cosa gli sarebbe accaduto, il povero diavolo si trovava rapidamente alla fine dei suoi giorni con una grande amarezza oel cuore. La vita è breve, va bene; ma non bisogna esagerare: soprattutto non bisogna accorciarla di più con le nostre ridicole impazienze. Insomma. se proprio una conclusione è necessaria. la gloria fatta d'immagini è perfettamente in regola coi tempi in CUI viviamo; ma. ripensando all'aneddoto - autentico - di Balzac, vorremmo che qualcuno ambisse ln cuor suo a una gloria più duratura. a una gloria (tanto per intenderci) a prova di vassoio. ELIO TAIARICO GLAUCOCAMIION

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