la Fiera Letteraria - XV - n. 7 - 14 febbraio 1960

Pag. 4 L~ FIERA LETTERARIA + SCRITTORI IN PRIMO PIANO + PAGLO fflAftlEJJA: Un'ombra sotto la pioggia L:i pioggia era comin– ciata verso mezzanotte, mentre il pubblico usciva dal nuovo Auditorio illu– minato con grosse lampa– de anche all"estemo e si sparpagliava nel piazzale attiguo al Lungotevere: e s1 era mutata subito in ro– vescio. scompigliando nel– l'animo di tante brave per– sone i congiunti effetti del– la musica e del suo autore che l'aveva diretta. il ce– lebre Hermann Rikkert. Fino a sera inoltrata c"era– no le stelle. e nessuno a,·eva potuto prevedere quel mutamento. benc-hé fosse pieno inverno. Cosi. tanti che non avevano avuto buon successo nel primo assalto agli autobus e ai tassì ;ngombravano aricora l'uscita o si ripara– ,·ano sotto le ~ronde o le pensiline. quando il Mae– stro accompagnato dalla giovane segretaria e dal direttore stabile della Fi– larmonica saliva nella co– moda automobile che l'at– tendeva, tutta nera e lu– cida di pioggia. IJ giorno precedente, invece. con un tetnpo buono sulla Fr~n– cia e davvero splendido appena superate le Alpi, il suo viaggio in aereo era stato magnifico. da Parigi fino a Ciampino. A lui aveva prodotto un po' di emozione ritrovarsi nel cielo della città dove cinq\iant'anni prima aveva dimorato alcuni mesi e davanti ai bassorilievi di un antico sarcofago gli era ,·enuta l'idea dell'Or– pheus, un fortunato bal– letto composto più tardi, dal quale poi aveva deri– ,·ata una sui1e: non ,·i era più ritornato. da all~ra. Mentre l'apparecchio per– deva quota. fr8.ulein Ghit– ta - che di recente aveva compiuto un viaggio in Ha– lia - gli aveva indicato festosamente, dal vetro deJ portellino. il Tevere che attraversava la grande di– stesa di edifici, appena ve– lato anch'esso dall'azzurra nebbiolina che radeva la terra. e poi la cupola di ~:nc!~~~~~:e ~ ad ~:; lare al centro di un quar– tiere periferico molto al– berato e spazioso. tutta ad arcbi, che assomigliava stranamente al Colosseo. Eg1i guardava serio, ac– cennando di si con il capo canuto; ma dal suo volto asciutto e rugoso,· dai suoi occhi celesti. freddi dietro le lenti. traspariva ben poco. R-Oma gli sembrava nuova. diversa; eppure, da molti anni. era abi– tuato a scendere nelle maggiori città con l'aereo, e dunque a immaginarse-– le anche vedute dall'alto, quasi ricostn..tite in un plastico. L'automobile cor– reva, frusciando sopra l'a– sfalto nero di pioggia. il– luminato a regolari inter– valli dalla fila di lampade che spenz1Jlavano sopra il dalone. Seduta in mezzo, fr3ulein Ghitta guardava oltre i vetri rigati e ap– pannati d'acqua: a sinistra sperava di scorgere il Te– ,·ere. ì\Ia scorreva nelfom– bra molto più basso; cosi lei 'non vedeva che pochi, ,raghi profili oltre quèi rabbiosi rovesci di piog– gia. e intanto prestav~ orecchio alle parole che s1 scambiavano i due mae– stri, in itallano e in tede– sco. L'esito del concerto era stato trionfale, e il di– rettore stabile, nasconden– do il suo vero pensiero, trovava molti e facili mo– tivi di elogio. Hermann Riicke.rt immobile nella penombra, con il cappello sulle ginocchia, guardava l'assicella che si moveva con moto pendolare ad asciugare l'acqua nel pa– rabrezza, da,·anti all'auti– sta. Era soddisfatto di quel concerto, della orchestra, del fedele entusiasmo del pubblico. Tutto era anda– to come di consueto: e an– che quando nella mattina– ta. iniziando le prove con l'orchestra, lui ch'era !"au– tore aveva domandata la partitura delle sue musi– che al maestro sostituto che fino al giorno prima aveva concertato le prove. ancora una volta aveva do\/Uto accorgersi del lam• po ch'era passato in que– gli occhi estranei e che egli si attendeva per ripe– tuta esperienza: 1.m lampo di smarrita e forse ironica delusione. In quel mo– mento si era sentiti ad– dosso, come punte di fuo– co. gli sguardi stupi ti di tutti i professori d'orche– stra. perché era di,•entata una moda. ormai, dirigere senza partitura. Ebbene egli. il grande Hermann Ri.ickert, sorridendo aveva dovuto confern1are che non dirigeva a memoria neanche le sue composi– zioni. Non c·era da ver– gognarsene. Eppure quel maestro sostituto era un giovanotto assai bravo, che si sarebbe portato a,·anti: già. gli era riusci– to simpatico subito, all'ae– roporto do,·e si trova,·a ad attenderlo insieme con il presidente della Filar– monica e con il direttore stabile. Attraversata via Flami– nia. il cui fondo riluceva di qualche pozzanghera, l'autista svoltò a sinistra imboccando un viale fian– cheggiato da modernissi– me costruzioni. Ad Her• mann Rilckert. dacché era sceso all'aeroporto, quasi lutto era riuscito nuovo. diverso da come si atten– deva: forse perché lo a,·e– ,·ano subito condotto in albergo e poi quella mat– tina direttamente all'Au– ditorio per le prove. Oo– v·era la Roma d'una ,•al– ta? Fino a quel momento non gli era riuscito di ranrisarla. Intanto adesso che si e,a liberato dal pensiero del concerto, che lo aveva posseduto fin al– lora. la sua Roma d'una volta gli si precipitava nel ricoTdo, come quella piog– gia che batte,·a sull'auto– mobile: eppure gli restava sempre misteriosa. quasi nascosta e segregata da quella stessa pioggia che gli faceva all'intorno cosi scura solitudine, escluden– do in una sorta d'ir:natura– le lontananza perfino le immediate sensazioni del concerto appena finito. Ma forse il giorno appresso. ch'egli avrebbe impiegato a piacer suo. gli si sareb– be rivelata la vera Roma di pietra e d'aria e d'ac– que. ad accoglierlo in un ventilato abbraccio. Arrivati al lussuoso al– bergo, scesi nell'atrio e scambiati i salut,i con il direttore stabile, Hermann Riickert e fr3ulein Ghitta salirono in ascens,ore fino alle due stanze che occu– pavano: una dirimpetto all'altra, separate da un • corridoio tutto percorso da un folto e soffice tap.. peto dove si ammorbidi– vano passi e rumori. Nel silenzio notturno, attendendo il sonno che non veniva e rigirandosi sotto le coperte. il ,·ec– chio Hennann non udiva il monotono cader della pioggia, intramezzato dal veloce fruscio di qualche automobile che passava davanti all'albergo. es– sun altro segno di vita arrivava fino a lui, ad at– tenuare un improvviso ma grave senso di disagio e di malessere. Se già non si fosse coricato, avrebbe chiamato con un pretest.o rraulein Ghitta. per intrat– tenerla a conversazione. ri.Ia forse no: la ragaz– za certamente dormiva ... Quando poi con il pensie– ro tornava al concerto di quella sera. non gliene veniva più nessun confor– to; e si avvedeva che gli applausi, anzi le ovazioni degli ascoltatori erano ri– volti a un altro, a uno che non era più lui. Il pubbli– co, buono quanto ingenuo, credeva di onorare Her– mann Ri.ickerL Ma dove_ era più Hermann Riickert? dov'era? Da oltre dieci anni non aveva composto nulla: cioè, più volte si era sforzato, m;;i.per lace– rare poi quei mesplini tentativi, indegni di un musicista pur mediocre. il grande Riickert non era più che una luce svanita. della quale non gli erano rimaste che le convenzio– ni anagrafiche e quell'im– palcatura di carne rinsec– chita e di arterie sclero– tiche. Cosi egli non era che un vecchio buffone il quale teota,·a di imitare l'altro, il vero mùsicista scomparso, almeno nella veste del èirettore d'or- chestra. cio èagitando le braccia sul podio. Perché neanche come direttore vale,·a più nulla. Pure quella sera. per un attimo si era smarrito: natural– mente si era subito ripre– so. e il pubblico non si era accorto di nulla. L'or– chestra aveva proseguito impeccabilmente, perché il sostituto aveva saputo concertare così bene che egli, l'autore-direttore, al– le prove se l'era poi sbri– gata con poco: un accele– ramento qui, un più forte · là, e quasi nient'altro. So- f~;;ò fur~~t~me~~\ti:t I materassi erano ottimi, il guanci: :i.le morbidissimo. Quand'era giovane lì a Roma, e abitava in una casa all'ultimo piano di via Frattina. a pensione da una vedova, com'era più ricca la sua dta, av– venturata e feconda. tre– pida e davvero felice (ora poteva dirlo)! Via Fratti– na: calcolò che forse ap– pena un chilometro lo se– parava. in Hnea d'aria. da quel lieto approdo della sua giovinezza. li mattino dopo. appena alzato avreb– be potuto recarvisi: gli sembra\'a che la pioggia cominciasse già a dimi– nuire. Come avrebbe ritr~ \'Sto quei luoghi? c·erano state due guerre mondiali, fretta, corrugando le folte sopracciglia; poi gli ave– va restituito il lavoro. con poche parole che pur sen– za scoraggiarlo non erano davvero di consenso. For– se non era riuscito a co– glier nulla oltre l'ovvio e quasi obbligato accademi– smo delr esordiente? O quel po' che aveva colto non era di suo gusto? Egli, Hermann si era con– fortato attnbuendo quella freddezza alla fretta e al– la scomodità dejla lettura, ma n'era stato scoraggiato dal fargli altre visite. Poi aveva saputo. da alcuni giovani. C'he Sgambati non era tenere, ccn nessuno; anzi quelli si meraviglia– rono molto quand'egli rac– contò di quelrinvito in carrozza. La visita dei luoghi. già consueti, forse gli avrebbe restituita anche la precisa, lucida visione del giovane Hennann. A pensarci, una viva emozione lo punge– va. quasi che tra il Corso, \'ia Frattina. \"la Condotti e piazza dj Spagna, avesse p0tuto incontrare di per– sona. miracolosamente, il se stesso di allora. Lo a,·rebbe veduto spuntare all'improvviso da una via secondaria. e metterglisi accanto in silenzio, con una maliziosa luce negli occhi celesti. Ah, quegli lui. forSe perché nello spa– zio d'una decina d'anni le sue composizioni erano state eseguite nei maggio– ri paesi, tra polemiche che ne accrescevano l'interes– se o la curiosità. I suoi balletti, poi, e le trascri– zioni per sola orchestra che ne aveva derivate, ri– chiama\'ano il pubblico da ogni parte. I giovani ades– so avevano presa altra strada, era naturale, e ri– verivano da lontano lui che pur essendo stato in arte un rivoluzionario, era finito membro onorario delle maggiori accademie; ma il pubblico e i critici, e anche gli storici della musica, erano rimasti ai suoi piedi: cioè, ai piedi di quell'altro, di quella creatura luminosa, di quel– la luce svanita, di cui lui usurpa"·a il nome e la gloria. I suoi occhi spalancati nel buio vedevano le par– titure originali delle sue opere, perfino le note se– gnate con rapidità ner– vosa. Le passava in ras– segna: Concerto in la, Orpheus, le due Sinfo– nie, Arion ... Gli abbozzi. le correzioni, le varianti. riempivano una cassa del suo studio, a ~lonaco: li aveva già legati per te– stamento alla biblioteca di quel conservatorio. Però ~Iode1,inità e tradizion'e * ,li AI.BEllTO BEl1ILACQllA La schedino bio - bigliogra/ico di Paolo Morleuo può essere cosi riassunta: noto a Catania nel l9H, si laureò presso l Uniuersita di Pisa nel J9.H. o ::ompimento degli swd1 nella Scuola Normale Superiore. Dopo auer esordito in letteratura con due brevi saggi ·pubblicati nd , Teatro .. del Verga e sulla ...Vita .. del Cellini. Morletta finì per coltivare esclusiva-mente i suQi intereui narrativi.. Nel 1949, vinu 1! secondo premio , Vene=io,. con i racconta di • Pianto d'Eva• che, pubblicati in volume tre anni àopo, con.seguir<>no il premi.o .. Firenze,. del '56. Nelle stesso anno, il romanzo ... Un angelo si traveste ... stam– pato in seguito da Vallecchi. riportò il pre– mio ... Vitaliano Branca ti ... Nel suo mondo estetico, Marletta si muove con un contin~o co-nrappunto tra un gusto stili.stico tradizionale e una spinra verso la modernità contenutistica. Ne deriva un con– trasto non facilmente componibile sulla pa– gina. Lo scrir-tore non vorrebbe deviare dalla sua formazione letteraria maturatasi artra– t·er$0 uno studio approfondito dei moggion scrittori sopratutto romantici ma, al tempo stesso, avverte con decisione lo necessità d1 un rinnovamento. di un modulo d'e.spressione più direttamente orecchiabile da parte del lettore. Da questa constata=ione. nasce spontaneo una domanda. Riesce Marletta a risolvere ti suo sdoppiamento. aic1amo psicologico, e a comporre il dissidio tra il suo invitante re– tagoio culturale e il suo incal.:ante sen.so della r.,oaermtà? Una risposta a questa do– manda può darla il racconto che qui pubbli– chiamo. con il titolo di ,.. Un'ombra sotto la pioggia .... n lettore si accorgerà. seguendo il conciso e drammatico retroscena del maestro Hermann Ri.ickert. di come Marlerta riesca a far sentire. nel suo stile, l'antico e it mo– derno insiti nella sua indole, grazie ad un impasto narrativo che nOn rientra nelle re– gole ordinarie. ed è efficacemente personale. La posi:ione di Merletta è simbolica, per molti a.spetti. in quanto rifiette il dissidio che afftigge costantemente lo scrittore italiano ti quale, pre&sato da un fato dal senso dello sua civile tradizione e dalt'altro dalla necessita di un rinnovamento stili.stico e sostan=iale delle sue ricerche cstetich.e. finisce per adot– tare il compromesso· dei vari sperimentali– smi, intorbidando spesso la sua penna con tentativi che disorientano il pubblico e nient'altro. Esponendo una diagnosi. non in– tediamo ovviamente estendere ti male a Mar– letta, che ha sempre saputo dare, di sé. una immagine precisa. dotata di rifteuiOne e dt senso critico. La nostalgia. il gusto per lo descrizione sottilmente lirica, il bi.sogn.o di dialogare con il lettore per esprimere- una tristez=a che nasce dalla solitudine interiore. dall'insoddi– $farione sentim~tale, dal desiderio della comprensione e dell'affetto: ecco i ta&ti di cui Merletta si serve per comporre la sua musica classicamente impostata. ma non ignara degli aspetti psicologici che caratte– ri==ano il nostro periodo. Da questa musica il racconto del triste declino del maestro Hermann Riickert è un significa1ivo e.!empio. ALBERTO BEVJLACQUA orrori e sciagure. Ma la vecchia Roma non poteva esser mutata. grazie a Dio. )hl neanch~ poteva esser rimasta identica: non avrebbe ritrovato la città in cui un numero infinito di càrrozzelle correvano da una parte all'altra. con grossi scoppi di frusta, e percorrevano gioiosamen– te il Corso. Sorrise nel buio. perché una ,·olta lui. poco più che ventenne. aveva a,·uto il privilegio di compiere quella passeg– giata in carrozza per il Corso insieme con Sgam– bati. Per mezzo di un can– tante era riuscito a farsi presentare al vecchio pia- occhi maliziosi! Si, avreb– be avuto motivo di guar– darlo anche con disprezzo questo vecchio che vole,·a buttargli le braccia al col– lo come a un fratello ri– trovato, e intanto usurpa– ,·a la gloria che egli. di lì a pochi anni, si era poi meritata. il momento non era venu– to: della salute non pote– ,·a lamentarsi troppo, no– nostante gli anni. ita per– ché adesso non riusciva a chiuder occhio? Forse per– ché udiva sempre quella pioggia insistente, che non smetteva mai? Pareva che lo avvolgesse tutto, cosi caldo in quel letto di al– bergo, segregandolo da fr8.u.lein Ghitta e dal mon– do intero; anzi, che per una malevola bizzarria del destino, non fosse rimasto in tutto il mondo che lui solo, vecchio incartapec~ rito. privo di ogni valore come una buccia secca, Eh, si, da giovane era stato orgoglioso e presun– tuoso: procedeva come una bufera. come un ciclone. E' vero che non c'era da far confronto con i suoi coetanei, ma come lo ave– vano sopportato. come non lo avevano lapidato? Era no stati tropPo buoni con come la pelle mutata che i serpenti abbandonano tra le pietre. E della sua musica che sarebbe stata eseguita sempre, anche quando di lui, del suo cer– vello, non sarebbe rimasta che polvere, il merito non era suo, no. Una grazia divina. una volontà ora incredibile a lui stesso si erano impadronite delranL mo suo: gratuitamente, senza un motivo. perché avrebbero potuto scegliere un altro. Qual merito ef– fettivo ne aveva avuto lui, Hermann Riickert, figlio d'un ebanista di ::\Ionaco, nato in un vicolo all'om– bra della FrauenKirche? Egli era stato il luogo d'un miracolo, null'altro; appunto ·come una grotta o un prato in cui la ::'-.la– donna appare a giovinetti pastori o contadini. che poi dh·enta mèta di pel– legrinaggi. Avrebbe dovu– to inginocchiarsi lui, da– "·anti alle sue opere. Ora aumentava quella sensazione di smarrimen– to. quell'angoscia di chi teme di soffocare e vor– rebbe chiamar gente. Ac– cese la lampada del como– dino e guardò l'orologio: erano le tre. Spense la lu– ce. si ridistese e cercò di calmarsi: era troppo tar– di per svegliare fr3ulein Ghitta. :\la, dall'altra parte del corridoio. fr3ulein Ghitta non dormiva: anzi stava per terminare una lun– ghissima lettera: e ... E ora. amato Gottfried. ten– di l'orecchio. ascolta que– sto scroscio sempre ugua– le. Qui piove, piove da al– cune ore come non crede– vo che potesse piovere in Italia. piove da morire. In quanto al concerto di que– sta sera. che cosa dirti? Alcune sonorità e i rap.. porti tra un gruppo e l'al– tro di strumenti in più parti dell'Arion, proprio non mi son piaciuti. Il no– stro Riickert fa quel che può, ma ormai è impari al suo compito. Non credo che se ne renda conto, o almeno non esattamente; ma gli orchestrali com– prendono tutto, e lo pe– sano per quel che vale. I critici dei giornali, nelle città dove siamo passati, dicono e non dicono: sen– tiremo domani questi di Roma. Il pubblico. entu– siasta come sempre. anzi felice di vedere il ,·ecchio. glorioso Hcrmann Riickert dirigere le sue musiche. Rammenti quando tu ed io le ascoltavamo insie– me. nei concerti della Fi– larmonica d1 Monaco. e mi tenevi un braccio intorno alle spalle? Caro. (E poi andavamo in riva ,all'Isar, sotto gli alberi, con quel– l'odore e quasi anche con quel sapore di nebbia che in inverno e anche in au~ 'tunno saliva dal fiume?). Adesso quakhe volta mi sembra quasi impossibile che l'Orpheu.s, per esem– pio, o l'Arion li abbia com– posti lui, il nostro Ri.i– ckert. Come ti ho già scrit– to, ogni sera dandomi la buona notte mi bacia en– trambe le guance: è una sua debolezza. Ed io la– scio fare, dispiaciuta sol– tanto che anche Euterpe (la musa dei suoni. no?) sia ormai fredda verso di lui non meno che le mie guance. Ma a te. amato, offro tutt'e due le guance, e la bocca ... >. PAOLO MARLETTA nista e compositore roma- 1------------------------------- no; ma per sua disdetta era andato a tro,·arlo. in una mattina di febbraio piena di sole, proprio nel momento che stava per uscire e già aveva la bom– betta in capo. - che la– scia,·a scoperta la fronte altissima e buona parte degli abbondanti capelli candidi, - una mano nel– la tasca del soprabito e l'altra sopra il pomo d'ar– gento d'un bastone. Era stato accolto senza nes– sun entusiasmo, ma gen– tilmente; anzi, parlando con lui in buon tedesco, il glorioso vecchio mae– stro l'aveva mvitato ad accompagnarlo nella con– sueta passeggiata per il Corso. Così, in carrozzel– la, erano andati poi a fer– marsi in piana del Popo– lo, accanto alla fontana dell'obelisco. a godersi lo splendido sole. Non erano scesi, e a un certo punto egli coraggiosamente ave– va aperto il rotolo del manoscritto che portava con sé, per sottoporlo a un giudizio del Maestro. Era una delle sue prime composizioni, un quartet– to d'archi. Sgambati libe– ratasi dal guanto la mano destra aveva inforcate le lenti a pince-nez e aveva guardato il manoscritto un po' a contraggenio, vol– tando i fogli con la pun– ta delle dita. Leggeva in Riccardo Franca.la.ncJa.: • Camp ldozUo • (Qoadrlennale di Roma) ' Domenica 14 febbraio 1960 Luigi B:irtolinl: • Diga a Fiumi clno. (Quadriennale di Roma) un· antologia di poeti d'og * di El,10 F. ACCROCCcl Ragioni letterarie e di gu- ba necessariamente aumen- debbono ai disegni di Mo– sto, o cli gT'tlppo. hanno sem- tare. Chi ,·ivrà. ,·edrà. randi. ).torloai. Santomaso. pre moti.ato le ,·arie anto- E' nel criterio della scel- Romiti. i'.\linguzzi e Rossi che logie ·che si sono susseguite ta. nelle ragioni delle esem- illustrano il volume, se non in questi ultimi anni. Po- pliCicazioni, che si vogliono i poeti. tremmo aggiungere le era- vedere i motivi delle inclu- gioni di comodo> per quelle sioni o delle _esclusioni. le Tra gli ultimi arrhri.. il li– raccolte che. a girarle e a quali, una ,·olta stabilita la briccino d'un ragazzo. anzi: rigirarle. non~ seguono nè linea da seguire. vanno la- Cuore di rogn--zo (Rebellato 1·uno né l'altro criterio di sciate alla libera sensibilità editore). Poche poesie che scelta. ma vengono egual-le all'accorta preparazione Claudio Rendina. a \·ent·an– mente a mostrare un aspet- del curatore. ni. ha raccolto, traendole to della poesia contem~~a- ~el caso di Poesia d'oggi, dall~ sua bre".e ma già il– nea e un fondamento dm- i criteri O le ragioni della lummata esperienza. Presen– teressi da parte del curatore. scelta non mi sembra che tato due anni fa sulla Fiera Da rinnegare queste ulti- abbiano illuminato coeren- da Guglielmo Petroni e pro– me? Considerarle inutili ai temente e adeguatamente le ~osso a pi~ni ,·oti. all'~a~e fini di un chiarimento della premesse che pure ci paiono (m pr';fa_z1o~e) dt G1or~10 vasta materia? In molti ca- giuste: quelle cioè di doc.u- Caproni. il giovane Rendma si si perché contribuiscono mentare la continuità e non mi pare si distinj?Ua assai a intorbidare le acque. già il distacco tra i paeti delle bene tra i suoi coetanei per di per sé non chiare, tanto varie generazioni. Da una u_n~sorta di pudore ~ di. pu: più quando si tratta di comune esperienza è nata IIZla fo~male non d1sgmnt1 e antologie> a basso livel- una poesia che si differenzia da ~n 1mpe~no nell'apl:'ro– lo. appront.ate quasi se~p~e necessariamente e logica· fond1re la cor:oscenza_ d1 S'; con materiale raccogliucc10 mente nei particolari e ca- stesso. come ri,·elano 1 versi e senza alcu.n discernimento ratteri > di ciascuno. ma che di paipna 21: e Di tempo in critico. adibite unicamente tuttavia ha alla base la le- tempo mi. si fa più. dura - a far circolare nei meandri zione di quanti. a torto O a questa strada che a sera ha della pro,,inci~ un certo ragione. i più giovani si osti- i C?l?ri -: P!ù t~ui. i _pas– quantitativo di nomi (d~ nano a considerar cmaestri>. seri tn guLZZt_ tr_a t ram~: - < merce avariata>) la cui anche se spesse ,·olte qual- nasce la storia tgnota di u~ sicura destinazione è l'oblio cuno di essi si dimentica di nome - da un fondo d1 0 l'elogio interessato di qual- mostrarsi tale. am'!r_o. turbamento. - una che editore di campagna. . Un tentativo da ripetere, amtct.-i~ nuova ~d un amo~ ~ che vale far n~i e ti- dunque, perché alla giustez- r~ -. tl. sogno m se _stessi. tol.1? Aggruppameplt del ge- za del programma faccia se- dt una vita. -:-- Cosa et pre– nere si condannano di per guito ta esattezza della rea- me? Cosa ct /a fede? - sé, int~ressando, tu_tt:al più. lizzazione, tanto 'Più che alla A ve$se voce ~rederei a quel la c05t1tuenda < poliZ.13delle edizione non fa difetto un sasso -: che '': s~ra~a avan– frodi letterarie>. e pace a_l- certo gusto di sobrietà e di za con t nostn p1edt >. l'anima di chi s'imbarca m finezza assieme, le quali si ELIO F. ACCROCCA simili imprese. Tra le antologie. invece. pur se incomplete. e merite– voli di appunti. la cui scelta trae motivo da esi-genze di qualche rispetto. è questa u Poesia d'oggi curata da Raf- " L faella Del Puglia per le a e Edizioni della Lanterna, di Bologna con l'intento di– chiarato di ,·oler e breve- mente illustrare come i mae- stri della poesia italiana del Novecento, tra cui Giuseppe SAGGIO DI GUIDO PEROCCO * Galleria d'arte mod_ern., * <li GIGI SCARPA Ungaretti, Euge_nio 1lontale. :-ion è certo troppo tardi è oggi a quel e culmine> fn S~lvatore Qu_asim~o._ no~ per parlare di questo libro cui Io volle Venezia ai pri– s,an? ~tacca~1 _daJ gaov:am. e La Galleria d"arte moder- mi dei nostro secolo. pure ma 1 giovani ~1 pallacciano na > di Venezia, che il suo !u e esperto maestro> del– al loro esemplO. pur attra- nuovo direttore Guido Pe- la pittura @ artista pur ricco ,·erso la fra~tu~a che tra que- rocco ha pubblicato presso di interiorità. anche se cor– ste gene.razioni ha _cre:3~ 0 la lo Istituto Italiano d'Arti rosa da una vana retorica e guer_ra. m un~ cont~nuita es- Grafiche (Bergamo 1959) troppo spesso accomodante senziale c~e e la ,·ita stessa proprio nel momento in cui, al gusto borghese. Più fe– della poesia>. . . . d~po la grande ~lastra deUa lke e sentito il terzo capi- u.n~ raccolta d1 esem~1 1_np1tt_ura del Seicento a Ve- tolo su.Ile opere del Nove– venta troppo breve e hm1- nez1a, la Galleria tsessa sta ce.nto italiano che si apre tata. sia per quanto riguar- per riaprirsi rinno\o-ata e ac- con i due ~randi nomi di da i testi, sia per quanto cresciuta. La Istituzione me- ~edardo Rosso (di cui la ri~arda_ la inclusione dei rilava que~to nuovo com- Galleria possiede otto opere e g1ovam >, che peraltro non mento specie per le sue ope- di raro valore) e di Gino rappresentano un gruppo re migliori aumentate in Rossi. cui la nuova pittura particolarmente legato ad questi ultimi vent'anni per veneziana definita e bura– una ?_<>elicac:om_une. . acq~isti . notevolissimi sia nese > assumerà un µosto di Agli esempi ~h Ungaretti, naztonah che stranieri. primo ordine. Il quarto ca- 1\:10.ntal_e . Qua~1:modo (e _Fol- Guido Peroceo ha scritto pitolo è dedicato a i.llustra– lt 1 miei passi> d_el.pnmo, con passione questa nuova re e principali opere' di ar– e Se t'hanno assom1ghat-0 al- necessaria guida a 11 a sua listi stranieri tra i quali se !a volpe» ?ei secondo e «Uo- Galleria la quale. nei con- pur troppo manca la docu– mo del mu:l tempo> del_ ter- fronti del precedente cata- mentazione del grande mo– zo). la cui presenza SI sa- logo. appare tanto più svel- mento francese dell'Impres– rebbe J?Ot~~a documenta~e ta ed essenziale. impegnata sionismo non mancano nomi c<_>n testi piu rap~~nta~i- ad una interpretazione cri- di valoI'e mondiale della sta– vi,. seguono_ quellt d1 Vit- tica della storia dell'arte ria deU'arte contemparanea. tono_ Seren_ 1, Raffaella I?el contemporanea, sintetizzata Basterebbe citare Corot e Puglia, Luci~no Erba. Lu~ia- negli esemplari di Ca' Pesa- B.9nnard. Matisse e Dufy e n<l: F're~, Giuseppe Gughel- ro e infine tanto più rie- Rouault tra i francesi. Klimt m_,, M.a: 10 Ramous, Alfredo camente illustrata e alla ancora e ingiustamente poco Rizzardi e A~gel~ Roma.nò. quale non mancano alcune conosciuto ma che ebbe una C?n una J:>Oesiad_1quest ul- fondamentali riproduzioni a notevole imporlanz.a nella timo. e ~1 Serem. du~ del colori. formazione d e I I a pittura ~ougj~elIT1i :itr\re per ciascu- Perocc? ha scritto quat- astratta> di cui la_ G_alleria g · . . tro capitoletti vivacissimi con~ due esemplan d1 eran- A parte la_ cons1deraz1o~e seppur stringatissimi in cui de 1mpartan~ firmati da che molte di queste poesie dice la storia e il carattere Klee e Kandmskp e quello sono arcino!e e ~o~ si spie- della Galleria (nel primo)ldell'.inglese Ben Nicholson di g:3 per quali motivi la scelta dov e èparticolarmente im- ram:ia~ purezza. Per que– sia caduta su_ q~elle e non pressionante. e non solo cu- sto_ il l_1bro_. _d~ gus~o e di su altre, non s1 ~1esce ~ com~ riosa. la citazione di carne. chLara hmp1d1~a. avra la for– prendere la _ragione d1 ~ertt in passato, s'investissero 1~ tuna che menta. accost:3111ent~, ~ men? che somme del fondo per ili ac- non s1 tratti di un e_mcon- quista di opere d'arte, fa- GIGI SCARPA tro ~ del tutto, occ~io~al~, cendo perdere all'Italia una l~ia_to un po ~ arbiti:-io ?ocumentazione tanto più dt chi_ ha cu~to 1 antologia, un portante e più realmente che viene COSI ad esser me- aderente alla storia dell'ar– no_~ata nella sua struttura te e alla vita. E con Perocco cnhca. speriamo che i pasteri non Non che Si dov~se più o dica~o altrettanto per gli m~o a.1:1argare. ~ numero acquisti di oggL tra i quali è dei p0et1 offerti m lettura; certo più sicura la informa– $i può fare un'antologia del zione ma spesso ancora in– nostro no~to poetic~ an: decisa l'intuizione. Nel se– che con soh cmque nomi: ne condo capitolo !"autore ci dà mancano esempi in proposi- una sintesi della pittura ve– ~o _(nel Fiore_ del~ Zi~ca neziana dell'Ottocento, ilJu- 1talwna, Falqui ne insert, a strata particolarmente con la rappresentare il secolo no- citazione dei quadri più im– stro, 9uattro soltanto: Car- ~rtanti che ne sostengono darell!, Saba. ::\lontale, Un- 1 mterpretazione. Quasi in– garetti); e 1:1onè. detto eh'; ~prensibile però ci pare alla resa dei conti~ tra altn invece la mancata citazione quarant'anni, il numero deb- di Ettore Tito, che, Se non Le~gete e di/fondete "La Fiera Letterari

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