la Fiera Letteraria - XV - n. 7 - 14 febbraio 1960

LA FIERA LETTERAR 'Anno XV • '· 7 SETTIMANALE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE 'Domenica 14 febbraio 1960 SI PUBBLICA LA DOMENICA QUESTO U !ERO L. 100 DIREZIONE, AMMINISTRAZIONE: Roma • Vie di PorUI Castello. 13. Telefoni: Ke<te,ione tl5H8'l . Amrn1n 15 u-..,one 65~ 158 • PUBBUCITA': Arnmonostrazione: , LA FIEIU LETTERARIA• . Vu, di Porta Ca st ello. IS Kama fAKlffA: L 15 0 al millimetro • ABBONAMENTI: Annuo L 4..000 Semest:-e L 2.150 . Trim~tre L 1.100 . Estero: Annuo L 7.000 _ Copia arretrata L 150 . Spedlz.JonE" In eonto rorrenle postale (Gruppo lll Cnnto c-orren~ poS\ale n 1131426 K el mio bicchiere la luna rotonda Assottigliata! si ride e trema. Pepìn, a quest'ora a Siviglia Vestono alla Macarena Pepìn, porta il mio cuore alamari di luna e di pena Il bambino triste se ne è andato. Con il mio bicchiere di birra. Brindo per te questa sera Dipinta per Claudio Lorena. Dedica speciale a Filin Angolo eterno la terra e il cielo (bisettrice di vento). Angolo immenso la via retta (con bisettrice di desiderio) (Residenza di Estudiante) FEDERICO I / !– - i 'i ,/ • Doiia Rosita la soltera • ln un dmrno dl Lorca molto anteriore alla commedb. dello stesso titolo. Sl osservi la curiosa cd abile mescolan~a dl elementi real.15U e di tocchi treudlant che contrib ulscono a dar fon.a a questa fl111ra ilplcamente SPagnola. :;~~111:° sid·~ffe;lsC: ::;h:i 1:•~1:1slara~rr:~!':u-a~ rr=:alo~:I d:l fi ~ci ~~~ta~~ manoscritto. Leltere, disel'Dl e poesie sono stati ritrovati fn un block-notes del 1924. Lettere di Federico a Josè Bello ( ...) Cosi come una levitante e lieve ve· geta.tione di salnitro galleggia .rulie vec– chie pareti delle case quando il padrone tra.scura, cori sorge in te la vocazione let• teraria. Que.sta pas.seggiata per Castiglia non è originale neila sua sostanza. ma lo C per il suo rono. (Alla vista. tTa rose di Crf'ta e odorose (?) di Egitto. la cirtd di Aleuandria eleverebbe le sue torri come sreU di cri.stallo e sale rossastro). La tua pro.sa primiziale e ingenua ricorda e.spre.t– sioni dell'epi.,ro1ario che il grande poeta Lamartine in-viò a $ti.O madre. Ciò è lun– go a spiegaTsi. ma CeTto, Paquito .se ne va in ottobre a Oxford. e s"incontrerd con Filin .sicuramente ... TJinvia abbracci. .. Io immagino Paquito diventato ingle.se, mol– to sobrio. molto elegante. con quell'aria dl anitra .silvegtre che hanno quelle strane genti insulari. Tu ed io rimaniamo con la Spagna! Ma.schio caprone. gallo, toro. auTora di fuoco. e cortili con luce bianca. dove la umiditd mette verdi emo:-fonantj alle vec– chie pareti senza cuore. Se vedessi come sta l' Andalufla! Per camminare, bi.sogna fare una galle· ria nella luce d'oro come i topi fanno nel loro ambiente oscuTo. Le sete brillant• michelangioleggiano ff ,edere delle donne opulente. I galli appuntano banderille di Juuo sul collo dell'alba ed io mi faccio bruno di sole e di luna piena (--) Federico P.S. • Leggo sul timbro della rua let· tera • Buitrago » Buitrago! Immagino titna roccia d'argenro circondata da C'OTVL Nel tratt,,ro pa.ssm,o bottari. trafficanti, mona– cf. gente dalla cappa terrigna e dalle fronri di zafferano. Nel fondo c>è un giar– dino. E questo giardino è la tua ca.sa. Nel oiardino ci sono malve. mirti e giglL Federico (Traduzione di Maria Zembrano per gen– tile concE"sslone della rivista letteraria Insula • n. 157). (Estate 1925) Fermata di S. Pa.squale. Sto in una maueria di. rr.fo padre che si chiama Oalm1,1, doue nacque il cavaliere imponde– rabile di Paquito (1) (Pranceaco Garcia Loreo fratello minore di FedeTico) (...) Nestor mi aueva fatto la valigia. Che· meraviglia! Quando arrivai a CIUO rntri quanti furono .sorpre,i. Tutto era piegato e me,so a poato. Mi fu detto: • Io in que-– ato tua valigia metterei una intera ca.sa •· Peppino. che io riCOTdo come un uc· cello mezzo vivo, me_,zo sognato. tj J)OTta que,ia foro orientale della mia • veTa ef· figie •? Cosa ricordi del tempo in cui ml face.sti la foto? Non vedi alla bianca parete appeio il tuo orologio da polso? Non vedi la tua forno.sa coperta a quadri? Fra poco me ne andrd a Malaga a ba– gnarmi nel mare. Scrivimi laggiù. 1 bur– roni dell'amici.zia. /l925) Federico Direttore massimo dell'Ospizio di Valenzia e sottosegretario ge– nerale degli orfanelli La rua lettera ha fatto che oggi ria per me un giorno di feala.. Se mi domandano: • Ha avuto lei notizie di Peppino? •· lo rl&p0nderei: No. E' stato perchè H mio caro amico non ,offre il caldo anda· luso che io soffro. Allora il aignore che domanda si bat– terebbe l baffi come una mezzaluna di bi– godini e mi gTiderebbe: • Dica lei per– chè •· lo penaeret alla tu.a faccia di Zad.kine (._) La tua lette,-a ha due cose ltrane per un giovanotto che 1ta rolo in campagna.: sobrierd e realitmo giusto. In cucina Ele– nuccia ,ta piangendo perchè vuole ico– perchiare le pentole. AdeUna, melanco– nlz:a il neo tempo e Pilar (3) (.sorelle di Bello) la tocca con una bacchetta perchè .sia più sveglia. Molto lontano, qua.si arri· cando a Madrid, va l'automobile di tuo padre, muovendo uno lunghissima coda az– zurra di gazolina. Ri,pondimi presto, che la mta lode alla tua lettera non faccia f'i– torda-Te la tua riipo.sta ... Odi il mio ricordo a rutti, baci alla bambina e ad Antonio (...) Pen~"a e filo.so/a. Addio. Marinno Campagna screziata Federico di FEllD/JIIANDQ l'IRDIA Racconti drammatid è ,-en i due planJ si attraversa- stampato n ella copertina e sul no e si in:egrano l'un l'altro. trontesplz.lo del volume della 11 primo dei due e racconti e Bibl ioteca di letteratura drammatici • che il libro rac-– contemporanea • diretta da coglie rivela anche nel titolo Giorgio Bassani per l'editore La Gituti.:ia, quell'esigenza Feltrinelll. che riunisce due morale che già caratterizz.ava testi di Giuseppe Dessi La il protagonista del Boachlno. Giwti=ia e Non c'è guen-a. ritorna dolorosamente fn Pie– Non manca. !orse. in un tale tro Manconi protagonista di titolo una sfumatura di iro- questo dramma. Come nella nJa, o almeno il senso di tragedia classica (dJ cui La un'autoUmitaziooe di parte Gituti...--ia ripete lo schema dello .scrittore stesso. quasi morale) Maoeoni è già con· la con!essione di tm ce..-to ri- dannato all'inizio dal !atto tegno a presentarsi come au- stesso di essere stato prescel· tore teatrale. ritenendo co- to dalla giustizia umana come me princrp31e la sua vocazio- indiziato di un omicidio ac– ne di narratore e In certo caduto quindici anni prima e modo ad essa condizionata di cui egli era stato prosclol– anehe la spinta a scrivere to in Istruttoria. Ma ora l'in· in !orma drammatica e per conscio grido df una fanciul– la rappresentazione scenica. la. una sua stravolta visione. Non è difficile in effetti rico- rimettono In subbuglio 11 pae- noscere sia nell'uno che nel- FERDINANDO VIRDtA * A pag, 3 Il discorso di QUASIMOOO alf Accademia d Stoccolma «Il poeta e il politico» * l' alt.ro di questi due testi j (Continua a pa.~aa %) Giuseppe Oessl ~:;; 'i d~':~ti :;u:n~tC:a; ..------------------------------i profondo legame per la sua terra. il contrasto tra un fon– do patriarcale. un sedimento di antica malinconia nella stessa preistoria dei suoi per– sonaggi s!a che appartenga– no al mondo contadino e pa– storale di una Sardegna e,·o– cata non soltanto nella sua attuale realtà ma anche in un che di leggen dario, di mitico. di favola.so cbe è in quel mondo, sfa che appartengano ai cèli più evoluti, alla bol--– ghesla cittadina o campagno– la. quasi tutta ln un modo o nell'altro di origine feudale. SI può aggiungere anche che tutta, o quasi tutta la narrativa di Dessl si svolge sul plano dl un rapporto dia– lettico tra queste due società isolane. ma non sempre. oc– corre dirlo, in dlre:ta con– trappositione psicologica. in dipendenza da una contrap– posi:z..ione sociale, anzi il più delle volte (e proprio sul pia– no degli affetti. dei sentimen– ti, delle tradizioni) coinciden– do nelle stesse persone ele– menU psicologici sia dell'una che dell'altra. senza tuttavia che si annulli il contrasto che quegli elementi recano in lo– ro stessi, e che appunto ani– mano e sorreggono il mondo poetico dei romanzi e dei rac– conti di Dessi. Tuttavia una tale rapporto dialettico, con tutte }e ìm· pUcazionl che esso com1.>0rta. è già fortemente drammatico in se stesso. come è dramma– tica in partenza la contrappo– sizione tutta pskologica tra l due archetipi di società che semp.e ~i avvertono nelle opere narrative di Dessl. quel– lo contadino-paesano-pastora– le. con I suoi miti. col suo par– ticolare senso dell'onore, col rigore della sua sete di giu– stizia e quello cittad.ino-bor– ghese-!eudale. l'uno profon– damente Inserito nell'altro in un ricambio capillare di sen– timenti e di passioni intenso e profondo. Anche se la nar– rativa di Dessl si sviluppa sempre su due piani inseriti quasi sempre l'uno nell'altro. quello di una realtà circo– scritta e Individuabile nei suoi caratteri essenziali e quello della memoria. cosic– ché ogni personaggio si matu· ra e SI sviluppa proprio at– traverso l'alternarsi dl que– sti due elementi. vi è sempre m essa U sentimento - e il dolore. In sostanza - di una irripetibilità di certi atti .e momenti della vita che j suoi personaggi cenano di con· servare 1.ntatto nel loro ri– cordo. C.OSl il sen...c:odi una stagione che non torna è se.m· pre negli affetti dei personag– gi testimonJanza di tradizio– ni pc,eticamente e tal\-olta pateticamente familiari. qua– si sempre travoHe dalla vita. dal tempo attuale, da una società che ha ormaJ trasfor– mato e distrutto un patrimo– nio morale ancora p:-otondo nell'animo dello scrittore e dei suol personaggi. Nella narrazione è dunque sempre presente e vivo il dramma dJ queste contrappo– sizioni moraU. sodali. di ci– viltà: lnentre In San Silvano l'accento è posto essenzial· mente sul mondo degli affet– ti. su quell'ancestralltà del rapporti di famiglia che an– che nel cèU più evoluti che vivono nel clima di soé"ietà ancora psicologicamen-te pn– m.Jtive (ma nel temPo ste550 moralmente civilissime). è una dttis1va componente p,-1- co!oglca. cos1 In un roman– zo come MicheJe Bo.schino l'unltA psicolog1ca e il dram· ma del mondo contadino sar• do si esprimono in una sete di gtu-:tizla da parte del pro– '<H!nnl,.ta men'tP nell"lnlrn· 1u.ziohe alla uira di Ginco1tw Problema dei ;:iovani p1•oblema d'o,:ni tempo * di 6IJGLIELJIO PETllQill C'è una nue anziana amlca, assidua let– trice anche di quotidiani, le quale affer– ma che, a parer suo, l fulmini che fu· cesteoo oggi li mondo cof loro guastL sono almeno dieci volte piO numerosi d1 quelli dei tempi della sua giovinezza. 10 ho cercato di spiegarle che non si tratta. come crede lei, d'un mutamento nelle re– gioni dello spazio, ma che la sue impres– sione Si deve attribuire, invece che ad un cambiamen to degli immutabili feno– meni natura.li, al mutamento delle strut– ture di cul si serve e da cui ~ inìormata. Al suo tempo le notizie avevano le gam– be corte, se un fulmine cadeva più lon– tano di trenta chilometri dalla sua abita– zione era molto probabile ch'essa non ne avesse me! alcuna notizia. anche se aver va causato qualche guaio; oggi invece Ja tecnica e l'industria dell'lnformaz.ione si sono talmente sviluppate, hanno cosi bi– sogno di ri cava re costante materia le In– formativo, c.he anche un• fulmine e.be ha ucc iso u na va cca nel Venezuela è m ate– ria e.be sl trasforma tn piombo tipogra– fico, per arrivare immediatamente accen– to al suo cestino di lavoro col giomalP del mattino. Questa è certamente la ra– gione che allarma sul comportamento det fulmini del 1960 la mia amica; ma essa non he voluto sentire ragioni. ed Insiste sul distrutto equilibrio dellEt forze netu· rall che un tempo erano lmmutabiU e di– screte sul vecchiomondo Però è cosi. c'è stata nel mondo tale sproporz,one. tra Il progresso tecnico e la possibilità di adattamento delle generaz10· ni che ne sono state spettatrici. che la ra– g1one del più stenta a comprendere la causa vera dJ certe impressioni; la causa che, comprese nella sue semplicità. ser– virebbe a sdrammatizzare molte di Quel– le cose che. cosi, come s1 presentanto. e \·eogono accolte. formano l'angoscia di questo tempo. Quante sonu mat m!attl le querele del nostro tempo che. se propcnionate ori– ma alle nuove dimensioni determinate del tipo delle macchina Informativa che cl serve e c1 ossessiona, cl apparirebbero In un •spetto diverso e comunque di por– tata meno angosciosa di quanto non ao-– palono, non solo al grosso del pubblico. ma perfino alle stesse persone che ser– vono la dsvulgaz.ione di questi ergomenlì. Certi fenomeni che si classificano frut– to esclusivo del nostro tempo, come per esempio quello delle tipica lnquietudine della gioventù di oggi. $USCitano angoscie collettive. costriz!oru mentali, provvedi· menti privali e pubblici che esasperano la cosa ed In un certo senso la alimenta– no. come succede ad un certo Upo di scrittore che affronta questi aspetti della società e vt costru:sce sopre nuove teo· rie del costume. nuove gtustiflcazionl del comportamento tppure tutti questi aspetti. tutto questo lavorio c-he rischia di d1Venire. da effetto. causa del fenomeno da cui prende avvio, se venissero ridotti alla loro proporzione storica. consideran~ do quanto di essi è ftttizlo come n nume– ro del fulmini della mia emica. sarebbe molto più tacile e meno angoscioso com– prendere. provvedere ed anche descrl· vere. L'inquietudine collettiva della gloven· tù. malgrado tutto, non è un fenomeno del nostro tempo. Quello che è tlp1co del S("{'Olosta nell'aspetto di mas._q che I fat· ti d'inquietudine giovanile prendnoo fn tut– to U mondo. presentandosf sotto aspetti aoololi!'.h1 nelle più svariate letltudmi: questo si che è da considerare un aspet– to tipico del nostn glornt, ed è dovuto el fatto che la rapida lnforma7lnnE" unifor– ma su tutta la Terra t comportamenti umant Ma a prescindere da questo aspet– to. quelle che è !"inquietudine.. la turbo– tem·.a la mah-ell!:ftà della "!oven11) dove viva in categorie riunite. m ~uppi ed in masse è cosa vecchia quanto Il mondo A tutti, ma tn special modo ad alcuni scrlltorl ed anche e qualche studioso del· le socie1A moderna che schematlna e 1eo– rlne il comportamento del cosiddetto teddy moy, vorremmo consJgllare di ri– volgersi anche al passato, prima di crea– re Quale.be giustificazione e codificazione per quanto riguarda la più profonda ra– gione che. se è valida negli aspetti este• riori. per quanto riguarda la più profonda ragione umana del comportamento dell'u~ mo non è affatto una novità angosciosa. ma una condizione perenne. Io ho una sola Indicazione che VOl'T'f'J dare in qu~to senso, le si lrovert\ In uno scrittore splendido, nel primo' che affon– da nel mistero della psicologia umane. scrittore capace anche di Individuare D dh;no della nature delle cose: ma que– sto è un altro discorso Vi sono alcune pagine delle confessioni di Sant"Ae:ost:no nelle qualL piO di un millennio fa. tro– viamo lo spunto aidt elementi che d(')– vrebbero servirci oggi ad Individuare an– che Il senso più vero delle lnqu1etudme della gio\·entù che oggi cl sgomPnta. come se fosse nata per pura nostra recente rP– sponsabilttà Purtroppo un aspetlo nua· tlvo di oizgl nell"esamlnare le cose del mondo .con"l~te nel fa tn che anche mol· ti degli uomini più dotati non sentono più il bi!oJ;::no dì confrontare. s,a pure Il più attuale del problemi. con tI pensiero classico del pesseto. con l'lnfnrmaz1one rbe cl vtenP rlalla storta e dell'arte antl· ca Eppure. un maggior rispetto umani· stico della nostra formazione. è l'unico mezzo con ti quale si può evitere Quella specie di generale deformazione profes– sionale derivonte dall e55ere uomini nati assieme aJ proe:resso 1ecmro ~ inctustr•ale Per un problema spec!flco eh, oreoc– cupa l'uomo di oggL que<to AC'C'ennoa Sant'Agostino. he per me soltanto un va· lore di piccola indlcazlonP di Quento po!-" sa lo studio.so trarre. per rivedere la si– tuazione um eoa alllNlle. da un ritorno :1d un C0<1:tumed· cul1ura olù storlcamen· te completa. più allenta ;il pa1r1mon10 suintuale. lntellettuole e d'lnforrn;izlnne che il passato e.I ha conservato. non solo per cono!'-cenza eC<."ademlce. me per cono– scenza viva di noi ,uessl Nel libro secondo delle • Confec;<:ionl • Agostino ricorda il suo olccolo furto. lo analizza come una colpa che pesa sulla sua cosclen7,a; tl furto delle pere: esso non può non suscitare Qualche osserva· 7..ione del tipo soprac-cenneto Ecco un passo da meditare· • _ tuttavia da soli" non l'avrei commesso Ricordo bene qual era In Quel tempo ti mio animo. da ~ln non l'av~I !r, nes~n modo c-ommesso. Dunaue in Quel fur10 amai 18 compar– tecipazione del compagni.. e !e !Ò avessi evuto quei rruttl che ho ru~to e aves.~• desiderato 2ndPrne. avrei potuto. enchP da solo. -:e ern da 1anro. commeuere quel– la Iniquità che doveva condurmi al mio piacere. senza rlrorrere allo sfrellqmento deell amici cnmpar1ecipl per accenderP n prurito della cupldiela .... SI pens! chP oetn I giovani dl tutto 11 mondo hanno per romoornl 11:I·qlfrl 2lovan1 d1 tutto fl mondo di cu· -:annrt tono nel volv.ere di un sol giorno Un altro acc-ennn da meditare nPlh· Confessino! -:empr€' sullo stesso anomen– to. lo sl trova nel -libro quinto. Quando Aeostino confes<:e di la !.llcl are l'AHric"" perch~ gli avpvan detto c.he e:11studenti di Roma • eran di ;nen capricciosa sfrn:1· 1ateno oer<"hP auPlll ii· C".Arlalline 11:odn· no di una c;frnntAIP<,.c:, verensmo,.a: ir– rompono nelle <:<"uolecome de, O;t7.7.ifu– riosi e con ~ rena lnco~<"ien7-a cnmmettn– no atti lnglurlosi e contro le le11:2i• Ma err;vato a Roma • EC'<"O chp apprendo cbe a Roma attadnno altre co<:.t"che ln Afri– ca non mi &~devano•: anche U gU stu· denti non -!onn !lffatto migliori. quando a2i,.rono In uuppo Pen!ta eh€' tutto ciò dovrebbe oorgerci modo d= considerazioni più deflmtive quando consideriamo il nostro problema del e,ovenl. come tanti allrj &"-Petti che cl .!lembrenn frutto ~nltanto del no!-lro tempo e respan<:""- 1 1'tA "nlti:into nn!:tra GUGLIELMO PETRONI '----------------------------------------------------· Scarbo e nel romanzo I J)O!'" ______________________________ _,!

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