la Fiera Letteraria - XV - n. 7 - 14 febbraio 1960

Domenica 14 febbraio 1960 LA FIERA LETTERARIA Siamo lieti di pubblicare integralmente il testo del discorso tenuto dal poeta all'Accademia di Svezia in occasione della consegna dei • Premi Nobel• su w, tema pilÌ che mai d"attualiuì e ci auguriamo utile a sollecitare prese di posizione all'interno della nostra cultura IL POETA E IL POLITICO * « Il politico vuole che !"uomo sappia morire con coraggio, il poeta vuole che l'uomo viva con coraggio» * di SALJT,ITORE QlJASIJIODO Lunga è la notte che non trova mai giorno: sono parole di 5hakespeare nel Macbeth e ci aiutano a determinare una condizione del poeta, al quale in un pri– mo tempo il lettore appare da un'im– magine della sua solitudine con volto e gesti del compagno d'infanzia; forse di quello più sensibile. esperto di letture se– grete. ma un po' inquieto nel giudicio su una pretesa rappresentazione o violenza del mondo to.ltata con parole su cui ca– dono accenti determinati. e con misure rigorose estranee alla scienza. Ripetere un uomo è per ìl poeta la ne– gazione della terra. l'impossibilità dell'es– sere, benché la sua maggiore domanda sia quella di parlare a molti uomini. di ag– giungersi ad essi con alcune armonie sulla verità delle cose o della mente. L 0 lnno– cce1za è una qualità acuta. talvolta. e per– mette 6.çurazionl estreme del sensibile; e quella del compagno che costringe. dia– lettico, i primi numeri poetici in fonna di logica, resterà un punto di riferimento esatto. un fuoco che permette la costru– zione della metà di una parabola. Gli al– tri lettori sono i poeti antichi. che guar– dano da una distanza incorruttibile le nuove carte; le loro forme resistono. e altre è difficile mctte11.1e , icino. Lo scrittore di racconti. di romanzi. si ferma sugli uomini. li imita: conswna per– sonaggi; il poeta. nella sua oscura sfera. con infiniti oggetti. è solo. e non sa se sia indifferenza, la sua. o speranza. Più tardi. quel volto unico si moltiplicherà. quei ge– sti costltuJranno figure. conseosi o con– trasti. Questo avviene alla pubblicazione delle prime poesie. quando scoccano i pre– visti allarmi. perché. e occorre dirlo an– cora. la nascita di un poeta che dalia corda del cerchio della casta letteraria tent.i di raggiungere il centro. è sempre un pericolo per il costituito ordine cul– turale. Strano pubblico ha ora. col quale co– mincia ad avere silenziosi rapporti armati: critici. profe~ori di provincia. gente di lettere. La maggior parte di queste per– sn,e, nella giovinezza ragionevole del poPta. distruggono le metafisl<."he. operano sulle immagini: ~ono i giudici astra.tti: correggono. su poetiche differenziali. poe– sie "sbagliate". La poesia è anche la persona fisica del poeta: e benché una separazione privata non sia possibile. non stimolerò motivi di autobiografia parlando della mia patria. che. come ognuno sa. è fitta In orni secolo di Giovanni Della Casa. di letterati. cioè, . di pulizia metrica e di adulta genialità. Questi battezzatori della tradizione hanno chinroveggen1.a e fantasia. e sono fana– tici. anche. di allegorie sulla credibile ro– vina del mondo. Neo tollerano cronache. ma figure ideali. atteggiamenti: la storia della poesia è per loro uoa galleria di fantasmi. Anche la polemica ha una base. se si considera che la mia ricerca poetica si svolte in periodo di dittatura e segna le origini del movimento culturale dell'er– metismo. La storia della poesia è per i letterati una galleria di fantasmi Dal mio primo libro. pubblicato nel 1930. al secondo, al terzo. al quarto (una tra– duzione dal Lirici greci uscita nel 1940) non riuscivo a vedere. attraverso lo spes– sore politico e l'avversione universitaria a forme di poesia crudeli e dlstac<:ate dal– le composizioni classiche. che un pubblico di lettori stratificato. umili o ambiziosi. I Liriti grC!ci, e fu il principio di una più vera lettura dei classici In tutta l'Europa. entrarono nuovi nella generazione lette– raria di quel tempò. Questi giovani. sa– pevo. scrivevano lettere d'amore citando versi delle mie liriche. mentre altri ne apparivano sui muri delle prigioni. se– gnati dai condannati politici. In che tem– po ho scritto poesie. abbiamo scritto versi, per scoodere &enza perdono. nella più acre solitudine! Categorie dello spirito. verità? L'antica poesia europea. libera. ignorava la nostra presenza: la provinc~~ latina asservita ai cesarsml. maturava gia sangue. non lezionf di umanesimo. I miei lettori erano ancora letterati; ma cl doveva essere altra gente che aspettava di leggere le mie poesie. Student_i, impie– gati. operai? Avevo cercato veros1mighan– ze astratte? Una delle più rudi presun– zioni? Era :r,veC'e un esempio di come si forza la solitudine. La solitudine, "la lunga notte" '!ihakespeariana, mal soppor– tata dal politico - che voleva il Tirteo durante le stagioni africane o russe - si determinava chiara come poetica: accet– tata in quelle rorme che sembravano con– tinuare il decadentismo europeo. ed era– no Invece le prime architetture di un neo– umanesimo. La guerra. ho sempre detto. coo::trnge a nuove misure l'uomo di una r-atria vinta o vittoriosa. Le poetiche e le filosofie si spezzano •·quando cadono gli alberi e le mura ": troppo facile sarebbe riprendere nel punto Interrotto dal primo urto atomico l residui formali che lega– vano l'uomo a un tempo del decoro e del– la virtù fonetiC'a. Dopo il ribollire della morte anche t principi morali vengono messi in discus– sione e le prove della religione anche: I letterati appesi agli esiti privati delle loro minute estetiche vmgono staccati dalla inquieta presen1.a della poesia. Il poeta. dalla notte. cioè dalla solitudine. tro,·a il o::uogiorno e inaugura un diario mor– tale per gli inerti: il paesaggio oscuro cede al dialogo. II politico e gli alessan– drini con le C'Orazze dei simboli e delle purezze mistiche fingo-,o di jgnorare Il poeta. E' una storia che si ripete come il canio del gallo. anzi come il terzo canto del gallo. n poeta è un irregolare e non penetra nella scorza della falsa clvil!à letteraria piena di torri come al tempo del Comuni: sembra distrusrgere lf' c:ue fn:-me ste1:!-e e invece le continua: dalla lirica pa~a al– l'epica per cominciare a par.lare del mon– do e di ciò che nel mondo s1 tormenta at– traverso l'uomo numero e sentimento. Il poeta comincia allora a diventare. un pe– ricolo. Il politico giudica co.:1 diffidenza la Ubertà della cultura e per mezzo della critica ccnformista tenta di rendere im– mobile lo stesso concetto di poesia. con– siderando il fatto creath•o al di fuori del tempo e inoperante; come se il poeta. invece. di un uomo, fosse un'astrazione. Il poeta è la summa delle diverse ·• espe– rienze" dell'uomo e del suo tempo. ba un linguaggio che non è più quello delle avanguardie. ma concreto nel senso dei classici. Eliot dice a questo proposito che quella di Dante "è la lingua com1.:rieallo stadio perfetto... tuttavia il « semplice stile )l, · del quale Dante è li più grande maestro, è un difficilissimo stile". Occor– rerà inslstere su questo linguaggio. che non è quello dei parnassiani e degli in– ventori di crlsf nel corpo della lingua di ogni paese. dove la contaminazione con I dialetti non crea che altri dubbi e gero– glifici letterari: perché non saranno mal i filologi a rinnovare Ja lingua scritta: è un diritto che spetta ai poeti. Il linguag– gio dei poeti è difficile non per ragioni di filologia o di oscurità spirituaU. ma in virtù dei contenuti. I poeti possono essere tradotti: è impossibile tradurre i letterati. perché essi affidano al loro artigianato intellettuale le tecniche di altrr poeti. perché difcodono il simbolismo o il de– candentlsmo per assenza di C'Ontenuti, per pensiero da aggiungere ad altro pen– siero umano. per verità delle quali teori– camente si sono nutriti richiamando Goe– the o I grandi poeti dell'Ottocento !ran– cese. Restare nella proprio tradizione. evi– tare l'lntemazioialismo. è quello che fa il poeta. I letterati pensano all'Europa o al mondo in funzione éli poetiche che si ripiegano su se stesse. come se la poesia fosse un "oggetto" Identico su tutta la terra. Poi. a questa accettazione delle poetiche. il formalismo preferisce alcuni contenuti e ne allontana a1trl con violenza. ma il problema. da 131a parte e dall'altra della barricata. è sempre sui contenuti. La parola del poeta. cosi, comincia a battere con fo:-za sul cuore dell'uomo di ogni razza. mentre il letterato purissimo considera sé nel mondo e il poeta co– stretto nella provincia, con la bocca spez– zata dai suoi trapezi sillabici. li politico si serve del letterato che non ha una po– sizione spirituale contempor.oea. ma su– perata almeno di due generazioni. e del– l'unità della cultura fa un gioco di scom– posizioni sagge e turbolente. dove il fat– tore religioso può spingere a imprigionare l'intelligenza dell'uomo. Poesia religiosa. poesia civile. poesia lirica o drammotlca: categorie delle espressioni dell'uomo. va11de se valida é la sollecitazione dei contenuti formali. Errore credere che una conquJsta della E•itma, una sltuationc particolare e indi· vìduale del sentimento (quella religiosa) possa diventare per estensione "società". La disciplina ascetica, la rinuncia del– l'uomo verso l'uomo non è che una for• mula della morte. Lo spirito ••operante" cade sempre nella tagliola dei lupi: il suo discorso parlato dipende spesso da una mistica. dalla libertà dell'anima che si trova schiava sulla terra. E spaventa il suo interlocutore (la sua ombra. oggetto da disciplinare) con immag:rii della de– composizione fisica, con un'analisi com– piaciuta dell'orrido. Il poeta non teme la morte. non perché gli entra nella fé::ota– sia degli eroi. ma perché la morte è una visitatrice continua dei suol pensieri e quindi l'imn\ag1ne di un dialogo sereno. Di fronte a questo distacco egli trova la figurazione dell'uomo, che chiude dentro di sè il sogno. la malattia. la redenzione dalla miseria della povertà. che non può essere più per luJ un segno dell'accetta– zione della vita. Per rendersi conto dell'influenza che esercita U politico, e in questo termine comprendiamo anche il potere religioso, basti pensare al sllenzio di un millennio nel campo della poesia e delle arti dopo la Une del monrlo classico, o alla grande pittura del Quattrocento, periodo in cui la Chiesa era il datore di lavoro e ardi· nava I suOi contenuti. Le critica formalista cerca di colpire Il concetto dell'arte sulle ragionJ delle forme e avanza riserve sulla consisten– za del contenuti per incidere In senso assoluto sulla autonomia. In!attt. la poe– sia non accetta i tentativi « missionari n del politico, né l'Intervento della critica che ha origine da U1.1aqualsiasi filosofia. 11 poeta non subisce deviazioni morali o estetiche; di qui. ln un certo tempo. una sua doppia solitudine nei confronti del mondo e del1e milizie letterarie. Esiste, intanto, Wl'estetic:a contempo– ranea? E da quale filosofia si possono ottenere suggerimenti attivi? Una poesia eslstenrlale o mar.rista non 61 è ancora puntualmente fennata sul quadrante let– terario: U dialogo o U coro delle nuove generazioni presuppongono una crisi, che è anche una crisi dell'uomo, e dl questa contusione U politico si serve per creare quelle zone di stab1lltà illusoria di una poesia frantumata. Il dualismo tra il pollt1co e il poeta in senso generale è risultato evidente nel• la cultura di ogni tempo e oggi t due blocchi che governano U mondo sl for– mano ragioni di libertà contraddittorie, quando è chiaro che per il politico non c'è che una libertà e In una sola direzio– ne. DIUlclle spezzare questa barriera che ha macchiato di sangue le storia della civiltà. Esistono sempre almeno due ·mo– di di considerare la Ubertà della cultu· ra: la libertà nel paesi dove avviene un rivolgimento sociale profondo (la Ri– voluzione Francese, p,:?.r esempio, o la Rivoluzione d'Ottobre) e quella degli al– tri. che prima di subire una modifica nel modus di concepire il mondo resisto– no a lungo nelle loro raccaforU. Cl può essere un coordinamento fra il pollllco e U poeta? Forse dove esistono delle società in formazione, ma mai sul piano della libertà assoluta. Nel mondo contemporaneo 11 politico assume vari aspetti. ma non sarà mai possibile un accordo col poeta. perché uno si occu– pa dell'ordine interno dell'uomo e l'altro dell'ordlnnmento dell'uomo. L'ordine in– terno dell'uomo può coincidere, in una data epoca, col desiderio dell'ordinamen– to-<:ostf!IJZ.ionedi una nuova società. Il poeta come indicatore morale del proprio popolo Il potere religioso, che molto spesso si Identifica con quello politico, come ho già dett.o, è sempre stato protagonista di questa dura lotta enche quando sembra– va laterale. Le ragioni per le quali U poe– ta diventa un pericolo per il politico (poeta come ind1catore della morale del proprio popolo) sOno sempre quelli di cui parla Giovannt Villani nella sua «Cronica• a proposito di Dante: che per i suoi contemporooei 'bene Si dilettò in quella commedia di garrire e esclamare a guisa di poeta. forse in parte più che non si convenìa: ma forse il suo esilio glielo fece fare'. Dante non scrive cronache come il Vil– lani e accanto alle dolcissime poesie er– metiche della scuola del dolce sW nuovo più tal'<li aggiungerà, senza tradire la sua integrità morale, la violenza delle invet– tive umane e politich~. non dettate dallo odio ma dalla giustizia intema e reli– giosa in senso universale. Dinanzi a que-– stt numeri brucianti in eterno, gli esteti sono stati cauti mettendoli nel limbo del– la non•poesla. Più sensati poeticamente sono apparsi sempre veI"SI come "Trivia ride tra le nin!e eterne" che non tl vitu– perio dei pisani, il fuoco liquido sui fio– rentini, che bruciò per secoli la città gentlllsslma di Beatrice. La poesia di Dante ha creato sospetti, del nome stes– so della sua grande~ e il falso culto della sua memoria anche oggi non è che retorica, tanto pochi sono gli ascoltatori della sua umana Commedia. Ogni na– zione ha dei poeti che 5tanno sulla stes– sa Unea della clvlltA di Dante. Ricor– diamo Schiller, per 1 tedeschi, Shake– speare, per g.11 Inglesi, Molière e Cornell– le, per la Francia, Cervantes, per la Spa• gna, Dostoevskij, per la Russia; e J mo– derni la9damoll per il momento nella loro serenità armata nei diversi luoghi della nostra terra. I tentativi di distinguere, avvicinare o allontanare il politico e il poeta, que– sti due "tipi" delle società di ogni tempo. sono comunque valsi a stabilire una condizione almeno storica. Se io volessi aggiungere ai due sostantivi l'at– tributo "uomo'', aumenterei l'intensità specifica del poeta e ridurrei quella dell'altro tipo a uomo politico. mentre io per politico intendo il denominatore comune di una rosa di numeri politici, cioè legati tra loro da ideologie più o meno equivalenti. Nessuno ignora la funzione del poeta nella struttura della società esistente o in evoluzione. L'importanza di un Bau– delaire. di un Ma11armé, di un Rimbaud. come costruttori dì un "'modo" di vita nella compagine nazionale francese, e oggi più evidente che non ai contem– poranei. quando si poteva pensare che la Joro poesia non fosse che una sinuosa avanguardia letteraria, rifrazione di una lingua costretta a piegarsi a sin– tassi liriche provvisorie. Riconosce il Quasimodo a Roma All'Open Gate, la sera del 5 febbraio, è conuenura mezza Roma a ,aiutare 11 poera Saluarore Qua.rimodo Tl!duce gid non troppo d1 recente dalle onoranze .sloc– colmi ne e dc quelle mila• ne.si. li poeta ha ora in pro- ~~1~m.,";:ci~n d:u;:~pi~~i1J1~f: l'11alia alla Scozia, all'In– ghilterra, alla Grecia, a 1uuc l'America, dove è at– tesissimo e dove la c1t1d di Siracu.sa (USA) ha prepa– roro grandi fe.slt'ggiomenli che culmineranno con il con/er1menro della c1trt:zdi– nanzo onoraria. ln aprile anche Atene e .subito dopo Oxford, intanlo eh~ Ragu– sa, S1raeu1a. Catania e pa– re anche Palermo (Italia) lottano per avere in esclu– siva ufficiale l'onore dt averlo osp1ie, cittadino ono– rario e inr1to larore vwcnle d1 un cor.so, d'una piazzo, conferiranno la c1rrodman– za onorano: al poeto 11c1- liano, vincitore deH'ulumo Nobel in mezzo al perre– golezzaio italo-/ranc~se or– mai in lento .spegnimenlo mentre da oani parte del mondo civile ~engono a Qucuimodo riconoscimenti per l'opero .sua e auesratt d1 .simpatia. La mancare a.ssegnazione del mau1mo · premio ler.terario od altri esponenti dello cultura ita– liana, mancati la .sera del 5 all'Open Gatc in quella che avrebbe potuto essere uno giusta pacificazio ne dopo gli scatti nervo.si della pr1- m·ora, seguito ad aureolare Quarimod'o d'una luce di irregolaritd, di fronda che gli dona ben oll're le 11m– patia ut,iciale dei pallidi intellettuali, ma quella ge– nuina della gente minula, lettrice occa.sionole di poe– .sia, ascoltatrice di notizie dal mondo. La .serata all'Open Gate romano ha testimoniato questo inreru.se. C'era una vera folla, mo lta eleganza femminile. e molta genie non 1nv11atafuori del F1am– met1a, ad annu,are l'avve– nimento. Qt1a.simodo ha letto H di– scorso che tenne all'Acca– demia di Svezia fll dicem- bre 1959, inti1oloto • il poe– to e il politico •, qui inte– gralmenu r1porroro per la prima volta m Italia. A concludere la .serata, magi.srralmente organizza– ta da Anlonierta Drago e da Flora Favilla, gli orrori Rossella Falk, Giorgio De Lullo e R omolo Val li han~ 110 letto numero.se poe.sie dei Nobel italiano. Un incidente ha motn– menlato, tu! finire, l'ordi– nato andamento della bella mani/e.stazione: un riftetttr re troppo accostato al vel– luto del .sipario ha provo– cato un breve incendio, .su– bito domato, mentre in .sala avveniva. il parapiglia, 11 vedevano letterati olimpici e signore elegantiuime tra– .sformarsi in pecorelle in– .seguite dai lupi, deponendo la mOJchera civile e conte– gn.o,a per a.sst1mere quella folle dei Pf!rlonoggi di Hobbe.s. Solo Qua.s1modo (-•il poe– ta è ,olo•J è rima8tO in pal– co.scenico a gu..starsi l'im– previlto Intervento del fuoco. politico questa forza attiva del J>:Oeta nella società? Pare di si. e a dimo– strarlo b3sterebbero le varie forme di elusione o di asservimento degli uomini di cultura. qui sono costretto a ripeter– mi, nelle società di ogni tempo. L'inteUigenza creativa è stata sempre ritenuta un contagio mortale. Di qui le varie ragioni del mec:enatismo delle cor: ti medioevali - i premi cavallereschi 0 mansuetamente eroici. le intermina– bili florettature di madrigali - mece– natismo che si e trascinato fino alle soglie del nostro sec:olo, quando, in v'inù di una potenza riflessa dell'intelligenza: la borghesia costruiva il suo stato d1 libertà. Qualcuno potrebbe osservare. ri.. salendo nel tempo, che Platone, quale architetto di uno Stato ideale. escludeva da questo i poeti, come elemento di di– sordine (o di ol'(line. si dovrebbe dire. considerando la lorp possibilità di scar• dio.ire una società ordinata su basi an– tidemocratiche) ma l'ostracismo del fi– losofo non era che un'altra forma di elusione. Oggi il poeta e libero? E' libero, se– condo le società che lo esprimono, o il continuatore di illuminazioni pseuder esistenziali, il decoratore dei placidi sentimenti umani, o chi non scende profondamente nella dialettica del pro– prio te mpo per timore polit.ico o per ìnerz.io, Era libero. nel Quattrocento. per ese mpio. Angelo Poliziano, che in una delle Sran.ze per l.a Giostra dl Giuliano de' Medici con cautela fa andare alla messa domenìcale una ninfa confusa in mezzo alle dame secolari, ma non Leonardo da Vinci, scrittore di altro genio. Qui libertà assume il suo vero significato: il consenso, cioè. da parte del potere politico, consenso che per– mette al poeta di entrare senza armi nella società. Non erano liberi neppure Ariosto o Tasso, l'abate Parini 1 Alfieri, Foscolo: la retorica dei sacrificali li pone poi nel tempo fra i continuatori della voce dell'uomo che sembra gri– dare nel deserto e invece corrode la non-verità. La Resistenza è una sicurez• za morale, non è una poetica Ma. a sua volta, è libero il politico? No. InlaUi. sono le caste che lo asse– diano che decidono le sorti di una so– cietà e agiscono anche sul dittatore. Intorno a questi due protagonisti della storia non liberi e avversari (nel poeta comprendiamo tutti gli scrittori deter– minanti di una data epoca) circolano e si avventano le passioni e non c'è quiete che durante una rivoluzione o una guerra: la prima portatrice di or~ dine e l'altra di confusione. L'ultima guerra è stata uno scontro di sistemi. di politiche. di ordinamenti civili. nazione per nazione: violenza per ritorcere anche le minime libertà. Ri– compare un senso della vita proprio nella resistenza interna all'Invasore ne~ mica e familiare. Resistenza della cul– tura e dell'umanesimo contadino che "'alzò il capo nei campi aspri'', come dice Virgilio, contro i potenti. Da questo movimento armato si stac– ca. in ogni paese, una corrente cultu– rale non provvisoria. come pensano 1 conservatori delle ipoteche eterne sulla "immobile" civiltà. Insisto nel dire non provvisoria. perché il nucleo della cul– tura contemporanea (compresa la fller sofla dell'esistenza) è orientato non ver– so i disastri dell'anima e dello spirito, ma verso un tentativo di riunire le giunture spezzate dell'uomo. Non sarà oé la paura. né l'assenza, né l'indiffe– renza, né l'lmpatenza a dare al poeta la parola per comunicare agli altri una sorte non metafisica. li poeta può dire che l'uomo comin– cia oggi; il politico può dire o dice che l'uomo c'era e può sempre essere preso al laccio della sua viltà morale, viltà non congenita ma insinuata da una len– ta frana secolare. E' una verità che si nasconde negli atteggiamenti irraggiungibili della sa– pienz.a politica e suggerisce una prima conclusione, e cioè che il poeta può parlare soltanto negli intervalli della barbar1e. La Resistenza è una sicurezza morale. non è una poetica; né il poeta, dalla sua sostanza. governa parole per punire qualcuno. Il suo giudizio è di ordine creativo, non si formula in de– calogo per inventare ''vaticini". Gli europei conoscono a misura d1 questa Resistenza: è davvero la sezione aurea della coscienza moderna. Anche se urta, il nemico della Resistenza è oggi un'ombra con una debole legge: la sua voce è più impersonale dei suoi propositi. La sensibilità del popolo non SALVATORE QUASIMODO (conUnu& & parlna 5) Pag. 3 PER I SESSANT'ANNI DI. UN At\IICO DELL'ITALIA * HERMANN KESTEN o dell' antitedesc * Ci sono in lui due qualità che sembra110opposte, la tolleranza e l'intransigenza, il rispetto dell'opi– nione altrui e la saldez:a dei suoi principii * di H0il 1 ,I JIEil'TllRA 1·ECCIII Ml piacciono in Her– mann Kesten soprattutto due qualità che sembrrno opposte: la tolleranza e la intransigenza. Dico che sembrano opposte. e qual– che volta lo sono. La tol– leranza è il rispetto del– l"opinione altrui senza perdere le proprie: !"in– transigenza è la fermezza nel credere in alcuni prin– cipii che si ritengono ba– silari. Dirò subito che in Her– mann Kesten l'Intransi– genza è credere nella li– bertà e nell'opposizione a ogni forma di tirannia. anche del pensiero, ma specialmente politica. E qualche ,·alta può accade- re che tale intransigenza (egli chiama se stesso un moralista. perfino un rigo– roso moralista) lo faccia intollerante verso gli al– tri. Ma nella più gran parte dei casi Hermann Kesten ha il temperamento. la ca– ratteristica, direi quasi il genio della tolleranza; e perciò dell'amicizia. Non a caso uno dei suoi libri migliori s'intitola Meine Freunde, die Poeten: e mi domando se a questa ten– denza alla tolleranza, al– la cordialità, all'amicizia con persone di tante na– zionalità e origini diverse, di opinioni alle volte (tranne per il caso della tirannia politica) cosl differenti dalle pr oprie, non abbia influito. oli.re– ché la sua esistenza tra– smigrante di paese in pae– se, anche l'abitudine di la– vorare, di leggere, di OS· servare la vita per molte ore del giorno, seduto in un ca.Ué. Direi anche che quella attitudine ad essere tolle– rante. a capire tutti (ebreo d'origine, razionalista d'e– lezione, egli è rispettoso delle idee religiose altrui. d'ogni modo di vivere; ed è amico sincero di catt<r lici e dl liberali, di prote– stanti e di agnostici, di monarchici e di repubbli– c:anj) gli ha portato un dono perfino nello stile. nel modo di concepire un libro e di scriverlo. Her– mann Kesten è infatti uno dei pochi scrittori in lingua tedesca che non corra il pericolo della SchwerfiiUigkeit, della pe– santezza, dell'eccesso di compllcaz.ione, cosl nel nu– mero dei particolari per le descrizioni come nelle ar– ticolazioni della sintassi. La cleggerezza> è il suo dono; la brevità, quasi scattante, del suo modo di scrivere, è una delle qua• lità sue più evidenti. Da tali elementi, tolle– ranza e intransigenza. de– siderio di capire e legge– rezza, nasce la forma di arte più caratteristica del– la sua opera: l'umorismo. Direi anche qui che Her– mann Kesten, per far sprizzare il proprio umo– rismo, che è tanto più ef– ficace quanto più ha le ali della leggerezza, abbia bi– sogno non tanto di un av– versario reale col quale incrociare le armi della discussione e della dialet– tica, fino allo spasmo del– la satira crudele e magari tragica, quanto una speeie di schermo, che gli faccia da contrappunto e da op– positore, ma in fondo sia un povero diavolo, bona– rio e docile. Vedete l'ultimo libro Dichter im Café (Desch, 1959). che per me è il suo migliore. Quasi tutte le pa– gine di questo volume so– no eccellenti; e in special modo l'introduzione. le pa– gine finali dell'introduzio– ne. scritte a un tavolo del caffè Rosati a piazza del Popolo. quando tra un caf– fè e una bibita. il muover– si di una tenda o di una tovaglia variopinta alle scosse del vento improvvi– so. in un pomeriggio roma– no. pieno di sole. Il passare di una coppia d'innamo– rati o di una carrozza so– litaria, col vetturino mez– zo addormentato fn serpa, diventa come il sogno leg– gero e vagabondo - ep– pure vicino alla realtà di ogni giorno - della vita dello scrittore. tava. specie dei secoli fra '600 e '800. e sulla vita In– glese. Hermann Kesh n non si vale di personaggi– fantasma come nei caffè di Parigi o di personaggi più o meno veri come nel se– guito del lungo capitolo su Londra, ma gli basta il colloquio bonario e pro– fondo, amichevole e in– sieme distaccato. col ca– meriere e dai piedi piat– ti >, cosl vero e cosl fan– tastico, cosi immerso nella vita nebbiosa di Londra. anche nella vita letteraria (un cameriere che si ri• spetta, in un caffè lette– rario. conosce vita morte e miracoli di molta gente illustre) e insieme cosl di. staccato nella sua dolente umanità. Non somiglia questo ca• meriere vero e fantastico (uno schermo lieve d'iro– nia e a un tempo cosl im- portante pel itiuoco dialet– tico di Hermann Kesten) a certe figure ind.imenti• cabili di Enrico Heine. creature e insieme crea– trici del suo umorismo! a qualcuna. delle figure dei Reisebilder o delle Notti fiorentine o a quel tale personag,do che aveva un nome difficile come uno starnuto: Sc:hnabelewop– ski? L'opera di Heine è adat– tissima a capire Hermann Kesten. Uno studio criti– co. che stabilisse paragoni tra l'autore di Dichter im Cafi e quello de1 Reiae– bilder, sarebbe importan– te e illuminante: per !ar capire i carattE'ri di Her– mann Kesten, le sommi– glianze ma anche gli aspetti nuovi di questo autore nuovo. in confron– to n.l suo grande maestro. BOSAVEXTUBA TECCBl LA MACCHINA DELLA VERITA' * Clima di fa vola * di ELIO T ALARICO Si dice che. quando 1\1.ichclangelo scolpt H ritratto di G:uliano del Medici, qualcuno lo criticò dl~n :1~ gli e non gli somiglia >. e E eh! se ne accorged pm fra cent'anni? > sembra che rispon desse U grande artista: Michelangelo aveva rag!one., ades.so ha torto: n t.empo 9l è Incaricato di smentirlo. Basterebbe una fotografia di Giuliano d ei M ed!cl. magari un'!st.-mt.3· nea. per dirimere qua! sla.sl dubbio: la somiglianza è un fatto reale, documentabi:e scientificamente.: la trasfigurazione - talvolta. se non sempre - un tra· dimento. Noi che, ben conoscendo l'esistenza di un rapporto tra l'arte e Il tempo in cui essa nasce, an– diamo a ricercare 1 germi della rivoluzione francese nella No uvelle Eloise e ne1la Religieu.re, non sal"Cln– mo forse p.lù tranquilli se potessimo vedere alla mo· viola un cine giornale del 14 luglio 1789? D'accordo, dl tempo è figlio deU'Qrtc e non viceversa, l'arte deter– mina I fatti umani, l'obbiettivo 11 flssa soltanto fred– damente: e poJ, ciò che è solo cronlstico diventa trop– po presto anacronlsUco; ma· chi ci darà l'Immagine precisa degli stati d'animo e del costume contempo– raneo, Hemlngway o lo SPUtnlk, Quasimodo o Leika? Se il romanzo dev'essere, come noi pensiamo, una documentazione quanto mal esatta della società che esso intende t1proch.UTe (trasfigurandola), Voltaire, =:al~~~ ~n~el~ei~i ri=o~~esi~~ più il narratore è pre90 nelle panie della aonaca. A un certo momento diventa perfino as.,urdo lmma• glnare una persona seria che, brandita la penna a sfera o battendo i tasti della macchina per scrtvere, inuenti una vicenda di fantas!a: quando, attorno a lul. il mondo è pieno di fatti strani. poco probabili, fnverosimil.L e Che cosa c'è, per me, di più fanta– stico della realtà? > si domandava il solito Dostolev– sch.l: e l'atomo era ancora intatto, In cielo volavano solo i pennuti, delle moderne diavolerié' non si par– lava. Dice; ma l'uomo è sempre lo stesso. Non è vero: che cos'hanno 1n comune fra di loro il e signore con bombetta~ di quarant'anni fa e Il pLlota d'aerei supersonici? la signorina di buona famlgUa 1914 e la hoateu 1959? U ballerino di valzer inglese e li fana– tico di rock'n rOU? Non cambiano solo le generazioni: an~e g:u organismi sono diversi e, com'è logico, i sentunentl. Ma ne teniamo davvero conto? Per fortuna, veloci che si vada. il moto perpetuo non è possibile e, a un certo momento. ci si ferma: la perfezione mecoanlca avverte il proprio vuoto e sùb!to corre a1 ripari: fotograija e cinema tanno con· correnza alla pittura, Jl mondo aproopettlco non basta più. QualCWlO (Anton Giulio Bragaglla, 1924) si do– manda: che cosa vedo, con la coda dell'occh.!o~ quando, passeggiando sopra un marc:lapiede, getto un rap~do sguardo dentro la vetrina di un negozio? Oggetti 1n movimento, senza dubblo, oggetti anlmetl e interpre– tat.l dalla mia retina e dal mio sta.t.o d'animo. J>o6ta cosl la domanda, Bragagl!a parte all'assalto delia prospettiva: e spreca lastre su lo.stre. melrl di peW· cola, fiumi di svlluppc, per ottenere la fotografia, mobile., di 1.m ogge tto Immobile. In campo scientifico, qualche anno p.lù terdi, avverrà qualche cosa di si– mile con la stratigrafia: e oggi il corpo umano è sezio– nato dall'obbiettivo, diviso in plani prospettici, resti· tuito alle sue tre dimensioni. Alt.ro che somigllanza e armonia: adesso la posta :in gioco è molto più elta, anche se il gioco tende all'inflazione. Naturalmente, se vogliamo dar retta a Bacone secondo ll quale e non c'è bellezza che non presenti qualcosa d'anormale nelle sue proporzioni• la vita d'oggi, anche se fiabe– sca, è tutt'altro che piacevole: è piena di squilibri, dJ trabocchetti, d1 contradd.izionJ: d'alt.ronde è risa– puto che il sogno può tramutarsi molto spesso in !nC\.lbo. Vorremmo, per cosl poco, rinunciare alla !avola? Gli uomini nati al principio del secolo non si ren- e:~a~%J!~~}~~s~~'":~ ~ :ti,~! Ma soprattutto sono bel– le, in questo libro, tutte le duecento pagine su Lon– dra, che formano come un blocco compatto. E ancor più belle, e forse le più felici di tutto Kesten. le pagine iniziali del capitolo londinese, quando, per di~ scut.ere stùla letteratura del paese che allora l'ospi- in cui furono Inventate le scarpe, l'essere umano ac– quistò un nuovo organo di locomoziooe a cui non p uò e non deve mai più ri.nunciare: poi vennero le aut.cr mobili e noi, della generazione-prima-guerra-mondia– le, vi salimmo cop un certo timore: i ragazzi d'ogg~ al contrario, si può dire che n-ascano in automobile, ne conoscono tutti 1 segreti, hanno acquisito quest'altro organo, questo nuovo diritto. Ecco l'errore che molU, troppi, ancora commettono: d! credere che la genle venga aJ. mondo - come una volta - nuda e sprov– veduta di tutte le magnifiche inven~oni fin qui rea– liz:z:ate: ed è proprt!o in questo momento che piena– mente si giustifica la raziocinante follia degli artisti moderni. Ricordiamocelo bene: l'uomo nasce vestito, calzato, a bordo di un'auto veloce, ha per occhi due camere televisive, per orecchie due grosse antenne radto: se parla la sua voce è registrata, se scrlve le sue parole vengono trasmesse a dlstaru.:a per mezzo d_i ~a telescrivente, tutto in lui è automatico, pen– s1en, calcoU, ambizioni, sogni: sogni da realizzare in men eh.e non si. dica: viaggio nella luna? Viagg:.o nella luna. Crociera estiva interplanetaria? Crociera esttv~ interplanetaria. Nie:nte è 1mpossib8e, niente - perciò - gli verrà negato. In fondo, JQ 6er,a risposta d1 Mi chelang elo (• Chi se ne acoorgerà tra cent'anni?>) a que.st, I. chla.Ii, di luna ba tutta l'aria dJ una sbruf?onata. ELIO TALABICO

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