la Fiera Letteraria - XV - n. 1 - 3 gennaio 1960

Pag. i Domenica 3 gennaio 19ii0 DAI "BESTIARI,, E DAI GL,,1DIATORI AL "RUGBY,, E AL CALCIO SOTTO L'EGIDA DELLA GLORIOSA CASA RICORD[ * PSICANALISI DELLOSPORT * di B.4.RTOLO.flEO ROSSETTI Dizionario della musicae dei musicisti * cli EUILIA ZA1\IETTI Da. qualche anno in. qua i ne come opera scientifica in ratteri in corpo medio, picco- abbondano gl'interpreti: nu- dà qui semmai nel criterio di dizionari musicali si vanno più volumi. analoga all'enci- lo e piccolissimo ammontano merosi sono gH editori e I principio di aver voluto alla moltiplicando. In campo in- clopedia < Die Musik in Ge- a 1155 e il volume s'avvicina critici; e i composi1ori rnfine, informa2ione far seguire lo ternazionale a numerarli non schichte und Gegenwart,. in piuttosto al 4• che ali'&•. Re- ricorrono a mialiaia, accolti apprezzamento estetico: cri– bastano le dila delle due corso in Germania. Caduto il sto quindi, ammesso per le· senza di.tcriminazione di ten- terio che non avendo potuto Il meccanismo psicologico Tutti gli slon.i di una squa- mani, giacché tra L'u.scita primitivo progetto, ne ha pre- cito, il solito sistema della den.za, di epoca, d'età, anzi sfupgire all'altro della brevi· per_ cui intorno a due av\'er- dra, m fatti, sono concentrati della quinta edizione del Gro- so il posto per ora l'opera lettura sondaggio. Prima di mag ari largheggiando verso tò, si e tradotto sovente in un san che si battono c'è sempre nel penetrare con la palla nel- ve brilannico (1954) e la do- divulgativa odierna in. un vo- dar conto della quale, si ri- pii estremi: i defunti da mol- tono superficiale e giornali· ~t~n~~~o~ohedia~~~~~~o O ,,~~i!~: ~e:i:rtaco~~ n:clt;~~aft~att:j dicesima. del Riemann. tede- lume, compiuta da un gruppo leverà che il terzo elemento ti secoli e i viventi delle ulli- stico. Ma la giustificazione do alla sfida. è sempre lo castello gli attaccanti cerca- sco in. corso. essi stiperano redazionale di cui il diretto· distintivo in apertura di li- me leve, con probabile etJerto esiste anche per questo di• stesso dalYetà della p iet.ra ad vano di !orzare la porta con ormai la decina. Cir_ca poi re Claudio Sartori non è a bro e la brevità delle •voci•· di sorpresa presso i giovanil• fetta d'ecceuo. Nessun pro- ogg1, e dagli Orazi C11r1a:-1 alla una palla dt pietra o di me- quelli ilaliani il fenomeno non caso, con i suoi 47 anni, H Nel caso presente, indice che simi, ancora abbastanza mo- felsionisra ammetterà di chie· Roma-Lazio. tallo, gettat.a da una macchi- solo si accentua proporziona!.- membro pili a11ziano. Occor- esse debbono essere numero- desti da non pretendere di dere a un ~i::ionario se non P!;r:~i~ v~:~lachc~~,i~ftz~~t:~ ~~li~ ~~ b~a~!nt~~~t~rfdf !a1: menre, ma risulla pitì. curio- rendo dei giovani a conlem- sissime; come poi risulta diritto a tanto onore. lo strumento per verificare i piedi degli spettatori. al po- cio si chiama cannoniere. so. Sino al '39 circolavano edi- pera re serietà e spregiudica- quando si comincia a verifi- Si ag,giungano le cosiddette una cro_nologia, per controlla- sto dell'erba, e cresciuta l'im- Il ~ampo, dunque, è un cam- te in Italia. solo due opere del rezzo nella misura necessaria care che conlenga il Dizio- voci varie, non scarse (tra re un termine e una biblio- palcat~ra d1 uno stadio,. pr1- po di battaglia, delimitato da genere, apparse entrambe la. per portare a buon fine 1rna nario. cui ciltà e nazioni viste sono grafi.a in breve tempo. Quello ma d1 legno, poi d1 pietra, linee convenzionali. che non prima volta circa una ti·enti- impres11 ardua e inoltre orga• Per il seuore lessicale sta il profilo musicale) e riuscirà che l'opera in questione è ma la folla urlante, scatenata . .si devono superare, come non na d'anni addietro: cioè il niz.zala in. ,nodo che le criti· di fallo che quasi tutti i ter• spiegabile perché di fronte a pronta a fomire tiantando ge- • ! 1 1 ~~~~ 1 :a~ 0 : 1 ~~t 1 ~h:u~~~d~== ~1n~e:~;t~.sl~ercaar~ i dct~'\~ 1 0 ~~ Diziona1io di musica di Del- che possono ricadere su wtti mini musicali vi hanno la lo- tanta larghezza d'ospitalità ci neralmenle su quei punti il niere hanno cercato di creare finamento,. la squadra in di- la Corte e Galli e il D!ziona- e le lodi, invece, disperdersi ro brava definizione. I recen- riesca difficile fare la faccia merito dell'accuratezza e del- intorno all'individuo. è sempre !etto subisce li.a sanzione. La rio universale dei musicisti (1iessuna •voce• è firmata, ti e i recen.lissimi coesisto- dcll'arme alle esclusioni e m- l'apgiornamento nelle notizie. identica a quella degli anfi.- stessa terminologia cavaliere- dello Schvaidl, i Quali, essen- mentre in testa al Dizionario no con i remoti; quelli en- tenderle altrimenti che delle Viceversa H cosiddetto gran teatri romani o degh stadi sca ~ è conservata in altri cle- do l'uno enciclopedico o ge- sono elencali oltre al diret- trati nell'uso negli ultimi an- dimenticanze involontarie, pubblico si considera defrau- olimipìci g~ci. menti del gioco del calcio, co- nerale, l'altro soltanto biogra- tore, i sei redaltori e i due ni si alternano, secondo l'or- dovute probabilmente in lor- dolo se nella stessa sede oltre c~~tiv~n co~~c~I i1f!i_~~t!nch: :,1;; 0 ~~- f~l~o c:v~t:r,: 11 !~i:nceo~~ fico, valevano in realtà per revisori). dine generale alfabetico, con ga parte all'urgenza del fati• alla vita, le opere e quanto se ben diverso dai racca- metteva una scorrettezza O uno nei Tispettivi setfori. E Se le Tece11sioni scarsegge- queUi che ne sono uscili da dico • si. srampi •· Sempre in è stato scritlo degli artisti, p~1cc1~nt1 spl!ttacoh •.dei gla- un 1n!raz1one alle rigorose Felice Ludo, 1 isi: • Ritorno dalle corse• nondi.meno sembra bastasse- ranno non sarei, infatti, i! ca• poco o da molto tempo, o che tema di critiche neppure ci n_o~ne ~rot·1. i c~~notah ~s!e• dtat?ri e dei « bes~1a.n » ro- 1r~gole della .~giostra.~ me- blico. <'io~ il coro. a cui ra dal bizioni. solo ora la tensione ro. Nel me~tre, sempre d~~ so di formahnarsi. Si sa c~e v-i sian no di straforo, appar- se,.nbra opportuno porsi a· t1c1 .. E 1 .orig1nah 1 _a del O1uo: mani, 0 per 1 non an~are tanto d..oevaJei vemva pumto dal muto deuteragonista l'arbitro. produce la scarica piena co- 1954 ad oggi, ne sono usciti il merito di questa categoria tenendo alla 11wsica leggera. spigolare gli argomenti per nano R1cord1, giuntt che s1 ~f~~a~~3:gd;~ 1 ! s~n~~;n°;:s;i;; ~iae s1 ro d, ca'!\P 0 , esattam':'n: Fr~ _1"arb1tro e il pubblico si m e il temporale prod~c il altri cinque. di libri si misura alla distan- Per spiegarci con esempi: la discutere se questo o quello e al punto di tirare ~e som: .. rugby. americano, la folla d1scci~ti~a~Jg!i~n<t;~~W~e d~~- st~bilis~c subito u~a. 1:or.r~n.tc tuono, e l'urlo immane _pro- Ma i tempi cambiano anche za. via. via che con l'uso si greca metabole e la medte. siano stati delucidati a dove- me su qu_el che cont.ien.e. ci è l'elemento dialettico indi• l'arbitro. di di_Hidcn.za e di mrmicma. rcmpe dal mostro. scatenan- in questi riflessi. E lo con- scoprono utili. Ovviamente vale prolazione, come l'attua- re. A parte Lo sfoggio di per- sembra s11a proprio nel! arer spensabilC: perchè le _duesqua- L'infrazione pili gra,·e che ~~ ci~ ~~~ 1 ~~~ 0 P~n·aft~~o~~i~ dosi iQ tutta .!a s_w1_potcnz~ fcr'.na l'ultimo .a:rivatio. Ci ri- solo un mostro o. un ~obot 1:ssima musica elettronica o sonale erndizi?ne, _non poco attuato la formula di « a cia– dre degli av':'ersari. possano un giocatore possa commette- l'urlo rabbioso di protesta e di ..Qoaaaa.allll ..... Mmut~ e m. 1- feriamo al D11.10narlo della potrebbe leggere d1 segmlo e lottoce.ntesca cabaletta e I? uggioso per glt allri, a t:oler- sctmo il suo , ovvero, in fon– ~~~ p~~?tsi::~de~la r~n~~~~ir: re ~ ~occare la .palla con ]~ c~ndanna del coro ,·en;o la 0~~ 1 · ils~o~~:o n;r~n~~~~r s~~;~ musica e dei musici~ti. d?- P?· controllare pagin°: p~r .Paf!i.•folklOns.tica bégu_me. f'!é Il Si cava:e ~uesto gust~ le re- do, • la mu~ica per tutti .• a/– mandarl a ch i da una parte mb". 1 in area di .rigore. Qui v1tt1ma . desi1:mata .. Con:ie la sfatto e gongolante battendosi co entrato 11el!e librerie rn na con la tempes11vtUi richte· sondaggio ha esito diverso censiont nescono fac1lmen1e frontando i rischi che sothn• eh\ dall' alt.ra del campo. abu'amo dte tabù. _tfcare J~ paB_a è 11 _ca~ro esp1at~r10 per il petto possente. c~mc un di- bella i:esle tipografica sotto sta dalle convenzioni giorno.- passando alle voci biografi• esorbilanti e soprattutto va· j I d . lt . Una partita dì calcio s_enza ~~ 0 ~/ 0 ~one c~a~\ 0 ~ 0 asieapu~ 1 giocaton,...larbit~o // 1 ~- nosauro che ha sconfitto il l'egida della. Casa Ricordi. lis1iche simili condensali di che. Oltre agli incontri in- ne, ogni dh:ionario anche ec- 1 ~n e a.ssi;me,. pe; ro at J:!Ubblico, alla stregua d1 un d!r~. ~o~c ci siano ta~te proi- ~~os~;;~ 0 t)\~ 0 ~~~ :i °re~der: suo nemico. Chi ne conosce_ la S!Oria,_ s~ sapere a sche~ge: tanto più consueti con qu°:lche jaz:ista, celiente offr!!!'done ma!eria: vantaggi. ante e e senza. hbro S!!J.Za lettori O di una b1z1om e tante cose da non sela con qualc:,uno qJando le BARTOLO:\lEO ROSSETTI che esso fu previsto 111 or1g1- Quando le pagrne fitte di ca- coreografo, regista famoso, li punto prn vulnerabile St E:\111.,IA ZA.\'Erfl ~~~m::.;:bbese~;;ion!peJ~at!:/: rare come n_elca.lcio. co;e vanno male ·per la sua stere. La disciplina, l'esercì- . Ma perchc mai la J:?allanon squa?ra. zio quotidiano, l'allenamento s1 deve toc~are proprio con le . q11 _1mpr~pcri. ~e offc~e. ~e continuo, Je astinenze periodi- mani. peggio <:hc se a,·esse la. ingiurie p1u atroci che I arb1- che dai principali piaceri del- peste bubbonica? Quando 1 tro. volente o nolente. è co– la vita che fanno a volte del g1ocator1 corrono dietro_ come stretto a subire da quel Bna– ;:tiocato're di calcio una specie segugi alla sfera. d1 cuoio e la r~o dal!~ mille e mille brac– di anacoreta, sarebbero assur- prendono . rabbiosamente a eia c.he ~ la rolla. fanno par– di. paradossali. Jn realtà .i.I calci._ !lori e chi non _veda la te _d, tutto un_ quadro p.s1co– fascino enorme che il gioco mrehc1ss1ma sorte d1 quel!~ logico dcjitno d1 essere studia– del calcio esercita su milioni pove_ra pal~a: ser'!lbra che Rh to a fondo con estremo inte– di indh•idui in tutte le par- atleti la d1sprezz1no fino allo resse. La psicologi~ della folla ·fa:c~~ i;~~~~~grcaou:bb~s~a~:; ~~i~e Jf~~c:rla ~~~ 1: 0 ~:f. ~a~t:t~i 0 f~:i~~i d;tu~~::i e~: chiaro, e risponde a una pre- ~a solo buttarla via con 1I che ha~mo. pesato e ~aluta~o cisa legge di compensazione, piede, come s, farebbe con ~n I~ reazioni. _ma la psicologia giacchè il modesto uomo della rospo o con uno scara_fagg10. oella_ roUa d1 uno stadio è su– strada, troppo grasso O troppo Come 1I pesce non s1 deve S!!e111bile d1 una indagine par– magro, spesso pieno dl ac.- toccare col colt_ello, nel gala- t1colare e pr~gnante, che può ciacchi, di reumatismi. di guat, teo del calcio 11 pallone non svelare I piu inhmi segreti subisce il ,. transfert •. come si deve. ne,nmeno ~fior~re con 1:ieJla psiche umana. ifsi~ic,~e:~o 1 1•:~~~~ di~ P~~~~~~ ~ti~~~,iJgr~~e!~to gi:a°gi~:. i1 c;!li~a d~is'3ie~~a s~ 01 ~i ,-~~! verso il giocatore agile e for- per cui 11so.Jo toccare la palla cosa sono capaci i tifosi quan– te, che compie prodigi di va- con le mam potre.bbe pro~u- do .si tratta di. sostenere i co– lore, strappando grida di cn- rare s,•entura al giocatore m- lon della propria squadra. Ccr- 1.usiasmo alla sua sviscerata cauto o distratto, e alla sua to il Palio è un caso limite. ammirazione. squadra. 01a in tutti i modi il .., tifo,. li •tifo,, naturalmente non Nella cosidetta magia di ~ ~a valvola di sicurezza degli è cosa di oggi. Gli antichi contatto è comune credenza 1sh.nti primordiali del branco. Greci facevano il tifo per i che un amuleto, o un oggp:t- i quali. sé ad un c erto punto campioni _de-UeOlimpiadi, e i to. o una persona. quando di saturazione n.on trovassero loro stadi erano grem1t1 d1 vengo~o a contatto con la ma,- uno sfo,iito.scoppierebbero nel– :Colll entusiasta che acclama- no d1 qualcuno. trasmettono al pazzia. nella distruzion'e. va a "'ran voce ·i ,·incitori del- 1: loro potere benefico o ma- nella guerra. ~~I gd;r:codie ~eli!· v~:~e I~~~ ~eiic:. !et~i~o hle1 1 ~~f~. t;; e l}n!~:ss~r~:a :u~ncir:!~~~~: petizioni 'allora in voga. E i quasi c,ertamcntc ~egli ag- umano: ia gente. ha bisogno, poeti, cosa che non succede ganci. sia pure indiretti. con periodicai21ente, di scatenarsi. oggi nelle gazzette dello sport. il mondo magico antico. se- di urlare. di evadere dai si– scrivevano carmi e liriche per condo, cui un animale, o una curi binari della ragione e i campioni. persona. o un oggetto, soprat- sconfinare nei Jiberi pascoli I Romani poi erano dei ti- tutto con una forma cosl uni- dell'inconscio. Il tifo è ìnsom– fosì arrabbiati, capaci di tut- versai.e come la sfera. è tabù, ma lm benefico surrogato del– ti gli eccessi. I gladiatori era- non s1 deve toccare: sulla pal- la guerra! Solo cosi l'uomo no veri e propri professioni- la. come sul capro c~p!a.rorio. riesce a mante_ncre quell·equi– sti, come i nostri pugili, ri• sembrano scaricarsi t.utt1 1 ma. librio n.ecessario ira educazio– conosciuti e ben pagati. at- h della comunità. che vengo- ne ed istinti primordiali. che taccatissimi al loro mestiere no respinti a calci nella porta. garantisce la sicurezza e la cd ambiziosi di riscuotere il cioè nell'intimo recesso della vita stessa della comunità. favore e Je acclamazioni del comunità avversaria da con- li gioco de.i calcio. settima- pubblico e delle autorità. tagiare. na per sctt1mana. riesce a Cosi nel Medie"o i giochi Non si potrebbe spiegare al- svoliz:ere questa sua funzione delle ~giostre•, in cui i ca- trimenti il travolgente e fa- equilibranJe: sulle gradinate valieri bardati di ferro si di- natico entusiasmo dei tifosi. dello stadio la lolla. come un videvano in squadre e sce:n- quando la squadra de.I cuore enorme poJipo nero che cir– devano in campo sfidandosi a riesce a far entrare quell'esse- conda con le sue ventose ur– spettacolari lenzoni, erano ve- re odioso che è la palla nel- lanti il vc_rde campo da g10- re battaglie in miniatura, a l'in,•isa porta nemica! co. ondeggia. si contorce._ spa– cui 11 pubblico. assiste\fa ur• A questo elemento magico. s1ma. urla. e ,u povero arbitro. l:lndo e .parte~giando chi. per nel gioco del calcio, se ne po- tu~to so!~ con'.ro ques~o ~ostro 1uno, cht per I aH-ro campione. trebbe aggiungere un altro dai mo':1ment1 a:i1ebo1dal1, de- def~a~l~~.~~~~1e:u~~a 11!·~:~fl~! fr~Z:diai!~~damentale: quello ì'.!te~~1 :r~;oe.n'd~u~~r:;~:;i~~ del Rinascimento, antica _o La palla deve ..,violare ... la che affiora da. quella voce pos: ~~:=~n~eii~ro:i~~t;a m~:di~:~ porta ayver~aria. dev 1~ ~n?ai ~\u~~o~m~p~en~ 0 d~;ti~:e ci~ :i!e bèa:e.m:s;~t~cr; ~::~i~!~ ~:n:1r:11t~e1larz=~~e:r! ~~~: ~:~~;ic~e i~s1ft':a1~~'.t;t~r ~i ;iiÒ Jogia di questo simpatico sport ~: dopo l~vcr tt~upra~o ~~ 1 riferiti alle sue presunte d1- ~cr;d:cJ~!!d~t:et g;a~~;~ifl m~n~~t~~~t~ l~ud~!e~~ d~ qu~= sg;~~ie1~ 0 f~~~al!. il campo da ~~ ~ao1!1pi~ i~ p~~~~· t::;~, ~!ap-;gg;i~n~~i'egr:'fi~.pr-eservare :ti;i~ss~ ~~!:!it~~~ ~l~~r~::r~:;,i; che forma l'attacco, diviso in Il giocatore che, è nuscito. a alterna~a. un dialogo fatto .di un ce11tro-attacco e due ali; fare goal alla porta contrana. ondeggiamenti e di sospiri c'è poi 1a seconda linea o ,ne- le ha tol!o il bene più geloso, sommessi. di scatti e di bron- :ia/~fj0~a / 1er;~e~;i:~~ i c~e;zd\~ :::t~re~~~~i~!~ti.i!endcva con ~o~!is!f:dii'noco::;iedi~1g:so:~:{: fende la porta della fortezza Ma il protagonista vero. es- Purlo finale: Goal! Solo ora o del casteUo dagli assalti de- senziale. in una partita di cal- la corrente passa senza impe– gli avversari: il portiere. cio. è e rester¾Isempre il pub- dimenti. ca<1ono tutte ie im- SCRITTORI IN PRIMO PIANO ANTONIO SECCARECCIA: La partenza Era 1.m freddo mattino di febbraio, con la nc\'e sulle mon1agne e un vento del nord che spazza,·a i campi deserti. Marco dopo a\'cr guardato il cielo disse: e Saranno le cinque, ora vado•· Sua madre prese lo scialle dalla sedia e si avviò verso la porta. • Oo,·c \'ai?• chiese il ragazzo. .. Con 1e, ti accompagno fino alla corriera• rispose sua madre con un sorriso. • Lascia stare. Scn1i che \'cn10? • disse il ragazzo. • 1 on ho freddo• meni\ sua madre apren– do la porta. • Re.sta a casa • insisté il ragazzo. • Se tu mi accompagni e poi mi sca.:-tano :illa visita, la gente riderà di me come fece con Alessio•· • Mai ragione• rispose sua madre rasse– gnata. Poi disse: • Va' allora, la Madonna ti accompagni a ogni passo che fai "· Marco prese la valigia legata con lo spago e uscl nella strada battuta dal \'Cnto. Era pentito di non a,·er risposto alle parole di augurio di sua madre, ma pensò che nes– suno. neppure una persona istruita, sa come comportan,i in simili circostanze. Fuori il paese, presso la sua casa annerita dal (umo che usciva da una finestra, Gcn– r.aro Turchi si stava preparando per il so– lito ,•iaggio a Sessa. do,·c si rcca,·a tutti i sabati a caricare sale e tabacco per le ri– vendite della valle. • Ehi, dO\e diavolo \'ai a quest'ora?• gli fece il \'ccchio, sbirciandolo alla fi oca luce della lanterna che pende\ 1 a da una stan.za del carrello. • Parto• rispose il ragazzo. • Ho fatto domanda di arruolamcn10 nella Poli– zia cd 01·a vado a Napoli per la visita•· • Bra\'O, fa' buone cm,c, allora• disse il vecchio, e raccolto il fieno che era per terra davanti al ca,·allo lo ge1tò sul carretto. ca,allo. Quando il carrcth) fu scomparso ol– tre la cuna e intorno si fece ::.ilenzio, Marco si chiese se la sua ,,ita sarebbe cambiala, o ~e anche lui era destiri,ato, come i ::.uoicom– pagni, a , h•cre e morire come un albero in mc7.70 alla terra. senza ,·edere cosa c'era dietro i monti e le colline che chiudc,·ano la , alle. Da Mignano, ,·er::.o nord, si udi il fischio di un treno, e subito dopo una densa nube di fumo biancastro cominciò a ::.alire ,cr~o le colline. Qucs1a era la seconda ,olla che Marco anda\ a in città. L,. prima \'Olla c'<.ra ::.ta10, gr:ui:s, nel '34 con quelli del fa~cio, in (.,C.Ca– sione di una \'isi1a di Mussolini. Ma di quel suo primo "iaggio ora egli ricorda\'a poco. e si chiedc,•a che impressione gli avrebbe fatto il mare, che ira le cose allora , i:.1cera quella che lo a,·c,·a colpilo di più. Quel giorno erano quasi 1ut1i ragazz.i e fecero il , iaggio in carri merci, chi seduto con le gambe nel , uoto e chi in piedi appoggiato alle :sbarre. Napoli, il mare. A Galluccio ne parlavano come di favole, perchè nessuno, ~ah•o poche eccezioni, si allon1anava mai ol– tre le colline, In verità il mare era anche dalle loro parti, in fondo alla \'alle a sud, ma per un ragazzo era diflìcile arrivare laggiù, e scoprire, finalmente, 11 mistero d'una \'aia s1ria1ura a1.zurra che tutti chiama\'ano la •marina•· La \CCChiacorriera di Giulio Costa. che da o!trc dicci anni face,·a il servizio di posta ira S. Clemente e Mignano, era quasi n:ota. Oltre a Giulio, proprietario e au1ista, c'erano solo cinque persone, che si recavano al capo– luogo di m:-mdamento per una cau!>a d'inte– ressi in pretura. Giulio, col berretto a ,·i:sicra :,;ugliocchi, fuma,·a tranquillo la ::.ua pipa di terracotta dalla cannuccia ricurva. • Buongiorno a tutti» disse il ragazzo salendo. raccoglic\':mo le oli,e col lcn1,uo10. 1anto le piante erano cariche.•· • Mah, tor:.e ancl1e la terra imecchia • conclu::.c Giulio trbtc, e tolla~i la pipa dalla bocca la ba11é con1ro il finestrino per far c:tdcre la cenere. Quando anh arono a Mignano era giorno fatto e il -.olc tingc,·a di rosso l'orizzonte. •I cinque passeggeri, che 3\ e, ano :.onnec– chiato durante tutto il \'iaggio, entrarono in una piccola osteria, do,e a, rebbcro at– lc~o l'ora di apertura degli uffici. Giulio si mi:.e il sacco della posta sotto il braccio e si a\'\'iò ,crso l'utficio po~1alc, situato ~ul lato opposto della pia7.7,a, • Aspellami q:ii. torno :.ubito • disse a Marco richiu– dendo lo sportello. Il ragau;o a.,'C,·a freddo e per riscaldarsi appoggiò le mani sul co– fano del moforc. • A ca~a la mamma an-a ~i.l acceso il fuoco• pcnMl guardaodo in dirc7..ione di Galluccio. • Tra poco si alzerà anche Tina e scalderanno la polenta per la colazione•· Giulio tornò poco dopo e sedette pesan– temente al ~uo pos10. • Andiamo. alla ::.ta- 1..ione ci riscalderemo da cristiani • disse. Poi ~bloccò il freno e la. corriera si a\\'iò lcntamen1c, a motore spcnlo, 1,cr la strada in discesa. •\Ila stazione andarono a rifup:iarsi in bi– '1,lietteria, accanto ad una stufa di ferro accesa da.I fcrro,•iere che a,·e,·a fatto il 1umo di nollc. Giulio, dopo essersi riscal– d:ito. riempì la pipa e ci schiacciò sopra un carbone rosso preso con le mani dalla bocca della stufa. • Perchè non andiamo a bere qualcosa?• chiese alzando~i a Marco. • Ho lo stomaco lrcddo •· • Andiamo, però de, o pagare io che par– to• rispose il ragauo guardandolo. 1llusic,ilit,ì tlole1ite * di ALREllTO BEl'ILACQUA. Abbiamo inconrraro per la prima volta Seccareccia a Frascati. una. sera d'inver– no ventosa. rig,ida, in occasione di una bicchierata alla buona che aveva smos– so. da Roma. anche Giorgio Caproni. H carabiniere Antonio Seccareccia. con un'affabilità umile e sommeuo che con– trastava un poco con l'auroritario color nero della stia divisa. ci parlò di. sé. dei $UOi inreressi letterari, dei ~uoi progeui. sca11. alcune poesie su ... La Fiera Lt't- 1crana ,. rini come un di1ale. . • Alla tua :-a Iute• fece Giulio sol!e, ando il bicchiere, poi bene d'un fiato. • Alla \·o,;tm • rispo~ Marco, e mentre ri– metteva il bicchiere ,·uoto sul banco disse: • 'fon crcdc\'o chi! l'anice fos::.c ci::>:-.1 buono. ..Sa di vino vecchio•· • Bra,·o • disse Giulio. • Il ,ero aniC'e si fa ,olo col vino . • • ~e be, etc un altro?• chic:.c Marco. • Sta– ma11ina fa proptio treddo•. • \ olcnticri • nspose Giulio con un sorriso. • L'anice è il liquore che ,endo di piiJ • dis~c la donna riprendendo la bottialia dalla mensola. Giulio e Ma1·co bc,.-ero in I retta il :.e– condo bicchicnno c w,cirono dal bar. Al ri– tornò alla ~,azione il 1rcno era sziJ.pronto L \!arco foce appena in 1cmpo a prendere la i.ua , aligia e salire. Giulio, dopo a,·er$:li ! ~i; 1 ~a~ape'":1t~~~•oi:o a~:gfft\~~~ Jf~~s11i!!! nera. >\\e\·a il berretto sulla nonte e con la destra stringc,a la. pipa, da cui u::.chano nn\'Olcttc di fumo azzurro che il \·en10 :.u– hito disperdc,·a. • \ua:l1ri• gridò a Marco quando il con• ,oglio si mo~,;e, ed entrò in frella nel locale. li 1reno era poco affollato e si ::.tava bene. Marco sistèmò la \ aligia sul bagagliaio e uscì nel corridoi.). • Quc::.to è il mio primo \'ero \'ia~gio • pensò guardando gli alberi .:'he fuggi\ ano all'impazza:a in sen~ con– trario a quello del com·oglio. Prova\·a una strana ::.ensazione nel sentirsi trascinare co!>I all'indiet ro, a qu~lla ,·eloci1à, e si mbe a conta.re gli an'-iti della locomoth a. Era bello , iaggi are in treno. do,·unquc rosse, ma per lui tutto dipendeva da\l'e:.i10 della \fisita. Perchè ::.e lo ave.sSCroscartato, i suoi ,•iaggi, quelli di tulla la sua \'ita, li 3\'rebbc contati ~..illc dita di una mano. Poi tornò nello scompartimento e si mise ~cJ~~dl~~c u 1 ~m~ 3 ~~IÌ~~in~~~~~:~a~ ~~i tf~ alto dai capelli brizzolati. Marco lo auardò e pensò a suo padre. Ecco, quando egli si ricorda"a di avere un padre e desideraya di stargli \'icino, se lo immagina\'a appunto così. come quel viaggiatore: un uomo calmo e forte con una giacca di ,clluto. Ma QUC– ::.lo 11cnsiero lo re~e triste, cd eszli ·per di– Mrarsi tomò a guardare la campagna, se– minala a grano e pascoli. A Riardo, una s1anzioncina sperduta nella pianura, san una coppia e sedette di fronte a lui. L'uomo. d1 circa quarani'anni, indos– sa,·a un pesante cappotto color ferro. An– che la donna. molto piU gio\'ane dell'uomo. :ìi~1'~~/nsu~irpo~°tiig~t~ fe u~o~fg~~o ui~; aria dolce e romantica. t\larco pensò che do,·crnno essere sposi freschi, forse ancora in viaggio di nozze, pcrchè sì guarda,•ano continuamente e si sussurravano strane oa- ;t~izt0~~~~~gg1t i)~.i~~r~r R~~;rn~~. dg~ ~ \V ____ ,..,,..,,.,.....,,..,,...,,.,..,...,.. ......,..,.,..,..,. _____ ,.,.,.,..,.. ............ ,..,..,.~'.l~aS~j~:o • rispose Marco riprendendo il Antonio Seccareccia è nato a Galluc– cio. in provincia di Caserta, if 22 dicem– bre del 1920. Dopo le elemenr.ari. e fino ai diciott'anni. ha esercitalo il mestiere di contadino. Poi. 1tel febbraio del '39. si è arruolata nei carabinieri. Studiando da solo. ha consepuiro la licen.:a mapi– strale inferiore e ha cercato di imporre un controllo critico alle sue prime espe– rienze di lettore. ,.. .\fa quel poco che so,, predsa a queli.o riguardo Secco– reccia • l'ho imparato sopratutto a con– tatto co,~ la vita. ascoltando la gente e cercando di capirla ... ,. Le vicissitudini della vita militare hanno portalo Sec– carcccia in giro un po' per tutta Italia (Roma. Bari. Firenze, Isernia, Campo- 6asso e parecchi paesi di provincia. dal– la Calabria all'Alto Adipe) e, durante la guerra. in Libia e nell'Egeo. Il primo contatto di. Seccareccia con la cultura militante risale al 1956, quando Giorgio Caproni presentò, dello scrittore di Fra- Lo scorso anno è apparso il libro di versi di cui abbiamo parlata. e quest'an– no Seccareccia si è visto assegnare, ex aequo. il premio ,.. Lerici-Pca, di poesia. Da qualche mese. inoltre. Seccareccia ha ultimato un romanzo che porterà il li· tolo di. .,,Giorni di nebbia•. L'autore cosi lo inquadra: ..... il roma11=:onarra un po' la mia storia e quella di tanti altri come me. Esso non è (nelle mie inten– zioni) 1m hbro polemico, 1uuavia pone una serie di domande che si potrebbero riassumere in una sola. in quella: se sia giusto far soffrire gli uomini; se gli 110• mit11. per vivere, per guadagnarsi un pe:zo di pane. debbano rinunciare a pen– lare e ad agire da uomini...,. Per pri– ma casa 111erila di essere $Ortolinearo. nel romanzo di Seccareccia. l'abilità con cui l'autore è riuscito a sostenere l'in– r reccio: un'abilità di cosrru.::ione che si accompagri.a a nitore di stile. ad efficace esse11:1a_litàdi dialogo. Elementi, questi. lanto più rimarchevoli, .se si pensa che Seccarecci;i è alla sua prima prova 11ar– rativ~. Il brano che qui presentiamo coincide con quello che sarà il primo ca– pitolo del libro: un libro che rivelerà uno scrittore meritevole di essere se.pmto con molla attenzione. un po' anche l'uomo !>ia\1..òe le disse: • Vorrei sapere chi ti ha messo in testa queste cose. I-lo ,,isto quella ragazza una ,olla sola, poi non ne ho sapu10 più niente•· • Non m'importa, ,oglio sapere se è ,-ero• fece la donna. GALLERIE D'ARTE IN ITALIA FIRENZE GAUERIA NUMERO Via degli Artisti 6 - Tel. 51.986 tifosrra di Natale « PICCOLO FORMATO» Prima Antologia ~della Giovane Arte iraliana 12 FIGURATIVI GALLERIA L SALITA Salita S. Sebastianeilo. 16 c. ---------------1Sculture e opere grafiche di ACCARDI, ANGELI, BURRI, DO– RAZIO, FONTANA,. PARISOT, ROTELLA, SANFILIPPO, SO~DI– NI, STERPINI, TURCATO, VE– DOVA, COLLA, FRANCHINA,– LUCCA GALLERIA L PANTERA Via Fillungo, 74 - Tel. 59.84 Mostra di AJMONE - .DOVA - TURCA TO MILANO GALLERIA S. FEDELE Piazza S. Fedele. 4 Mo!ira ài pittura di GIANNI POGGESCHI e di acqueforti di MARIO PRETI MANNUCCI TORINO GALLERIA LA BUSSOLA Via Po. 9 - Tel. 518.994 Personale di VAN DAMME UDINE GALLERIA DELGIRASOLE Salita Castello." 1 R OMA Pitture di piccola dimensione di I ANZIL, CELIBERTI, DE CILLIA, GALLERIA L NUOVA PESA MOCCHIUTII,. PITTINO, VA- Gal!ena d'Arte Moderna _ Valle Giulia RIOLA, ZIGAINA, MASCHERINI ~~H""'1A ..... -~~N'v~ Fra i campi il ,·cnto cr;i. più freddo e a,•c, a un sapore di nC\'C.A Vaglie. un gruppo di case in collina. si udl cantare un gallo. Poi l'orologio della chiesa di S. Stefano suonò le cinque: cinque colpi, perché bat– teva solo le ore. Dice uno scrittore francese. che non cono- !f Pa1~a.sri;~~Ua c~l~en~11 !~!b~~ari;1c~~n~~~ mattino im•ernale era una strada ,·era, come oggi ne restano poche, con le siepi e· il fondo di terra, do,·c gli uomini lascia,·ano facilmente le loro orme, Marco era un sem– plice con1adino e non an:va l~tto libri, ma ::.cntiva lo stesso la :speranza nascere oel suo cuore come una gioia. Però non era felice. r~h~~~~?;•a~ms~aa,~:~r~ ~i:~~ sao:a!\i senza di lui. Da suo padre, partito per il Canadà quandò lui a\'eva due anni e Tina non era ancora naia, non c·era da sperare. Infalli Giuseppe Orii, che da parecchi anni non aveva più scritto un rigo, di recente aveva \fendut o la poca terra che possedeva a Galluccio , spe:7.za.ndocosi l'ultimo d~bo!e filo che lo te.ne\ ·a ancora l egato alla 1am1- glia e al paese. Al bivio per S. Clemente, per ripararsi dal ,·cnto, Marco si rincantucciò sollo la siepe. Di fronte, in un campo incolto oltre la strada, si scorge.va la sagoma lunga e bassa della casa di Antonio Vcrasco, un mugnaio ciociaro stabilitosi da qualche anno a Gal– luccio. La casa, che era rimasta disabitata per molto tempo, ora aveva lé imposte tinte "erdi e qualche \faso di. fiori ai davanzali. ma sui muri c'erano macchie d'umido come una \'Olla, perché il luogo era basso e d'in– \'crno ci calava la nebbia dai monti. Da Mieli arrivò Gennaro Turchi col suo carretto, il cavallo al trotto lento per la strada in discesa. 1 el passargli accanto il vecchio disse di nuo,·o: • Fa' buone cose. mi raccomando-,,, •Speriamo• rispose Marco alzando la testa. Gennaro, tutto chiuso nel suo mantello a ruota, aveva solo gli occhi scoperti, per guardare la strada e iUidare il • Anche a te• rispose Giulio, e guardò la ,·a.ligia che l-.farco stava sistemando sul co– fano del motore. Poi chiese: e Che parti?• e Si • rispose Marco, e spiegò il moth·o del suo \1iaggio in città. • Auguri • disse Giulio, aspirando una lunga boccata dalla pipa. • Gra,,je • rispose il ragazzo, e per C\'itare altre domande fece: • Poca gente, sia.mattina, eh?» • Quasi sempre cosi. d'imemo • 1isposc Giulio. • Se non fosse per la posta, anch'io ,·iaggcrei solo d'estate. Allora è bello alzarsi la mattina presto e partire•· • E' ,·ero• fece Marco, e guardò il ciclo che cominciava a schiarirsi. • Forse n~vicherà di nuovo• disse Giulio accennando alle montagne cariche di ne,·e. • Non credo• fece Marco. • Ma se de,,e pio\'erc è meglio la ne\'e. Col freddo si può :.perarc in una buona annata •· • Come quelle di una volta• disse Giulio con una strana nostalg ia nella \'OCC,come se ricordasse la sua gio" inc1.za o una perduta felicità. • A marzo, quando si scioglieva la ne\'c, il grano era nero e folto come il ,·el– luto 1o, • Anche mia madre dice cosl • rispose Marco. • Dice che quando lei era ragazza, ALBERTO BEVILACQUA • BraYo, non ci a,e,·o pensato,. fece Giu– lio. • Se paghi ti vale comç augurio•. • Venite anche voi • disse poi Marco al fcrro,·ierc, intento a fare il conlo dei bi- glietti ,·cnduti. ' • 1 on posso lasciare il posto • rispose il fcrro\1icrc scuotendo la tesla. • Tra POCO arri\'crà il treno per Roma». Giulio e Marco uscirono dal locale e at– tra\·ersarono il piazzale di h!rra battuta di corsa. 11 bar, angusto e nudo, era si1uato poco lontano, in una casa in costruzione. Appena entrati, Giulio si aniicinò al banco e guardò alcune bottiglie di liquori in fila su una mensola. Poi chiese al ra5laz1..o: • Tu che prendi? lo preferisco un caffè•· • Mi dispiace, il caffè non è pronto,. disse 1:.l;donna seduta dic1ro il banco, una figura piccola e magra con un fazzoleuo R:iallo ::.1rct10 in testa. • Prendo un anice, allora • fece Giulio guar– dando di nuo, o le bottiglie. • E tu?• chiese a Marco la donna. • Anch'io anice• rispose Marco impaccia– to. che in ,•ita sua avC\':l bevuto solo il \'cnnouth, cd anche questo di rado, in oc– casione di qualche matrimonio. La donna sì alzò e riempì due bicchic- • Non è ,ero, te lo giuro• disse l'uomo Con forza. e Va bene, ti credo• rispose la donna rabbonita. e ::.taccato il vbo dal finestrino sorrise al compagno. 1\Jlarconon a\'cva mai amato, non sape\'a ancora che significa\'a donna, ma iroardan– do i due pensò: • De,·c essere bello a,·ere una donna cosi, farci \'iaggi e la notte èormirc insiem? •· Poi si ricordò i compa• gni, quelli più anziani di lui, che la sera, al ritorno dai campi, si pulivano e anda– , ano a trovare la fidanzata. Lui imece non a,·c,·a mai pcns~to a queste cose, e la do– menica mallina, all'uscita dalla messa. si ferma\'3 in piazza sperando che quo.lcuno ~li dicesse: • Marco, \'Uoi \'cnire a la\·orare da mc questa settimana?•. Cambia\'a con– tinuamente padrone e compagni e il più ragazzo era lui. Eppure, nonostante tutto, la vita non gli era mai parsa la condanna che dice\'ano certuni, e se sua madre non l'a,·csse spinto non si sarebbe arruolato. Perchè sua madre, quando la sera lui tor– na\'a stanco e infangalo, gli dicc\'a: • Vedi. Marco, così non puoi continuare. Ora sci f!~-i~Jia. e~~ ~ 0 ~in~: fl~;n~~e 3 ~daug~i non ci comprerai neppure il pane•. Poi lo guarda,•a, e quando era sicura che lui non a\1rebbe risposlo, insiste,•a: • Pensa ai tuoi fi~li: che mestiere faranno se non il tuo? Tu hai avuto un cattivo padre e \'3 bene, m:l i tuoi figli dovranno :scegliere un'altra ::.trada •. Ora egli pen:.a, a a questo e lo prende\'a una pena. A,·e,·a cercato spesso di sfogarsi con qualcuno ma non c'era riuscito, e certe volte gli pareva che al posto del cuore ci a\·csse una pietra. • A, 1 rei dovuto confessare tutto alla mamma• pensò. Ma lei p,\i ,oleva troppo bene e non l'avrebbe capito. A~TONlO ECCARECClA

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