la Fiera Letteraria - XV - n. 1 - 3 gennaio 1960

Domenica 3 gennaio 1960 L~ FTERA LETTERARIA Pag. 5 liY QUESTI RICORDI DI H. KESTEN UN QUADRO DELLA. CULTURA TEDESC,1 TI'.A LE DLE GUERRE MO1,·DIALl \ LETTERE INEDITEA~FRATELLOMIKHAIL RICORDO ILION FEUCIITWANGER Sembra,·a che il tono scherzoso non gli fo:-:-e est:aneo. So!o. gli riusci\'a di rado. perchè pigliarn 1a parola sempre lui ed era sempr-e troppo circostanzia– to. Ad uno doveva raccon– tar tutto. e specialmente i particolari degli stupendi successi di Feuchtwanger. Era ambizioso e modesto. Lo s>es...'-0 suo successo g!ì si presentava come un mi– racolo. Ne parlava come se rivelasse un mistero. co– me se un besr.seller fos~e una cosa 'SCandalosa quanto un adulterio. Era freddo co- . me un ragioniere che sia sempre di cattivo umorf'. Scriveva costantemente ro– manzi frigidi per gente fri– gida e scontenta: la sua non er-a la e sacra sobrietà •· La sua scrittura era sprezzan– te. l'ispirazione arida. il suo genio era la d-iligenza. il suo ef!etto era ben calcolato. Amava cifre e ragguagli statistici: era il suo spasso. Ave,·a. dietro ai suol grandi o-:chìali. uno sguar– do malizioso. ed era pro– fondamente ingenuo e in– genuamente profondo. Era intelligentissimo. ma non dimenticava un attimo di esser tale. Era piccolo. snel– lo .e vispo. e niente affatto quel che si dice un bel– l'uomo. Axeva una voce quasi gracchiante e una ri– sata arguta: appariva i-em– pre gioiosamente stupito di * ,t; lll?IUIA.\ 1,\1 ·AESTls.\r piacere lanlo al pubblico di tutto il mondo e di tutti i paesi e a pareceh!e ragaz– tze. I suoi libri somigliava– no perfettamente a lui: ern– no la sua immagine rifles– sa. la sua voce: avevano i suol i$tinti di conquista. e i suoì frig:dissimi sogni. i suoi pil desideri ed il suo appetito. li -,uo bel colorito monacense da foglio con le figurine e la sua cruccios;.1 sentimentalità: non vi manCa\'a niente. neppure }"arida arguzia. Poichè era rosi sottile. fa– ceva libri ccsi till!'chiati, e li rimpinzava della sua me– todica dottrina e delle sue eclettiche nozioni. Nella prosa come nei versi sati– rici si sente sempre la sua \'OCe argentina e squinante. Sempre la sua prosa am– micca maligna e saccente. sempre egli racconta di sé e del suo successo col ple– beo gusto di un ghiottone posto a. dieta. Ed ecco la brutta duchessa Maultasch che acquista il potere. ed ecco farsi avanti l'ebreo Sllss che vuol dormire o dorme con duchesse. ed ec– co il Giudeo di Roma. Giu– seppe. che vuol ra:-e o fa lo stesso con una imperatri– ce. Ecco Goya. figlio di con– tadini. che s'è scelto per amanle la duchessa d"Alba. Ecco lo schiavo trasfonna– to in falso Nerone. guitato dalle vittime politi– che della satira e da quelli che e.rana ormai troppo dli per dichiarar,;.i ~uoi amici. Nonostante !'errore del pro– feta. e Successo• mi sem– bra il miglior romanzo del Feuchtwanger. Lui fece dei suoi difetti veri e propri pregi. L'im– paccio della lingua (dovu– to alrimitazione di alcuni clementi esprel1-Slonistici del mistico ed irrazionale Al– fred DOblin: elementi che. pertanto. non si adattano al C re d do razionalista Feucht~vanger). ma anche la fittizia trattazione stori– ca. l'esuberante tecnica di un circostanziato e minu– ziosissimo pseudonaturali– smo. !a sua larga erudizio– ne del tutto inutile per il lettore. la sua abitudine al– la a:-bitraria ricostruzione della storia, si tramutano in puri. elementi stilistici di parodia e autoparodia. il qpale procedìmento non viene che potenziato dallo oggetto della satlra. la Ba– viera. Feuchtwanger è un nar– ratore abile e penetrante. Innamorato del ,particolare epico. riporta con sapienza cli romposiz.ione ogni par– ticolare su alcune grandi passioni: la forza. il denaro. il risentimento sociale. tan– to in senso intellettuale quanto politico. L' a,nicizici con Brecht Alla maniera di tutti I genuini scrittori epici. an– ch'egli tende alla costruzio– ne ampia. Poi cominciò a riunire i suoi voluminosi romanzi in trilogie: ed ecco la trilogin moderna e La sala d'aspetto• e la trilo– gia storica. tratta dallo scrittore giudaico-romano. oscillante tra l'oriente. e !'occiden:e, Flavio Giusep– pe. Il primo volume. • La guerra giudaica ». era an– cora in stampa nel 1932. e già nel 1934. durante l'esi– lio. apparve il secondo vo– lume della trilogia moder– na e I fratelli Oppenheim •· ambientata nel terzo Reich. e nel 1939 usci il terzo ,·o– lume e Esilio •. C9n la storia di un gruppo di esuli che si raccoglievano intorno al e Quotidiano parigino•· I suoi eroi sono impo– tenti che pervengono in va– rio modo al potere. sono esseri dis.prezzati che trion– fano. rifiuti della società che salgono e si disfrenano. I suoi romanzi sono i sogni soddisfatti del piccolo uo– mo. Sono favole divenute realtà, proprio come la sua vita. il trionfo di chi è a.r-rivato con mezzi sbri,ga– tivi. le metamorfosi di Ce– nerentola. i successi di Feuchtwanger. Eg!i - cosa che non di– ceva al lettore e Corse non sa:peva neppur lui stesso - scriveva sopra i suoi simili per i suoi simili. In ogni Jettore vedeva un virtuale Feuchtwanger. e mo1ti·let– tori ci credevano: questa era una chiave dei suoi suc– cessi. Era erudito e semplice. Diligente come un'ape e semplice come un agnello. Aveva la tagliente indiscre– zione dello psicologo di pro– fessione. Persino i suoi ro– manzi storici sono romanzi a chiave. e lo stesso quelli moderni. Entrambi i generi sono pieni di indiscrezioni. Feuchtwanger e Brecht erano affini sotto molti aspetti: uno era cittadino di Monaco. l'altro di Augu– sta. e tutti e due erano i geni provinciali del Regno di Baviera. Figli entrambi di industriali {Feuchtwan– ger di famiglia ricca. Brecht di famiglia povera), er:mo beati rifacitori e proprieta– ri di officine letterarie: tut– ti e due imitavano gli An– glosassoni con commoven– te solerzia. Feuchtwanger scri,,·eva ,·ersi col nome di Wetcheek. Egli era sempre molto precipitoso e svelto come un giornalista. Più svelto che mal fu quando. secondo una buona usanza degli scrittori emigrali. americanizzò il suo nome qua:tordici anni p:-ima di emigrare in America. Per il puro entusiasmo di un adepta. Bertold Brecht co– piò, trascrisse e imitò ran– titedescn e imperialista bri– tannico Rudyard Kipling. quasi che Bert Brecht di Au~-ta fos..;eun propagan– dista del Britisch Empire. Feuchtwanger. e Brecht collaborarono in varie oc– casioni. dopo che il primo scoperse e incoraggiò il se– condo. che era più giovane di lui di quattordici anni. Insieme scrissero una delle migliori tragedie di l\tar– lowe, l'Eduardo II. Insieme scrissero uno dei migliori pezzi di Feuchtwanger. e KaJkulta. 4 Maggio •· ap– parso per la prima volta nel 1916. Insieme tresoris– sero in versi il e Manifesto comunista • di Carlo i\<larx. Insieme adattarono per una rappresentazione scenica il romanzo di Feuchtwanger e Simona • ed e I volti di Simona Machard •. Con Willi Bredel, nei primi anni dell'esilio, curarono la pubblicazione della rivista letteraria di Mosca e La parola•· Klll't Fassmann suppone. nel suo libro su Brechl. che sia stato H Feuchtwanger a svegliare in lui la. J:>as: sione per le composmom letterarie in serie. Non v'è dubbio che Brecht sembrava tutto poe– sia. e Feuchtwanger tutto ragione. Uapparenza ingan– na. Entrambi erano esperti registi, eccellenti riel~bo– ratori di ope-re stramere, nonchè delle prop:ie. Lion Feuchtwanger nac– que a Monaco il 7-7-1884 e mori a Los Angeles il 22 dicemère 1958 a 74 anni. S:udiò a Berlino e Monaco. do,·e si laureò nel 1908 con un lavoro sul e Rabbi di Bacharach • di Heine. Già a diciannove anni pubblicò e I solitari • (1903) e nel 1905-6 ·• Piccoli dram– mi », desumendoli da veri e propri cicli di storia a cui rimase fedele per tuiia la vita: quello giudaico. quello spagnolo. quello te– desco ... e quello dell'anti– chità. In quegli anni. durante e poco dopo la prima guer– ra mondiale, egli rimaneg– giò opere di Sudraka-. Ka– lidasa. Aristofane. Calde– ron. Eschilo. Marlow e Nel 1936 e nel 1937 si tro"ava a '..\1o.sca.dove jn– cominciò· anche· il suo ro– manzo e Esilio •· A Mosca tu f'icev-uto da Stailif1. e il Hermann Kesteo Brecht. Nel 1912 sposò Martha Loffler. Nel 1914. allo scoppio della guerra. durante uno dei suoi viag– gi attraverso l'Europa e l'Africa. fu arrestato a Tu– nisi. Fuggi. si recò in Ger– mania e dovette ritornar sono le armi. Dopo alcuni mesi fu congedato e scrisse le sue opere antibellicisti– che: e La pace» e e I pri– gionieri » e e 'Fl}omas Wendt ». In un teatro di Monaco inscenò l'c Asilo notturno• di Gorki. e ne: 1921 scrisse il suo romanzo e L'ebreo Sti:.s •• per·il qua– le non tro,·ò nessun editore. Il romanzo fu un e best– seller » in Inghilterra e in America. Ricordo ancora Ja fiuma– na degli annunzi: sensazio– nale successo di un roman– zo tedesco. 100.000 copie. 400.000 copie: tiratura com– plessiva 2.500.000 cdpie! Il :-omanzo è staio sceneggiàtO e filmato. tradotto. ecc. Ugual fortuna ebbe e La brutta duchessa •· apparsa neJ 1923. Nel 1930 uscì il romanzo a chiave • Succes– so. Tre anni di storia di una provincia•· un libro sati– rico e doppiamente comico. Nella visione prospettica di un futuro anticipato. Feuchtwanger descrive gli intrighi e la corruzione in Baviera. insieme al crollo del putsch di Hitler del 1923. Quando Feuchtwanger scriveva il libro. Hitler sembrava definitivamente spacciato. Quando ropera venne alla luce, Hitler era di nUO\'O in ascesa. e Suc– cesso • divenne un clamo– roso insuccesso, fu perse- Feuchtwànger informò del– lo a,·venimento lutto il mondo in numerose pagine. Dopo un breve soggiorno a New Yo=k si diresse alla volta della California. do– ve dal 1940 visse in un ca– stello stile piieudo-more~co da fUm in Pacific Palisades. e pubblicò due roma!)Zi mo– derni e Simona », S' Jlla oc– cupazione francese e e I fra– telli Lautensack • sulla Germania nazista. nonchè molti romanzi storici sopra Beniamino Franklin e Be– aumarchais. su Goya e Rousseau. su Jephta e sua figlia e su Rachele, rebrea di Toledo. Jn Russia e in America il successo lo segui fino alla morte. Nello autunno del 1933 un gruppo di scrittori tedeschi. profughi. si stabi– lirono nei pre i del villag– gio di pescatori Sanary sur mer in Provenza: c'erano i (ratelli Heinrich e Tho– mas :Mann coi figli di que– sto ultimo. René Schickele e Julius Meier-Graefe. An– na Seghers e Bert Brecht. Josef Breitbach e KJossow– ski, Hilde Stieler e Lud– wig Marcuse, Amold Zweig e Wilhelm Herzog. Bruno Frank e Annette Kolb. Ad essi si uniremo. di tanto in tanto. anche Aldous Huxley e Paul Valéry. Ogni matti– na. A.ìdous Huxley aveva l'abitudine di guardare con un binocolo il suo vicino Lion Feuchtwanger mentre. in calzoncini, faceva tren– ta giri di corsa intorno alla casa. stimolato e son·eglia– to dalla moglie l\Iartha: Feuchtwanger si atteneva a una dieta rigorosa. Più d'una volta mi invi– tò a visitare la sua ricca biblioteca. che egli aveva ~àlvato. Alla fine ci andai: c'erano davvero molti libri interessanti. ma quasi non ml riuscì di osserva-rii da \'icino. poiché Feuchtwan– ger mi chiamò subito in un altro angolo della stanza. per mostrarmi un'edizione particolarmente importan– te. Mi accostai con curiosi– tà: eru un'edizione croata dell'c Ebreo Silss ». Deluso. mi volsi ad un altro inte– ressante "-olume antico. ma e~li mi richiamò SL'lo'lito, chè aveva qualcosa di spe– ciale da mostranni: si t:-at– tava de!l'edizione spagnola della • Brutta duchessa •· La cosa si ripeté due o tre volte: cosi non vidi altro che le edizioni del!e sue traduzioni che io conosce– vo tutte quante fin dal tem– po nel quale tanto io che lui eravamo fra gU autori della Casa edih·ice Kiepe– nheuer di Berlrno. ed io ero. per giunta. negli ultimi sei anni avanti l'an,ento di Hitler. il primo consulente !et tera rio della Casa stessa. Heinrìch Mann, che più tardi. ad Hollywood fu. co– me Thomas Mann. un oni– mo amico di Feuchtwanger (mentre nel 1933 a Sanary sur mer i fratelli 1Iann lo avevano guardato un po" dall'allo in basso). ebbe an– che lui il dovere di visitar– ne la biblioteca. Heinrich Mann mi stknolò a scortar– lo. Entrambi fummo. dun– que. iiflvitatl per l'ora del tè. La i-i,mo:-a FPuchtwan– gcr ci offri squisite leccor– nie. che a! povero marito non era permesso toccare. Visitammo la casa: vedem– mo la segretaria, il giardi– no. i lib:-i. le edizioni stra– niere e finalmente 1(1 studio del Feuchtwanger. do,·e egli ci descrisse la curiosa tecnica che egli seguiva nel suo lavoro. In linea di massima egli dettava alla segretaria. per ore e ore. tutto ciò che gli passava per la testa: gli abbozz~ per un nuovo ro– manzo. le diverse possibili– tà. qualche parie di un ca– pitolo, !rammenti. proposi– zioni. reminiscenze delle sue letture di giornali o delle conversazioni'del gior– no prima, pettegolezzi. La segretaria dove,·a steno– grafare tutto: schizzi ca– rat teristicì delle figure del romanzo e degli scrittori te– deschi che soggiornavano a Sanary. ciò che Feuchtwan– ger gradiva di più per la cena. la sua opinione sulle condizioni metereologiche. su ver:si. su brani di dialo– go e su preOCC1,lpazioni di natura politica. Tutto questo veniva dat– tilografato parola per pa– rola e corretto. Dop6. ogni cosa veniva ridettata e rì– COT 'retita.in certi casi. an– che sei o s ette volte. con diverse tinte d'inchiostro e caria variamente colorata: azzurra. rossa, gialla. ver– de. Il tutto venirn letto ad alta ,,oce. mentre diversi abbozzi restavano. uno ac– canto aJl·a1tro. sullo scrH– toio. In ultimo c'era tutta la storia della creazione ac– canto alla creazione: c·era– no tutti i suoi passaggi c~a– tivi. c'erano i suoi rìmasu– glt molecolari. le sue spaz• zalure poetiche. Heinrich Mann ascoltava con crescente meraviglia lo strano resoconto di la,·oro. che aveva una certa somi– glianza con la logorrea e relative pause acustiche di un paziente psicanalitico steso sul divano. Heinrich Mann riprendeva di volta in volta: e Però. molto sin– golare. Herr Doktor! Ve– ramente molto singolare, Herr Doktor •· e. dìcendo questo. scuoteva com'era sua abitudine il capo. men– tre Feuchtwanger. acceso dal nostro vivo interesse. sciorinava sempre nuovi particolari sulla sua batta– glia con le muse. S'era già suHa da del ri– torno che Heinrich Mann. scuotendo ripetutamente il ca:po. continuava a dire e Uno scrittore dav,·ero molto singolare! •. Nel 1946 vidi Feuchtwan– ger per l'ultima volta nel suo pseudomoresco castello da film in Pacific Palisades. La casa aveva una magnifi– ca veduta sul mare e sul paesaggio californiano. C'e– rano. nel @rande giardino. orsi e usignoll e alberi eso– tici. e fiori e ucceUi e ani– mali. Nella casa era stato costruito un gigantesco or– gano. che si azionava dal corridoio. e c'era. natural– mente. una magnifica bi– blioteca, che Feuchtwanger mi mostrò insieme alla sua immensa stanza da lavoro. che Thomas Mano definiva e la più comoda, meglio at– trezzata officina letteraria che m'è mai occorso di- ve– der». HERì\tANN KESTEN (trad. di Francesco TorseHa) Dostojewsl{j in esilio * di .11,IIERT<J .Il. 1.\Gf.;ESE Prima di potersi 5cnt1re a,·,·olto dalla glona imper1:– tura, il .roi:nanzier~ provo non pochi d1sp1acer1 ... l~tte– rari e. fenomeno odioso, ma non raro. di umana ,·o~ lubilità. ricevette i;::h !!trai~ più crudeli da coloro stessi che ,.,,evano accolto entu– siasticamente la sua _prima opera. Dopo la pubbhcaz10- ne delb sua • Netochka Neswanova •, apparsa nel-:– l'anno 1849 sugli • Annah della Patria•· fu arrestato e deportato. S1:1perata l'an– c:osciosa detenzione del ba- pre di tale coo;trizione 1 •· Poi - pur continuando a lottare per !'e~i~tenza mate– riale - ~i abbandonava ù: nuovo alle ansie della le: teratura. ao;pirando. come ogni ,,ero univer,ale "cr1t– tore. all'opera mcomparab1- le f!loriosa, non al Ia,·oro redditizio ma mediocre • Lavorare, lottare, farsi un nome nella letter:stura. ecco la mia "amb1z1one'' - scriveva il 9 dicembre 1859 • mi occupo molto di let1eratura. lmmagmati che .,crivo un'opera molto più importante di ~ Povera :;i?io p:n;~emi~a1t:i3i~r~::t~e;t~ gente•· . • Allora questa attiro su di me l'attenzione d1 tutto il mondo e anche delle au– torità! •. In questa fase creati"a Dostojewsky. fitr– mamente deciso a ricon:im– c1are • ex novo• la carnera letteraria, - che pur l'an'!– va già condotto alla fama - si propone, d1 compier~ un'opera fondamentale. Ma. po,·ero com'era, si tro,·ò spesso co5tretto a c:cn,·ere affanno5amente a 5altare da un episodio all'altro. a m– ventare in gran [r~lla per poter an~he procacc1ar5i un pezzo d1 pane quotidiano. Suo mal~rado fu c:empre ac:- Bcrtolt Rrccht, amico e collaboratore di Feuchtwanger rinascere m se, unitament_e alla schietta gioia da esi– stere nonostante tutto, tl suo nobile istinto di arti– sta originale e fecondo. . .. Liberato 001 bagno. c:cn– veva il 13 gennaio 1856 a suo fratello Andrea, sono venuto qui pieno di felicita e di speranza. Ero come un adolescente scampato per miracolo dalla morte che si nacco~ta alla ,•ita con deli– zia. Ave,•o molte speranze. Desideravo vivere•· :\ls';~e d~\~Jtc~~· ::1~i ,:iorno e - sebbene si stu– diasse di non sogg1acerv1 e di estraniarsi in un mdo– mito isofa,mento sp1ntuale, quelle. infine, _gli 1mp.cd1ro– no d1 conse,i:u1re l'alt1s"1mo intento. Scriveva frattanto: • La mia opera mi incatena Vivere ,·oleva - con quale diritto e merito! - questo gemo di appena trent'atinì. La sua· salute era precaria ma non esausta. perciò d1 buona lena egh si accin!iie a creare nuove ope– re. Ma quale fu la sua esi– stenza a Sem1palatinsk? In– torno a questo importante periodo della sua vita non e stata diffusa una ch1ar1ss1- ma luce, poiché !.ebbene le ,•icende del Dostojewsky siano ben note e numerosi scnnori le abbiano illustra– te. solt..'lnt0 in base alla re– centissima pubblicazione di altre lettere inedite del romanziere si è pervenuti a conoscere esattamente e --------------------------------1 non per mera. induzi_one. ;li asp<'tll morali e pc:1colog1ci della vita del celebre con– fmato. Quasi tutte quec:te lettere, pubblicate a Mosca, sono indirizzate al fratello più anziano Mikhail Mikhai– lovitch e il loro contenuto e quasi sempre il medesimo: lamentazioni e per la co– o;tantc penuria di danaro e E' un'opera molto. lunga. E,' un romanzo comico. A vra qualche parte ben riuscita Te ne supplico non m1 pren– dere per un millantatore. Non v"ha al mondo un uomo che sia più giusto e seve– ro ... con c:estesso. come me. Se solamente, i miei cntt– ci · lo sapessero! Desidere– rei far pubblicare alcuni brani di questo roman7o._al– cuni brani quasi compiuti. Ciò potrebbe arrecarmi del– le rinomanze e anche del denaro. Se ciò è possibile, tenta di fare dei pa5'1;i e dimmi i risultati•· Gli ar– gomenti di questo romanzo si su5seguirono con celen: tà ,,ertiginosa per cui og,:1 è quasi impossibile ~nen– tars1 tra essi. tanto p1u che Il vagabondoTalamas Desidero presentare ai 1et- Germania per venire a Ro- Cervantes, Queve~o. Kant, tori di buona volontà lo ma. nominato lettore di spa- Goethe, Proust. Rtlk~. Una– scrittore Carlos Tala~lis, gnolo all'Università e docen· muno, Ortega, Re1degger. scrittore di razza avt·entu.- te presso Clstituto spagnolo Scri~e, non. s~ .se 1;>,:osa o rosa ed -:?rrabonda. artual· poesia. Fasci ~t rned1t1: nes- meme a Roma. Lo presente- suno lo soddisfa.. Una tr~- rò con le sue stesse parole, gedia. ~rottesc~: La sedia ritagliate da tm foglio che che da 11 solletico ho tra le ma11i. Fin qui Tala.mds. Aggiun- c Carlos Talamds. arago- gerò solo die l'elenco degli nese. è nato net 19Z3t. Ha autori. preferiti aiuta a deti- studiato filosofia all'Un.iver- nearne l'itinerario spirituale sitd di Murcfa fino al 1949. e l'immagine. Collaborazione alle riz:iste e Ho letto, nel ma11oscrit.to , ai quotidiani.· Agli anni di uri romanzo (o meglio un appreodistato ( LelÙ'J.:thrè) diario, una lacerata auto• seguoJtO gli a'.'tni ~:m·:12qet>: biografia). dal titolo Les bondaggio (\\'anderjahre). dieux rates. storia di un Parigi. 1950. Rrtorna a Ma- viaggio tra Sicilia e Grecia, drid. Redattore di una.- rivi- e/te è aU'esa me di un edito- sta universitaria. ~r'ticoli. e V re francese (e.di cui il solo saggi sul tema spagnolo. 'l titolo è franc ese) . Clte di.r- Saggi sull'esistenciptismo. ne? Vt spira, quasi tangibi- ::e~~~~e. 95~~tte,;:t::zier!: CARLOS TALA'.\IAS i~• :~tr~~:sr':2: :;f:~ :or:;~ Studi di filosofia e filologia. di li11gua e letteratura. Viag- stante deHrio immaginativo Una serie di articoli dal ti- gi. in Austria, Belgio. Sviz- e verbale. Se ne dà qui qual– tolo generale ",L'Europa che zera. Grecia. Ha percorso a che esempio, che i11voglierd, viene•·. Poi revisione totale piedi il cammino di don si spera, a una lettura più (Gide: Brule ce que tu as Chisciotre. Autori preferiti: distesa e com.pleta. adoreJ, Nel 1955, lascia la Platone, la tragedia greca, Francesco Tentori :\lontalto Danza della 1110,·te nei ;;·iartUnì del Pincio Potessi io altrettanto! Potessi salvare ur,o ct, questi fantocci di tela e legno che affinano le loro voci nei pome– riggi del PinciO! Passa. quasi in mi– stica levitazione, un venditore di pal– loncini. Roma giace nel fondo avvolta in un rumore- ininterrotto, mentre le prime ombre invadono, dolcemente per– suasive, i giardini. I bambini e gli ozio– si si fermano davanti al teatrino per ascoltare i fantocci. Il loro demiurgo (mano della loto anima) li fa parlare in dialetto napoletano. Pulcinella balla con una bionda damigella dal volto ine– spressivo. Essi intrecciano e sciolgono le figure del ballo. A un certo punto, mentre si sciolgono, la damigella è di– vorata dalla botola e al suo posto ap– pare, sorgendo dal basso, una spaven– tevole morte che Pulcinella, ignaro. ab– braccia per continuare il ballo. Chi avrà insegnato questo rito della danza della morte all'uomo del popo– lo. ignoto au_tore di questo rudimen– tale dramma risolto a colpi di bastone? Quale oscura forza aspira dalla botola implacabile questi fantocci gesticolanti? Fantocci della mia infanzia. teatrino della mia infanzia! Torna. a voi te, come un'ondata di angoscia, la desolante ste– rilità degli anni giovani, quand'ero il dio delle mie marionette e non sapevo far nulla con esse. I miei fantocci non sapevano far niente. Apparivano sulla piccola scena e balbettavano qualche frase incoerente e insensata. Avrei voluto farne parla– tori 'brillanti e spiritosi Ma non sapevo portare la commedia allo scioglimento. E allora, uno di essi spariva per tor– nare con un bastone e tutto finiva col suono dei colpi secchi sul legno. Esiste un paradiso dell'infanzia? For– se esiste. Ma quando cerco di ordinare la memoria, mi accorgo che, soprattut– to. in me è rimasto come un senti– mento di esserne stato scacciato. Tra i mie ricordi, tra i primi, è quello d'aver morso, ancora bambino, il frutto proi– bito. :\"ausicaa Voi, adolescenti dallo sguardo sde– gnoso, castamente avvolte nella luce di argento, protette da Artemisia: il vo– stro disdegno è il vostrn tempo. Ah, come vi rende superiori ai nostri desi- •deri. il vostro aver tempo,.,! Nei vo– stri corpi gracili esso ristagna. Andate vestite di colori chiari. ridete con la purezza del canta d'un uccello. Quale lungo pendio la vita. dove ogni pro– fezia troverà il suo compimento! Re– moto, inconcreto, il vostro amato giun– gerà nell'istante preciso. Prive di fretta. d"impazienza. voi sie– te il vostro stesso giuoco, scherzo di giovane gazzella all'ora della mattina davanti alla quale si stende tutto un lungo giorno di promesse. L"ora dei Un'ultima confessione: i1 prestigiatore è stanco. Ritorna per le straducole del– la notte. Sale la scala oscura ferman– dosi a ogni pianerottolo. Apre la porta della stanza. Appena accende la luce, le cose che lo aspettavano gli offrono la loro presenza. Soprattutto lo spec– chio: specchio della sua stanchezza. Alla luce del palcoscenico tutto era magia. Perfetti i movimenti. Il volto, giuochi mattutini. Sulla spiaggia. presso le rocce, correte pazzamente dietro una palla. E, d'improvviso. una di voi - Nau– sicaa - si separa. Ha scoperto, portato dalle onde, il corpo d'un uomo. L"uo– mo. Quale temibile silenzio nell'aria! Da quell'istante Nausicaa non vi appar– tiene. Non appartiene più ai vostri giuo- ' chi. Lo stesso giuoco ha acquistato un profondo significato e il disdegno, il sereno disdegno del vostro sguardo, s,è infranto subitamente, come un ucceUo raggiunto da una freccia. Nel giuoco era il senso stesso della vita. Una di voi è stata scelta per il sacrificio. truccato. giovanile. Ora la tensione è scomparsa Poveri trucchi del mestiere! Scatole a doppio fondo, fiori che si possono ce– lare nell'incavo tra due dita, falsi bic– chieri di vetro 1 fazzoletti multicolori, inestinguibili cappelli a cilindro. carte da giuoco, fili invisibili che legano le cose. Povero dio familiare .il presti– giatore! ~ei~at 1 ! :ai;;~ g~~~~~i\1\~ tà di in,•iare notizie: tutto ciò moltre. compendiato nella disperazione di non poterisi dedicare tranquilla– mente alla sua letteratura. • Come soffrivo d1 non po– ter scrivere! Una rabbia in– terna m1 ossessionava. A volte qualche cosa ~i este– riorizzava, ma crede,•o di perdere il mio primo attac– camento alle mie opere, ri– tenevo di non trovare, al momento in cui l'ora del– l'esecuzione sonerebbe, que– sta passione senza la quale non è possibile scrivere•· All'inizio dell'esilio, un oc– chio estraneo. per quanto amichevole fosse. avrebbe giudicato il Dostojewsky uomo molto calmo e rasse– gnato, mentre nella sua ani– ma tumultuava una folla di sentimenti e di impressioni, nella sua mente pullulavano idee, riflessioni, progetti che. senza indui::io. egli si accingeva a concretare. Sentendosi isolato e co– stretto all'inazione .egli si adatta,•a ad una vita me– ditativa e raccolta, intensa- t titoli dei brani abbc;,zzati non esis:ono ar!atto. Il sog– ~etto del complesso è, eW– dentemente, quello d1 • So– gno di mio zio •· La !rase: • Questo eroe e anche un po' parente• risulta amara– mente ironica. Proprio m quell'epoca, Dostojewsky si preoccupava molt~ del suo imminente matnmon10 e della lunga dolorosa attesa dell'autonuauone ufhc1ale, per scrivere. Questi asc:il– lanti pensieri ebbero un'in– felice ripercussione sullo sviluppo della sua opera. La lettera del 3 dicembre 1857 ci fa conoscere precisi particolari relativi alla ela– borazione del nuovo roman– zo e alle vere intenzioni lette.rane dell'autore. Ap– prendiamo che un tormen– toso scrupolo turbò l'integra coscienza artistica del Do– stojewsky durante la ste– sura del romando. • Ho giurato che d'ora innanzi non farò stampare alcuno scritto incompiuto, non r1h- mente ma intimamente spiritualizzata, tuttavia sempre anelando a espri– mersi a donare i1 frutto opulento del ~uo ingegno. m omaggio all'alto concetto dell'arte per l'arte. Scriveva il 13 gennaio 1656: • Pensi che vi siano alcuni vantaggi d'ordine so– ciale che mi spingono a fa– re t>~uah sforzi per ri1u"i– rc? No, vuoi credernn? V1 sono altre cause che mi spingono a uscire al più pre– sto da questa penosa situa– zione e a pensarc a me stesso. Queste cause devo dirtele. Prima di tutto desidero o;crivere e farmi pubblicare. Sono persuaso che ho del– l'ingegno e che sono capa– ce di fare qualche cosa di buono. in nome di Dio, non prendere le mie parole sul St'rio. Ma a chi dovrei con– fidarmi se non a te?•. Do– stojcwsk" si rendeva conto che, durante la sua involon– taria assenza. il campo let– terario sarebbe stato occu– pato da altri combattenti. Tuttavia. là consape\,olezta di se stesso non lo abban– donava, anzi stimolava, nei momenti di angustie, la sua bella passione. • Si. mio amico. so che [arò la mia carriera, che arriverò a oc– c:upare un buon posto nella letteratura •· D'altronde egli riteneva che la sua fama di scrittore-forzato non avreb– be mancato di interessare il lettore ed era convinto che gli editori non lo avrebbero disprezzato, éhe - anzi - avrebbero compreso i van– taggi di annoverarlo come collaboratore. Ma presto dovette accor– gersi che per procurarsi un posto nel mercato lettera– rio gh necessitavano sfor– zi considerevoli: infatti nul– la avrebbe ott~nuto senza l'~ppoggio del Cr~t_ellomag– giore e degh am1c1 letterati. Dapprima entrò in tratta– tive con la redazione di al– cune riviste di Pietroburgo e di Mosca e, in tali circo– stanze, le suè lettere di af– fari sono dense di interes– santi osservazioni sul modo d1 redigere e compilare una rivista letteraria, sulla scel– ta dei redattori e dei colln– boratori. Quanto a se stesso, egli continuava ad annove– rarsi tra gli scritton pro– letari. Un giorno, accasciato dalla sproporzione troppo grave tra la teoria e la real– tà. fra questa e I sogni im– mani della sua anima, arri– vò persino ad esclamare pessimisticamente: • Tutta la mia vita scriverò pel de– naro. Anche se avrò mol– to talento. 60ffrirò sem- ~~~~ro~e~ite~~~dacghn/r~on d:l debba scherzare con le ope– re d'arte e che se v'ha qualcosa di pessimo (cio che mi accadrà altra volta) non sarà per mancanza di ta~ lento, ma per leggerezza d1 spirito e per negligenza. Ec– co perchè, rendendomi conto che il mio romanzo. 11 mio \ungo romanzo commc1a ~ prendere delle proporzioni considerevoli, che è sulla buona via e che - avendo bisogno d1 denaro ~ sono costretto a finire al più pre– sto possibile, m1 sono mes– so a meditare. Non v'ha nulla che sia più nefasto e più triste di queste rifles– ~ioni durante il lavoro. Il desiderio di lavorare, la ,•o– lontà, l'energia, tutto scom– pare ... •· Poco tempo dopo. infatti, la somma di tante non lievi preoccupazioni lo Cece deci– dere ad ebbandonare comple– tamenle il lungo romanzo. Anziché co ntin uare i) • So– gno di mio -z.lo .. . scrisse una breve novell a e i niziò un ro– manzo d"ambiente pletrobur– ghese simile a quello di .. Po– vera gente •. Fu cosi che - letterato operoso eppure impossibllita– to a s[ruttare degnamente ~utte le sue prodigiose ca– pacità - riepparve nella let– teratura russa il Dostojewsky perseguitato e condannato. Possiamo, pertanto. deli– neare schematlcamente un bilancio dell'attività del Do– stojewsk:y durante il tempo che fu confinato in Semipaia– tlnsk. dopo essere scampato egli orrori del bagn 0 penale. Qui lo scrittore non ebbe - purtroppo - alcuna pos– sibililà di produrre. invece aJ confino la ricchezza e la recond'ltà de,1 6Uo genio si svilupparono eccezionalmen– te: le immagini succedono al– i<' Immagini .le idee scaturi– scono innumerevoli dal suo cervello. urtando$! le tute con le a)tre. talvolta affastellan– dosi in modo lmpressionente. Tuttavia. questa interiore abbondanza non arrivò ad estrinsecarsi in forme orga– nicamente costituite e asso– ciantisi tra loro in un'opera armonica. ben definita. irre– prensibile. Soltanto alcuni fremme.nti si distaccarono - senza nes– so preciso - da quell'impo– nente massa ch'era l'arte po– tenziale di Oostojewsky. tra– s!omandosl .. ipso facto,. in perfetti. però limitaU monu– menti letterari ALBERTO '1. INGLESE

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