la Fiera Letteraria - XIV - n. 45 - 8 novembre 1959

Domenlca 8 novenilire 195g LA FIERA 1ETTERARia Pag. 3 IL CONVEGNO DE "L'APPRODO,, ORGANIZZATO DAL CIRCOLO DELLA CULTURA E DELLE ARTI TRIESTE: ILSUOCLIMA CULTURALE d/e1J;~:~~~o etrala L-~~ur;'~ * tra con un omaggio proprio triestina è da considerarsi.. al poeta di Trieste. E' uscito com'è in effetti. un feiice Si è legati a Trieste come a nessun'altra città. per mille ragioni, per le infatti nelle accurate edizio- ~~,;f;U:,u~a~~1:0~~:lei/:~ voci di richiamo rappresentate dai libri cli Slataper. Svevo. Benco. :/m!~l~n ~~ ~j~:~b~:~~"~!~ riodo del delicato fida. 11 za- Saba e Giotti. nomi vivi si.mi. nomi cari ai lunghi anni d'amore 1911 : Quello che re 5 la da mento è durato per decenni. fare ai poeti, in cui l'autore, Alcuni scrittori che oggi. allora non ancora trentenne, fanno parte del Comitato di- * esprime il proprio pensiero rettivo della rivista si erano sulla poesia. accostati da molti anni a di ELJO FILIPPO A.(;OftOCOA. Un documento che oggi questa regione, ne aveoano !e.~~~a ~tf tt:;:/ta cz:n:i:~: v~su~o fis~cam7-nte H_d;,°'{;- propri o nelroccasione di. seguiamo con sincerità e am- ventata un volto da ricor- vio Benco. Umberto Saba e zione presente resta da fare ~ma u;::r:a g:anadn:~er e;.. questo nuovo incontro c_on mirazione, an_che perchP la dare. Virgilio Giot ti, ad opera ri- quello che dovrebbero fare trare nella città douett!ro la ter_ra della sua anttca lette~atura d, casa vos~ra Tutti. com'è naturale, e lo spe7tivame.nt" : di Ci.ani Stu- i figlioli, i cui genitoi:i furo~ sfondare la porta del Carso. Allegria. . non e una letterat!"ra regio: hanno dichiarato nei loro in- pa nche Bi agio. Mann, Fran- no ,:n-ala~ente prodighi .dt Antonio Fonda Sa,,10, G. B. An 1lolettl, Gino Oorla e Carlo Betoccbl al com•eino triestino Non per nulla Ungaretti ha E_ anc~e. n~lle pa.role ~' "?.le, ~?' u_,io de, prodotti terventi, avevano continuato cesco ~lora, Giacomo D.ebe: a~er_1 e d~ salute:_ una. vita desiderato rivedere l'Isonzo Ang1olett, e riecheggiato e 1l pm ongmah della lettera tu- ad amarla attraverso le pa- nedetti, Alfonso Gatto, , cut d1 ripara.none e di pemten- dd- f . . . h il ponte su Sagrado e, di ~pe7:bo t~,yiento d_egli.an- ra italiana ed europea>. aine _dei s~oi scrittori. Si è dis_cor_si_ ~ono stati _racco!~ z~, senza la _preo_ccupazi~ne !:es:: lolS s~:~'• en~:::tasm~ lontano, le pietre del San m gwvaml, >. e Tneste - Altri non tornava n O a legati a... Trieste come a nes- ne, mtidt e quadernt >_edltl dt e_ssere_essi o t po~te~ .a e la stessa coscienza nel Michele: per rìbagnarsi nel ha pro seguito - è il più Trieste dagli anni della gW- ~n-~ltra città. pe:r ~H~e ~a- a cura deU_o st esso Circolo. Cf!flh~re &I [rutto d~U ~ttiv1: nuovo lavoro editoriale>. fiume della memoria, a più muni.to baluardo della cul- vinezza: era rima.sta negli gwnt. per le voci dt r1ch1a- al qu~le . st deve anche _ la La rtparatnce. Ess, s, pos. di quarant'anni di distanza tura italiana e tutti noi lo occhi un'immagine era di- mo rappresentate dai libri pubbhcaztone delf.a prezto- scmo anche confrontare a det Una buona st0 ffa. anc~e ' ' ' di Slataper, Svevo. Benco, sa a~tol';>giO: ~i Poeti e nar: m~Lati, lon~ni dalla loro pa- qu.e_stavolta, c_araAntta Ptt– u RACCONTO DI GIA.t"\'ISTUPARICH * Saba e Ciotti nomi vivis- raton tnestm1 curata tra gli tria, la ctn ultima speranza to'!t, se guardiamo alle ve~~ simi, no-mi c~ri ai lunghi al.tri ~a Ol!vie:ro Ho_noré di f?Uar-igione è l'~ria nativa. ~hte e alle n.uove collane gw anni ~'amore. :~:~t'a:vaf~i~o u:fal:;i~ ~i:;./e~t!•e~t=::;~ P!~u:on; ~~~~:C:i':fre u':i:t!toJ:i~ deOl,~;~~e;:/( t~~~g~~ saggio_ introduttivo di Bru.- aenerare f!g.li_sani, un ritor- cuore di Trieste. l~tteratura tries~ina >, orga- noL~::· culturale di Trie- :: :!~~l~r~~:'ftn:er~af:is~f~ • • • Vecchia casa nel t~mpo ntzzato dal e Circo~ della ste si articola anche in nu- raramente e parzialmente Questo è il clima cultura– Cult_ura e de~le _Arti>,_qu~l m.erosi altri e centri> dal compiuto, la poesia onesta>. le della città (almeno per senttmen~f s'e rmve rd it~i- l"l più antico rappresentato da E Saba. meglio d'ogni al- q!'°nto m'è stato possi~ile u~a ~m es.raz1on_e pu!J .,!ca La Società di Minerva. fon- tro, ha mostrato quale sia dt vede:-re nelle poche gwi:-– dtn_a'?n alle aut!)ntà ci;vi t e data centocinquant'anni or la via per tornare aU'origi- nate dt ottobre durante tt Roberto ritornava dopo quarant'anni a X... Gino era al1a stazione ad attenderlo. « Vien.!. abitiamo sempre nella stessa casa in via della Pergola. cioè non più della Pergola, ma Gerolamo Tenzi. come l'han– no ribattezzata: illustre nostro concitta– dino del Settec;ento. che nessuno sa più chi fosse. Tutto in casa è cambiato. ma tu ritroverai l'amico con lo stesso cuore di quaranfanni fa >1. Quarant'anni! Sì, Robeno rivedeva vo– lentieri la città della sua adolescenza e della prima giovinezza e la casa dove aveva vissuto anni indimenticabili. Se neo altro gl'incontri per le scale con Ne– rina Franchi. occhi azzurri e fiocco scar– latto in cima alla treccia mora. girata con civetteria lungo il collo e giù per il petto or di qua or di là. secondo il con• venuto: .. posso» a sinistra (dalla parte del cuore. come gli aveva spiegato). « non posso» a destra. Com'erano ingenui e va– porosi quei convegni nel piccolo giardino pubblico. poco distante. e pic1.1idi trepi– dazioni. La signora Franchi. la madre di Nerina. molto elegante. quasi sempre ve– stita di nero, giunta al secondo piano. davanti l'uscio deU'appartamento. si rigi– rava per accogliere l'omaggio del suo im– barazzatissimo saluto. Al primo piano abitava un vecchio si– gnore distinto. che dicevano fosse poeta. con due sore1le asciugate dalla verginità: « I due gigli » le chiamavano. Dall'altra parte abitavooo un marito e moglie an– ziani. della nobiltà ungherese, che s'in– contravano 1or5e tre o quattro volte al– l'anno. non più. per le scale. tanto era discreta e misteriosa la loro vita: la por– tinaia raccontava che lui faceva lunghi bombardamenti della passata guerra era reh-(Jtose~con ~ 1 :ca. sei_cento sono (vi si stampa e L'Ar· ne dei propri più. segreti convegno de L'Approdo), il stato colpito uno spigolo della casa. e se test1mon.1, tutt~ inr,1tatt alla cheografo triestino> a carat- sentimenti. clima di una letteratura vi– la bomba fosse caduta un metro più in ~:/~t;;'nai~~"c_eh:ts'~~:~i da/:: ter~ s_tori~o) alla Daot_e AJ_i- Anita Pittoni, che pure vif~ata_ d~lla ~re~enza di qua. la casa non c'era più; difatti il pa- re da quakhe anno, m.a si ghien _ diretta ~a Vitt01'.1o non manca di porre l'accen- scntton at qualt st gu~rda lazzo vicino era crollato. era sem re dovuto rimanda- Furlam; La Can_tma, un pie- to sul lento esaurirsi della come ad. ~na corrent:e dt sa- « E ancora. dopo tanti anni. non l'han- P d. d. colo teatro sperimentate che e vecchia guardia» ( e La na tradtztOfte. o, riferendo no riparata? " chiese Roberto. ';{cl'er cause 1 or tne pra- !'a sede in ~no scuderia; nuova esce da Trieste _ ag- a~cune parole di !,Jetoc~hi'. « Eh, qui a X... si prendono tutte le · u Cu-colo Cinematografico giunge: _ guardi Umbro dt una letteratura tn _cu, st cose coo calma». spiegò Gino. . Qualcuno, n~I f_r_auempo, ~ Teatrale. Mu~ica_le dei g!o-- Apollonia_. Luciano Budigna, nota e _la pre~e~a _ dt un~ « E i vecchi inquilini?,>. st tratta_va d~, pm prope-nn vani. umversitart; l'Associa- Paolo Bemobini, Armando sorta dt onesta sptrttuale, d~ « Non c'è più nessuno; i soli rimasti aUa cenmonta. o ~~~ alme- zione Laureati dall'Univer- Stefani. sono costretti a la- franc~a >, fors_e perche in casa siamo noi e di tutta la nostra no ne avrebb_ero p1u in cuor sità di Trieste; il Circolo sciare la citta. ad aUonta- e nata tn un a!71btente pre– famiglia noi due soli: la mia vecchia loro goduto_.e venuto a man- Papini; la .Biblioteca C!v:ica; narsene a malincuore ... >, ed ~rato dal~. v_,ta, e. aperta madre ed io». care, ma la lor? presenza la rivista Umana dtretta ella a malincuore ne parla), at moltephet influssi della Roberto era impressionato di come ave- era certa tra not. daUa Gruber Benco; i pro- la trovo nella sua casa, in cultura europea>. ~~o ~~v;~~gl~e1o 0 ~in~n ch~ 0 '::~1 ~~s:~:!f~ ta ~: ;:;,~iauedib~~~tf~f 0 ~i fr~:;:i (nu;~env~~str!a R~~it~ :~a h~a;;~/~n~~~~~i~e:= sZ:/:;:~.it!i ::ba 5 ,t~~ 0 é;w~! gliano più di niente. I suoi cinquantacin- far visita a Saba nella sua ti.vità in q11esto settore or- dico di. storin lettere ed ar- ti è bene amministrata dal que anni erano come le quinte di un nuova casa in coUi.na, si- di.nato e diretto da Guido ti della Ven~zia Giulia>. nutrito gruppo di. scrittori teatro scolorite. che non fanno più diffe- lenziosa, aperta ad ~gni tre- C~nd_ussi, do_ve collaboran_o Una casa, una editrice, un viventi, tra eui mi pi?ce _ri– renza tra le tappezzerie d'una staoza g_ua del cuore;_ e tl Poeta G,am ~tuparich nella _ru.bn- e centro di ctùtura > che è cordare, _ oltre_ a_l hmp,do chiusa e il fogliame d'una foresta. Il suo h accolse tutrt. ~e un_ ca _e Pi1:colo_ ca~ot~ggio >_- e divenuto in dieci anni una autore dt Stagioni alla ton– frequente intercalare era: •pazienza!•· t~mp<> n~l ~uo negoZtetto di Anita P1ttont. Btagto Mann). ricca miniera di documenti, tan~ e de L'_Is?!a. il Quaran: =:mchese Roberto gli riferiva che uno dei hbrt antichi. {i'i notizie storiche e lette- t?t~t _ Gambrn_t de I no,stn loro amici comuni. forse il più caro. Q~ante sono le ral!ioni (e Ma rilevante, appare l'i- rarie, di testi, che portano s1m1li e ,1: tl"m~ee. de Lon·_ era morto. pochi Pomi prima. in un tra- quali) per tornare m que- niziativa editori.ate dello Zi- il nome di. Trieste e della da dell 1~~ociato_re e_ ~t gioo incidente automobilistico. sta e città dell'anima> dove bald onnai ben nota in Venezia Giulia al centro dei Amor miht.are,_ tl Btag10 11 portone non si riconosceva più. coi persino gti oggetti acquista- tutta 0 J~~lia e Conto di pater più vivi interessi della cul- Marin de ! c~t1 dell'Isola e !a~~~!:e s~~ng:e~ra:·u~. v;~;e~~tt~-.~tr~~; no dimensioni diverse che creare la fi_sionomi~ ogget- tura nazi~nale. . . . ~~~~~~rad~ :e,;1»~:!:~ in un casamento trascuratissimo. le scale altrove. . . ,. t~va di qu~ll:4 ch_e.e ~ s~o-- e U_n t11.orno !71' decidero Oliviero Honoré Bianchi sudice. i muri scrostati con delle scritte Un.a c1tta che soffre d tso-- rui e la sp1ntuahta di Trie- a scnvere - mi confessa la premiato ot Bag tta invereconde. Roberto non credeva ai lamento, s'è detto, che mu~- ste > questo è l'intento di Pittoni - le mie Cronache Francchia ~ 1 • 58 < ~ : re lentamente_neUe sue_n- Anita Pittoni ce spero di di vita e di lavoro. In fon- a O N> tt.ee delpe~·' .r} pr~~t ~~-eresi? » chiese Roberto. sors1:; ec~nomtch.e. taglu~ta riuscirci quando avr~ stam- do lo Zibal~o~e è _n<!~ ~a~- 7!d~ Mon°ctadori), Lin~ab~ 1~ • Spariti poco dopo la fine della prima ~~:naf ~r~~tain~s~~: ~ ~~':.iio~. votumettt deUo ~~' sJrs:~~:~gi!t~ ':r~~= li (di cut è uscita ora pr~s- guerra-.: tiSJ)ose Gino, • ci sta adesso pure guardate come vi Tesi- Quest'anno la nuova Ca.sa nale e di rispetto del me- ~ Reb~l«lto una nJCCOlt_,na un'affittacamere». abitavano i due stono gU scrittori, gli.. uo- editrice triestina, nata dal stie-re che mi yuidò per tan- f' v~rsi. ~omud_ande a M0 ana), «E di faccia. dove mini di cultura, che qut re- cuore della città. con t'ap- to tempo quando avevo av- uciano ._ igna, la aneo! gigli? ». stano a vivere, racchiu.si nel prova.rione e l'affettuosa viato lo "Studio d'arte de- ~ Stefam. anche _se alcuni loro carattere. n el le loro spe· simpatia di Saba, Giotti, corativa" per le stoffe di ar- di _loro han pr~so tl v~lo da ranze, nel loro lavoro. Stuparich, Quarantotti Ga-m- redamento e per la moda di [,ne st e,. per hdtfe-nder s , dat Ho conosciuto Stuparich. b_ini.. Umb~o Apollonio e Lu- ecce~one._ Allora inuentai ½1 li~n~';:t;: ::.ar~ sovrasta Per le strade di Trieste, ac- ciano Bud1gna._e1~tra ne~ suo t4:cntca dt quel lavoro arti- g · canto a lui, si ha coscienza decimo anno dt vita.. e v, en- gtanale che m'ha dato mol- ELIO F. ACCROCCA UNAPOESIA di BIAGIO MARIN * Lagno morosa La gno morosa mai, no I1hè catagia: per nastaJgia de eia son poeta, per voglia d'eia hè l'ànema malagia in serca d'eia sensa pase, inquieta. Ma in fin l'hè fata me co' le gno mane comò 'l Signor che in siel s'ha fato Eva, in zornade de amor e de gran freva cantando a vose àlta le litàne. E i vogi 'i hè fato blu, de sielo estivo in boca un rosso rie de melogran, la cavelada zala comà 'l gran e, in tel sangue, del mar l'arzento vivo. Ma che matina ciara! una matina casta d'aprii sora un susin fiurio: e la gola 'i l'hè fata canterina perchè '! so canto longo 'ndessa a Dio. Comò 'l vento lisiera sui so pie p!°onta a basàme in gara al maestra! a vartme coi basi d'ogni mal e col rie le mie manincunie. E i vogio ben perchè la vien de drento la se verze in silensio drento l'orto e la xe 'l vento mio e la xe porto e mar, che calmo, specia 'l firmamento. catagia = trouata; fre'Ca = febbre; uarime = guarirmi; verze = apre. BIAGIO MABL~ di una forza interiore che sorprende, che commuove. Questa è una cittd da ama– re, come una donna, come UN RAOOON'l'O Dl A.NIT.il. Pl'JVl'Ol\'1 di via. S. Nlcol0 (1954) 1 · t di • Ah. te le ricordi? E' diventato un ap– v~aui e che lei passava e giorna e a - partamento tragico: prima un impiccato. I Saba e Stuparlcb nella libreria. p~~e~:~nte ai Franchi abitava l'ammini- poi due amanti uccisi, ora ci sta un ca- stratore dell'immobile. ammogliato con ra~~i 5 e: 0 nd~ll~i:~a~~~i~~e!!i~=;~~ "~n ooa donna ch'egli volentieri teneva cela- un certo batticuore. Gino capi e sorrise: ta. perché di condizione piuttosto ~as~a: t< Pensi alla tua Nerina? S'è sposata pa• « Un angelo» rapportava la po:tmaia! recchi anni fa con un negoziante di spaz– « se io fossi in lei. manderei all'ari~ ogn! zole L'amministratore che stava di là, cosa e prima di tutto quel maranttg,o di è m·orto. Ora tutto il piano come vedi. è suo marito•· occupato da una pensione di pessima Al terzo piano abitava la famiglia di fama». Difatti Roberto era rimasto male Gino. dell'am1Co. di cui era ospite: ua_t_- nel vedere l'uscio. davanti il quale egli tato come un figlio: era la famiglia piu aveva tatto troti bei sogni. l'uscio con numerosa e più rumorosa di tulta la casa. la targhetta d'ottone dei Franchi. scon- Di fronte stava un orefice. bell'uo~o ma- ciato da una volgare tabella: • Pensione linconico. vedovo, con una vecclua der al buon ritiro». Tutto il pianerottolo ave- mestica. vero cane da guardia. va il sentore di un profumo rancido e co- All"ultimo piaco abitava il portinaio. me la traccia della gente equivoca. che che faceva il sarto. con la moglie Rosa, vi era passata e v; passava. una donnetta piena di spirito a cui non « Nemmeno ]'orefice c'è più? » chiese sfuggiva nulla della ca~a e cJ:le sapeva Roberto. quando furono al terzo piano. anche dei suoi innocenti amori con Ne- Gino. mentre metteva la chiave nella rina. percllè un giorno gli aveva detto toppa. gli rispose: « Ci sta un mc:aiaco a bruciapelo: l( Lei. signorino, gua:d~ puritano. che litiga con tutti, troppo in alto. chè la Nerina Franchi e Entrarono. La vecchia madre di Gino, una madre. E non sono io it tipo da vivere di retorica. Finché a Trieste vivOn-O uo– mini come lui, finché una cittd può vivere nella realtà di certe me-morie, i più gio– vani non possono sentirsi isolati né tagliati fuori da un titlo culturale ehe ne· cessariamente trae origine dalla stessa matrice da cui tutU deriv'iamo. E' nelt'aria l'incitamento agli scrittori viventi. Il convegno de L'Approdo nop ha che ribadito questi. sentimenti. Lo si è n.otato nelle parole di Angioletti e di Ungarett.,, di Betocchi e Lisi. di Picci.oni e Contini, · di Bigongi.ari <! Dorio, i qua– li tutti hanno tenuto a sot– tolineare H loro personale at– taccamento a Trieste e alla sua cultura. chi attraverso la commossa rievocazione degti scrittori scomparsi, chi inve– ce attraverso il ricordo di un incontro, di un contatto, in anni ormai lontani, oppure rimpiangendo di non essere mai venuto in questa cittd prima di. ora. Tutte le testimonianze verranno raccolte in un nu– mero speciale della rivista, a documentare l'alto signi– ficato del convegno triestino che è servito anche a illu– minare la proficua attivitd det e Circolo della Cultura e delle Arti>. colomba di gran volo». e l'aveva, tatto quasi cieca. accolse Roberto con abbracci arrossire come un gambero nell acqua e lagrime. Tutto era rimasto là dE:otro Fondato nel ~46, questo bollente. come trent'anni prima. Una polvere d'oro e centro animatore della vi.- Infine. pure al quarto piano. abi~va velava i vecchi ricordi: le cose. miraco- ta intellettuale della città> la famiglia del bidello Ignazio. un omino Iosa.mente superstiti. erano state molto più (oggi presieduto da Anto-- con la barba bianca. che aveva per mo- lente a trasformarsi là dentro degli uo- nio Fonda Savio, genero di glie un donnone e per figlio un gobbetto. mfai. Ma era un'oasi in mezzo al furore Italo Svevo), ha contribuito Le sole scenette di pubblico SC3?~alo che dei mutamenti precipitosi. a diffonde-re i valori della avvenivano in casa, avevano ongme dal- • Il vecchio bidello Ignazio i). continuava cultura e delle arti. a mezzo abitazione del bidello Ignazio. quando Gino a spiegare a Roberto. « è moi:to. se- di conferenze, Conversazioni, costui rieolrava ubriaco e quel donnone guito a poca distanza dal donnone di sua dibattiti~ mostre d'arte, spet– di sua moglie lo picchiava di santa r~- moglie; il gobbetto vieoe ancora in casa: tacoli teatrali. e cinemato– gione· ma avvenivano di rado e l'amm1- al secondo piano. a far da mezzano. D1 nistr;tore aveva già minacciato di man- portinai se ne sono avvicendati tanti in arajiei, affidati. di volta in darli via. La casa aveva io generale un questi anni; questi che ci sono ora. fanno volta ai più qualificati poe· tono signorile. dignitoso. inso~m~ era tutti i servizi tranne il loro servizio di ti, prosatori~ critici, artisti. e una casa che fin dal portone st ricono- portinai. E noi. come ti dicevo e come scienziati. italiani. sceva per una casa proba e distinta.R i~~~ s~~~~~mi~t~c~~~1::iiaè èms';,~~ Oltre alle e Settimane let- Arrivandovi. dopo quara~t'annJ; lz~ e madre io Sicilia. Renata è in America. terarie degli Editori> (Bom– berto rimase sconcerta~, gi~ n~- : che Piero disperso in Russia. Mamma non si piani e Mondadori) con l'in– foli t°ec~ al!~tt~i~!:f~ ea:~o qu:ie per dà pace.. dice che potrebbe ritornar tervent.o di numerosi autori tutta Ja strada avevano iosieme rievocat~ ancora... delle due Editrici, si sono mille ricordi. gli spiegò che in uno dei GIA.NI STUPARICH tenute celebrazioni degli ___________________ ___, scrittori Sci.pio Slataper, SH- * Il fornello elett1•ico La cucioo delle nonna è calda con quel fuoco di le– gna nello sparherd. Perchè qui non posso tare un si– mile fuoco? Attacco le spi– ne ai due fornelli elettrici ed è più comodo, ma come è fredda la cucina. C'è que– ste tristezza che scende nel– l'anima e l'agghieccie.. n disordine nella casa fredda diventa qualche cosa di ag– gressivo, salta addosso e per quanto ci si sforzi di mettersi in alto, di non la– sciersi tocoore de simili piccolezze, esso essale ella gola e la stringe. I due bambini non guar– dano neanche i loro giocat– toli, raggomitolati insieme sul piccolo scranno atten– dono un boccone caldo e sono così pazientì cosi sot– tomessi che mi (anno re.b· bie e paura. A Monteoossino, durante le terribile battaglia in quel quaranta giorni nella grotta, pensavo alla casa come al più dolce paradiso. Quanti anni abbiamo vis– suto provvisoriamente, so– lo in attesa di questo mo– mento; esso è venuto, me per noi non c'è pace, non c'è più speranza. Facevo finta di sperane che tutto andrà meglio quando Bepi lavorerà: ora lavora e fec– cio finte. di sperare che tutto endrà meglio quendo guadagnerà quel tanto che ci pennette di vivere nel più modesto dei modL Mai si potrà vivere. E' vero che lui è diventato sciocco, sfi– brato, non sa arrangiarsi e proprio mi irrita le sua mansuetudine. Anche que– sti bambini non li posso sopportare così tristi e mansueti, e.Jmeno scoppias– sero d'allegria, mi frastor– nassero col loro beccano. Almeno ci fosse in questa cucina quell'orologio della nonna col suo forte un– mutevole tic tac. Avrei già un'altra sensez.ione. Fa freddo. Siamo in cit– tà. Non si può più lasciarsi andare a tare gli zingari, le guerra è finita, non si può più uscire infagottati di stracci e malandati, ciò non sarebbe più scusabile. Ep– poi sono giovane, ho messo da parte per anni la mie ambizione. ora essa pro– rompe rabbiosa e mi eccon– tento di gelare nel cappot– tino leggero che la mam– ma mi ha dato, solo perchè ha encora une certa linea che mi sveltisce. E' bella la mia sorella minore, fa le mannequin ed è così ben vestite, tutta dentro a un'armonia, chiu– sa nei suoi gesti misurati e tranquilli porta aventi il suo corpo. Io sono più bel– la di lei tento di viso che di corpo ed ecco come son ridotta. E non posso incol– pare nessuno. L'ho voluto io. Mamma non lo voleva, nonne. non lo voleva. Ho voluto proprlo lo lasciare gli studi e sposarmi con questo uomo disgraziato, avevo ancora le trecce per le spalle, non mettevo ros– sello nè alle guance nè al– le lebbra, lui non voleva, e tenevo le trecce strette al sommo del capo. Ero felice di accontentarlo. Ore non ha più il coraggio di non volere il rossetto. Io mi dipingo le labbra, rosso scuro, e le guance e i so– praccigli sottili. ln questo mio disordine salvo la fac– cia così, e le trecce taglia– te e i capelli giù sulle spal– le, Ouenti. E' il mio sfogo. Eppure non attendo nulle.. Lo faccio per pura dispe– razione. mi aiuto così, con una faccìe banale. • Un po' di chic> mi dico mezzo sul serio mezzo burlandomi e giù rossetto. Le mie lab– bra la mattina sono esan– gui e le guence come mor– te, ciabatto nelle veste tra– sandata quasi sporca. Ho sgridato I bembini, ho urlato, mi duole ancora la gola, ho urlato che non mi facciano arrebbiere. Ore se ne stanno ancora più zitti, ancora più tristi, gli occhi bassi, i visi pallidi, 00.nno gli occhi neri e il visooli– vastro, somigliano a lui, tutti e due, io ho gli occhi azzurri e i capelli rossi. Fanno pietà. Se non avessi tenta rabbia in corpo mi si stringerebbe 11 cuore. Ma perchè la mamma non mi ha costretto ad ubbi– dirla? E' feroce questo non pater che incolpare se stes– si. La mamma è state assai poco energica, mi parlava si, spiegandomi i suoi pun– ti di viste con chiarezza, ma ci voleva ben altro che parole, avrebbe dovuto far– lo, tutte così le nostre mamme, perchè non ficcar– ci in un collegio, magari in un convento? Le nostre son sta te delle madri moderne. E noi? Che farò io con i miei figli? Neenche le pa– role di persuasione dirò; nessun tentativo, la mia stanchezza mi sorpassa. Tra poco rientrerà lui, Bepi, il mio Bepi, che ro– be: timido timido si siede– rà nel suo engolo dietro il tavolo e intorno la fami– glia riunite per la cena. Ab, se entrasse e ml batter se il viso di qua e di là e ml scrollasse ben bene e pretendesse. Almeno rosse un mascalzone, Cl sarebbe un certo equilibrio, una certa armonia tra noi due. Silenzi03al1lente mi met– terà davanti i giornali, quelli degli Alleati, m ;,n– formano dell'America, io so tutto dell'Amedce., leg– gendo mi si allarga il cuo– re, perché mi sembra che li la gente quando lavora può vivere. L'America. So– gnando l'America mi ad– dormento. Chissà? ... Ma le mamma mi dice e quietati. è solo propaganda, cara, eppoi lui sarebbe l'uomo che è, anche in America >. E' vero. Ma io sogno l'A– merica.. mi è necessario pensare che U in quell'a– rie anche da questo te.got– to di Bepl qualcosa di buo– no se ne potrebbe in fondo ricavare. Ma dev'essere tardi, Bepl ritarda, che succede stase– ra? Guardo i bambini, per chè Bepi ritarda? M'inte– neriscono cosl mezzo ad- dormentati. e Su, su, veni– te qui in braccio ella mam-1 me ,tutti e due>. Me che succede stasera? Comincio ad essere ansiosa. Ah, eccolo, finalmente arriva. Rientra stre.sclnan– do i piedi, è più perduto del soUto e la sua feccia più pallida e gU occhi pie– ni di pianto. Dice: • M'han– no rubeto tutto lo stipen– dio•. Io resto dure immo– bile come pietrificata., sen– za voce. Ma è un attimo. • Non cl badare Bepl, fa– remo lo stesso•. ANITA PITTO!'.I ~===--=~==~==-==~ t ,critti sulla sella deL cavalw li f sull'offusto di un connone I) ~ sul serbatoio dell'automobile I I i.'più affascinanti ~n•gc di guctta che il f t pubblico abbiamai conosciato 1 e che crearono il t I personaggio e il tipo di letteratura dell'"in,iato I speciale'\ ripresentati oggi, dopo SO anni, in .I un oolome di eccezionale veste editoriale, con I I i1 coàedo di preziose fotogralie dell'epoca: t : Luigi Barzini i : AVVENTURE j> I t : IN ORIENTF : I I t a ami e con una. P;"{a...-il:are f l w uzigi Bar:w ;,. t I La Russia già matura per la ri•oluzione, f •· I l'Oriente prossimo al tIBmonto dei suoi mili, I la ri<olla dei Boxer contro l'Occidente. il (X)!)• flitto rnssoi!Ì4pponese e ii memorabile "raid" f Pechino-Parigi: ona prosa ,apida. 4\'\'ÙU:eUte. f che par scri!la oggi per esser letta oggi. ~ che i C!,ggi soltanto ci dà la misura e..<atta della •ua :·· prodigio..oa modernità di allo~ a(DÌJJ1111mUw MONDADOBI EDITORE

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