la Fiera Letteraria - XIV - n. 18 - 3 maggio 1959

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 3 maggio 1959 TESTIMONIANZA D CRISTIANO CO SAPEVOLEZZA Papini nel 1953 con I• nipote Anna, figlia di Viol• P1nlcow1ki Ci rimane dl lui qualco– sa. che va oltre le mUle e mille pagine del sessanta e più vo1um1 da lui pubblicati m vita, e di queU che si vanno pubbhcando post.umi. Papmi ha lasciato anche qualcosa d'altro e d.1 più: lllla testtmonlanza integrale u1 cnsuano, una piena cornsponoenza tra parole e fatu, u-a iaee e azioni, fra opera e vita. Il suo cri– stianesimo, tanto spesso nusconoscluto in chiave al pretesto letterario, s'è dl– most.rato, alla prova del aolore e della morte lentis– sima, una cosa molto sena, peneuata fin oeLe radici dell uomo, a trastormano, 1-----------------------------, ~=.g~n~c~i~~~~~~; SCRITTI DI P APINI CIÒ CHE•.HO SALVATO Mt stupiscono, talvolta, coloro che si stupiscono della mia calma nello stato miserando al quale mi ha ridotto la ma– lattia. Ho perduto l'uso delle gambe. delle braccia, delle mani e sono dive– nuto quasi cieco e quasi muto. Non posso dunque camminare né stringere la 1nano di un amico né scrivere nep– pure il mio nome; non posso più leg– gere e mi riesce quasi impossibile con– versare e dettare. Sono perdite irrime– diabili e rinunce tremende sopratutto per uno che aveva la continua smania di camminare a rapidi passi, di leggere a tutte le ore e di scrivere tutto da sé, lettere, appunti, pensieri, articoli e libri. Ma non bisogna tener in picciol con– to quello che mi è rimasto ed è molto ed è il meglio. E' bensì vero che le cose e le persone mi appariscono come forme indetermt– nate e appannate, quasi fantasmi attra– verso un velo di nebbia cinerea, ma è anche vero che non sono condannato alla tenebra totale: riesco ancora a go– dere una festosa invasione di sole e la sfera di luce che s'irraggia da una lam– pada. Posso inoltre intravedere, quando vengono molto avvicinate all'occhio de– stro, le macchie colorate dei fiori e le fattezze di wi volto. Eppure questi bar– lumi ultimi della Visione abolita sem– bra no miracoli gaudiosi a un uomo che da più di vent'anni uive nel terrore del buio perfetto. Non basta: ho sempre la gioia di poter ascoltare le parole dt un amico, la lettura di una bella poesia o di una bella storia, posso sentire un can– to melodi-Oso o una di quelle sinfonie che danno un calor nuovo a tutto l'es– sere. E tutto questo non è nulla a paragone dei doni ancor più divini che Dio mi ha lasciato. Ho salvato, sia pure a prezzo di quotidiane guerre, la fede, l'intelli– genza, la memoria, l'immaginazione, la fantasia, la passione di meditare e di ragionare e quella luce interiore che si chiama intuizione o ispir azione. Ho sal– vato anche l'affetto d.ei familiari, l'ami– cizia degli amici, l a facoltà di amare anche quelli che non conosco di persona e la felicità di essere amato da queUi che mi. conoscono soltanto attraverso le opere. E ancora posso comunicare agli altri. sia pure con martoriante lentezza, i miei pensieri e i miei sentimenti. Se io potessi muovermi, parlare, ve– dere e scrivere, ma avessi la mente con– fusa ed ottusa, l'intelligenza torpida e ;!~f!~•ida:i~r!a s::::.o:f ~;'!;1;J~ e indifferente, la mia sventura sarebbe infinitamente più terribile. Sarei un'ani– ma morta dentro un corpo inutilmente vivo. A che mi varrèbbe possedere una favella intelligfbile se non avessi nulla da dire? Ho sempre sostenuto la supe– riorità dello spirito sulla materia: sarei u!i truffatore e un vigliacco se ora, ar– rivato al pw1to della riprova, avessi cambiato opinione sotto il peso dei va.– tiri. Ma io ho sempre preferito il mar– tirio all'imbecillità. E gia.cchè sono i1i vena di confessioni voglio andare al di là del verosimile e spingermi fino all'incredibile. l segni essenziali della giovinezza sono tre: la f~~;t: 1!iS:1~i::;eag1:rec;;r::i~i;:0~~;~! 1 ,~~; ~n1::,iaf:;js~;::7'Jti~s::! 0m!~i ;:;:~ i~ :t:sJf7;nc;:::::é ~gs! 1 1~~~~er;:i d;'!f~~= minio di sapere e dell'arte e non rifuggo dalla polemica e dall'assalto quando si tTatta della difesa det su-premi valori. Per quanto possa parere ridevole deli– rio ho la temerità di affermare che mi sento anche oggi sollevato, nell'immenso mare della vita, dall'alta marea della gioventù. ALLEATA CONTRO IL BUIO E CONTRO IL SILENZIO L'Anna quella che più di tutti mi aiuta a lavorare, cioè a Vivere, ha diritto di prendere ogni tanto una sorsata d'aria libera e di lasciare la caligine della cit– tà per salire verso i paggi ancora sereni e ventilati. Dalla sua prima fuga ritor– na con ardore festoso e ha tra le brac– cia un enorme fascio di ginestre fiorite, che riempiono il mio studio con la loro fragra11za zuccherhia e montanina e Ulumina.110 la penombra col loro giallo ardente ma innocente. L'Anna non mi sembra piU quella di tutti i giorni che attende con tacita pazienza le mie fa– ticose e faticate parole per registrarle sui fogli o che legge con voc e sonora e celere le volanti strofe d.ei poeti o le attrlstanti colonne dei giornali. La sua bellezza, che ha la fortuna di non so– migliare a nessun'altra, è divenuta, nel– l'allegrezza della sortita, più evidente e nuova. Sembra un'orientale nata nel settentrione, sembra che unisca la sem– plicità della giovinetta con la fierezza della matrona, sembra abbia in sé la luce di una slava e la fiamma di una mediterranea, i suoi occhi scuri scintil– lano per irrequietezza gioiosa, sulle guance accaldate fiorisce il bel vermi– glio del sangue sano e giovane e un sorriso di generosa conquista irraggia l'ovale del suo viso attento. Assetta rapidamente le ginestre ar– ruffate e ne lascia metà sopra un. tavo– lino dove tenia1no di solito i libri in let– tura. Ho l'tmpressione che tutta la stan– za sia trasfigurata, che la vita quoti– diana sia trasformata e che l'Anna non sia più la mia fedele alleata contro il buio e il silenzio ma una improvvisa apparizione della gioventù eterna che sia venuta a Portarmi una merauigliosa ambasciata dell'eterna natura. * LA VITA che non si piegò mal, ma vittoriosamente resisté fino all'attimo supremo in cui Dio raccolse nel suo mi– stero. Di questa corrispondenza e fondamentale unità fra l'uomo e U poeta - cosi rara, e tanto, mvece, cer– cata dalla spìrituahtà di oggi - si può riconoscere ormai, nella vita di Papmi, un segno non dubbio. Il biogra10 che domani vorrà ritessere le fila del suo spi– rito non potrà fare a meno d1 trovarsi di fronte, di là dagli episodi particolari co– stituiti dalle singole opere e dai diversi movimenti dei quali fu parte spesso deci– siva, quel gran sogno che sempre lo accompagnò, dai primissimi anni alla morte : il sogno d1 un'opera sola - lui autore in!aticabile e inesauribile e, in fondo, mai soddisfatto, nonostante le apparenz.e, di decine e decine di libri. Un'opera so– la che fosse, insieme, riepi– logo e sintesi suprema di tutto ciò che l'uomo sulla terra pensò, sofferse, pianse, gioì; e strumento di rigene– razione, via di purificazione, parola di rinnovamento uni– versale, espressione di veri– tà assoluta, ultima. Un'ope– ra sola che fosse, in una sorta di sacerdozio laico e poetico, offerta propiziatri– ce alla miserircordia divina, viatico digniflcante alla na– tura umana, trasfigurazione e ricapitolazione in unità, non più di nuovo frantu– mabile, di tutta la storia, di tutto il creato. Un'opera insomma che attuasse in modo visibi.e e sicuro quel– la collaborazione umana al disegno di Dio in cui egli credette con ferma fede, anche quando affermava di non credere in Dio. <Ne sono esplicita testimo– nianza, infatti, certe pagine fra le più vibranti e lievi– tanti di Un uomo finito). Ma. quell'ipotetico bio– grafo di Papini potrebbe forse venir tentato - sulla scorta di schemi critici lun– gamente accreditati - a considerare quel sogno non diversamente da un'ambi– zione sbagliata, di quelle che g:i artisti spesso carez– zano in sé, per una sorta di inganno nel riconoscere la propria voce più genuina. Quanto spesso, a proposito di Papini, si i- sentito in– fatti parlare di sovrastrut– ture, di retorica, di elo– quenza, se non addirittura di fissazioni e di manie, e si * 1881 - 9 gennaio: Nasce a Firenze, in Borgo degJi I A!bizi. 1895 - L'AMICO DELLO SCOLARO pubblica il suo primo scritto: un racconto, Il leone e U bimbo. 1896/1897 - Con l'amico Ettore Allodoll, !onda alcune riviste letterarie manoscritte: LA RIVISTA, SAPI.ENnA, IL GIGLIO. 1919 - Soggiorno a Bulciano. 19 agosto: Per una improvvisa ispirazione comincia a scrivere la STORIA DICRISTO. 1898/1899 - Prime amlclzie: Prezzolini, Mori, Mor– selll. 1900/1901 - Insegna llngua italiana all'Istituto In– glese di Firenze. Frequenta come uditore 1corsi delle Facoltà di Lettere e di Medicina all'Istituto di Studi Superiori di Firenze. 1901 - E' incaricato di un corso di lezjoni sulle fl.losofle moderne all'Università papalare di Firenze. Primo viaggio a Roma. Dicembre: Incontra per !a prima volta Attilio Vallecchi. 1902 - E' nominato bibliotecario del Museo d' An– tropologia di Firenze. Pubblica i suoi primi articoli filosofici nelle riviste THEMONIST di Chicago e REVUESC!Ell,'TIFIQUE cli Parigi. Morte del padre, a Torino. 1903 - 4 gennaio: Esce il primo numero del LEO– NARDO, fondato e diretto da lui. Dicembre: E' nominato redattore capo de IL REGNO diretto da Enrico Corradini. 1904 - Partecipa al Congresso Internazionale di Filosofia a Ginevra, con Vai:atì e Calderoni. 1905 - Partecipa al Congresso Internazionale di Psicologia a Roma. I 1906 - Escono i primi libri: n. CREPUSCOLO DEIFI– LOSOFI,IL TRAGICO QUOTIDIANO. 1906/1907 - Primo soggio rno a Parigi. 1907 - Il LEONAR DO ces.sa le pubblicazioni. Matrimonio con Giacinta Giovagnoli. 1908 - Primo soggiorno nell'alta valle del Tevere. Partecipa alla fondazione de LA vocE, con Prezzolini. 1910 - Nasce la figlia Giocond:1. 1911 - Con,Amendola, fonda la rivista L'ANIMA. 1912 - Esce UN UOMO FINITO. 1913 - Gennaio: Esce il primo numero di LACERBA, fondata e diretta insieme con Soffici. 1914 - Secondo soggiorno a Parigi. Partecipa alla campagna per l'intervento dell'Italia in guerra. 1915 - Le condizioni della vista impediscono che venga accettata la sua domanda di arruo– lamento volontario. 1918 - Ha l'incarico del:a terza pagina del TEMPO, a Roma. 1920 - Durante l'estate, a Bulciano, conduce a termine la STORIA DI CRISTO. 1921 - Marzo: Il libro esce. Rapidissl.Dlo successo mondiale. 1922 - Rifiuta la cattedra di Lett.eratura Italiana all'Università Cattolica dì Milano. 1925 - Comincia a collaborare al CORRIERE DELLA SERA. 1928 - ~uovo soggiorno a Parigi. 1929 - Partecipa alla fondazione della rivista n. FRONTESPIZIO, 1933 - AssegnaZione del Premio Firenze per il libro DANTEVIVO. 1935 - E' nominato professore di Letteratura Ita– liana all'Università di Bologna. L'improv– viso peggioramento delle condizioni della vista lo costringe a rinunciare. 1937 - E' nominato Accademico d'Italia per la classe delle Lettere. • E' nominato Presidente deÙ'Istituto per gli studi sul Rinascimento a Firenze. 1938 - Fonda la rivista LA RINASCITA, organo del– l'Istituto per gli studi sul Rinascimento. 1943 - Si rifugia a Bulciano. 1944 - Giugno: La guerra lo costringe ad abban– donare la sua casa e a chiedere ospitalità al convento della Verna. Settembre: Un ufficiale inglese lo accom– pagna ad Arezzo dove si trattiene, ospite del Vescovo. Ottobre: Ritorna nella sua casa a Firenze. 1945 - 7 settembre: Comincia a scrivere le LETIERE AGLIUOMrnIDI PAPACELESTINO SESTO. 1 novembre: L'opera è condotta a termine. 1946 - 25 gennaio: Esce il primo numero del:a rivista L'ULTIMA, alla cui fondazione ha par– tecipato. Ottobre: Escono le U:TTEREAGLIUOMINIDI PAPACELESTINO SESTO. 1949 - Esce la VITADI MICHEL/.NGIOLO NELLAVITA DELSUO TEMPO. 1952 - Gli viene assegnato il Premio Marzott.o per la letteratura. Cominciano i primi sintomi del male. 1953 - Perde l'uso delle gambe e della mano. Esce il DIAVOLO. 1954 - 25 apri.e. Muore la figlia Gioconda. Perde l'uso della parola. 1955 - Soltanto la nipate Anna riesce a compren– derlo. Seguita cosl a lavorare, dettando, lettera per lettera, le SCHEGGE. 1956 - 8 luglio: La morte. * di U,UUO GOZZLl\'L è andati a ricercare il Pa- ... Era una morte prima pini senza pretese ultime e della morte, ma anche una palingenetlche, H Papini sorta di prodigiosa resurre– poeta, si è detto, della sem- zlone dopo quella morte ·plJcltà, della memoria, degli prematura e solo corpora!e: a.fletti. Giorni di festa e era • un'anima intera•. Passato remoto sarebbero, che ancora s'apriva un Più o meno, i punti ferm1 varco fra le pareti di un cui si volgono siffatti cri- corpa rigido e immoto; che tlci: aggiungendo, ora, ma- ancorr. pienamente viveva, gari, talune at:u~ sc hegge pur quasi del tutto privata Più terse, più ferme e b.oc- del suo naturale strumento ente dalle Fellcitd dell'infe- terrestre. Era quell'anlma ltce. Non vogliamo per nulla che, nell'ultima agonia, negare, sia ben chiaro, che avrebbe confermato la sua una parte di verità vi si.a Interezza nel volere intero lll un opuùone di. questo ge- e solenne l'ultimo sacra– nere: ma una parte, ap-1 mento e nel riuscire ancora punto, non la ventà. intera. prepotentemente a comun1~ t; quel biograto, per ora care U suo volere. solo lffil'.Ilagmario, dovrebbe n sogno di un'opera che perseguire Ja verità intera, fosse viatico dlgni.flcante non la parte. C~1cchè, ogni della natura umana non fu 0lSCorso su Papllli che pre- vano, non fu sovrastruttura tenaesse di con~luctersi a né ambizione sbagliata: una antologia pl_u.o meno anche se Iddio, nel suo mi– vasta di pagine tlrJche o di sterloso ma In qualche mi– memoria, sarebbe un di- sura sempre intelligibile scorso_f?rs'anche non privo consiglio, l'ha permutato in ai validità sul piano lette- una forma che l'uomo non rario, ma certo msu!ficiente avrebbe mai da solo pen- per la ricerca della più pro- ' 10nda e vera figura del- 1 uomo: quella figura come poche altre viziata e de- sato, che forse, anzi, se l'avesse conosciuta in anti– cipo, avrebbe respinto con terrore e tremore. n famelico lettore di libri, l'inesauribile autore di libri, l'intellettuale legato a fil doppio con la carta stam– pata. colui che concepl lo scrittore come maestro, ci ha lasciato di sé la lezione più alta, la pagina più certa, U canto pJù :tmpido, nel modo in cui seppe sop– portare e sormontare la lunga malattia mortale. Non soltanto fantasUca, dunque, ma anche reale e realmente vissuta la sua test.imonianza dell'ultimo destino cui le creat.ure sono divinamente ordinat.e. E qui è la chiave della seconda grandezza di Papini, non più davanti agJ uomini ma davanti a Dio: una grandezza che suggella e consacra quella dello scrittore e del poeta nel– l'ordine superiore dell'asso– luta presenza cristiana, del– la strenua imitazione di Cristo, della Parola che si fa Vita. MARIO GOZZINI * di LUIGI FALLA.CARA. Prime a fer marsi furono le gambe che percorre– vano a grandi pa.ui la cittd. Si fermarono sottc uno scialle scozzese. P oi si abbassò la. mano sini.ttra, mentre la destra Poteva ancora vergare le pagine. Era ancora vita che fluiva in nero filo d'inchiostro dalla punta delle dtta. Poi cadde anche sulla mano destra il grande peso. L'inchiostro non scorreva più. 81 era raggrumato e se;cato per sempre. Ma rima– neva l'aria, egli Poteva ancora formulare la 1ua parola nell'aria, rtcono1cersi in essa, muoverli in es1a. La vita era tutta concentrata in quell'aria che u.rciva dalla bocca modulata in parole. Egli forse vedeva solo qu.e1ta, perchè il ruto per lui era già ombra, e ombre. Egli era ormai un grande tronco inaridito, con la vetta ancora percorsa da voli. Poi, anche la voce .ti spense. Ma, a mano a mano che il corJ)O diventava immobile, la vita 1aUva sempre più su. Ed egli la reggeva col bmto sald.-0 sulla poltrona, la testa eretta, ombrata da capelli devastati ma ancora a grandi ciocche, la bocca ancora piiL vuota che per la mancanza dei denti. Nusun lamento, nessun ritorno nostalgico erano in quell'aleggiare di pensieri intorno a quella testa muta; solo la co-n&a– pevolezz.a di dover portare intatto, come un nau– frago sulle onde alla riva, un mondo sofferto, gtU– dicatc, ma, soprattutto, amato. E perciò sorrideva; non c'era sforzo in lui, come non ce n'è mai Bulle cime; come non ce n'è mai nell'amore. Cosi i suoi pen.tieri supremi furono i piil belli, ed egli dovette sentire la morte venire dalla cima, per coglie'Te l'ultimo suo fi,ore, U più alte. zormata da certi consunti cUché di comodo. Ebbene, che quel so– gno di Papini non fosse sopraggiunto, voluto, co– struito, ma rispondesse, al contrario, alla sua più au– tentica e profonda .fisiono– mia spirituale, a:la più ricca sua sostanza umana, noi ne abbiamo una testi– monianza vittoriosa su tutte le distinzioni dei critici. Una testimonianza da cer– carsi, forse, più che nelle pagine del Giudizio Univer– sale, alle quali Papini via via si propose di affidare realizzato il gran sogno, da cercarsi, diciamo, nella sua vita degli ultimi anni, nella sua preparazione, dolorosa e vigLe, alla morte quale egli seppe pienamente rea– lizzare in sé, patime nto su patimento, ! agri.ma su la– grima, sorriso dopo sorriso, in un lentissimo, estenuan– te, sempre consapevole, martirio. * LE OPERE * « Ho sempre sostenuto la superiorità dello spirito sul– la materia; sarei un truffa– tore e un vigliacco se ora, anivato al punto della ri– prova, avessi cambiato opi– nione sotto il peso dei patiri ». Non erano soltanto, queste, paro:e strappate a forza, per riempire una pagina di più, dalla sua gola ormai inerte e capace sol di rauchi pietosi gridi; erano l'espressione di una conquistata unità fra l'in– teriore e l'esteriore, di una vittoriosa risposta a quella tragic::i. chiamata che il male e la morte rappresen– tano per l'uomo. L'espres– sione di una realtà vissuta, dunque, non soltanto scrit– ta:• di un perfetto ade– guarsi a:I'esl.genza del no– stro tempo. Ma c'è ancora di più. C'è che U sogno di un riepilogo e di una sintesi suprema della storia dell'uomo pro– prio qui bisogna riconoscer– lo in atto, pienamente rea– lizzato: in quella preghiera che chiude La spia del mondo ed è come una sin– tesi suprema della sua sto– ria d'uomo: • Ma io spero che Dio mi concederà la grazia, nonostante tutti i mi ei err ori, di giungere al– ru: ti.ma giornata con l'ani– m a intera 11. Quella Verità assoluta, ultima ch'egli avrebbe voluto incarnare in un poema di parole, Iddio gU ha concesso - e glielo ha concesso perché da lui fortemente voluto e meri– tato - di tradurla in una esperienza atroce ed esal– tante. in una preghiera esaudita. Quel:a collabora– zione all'opera redentrice del Cristo che egli avrebbe voluto manifestar da poeta, s'è trasfigurata a rovescio nell'esempio del dolore con– sapevolmente accettato e reso strumento di più viva integrità umana. IL CREPUSCOLO DEI FILOSOFI lliano. Libreria Editrice Lombarda, IL TRAGICO QUOTIDIANO I DANTE VIVO Firenze. Lumachi, 1906 IL PILOTA CIECO Napoli, Ricciardl, 1907 L'ALTRA META' Ancona, Puccini, 1911 LA VITA DI NESSUNO Firenze, Baldoni, 1912 PAROLE E SANGUE Napoli, Perrella, 1912 UN UOMO FINITO Firenze, Libreria della Voce, 1912 VENTIQUATTRO CERVELLI Ancona, Puccini, 1912 PRAGMATISMO Mllano, Libreria Editrice Milanese, BUFFONATE Firenze, La Voce, 1914 CENTO PAGINE DI POESIA Firenze, La Voce, 1915 MASCHILITA' Firenze, La Voce, 1915 LA PAGA DEL SABATO Milano, Studio Ed. Lombardo, STRONCATURE Firenze, La Voce, 1916 OPERA PRIMA Firenze, La Voce, 1917 POLEMICHE RELIGIOSE Lanciano, Carabba, 1917 GIORNI DI FESTA Firenze, Vallecchi, 1918 TESTIMONIANZE Milano Pacchi, 1918 L'UOMO CARDUCCI Bologna, Zanichelli, 1918 1915 1906 1913 L'EUROPA OCCIDENTALE CONTRO LA MIT– TEL-EUROPA Firenze, La Voce, 1918 L'ESPERIENZA FUTURISTA Firenze, Vallecchi, 1920 STORIA DI CRISTO Firenze, Va:lecchi, 1921 PANE E VINO Con un soliloquio sulla Poesia. Firenze, lecchi, 1926 GLI OPERAI DELLA VIGNA Firenze, Vallecchi 1 1929 SANT' AGOSTINO Firenze, Vallecchi, 1930 GOG Firenze, Vallecchi, 1931 I NIPOTI D'IDDIO Firenze, Vallecchi. 1932 ERESIE LETTERARIE Firenze, Vallecchi, 1932 LA SCALA DI GIACOBBE Firenze, Vallecchi, 1932 RITRA TI'I ITALIANI Firenze, Vallecchi, 1932 RITRATTI STRANIERI Firenze, Vallecchi, 1932 GLI AMANTI DI SOFIA Firenze, Vallecch1, 1932 FIRENZE Val- I Firenze, Libreria Eclitrice Fiorentrna, POESIA IN VERSI Firenze, Vallecchl, 1933 ARDENGO SOFFICI Milano, Hoepli, 1933 LA PIETRA INFERNALE Brescia, Morce:tiana, 1934 GRANDEZZA DI CARDUCCI Firenze, Vallecchi, 1935 1933 STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA <Duecento e Trecento). Firenze, Vallecchi, 1937 I TESTL'1ONI DELLA PASSIONE Firenze, Vallecchi, 1937 RE LEAR CPer la musica di Vito cordi, 1939 FrazziJ. Milano, Ri- ITALIA MIA Firenze, Vallecchi, 1939 FIGURE UMANE Firenze, Vallecchi, 1940 MEDARDO ROSSO Milano, Hoepli, 1940 LA CORONA D'ARGENTO Milano, Istituto di Propaganda Libraria, 1941 MOSTRA PERSONALE Brescia, Morcelliana, 1941 L'IMITAZIONE DEL PADRE Saggi su: Rinasci.men t-0. Firenze, nier, 19-12 RACCONTI DI GIOVENTU' Firenze, Vallecchi, 1943 CIELO E TERRA Le Mon- Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1943 FOGLIE DELLA FORESTA Firenze, Vallecchi, 1946 LE'ITERE AGLI UOMINI DI PAPA CELE– STINO SESTO Firenze, Vallecchi, 1946 PRIMO CONTI Firenze, Arnaud, 1947 SANTI E POETI Libreria Editrice Fiorentina, 1948 PASSATO REMOTO Firenze, L'Arco, 1948 VITA DI MICHELANGIOLO DEL SUO TEMPO Milano, Garzanti, 1949 LE PAZZIE DEL POETA Firenze, Vallecchl, 1950 IL LIBRO NERO Firenze, Vallecchi, 1951 IL DIAVOLO Firenze, Vallecchi, 1953 CONCERTO FANTASTICO Firenze Vallecchi, 1954 STRANE STORIE Firenze, Vallecchi, 1955 LA SPIA DEL MONDO Firenze. Vallecchi, 1955 LA LOGGIA DEI BUSTI Firenze, Vallecchi, 1955 LA FELICITA' DELL'INFELICE Firenze, Vallecchi, 1956 GIUDIZIO UNIVERSALE Firenze, Va.Lecchi, 1957 LA SECONDA NASCITA Firenze, Vallecchi, 1958 NELLA VITA Firenz.e, N.E.M.I., 1932 IL SACCO DELL'ORCO Firenze, Vallecchi, 1933 POESIA IN PROSA Firenze, Vallecchl. 1933 IN COLLABORAZIONE ------------------, LA CULTURA ITALIANA Firenze Lumachi, 1906 (con G. Prezzolini) VECCHIO E NUOVO NAZIONALISMO ~~ilini~tudio Ed. Lombardo, 1914 (con G. POETI D'OGGI Firenze, Vallec:hi. 1920 (con P. Pancrazi) DIZIONARIO DELL'OMO SALVATICO (A-B) Firenze, Vallecchi. 1923 (con D. Giuliottl) PR<:;,i~o~~ CATTOLICI ITALIANI D'OGNI Torino, Società Editrice Internazionale 1941 <con D. G. De Luca) ' COLLEZIONI FONDATE E DIRETTE LA CULTURADELL'ANIMA. Lanciano, Carabba, 1908 e sgg. SCRITTORINOSTRI.Lanciano, Carabba, 1910 e sgg. I LrBRINECESSARI. Firenze, Bemparad. 1920 e sgg. I LlBRI DELLAFEDE.Firenze, Editrice Fiorentina ('! Salanil, 1922 e sgg. LA BIBLIOTECA DELLARINASCITA. Firenze Le Mon- nier, 1940 e sgg. ' RIVISTE FONDATE O DIRETTE LEONARDO. Firenze, 1903-1907. lL COMMENTO. Milano, 1908. LAVOCE.Firenze, 1908-1916. L'ANIMA.Firenze, 1911. LACERBA. Firenze, 1913-1915. LAVRAIE ITALIE.Firenze, 1919. IL FRONTISPWO.Firenze, 1929-1940. L~ RINASCITA. Firenze, 1938-1943. LULTIMA.Firenze, 1946 e sgg. Cerimoni• in Campidoglio: il prof. ~m•nna, I• fìglia di Papini, l'on. Mana e il sen. Zoli

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