la Fiera Letteraria - XIV - n. 13 - 29 marzo 1959

Domenica 29 marzo 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 SCAFFALE VECCHIO E NUOVO * COME SI SCRIVE ALLA REGINA Il mattutino delle tenebre * * cli JIIARIJ\T() PAREi\/TI di JUABINO PIAZZOLLA Come le vie della Provvi· proposi. certo che voi dove- avanti. dopo aver fornito al– denza sono infinite. cosi le ste con quella cortesia reale tri particolari sulla composi– strade per le quali si può ar- accettargli. che alla divotion zjone del libro. azzarda una rivare alla celebrità. alla fa- mia. e alla altezza di cosi ipotesi sulle conseguenze di ma. o. almeno, alla notorietà. gran Donna si richiede; e questa sua fatica: « Sò ben E i nostri tempi sembrano vivo sicuro che non saranno che le Donne per vedersi sot– fatti apposta per accrescere vane le mie speranze. per es- to la proteitione di cosi di– queste possibilità. moltipU- ser confermate dal teslimo-- vina Signora. ove il Cielo in candone le occasioni. nio universale. e per esser uno tutte le per!et.tioni. e tut- OW si può giungere rapi- istimata voi una delle mag- te le sue fortune accolse, non damente a (ar correre il pro- gior Reine, che mai fermas- m 1 havranno minor obbligo prio nome sulla bocca d1 mi- sero nel solio di cotesto Re- ch'io habbia loro apprestata lioni di persone. magari a gno il piè; Non sarà già con· una diffesa tale. che d'havere pugni. a calci. perfino a venevoJ dono a tanti meriti. scritto la Notte, e il Giorno chiacchiere. col possente aiu- se da chi sommamente meri- con tanto studio in lode to dei giornali. della radio. ta. non è fatt-a l'indegna ope- loro». della televisione. ra mia meritevole: la quale A questo punto il Rin&hie- Una volta queste altissime per ben nata. e altamente ri. che non ha nascosto le mete di una più o meno vo- collocata se.mpre giudicarò. sue pretese letterarie. aven· lontaria sete di esibizione, pur che trovt tra le grandezze do avvertito che. ad ogni li– insita negli uomini. aveva dei suoi ellevati concetti luo- bro. sono aggiunti dei com– un limite nella scarsa gam· &o: Ne malagevole per quan- pooimenti in versi « a guisa ma di attività capaci di con- lo comprendo sarà. havendo di Ba!late ,1. si ricorda che sacrare una fama: la penna. ella con reale eminenza. som- alla corte di Francia. viveva il pennello, lo scalpello. la ma ben!gnità. e man~e~u?i~ un poeta. reputatissimo, il spada e in più. forse. qual· ne congmnta. e da suoi d1vm1 quale per ogni evenienza. era che solo titolo di stravagan· predecessori imparato con meglio tenersi buono. con pa– za estrosa· ed è. evidente- modi maravigliosi. e poco role di omaggio e di umiltà: mente. da' considerare intel- d'altrui conosciuti, la virtù • Il Signor Luigi Alamanni ligeote accortezza. l'aver !at- di !~vorire. P_er coron~i d! un de più chiari ingegni che to ricorso ad un soggetto al- gloria. e !arsi per cagion d1 hoggi di vivano, da cui non tettante o, almeno. creduto P!ù durabile. ricordanza dop- meno la bellissima Corte di tale. piamente rehce ». vostra Serenità risplende. che Pensavo questo davanti a Dopo questo cappello. nel egli da lei risplenda, libera- un libro di Innocenzo Rin- quale. come nelle mani di mente i nostri effetti laudi. ghieri. gentiluomo bolognese. un prestigiatore. turbinano. biasimi. dia loro nudrimento. il quale. come tale. non sa- girano. s'intrecciano i più glj gastighi, con doppia auto· rebbe mai useito dalle sue tradizionali e cerimoniosi rità da morsi gU diffenda. il conoscenze. sia pure altissi- complimenti. con qualche aJ- necessario v'accresca. e ne me e nobilissime. anzi regali. tro. non del tutto comune, il scemi i1 soverchio. che io me se un giorno. non avesse pen- Ringhieri passa a spiegare il ne recherò sempre à gloria. sato di mettere insieme Cento meno sospettabile fra gli osservandolo come maggiore. giuOchi liberati et d'ingegno. scopi della sua opera: « Con amandolo come padre. e co– pubblicandoli a Bologna. nel cento lettre che guidano à i me persona divina in vene- 1551. e dedicandoli Alla sem· Giuochi. anzi della istessa ratione havendola )), pre felice. et sublime donna natura loro. cercai da fieri Detto questo. non restava Caterina de Medici, hora me- morsi indegnamente trarfitte. ì\lARINO PARENTI Verrà il vento E mi troverà Sl)lO. Verrà il sole J E sarà curvo s1111'ombra. Verrà il suono del mare E sarà scheletro. Verrà il cuore Dal mio abis;:;o E sarò umile volto. Si burleranno le foglie In un giorno feroce. Si burleranno del teschio r fili d'erba. Sarò sasso Sulla macchia di luna. ~ on sarò mai una rosa Nè canto d'upupa. Non sarò nuvol.:. d·alba Nè raggio di sole. Resterò terra Intrico d"ossa Parola d"uomo. Accovacciato !-ull'ombra Per ascoltarmi da sempre. E' vero soltanto che Dio perdona Dal fondo del suo abisso. E' vero soltanto Che sono piuma. E' vero che m1 sopporto Sin dalla nascitrc. Povera pelle o;udicia di vita. Povera bocca destinata a morire. E ora vorrei t~cere e splendere Come il grumo di luna Che si porta il cielo d'inverno. Vorrei sentirmi morto Come il tronco in fondo alle fiamme. La città squilla come un tromba E non è mia. 11 sole si spacca E lancia il giorno sui tetti: Dice addio A questa fogli9, smarrita. Nessuna casa e mia. Nemmeno è mia la vita. Viene il giorno. Risorge il sangue. Il sonno mi tiene chiuso Come in un pozzo. Luna calante, Tutto è distan!e dal cuore. Dio. il tuo pat><-e è un brivido. Lo sa il cuore calato nel cuore. Tu sei il bianco del mondo Se ti adagi sul petto Come l'ombra d'un'ombra. Sei il labirinto Che ci contiene: Vibri come un filo d"erba E non cresci da sempre. E ora basta col fuoco. So che ti sopporta la lodola E la mia lacrima involontaria. Vieni a farti pietà el mezzo della sera:• Siamo ad aspettarti Cogli abiti unti. Puoi comparire sui vetri Come un bagliore insolito. Puoi muoverti nei passi: Salire e scendere? le scale Ora che è inverno. Ti aspettiamo oome sassi. Siamo colla vita. Siamo fra le cas('. Vieni a parlare di morte Col vessillo del sole. Almeno sulle piazze Puoi dire e disdire tutto Come in un giuoco. Vieni a farti filo di voce Ora che viene un Po' di luce Dalla parte che ti contiene. Ti offriamo le mani crudeli. Ti offriamo le vecchie parole E tutta <la follia Che ci ha fatto vivere. Non è vero che siamo cresciuti Non è vero nemmeno Che il mondo s'è prolungato Fino al tuo p!lese di neve. Vieni con la calma Che contiene la sera. Per te ci sarà la luce Che non vediamo; E il posto fra gli alberi cortesi. Tu che sei tutto il silenzio E poi ancora Tutto il bianco sospeso delle aurore Che verranno a giuocare col mondo; Tu che sai Chi siamo e chi sei Tu puoi venire in punta di luce Come nelle domeniche 11 sole in persona Si presenta sw vetri, Vecchio padre d! tutti. Puoi venire senza che ti vediamo Come un grumo di usignoli Che giuocano colle gole E beccano le u\):e Che tu sai a memoria. Ti aspettiamo senza titubanza Con le bracci3 incrociate E la bocca chiusa come una cicatrice. Il Abbiamo i visi appassiti E tu non verra,. Ci lasci nei panni Perduti negli aani. Facci almeno larve Sulla notte curva. 11 gallo è sangue di sole Che non si sc?rda. L"udiamo appeso al suo canto Con la cresta che squilla: Grumo di piume mattuUne Negli orti intirizziti. Scoppia la pietà vana Che ci trascina. Scoppia la nube avventuriera Titatisihna Reina di Francia; le honeste Donne à suoi pri– raccolta un pochino preten- mieri pregi ridurre ... • e. più ziosa. come vedremo. tanto (continua a. pag-. 4) '--------------------·------------, Lungo l'alba in viaggio. da sospettare che gli sia stata ';'.ffr''cta dallaletturadi I D lJE TE /JIPI DELLA POESIA DI BRlJNELL() RONDI Sic ludus animo debet ali– [quando dari Ad cogitandum melior ut [redeat sibi. A se non esclude la possibilità more che • certe torme novelle di giuocar introdotte. di mescolare insieme la gravità con Ja piacevolezza .... da per– sona grave, o piacevole. po– tessero esercitarsi»· * per gli uominie le cose * d'i LIJCJA1~0 LIJISI Inoltrarsi nel labirinto dei 11 recente premio Firenze ha collocazione. oltre che precisa. noie, e capace di involgere un cento giuochi. sarebbe lungo riproposto U nome di un poeta I consapevole. limite troppo stretto di pre– e pericoloso come l'entrare della cosl detta quarta gene- Vogliamo dire che la poetica .senza e di oggetti. E le imma– in una sperduta selva. tanto razione. Brunello Rondi. pre- d.i ~ondi. non è sol~anto de~u- gin i si rifanno alla ca.,Citd del– più che. tali giochetti. pen- mlato (ex aequo con Lamberto cibile dai suo:i ':ers1. nata c10:è fa prosa: non debbono appog– siamo siano da ritenersi fuo- Pignotti) per ..Amore fedele - e matura!a 1DS1emeall_a 1 es1- ~~aa';~gi: s;~Qi;:;~ier~ ~!;~~::~ ri ~~~- ~~}! 0 s1~:i~nc!:! 11 ~~o. r~~~ ::;:~ 0:~. U::: èpa~:t~o~~~ poetica ... Lumtiamo. dunque. la_ no- vuto la medaglia riservata al frutto di una libera scelta. di Questa nOtJl,,.èsutflGtente per st_ra lettura alla lettera d1 de- migliore editore di poesia). una coerente conoscenza della aktme osservazlom eh, ctda,•· 1 u 13 - d1ca. la quale. senza essere B ll R d" era già no- propria posizione culturale ~ teranno nella scoperta Rondi scene,riatore con Fellini e Antbony Quinn sp.assosissima. ha il suo lato to ~= c~e onr ~na receden. morale: . . personaJi:tà di ~ondi e deUa d 1 10teresse, nella forma . e te. raccolta. ~ La ioeane lta- ,_La ,mia vera natura non $1 è sua poesia. Jn pnmo luogo egli nella sostanza. e potrebbe m· lia ... anche per ungdramma in mat T1con~.scmta nelle p~ove non t~me d1 d_are al suo l~voro titolarsi. « Come si scrive a versi .• Sulle strade,.: per al- /att~ ~l d1 qua della .stagione una 1mpostaz~one polemica e una regina,,: « Magnanima e cuni saggi fllosoftci (recentissi- real~t1ca ~el d~pogue~ra. Que- questo lo !a nconos~re ~ppar– Sacra Reina. Anchora che le mo ..Esistenza e relazione,. .st'~luma infatti c~>ns1dero un t~ente a1 gruppo d_1 _quei_poe. Mogli de i gran Re come voi con prefazione di Enzo PacD: p~ que_lla della mia vera dat_a li che .s~no co:nd1z1~nati ~a sete. per lo piu ad alti peo- p~ alt,:ì di ~ritica musicale e ~a'tonfriCJ~i 11:!e~~~o dello SJ)I- ~::,~e~~:i~repii1aJ:ll~ca~ohes1è sieri. e egy-egi fatti intenda· di e st e~ica cine~a~graftca sr~ Questa dicblarazione di Ron- il loro limite dal punto di vista no. _co.me quel_le ch_e _sono neoreahsm_o: ~ in ~e ~~e _ di. colta da una sua nota In della resa poetica. perchè ~1 d'alhss1me cons1deraz.1om do· s';latpart;.: 1 Kfzio~~ ~ ~s:1inlge margine alla •Giovane ItalJa• sovrappone all"originaria es1- si tutti I migliori fra i giovani menti formali. ossia di lln- tate. e di tutte quelle divine ~t ~r~. 1 ms 1 0 è 1a premessa a quest'altra: genza di espressione (stavamo poetL Dal modo poi come esse gua&gio. di questa poesia. di qualitadl ch'esser in voi da e. 1· , La chiave con la quale . .se- per dire di "canto") per co- sono intese e applicate, nasco- una poesia le cui , immagini .si tutto il mondo chiaramente E' . importante. cl semb:a: condo me. si possono opgi seri- stringere il poeta alla coerenu no quelle differenziazioni che rifanno allo caslitd della pro– si conoscono non di meno. sottol!near~ quest~ moltephc) oeTe, e Jegpere. ver si. è lo chia- con le premesse teoriche: cioè. hanno determinato le classift- sa,, è un problema che ripro– perche le menti da i grandi l~dag!nl d1. Rondi nel Ca.'l'lpi v~ di tm realismo inte.so come al gruppo del ncosperimentali- caz1oni (sempre comunque ar- pone quello dell"assenza di una affa i occupate talhora ne ; più disparati della cul~ra. non scoperta e costr uzione dd smo. ove infatti è stato giusta_ bitrarie e imprecise. perchè re- critica contemporanea a que- di;rtl o~eStt, , e nella . gi~ ~ 1 fo~e~:;o h~~: ~i: 1 ~:~i~ :~:d:i ~~!~h~::i::iiet~c~= ;f ~~ m~~;e e ~i:6~~ ~tr!1~~i. pre- i;;!~~;f> n~~~;l~~t~~ a1 3 ~~~~= ~~ ~:e~ta a!~e:;~z~~ ~èe.di~ ic~~~ conda .quiete cercano .di n· come del resto qualsiasi espe- nella loro inesorabile "grazia" messe essenziali: quella di una rimentalisti. o più semplice- tica nata daUe stes se es igenze posarsi. quasi trava~liato e rienza culturale o umana di impedi..scono l'a.,sun=ione di partecipazione diretta. impe- mente al post ermetici. e dalla stessa matrice dl rinno– stanco nochlero che 11 porto un poeta. ma sopra tutto per- una misura fatta di apertura e gnata, con gli uomini: e il bi- Il termine ..ermetismo,. ci vamento sociale. politico. este– desideroso attende; Pertanto eh~ proprio per quel denomi- di resporuabilità. L'epica a sogno di riconoscere l'essenza eonduee (dm~mo. per contra- hco. acciò che con gli altri vostri natore comune In esse rlcono- larpo raggio che oggi ci pare poetica delle cose. della real- sto) all'ultima delle premesse Tuttavia noi vogliamo pro– infiniti diletti godiate imparte scibile. e cioè la più viva e at- necessaria è in .sostan za il ri- là: una disposizione quindi al- di Rondi. quella cioè di 'ri- ptio sottolineare questi rag– delle fatiche del mio debole tenta partecipazione alla cul-1 fiuto ~ "chitfder~•• il ~er.so .su la concretezza. sia nell'immagi- farsi alla ca.sti.!d;dello .P. rosa.. giungimentt. frequentissimi in Intelletto. questi cento Giuo- tura. e quindi alla \·ita con- accenta e r1.sentlmenh trop po ne. che nella scelta del vocabo- E• questa l affermazione dt , Amore fedele ... opponendoli chi Liberali. e d'ingegno. di temporanea. quelle esperienze rigidi e beati ~i sè. dati da _u~o li. Sono qucs~e pre~esse che n:iaggiore ro~tura nei eonfron- alle cose anche più appari:;cen– sacrare alla Maestà vostra mi danno alla poesia di Rondi una .schema ormai troppo tradmo- accomunano. Sl pub dire. qua- ~~ t~llapr~::~~~! :r~~!IC=\'~e: i!ae~~reo;~~l~et~!t~!~av~~;~:; portato la parola poetica ad troppo acceso calore poleml– una cosl assoluta essenzialità. co ha distolto il poeta da un «NO ON OGGI », E « LA SAGRA DELLE NUVOLE» * Due libri dipoesia diTestoni eAntonino * di El,10 FILIPPO A.CC ROCCA. ~s:i~~li~:n~èn~\recJ:!.~~~u 0~: più: intimo e m~ditato asc~lto, sia di partecipazione (limita- da una nec~ana decantazione zione nella materia. nei conte- della materia) da una personale nuttJ. nè di un pieno c~nto modulazione del verso. da una Cres:rizione delle /onne tradl~ cadenza che prima d'essere di zionali della poesia). Ecco parole. cioè esterna. deve esse– quindi. nei poeti nati alla poe- re d'anima Segni indicatori. sia nel dopoguerra. la. tenden- questi. di una individualità ~es~! ;ar:r~~~~~ ~ ec~fc~. ~~~ poetica eh~ ci sembra Rondi \•e le parole divengono concre- a?b1a ra~g1unto con più:_com– te. rifacendosi ad un vocabo- p1utezza il suo 6econdo libro. lario più vasto. più quotidiano. Sentite quale felicità in que- con una immissione diretta di sta apertura di ...Elegia ..; Con uesto titolo. Non qui, ca avvertenza di fronte alla ri~ore. ~ella scelta d~i temi l'auto:e. éhe_ rischia: per la cronaca,. Un tempo andavo lento con pii q. (Sch •arz editore) sensibile foglia che si stacca. e 11 d1smcantato destmo che astra21one dei concetti (s! leg_ R1pet1ar:no:queste le premes- {occhi apHti 01 liben '"~ 11 oigl r \\ d. u~ e cad sulla pagina. da ogni l'uomo avverte dentro di sé ga anche e Gigantomachia>), se su cm tutti siamo stati e ori.:zonti depli uomini. ai mon– c e a af par~nz:fe'rì~en- argo;ento di poesia: fragili nei confronti della stessa na- di approdare ad un'asprezza siamo d'accordo. Ma neUa _poe- [ti della Storia. prngramma icod. ra r a l'altro non necessari tura che lo av\·olge. di dettato che finisce per sia. come nelle arti. crediamo e neli"uso di. donne ritrovavo to nel tempo .. I un~ peren- un e. . .• . d" 1 sconvolgere anche il verso. non esist~no salti. ma semm~ì [il mio sanpue, toria traspos1z1one d1 1mma- che a se, mtimi I una oro • • • 0 er lo meno termina in solo ponh. anche se audac1ss1- nel canto deQli amici le Tispo- &ini e di luoghi. di or~. ~i sosta_nz~ r.arefatta. ~ura. Dopo la raccoltina di Poe- u~f concettuosiià impoetica. mi. ~ u~ pil~tro della nostra (Ste del cuore ... stagioni: ed ha. pure, 11 s1- quasi silenziosa. e nondime- sie (con e due lettere ad u!l sconfinante necessariamente poesia. d1 og.2:1 non può_che es- Ma poco oltre, insorgendo il gnificato di un tornare ~l- n? non Jc:mtana da_ un senf poeta• di ~uciano Af:1cesch1: nell'enfasi da cui l'Antonino ~re- pian:ato n~lla stagione che gusto del sentenzjare, d~rivan– I'indietro con ta memoria, d1 perfezione raggiunta ne · nelle edizioni dì Giovanni h d ' . 1 c1 ha P':'ecedu,o. e m_ 9-uelle te ceno dalla consuetudine con verso il, lungo erro.re, del- I~ figura che. _sia pur 1 e e st e• Scheiwiller. del '46) e Se- 1: c~n!:n~~s\r~~~~~c~~;~~ ran~~~di:i~ùn~~~t~;~of i~ 1 ~ O ~~= I~. fllos~Ha.e le altre discipline la vita trascors a. giun ge la normente, fimsce co pren: quenze d"autunno apparse • . . . . . d ind_agine. '-"Ocedi un poeta che leggem- dere la sua forma e i suot nello e Specchio> di i\'londa- ne d~l _h_bro. rm1:1e~1re den- !~ s1;~~lln~~ ~e~~aercin! ?n~~: Virihtà e passione, con_tbusti~– ~o in .ai:ini.lontani n~lle gr!- confini. . . d_ori.nel '50. Attilio Antonino tro di se 11. senso.hm ,itat~ del- ea~i~ne di una nuova coscien- e clamore entro J:~e~~ :;:;;~: gie ed1z1on 1 gen~v~s1 e f:mt- Due esem~1. Il primo dell~ s1 ripresenta con La sagr~ le ~ose cu~ ~egh_o s add~cono za della poesia. Quello che giovanile. in un· industna Jiano degli .Orfm1 •: Gian- raccolta del 42: e La notte>· delle nuvo~e, un volum! .d1 le 1mmag1ru ~m e delicate, conta è cbe aUa soluzi.one d~ . [d'anima cario Testoni. l~n. 11, pac• ,r. ,, fo1/ie morte, versi pubblicato nelle echz10- umane e poetiche allora. che probl~~a ?el hnguaggto degh che la szoria coltwa ripetuta Un salto dal ·42 al ·59 e occhi 1on1,ru1Anano ,d un oolto ni di Rebellato. a riproporre in quest-0 poeta non difetta- ermetici. si possa c?atrappor- [e Iepgera. cn~d~ _che 9uest!_ sian~ &I! ~r;:: :.e!!n~":::: 0 ~; ::t:~:,;f,ma quella sua e ar~ana trasce~- no. anzi... ~~/~~o~u~~~u~~~u~i~':J:~:~= E. ~ella stessa ~esia. • Gli Un!CI ltbretll SUOI. Poesie d1 d1fam.t quafruno eht rt,tl en11eolto denza > - com ebbe a seri- Osservate come in e Mag- lo - come dice Quasimodo - dpera1 d~la dfesta l ~~r;istono Abbiamo la nostalgia Delle foglie volate E ci tocca il buio A distanza di millenni. Padrone più povero Delle nostre mani, Non ci dar che la voce Per contenerti punito. Cambi la pelle del mondo Nell'istante che scatta. Noi ti attendiamo Perché tu non venga. Abbi uno sguardo preciso Per contenerci. Che agonia stare sugli usci. Che mormorio di fanciulli svaniti La notte ferma. Ti aspetteremo colle donne. Ci riposeremo sulle vesti vuote Se nel canto Va in esilio la voce Che t'implora. Sono millenni che dura il buio Col sangue che si lamenta. Ci siamo crocifissi a noi stessi E fa dolore finanche l'ombra. Se è vero che la terra Trema nel cuore Col suo boato di tenebre. Noi vogliamo f\\)rire, Chiudere la gl..:,ria nello scheletro E dividerci il vento E la striscia di cielo stellato Come H tempo degli urli felici. Dio. tu sei stanco Della terra eh~ non ci hai data! Tu ci sogni come le rocce; Ci tocchi col fulmine E spacchi la notte col tuo silenzio Per vederci crescere Nel rombo pieno del mare. Con te si può parlare Fino all'infinito Perche ti nascondi: Perchè siamo colmi Ancora di tanti disguidi. on basta toccarci coll'aurora E la pazienz.a dei monti. Non basta più la tua distanza Dai nostri paesi in esilio. Non basta il tuo fuggire E lasciar solo :1 cuore Da un sole all'altro. Ci ritroviamo diversi Nelle fibre terrose. Vogliamo scav3lc.1re le onde Col petto gonfio Del canto dei galli E impastiamo colla vita Tempeste e lamenti Con tutto il fiato che ci resta. Sei già sceso 1 ra noi E vesti l'abito a festa del mattino. Ci hai fatto di ~ene che non sanno Dove riposi dop.> il tuo giorno. Ed ora prenditi la paura, Lavaci dal fumo. Mettici al nostr..:> posto, Cancella i fantasmi che fummo Con un tuono secco. Siamo un razza che non maledice A causa di tanto aspettare. Pensa. tu, al tempo Che c'è sfuggito; Al canto che poteva essere nostro, Alla solennità di tanta luce Sprecata sui nostri volti. Pensa, tu, dall'alto, Al sangue che s'ammala Per poche parole buie. E ora basta di vederci assassini! Te lo chiede iJ fiore Che si sente fratello allora e questo recente Non 11lu1io,o dietro ch,u-1,porte vere Francesco Flora a pro. gio a Beliorte, (un bello soltanto nel linguaggio è consc. ye br3? 1 1 ~os 1 erente qui,, n?n oggi: due ra_cc_olt.e d1 pielra. . posito di quest_o. paet_a - esempio di tanto delicata ve- gnata I~ possibilità di ~rive- ~.~~~~a~;~~/~~~ ~ 0v'!:~:a e .ri dall esile peso. ma cosi mh- L'altro. dal recente llbret- q.uella s~a ~ pud 1~ 1 z 1 a dt sen- na) si sciolga il ritmo. e nel re poe~1a... . . [confessa E il tronco chi! ti saluta Al sommo delle sue foglie. mamente legate tra loro. to: e L'arco scende•: t1re_,,_d1 ~UJ appa10~0 ancora ritmo il dolente ascolto delle Al d1 fuori s1 resta. a nostro lenta dalle ruote dei camions, quasi a :Onnare un solo vo- . oggi intrise le pagme della immagini· parere. nel terreno della pole- [sui tetti l!-'me. un.a sola .stor}a _del: frcomi ancor, ' te, quanto c::!chio recente cospicua. racco_lta. . Dole, doltnl~ nou,. 11 lua chiara :~~~- 1 ~ert~l~chèln!u~ve~~ali~: dei torpedoni. sui carretti di l uo_mo riflessa !n \ ersi di O m.1rt! E p~rt ancor co11f~tnlt Un poeta. a mio ~vvtso, al- Luna i'incrn,,., foica tr, i bou:htlti nuova pifnta. ma oggi inutile . . . [laoor_o pulita forma e di rasserena- duidtroso e in 111e 1/tuo dumo. le prese con le sorti del mon- D',eaci.a che fiorbcono 1uJcoll, t . 1 rch' . sulle biczclelte che si aggrov,- ta tristezza. o,ru e1Wt I, ripa i1 •1wtt11h, d trava listo cioè dalla Udi BeÌfort!, t IJ/umen.a un.a_ bW:,c• qu3:11o. penco oso ~ e ri: . . (uliano, . e Ro.ma ·1 d' d Ila t r,cqua la ricopre, forse lll>CO, o. . g . . • Stio, di croe1fra Il btl tem~o t il sch1~ d1 rendere sterile la stes SI fa ptoz:a serena dt paesi. Te lo chiede il sangue Che porta sepolta la gioia E il dolore an:.1co Simile al diamante Che taglia il cuore. c~rto. 1 P'.ogre ire e foru d"uno ufHrlo, do~ uw,arw precana cond1z10ne dell uo- [solitario sa pianta che ha fatto germo- di bor hi di campagna d'o/- voce, fatta piu mat~ra e. fer- ttnto d"eriu,,e; il ma,, rw_n hf• mo. colpito, nella sua soli tu- Colonn.110 dttli ulumi w,piri, gliare. Sembrerà. questa, una Q ·/ficine ma in una sua quahtà d1 to- [m ,cetre .' . , . , • Ooe fruS<:11ndo ult il otnlo troppo lunga premessa per no, è evidente. ~ome apl;'are ~~~';f::':u~~:ci:,!,~1~' i~;:m~. m,o ~~~eÌn~~!~~ d1 un angoscia [dtll"Olon,... parla_re di Brunello Ron~i. ~a ti~?ent~nc:~~e:;;n~~peto so- Basta d'insaccarci nel tempo Come ciottoli impazziti. dalla diversa 1mpostaz1one E ,.,,, 0 ietnd,, la mi• aria 1'anntr1 · _ , E cosi in e Fine di stagio- rìtemamo la sua poesia sia stiene tutta la strofa, le dà vi- della parola nel verso ed an- • non •or6, pitto,o all, mi,, ,om,, Sul umfn..t10ln111to tu cadrai ne, e in e Marzo•: altr! :ra le più indica:ive di qu_esto gore ed evidenza plastica. e c!te dal più, cako!a~o equi- ,:t;:.:;~:I! d:h: 01 le~:~: 0 , !. ""'' 0 r:,:;;.~:fdi ';:.~~!-:''d.t:Jj~=~~;a"' e~empi di q_uali _siano le rag- ~fn~~~tres/:a i lp~~~~~~!Zl~ft~ dove. proprio quando l'imma- )Jbr10 delle 1mmagim,_ ma da fuori ddl, iu, cH• e 1uarda 11 mare. 8/,ndiiit innamor•t•, falut giunte quahtà d1 questo poe- nella libertà da ogni troppo gine è più lirica ritorna t·ende- ~olti segni si .ta ch1_ara la Così come sono identici. Sulrolocau,to coruumato, tee. ta. forse a lui stesso na- \'iolenta posizione estetica LUCIANO LUlSI Jmea .che unisce 1 due' . d"versi momenti che E' questo. però. il terreno scoste. Che poi i cnti~i forD:1alist: e tempi>. . , 'd . n.e 1d'?~r z 1iano negli anni il su cuj più difficile è seguire ELIO F. ACCROC.CA non r1coooscano I ragg1ung1- (continua a. par. f) E sono segni duna 1 enti- s1 1s an , Il vento non arde Il mare non ha tombe li cielo è vero. Tu sei già la cadenza Che riempie la vita E muovi da stella a stella Per vivere fino a noi. Sta per venire il tempo Del nostro volto scavato. Te lo dice il mondo che teme Se stesso E prega bestemnuando Lasciato solo m fondo al tuo silenzio. Lieto operaio, chiuso a martellare Le pareti del mon?o, Affacciati daffocchio Che perde luce E dicci che il dolore è vano Lasciando liberi due fulmini. Saresti allora 1a pietà vera. Venuto a far sorridere ì fanciulli che se ne vanno nella morte Appesi ai loro cenci. La nostra ira ~on è nel tuo ordine. Ce lo dice la rosa E il sasso che patisce L'insulto dell'uomo. Ce lo dice il monte Che chiude a sera un mare di ginestre. Ce Io dice il sole Che batte ai vetri. come un usignolo Di scintille. all'alba. Ce lo dice il !uoco Che ha tutta la tua traccia E il colore detle due fughe. T'aspettiamo al risveglio, Quando la stanza lascia La nostra notte E ci conduce aJla vita Col volto Che nulla più ricorda Di noi stessi. T'aspettiamo sbiancati sulle soglie Prima che il terrore Ci dia la sua razione quotidiana. T'aspettiamo la sera Quando lo sguardo nostro E' degno del tuo sguardo E a conquistarci Viene da non so dove la noia. Siamo stanchi di uccidere L'uomo che uccide E non sa chi arma la sua mano. Siamo da tempo maturi Per averti accanto Come il sole e accanto alla terra E sorride, sorride con tutti I suoi raggi. Ill Da sempre, la morte Ci copre del tuo silenzio; E la tua lontananza t Non ,può che scavarci: Ridotta a un punto Nel cuore che ti cerca. Forse angoscia degli occhi Lasciati soli sul mondo. Tu taci per l'innocenza Che ti sovrasta; Pe.r i freddi precipizi Ove appari e dispari. Non ombra, non parola Ma sola eternità che sale: Pietà che si dispiega Fino alle nostre notti. O tu che vivi con noi Quando s'è muti, Chini sull'ombra che ci porta altrove, Sei pazienza che dura, Filo di luce al nostro buio umano. Aspettaci fra le rughe Quando è fiore 13 sera E il tempo non ritorna A gemere, nel sangue non ritorna. Eccoti la rosa Come gola di sangue. Eccoti il mio sonno Ch'è pietra sorda. Non mi punire con l'inverno Quando lo scheletro rimembra E il cielo è bianco di millenni Colmo della ~ua neve. Eccoti il cuore come cicatrice E non mi dire addio Col rombo dei mari: Io sono ancora U tuo abisso di carne E scendo in me Quando tu lasci l'eco Dispersa sugli anm mai vissuti. Eccoti la mia vita E non punirla. Io sono solo fino alla tua luce. Eccoti le mani !lbbandonate Come foglie d'autunno; Foglie prese d'amore Finchè mi scorre il sangue Pieno del tuo fantasma che mi brucia. Se tu non fossi vero, Se il nulla fosse il tuo paese Di sempre. Vano sarebbe il volto Che mi contien~ Lungo il disguido: Il nome che porto, una bestemmia· L'attesa di morire un patimento ' U sole una semplice altura ' Di luce vana Sulle mie vene: U sorpiro che oscilla sul mio cuore L'ora che non passa. Quaggiù esatto è il"solo perire In una gelida penombra di stagioni. Se tu non fossi che parola vuota Io avrei la morte certa L'incontro oscuro con ~ stesso Nel tempo che non finisce: il paSSQ del1'3utoma Che si fa vano E non rimembra e non pensa. Ma tu sei vento puro E scandisci l'addio. Tu Ci scolpisci come statue afflitte Nel brivido, nel sogno, Con tanta carne in esilio. Noi siamo gocce del tuo lume fisso Anc~e se non ti scorgiamo Suglt spenti paesi... A poco a poco fa che si maturi La parola èi fuoco Quando con l'angoscia Tu scoppi come un lamoo Vasto, e ci conticni. · Nella giornata umana - Altezza che non si scorda _ Giunga Tu a noi, propizio. Da un eterno mattino. PXSQUA 1958. ~L'lRINO PIAZZOLLA

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