la Fiera Letteraria - XIII - n. 42 - 19 ottobre 1958

Domenica 19 ottobre 1958 LA FIER~ LETTERARIA Pag. 5 ------------------- TACClJ/1\TO IJELLO Sl'AGATO * D,\ HA\~'TIIOR\E. POE E \IEI.\ Il.LI~ A HE\ll 1 GWAY E SCOTT FJTZGEHALD * Ottobrecaccia aperta Maestried epiu;oni * * di GIORGIO CAPRONI Come il no,·embre ha il maiale. otto– bre. mese di caccia aperta. ha per inse• gna la lepre. Uomini che non sono più né avventizi né capi ufficio, né laureati né analfa– beti. ma uomini tutti eguali nella loro uniforme. e osprattutto nella loro condi– zione di cacc:atori. già alle tre del mat– tino. negli atrii delle fumicose stazion• cine suburbane donde partono gli acce– lerati, sostano alla magra luce delle lam– padine statali in attesa d'un biglietto (uno per loro e uno per il cane. ch·c importante quanto la persona e perciò paga di conseguenza). grazie al quale poter alflne tro\·arsi. al primo ~puntar del giorno. sulla battuta. Sono uomini che h anno . in quel mo– mento, oltre il solito \ 'i.so asciutto e quel tanto di bel catarro viril e che. causato dal troppo fumare. si addice ad ogni più di\•erso dialetto. un unico pensiero nella mente: la lepre E uomini sono che. per un giorno almeno. grazie proprio alla lepre si riconducono alla dignità degli antichi cavalieri. fissi anch'essi a un punto d·onore. che è quello di tor• nare a casa, sul tardi. onusti di preda. Della lepre. essi hanno discorso l'in– tero anno sui tavoli dei loro uffici. o sui banchi delle loro officine. o nel bar o alrosteria. dovunque. ma invero essi non sono i soli ad avere il pensiero baz· zicato. con tanta lnslsteriza. dnl fugace e balenante animale: dal lepus timidus. per amor d'ei-attezza scientifica. il quale di nottetempo come nel pieno meriggio. fra tutti ~li aniruall che sono in terra. è la bestia che con maggior frequenza balza, dai gineprai di monte o dai ve– prai della pianura. dov·essa ha la mala– sorte di vivere. nella mente dell'uomo. Alla lepre non c'è uomo. possiamo dir– lo. che non si sorprenda di pensare; nei momenti più inopinati. E questo non tanto perché l'uomo è cacciatore e lei. la lepre. apprezzatissima selvaggina. ma - fuor d·ogni vile ragione di gola o di lucro. di salmi o d'ottimo feltro - per un'altra ragione più profonda a.n• cora, la quale pressappoco potrebbe dirsi cosi: che l'uomo persegue inconsciamente nella lepre. tapinante in perpetuo e in perpetuo fuggiasca. giacché innumere– voli sono gii animali che la cacciano. una palpabile immagine del proprio de– stino. fresco plenilunio. in cui guaiolano e va– giscono le \'arie strigi rapaci: vuoi du– rante i vetrificati inverni come nelle formicolanti primavere. o nelle esalanti cd esaltanti estati. o nei gementi autun– ni: non in un'ora sola del giro intero della terra Intorno· al proprio asse, o della sua totale rivoluzione intorno al sole. è dnto per un minuto appena. alla lepre. di uscir dal bosco e di cedere a un sonno tranquillo. E di continuo allar– mata nel proprio ginepraio. di continuo inseguita e braccata, e divisa di conti• nuo e tra l'oscura uoluUà della campa– gna e la paura del cacciatore>, cosi co– me l'ha impallinata. con pochi fulminei versi. il poeta Carlo Betocchi. la bale– nante immagine della lepre ci ribadisce l'allegoria dell'anima nostra cristiana, la quale. indifesa si ma non rinunciataria né vigliacca. ha pur essa bisogno delle sue mille astuzie, e dei suoi mille strat• talitemmi (essa che, davvero, ha più de– bili della lepre). simili in tutto - per– fino nello scopo. che è quello di sot– trarsi all'eterno segugio - alle arcinote bugie leporine. La fa\'oleggiata danza delle lepri nei magnificat allucinati del chiaror della luna. allorché un minimo rumor sospetto sorprende le anelanti e balenanti bestie sulla radura. dov'esse <6ogliono fare as– ~emblea intorno a un sasso qualsiasi o intorno a un cippo t erminale, io non credo di diminuirla in bellez.za ripor– tandola alla sua vera natura di neces– sità tattica: a un'improvvisa e necessa– ria sequenza o tempesta di tali • bugie>, orgiastico sl in apparenza -:ome la dan– za stessa dell'uomo. ma in verità scate– nata dal fatto che in quel momento il terreno. ancorché irrorato dalla più fre• sca rugiada. più chE' mai scotta sotto ciascun dei quattro zampetti. tli GIACO,.UO ,IJ\TTO!\llf\ 1 I Quando in Europa si di- ne d'opera d'arte è un'altra \ll~lv:Jle e da ioro riprendere. scule O si oorive del roman- co~a. Harry Levln In ~ The Power d~ec~~ft~i~ir~r~~~ a Ultsecri~ d ;~~hs:rn~~:!t~ 0 M~l~ij~~l}fabe~ 13 ~ -e~nd~~b~~ l~~~ tori rivelatisi nel periodo {ra quindi quelli dt Henry Jame.:., go snggio dedicato essem.i~l– lc due gu~1•1·e la cui In- Willlam D. Howells e Mark mente all'opera di Nathamel Clucnza ~1 è fotta 1·isentlre Twaln ai quali convc1•rebbe Hawthorne. Edgar Alleo Poe fortemente anche al di qua aggiungerne alcuni altTI ~, cd Hennan Melville d:chlara dell'Oceano: WlllrLam Fa-ul- avrà per alcuni l'aria di esplicitamente che li rlcor– kner, Ernest Hemlng,vay, enunciare verità lapalissiane, so alla vlolen?..a e la orudez· Francis Scott Fltzgerald. Al di riba dire quasi c ome nuo· 1-a delle scene come la natu· loro seguilo vengono poi de· ve cose notls-sl.me a lutti, Pu- raie incl:nazione ver.;;o il ~!– gli alti; ma e:.si sono quasi re così non è e p er render- stero e la tendenza a far in· sempre I punti di partenl-3. sene conto basta dare una tervenlre forze demon'.ache Qualche volta negli ultimi $n· occhiata agli articoli di gior- e soprann-aturali è specifica· ni risalendo il corso del tem- nale O di rivista a quanto mente americana. Attraverso po si giunge ad Henry James, anche in riferimento al ro· un a.ppro!ondito esame dei Il grande scrittore che l'A- manzo americano si trova in romanzi e racconti di Haw· merlca e l'Inghllte1t1'8 01·a si giustamente rinr.m1te 1·accol- lhorne. Poe e Melville egl1 contendono p~rch~ americano te di saggi critici. Hawthorne, lo dimostt'a. Goethe lancian– dl nascita e di !ol'llnuzlone Poe e MelviJ,le non hanno bi- do un poeLlCOsaluto agli a•l– andò come p:ù tardi T S. sogno di es3'Cre scoperti e !ora nuovls.~'.mlStati Uniti si Eliot ancora giovane a stabi- neanche. diremmo, dl essere è congratulato ~i poeti che lit I In Jnghilter1·u - quasi rivalutati ma debbono sicu- vi sarebbero nati perché non facendo un 11torno al.Ja pa- ramentc essere r!co1'Clati di esistendo in America rovine tria d'origine - ed ivi con· pili. Essi l"appresentano per e ricordi del _passato greco– cepi e scrisse un'opera nar- I' Ame1;ca queLlo che per not romano o med.oevale essi non rallva di vaste proporz.tonl oono il Manzoni. il N:evo ed avreb~ro sentito U ~ del– raccndo soltanto occasionai· il Verga e forse ancora di le antiche Jeg_gendeest sare~– mente ritomo negli Stati più. Sono tre scrittori di pri- bero volti unicamente verso 11 Uniti benché i'I tema de\lo maria importanza nei quali pre~nte e l'avven_:re, I rat– amedcano tl'Opiantato In Eu- si incarna la tradizione della ti, come o~rva giustamenle ropa e venùto In contatto col- narrativa nord - americana. Ha1iry ~vin, lo hanno smen– la civiltà del vecchio conti· Verso la metà del secolo scor- Ulo in pieno. nente si r!t:rovl Cinoall'ultimo so essi rappresentano un pe- Nat,haniel Hawthorne, Ed– di continuo nei racconti e nel riodo d'oro. gar A!!en Poe ed Herman :·omanzl. It caso vuole che quasi Melvillc, I tre massimi geni Più 1 ,arl 6000 gli accenni ad conlemporoneamente due 11- let_terarl. no,:-cl-americanl . cui Hc~,nan Melvillc matg1,ado la brl diversi di struttura ma plu tardi è venuto ad agg1un– g1,ande ammh•azlone suscitata ugualmente Importanti per la gersl He~ry James, sono v?-1- abbastanza di recente In Ila- acutezz.a dell'Indagine, la ti verso il passato, sono eia~ Jia ep in F'ranc!a dalle Lradu- chiarezza dell'esposizione. la scuno ~ suo mo~o carichi d1 zioni di , Moby Dick •· E' pertinenza delle valutazioni ~0st algie e. reminiscenze,. at– d'uopo riconoscendo, quando siano stati scritld suU'a1,goRtirali dal ~iste~, oppressi da da noi si accenna al rnman- mento da due critici statuni- un se~so d1 antiche col-pc. La zo americano si pensa a-Ila tensi dl chiara rama. Essi so- America é sta ta _sempre,. an– esplosione di una vlolenui no •The Power of Blackness1) che per quanto rigua~a I re: primitiva, alla rinuncia a! di Harry Levin e• The Ame- nomem naturali .e gli aspetti mezzi termini per denunciare r:can Nove! and its Traci!- del paesaggio, ~I paese del gli elementi osouM di dlsso· tlon > di Richard Ohase. Am· fen~menl estremi. _que!lodo~e luzione che minacciano la vi- bo giungono come risultato o~nt cosa mat_enale O spt ta, le forze del male, la bar- ad una rivalutazione degli rituale c~e s1_ era veri - barie. Lo stile rozzo specie auto1,1del periodo classico ed ~ata o s1 verificava anche negli epigoni à molto spesso alla giusta affei•mazione che 1~. Europa assumeva for:~ i~ a1,noni~ coi temi prescel- q~an_to è_ stato fatto più tar- ~t~ili~c~ti;i gri9ng~~~fanoes!mo :~ ~~r~!-~t'~~:;al~n!!c~=~~ ~~/ 1 àl?S:~ni.:1uò n~;~~-a ne~~ calvinista te17'ibile . già n~~ ma per cont.rasto fa tisaltare maggiori. La violenza dei te- ~uo z.i in:_orabc5 1 e dngor~ a– meglio quanto di deliberata- mi e delle rappresentazlonl, ~f t\ n . a~~t 61 e ~u– mente crudo vi sia negli al- Il fascino esercitato daUe ni rs afo c~n ,na ~ o ~a~– t1:i. Or~ . sen~,a nuli,a togliere forze del male, la loro oscu- d~~t~~ =~ti~lare ncl· a1 menti dei contemporanei. ra potenza e di conseguenza c ~ h''l . e e– specialmente di Faulkner, un senso estircmamente acu- la Nuova . ng: 1 terra in gen Agenore Fabbri: • La pietà• {Biennale d'Arte Sacra, Bolorna) \'uoi nella guazza dell'alba. alfora che ai condannati a morte si dice: e Su. ani– mo!•· e i frigidi albumi della nebbia persistono a confondersi con la cornea arrossata dell'occhio; vuoi nella meri– diana ora solare della cicala e dell'av– voltolo nero. come in quella, grondante Sapendo che dovunque le si posino i polpastrelli essi lasciano una fatale trac– cia all'olfatto canino o volpino. la lepre è più che mal costretta. lei che per natura è velocissima ma anche condan– nata a non evadere dai confini angusti del proprio luogo di nascita, ai più arzi– gogolati e menzogneri salti. prima di raggiunlitere. con un definitivo balzo. il segretissimo cuccio. E se è vero. com'è vero. che è questa continua danza delle paura e dell'!nganno ad esasperare tan– to il cacciatore. è pur vero che è per tale danza che la lepre, anima imma– ginata o bestia reale che sia, eccita e inebria tanto chi é in vena di preda. Proprio come credo che ecciti, e inebrii. e sproni il grande Cacciatore d'anime la danza sempre un poco Colle dell'uomo e delle sue umane bu~ie. Scolt Fitzgerald ed Heming- to del peccato Faulkner, Scott 1'e nel_Seicento. . d'- way, che sempre indicammo Fitzgerald, Hemingway, Penn Il ricordo del_ teno~ ~i.------------------------------ .. come i tre maggiori, bisogna Wat'l-en, O' Hara, Wolie e gli suman~. di a!l~ia, specie a riconosèere eh~ .il romanzo altri tutti lo hanno potuto Inqulsmone di Spagna ali GIORGIO CAPRONI ._ ____________________________ __, americano n~lla sua tradiiio- tlrovare in Hawthorne, Poe e ~~~~ 1 !i 1 :~era:~J 1 ~11 ~n~: rabUI condanne di quanti non si plegav.ano interamen– te alfa dw·a legge con tuttJ gli Ipocriti abusi che un si~ mite regime comportava non è ,più andato perduto malgra– do secoli siano trasCOPSie gli aspetti di viba siano mutati. Nathaniel Hawthorne nato a Salem nel Massachusetts ed lvi a lungo dimorante è ere· sciuto in un clima spirituale ancora impregnato dell'antico rigore ed il senso del pec· cato benchè 01•ienOO.to in una direz.!one del tutto diversa é In lui acutissimo. Dai naccon· ti giovanili di • Twice Told 1'ales > attraverso i quattro g1•andi romanzi e specialmen– te il ca,polavoro • The Scar– let Letter » fino ai postumi ed incompiuti • Sepiimius Felton II e • Dr. Grimshawe's secret » esso si fa ovunque risentire. Come giustamente osserva Hariry Levm, citando quel primo e quasi Ignoto rroman- Cleto Tomba: • Gesù tra i poveri• (Biennale d'Arte Sacra, Bologna) zo breve delle lcuere ameii- ---------------------------------------------------!Cane • Peler R,ugg> di Wil· PER IL DI BA T TITO S IJ " I G I O I' A 11 1 I E LA C lJ L T lJ R A . , ~r~,~;;'~/:e;.~~ c!~t ricana è l'it11•oqu-ietezzae la La poesia è ra ra, la prosa IL POETA E LA PROSA ed il poeta diyerrà giornali- nostalgia per la casa avita di può essere quoti ,dia.na c~me sta, pubblicista, addetto quest'uomo sma111'1ltosl per una J} pane. La poes ia e u n un- stampa od altro che usi la maledizione. Nel romanzo prevedibile stato di grazia, scrittura come •do• per statunitense l'elemento fanta- la prosa può esser lavoro, * l'• ut des > sociale, in prati- stico è più forte che in qua- mestiere. ca per il pane quotidiano lunque albro compreso quello Cinque poesie in una vita di PIE1.,RO CliJIAT'l~Ì denep~~~:hie:ev?:t~p~re;~~i- ::,m:ti~~i~~!\i:(iln~:~~ ~~àso:: 11 t~~e~a~~ P;~e~~t~; vere, secondo il comune giu- spesso ad un sogno e tal-volta ne può ricavare una tabella ~~~sac~~~:~~~fc!i~~fc:r;i ~~~/ ~~·e :~cu~~rid~~;el'o~~~:::: ;:i~~~ ~!r1ailm 1 ~~~~r~ r:e~~~ ~lzi~c~i~e:, 0 ncc:~~~~~Ìs~aqu~~; t~ u~e i;~b~lù ~~~~ e~~~~ di carico e scarico: anni di le perfezione, se in buona o dei padri una ricchezza di- mecenate di là da venire, la penna, scriva dunque ciò pio. I suol ramosi racconti da vita sessanta, poniamo, divi- in mala fede, se capace o sponibile all'ozio (poetico o sempre di là da venire a di- che più e meglio vale 11 • Thc Cask o! Amontillado • si per numero cinque poesie ingenuo Concludiamo in meno) dei figli. Ammettla- stinguere ì ~ vivi • dai cambio sociale, sia utile e e • Murders In the Ru.e Mor· • utili•, danno un riporto trionfo d1 ipotesi che 11 gran- mo che 1I nostro poeta fosse, • morti •. ponendo i primi furbo, faccia mestiere della gue > a e The Fall of the Hou· s~l li~ro mastro della s~- de poeta visse, abbiamo v1- o sia, povero, necessario di alla sua, destra, llberl final- sua penna, nei •dodici. an. se ot Usher ,1 ed anche il suo ria d1 numero una poesia sto dod1c1 anni per conclu- quot1dian1 tozzi dt pane e di mente d essere nella v.:a 3~ ni metta prosa, metta righe unico romanzo • The Narra– per numero dodici an_ni. ~i de;e una poesia, compresi pazienza. e padre e marito stessi? . di piombo, e insieme riman- tive of Arthur Gordon F ym. potrebbe and_are av~nt~ ~ ri: per sempli!icazione gli anni e soldato e tassato, numero Ed il poeta é hbero solo di la speranza della Musa sembrano tiutli essere la t.ra· cav~re, p~r 1 mez~1 r1dicoh troppo giovani, del novizia- d'una quantità social_e ~ui di ~isporre del f!lOdo d'_u~a- agli attimi vuoti e beati di ac,riz::one po,etica di un s ogno e diaboJ1c1 della scienza sta: to alla vita e poi alla non è permessa cost1tuzio- re 11 meno peggio poss1b1IP.qualche notte lontana dai te11rificante. Ma in Hawthor– tistic~, il _num~ro. d~:i ver~1 penna. ' ' nalmente altra libertà che !i del~a ~ua sch_la,._titù all~ le~gi pesi delle digestioni, degli ne ed in Melv\lle l'elemento per smgoh anni d1 vita. Ne, E dodici anni son tanti a lavoro altro diritto che 11 soc1ah. Non e libero d1 rh1a. incarichi, dei doveri, delle di sogno e d'Incubo non è ciò face~do, sì. minimizza ~n viverli, sono migliaia 'di dovere. E dodici sono !(!i ~are a. volontà I~ s1;1a:nusa tasse e contributi d'ogni ge- meno presente e significativo poe~a.: 1 vers~ e. _le Poesie giorni, milioni di minuti, mi. anni per una poesia '"eter hberatr1ce; non e !_ibero d1 nere che fanno del giorno Attraverso un'attenta e '"utih •, o noi d1c1amo sol- Bardi di attimi di tic tac na • abbiamo contato: do nascere, o anche d1ventc1re, umano un intrico folle di pet~picace analisi delle lo· tant? beJle,. p_o~son~ esser~ d'orologi, di sen~azioni, spe. dici' anni fatti di gi?rni, ric_c~ (e n~n. diventan_o rie- occupazioni .ef~imere ~on l_ero opere dove mette in luce perfmo statlshcizzat1, messi ranze visioni, pensieri, bar- dunque di lavori, di tauche, chi i poeti frnché tali). La quali la soc1eta costruisce 11 1 punti di oontirosto appai-en· quanto si vuole in schema e lumi 'di pensieri, immagini, di parole, di incontri, di gri- sua libertà è negativa, co: s~o. rumor~so monumento u fra I due autori O quelh perforat! ~a. un meccano c~e sguardi, visi sognati <: ve- gia presenza, di dol~rosi mc del :·esto_ quella d'u~n1 c1v1le sotto 11 sole. meno visibili ma più profon· ne prec1St 11 valore poesia- duti versi nati e morti, oc- scontri con la realtà sociale, uomo. L ambiente lo ehm Oggi il poeta scrive In di ed Importanti che hanno tempo, e restano tali, re.sta- casiOni intraviste e perdute. ossia con l'irrealtà umana ma, lo inquadra, lo sodec1 prosa, per vivere, dal gio- in comune, Harry Levin se– no versi e poesie intoccabi_li E speranze, e delusioni: del poeta. Vivere non è ne· t;., lo preme e opprime, ~ii vane al vecchio poeta. Le gu~ 10 sviluppo delle loro os– per altre. vie_che non le vie qualche attimo di gra.zia e cessario, necessario è vivere p~e,cosli_tuisc~ .~estie_l'i, schia- condizioni d'ambiente gli sessioni insistendo sul lato dell'ammrraz1one, della bel- milioni di attim.i grigi po- per lavorare; è la legge. Che vltu, riemp1t1v1 dei • dod,- consentono di usare della soprannaturale, sull'elemen– lezza. Sarebbero . piuttosto veri di quella pienezz; che cercherà allora di smerciare ci • anni grigi della ~~Rzio- penna anche fino alla nau- to di rantasia pura che si ri· q_ueJ. !11~0 ~ qu!1 metodi a il poeta insegui, per cui vis- il poeta (marito e padre e ne. Per quel che rttuRrda sea. Il poeta non serve e va. scontra In • Thc House o! the rU.lSCl.f ndicohzull. se a cui immolò la sua vita tassato) al suo mondo che, ti nostro tempo, tale l•bP.rtà le perché tale, ma è soppor- Seven Gables • ,.The Marble Dunque: togliamo tutte le segreta. non sapendo ~i lui la, gran- r,egativa ~f(rc al po'lta, sia tato in quanto può utlliz. Faun > come In • Moby Diok ~ sudate carte su cui il poeta Ma ciò, stando dentro la dezza, lo considera all esatta ~ure • uttle • stor1camenlP, zarsi come scribacchino di e • The Piaua Tales ,,. L'ac· non seppe comporre una pie- storia del nostro fantomatico stregua d 1 ognl altro membro sia pure •eterno•, Ql.le.sta fatti sociali, di storie collet- cordo intimo fra 1 tre scrit· na • utilità •, e perfezione poeta. Guardiamolo ora dal sociale, per cui vivere si- sola scelta: ~ di c~r:i!ond~r~i tive. tori contemporanei ed un'' che sia, per noi; e togliamo di fuori con occhio sociale. gnifichi vivere socialmente, nei mesuer1 degh uom1n1 1 Che la sua virtù di penna da vtncoli di simpatia ed an-. Ja montagna d'appunti, note, E la s~ietà non dimenti- tutto vendendo per ricavar secondo attitudini laterali non sia che un fantasma, mlrnzionc- malgl'ado vite ta 11 studi prove, esperimenti, chiamo lo i:uarda sempre ne sostentamento quotidia- discese dai lombi paterni o che il poeta sia anzi Il gran- to diverse e caratteri ,uaS1 abboizi, doppioni, ricalchi dal di' fuori, gli chiede un no, con la sola libertà de,Je istigate dal particolare am- de vocato al silenzio, che opposti non è nelle opere che indicano al viandante di utile esterno v1s1b1le com- notti, e dei sogni, e de1 bea- bientc di nascita e di for- sia il silenzioso, colui che mai venuto a mancare. come pianura l'altitudine d'impe- putab1le, per' una sto;ia del t1 giorni di malattrn, e dei mazione, o di usare la virtù attende, che deve attendere eo:tollnea Harry Levin Ed gno necessaria al poeta per suo presente e fa ciò cieca- contati giorni di vacanza. di scrivere per contribuire anni in silenzio per il suo un plausa speciale ~a-li ni~- csser tale davanti a sé e mente e ciÒ farà sempre. fra le due muraglie del la alla costruzione della prosa PIETRO CH\JATTI GIACOMO ANTONINI alla poesia: lasciamo pur so- Amm~ttiamo che quel poc- voro, finito e finibile, senz~ sociale, cele~rativ_a quoU~ia,- lo , 1 compiuto, il perfetto, e ta non fosse, 0 non sia, ricR scampo, senza speranza d1 namente dei fasti colleLt1v1, (Continua a 1>ag.7) (Coutlnua a pag. 6) DIARIO ALL'ARIA APERTA * Le difficili intese * La fiducia che abbiamo nell'uomo rimane ferma e pro– fonda, anche se la fiducia negli uomini del nostro tempo manca o comunque ci muove a multiformi perplessità * di GlJGLIELillO PETRtJ1l'I Anche in questi ultlmi anni, sia pure con difficoltà e certamente con molte lRcune, dovute anche dalla estensione raggiunta dalla produzione che va sotto il segno della letteratura. ho cercato di tenermì al corrente, come si suol dire: di non rimanere indietro nei confronti di quanto si fa e si dice. Però, per quel– lo che mi riguarda, ha incontralo diffi– coltà sempre maggiori: so benissimo che esistono difficoltà che vanno di pari pas– so con l'età e gli impegni che con essa crescono; ma non parlo di queste, ma di altre che, se non ml sbaglio, val la pena di esamfoare un poco; se sbaglio. val comunque la pena di discuterle o di smentirle. L'incontro con un coetaneo, con un anziano, con un giovane, anni or ~ono, si svolgeva sempre con un discorso sulle cose letterarie nel quale era implicita la reciproca conoscenza dei valori e deÌle idee delle generazioni passate, della no– stra e di quella più giovane; le diver– genze potevano essere grandi o piccole, ma la conoscenza delle e situazioni> del– le persone, delle opere non richiedeva ~;fu;~!i:rh~~~~o. u~g,~t~lt s~1:~~~/t~~~~~ non per la mancania di consensi o di contrasti. ma per le reciproche lacune che rendono privi di significato i con– trasti come i consensi: la conoscenza e la partecipazione alla letteratura mili• tante sembra sia divenuta secondaria e mOlto precaria. In questa situn.ione ge– neralmente il dialogo tocca punti d'kn– possibile intesa, non già per divergenza di idee, ma per mancanr:a della com– pleta conoscenza degli argomenti, dei significati, delle cose fondamentali dalle quali non si può prescindere. Natural– mente le eccezioni che e.,lstevano ieri in senso negat.ivo ed oggi in senso positivo. si equivalgono e non spostano anzi ac– centuano quella che a me sembra la sconcertante realtà della odierna situa– zione A che attribuire tutto ciò. se la mia impressione non è del tutto errata, il che per ora non credo, sulla b~e di non poche e assai meditate esperienze? Certo agli anni terribili. al rapido cambiamento di situazioni e di punti di vista: ma or– mai la gjustiflcazione viene ripetuta da troppi anni. ed è pensabile che l'artista e l'uomo di cultura sia sollecito nel ri– guadagr\are il tempo perduto, nel rein– serirsi m una visione unitaria senza la quale ogni gludliio ed ogni sentimento altera la realtà ed ha vita breve ed am– bigua. In altri tempi, per esempio, sape– vamo che l'intellettuale francese non conosceva che la cultura francese, ma su questa ogni persona che .,i rispettasse sapeva tutto, la sua informazione era unitaria e viva, articolata come quella ~!p;r~~~~. :~~~: cg~r~ie ~:°~~~!~ lilà molto significative. per poter affer– mare che anche in quel pae5e si verifica JO stesso fenomeno, anz.l più acutamente che da noi; la nostra minima conoscenza delle cose medie della situaz.ione lette– raria francese, oggi può stupire addirit,. tura un grosso rappresentante della cul– tura letteraria dello Francia. Dunque, anche là, ogni individuo vive un mondo circoscritto ai propri personali interessi, non sente il bisogno di inserirsi in una consapevolezza unitaria di tutto ciò cbe rappresenta la letteratura del suo paese. Dunque non si tratta di un fenomeno nostro, ma del nostro tempo. Ciò che sconcerta di più è il fatto che ai tempi a cui mi riferisco i problemi dell'unità della cultura non esistevano, di ctùtura unitaria non si parlava mal, mentre oggi questi discorsi passano stù– la bocca di lutti, proprio là dove non riusciamo a vedere altro che interessi isolati, concezioni parziali. ldee che sten– tano ad allacciarsi a qualche cosa di tra– diiionale o di antitradiz.ionale, in quanto anche per essere antitradiiionalisti oc– corre avere profondo Il senso della tra– dizione ed i significati che essa traman– da. Forse lo spirito ed il costume mo– derno non hanno l?iù stimoli che faccia– no sentir necessaria una consapevolezza vasta, una circolazione viva delle idee e ?e~a conoscenza delle opere, forse oggi 1 più, per fare opera creativa non hanno alcun bisogno di elaborazione storica, di cultura e di solidarietà comune, forse oggi basta un , se stesso • per essere poeti o pittori. per esprimere qualche cosa che è dedicato a tutti. Forse le strutture antiche o quelle di ieri non hanno più gran senso e, quelle nuove, almeno al punto In cui si trovano, scat– tano privatamente, a domicilio, nell'am· bito del proprio mondo personale. Tanti altri forse potremmo aggiungere senz.a sentirci convinti: ma non sapremo da che punto cominciare per una con<:lu• sione negativa: le realtà contingenti, in un temPo come tI nostro, hanno signi– ficato qualche volta anche dove sembra– no la negazione d'ogni possibile logica: ci possiamo ancora una volta limitare a dire che la fiducia che abbiamo nel– l'uomo rimane ferma e profonda, anche se la fiducia negli uomini del nostro tempo manca o comunque ci muove a multiformi perplessità. GUGLIELMO PETRONI

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